venerdì 28 novembre 2014

Tutto quello che “ti porta via, (in)trattenendoti”.



A cosa “dovresti” (devi) dire di no? A quante “cose”? Beh… perlomeno a tutte quelle che ti fanno “male”. Ossia? Definisci: “male”…
Che cosa è per te, “male”? Il male è uno stato dell’essere. Il male è, però, anche un dolore di pancia…
Ma… confondere un dolore fisico per uno “es(s/ist)enziale”, corrisponde al “prender lucciole per lanterne”… anche se, sostanzialmente, costituiscono le diverse facce della medesima medaglia:
il tuo complesso.
Qualcosa che (s)fugge persino a te stesso. Sino a dove, arrivi? Le tue “estremità” che cosa sono in grado di raggiungere?
Non “dove” ma… “cosa”
Dato che “non sai”, perché non (ri)cordi, sino a cosa giungi? E cosa non (ri)comprendi, pur toccandolo/a attraverso il tuo campo d’esistenza?
Ciò che percepisci, relativamente al tutto, è qualcosa che spazia tra il caos e l’ordine più assoluto. Dipende, questo tuo sentire, dal “come stai”, dal “come ti senti”? Oggi “bene”, ieri “male”… domani?
Se la tua “attenzione&sensibilità” dipende, ormai, da una pressione organica interna – ad esempio – sul fegato (per via dei troppi zuccheri introdotti attraverso la “dieta”)… beh, capisci da solo che le tue più alte “vette” (ri)sentono dei “tuoi” più bassi istinti (perchè, ad esempio, ti nutri... così?).
Se non (ri)esci a resistere di fronte ad una scatola di biscotti al cioccolato e te la mangi tutta o con regolarità, unitamente al resto della tua alimentazione… come puoi, di (con)seguenza, essere pronto alla migliore decodifica “ambientale”? Se stai “organicamente male”… come puoi espandere la tua capacità di (ri)cordo?
Sì... perchè si tratta di (ri)cordare e, non, di... progredire, (ad)divenire, etc.


giovedì 27 novembre 2014

Cosa difendi?


Un patriota deve essere sempre pronto a difendere il proprio Paese contro il suo governo.
Edward Abbey
In difesa del diavolo, va detto che abbiamo sentito una sola campana. Dio ha scritto tutti i libri. 
Samuel Butler
Uccidere un uomo non è difendere una dottrina, è uccidere un uomo.
Sebastian Castellion
Il compito principale della civiltà, la sua propria ragion d'essere, è di difenderci contro la natura.
Sigmund Freud
Difenderci (dalla) natura”:
SPS traduce questo esprimersi del “padre della psicanalisi” in… “controllo a monte” (alias: Nucleo Primo) o... "artificialità scambiata per naturalità" (apparenza).
Quando si rileva che esiste qualcosa dal quale difendersi, significa che si è, generalmente, in “guerra”; ora, l’umanità è impegnata in una lotta fratricida o “guerra dei poveri”, per cui ha perduto di vista l’entità dell’autentico “nemico”, che nella fattispecie è:
ciò che non (ri)esce più a vedere, ossia, la (com)presenza (che l’ombra testimonia, frattalmente, esistere in qualsiasi situazione di luce, mentre nell’oscurità l’ombra trova casa, provenendo da “lì”; dal "non visto, del/nel buio").
Gli ormoni nascosti nei cibi
Link
Dal punto prospettico di SPS, è chiaro che... la situazione è complessa, perché funziona su vari livelli ed è interpolata a diversi ordini di appartenenza  e di circolazione delle informazioni (segreto, iniziazione, attitudine, merito, grado, talento, poteri, ambizione, possessione, consapevolezza, etc.), per cui:
esiste un nemico, che è sempre relativo ad una propria incompiutezza, a livello di (ri)conoscimento della propria essenza che, di fatto, “è”... a prescindere da qualsiasi credo, in termini di “raggiungimento, crescita, evoluzione, progresso, etc.”.
L’umano nasce ed “è”, di seguito inizia a perdere “conoscenza di sé”; lo stare in questa realtà sottrae consapevolezza invece che aumentarla. 
 Quindi… che ci fai “qua”?

mercoledì 26 novembre 2014

Cosa è... errore?


Ogni anno circa 100 mila persone lasciano l'Italia. Questa è la vera prova di quanto sia difficile essere felici in un Paese che non premia il merito
Roberto Saviano
Merito:
diritto alla stima, alla riconoscenza, alla giusta ricompensa acquisito in virtù delle proprie capacità, impegno, opere, prestazioni, qualità, valore…
Azione opera, qualità degna di stima, di riconoscimento
Per estensione… aspetto sostanziale di una questione; punto essenziale, la sostanza (in opposizione a forma)… entrare nel merito di una questione, prenderla in esame nella sua essenza e nella sua concretezza, a parte i suoi aspetti formali; questione di merito, che riguarda il contenuto…
Link
Il merito è " (pre)tesa di (ri)conoscimento per il lavoro svolto"?

