giovedì 31 dicembre 2009

Al 2010...








“Odo il rullare di un motore da camion laggiù in strada; è strano come mi giunga quasi delicato, filtrato dalla distanza e dall’altezza. Cancellandomi raggiungo persino il rilassamento, e lasciandomi cullare sulle frequenze di quel canto di dinosauro gentile, ogni cosa sembra pesare meno. Il mondo è fatto di vapore accogliente, brividi a fior di pelle, di fresco che penetra dalla finestra aperta ad ogni sensazione. La mia casa è il solito tempio eretto su colonne come antenne. Il parco cittadino intrattiene l’aria di città, la circuisce riempiendola d’attenzioni, infine la stringe con un abbraccio commosso, sciogliendola temporaneamente dai legami e dai ricatti dell’urlo umano. I tronchi d’albero sembrano grosse, grigie, attempate, zampe d’elefante ricoperte dal fogliame frusciante, solidale con il moto degli astri e della Luna; è quasi buio ma scorgo ancora degli uccelletti dal corpo di lampada d’Aladino, zampettare quasi divertiti attorno a qualcosa d’invitante. Pericolosi campi magnetici lambiscono od attraversano ogni cosa, eserciti d’immagini sfilano davanti agli occhi di milioni di formichine inermi; il nuovo diventa subito obsoleto. I televisori vomitano in continuazione sentenze contrarie, che interagiscono anche  sull’equilibrio di chi non ascolta. Nella massima libertà il mondo va avanti rullando i propri tamburi di guerra perenne. I sogni accarezzano con minore intensità. Nei ricordi s’accumulano sostanze nuove, estranee, anche nocive…Proust avrebbe saputo descrivere questo meccanismo moderno, in modo quantomeno involontario pur tuttavia… quantistico. Ciò che resta del passato porta la maschera di un clown ma non sappiamo se ci farà necessariamente del bene; pensieri affilati dal tempo ammiccano tra le pieghe leggendarie di un suolo mai calpestato da nessuno, come sabbie mobili, come profumo invitante, come una idea nata e soffocata nel breve apparire di una stella cadente. A volte è un dono del cielo non riuscire a focalizzare proprio tutto del passato. Ad ogni respiro compete la massima importanza e l’ultimo è già acqua che lambisce contorni indefiniti, vaporosi…
Tracce di me raccontano cose viste da un’altra angolazione. Sono sempre io, eppure diverso. Una mia orma di fango, lasciata nella stanza mi suggerisce quanto siamo grandi e piccoli allo stesso tempo, è come osservare la Terra dallo spazio e commuoversi senza imbarazzo. In quello stretto spazio c’è una parte di me, nella forma, nella pressione esercitata, nelle molecole disturbate, nel senso di quel passaggio, nell’energia d’interscambio ci sono io; posso guardarmi, specchiarmi orgoglioso d’esistere. Osservo la luce della candela aumentare d’intensità al calare del crepuscolo, fuori si fa buio ed ogni cosa sembra svanire come per incantesimo; le case chiudono gli occhi o li aprono, non so! Se penso a cosa mi è passato per la testa negli ultimi minuti, penso ad un grande cratere antico percorso e plagiato dal giorno e dalla notte; non riesco a cogliere a pieno il significato! Non vorrei mai che i nostri pensieri siano paragonabili ad una corrente parassita od al rumore generato dai cavi dell’alta tensione, insomma solo un effetto secondario di un ben più vasto movimento…
Quel camion macina lentamente metri, non appena scatta il verde, non appena una luce cambia colore, non appena qualcosa cambia di stato, non appena l’eccitazione di qualche componente raggiunge l’acme, secondo il volere di un controllo silenzioso, di un grande fratello nascosto, posato con un preciso compito, anche se il potere di un semaforo nasce prima nella mente.
Questa notte mi voglio nutrire d’energia e conoscere colui che sogna solitario, disperso… ricercato. Sento sin troppo forte il senso di appartenenza a qualcosa di non ben definito, che sia il mondo o il genere umano o un ordine naturale delle cose che prescinde dai canoni del pensiero conosciuto; è cosi difficile esprimere una simile percezione, quasi fosse una strana sorta di contrizione interna e profonda senza una valida motivazione, quasi geneticamente trasmessa. A volte succede di sentire molto vicina la chiave per comprendere, ma è sufficiente la sola incapacità della psiche di avvicinare e flettersi ulteriormente attorno ad una nuova forma di conoscenza, a mantenerci isolati da una mai sperimentata dimensione. Siamo circondati da forze sconosciute, probabilmente primitive, ma non nel senso che la società ha conferito al termine; forze antiche come la luce, il tempo e lo spazio, presenze che esulano dalla fisica, dal tempo e dalle dimensioni, sostanze come la mente capaci d’interagire con la realtà, strutture semplici intersecanti l’uomo come una torcia elettrica per una popolazione che non ha mai visto nient’altro oltre la propria foresta; pur a diversi livelli, la semplicità è un ingrediente immancabile ai fini della comprensione.
Io vivo per attimi come questi.
Un passo avanti, uno indietro.
Guardarsi attorno e scoprire d’essersi comunque mossi.
Il percorso della conoscenza è un rotolo di sorprese che si allunga verso il futuro; in realtà si espande in più direzioni diverse come le onde create dal passaggio di una nave, allo stesso modo della volubile scia ricalcata sulla superficie, così come l’aria disturbata, maltrattata, lesa ma, anche, ascoltata, apprezzata…
La semplicità è qualcosa che affonda nel passato, attingendo nel futuro, per questo posso pensare ad un tondo pressoché perfetto; l’orbita della semplicità è però talmente grande per un uomo, tanto da risultare invisibile, incomprensibile, difficile; come fumo negli occhi.
E’ semplice un bel fiore di margherita”. (Prospettiva Vita)



Caldi e teneri auguri, Mondo…

Un sereno ed equilibrato 2010…



Possa la poesia e l'amore illuminare la nostra via...






mercoledì 30 dicembre 2009

Trasmutare il Tao.








