venerdì 28 novembre 2014

Tutto quello che “ti porta via, (in)trattenendoti”.



A cosa “dovresti” (devi) dire di no? A quante “cose”? Beh… perlomeno a tutte quelle che ti fanno “male”. Ossia? Definisci: “male”…
Che cosa è per te, “male”? Il male è uno stato dell’essere. Il male è, però, anche un dolore di pancia…
Ma… confondere un dolore fisico per uno “es(s/ist)enziale”, corrisponde al “prender lucciole per lanterne”… anche se, sostanzialmente, costituiscono le diverse facce della medesima medaglia:
il tuo complesso.
Qualcosa che (s)fugge persino a te stesso. Sino a dove, arrivi? Le tue “estremità” che cosa sono in grado di raggiungere?
Non “dove” ma… “cosa”
Dato che “non sai”, perché non (ri)cordi, sino a cosa giungi? E cosa non (ri)comprendi, pur toccandolo/a attraverso il tuo campo d’esistenza?
Ciò che percepisci, relativamente al tutto, è qualcosa che spazia tra il caos e l’ordine più assoluto. Dipende, questo tuo sentire, dal “come stai”, dal “come ti senti”? Oggi “bene”, ieri “male”… domani?
Se la tua “attenzione&sensibilità” dipende, ormai, da una pressione organica interna – ad esempio – sul fegato (per via dei troppi zuccheri introdotti attraverso la “dieta”)… beh, capisci da solo che le tue più alte “vette” (ri)sentono dei “tuoi” più bassi istinti (perchè, ad esempio, ti nutri... così?).
Se non (ri)esci a resistere di fronte ad una scatola di biscotti al cioccolato e te la mangi tutta o con regolarità, unitamente al resto della tua alimentazione… come puoi, di (con)seguenza, essere pronto alla migliore decodifica “ambientale”? Se stai “organicamente male”… come puoi espandere la tua capacità di (ri)cordo?
Sì... perchè si tratta di (ri)cordare e, non, di... progredire, (ad)divenire, etc.



In ciò si delineano perlomeno due scenari cardine:
  • (primo) – sei controllabile, in leva, a partire da qualsiasi tua caratteristica “inferiore”, visto che – poi – tutto sfocia in un unico ambito (paradigma)
  • (secondo) – esiste la concreta necessità di focalizzare, in te, una priorità relativamente al “cosa fare per poter tornare ad essere” (accorgersi, fissare, perseguire, risvegliarsi... ricordare).
Prioritariamente, cosa è importante al fine di permetterti di (ri)cordare?
(Ri)corda che… “tu sei”. L’evoluzione è un concetto “stanza”, che disegna un vuoto (d)entro di te, che “già sei”… Su questa via, tu diventi qualcosa che “non sei”, perché “sei”. Perseguendo quello che “non sei”, smarrisci ciò che “sei”.
Sul “tuo” cammino, ad un certo punto, (ri)trovi la “paura”, come un pesante macigno a sbarrare il passaggio. Potresti scavalcarla o passarci nel mezzo, dentro, ma… (pre)ferisci prendere la via alternativa, che ti sembra così tanto confortevole e comoda. La via del progresso è l’apparenza che progressivamente ti erode, nell’illusione di vivere la tua Vita ma, in realtà, divenendo in pianta stabile una proprietà altrui, che non (ri)esci nemmeno a distinguere, perché “non è mai chiaro”.
Nel buio delle luci artificiali, non (ri)comprendi il senso dell’andare avanti senza andare mai da nessuna parte (loop).