Diverse generazioni di "merito".
In ciò... c'è tutta la tua dipendenza dalla (com)presenza altrui ed il "tuo" vagare nel nulla di un vuoto, che è sempre a "monte" di tutto ciò che, in seguito, (ri)torni a "respirare", alimentandoti di (con)seguenza...
L’attaccamento non conosce fine a se stesso; il “premiare il merito” è qualcosa divenuto contiguo all’esigenza di fondo di denaro. E la felicità lasciata al Sole di un simile “essere premiati con denaro e (ri)conoscimento ufficiale/pubblico” diventa una “sua” dipendenza.
Nel “merito della questione esistenziale”, esattamente… dove sei?
Nella “sostanza”… dove ti (ri)trovi?
Sei nel Paese dell’intrattenimento: Sole e mandolino.
E… "tutto il Mondo è… Paese".
Ossia, non hai scampo su questa “via”, per questa “direzione”.
SPS crede in LSD, al fine di poter porre una fine a questo circolo vizioso, basato sulla scarsità di tutto per meri fini di controllo e “collezionismo di rarità”.


martedì 25 novembre 2014

Ma questo lo sai già.


Questa dimensione cicla in continuazione, fra due estremi. Tutto ciò che (auto)avviene all’interno del suo addivenire è… come l’effetto che si crea per mezzo dei meccanismi di un motore a scoppio:
movimento d’insieme (lungo la "direzione predestinata").
Questa dimensione cicla in continuazione, fra due estremi… grazie alla “spinta” che si (auto)genera (d)al suo interno:
grazie anche a “te”.
Matrix è molto più vecchia di quello che Neo crede, e prima di Neo, Matrix è stata "ricaricata" altre cinque volte, ognuna con corrispondenti "Eletti":
ognuno di loro è arrivato a incontrare l'Architetto, facendosi portatore del codice originale che consentiva di ricaricare Matrix ed evitando in questo modo il crash del sistema.
La necessità del reload era dovuta ad una anomalia sistemica causata a sua volta da un rifiuto istintivo degli umani ad adeguarsi mentalmente al sistema Matrix. Per ridurre tale fenomeno, era stata ideata nella psiche degli uomini controllati con Matrix una finta possibilità di scelta a livello inconscio, realizzata tramite un altro programma, l'Oracolo, creato per analizzare la psiche umana…
Link
  • rifiuto istintivo degli umani
  • ad adeguarsi mentalmente
  • per ridurre tale fenomeno, era stata ideata nella psiche degli uomini
  • controllati con Matrix
  • una finta possibilità di scelta a livello inconscio
  • realizzata tramite un altro programma.
Che cos’è "Matrix"? Il film, intendo. È, appunto, un film, ossia… un’opera della “fantasia umana”.

lunedì 24 novembre 2014

Una salda prospettiva.


 
Il futuro è di chi ha un grande passato.
Link
(Ri)eccoti in SPS dopo il reset del “fine settimana”; che cosa ti è accaduto? Che cosa hai dimenticato?
Sei in qualche maniera… diverso/a, a distanza di soli due giorni o, meglio,48 ore… Venerdì scorso eri in un modo, ora… sei in un altro. Non te ne accorgi ma è così.
Ora "sei uguale a sempre" ma, allo stesso tempo, sei diverso da venerdì scorso… dopo che cinque giorni consecutivi alla medesima frequenza continuativa, ti avevano “iniziato” a qualcosa dal potenziale “diverso”…
SPS è qua per (ri)cordartelo. Se fai mente locale a venerdì scorso, (ri)corderai lo “schemino”, ossia, la (com)presenza della “diga”, che non “vedi/percepisci” ma che, ugualmente, (ri)esce a raggiungerti, modificando il “tuo” tracciato esistenziale.

Se ella non esistesse, tu saresti più libero di tracciare una diversa direzione alla “tua” esistenza.
È come negare che esiste una legge artificiale, desunta da una piccola parte degli umani, per milioni di umani come, ad esempio… la “Costituzione”. Ok? Non puoi negare che essa esista, anche se “non la vedi né percepisci fisicamente”. Ella esiste ma... in un piano parallelo rispetto a quello dove sei solito/a “cercare”… L’unico che ora (ri)membri.
La “diga” è ciò che per primo/a, devi assolutamente sempre (ri)cordare, fissandola all’inizio dei “tuoi” pensieri, qualsiasi cosa siano i tuoi pensieri.
Che cosa è la “diga”, in soldoni?
Beh… è un “controllo”, l’esistenza di una (com)presenza che veicola il tuo cammino che, dunque, non è più solo… “tuo”. Ok?
Hai presente il “denaro”? Ecco… questa è una forma di controllo della “tua” Vita.
Quindi, il (ri)cordo prioritario della “diga”, prende in/di te una forma/pensiero che ti suggerisce continuativamente:
fai attenzione, perché è tutto sotto controllo. Tutto ciò che fai (ri)sente di questo controllo. Concentrati su tutto ciò che credi essere tuo ed invece non lo è. Osserva! (Ri)corda sempre

venerdì 21 novembre 2014

E se non lo sono Io, allora, non può essere.