Quanto conta, in termini d’energia e dunque di opportunità di Vita, ciò con il quale si interagisce e che è manifesto oppure non manifesto attorno all’uomo? Oserei pensare molto, anzi un po’ di più. In termini concreti l’esistenza di ogni singolo individuo è oramai determinata da “ritmi” esterni a lui e non si vede all’orizzonte una modalità di cambio di una simile “andatura”, semmai ritenuta dai più, assolutamente normale. Ma ciò che non si vede è in termini di potenziale oramai maturo. Ciò che di esterno all’uomo lo “costringe” a muovere passi che non avrebbe mai compiuto se lasciato libero di “fare” di propria testa, determina la “forma” che dipinge il mondo conosciuto. Nel processo evolutivo delle cellule, si deve proprio all’interazione con l’esterno la formazione del nucleo che, in origine, non esisteva; infatti attraverso la “sensibilità” della membrana superiore della cellula, la cellula stessa ha “compreso” e sviluppato la propria intelligenza. Dunque come si spiega e come si può accusare l’esterno di essere la fonte dei mali dell’uomo? Ciò che è fuori è dentro. Ciò che è dentro si rispecchia fuori. È un ritmo. Uno specchio. Questa è la natura della dimensione nella quale la “caduta” ci ha portati secondo la nostra volontà. Nulla è per caso. Nessun giudizio dunque. Solo assunzioni di responsabilità. Oggi, l’energia che controlla il pianeta è lo specchio che contraddistingue le nostre paure ed il nostro stato di ritenuto isolamento. E questa “realtà” è quella che ci siamo costruiti con le nostre stesse “mani”. Eppure oramai esiste un potere che ci tiene sotto scacco e che non ne vuole sapere di “mutare” polarità, perché oramai “superato”. Viviamo un tempo di transizione basilare nel contesto dell’evoluzione in corso. Ed aprire gli occhi è più “facile” proprio perché siamo richiamati a farlo dalle energie superiori che spingono verso questo senso. Aprire gli occhi…
Ma cosa vuole dire? Cosa può voler dire se non immaginare. Immaginare un mondo diverso; proprio come lo si vorrebbe. Cosa ci vuole? Quanto costa? Perché non lo riusciamo a fare? Perché non riusciamo nemmeno ad immaginare? Chiedetevelo. Cosa manca per immaginare? Forse il tempo? No. Quella è sempre la solita scusante, il capro espiatorio. Dunque? Forse la volontà? Chiedetevelo. E perché mai dovrebbe mancare tale “forza”? Cosa ce la porta via? Secondo me, la nostra partecipazione attiva nel mantenimento delle “infrastrutture” energetiche di un mondo che è stato sognato molto tempo fa, da noi stessi, ma che oggi è vecchio è stantio perché “superato” dalle necessità di evoluzione umana. L’energia vitale dell’uomo viene sacrificata, come un tempo l’agnello o oggi il tacchino negli USA, proprio per tenere in piedi ciò che deve collassare: questo modo di intendere la Vita. Un “modo” che mantiene in vita solo quella energia che abbiamo creato quando siamo scappati da noi stessi, anch’essa solo un capro espiatorio della nostra paura di affrontarci. Dunque tutto, infine, sembra sempre ruotare attorno alla nostra capacità di consapevolezza. Come bimbi spauriti, dimentichi di chi siamo, abbiamo manifestato il “controllo” fuori di noi ed oggi il “controllo” (l’Antisistema) è ancora qua. Ciò non si identifica con la natura del complotto, con il vedere a tutti i costi ciò che non esiste. Ciò si identifica con la presa di coscienza che abbiamo creato un “mostro” che corrisponde alla nostra parte “buia” e che corrisponde alla parte “buia” presente nell’Assoluto e che, noi dovevamo manifestare proprio per renderla evidente. Portare alla luce il buio sulla Terra, nella dimensione fisica dell’Universo; luogo nel quale è possibile comprendere veramente “cosa è il buio”, il male. Solo in questo modo il Creatore può evolvere e trasmutare quella parte di sé che non “conosce” all’evidenza della “Luce”. Ciò che sostengo è che l’Assoluto può farne a meno perché il pericolo latente è che, fuori controllo nella linea della creazione, possa comportare la distruzione della stessa creazione; possa cioè minare l’equazione della Vita. Secondo me il simbolo del Tao rappresenta una verità in via di trasmutazione a tutti i livelli. Il libero arbitrio “allunga” il proprio raggio secondo la ”maturità” degli attori coinvolti dalla creazione, ed in questo aspetto il frattale maggiore è proprio il Creatore, il quale necessita di evolvere come ogni altra manifestazione della propria immaginifica creazione. Non si può pensare altrimenti secondo il mio umile “sentire”. Il Creatore necessita, vuole, intende evolvere. E tutta la sua progenie rispecchia la sua volontà dettata dall’immaginazione di “andare avanti”. Lo sforzo al quale siamo chiamati è di partecipare attivamente al Piano Divino e non di rimanere impaludati nelle anse secondarie del flusso creativo. La prigione che ci siamo auto costruiti non ha odore ne sapore, non ci trattiene ma siamo noi che non riusciamo a staccarci.
Di questo sono certo come solo un bimbo lo è di vedere il proprio amico invisibile.

"Il farmacologo e psicoterapeuta francese Émile Coué (1857–1926) incontrò nel 1885 i maestri della scuola di Nancy, seguendo gli orientamenti di Liébeault e Bernheim riguardo al fenomeno della suggestione.
Egli intese l’ importanza delle relazioni sociali e del condizionamento che continuamente precostituisce la nostra mente, senza che possa esserci una cosciente valutazione. La vita dell’uomo è determinata dai condizionamenti importati e a tal proposito Coué scriveva: “Ed ecco che noi, così fieri della nostra volontà, che crediamo di compiere liberamente ogni nostra azione, non siamo in realtà che marionette di cui la nostra immaginazione tiene tutti i fili” .
Già Paracelso aveva capito l’importanza dell’immaginazione scrivendo: “Togliete la forza dell’immaginazione e non raggiungerete nulla”.
E’ alla facoltà di rappresentazione mentale che si deve il potere della mente. Non è la percezione sensibile ad agire nei processi mentali, ma la rappresentazione psichica. Anzi, sovente, tra volontà ed immaginazione sorgono contrasti, e solo agendo tramite le suggestioni sull’immaginazione del soggetto è possibile instaurare i processi ipnotici.
Per meglio comprendere il concetto della preminenza dell’immaginazione sulla volontà, vediamo gli assunti relativi:  
  • quando la volontà e l’immaginazione sono in conflitto, vince sempre l’immaginazione, senza alcuna eccezione;  
  • nel contrasto tra volontà e immaginazione, la forza di quest’ultima è in ragione diretta del quadrato della volontà;   
  • quando la volontà e l’immaginazione si trovano d’accordo, l’una non si aggiunge all’altra, ma si moltiplica con l’altra.
Immaginazione e inconscio.
E’ l’autosuggestione che deve prodursi, il compito della suggestione è proprio quello di agire sullo stato cosciente dell’individuo e trasformarsi in “propria suggestione” attraverso l’immaginazione; in tal guisa Coué fa corrispondere l’immaginazione con l’inconscio: “E’ lui che noi chiamiamo immaginazione e che contrariamente a quanto è ammesso, ci fa sempre agire anche e soprattutto contro la nostra volontà, quando vi sia antagonismo tra queste due forze” (E. Coué, 1924)".
Fonte: http://www.aemetra-valeriosanfo.it/Cou%C3%A9%20%28metodo%29.html

"Non è la volontà che può mettere in moto le enormi forze subcoscienti che sono dentro di noi, ma la nostra immaginazione”.
Emile Couè

Chiediamoci perché i bambini sono sottoposti ai pesanti condizionamenti di ogni tipo, non per ultimo da quelli “sparati” dalla televisione. E perché la scuola sia tanto povera in questo senso.

