lunedì 3 novembre 2014

Vedere.


Forme e luce.
Spazio: biografo Branson, incidente era inevitabile
Alcuni ingegneri che hanno partecipato al progetto, afferma l'autore di “Branson: Behind the Mask”, lo avevano descritto come “molto pericoloso”, anche alla luce di un altro incidente avvenuto nel 2007 a causa dell'esplosione di un serbatoio di carburante che provocò la morte di tre persone.
Quanto è accaduto ieri è ovviamente molto triste per il pilota, ma era prevedibile ed inevitabile e non è mai stato un segreto”, ha sottolineato Bower, aggiungendo che fin dal 2007 “era evidente che la scienza per creare questo razzo è assolutamente inaffidabile”…
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  • prevedibile
  • inevitabile
  • e non è mai stato un segreto.
Che cosa c’è che non funziona nella mente umana?...
Finché non scomparirà il movimento psicologico del divenire, non sarà possibile andare molto lontano. Finché esisterà un centro dove si accumula lo sforzo che alimenta il divenire, da lì il pensiero continuerà a muoversi e ad operare. E la mente che non è libera dalla struttura psicologica costruita dal pensiero, non potrà andare da nessuna parte. Potrà solo farsi delle illusioni e giocare a se stessa ogni genere di inganni…
La fine del dolore - Jiddu Krishnamurti
La mente umana funziona “benissimo” ma, come viene usata o “riempita”? 
Il condizionamento sembra non provenire da nessuna parte, tant’è che le “autorità” (le punte dell’iceberg del potere di controllo) incarnano “principi popolari”. La Massa oltre che ad incolpare la “politica”, che cosa si limita a fare? Attende.
Il luogo comune indica che è in corso una evoluzione e, ciò, induce a “farsi bastare” il proprio “attendismo, mentre si continua a vivere nella sola ed unica maniera che si conosce”.
La Massa è “ferma” all’interno di un perimetro (la "larghezza" della direzione impressa al cammino d’insieme sociale) entro il quale si può anche “muovere” (libero arbitrio). In realtà, qualsiasi “sforzo” compiuto serve solo a mantenere integra la rotta impressa, a monte, al movimento d’insieme umano (pilota automatico e inerzia).
I lati della piramide descrivono un unico “piano inclinato”. In questo modo ciò che emerge dal “vertice” (staccato) rotola per gravità (legge fisica) verso il basso e, dunque, verso la base della piramide sociale, che si limita ad assumere tutto come “oro colato” o regola/legge.



La “forma” dell’edificio (trasmette) “forma alla realtà”, ossia, condiziona energicamente ma sottilmente (alle fondamenta) la "terra (ri)formazione" di ciò che avviene sulla superficie terrestre.
Gli umani seguono, nelle loro linee costruttive, un simile imprinting respirato con l’aria.
E, nel fare questo, nel loro costruire… essi replicano ciò che s’implementa interiormente, a livello di “concetto”. Il grado di libertà si (ri)trova solo alla coordinata del vertice staccato, perché la rimanenza dell’edificio è un riflesso di ciò che si libera in esso a partire dall’alto.
Una costruzione inizia dalla base ed il tetto è l’ultima porzione ad essere costruita, perché in questa "realtà fissa", il tetto necessita di una struttura per attuarsi. A livello infrastrutturale di edifici umano, è il “tetto” che decide l’ordine da distribuire sino alla base, che sarà poi la prima porzione ad essere edificata. Il progetto parte dall’alto. Dove per “alto” devi intendere “la prospettiva a maggiore valenza strategica e di comando” (alto o basso sono solo “termini”, che necessitano di una convenzione, pena il divenire completamente senza senso di direzione ed orientamento).