In che cosa sei impegnato? Per cosa ti (ri)scaldi? Cosa ti (s)muove?
“Say no to e-book discrimination” è lo slogan sotto il quale gli editori italiani hanno chiamato a dire la loro autori e lettori.  “La mobilitazione muove da Ernesto Mauri, Ceo Mondadori, dai vertici delle case editrici, al lettore comune, ma tutti valgono 1 in una battaglia che è anche banalmente numerica. Contano gli italiani e il perché del loro “no” alla discriminazione dell’ebook rispetto ai libri di carta”, spiegano. L’Iva che incide su un libro di carta è del 4%, quella di un e-book è del 22%.
Gli autori che hanno aderito alla campagna per la “pari dignità” tra e-book e libri cartacei sono oltre 50 fino a questo momento…
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Discriminazione. Battaglia. Un fattore economico, d’interesse, centrale… ma per chi? Per te?
Non capisci che qualcuno cerca il tuo appoggio e che questo “qualcuno” è, d’insieme, un addetto ai lavori che nutre una certa ambizione nell’attirare la tua attenzione e complicità?
Se per "loro", questa battaglia, è il proprio “core business” (centro), per te – invece – a cosa corrisponde?
Ad un risparmio sull’Iva? Ad una questione di principio?
Oppure, ad una ricerca di epicità all’interno di una esistenza sempre più da “ingranaggio”? Che cosa intendi manifestare attraverso la tua adesione ai tanti movimenti di/in “lotta” anche tra di loro?
Non capisci che è tutto un “perdere tempo”, mentre in realtà (s)corri lungo l’unica direzione possibile all’interno del flusso regolato dalla corrente?
Un contenimento che sa di auto contenimento e che, dunque, non ti sembra mai sufficientemente “chiaro”; cerchi qualcuno che evidentemente ti “schiacci i piedi”, così… per essere sicuro/a di avere trovato finalmente un/il “nemico”, il responsabile del tuo stato d’infelicità.
Di quell’essere... a metà, che ti trasforma sempre in un consumatore, pur di pe(n)sare sempre meno e pur di sentirsi pe(n)sare sempre meno.
Meryl Streep: perde tempo con le diete.
“Le donne credono che se sono più belle, sono anche più amate o lo saranno”, ha spiegato la star… “Ma davvero l'aspetto esteriore attribuisce un significato alla nostra vita? Ne dubito. La strega pensa che se troverà la pozione magica, e tornerà a essere bella, la figlia non si vergognerà più di lei e le resterà accanto. Ma qui non si tratta di essere belli: la figlia la detesta perché è cattiva”.
L’attrice rimpiange persino tutto il tempo sprecato a seguire diete impossibili, al solo scopo di rendersi più attraente per gli altri.
Ho buttato un sacco di tempo a fare diete dimagranti, e me ne pento. Avrei potuto impiegare meglio quel tempo”, ha aggiunto.
Infine, se proprio dovesse avere dei poteri magici, Meryl preferirebbe utilizzarli per aiutare il prossimo…
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Avrei potuto impiegare meglio quel tempo…
Non ti servono “poteri magici”, perché tu “sei” e nel tuo “essere” ti è possibile tutto:
anche farti del male da solo, continuando a rimanere distante da te stesso, per mezzo della dimenticanza.
SPS ti raggiunge, anche oggi, e ti dice:
se tu sei (in)felice è perché te lo permetti d’esserlo.
In ciò, concedi ad “altro” la facoltà di poterti manipolare. Sei tu il responsabile del tuo stato, anche quando non è più solo il “tuo” stato… Qualcosa... più facile a dirsi che a farsi.

Allora, “impiega meglio il tempo”. (Ri)corda lo “schemino:
  • cosa è veramente centrale
  • cosa deve essere veramente prioritario ad ogni istante della tua “giornata”
  • cosa devi fissare sempre…
Il linguaggio emozionale discorre con l’inconscio; il “simbolo” incide (d)entro di te, anche se non capisci come
La causa s’emana per frattali (d)ovunque, attorno a sé, descrivendo un’area sottile (ri)coperta (giurisdizione, radioattività, convenzione, moda, tendenza, credo, etc.)…