"Quando un’idea si è impadronita della nostra mente al punto da farne sprigionare una suggestione, tutti gli sforzi coscienti fatti per resistere a questa suggestione non servono che a rafforzarla".
Emile Couè

Chiediamoci alla luce di questo enunciato cosa intendeva veramente Madre Teresa di Calcutta con questa frase:

"Qualcuno mi ha chiesto perchè non partecipo a manifestazioni contro la guerra. Ho risposto che non lo farò mai. Ma sono pronta a partecipare a qualunque manifestazione per la pace".

martedì 29 dicembre 2009

Dove siamo?







Ciò che scava un solco profondo nell’uomo di oggi, che lo divide inesorabilmente, è la ritenuta certezza di essere “solo”; unico nel “panorama” dell’Universo, isolato dal resto della comunità umana, dimenticato da Dio, separato da ciò che è stato durante gli anni dell’infanzia. La convinzione è talmente forte da irradiare nel fisico le angosce della mente. Nascono così i “mostri e le fate morgane” dell’immaginazione sempre più vivida. Le feste natalizie appena intercorse riescono paradossalmente ad infittire gli “aghi” della mente ipocondriaca, la quale coglie queste occasioni per inasprire la “dose” dello stato separativo. L’inconscio programmato da decenni di vita “doc”, “di origine controllata”, spinge sull’acceleratore convinto della propria opera di “difesa” e tutela del proprio “assistito”. Tutto appare in perfetto ordine al fine di mantenere uno stato di umano disordine. Ogni “segno” evince questo meccanismo a partire dall’alimentazione alla quale ci “sottoponiamo” tutti i santi giorni. Una alimentazione “ricca” come ci spiega la televisione, eppure desolatamente povera di energia vitale; una modalità di “riempirsi” svuotandosi del nostro senso di sé. Confondendosi, barattandosi per una tavoletta di cioccolato.

“Sai cos'è la musica?! È dio che ci ricorda che esiste qualcos'altro in questo mondo!”
Da August Rush - la musica nel cuore.

Se anche la musica, suonata a 440 hertz, crea disarmonia, io credo che questa forma di comunicazione energetica sia in qualche modo in grado ugualmente di giungere al cuore, di toccare come la punta di una bacchetta magica le nostre profonde altezze represse. Il film August Rush lo dimostra; è un’opera mirabile ed ultrasensibile che diffonde per le “vie” sociali un aggancio, un varco tra le nebbie estese del ritenuto reale.

"La musica è intorno a noi. Tutto quello che devi fare... è ascoltare."
Da August Rush - la musica nel cuore.

Ecco il termine dimenticato dai molti; il saper o riuscire ancora ad ascoltare come facevano gli antichi, quando il mondo era meno rumoroso, o come faceva il maestro Leonardo “osservando” la Natura. Ma ascoltare cosa? L’armonia che esiste tra il proprio battito del cuore e ciò che di naturale lo circonda. Come una poesia infinita che parla sempre, certo, sicuro, che alla fine l’uomo troverà la via per ascoltare, come un gatto che si accoccola ai piedi del ritenuto “padrone” e “volteggia” trame interpretative di quello che orecchie, peli, vibrisse, intimità, gli “suggeriscono”. Un gatto non deve convincere nessuno perché libero di essere, pertanto teso all’ascolto di ciò che lo “convince” vibrazionalmente, come la giusta musica. Ascoltare non significa “dipendere”, bensì imparare. Talune azioni sono state distorte anch’esse dai significati trasmessi dagli archetipi televisivi. Dunque ascoltare è diventato sinonimo di debolezza, perché l’uomo forte non ne ha bisogno. Ricordiamo sempre che le azioni inculcate a libera forza in un determinato contesto, “colorano” con il tempo anche l’intero. Ossia se ci abituiamo a pensare, ad esempio, secondo quello che il telegiornale ci pone davanti agli occhi tutti i giorni, e cioè che il mondo è una accozzaglia di delinquenza, truffatori, poco di buono, etc., ebbene, per “sintesi” applicheremo veramente questo concetto non appena usciremo di casa, sentendoci anche per questo motivo una possibile “preda” delle “bestie” in agguato oltre l’angolo. Non ci fideremo più della gente, degli altri, di noi stessi; come una marea di oro nero galleggiante a livello della superficie dell’oceano che copre ogni passata parvenza. Impariamo ad ascoltare ciò che ci circonda e ci “tocca” in qualche maniera. Lasciamoci andare, fidiamoci della vocina che emerge dalle profondità dell’essere. Coltiviamo il rischio di “scommettere” su noi stessi. Tralasciamo le tv e tutto quello che riguarda il troppo “strombazzato”, il troppo annunciato ad alta voce. La voce del nostro cuore è silenziosa eppure ci mantiene saldamente agganciati alla Vita. Occorre rivedere anche il significato del termine “debolezza” alla antica luce di colui che disse “porgi l’altra guancia”. Ciò che “suona” a basso volume non corrisponde necessariamente al concetto sminuente di debolezza che i miti della televisione hanno scolpito nelle nostre membra. I bambini hanno sempre voglia di fare la lotta vedendo i cartoon trasmessi regolarmente nelle cavalcate pomeridiane sulle emittenti private e pubbliche. Le bambine invece vengono indirizzate a fare le mamme, le infermiere, a vestire come le grandi, a sentirsi libere ed indipendenti dopo un indottrinamento che subliminalmente passa l’esatto contrario. Si perdono di vista i primi passi, li si saltano letteralmente, per la fretta di crescere e quando si è cresciuti ci si accorge del “buco” che si porta dentro; di quel qualcosa che si era e che si è perso per non averlo apprezzato, per avere “ascoltato” la voce che parlava più forte, quella dell’abitudine indotta. La potenza delle “piccole cose” è enormemente superiore alla potenza effimera e “da circo” delle “ingigantite cose” che appaiono e tentano come miele gli orsi. Sarebbe sufficiente ribaltare il proprio orizzonte cognitivo e sensoriale tanto, ormai, l’opera dell’Antisistema è diffusa capillarmente. Sarebbe sufficiente fare i “contrari” almeno per iniziare a bilanciare il peso del vivere in comune. Per questo motivo esistono ed esisteranno sempre le figure antagoniste, contrarie, che si oppongono a…; proprio per “bilanciare” il peso che “non può” essere distribuito tutto da una sola parte in quanto la natura di questo Universo non lo prevede. La luce delle televisioni non può sostituire quella del sole. Lo spettro rosso-verde-blu del “raggio” televisivo impoverisce e confonde; i puntini del video oscillano secondo un ritmo che ci confonde, ad una frequenza che l’occhio non riesce del tutto a discernere, pertanto l’opera di penetrazione nell’uomo si compie in maniera silenziosa e senza nemmeno accorgersene. Lo strato di radiazioni accumulate, inoltre, ammorba i nostri centri ghiandolari superiori e ci rende “esseri senza anima” (esiste un libro nella “La lista che può salvare" che spiega molto bene questo meccanismo). Vedo mio figlio quando viene agganciato dalla televisione rimanere ad occhi e bocca aperti, senza coscienza e sono certo che, molto presto, la mia piccola tv smetterà misteriosamente di funzionare. Dicevamo della potenza delle piccole “cose”, eccone un esempio:


Non esiste condizione peggiore per l’intera individualità dell’uomo di quella di essere animicamente lontano con il proprio cuore da quel che deve fare la testa. Non è solo qualcosa che disturba un uomo sensibile e delicato, ma è anche qualcosa che influisce notevolmente sulla forza e sull’energia del corpo eterico umano, proprio del corpo eterico. Il corpo eterico o vitale si indebolisce sempre più a seguito di un tale comportamento, per lo scarso legame esistente tra l’essenza dell’anima umana e ciò che fa. Più si deve fare ciò che non interessa, più si indebolisce il proprio corpo eterico o vitale.

Se ora l’uomo fa una prova molto semplice, ma la ripete con assiduità, una piccolezza può agire in modo miracoloso. Mi scuso se oggi parlo di singole osservazioni, di piccolezze che però possono essere o diventare aspetti molto importanti per la Vita dell’uomo. La facilità alle piccole dimenticanze che gli uomini a volte mostrano ha infatti strette relazioni con quello che ho appena caratterizzato. La facilità alle piccole dimenticanze è spiacevole nella Vita; l’antroposofia però può anche mostrarci che la facilità alle piccole dimenticanze è nel vero significato dannosa alla salute. Anche se appare singolare, pure è vero: molti aspetti della natura umana che sono al limite del patologico verrebbero evitati, se gli uomini dimenticassero di meno”.
Fonte “Nervosità, fenomeno del nostro tempo” di R.Steiner

Steiner fornisce anche almeno una modalità per evitare di “dimenticare”, o meglio, iniziare a non dimenticare; infatti scrive che:

Supponiamo di porre una spilla di sicurezza sul bordo di un tavolo, vicino ad un angolo; la depongo pensando di metterla vicino ad uno spigolo e imprimo nella mia memoria l’angolo retto che la circonda come una immagine nella quale la spilla sia circondata da due parti dagli spigoli; mi allontano poi rassicurato. Vedrò che, anche se all’inizio l’esperimento non mi riuscirà in tutti i casi, facendolo regolarmente la mia dimenticanza diminuirà sempre di più. Tutto ciò deriva dal fatto di avere afferrato un determinato pensiero; il pensiero: depongo la spilla in quel luogo. Ho collegato il mio “Io” con l’azione svolta e ho inoltre aggiunto una immagine. La capacità di formulare nel pensiero immagini di quel che sto facendo, il pensare in immagini e inoltre il collegare il fatto con il mio essere interiore, il collegamento dell’essere animico-spirituale, espresso dalla parola “Io”, con la capacità di formulare immagini, tutti questi elementi possono per così dire acuirci la memoria, così da avere in tal modo acquisito il vantaggio nella Vita di avere meno facilità alle dimenticanze”. 

Questo processo volontario mette in moto qualcosa di più del semplice non dimenticare e Steiner lo “dice” nel continuo della sua espressione risalente al 1912; ma questo effetto del non dimenticare lo vedremo un’altra volta…

Ascoltando musica in risonanza con il nostro essere, queste parole scritte in questo umile articolo, risultano meglio “gradite” e comprese, pertanto consiglio sempre di mettere musica in sottofondo ad ogni lettura; la musica che meglio “sentite di dover sentire” (per me lo è stata Medwyn Goodall - Great Spirit – Totem).. luce a tutte Voi Anime splendide rilucenti di Vita inesauribile.


Dio onnisciente chiese ad Adamo: “Dove sei?”
“Che significato ha? Non è lui, appunto, onnisciente?”

“Ogni volta che Dio pone una domanda di questo genere non è perché l’uomo gli faccia conoscere qualcosa che lui ancora ignora: vuole invece provocare nell’uomo una reazione suscitabile per l’appunto solo attraverso una simile domanda, a condizione che questa colpisca al cuore l’uomo e che l’uomo da essa si lasci colpire al cuore. Adamo si nasconde per non dover rendere conto, per sfuggire alla responsabilità della propria Vita. Così si nasconde ogni uomo, perché ogni uomo è Adamo e nella situazione di Adamo. Per sfuggire alla responsabilità della Vita che si è vissuta, l’esistenza viene trasformata in un congegno di nascondimento. Proprio nascondendosi così e persistendo sempre in questo nascondimento “davanti al volto di Dio”, l’uomo scivola sempre, e sempre più profondamente, nella falsità. Si crea in tal modo una nuova situazione che, di giorno in giorno e di nascondimento in nascondimento, diventa sempre più problematica. È una situazione caratterizzabile con estrema precisione: l’uomo non può sfuggire all’occhio di Dio ma, cercando di nascondersi a lui, si nasconde a se stesso. Anche dentro di sé conserva qualcosa che lo cerca, ma a questo qualcosa rende sempre più difficile il trovarlo”
Da “Il cammino dell’uomo” di Martin Buber

Ecco la spiegazione, descritta da un “illuminato”, del perché esista l’Antisistema e da chi, in realtà, “sia figlio” e dipenda: da tutti noi.


lunedì 28 dicembre 2009

Un regalo al posto del cuore.