Può mai essere che… “mio padre, che è morto da dodici anni, abbia architettato ed ispirato migliaia di persone affinché potessero dare alla luce 'Interstellar', ben sapendo che io lo avrei visto sicuramente, in maniera tale da raggiungermi con il proprio messaggio o, meglio, per farmi intuire che mi può ancora contattare, dal 'luogo' (d)ove si (ri)trova (nell’ora della nostra morte… Amen)”?
He He He…
Perché no?
Ieri notte l'ho anche sognato. Stava bene... era in "forma".
Parlavamo di qualcosa... (forse, proprio di ciò che stai per leggere, ora. Chissà)...
Dai... lasciami immaginare. Che ti costa? Ok... Ok... Pensa che anche i tuoi cari, di conseguenza... possono fare altrettanto. Così, va meglio? Bene...

Ho percepito, qualche tempo fa, da sveglio… una comunicazione, che è avvenuta tra “me e altro” (diverso da me), ad un livello più “alto” rispetto al pensiero e alla telepatia.
Qualcosa che ha avuto il “sapore” di… una immagine con dentro un (ri)cordo fatto di sensazioni, tracce, insiemi.
Qualcosa che, quando te ne accorgi, ti dice tutto d’insieme. Qualcosa che è senza dettagli ma che ha solo il fatto centrale:
il “colore a tinta unita”.
La quintessenza dell’esperienza o della “comunicazione”.
Qualcosa che esiste e non esiste, per i parametri di funzionamento considerati di default, nel/del complesso umano. Qualcosa che esiste quando gli concedi una possibilità d’esistenza. Qualcosa che esiste a prescindere da questa “possibilità”, che gli concedi. Qualcosa che è “lì” e che attende solo che tu lo (ri)conosca, in te, direttamente… 
Immaginazione? Beh… se il “nome” può ridurre il contesto… allora il linguaggio è un velo.

giovedì 20 novembre 2014

Rispondi.



Papa: denaro non sia considerato idolo ma mezzo per bene comune.
Il Papa ha salutato "i giovani professionisti, impresari ed imprenditori sociali partecipanti al convegno promosso dal World Economic Forum, in collaborazione con le Università Pontificie di Roma, per promuovere vie e atteggiamenti che aiutino a superare l'esclusione sociale ed economica", a conclusione dell'udienza generale in piazza San Pietro.
"Auspico che l'iniziativa contribuisca a favorire una nuova mentalità in cui il denaro non sia considerato idolo da servire, ma un mezzo per perseguire il bene comune".
Link
Favorire una nuova mentalità…
 
"I giovani professionisti" (il... "futuro") sono come tir lanciati alla velocità massima sull’autostrada: chi li può convincere diversamente, ora… dopo avere studiato per due decenni, al fine di rispondere alla chiamata della “famiglia, della carriera, dell’interesse”?
Essi sono passati dall'"Abc"! In maniera (pre)ordinata e causale. Uno step necessario affinché tutto il resto sia una (con)seguenza e non certamente il frutto del caso. 
Essi hanno "risposto" alla domanda fondamentale (con)sequenziale (educazione familiare), che in seguito caratterizzerà la loro intera esistenza e (in quanto... "futuro"), nel piano inclinato, quella della Massa.

Può convincerli, forse, il Papa… attraverso quattro “parole in croce”?
 
Attraverso non l’esempio, bensì, solo con le (in)utili parole?

È il denaro stesso… l’effetto del demone nel Mondo; la cartina di tornasole. 
Il “bene comune” è ormai divenuto lo status quo, anche se… non va bene. A livello frattale, che cosa significa essere “pagati, per fare qualsiasi attività”? Suvvia… sii sincero con te stesso.
Il “Programma e LSD” costituiscono un primo abbozzo di nuovo paradigma; qualcosa (d)entro al quale, il denaro diventa via via sempre meno utile e necessario, prima ancora, a livello mentale…
È l’utilizzo che fai, del denaro, la discriminante che lo mantiene in Vita?
Beh… è qualcosa che rovescia tutto su di te, come forse ti sembra persino giusto che sia. Però, tu non sei libero di decidere, scegliere, capire a fondo. Dunque, come la metti, la metti... la questione resta sempre aperta, in maniera tale da “non cambiare mai autenticamente, nulla”.
Nell’indecisione… si rimane “fermi… così”.
E… tutto… (pro)cede "alla via… così". 

mercoledì 19 novembre 2014

La "terza persona".