Se un ambiente, piccolo o grande che sia, "è" in un certo modo, lo "è"… perché esiste una causa e la frattalità la espande dappertutto. È un modo “veloce”, sinergico ed in scala, per co creare con maggiore facilità. Ti basta, infatti, mettere in moto un avvenimento… immaginandolo e versandolo nella dimensione del reale sottostante (che sta “sotto”, in termini di piano inclinato impresso nella forma/sostanza dell’infrastruttura, che sottintende il reale).
L’inizio si (di)parte verso la fine, perché tutto è “inclinato”, ha un senso di scorrimento… così come l’acqua ben (ri)dipinge alla tua diretta lunghezza d’onda…
Questo è il principio della valanga:
  • una pendenza
  • un intento
  • una azione prima.
Il resto (con)segue
Ed il “controllo” è invisibile, indotto, interiore perché anteriore.
Di che cosa stiamo parlando?
Cina: banca centrale annuncerà presto assicurazione su depositi.
La banca centrale cinese annuncerà presto l'introduzione di un'assicurazione sui depositi bancari. Lo rivelano fonti vicine all'istituto, secondo le quali l'annuncio dovrebbe arrivare a gennaio. Sono almeno 20 anni che la banca centrale vuole assicurare i depositi. Ora però il piano dovrebbe essere accelerato poiché i risparmiatori cinesi vanno protetti in vista della liberalizzazione dei tassi di interesse.
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A “parole” si prendono decisioni che, (non) si sa se, poi, potranno essere mantenute nel momento del bisogno. Come si può assicurare ogni deposito? È impossibile, però… “a parole”, ciò, scaturisce un effetto concreto (valanga) e cioè che… (1) la speculazione può alimentarsi (2) lo status quo permane (3) tu sei rassicurato. Un qualcosa d’insieme che equivale al detto “cambiare tutto per non cambiare niente”.
Vivi, insomma, d’illusioni. Anche se, probabilmente, non lo pensi affatto e sei anche disposto a lottare contro chiunque metta in difficoltà il “tuo” modello di (ri)ferimento sociale.
Modello al quale aderisci e ti adatti e, non certo, “che parte da te”. Ok? See…
Come viene “raffigurato” genericamente… “Dio”? Anche, come… ubiquo.
Internet dovunque: è un diritto umano.
Sono ancora 4,4 miliardi le persone nel mondo senza accesso a internet, secondo il rapporto realizzato da McKinsey per Facebook, nell’ambito del progetto "Internet.org", una partnership internazionale voluta da Mark Zuckerberg  per portare la Rete ai due terzi della popolazione mondiale ancora sprovvista.
A circa un anno dalla presentazione dell’iniziativa Internet.org,  Zuckerberg in persona ha presentato, dal suo profilo su Facebook, un’applicazione che dà accesso gratuito a internet, a partire dalla popolazione dello Zambia per poi estendersi ad altri Paesi. 
L’app consente di collegarsi ad alcuni siti di pubblico interesse che danno informazioni su salute e lavoro, oltre che al social network. L’app di Internet.org è stata lanciata in partnership con sei società, tra cui Samsung e Nokia. La connessione nello Zambia  è garantita dalla collaborazione con l’operatore wireless Airtel…
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Sono ancora 4,4 miliardi le persone nel mondo senza accesso a internet:
alias, ci sono ancora 4,4 miliardi di potenziali clienti, in attesa di essere agganciati anche al livello di Internet.
Per Zuckerberg è una questione di “interesse”… e di controllo. E mai come nel caso di Facebook (Google a parte) un’azienda ha tratto tanto “guadagno”, dando gratuitamente un “servizio”.
Perché, in un Mondo come questo, ti viene dato qualcosa “a gratis”? Beh… chieditelo mentre, intanto, SPS dice la sua:
  • per rafforzare il controllo anche a livelli intermedi
  • perché è tutto frattale, dunque, il controllo maggiore (Nucleo Primo) si rispecchia, per forza, ad/in ogni altro livello della struttura ordinata gerarchicamente, in maniera quantica, chimica, alchemica, fisica, d’insieme sociale, etc.
  • perché, per la singola realtà, è sempre e solo una questione di affari e di sopravvivenza, oltre che una lotta competitiva con le altre realtà.
Il gratuito ti attira, come il miele attira gli orsi. È già scritto che è così. Perché ti sei (ri)formato in una dimensione/realtà, basata sulla scarsità di risorse d’ogni tipo.
Per cui, sei (pre)vedibile e dunque (pre)visto.