Vivono alcuni su cotesta tua terra, - rispose lo Spirito, - i quali si figurano di conoscer noi e compiono in nome nostro i loro atti di ira, orgoglio, malvagità, odio, invidia, ipocrisia, egoismo; e costoro sono così estranei a noi e a tutta la nostra famiglia come se mai fossero venuti al mondo. Ricordati questo, e le azioni loro addebita a loro, non già a noi”.
Dal “Canto di Natale” - Il secondo dei tre spiriti - di C. Dickens

Mi ha molto colpito questa frase enunciata dallo spirito del “Natale Presente” a Mr. Scrooge, perché nell’ultima edizione del film targato Walt Disney viene dato un nome a quegli “alcuni che vivono su cotesta terra”. Non appena appariranno su internet le citazioni dal film le trascriverò. Cosa ancora mi ha colpito di questo splendido lavoro? Certe connessioni che mi si sono “aperte” al cospetto della sua energia. Già nel titolo considero che i termini “Christmas carol” non trovino riscontro alcuno nella traduzione italiana “Canto di Natale”. Inoltre il fatto che nei paesi anglosassoni in luogo della parola “Natale” vi sia l’uso della parola “Christmas” è, per me, molto significativo. Infatti la parola utilizzata in Gran Bretagna e USA e relativi paesi “agganciati”, riporta la particella del nome del “Cristo” tradendo in ciò l’allusione ad un significato certosino dell’origine della “vicenda”, la nascita di Gesù. Il termine “Cristo” designa una “carica” un “titolo”, una “missione”, un grado di “iniziazione”. Il fatto di averne ancora incorporata la particella nel termine riferito al Natale indica ancora affidamento verso l’origine, ossia il fatto che con il Natale viene celebrata la nascita della “luce”, il trionfo della luce sulle tenebre; il fatto che le giornate hanno iniziato ad allungarsi e si va verso l’esplosione della “vita” sancita poi con l’arrivo della Primavera. Questa tradizione è da sempre stata festeggiata in tutto il mondo. In italiano la particella “cristica” sparisce con ogni allusione superiore. Nasce l’aggancio a San Nicola, spostando il baricentro verso lidi “diversi”. Succede poi che, come testimonia lo “Spirito del Natale Presente” il quale viene fatto sedere su una montagna di “roba” materiale, il significato originale di questa “festa” della Vita trasla verso una identificazione del Natale con il consumismo. All’epoca in cui Dickens ambienta la sua opera la catasta sulla quale il “Natale presente” siede è caratterizzata da ogni ben di Dio relativo alle cibarie:

“Era la sua camera, proprio quella, ma trasformata mirabilmente. Pendevano dal soffitto e dalle pareti tante frasche verdeggianti, da formare un vero boschetto, di mezzo al quale le bacche lucenti mandavano raggi di fuoco vivo. Le frondi grinzose delle querce, dell'edera, dell'agrifoglio rimandavano la luce, come specchietti tremolanti; e una vampa così poderosa rumoreggiava su per la gola del camino, che quel gelido focolare non avea mai visto la simile a tempo di Scrooge e di Marley o per molti e molti inverni passati. Ammontati per terra, quasi a formare una specie di trono, vedevansi tacchini, forme di cacio, caccia, polli, gran tocchi di carne rifredda, porcellini di latte, lunghe ghirlande di salsicce, focacce e pasticcini, barili di ostriche, castagne bruciate, mele rubiconde, arance succose, pere melate, ciambelle immani, tazzoni di ponce bollente, che annebbiavano la camera col loro delizioso vapore”

Segno questo della grande miseria nella quale versava la comunità umana dell’epoca e “segno” dell’intento e della sensibilità dello scrittore nel propagandare ed evidenziare un simile stato di “abbandono” dell’uomo verso l’uomo:

“Il Canto unisce al gusto del racconto gotico l'impegno nella lotta alla povertà e allo sfruttamento minorile, attaccando l'analfabetismo: problemi esasperati apparentemente proprio dalla Poverty Law (Legge contro la povertà), comodo tappabuchi tanto inefficace quanto dannoso ideato dalle classi abbienti. Il romanzo è uno degli esempi di critica di Dickens della società ed è anche una delle più famose e commoventi storie sul Natale nel mondo”.
Fonte: Wikipedia

Nel film della Disney il “Natale Presente” siede invece su una catasta di doni, regali impacchettati; segno del cambiamento dei tempi, del superamento della fame della società occidentale, ma della perdita di se stessi nella ricerca e nel possesso materiale delle “cose”; immemori degli altri uomini che ancora gravitano nelle medesime condizioni descritte ai tempi dell’opera di Dickens. Un vuoto di valori sul quale viene messo e “colorato” Babbo Natale. L’omone rosso che si celebra oggi non è più lo stesso “Spirito del Natale Presente” (che infatti viene agganciato al colore verde). Questa aberrazione la dobbiamo all’energia di svuotamento ed allontanamento dell’Antisistema. Tramite il consenso alle pratiche commerciali della multinazionale Coca Cola, abbiamo lo spostamento dell’originale “senso” del 25 dicembre verso una connessione al senso del ricevere un regalo. Dunque verso una resa pragmatica dell’energia superiore. Gli attori diventano tutti i genitori soprattutto e l’oggetto della “contesa” i bimbi di tutto il mondo “evoluto”. Ecco il piano delinearsi dall’ombra della confusione. Una strategia atta a svuotare di significato quel qualcosa di “sacro” che è scampato all’opera di annichilimento messo in atto sistematicamente nel tempo dall’Antisistema, al fine di fare sentire l’uomo incarnato sempre più immemore del proprio ruolo e della propria origine. L’obiettivo principe sono i bambini, “rei” di portare sempre nuova linfa vitale ad ogni nascita sulla Terra. Ossia coloro che rinnovano tramite la propria venuta al mondo, proprio come il senso originale della celebrazione oscurata, la speranza del “risveglio” dell’intera umanità. Il meccanismo è questo:
  • slittamento del significato dal “vero” senso del 25 dicembre (trionfo della luce sulle tenebre), nascita della “Luce” sulla Terra
  • verso la celebrazione di una festa legata al “consumo”, al fare/ricevere dei regali sempre più materiali (svuotamento anche del significato antico della celebrazione tramite svuotamento anche del termine in uso in Italia, dalla particella “cristica”)
  • aggancio dell’atto di ricevere un regalo soprattutto ai bambini, per permettergli di essere “felici” almeno quel giorno dell’anno (significato di restrizione della felicità e passaggio subliminale nella tenera “sfera” dei bimbi che “non si può essere felici sempre” perché Natale arriva una sola volta all’anno)
  • finale scoppiettante quando i genitori decidono di dire ai propri figli, oramai cresciuti, che “Babbo Natale non esiste”; ora sei grande e lo devi sapere, altrimenti i tuoi amici ti prendono in giro!) 
Risultato finale: il bambino non crede più al Natale e di conseguenza non crede più nemmeno al proprio risveglio perché ritenuto per “osmosi” tutta una finzione. Progressivamente si adatterà al velo di grigio che patina ed obnubila i nostri cuori. E ancora una volta la sua nuova energia rimarrà allo stato latente, controllata e spenta come fa Mr. Scrooge con lo “Spirito del Natale Passato”. La coscienza non riesce a sopportare tutto ciò e guarda altrove per non gravare il cuore direttamente, anche se il cuore cede ugualmente attimo dopo attimo. Lo “Spirito del Natale Presente” infatti muore giovane, perché per le persone dura solo poche ore. Il miracolo tuttavia succede ancora, infatti durante quelle poche ore le persone sono più leggere, più felici e presenti verso uno stato di partecipazione leggiadra al concerto della Vita. Seppure ai fini di fare o ricevere un dono, riescono ad esprimere sollevazione da uno stato di eterna preoccupazione per l’incerto futuro.