Progetto di Panopticon, 1791.
Panopticon o panottico è un carcere ideale progettato nel 1791 dal filosofo e giurista Jeremy Bentham.
Il concetto della progettazione è di permettere ad un sorvegliante di osservare (opticon) tutti (pan) i soggetti di una istituzione carceraria senza permettere a questi di capire se sono in quel momento controllati o no. Il nome si riferisce anche a Argo Panoptes della mitologia Greca: un gigante con un centinaio di occhi considerato perciò un ottimo guardiano.
L'idea del panopticon ha avuto una grande risonanza successiva, come metafora di un potere invisibile, ispirando pensatori e filosofi come Michel Foucault, Noam Chomsky, Zygmunt Bauman e lo scrittore britannico George Orwell nell'opera "1984"…
Nel 1794 circa, quando il Panopticon Plan esisteva già da circa due anni, Bentham decise di applicarlo nella sua fabbrica, in cui faceva lavorare dei carcerati; il posto dei carcerati doveva essere però preso dai poveri (vedi anche Gilbert's Act)…
Struttura.
La struttura del panottico è composta di una torre centrale, all'interno della quale stazionerebbe l'osservatore, circondata da una costruzione circolare, dove sono disposte le celle dei prigionieri, illuminate dall'esterno e separate da spessi muri.
Esse erano disposte a cerchio, con due finestre per ognuna:
l'una rivolta verso l'esterno, per prendere luce, l'altra verso l'interno, in una colonna nella quale si sarebbe collocato il custode.
I carcerati, sapendo di poter esser osservati tutti insieme in un solo momento dal custode, grazie alla particolare disposizione della prigione, avrebbero assunto comportamenti disciplinati e mantenuto l'ordine in modo quasi automatico; inoltre la forma carceraria del panopticon prevedeva che ad ogni singolo detenuto fosse assegnato un lavoro, si avviava così il processo di passaggio tra una formula carceraria contenitiva ad una formula produttiva.
In seguito è stato attribuito al concetto di panopticon un significato più ampio, a rappresentare il rapporto tra il singolo individuo e le regole del sistema sociale in cui esso è inserito. L'arte, in special modo la letteratura, la pittura ed il teatro, nonché la musica sono state profondamente influenzate da questo nuovo concetto.
Le ragioni della costruzione.
L'idea alla base del Panopticon (“che fa vedere tutto”) era quella che - grazie alla forma radiocentrica dell'edificio e ad opportuni accorgimenti architettonici e tecnologici - un unico guardiano potesse osservare (optikon) tutti (pan) i prigionieri in ogni momento, i quali non devono essere in grado di stabilire se sono osservati o meno, portando alla percezione da parte dei detenuti di un'invisibile onniscienza da parte del guardiano, che li avrebbe condotti ad osservare sempre la disciplina come se fossero osservati sempre.
Dopo anni di questo trattamento, secondo Bentham, il retto comportamento "imposto" sarebbe entrato nella mente dei prigionieri come unico modo di comportarsi possibile modificando così indelebilmente il loro carattere. Lo stesso filosofo descrisse il panottico come "un nuovo modo per ottenere potere mentale sulla mente, in maniera e quantità mai vista prima".
Inverso del panopticon è l'anopticon.
Rapporti di potere.
Nel suo saggio Sorvegliare e punire, Michel Foucault prenderà il panopticon come modello e figura del potere nella società contemporanea. L'architettura del panopticon sarebbe la figura di un potere che non si cala più sulla società dall'alto, ma la pervade da dentro e si costruisce in una serie di relazioni di potere multiple.
Sotto il profilo delle relazioni di potere, attraverso l'invisibilità del controllo, il panopticon si ricollega anche all'Anello di Gige e al Grande Fratello orwelliano…
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  • inoltre la forma carceraria del panopticon prevedeva che ad ogni singolo detenuto fosse assegnato un lavoro, si avviava così il processo di passaggio tra una formula carceraria contenitiva ad una formula produttiva
  • dopo anni di questo trattamento, secondo Bentham, il retto comportamento "imposto" sarebbe entrato nella mente dei prigionieri come unico modo di comportarsi possibile modificando così indelebilmente il loro carattere. Lo stesso filosofo descrisse il panottico come "un nuovo modo per ottenere potere mentale sulla mente, in maniera e quantità mai vista prima"…
Oggi, il controllo è ottenuto ancora così, ma in una maniera analoga solo a livello virtuale/astratto; non esiste di fatto, nella società, l’edificio del controllo, essendo divenuta la “forma sociale stessa” l’auto controllo.
Così come il “controllo”, il “Programma” e LSD (Libero e Sovrano Denaro)… agiscono dall’interno della società. 
Gli individui sono chiusi al cambiamento e non (ri)escono a pensare diversamente, per cui… come può avvenire l’implementazione di un paradigma autenticamente diverso?
Perché gli esseri umani, che vivono sulla terra da cinque o dieci milioni di anni, continuano a comportarsi ancora allo stesso modo dopo un periodo tanto lungo di esperienze e di sofferenze?La fine del dolore - Jiddu Krishnamurti
Nel loop è complesso vedere la causa, perché la causa non è della stessa sostanza che la “scienza” tende a misurare/cercare.
A livello frattale, invece, puoi vedere/(ri)trovare anche la causa da (d)entro al loop. Non c'è nulla che "non funziona"; tutto è:
  • (pre)vedibile
  • (in)evitabile
  • e non è (mai stato) un segreto.
Davide Nebuloni 
SacroProfanoSacro 2014/Prospettivavita@gmail.com 