Secoli fa il mio cognome si scriveva diversamente.
Da dove vieni?
Da nessun posto in particolare. Vado dove voglio e faccio quello che posso. Per questo sono nei guai. Diciamo che sono quella cosa che parecchi sentono… in esilio.
Perché sei nei guai?
Un uomo onesto è sempre nei guai… ricordatelo.

La follia di Henry
Che cos’è che serpeggia sempre “tra te e te”? Sei ancora… “tu”? E cosa sei tu? Oppure (pre)ferisci: chi sei tu? Ehm, non lo sai, vero! Nessuno lo sa. E senza questa risposta dove credi di poter andare? Pensi quindi esisti? He He He… 
La natura è frattale, ossia, (ri)flette; immagina te che gli appari davanti… è te che ella riflette. E uno specchio è, forse, dotato di intelligenza? È, esso, vivo nella misura in cui lo sei tu? Lo specchio che hai conosciuto nella fiaba di “Biancaneve” è vivo solo perché risponde alla domanda iniziatica? E che cosa dice? Che cosa afferma? Che cosa… provoca, evoca?
L’animo dello specchio è puramente sincero? Oppure, egli ha facoltà di (in)disporre i vari livelli di interlocutori, attraverso le proprie “risposte”? Chi comanda chi? Col(u/e)i che pone la domanda (inizia), oppure lo specchio stesso attraverso ciò che afferma, ben conoscendo chi formula il quesito/desiderio/auspicio?
 

martedì 18 novembre 2014

Uno con te stesso.


Perché, vedete, le erano ormai successi tanti fatti straordinari!
Stava convincendosi che le cose assolutamente impossibili erano in realtà molto poche.
Di solito Alice si dava degli ottimi consigli (sebbene li seguisse piuttosto di rado) e qualche volta anche si sgridava così severamente da farsi venire le lacrime agli occhi; un giorno, perfino, cercò di tirarsi le orecchie perché aveva imbrogliato se stessa giocando una partita a croquet contro se stessa. Perché questa curiosa bambina si divertiva un mondo a far finta d'essere due persone.
Vediamo un po':
era la solita Alice quella che s'è alzata stamattina?
Quasi quasi mi sembra di ricordare che mi sentivo un pochino differente. Ma se sono la stessa allora il problema è:
chi diavolo sono? Ah, questo è il grande indovinello”…
Alice nel paese delle meraviglie – Lewis Carroll

"Sii quel che sembri di essere o”…
Duchessa ad Alice
Se… “quel che ti sembra d’essere” è… qualcosa di una versione di te, allora… tu sei impalpabile e tutto ciò che “ti sembra di essere” è come riferito ad una sorta di direzione impressa all’aereo, senza che nessuno all’interno dell’abitacolo comandi fisicamente l’aeromobile. Ci sono strumenti tecnologici, voci captate dall’etere, indicazioni d’ogni tipo, il pilota automatico ed il… vuoto.
Eppure, d’insieme, l’aereo “va” e… vola verso una meta, che ogni passeggero conosce, perché tutti si sono imbarcati di propria volontà. Un obiettivo che per i molti è diverso in termini di “destinazione d’uso”; c’è chi va in vacanza, chi va per lavoro, chi per… trovare dei cari, chi per noia, chi ritorna a casa, etc.
Tu… chi sei? Che cosa sei? Dove vai? 
Hai mai percepito/pensato/rilevato di essere come… “prigioniero”, dentro di te?

lunedì 17 novembre 2014

Una verità di ordine diverso.


Non è impossibile... è necessario!
Interstellar
Questa è una citazione che (ri)manda (e… “completa”) alla più famosa espressione:
nulla è per caso.
Che, anche da sola, deve far riflettere seriamente sullo stato del Mondo “attuale”.

Perché la società d’insieme ha “(ri)colorato tutto di queste tonalità… grigie”?
La realtà di riferimento è “grigia”, perché SPS è… pessimista?
Non ti sembra, piuttosto, che il “colore” che applichi alla realtà dipenda, intrinsecamente, da “come ti vanno le cose”? 
Ossia, se ti alzi “sereno” (per qualche motivo inspiegabile o, magari, perché hai vinto cinquanta euro al lotto), la realtà sembra molto più “leggera” e, insomma, "te la fai andare bene" anche se… ella è sempre la stessa di qualche attimo prima…
Sei tu che la (ri)definisci in funzione di come ti senti.
Tu scolpisci qualcosa? No. Ti limiti a percepire l’ambiente.
Filtrandolo attraverso di te. Ma l’ambiente è “così” come d’insieme è divenuto. In ciò si delineano perlomeno due aspetti inerenti alla realtà:
  1. quello che senti, opponendoti per filtro interiore
  2. quello che “è”.
Il tuo percepire in funzione di uno status interiore è fine a se stesso, quando “personalmente” ti limiti a questo, mentre agisce concretamente sulla realtà, quando ti muovi direttamente in essa. È come il sognare e l’essere svegli.

venerdì 14 novembre 2014

Arte allo stato puro.