Cosa occorre fare? Secondo me occorre sganciare il matrimonio subliminale regalo = Natale e non far credere al bimbo che regalo = Natale, bensì svelargli il vero significato relativo alla “nascita della Luce”. E non “uccidere” lo spirito dei propri figli svelando che “Babbo Natale” non esiste, ma bensì rivelare che attraverso di loro “Babbo Natale” esisterà sempre come atto d’amore verso ogni bambino del mondo e non solo, egoicamente, verso i propri figli. Ossia utilizzare questa figura, oramai presente, in maniera tale da tornare a riempirla di significati antichi e preziosi. E tornare a dipingerla di verde come l’energia della Natura. E col tempo tornare a scindere Natale dalla nascita della “Luce” e celebrare le due “cose” in maniera sensata e svincolata dal concetto di possesso di un bene materiale. 
Non uccidiamo lo Spirito di ogni bambino giungendo al punto, celebrando la sua età, con una affermazione di negazione, morte, inganno, falsità come “Figlio mio devi orami sapere che Babbo Natale non esiste…”. Il bimbo coglie tutto questo “non senso” tramite una forte delusione e un distacco dal mondo della “magia” nel quale è stato avvolto sino a quel momento”…

Crescere non significa subire una lobotomia tanto grave!

È responsabilità di ogni genitore comprenderlo, perché ogni genitore è stato prima anche un bambino e si ricorda ancora cosa ha provato quando gli è stata “sbattuta in faccia” questa triste versione delle “cose”…
Insieme allo “Spirito del Natale” gli portiamo via l’aggancio alla Vita più sincera e passiamo il concetto che “mentire” è un atto giustificabile. L’uso che ogni figlio farà, poi, di questo concetto subliminale è un’arma devastante nelle mani dell’Antisistema…

domenica 27 dicembre 2009

Alzarsi e "camminare".







Care "scintille" divine,
ciò che si è inserito nell’opera superiore dell’anima in corso, è una energia altamente evoluta che ci conosce molto bene ad ogni nostro livello funzionale. Essa non vivrebbe senza di noi, se non allo stato di potenziale inespresso che caratterizza l’Assoluto. Essa ha necessità di noi. Per questo non ci ha ancora distrutto. Semplicemente non lo può fare e non lo farà sino a quando il livello dello “scontro” in gioco non giungerà ad un livello talmente alto da poter cambiare le regole del “gioco”. Per ora va così. I “raccolti” umani si alternano nei cicli della vita e la loro qualità è sempre più livellata e controllata, per così dire, all’origine. Il “processo” di corruzione è entrato dentro la biologia umana e attende il feto ancora prima della sua comparsa. Lo attende nella psiche e nella “fisicità”, minandone il potenziale ancora inespresso ma già attaccabile. Questa “energia” è nata da noi, dalla nostra vibrazione di paura relativa alla “caduta” dell’anima, cioè al precipitare nelle dimensioni via via più dense della luce. Dalla nostra amnesia di chi siamo o di chi eravamo. Quante parole si potrebbero spendere attorno a questo “concetto” cardine? Molte. Troppe. Dunque vado al sodo. La "struttura" della verità  è questa. In un reame cosparso di verità questa è la mia verità, ok. Eppure vi dico che questa dovrebbe essere la “traccia” da seguire, la prospettiva migliore per inquadrare ciò che sta succedendo ed il “posto” nel quale siamo immersi. Chi sono io per asserire questa verità? Sono UNO che finalmente comprende. Cosa dovremmo fare dunque, alla luce di ciò? Iniziare ad alzarci e camminare. Cosa intendo per “tutto ciò”? Intendo il modello vibrazionale che “qualcosa” ci ha indotti a creare, al fine di far deragliare il “convoglio” umano lanciato verso l’evoluzione o ritorno a “casa”. Perché esiste un modello energetico che si oppone? Perché esiste la paura in noi, il dubbio e tutte quelle componenti oscure che caratterizzano il vasto piano dell’Assoluto. È in corso una trasmutazione energetica dell’essenza del tutto. E ciò che “vive” tende a sopravvivere come di regola universale. La complicata danza delle variazioni energetiche della luce, è una manifestazione della voglia e necessità di sopravvivenza di ciò che è destinato a trasmutarsi nel suo opposto.
Perché io non credo che luce ed ombra debbano coesistere nell’Assoluto, perché sarebbe come sostenere un meccanismo di auto distruzione perennemente innescato. Espandiamo il nostro orizzonte e non poniamo fermi o vincoli alla super comprensione dei concetti fissati da “altre” menti che ci hanno preceduto. Tutto ciò che succede ha un senso… lo scopo educativo, l’apertura di fiducia incondizionata del Creatore, il nostro senso ultimo miscelato di libero arbitrio, la nostra responsabilizzazione. Alziamoci e partiamo ora!
 

sabato 26 dicembre 2009

Raddrizzare il ciclo.








“Essendo l’infelicità frutto dell’ignoranza e poiché questa genera errore, si può affermare che il dolore è frutto dell’ignoranza e di contro, che la felicità è frutto della Saggezza. Tutto questo può venire ulteriormente ridotto nei due opposti elementi di “squilibrio ed equilibrio”, da rendere complementari attraverso la realizzazione, in noi, della Via di mezzo o detta anche il Sentiero di mezzo. Questa Via, può essere dimostrata ad una mente occidentale anche in termini “occidentali” e questo, con il Criterio del Ritmo. Questo Criterio è l’elemento attraverso cui prende corpo e si manifesta ogni Legge, senza questo Criterio, legato alla Legge d’Equilibrio, ad es., non potrebbero manifestarsi coerentemente leggi come quella d’Economia, la Legge di Distribuzione, la Legge di Emanazione e Riassorbimento dei Cicli sistemici e cosmici dell’universo. Per l’Iniziato, il Criterio del Ritmo vela la Legge di Sincronicità che opera,tra l’altro, in presenza dei piani multidimensionali e pluritemporali. Il Criterio del Ritmo nella Filosofia ermetica afferma: «Ogni cosa fluisce e rifluisce, ogni cosa ha fasi diverse; tutto s’alza e cade, in ogni cosa è manifesto il criterio del pendolo ; l’oscillazione di destra è pari a quella di sinistra e tutto si compensa nel ritmo (Cicli, Cadenze, Ritmi, VII Aspetto cosmico, detto anche l’Aspetto Cerimoniale dell’Universo). Ciò vale per ogni cosa: per i pianeti, le stelle, l’energia e la materia, così come per gli uomini e gli animali e la mente.....Questo è l’arte degli ermetisti: compreso il criterio, imparare ad usarlo invece che subirlo. Quindi se l’ermetista si polarizza su un certo punto, neutralizza la forza ritmica del pendolo che, oscillando tenderebbe a condurlo all’altro polo.» I metodi d’uso, contrazione e neutralizzazione del criterio del Ritmo, formano una delle parti più importanti dell’Alchimia mentale”.
Fonte: Viaggio-attraverso-la-Grande-Opera