Se Internet diventa globale, chi ci guadagna? Tenendo conto che… il “guadagno” è una struttura complessa, che si può (ri)applicare ad infiniti livelli nell’insieme sociale/reale.
Pochi giorno dopo, in visita in India per presentare Internet.org al premier, Zuckerberg  ha detto che “l’accesso a internet è un diritto umano”.
Ma non c’è solo il fondatore di Facebook nella gara per portare internet ai confini del mondo.
Il  diritto d’accesso alla rete è riconosciuto anche dalla Banca Mondiale, che ha commissionato a Outernet l’installazione  del suo hardware per la connessione in zone remote in Sud Sudan.
Outernet è un’organizzazione no-profit  che vuole offrire un servizio dati gratuito, utilizzando i satelliti di trasmissione e un ricevitore (denominato Lantern) che permetterà agli utenti di scaricare i dati. Il ricevitore Lantern è stato portato su Indiegogo per la raccolta fondi, con risultati  molto soddisfacenti.
La tecnologia usata da Outernet e dal suo ricevitore Lantern può apparire complessa per i digiuni di open source. E invece è molto promettente, come ci spiega l’esperto informatico Francesco Laurenti:
Internet gratuito in ogni angolo della Terra. Questo è l’intento di Outernet, “startup” americana nata in seno all’organizzazione no-profit Media Development Investment Fund (Mdif), che finanzia e sostiene l’accesso alla conoscenza e alla libera informazione, anche in quei Paesi in cui questi principi vengono disattesi.
Non si tratta proprio di Internet nella sua totalità, ma di una parte dei suoi contenuti, organizzati in un pacchetto sempre aggiornato di notizie, informazioni, istruzione e intrattenimento: la cosiddetta “Humanity’s Public Library“
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He He He… un altro competitor?
Un “diritto umano” in una realtà globale, dove il diritto umano viene calpestato ogni istante?
Cosa c’è sotto? Cosa si ottiene cablando il Mondo intero? Quale tipo di potere?
Qualcosa che, complessivamente, va oltre persino alla capacità aviotrasportata dall’accumulo di denaro. Qualcosa che giunge a (ri)creare a partire da ciò che esiste già, da “sempre”:
ciò che i greci avevano chiamato “Olimpo”.
Il gratuito ti attira. Ci entri ed inizi a… lasciare tracce di te. Le tue abitudini, i tuoi gusti, le tue tendenze. Ed in ciò… il tuo controllo. Il feedback che mancava al “controllo”
La possibilità di sperimentare a livello reale ed acconsentito pubblicamente.
I tuoi dati valgono. Hanno mercato. Hanno compratori.
E tutto “gira” al di sotto del controllo più alto, che non se ne fa nulla di questi “giri di giostra” ma, al quale basta raccoglierti a livello energetico, garantendo tutto ciò che serve al/nel mezzo, al fine di dare senso ad una esistenza che, in gabbia, non avrebbe più senso "intimo/interiore" (distrazione)…
Vista l’attuale “difficile” modalità di accesso a Outernet (bisogna, appunto, autocostruirsi il ricevitore), in questi giorni l’organizzazione sta conducendo su Indiegogo una campagna di raccolta fondi per finanziare lo sviluppo di un nuovo dispositivo che integri tutte le funzionalità necessarie in un solo oggetto:
il Lantern.
Con questo strumento, grande circa come una torcia e dal costo previsto di 99 dollari, l’accesso a Outernet sarà semplice, veloce e non richiederà conoscenze informatiche specifiche.
Il suo funzionamento è simile a quello di un router wi-fi.
Connettendosi ai satelliti, Lantern scaricherà nella sua memoria interna una copia della libreria Outernet. Allo stesso tempo, fungendo da “hotspot”, renderà consultabile tale libreria sotto forma di pagine web a tutti i dispositivi a lui connessi via wi-fi:
computer, smartphone, tablet e altri.
L’aggiornamento dei contenuti, scelti anche con l’aiuto degli utenti, sarà costante. Per questo Lantern si manterrà aggiornato con frequenti connessioni ai satelliti Outernet.
Il dispositivo sarà predisposto per ricevere segnali su un ampio range di frequenze (dai 2mhz ai 1900 mhz) e con diversi tipi di antenna. È previsto un ingresso per la parabola (Lnb), ma potrà connettersi a Outernet anche senza, sfruttando i sistemi di telecomunicazione satellitare globale come Iridium o Inmarsat, grazie alla sua antenna interna.
Per poter operare in luoghi senza rete elettrica, infine, sarà rivestito di pannelli solari che alimenteranno una batteria interna.
La campagna ha centrato e superato il primo obiettivo in soli 5 giorni, raccogliendo 245 mila dollari dei 200 mila richiesti. Con questo denaro, si procederà alla costruzione del Lantern e al finanziamento della  trasmissione gratuita di 2 megabyte di dati al giorno su una frequenza che potrà essere ricevuta anche senza parabola (Iridium, Inmarsat).
Gli obiettivi di crescita sono molti:
dall’aumento della banda disponibile all’estensione delle zone di copertura del globo, fino al lancio di satelliti proprietari.
Tutto vincolato all’andamento della campagna di raccolta fondi, che si concluderà il prossimo 12 dicembre”.
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Gli obiettivi di crescita sono molti …
Non si tratta proprio di Internet nella sua totalità, ma di una parte dei suoi contenuti, organizzati in un pacchetto sempre aggiornato di notizie, informazioni, istruzione e intrattenimento: la cosiddetta “Humanity’s Public Library“…
  • una “parte”: un filtro.
  • che cosa raggiungerà l’intera platea mondiale?
  • chi lo deciderà?
  • di quale potere immenso godrà la fonte di tutto ciò?
Una volta, gli Dei (ri)chiedevano ai “fedeli”, la preghiera (dipendenza ed energia), “ora”… gli “Dei” (ri)chiedono l’attenzione ai “fidelizzati”, alimentandoli di quello che (ri)chiedono, (ri)stagnando in una atmosfera controllata all’origine, che (pre)vede tutto in funzione di una causa prima che, complessivamente, sfugge alla Massa stessa.
Se la causa prima è una “sete continua”, allora… tutto prenderà la forma di un apparato fornitore di “liquidi” che, paradossalmente, non spegnerà mai la sete superiore ma la alimenterà, mantenendola sempre “viva”.
E se al di sopra di questa “causa prima” ne esistesse un’altra?
Chi controlla chi?
Le componenti dell’atomo o l’universo?
Non sai nulla…