Sandman
Volendo essere molto sintetici, i frattali servono a trovare una nuova rappresentazione che parta dall'idea di base che il piccolo in natura non è nient'altro che una copia del grande…
Benoît Mandelbrot
Il piccolo in natura non è nient'altro che una copia del grande... (un concetto molto ma molto... "pericoloso, per lo status quo", per tutto quello che sai e per la fiducia che riponi nel "tuo" futuro).
Infatti, se "il piccolo è così misero, come vedi nell'attuale società umana", allora... come può essere il "grande", da cui il "piccolo" (de)riva? Sei su/in una via controllata a monte, dalla sua "origine" (e lo puoi comprendere bene, come e quanto/quando vuoi. Basta che ti guardi attorno ma, con "fare diverso dal solito"; senza "paraocchi" e senza paura)...
SPS ha approfondito in leggerezza (senza patemi d’animo, né di tempo, né in termini di aspettative), in questi cinque anni, l’ambito frattale del tutto, portando alla luce o ridando luce a ciò che, ha sentito, di poter e dover chiamare “Analogia Frattale”:
un modo prospettico auto osservativo, che unisce tutto – potenzialmente – attraverso l’applicazione di una semplice constatazione (auto esperimentabile in ogni istante, a partire da ciò che è più vicino e comprensibile):
le “cose”, ogni genere di “cose”, si ripetono nella sostanza anche se non nell’apparenza.
Ogni “cosa” è ricavabile a partire da qualsiasi situazione (d)entro alla quale si versa. Ciò lo è, come già enunciato, a livello potenziale… perché il proprio status s’interpone (fa da filtro) alla lucidità necessaria affinché si possa ben applicare la legge d’Analogia Frattale.
Tutto è “democratico” ed aperto ma la… “visione”, dipende dal livello di auto intrattenimento ed auto suggestione, che ogni individuo reca con/in sè, nell’attimo “ora”.

giovedì 13 novembre 2014

Se sei arrivato qui, dovresti poterne uscire.



Dove eravamo quando distribuivano i testicoli?
The Judge
- "È meglio accendere una candela che maledire l’oscurità".
- Perché questa citazione?
- Beh… perché si riallaccia ad un vecchio proverbio… il dubbio di sé può essere un demoneCerco di aiutare le persone a capire meglio la differenza tra ciò che è dannoso e ciò che è contemplativo…

Repentance
Eleanor Roosevelt (first lady statunitense)… che cosa avrà mai voluto dire? 
"È meglio accendere una candela che maledire l’oscurità".
Come donna intelligente, a conoscenza anche solo superficiale dei “fatti”, che cosa avrà mai voluto dire?
Non è forse una (ri)chiesta (in)diretta di… “perdono” e di "(ri)comprensione"? Per chi? Perché?
Bah… procediamo oltre.
  • a che serve “discutere”? A cosa “serve”?
  • dove conduce un simile “sentire”?
  • se parti dal tuo attuale stato d’insofferenza verso questa realtà, che cosa deduci?
Sei abituato, lavorativamente parlando, a dettagliare un “problema” ed a risolverlo. Nella “tua” azienda il business è centrale; da ciò dipende la continuità del tuo stipendio e del tuo tenore di Vita. Per cui, se in azienda c’è un problema va irrimediabilmente risolto.
Quando c’è un guasto o quando devi costruire qualcosa, le metodologie applicate sono “coerenti, adatte, efficaci e lungimiranti” (una sorta di perfezione, alla luce dell’esperienza, della memoria e della competenza, acquisite nel tempo).
Quando si lavora bene, l’opera compiuta è altamente funzionale e ciò (cor)risponde anche a valori estetici non indifferenti. Insomma, l’azienda (con)segue alla perfezione il proprio core business (la propria passione nonché specializzazione).
Quando esci dalla “tua” azienda, sei alle prese con un qualcosa d’insieme che complessivamente “funziona, grazie all’auto adattamento che la gran parte della società applica in/su se stessa”.
Cioè, la Massa “sopporta” la realtà di tutti i giorni, non traendo certezze alternative da porre in sostituzione a quello status quo, che “non va” ma che “è così”, per motivi panoramici che scompaiono nell’insieme…
Tu sei “perfetto al lavoro”, ma quando torni a casa, nuoti nell’imperfezione più assoluta.
Te ne rendi conto?
 

mercoledì 12 novembre 2014

Non ha prezzo.