Nella naturale ciclicità di tutte le “cose”, è ormai chiaro che occorre padroneggiare il semiciclo negativo, al fine di non toccare l’estremità dell'altro polo. Cioè l’uomo deve prendere atto della propria natura mediante una ferma consapevolezza di essere parte del tutto e, per questo, essere soggetto alle leggi naturali legate all’alternanza luce/ombra. Una volta sostenuta una tale visione d’insieme, l’uomo potrà comprendersi inserito in un più ampio “bacino” energetico e, dunque, potrà colmare il primo step relativo all’ignoranza di sé. Successivamente si vedrà altalenante nell’oceano d’energia costituente il creato e tale ciclicità, verrà compresa e risolta tramite la focalizzazione del proprio intento. Attraverso lo sviluppo di consapevolezza e volontà d’essere riuscirà a "correggere" l’onda ritmica che caratterizza questo piano della creazione…

“Nel ritmo distinguiamo due momenti fondamentali: il momento di slancio, detto arsi (dal greco Arsis = elevazione) ed il momento di riposo, detto tesi (da Thesis= pongo)”.

“Qualsiasi movimento che non si ripeta regolarmente può essere detto come "aritmico".
Fonte: Wikipedia

È aritmica la nostra vita che non si ferma o non riposa in inverno, mentre la Natura pressochè interamente lo fa. La disarmonia si insinua nelle regole più consuete per la società moderna. E nel rincorrere un profitto tutto l’anno, l’uomo perde il proprio ritmo e se stesso…

"E prossimi e lontani univan sonnolenti
al ritmo dei torrenti un ritmo di campani".
“Le due strade” di G.Gozzano

venerdì 25 dicembre 2009

Identità.







Sono l’onda
         che s’infrange sulla roccia umida
                    e, che tocca il cielo
                               attraverso la temporanea
                               vaporosa
                               bruma.
Come pulviscolo
         affronto paure verticali
         secolari,
         carico dell’energia
                    di miliardi di esseri marini.
Sono gli occhi ed il braccio
         il cuore e le idee,
                    le gambe di grandi aspettative.
Carico la roccia
         per cambiare prospettiva
                    per giungere alle nubi
                               ed, alfine,
                               ricongiungermi.
Sono l’aria
         che vortica evocata dai moti opposti delle vetture
                    e, che sogna turbini
                               inesauribili
                               attraversando i grandi spazi.
Come forza nuova
         mi consumo,
                    bruciando ogni volontà
                               in un fazzoletto di mondo
                               in un battito di ciglia
                                           in una esplosione di speranza.
Sono il segno dei tempi
          l’invisibile presenza
                    lo spiritello di vento
                              un conflitto di direzioni.
Carico lo spazio
         per meglio manifestarmi
                   per guadagnare un significato
                             ed, infine,
                                           disperdermi soddisfatto.
Esistiamo,
         entrambi,
                  nel sogno di un Burattino
                                           che non vuole crescere mai.

 

giovedì 24 dicembre 2009

Un limpido augurio.






“Oggi ho avuto numerosi sogni. La cosa strana è che me li ricordo ancora; come se fossero porzioni d’altre vite che ho staccato, raschiato via, dalla memoria di chissà chi. La cosa più strana è che, questi sogni, li ho fatti ad occhi aperti; forse è per questo che li ricordo così bene. Non riuscivo più a chiudere le palpebre. Li ricordo anche perché li ho scritti sulla parete bianca. Anche se in realtà ho solo apparentemente scritto, in quanto i caratteri erano già impressi nell’intonaco; li ho solo liberati da uno strato di vernice di troppo. Infine li ho solo letti…”
(Prospettiva Vita)

Ciò che liberiamo dal registro della “Vita” è una nostra scelta…
     Possa il 2010 aiutarci a sciogliere i nodi che ancora ci vincolano…
          E che la serenità illumini la via per il nostro cuore…

          Tanti Cari Auguri all’Umanità Intera…


          Buone feste e Buon Natale Vero...





mercoledì 23 dicembre 2009

Una "lucida" ed ammortizzata realtà.