Piano Juncker: per l’Aduc importante che contributi degli Stati non conteggiati per deficit e debito pubblico.
“Nei mesi scorsi era stata data la notizia che l'Unione europea aveva a disposizione 300 miliardi per gli investimenti, poi divenuti 250 e oggi 315.
Grande esultanza perché quei soldi servivano per gli investimenti e per creare nuovi posti di lavoro”, esordisce Primo Mastrantoni, segretario Aduc, nel commentare il piano di crescita avanzato dal presidente della Commissione europea Jean Claude Juncker, evidenziando come “la notizia si è rivelata farlocca”.
Di fatto, l’Unione Europea non userà 315 miliardi di euro delle sue casse ma solo 21 miliardi:
16 dal bilancio europeo e 5 dalla Banca europea per gli investimenti.
Insomma, ci si affida all'effetto leva, cioè al volano dei 21 miliardi che ne metterebbero in moto altri, provenienti dai singoli Paesi comunitari e dai privati, per arrivare ai 315 miliardi previsti.
“Il condizionale è d’obbligo perché non è certo che l’effetto leva si verifichi”, ammonisce Mastrantoni, secondo cui tuttavia “la notizia importante è che i contributi degli Stati non saranno conteggiati per deficit e debito pubblico”.
Vedremo se questo basterà per invogliare i singoli Paesi a contribuire.
“Sarebbe opportuno, comunque, che le notizie ce le fornissero in modo completo, cioè diventassero informazione:
di pifferai, più o meno magici, ne abbiamo le scatole piene”, ha concluso il commento al piano di investimenti annunciato da Junker il numero uno dell’Associazione per i Diritti degli Utenti e Consumatori.
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La notizia importante è che i contributi degli Stati non saranno conteggiati per deficit e debito pubblico…
Per quanto tempo ancora ti farai prendere in giro dalla portata di queste notizie e convinzioni?
Questi “effetti placebo” servono solo per permettere l’installazione di tutto ciò che il controllo ha intenzione di attuare. Ciò che deve essere e sarà, senza ma e se e senza chiederti nulla.

Vedremo se questo basterà per invogliare i singoli Paesi a contribuire”…

He He He…

Anche se non capisci, tutto (auto)avviene comunque; anzi, meglio.

Di pifferai, più o meno magici, ne abbiamo le scatole piene”… Ma, allora, qualcosa capisci!
Hai intuito. Hai percepito. E, forse, persino… “sai”. Ma non basta, vero?
Questo non basta… mai.

Non è certo che l’effetto leva si verifichi”…

Bah… si verifica se deve verificarsi! Non si verifica se c’è uno scopo diverso…

Non è ammesso il margine d’errore, quando una organizzazione ha il controllo totale della situazione Planetaria. Quando esiste un ordine talmente insito nella centralità, da essere esso stesso il centro.


Le informazioni ripetute nei/dai Media (quello che “sai” perché ti hanno detto), sono solo echi propaganti input per la “guerra dei poveri” (auto intrattenimento). Tutto quello che “ti porta via, (in)trattenendoti”

Un bel “casino” (dis)organizzato, che va sempre dove deve andare.
Per andare dove devo andare… per dove devo andare?”…
Totò
Davide Nebuloni 
SacroProfanoSacro 2014/Prospettivavita@gmail.com 



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