 
SPS te lo ripete sempre: “Che cosa sai?”.
Tu lo sai, dove intende arrivare SPS?
A dimostrare concretamente che “non sai nulla”. Nulla? Certo. Nulla che (pro)venga direttamente da te. Pensaci bene… Tutto quello che sai e che, dunque, "diventi" (ma non quello che “sei”, dal momento che ciò che sei “è” di per sé)… ciò che diventi è solo una parziale rappresentazione di quello che “sei” e solitamente, "diventi" in maniera tale da (s)fuggire a quello che già “sei”.
Tutto quello che diventi, dipende da fonti e(s)terne che, come le infrastrutture radiotelevisive e internet, ti raggiungono con le loro trasmissioni (programmi, palinsesto, trame), al fine di installare e perpetuare in te, per mezzo tuo, una sorta di auto intrattenimento in questa “forma di reale”.
Perché fa comodo (serve) che tu ti mantenga “così”, nell’ora eterno dell’attimo presente.

Sei un lapis magico (ri)utilizzato da altro/i, al fine di scrivere e continuare a scrivere il presente, come quel filo ideale congiunto ad un punto passato, verso quel punto futuro che, d’insieme, corrispondono al tuo attuale “sistema di guida automatico”. Un modello di riferimento che non è scritto da nessuna parte ma è (in)scritto (in)direttamente dentro di te, nel tuo (in)conscio… invaso e programmato da tempo immemore.

martedì 11 novembre 2014

Assuefazione alla fiction.


Per fiction (termine inglese, letteralmente in italiano "finzione", dal latino fingere, "formare", "creare") si intende la narrazione di eventi immaginari, diversamente dalla narrazione di eventi reali.
Una larga parte dell'attrattiva della fiction è l'abilità di evocare l'intero spettro delle emozioni umane:
per distrarre la mente, dare la speranza in momenti di sconforto, far ridere, o lasciare esperienze empatiche senza attaccamento.
Le fiction – nelle forme narrative di romanzi, racconti, novelle, favole, fiabe, film, fiction televisive, fumetti, cartoni animati, videogiochi – possono essere in parte basate su fatti reali, ma contengono sempre elementi immaginari.
Visione d'insieme.
La fiction è largamente percepita come un forma d'arte e/o di intrattenimento, anche se non tutte le fiction sono necessariamente artistiche. Le fiction possono essere create a scopo educativo, come gli esempi utilizzati nei testi scolastici.
Le fiction sono anche frequentemente strumentalizzate dalla propaganda e dalla pubblicità; possono essere propagandate dai genitori ai propri figli per seguire le tradizioni (ad esempio, Babbo Natale) o per insegnare certe credenze o valori...
Sino a quale livello di “fiction” (ri)esci ad accedere e sopportare? 
Cioè, che cosa deve ancora accadere affinché in te si registri una autentica “scossa”? E poi, cosa può (com)portare - concretamente (all'aria aperta) - ciò che questa, ipotetica, “scossa” scatenerebbe al di fuori di te?
Una… rivoluzione? See… attorno a cosa!
Un altro giro di giostra, insomma.
Da che Mondo è Mondo, ogni rivoluzione ha sempre e solo portato “un nuovo tipo di convenzionalità, ancora all’interno dello stesso paradigma di (s)fondo”.
L’idea che hai relativamente allo sviluppo sociale, come qualcosa che (pro)viene dal passato e che attraverso la costanza del presente si (ri)proietta nel futuro (con)sequenziale, è una sfumatura diversa appartenente sempre allo stesso “colore”; quello che determina tutto per mezzo tuo.
  

lunedì 10 novembre 2014

Sei sempre "lì".


In economa il miracolo economico non esiste. Non solo, ma nemmeno l'esame dell'andamento del Prodotto interno lordo, quel famigerato "Pil" che giornali e tg hanno fatto ormai entrare nel linguaggio corrente di tanti italiani, è sufficientemente significativo per tastare lo stato di salute dell'economia di un paese.
Perchè distrae dai veri problemi.
Questo, in sintesi, è il pensiero-provocazione di Paolo Savona, uno degli economisti più affermati d'Italia che per tre giorni è stato uno dei protagonisti della kermesse di Cernobbio.
"Il miracolo economico - spiega è uno strumento da società della comunicazione, in economia non esistono miracoli ma solo buone politiche"…
La Stampa del 10 settembre 2001 (pagina 8).
Che cosa “sai”? Quello che “giornali e tg hanno fatto ormai entrare nel linguaggio corrente”. Cioè? “Sai” quello che “devi sapere”, quello che “serve che tu sappia”. 
Ma… solo per mezzo di “giornali e tg”?
E la “storia”, insegnata a scuola? E l’educazione? E ciò che replicano come pappagalli, genitori e società d’insieme? E ciò che si dice dal “fruttivendolo”. E ciò che dice il "prete o il dottore"?
Non t’interroghi mai sufficientemente, sino a quando non ti accade qualcosa direttamente.