2 commenti:

  1. Ciao Davide. In questi tempi sto leggendo rileggendo tutto Castaneda e anche i libri delle 3 streghe, sue allieve. Al di là del fatto che esondano una forza fuori dal tempo e mi lasciano per ore in un limbo, mi colpisce il fatto ciò che dice Don Juan ad un certo punto, quando gli viene chiesto qualcosa a proposito di reincarnazione dell'anima. Lui (uno stregone non parla mai a vuoto o a caso) dice che sono tutte sciocchezze per metterci tranquilli con la Coscienza e che non esiste nessuna anima. Che lui VEDE dall'altra parte e non si può sbagliare...
    Ecco questo mi lascia con l'amaro in bocca. Com'è possibile che in oriente ma non solo, tutti, o quasi parlino di reincarnazione?
    Tu cosa Vedi?
    Grazie Fabio

    Ps: Ieri ho visto Dark City. Molto attuale e interessante.

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    1. Ciao Fabio, interessante questione; l'Anima, come suppongo tu sappia, in SPS è una entità a sè, alla quale è ac(caduto) qualcosa riducendola in pezzi. I suoi frammenti hanno caratterizzato gli umani ibridi, che stavano "camminando" sulla Terra (evoluzione terrestre naturale + retro ingegneria "altra"), andando a formare la "terza natura umana". Ora, l'Anima ambisce a recuperare tutti i suoi frammenti, ormai (ri)compresi nella forma umana, alla quale ha donato indirettamente vita eterna.

      Credo, dunque, che la reincarnazione sia qualcosa di diverso rispetto al discorso animico. Credo che "non esista" nella versione della spiegazione usuale, che conosciamo. Credo che il frammento animico, nella maggior parte di noi, procuri vita eterna. Il reincarnarsi è, però, più un qualcosa che riguarda una struttura d'insieme multipla, complessa e gerarchica, capace di alterare il senso/funzione di qualsiasi accadimento (apparenza, controllo).

      Anima e reincarnazione sono, dunque, diverse rispetto al luogo comune che le riassume genericamente, partendo dal racconto umano d'epoca, che può essere molto probabilmente del tutto "curvato/deviato" dalla (com)presenza del Nucleo Primo, a cui interessa che gli umani continuino a rimanere auto intrattenuti nel relativo anello di contenimento (parco giochi altrui).

      L'oriente è conosciuto come "saggio", però può essere anche e solo molto condizionato.

      Dark City è a livello frattale molto interessante. Sì :)

      Un caro abbraccio e a presto.

      Serenità

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