A quel punto “ti accorgi autenticamente di come stanno le cose”.
Ma, a quel punto, tu diventi un essere che si agita furiosamente, senza avere la sufficiente lucidità per “poter incidere veramente”, perché gli altri se ne fregano, hanno le mani legate, non ti ascoltano oppure ti ascoltano ma, per qualche istante – dopodiché – qualcosa d’altro attira la loro attenzione (l'ipnosi comune recita e prevede che "il tuo problema sia solo tuo").
Gli organi di “sicurezza sociali”, chi difendono? L’esercito chi protegge?
A cosa servono d’insieme? 
La Rivoluzione d'Ottobre del 7 Novembre 1917 ha rappresentato uno dei maggiori eventi politici del XX secolo. Il Premio Nobel per la letteratura Alexander Solzhenitsyn ha scritto:
quello di ottobre fu un breve, rozzo colpo di stato militare locale pianificato...
Link
Come prese il potere Napoleone Bonaparte? Con un colpo di Stato…
Dunque… “oggi”, a che (chi) servono i “corpi di pubblica sicurezza”? A difendere casa tua dai ladri?
La “sicurezza” è garantita affinché tu, se possiedi qualcosa, sia sufficientemente sicuro di far parte di uno “Stato di diritto”, in maniera tale da poter testimoniare che “sia avvenuta una concreta evoluzione, dal tempo dei tuoi nonni sino a te (è il livello di "possessione" che viene garantito e preservato).
In realtà, la “sicurezza” serve il/al potere. Se tu dovessi scendere in piazza… la “sicurezza” avrebbe te nel mirino e non certo coloro che tu indichi come responsabili di “tutto ciò”. A meno che non avvenga un altro colpo di Stato...

E la cosa diabolica è che “è sempre stato così” (a prescindere)...

 

venerdì 7 novembre 2014

Digerire è separare.

 

Ecco come l’Unione europea ha speso 7 miliardi di euro “per sbaglio”.
L’Unione europea ha speso 6,97 miliardi di euro “per sbaglio”, ossia a causa di errori di finanziamento. Lo conferma l’audit sul bilancio 2013 della Corte dei conti europea, reso pubblico mercoledì 5 novembre…
Link
Il caso non esiste.
Come ti (s)pieghi tutto ciò? Ossia, come lo “digerisci”? Come (ri)esci sempre a farlo? Come puoi, ogni volta, “sopportarlo”?
Sei un caso clinico, ma talmente diffuso da non essere rilevato come “malattia.
Forse, se qualche “casa farmaceutica” se ne accorgesse, potrebbe iniziare a diagnosticare un simile “status” come degno di essere menzionato a livello medico per, dunque, avvicinarsi alla (ri)considerazione pubblica dello “stato di malattia”.
Se, "dietro", non c’è la possibilità di business o c’è un potere più forte, allora il tal fenomeno non sarà manipolato al fine di… generare cassa, all’interno della continuazione del modello di potere basato sul controllo e sull’amministrazione (in)diretta del “parco umano”.
Intanto, continui a soggiacere nel “letto” scavato da qualcuno per te, all’interno della solida infrastruttura ibrida (artifici/natur)ale della realtà “aumentata/diminuita” di (s)comodo.
Quale tipo di pensiero sottintende la visione mono prospettica di questa realtà? Che cosa... "separi, digerendo sempre tutto"?
Che “cosa” (ri)circola nelle “arterie del pensiero”, lungo le autostrade infinite dei vortici (ri)percorribili in lungo ed in largo, ma non nella sostanza (com)mutabili con "altro", continuando a rimanerci dentro?

Cosa è cielo e cosa è terra, all’interno di una “tensostruttura”, che scompare insieme alla tua visione, pur rimanendo perfettamente integra?

giovedì 6 novembre 2014

(Co)stretti.



Shanti” e “Santi”; due termini agli antipodi della geografia duale Planetaria “oriente/occidente”. Due emisferi del cervello e due emisferi del Globo terracqueo. Una divisione fisica/organica, una divisione convenzionale/parziale…
Presso la religione induista, la parola sanscrita Śānti (solitamente anglicizzata in Shanti o Shantih) indica uno stato di assoluta pace interiore e di serena imperturbabilità, caratterizzato dall'assenza delle frenetiche onde-pensiero (vritti… lett. dal sanscrito vortice, o attività circolare senza inizio né fine... Link) generate dalla mente; l'individuo che ha raggiunto questa pace è estremamente equanime, equilibrato, centrato, moderato, e grazie a questa sua centratura riesce a vivere con perfetta concentrazione e serenità nel qui e ora…
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Santo (dal latino sanctus, participio passato di sancīre, perché "sancito" dalla Chiesa cattolica…) è attributo di un essere, oggetto o manifestazione che si ritiene essere correlato alla divinità. Nel significato moderno, il termine santo è utilizzato principalmente riferendosi a ciò che si ritiene inviolabile, in quanto consacrato da una legge religiosa, oppure venerato religiosamente, o considerato degno di venerazione…
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Due termini non così “distanti” per la "sostanza" alla quale si (ri)feriscono:
uno stato di dipendenza, molto simile a quello provocato dalla droga, (ri)assunta in qualsiasi forma...

Gli orientali sono così "accomodanti". Gli occidentali sono così "approfittanti"... entrambe le caratteristiche sono "coassiali" e (ri)entrano nel maggiore ambito del "controllo", ossia, ad un qualcosa (fatto) che si perpetra e perpetua nel tempo, provenendo da un passato convenzionale, dal quale si (di)parte un futuro convenzionale...
Hai mai pensato a ciò che i termini, ai quali (ri)corri, implicano anche e non solo per assonanza?
Ad esempio, le espressioni… “se ti (ri)ferisci” o “se ti ferisci”… che cosa sottintendono?
  • dal latino referre, narrareLink
  • dal latino ferīre, colpireLink

mercoledì 5 novembre 2014

Perché?



Luci sull'Atlantico, le rotte aeree viste dallo spazio.
Ecco l'affascinante animazione diffusa dalla Nats, la società leader nel monitoraggio e nella sicurezza dei voli sull'Atlantico settentrionale. Mostrando una vera e propria Via Lattea tra New York e Londra.
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Non sono "spermatozoi", la ragntaela di scie e di punti in movimento, che vedi nel video. Sono le tratte aeree che solcano ogni giorno i cieli Planetari e che, poesia a parte, servono per trasportare persone con il loro carico d’interesse addosso e/o dentro; i velivoli, a loro volta, si prestano anche ad altri tipi di interesse, meno chiari a volte, tuttavia, auto esistenti:
ciò che tali apparecchi disperdono nell’aria, disegna sopra alle terre emerse e a quelle sommerse… una trama unica (ragnatela), che tende a scomparire non appena i processi fisici la integrano con la struttura invisibile d’insieme, dell’atmosfera terrestre o “aria”.
Aria che circola dappertutto e che provvede a far scivolare in essa, le componenti chimiche più dense, che precipitano lentamente sino a terra, così come ogni aereo porta giù, infine, il proprio carico di umani pensierosi.
Tutto “(di)scende” e… raggiunge terra, perché l’attrazione del Pianeta è più forte, lasciando andare solo qualche satellite e le onde radio, in funzione di testimoni convenzionali di ciò che avviene sulla Terra.
Un invito, un biglietto da visita, una copertura, oppure… una “trappola”?
La natura sembra avere codificato in sé, tante simili strategie (ri)attuate costantemente al fine di… sopravvivere, in una base d’insieme regolata sulla frequenza della scarsità e, dunque, del relativo controllo in leva, a collo di bottiglia e, molto spesso, non localmente…
Tutto sembra reggersi su convinzioni rinsaldate alla base (paradigma).
E tutto, di (con)seguenza può anche essere “parziale”, fallace nella misura in cui “serve” alle/per le esigenze di “un ordine che, per qualche motivo, incarna un vantaggio storico, sul resto della platea”.


martedì 4 novembre 2014

Osservare.



Uscire dalla dimensione di un reale senza alternativa apparente alcuna, si può? È possibile permetter(e/si) di poter credere/accedere/concretizzare un altro tipo di realtà, rispetto a quella che conosci come assolutamente unica e (con)sequenziale?
La risposta è “per forza di evidenza intelligente”:
assolutamente, sì.
SPS lo vede ed inizia a proporre il “Programma”, all’interno del quale auto esiste – in quanto condizione cardinale (ri)attuata per step – il “Modello LSD (Libero e Sovrano Denaro”. Che cos’è il “Programma e LSD”? Beh… vedila così:
è qualcosa al quale hai diritto (denaro naturale) ma che, per ragioni di continuità e paura, non evochi e non arroghi a te.
La questione “denaro” è una causa del perché il genere umano si “ostina” a continuare a soffrire, praticamente, da “sempre” (da che hai capacità di ricordare e da che hai capacità di accedere alla memoria ufficiale, tramandata attraverso i libri di “storia” e la medesima vicenda "raccontata/auto imposta" geneticamente).
Il denaro attuale “conta” su base di scarsità, per cui “fa la differenza” e crea separazione, ombreggiando la possibilità individuale di poter dar luogo, a livello di passioni, a quello che “già sin d’ora si è”.
I propri “talenti” rimangono usualmente inespressi, perché la “carenza” di denaro stringe a monte la via della propria “auto realizzazione nel reale”.