Vorrei soffermarmi su un aspetto che sempre con maggiore intensità, si sta facendo largo in me; una vera e propria forza che dall’interno spinge verso il cambiamento, persino nell’aspetto della “realtà” che percepisco, fuori di me, come solida ma inequivocabilmente legata al mondo dei sensi, delle percezioni soggettive. Sembra che osservando ciò che ci sta intorno, ognuno di noi veda la stessa manifestazione densa dell’energia costituente il “tutto”. Invece ognuno di noi, essendo un vero e proprio centro di “potere”, ognuno un Re a "casa" propria, “vede” le cose alla propria maniera. Ognuno di noi infatti pensa sempre di avere “ragione”. Ma come è possibile conciliare due aspetti tanto diversi? Come è possibile essere tutti d’accordo sul fatto che davanti a noi c’è il Duomo di Milano eppure intendere questa “costruzione” in maniere talmente differenti da risultare anche diametralmente opposte? Questo è un esempio che descrive una più ampia struttura del pensiero e dell’impero dei sensi. L’uomo “colora” ciò che gli sta attorno con le proprie tonalità, tuttavia la propria capacità “decorativa” è, nel tempo, stata molto limitata dall’abitudine. I modelli abitudinari legati soprattutto alla vita cittadina, hanno impoverito la mano artistica dell’uomo, la sua capacità di leggere tra le trame, tra le "righe" della manifestazione fisica. E ciò che ha preso il sopravvento è stata l’immagine subliminale che l’Antisistema ha trasferito dal proprio campo energetico a quello della famiglia umana. Ecco che dunque hanno iniziato, nel tempo, ad emergere delle linee guida, delle figure concrete, ben visibili a tutti, certe, uniche, vere. Le istituzioni, gli Stati, la famiglia, il dottore, le automobili, i supermercati, etc. Chi non crede in queste “cose”? E con il termine “credo” non intendo il fatto di “essere convinti o essere rappresentati da questi “valori””, bensì intendo sostenere che queste “cose” esistono a prescindere dal nostro “volere”. Insomma un potere, una energia sovrastante li ha resi manifesti grazie all’opera “ammaliante” alla quale ci hanno sottoposti nel tempo. Non esistono molti fenomeni storici che sono sfuggiti a questo controllo epocale, a questo “antisistema adattivo”, ossia capace di auto regolarsi in funzione anche degli “imprevisti”. So di essere, come dire, un po’ fumoso, ma vi prego di “piegare” il vostro punto di osservazione, anche momentaneamente, al fine di cambiare prospettiva. E allora pensiamo per un attimo a questo aspetto: e se la “città” nella quale vivo, avesse degli interessi a nascondermi un certo "aspetto" di quello che considero invece normale? Se invece di vivere sempre meglio e tutelati dagli organi di polizia, vivessi sempre peggio e la vigilanza fosse presente solo per controllare me? Se iniziassi a notare che le forze dell’ordine esistono per difendere il “potere” dalla massa e non la massa dal sopruso? Se scoprissi che tutto il cibo è adulterato al fine di trasformarlo in una droga capace di tenermi in uno stato “ipnotico”? Che tutto intorno a me esiste una fitta trama di fili invisibili, come una ragnatela, che mi tiene all’oscuro di quale sia l’entità del mio “ruolo” in questa vita? Provate a farlo anche solo come un gioco o come se foste degli attori professionisti. Ebbene, tutto cambierebbe improvvisamente ai vostri “occhi”… e quando dico tutto intendo dire tutto, tutto, tutto, tutto, tutto…nessun particolare escluso. La “prova” è costituita dal fatto che la gran parte della massa vede le “cose” allo stesso modo (e non mi riferisco in questo caso alla prossima formazione della nazionale di calcio). Il globo intero sembra convergere verso lo stesso paradigma “radioattivo” e ciò non è normale, non sta nelle “statistiche” relative alla bio diversità. Siamo immersi nella finzione e, la cosa fantastica o drammatica, è che alcuni aspetti della “finzione” sono veramente paradossali come, ad esempio, l’attentato al Pentagono del 11 settembre 2001 (non voglio parlare delle Torri), infatti mi chiedo “dove sono i resti del Boing”? Un mostro del genere non può sparire nel nulla. Eppure è passata questa versione della realtà. Perché chi l’ha proposta è alla “regia” e può disporre della conoscenza “perduta”. Vedo troppi complotti? Allora mi spiegate perché gran parte della gente percepisce questa forma di “regime” a livello sensitivo? Senza spiegarselo lo “sente”. Come quando qualcosa vi avverte della presenza di un’altra persona alle spalle (quello che per Ben Parker è il “senso di ragno”). La gente non si fida di chi la comanda, anche se il voto politico lo esprime la gente stessa. Io credo che questo modello di vita sia destinato a mutare in fretta, perché altrimenti lo scopo educativo di questo teatro o scuola non avrebbero senso. I tempi li decidiamo noi, ma il cosmo, tramite una energia di risveglio, sta dandoci una mano a smuovere le acque stantie della palude nella quale versiamo da troppo tempo.
Ecco il pensiero illuminato di Gurdjieff a tal proposito:

“G. cominciò un'altra riunione parlando del fatto che dimentichiamo costantemente le difficoltà della nostra situazione. "Voi pensate sovente in un modo molto ingenuo, diceva. Voi già credete di poter 'fare'. È vero che sbarazzarsi di questa convinzione è la cosa più difficile per un uomo; ma non comprendete tutta la complessità della vostra struttura interiore, e non vi rendete conto che ogni sforzo, oltre ai risultati desiderati, supposto che ve ne siano, produce migliaia di risultati inattesi, sovente indesiderabili. Infine, dimenticate costantemente (ed è questo l'errore più grave), che non cominciate dal principio, con una bella macchina pulita e nuova. Dietro ognuno di voi vi sono anni di vita falsa o stupida. Avete sempre ceduto alle vostre debolezze, avete sempre chiuso gli occhi sui vostri errori, cercando di evitare tutte le verità sgradevoli, mentendo costantemente a voi stessi, giustificandovi, biasimando gli altri, e così di seguito. Tutto ciò non ha potuto che nuocere alla vostra macchina. La macchina è sporca, arrugginita in molti punti e il suo cattivo  funzionamento ha fatto sorgere dei dispositivi artificiali. "Questi dispositivi artificiali interferiscono ad ogni istante con le vostre buone intenzioni. "Essi vengono detti 'ammortizzatori'. " 'Ammortizzatori' è un termine che richiede una spiegazione speciale. Ognuno sa che cosa sono i respingenti dei vagoni ferroviari: degli apparecchi che ammortizzano gli urti. Nell'assenza di questi ammortizzatori, i minimi urti di un vagone contro un altro potrebbero essere molto sgradevoli e pericolosi. Gli ammortizzatori attenuano gli effetti di questi urti e li rendono impercettibili. "Dispositivi esattamente analoghi esistono nell'uomo. Essi non sono creati dalla natura, ma dall'uomo stesso, benché in modo involontario. La causa della loro apparizione è l'esistenza nell'uomo di molteplici contraddizioni; contraddizioni nelle sue opinioni, nei suoi sentimenti, nelle sue simpatie, in ciò che dice, in ciò che fa. Se un uomo dovesse sentire, durante la sua intera vita tutte le contraddizioni che sono in lui, non potrebbe agire né vivere così tranquillamente. Continuamente si produrrebbero degli attriti in lui, e le sue inquietudini non gli darebbero pace. Noi non sappiamo vedere quanto i differenti 'io' che compongono la nostra personalità sono contraddittori e ostili gli uni agli altri. Se un uomo potesse sentire tutte queste contraddizioni, sentirebbe ciò che è realmente. Sentirebbe che è pazzo. E non è gradevole per nessuno sentirsi pazzo. In più, un tale pensiero priva l'uomo della fiducia in sé stesso e indebolisce la sua energia, esso lo frustra nel 'rispetto di sé stesso'. In un modo o in un altro, bisogna dunque che egli controlli questo pensiero o lo bandisca. Egli deve, o distruggere le sue contraddizioni, o cessare di vederle e di sentirle. L'uomo non può distruggere le sue contraddizioni. Ma se gli 'ammortizzatori' si formano in lui, può smettere di sentirle; non sentirà più gli urti che risultano da punti di vista contraddittori, da emozioni e parole contraddittorie. "Gli 'ammortizzatori' si formano per gradi, lentamente. Un gran numero di essi sono creati artificialmente dall'educazione. Altri devono la loro esistenza all'influenza ipnotica dell'ambiente. L'uomo è circondato da persone che parlano, pensano, sentono, vivono tramite i loro 'ammortizzatori'. Imitandoli nelle loro opinioni, nelle loro azioni e nelle loro parole, crea involontariamente in sé stesso degli "ammortizzatori" analoghi, che gli rendono la vita più facile. Perché è molto duro vivere senza 'ammortizzatori'. Ma essi gli impediscono ogni possibilità di sviluppo interiore, sono fatti per smorzare i colpi, ma i colpi, e solo i colpi, possono tirar fuori un uomo dallo stato nel quale vive, cioè svegliarlo; gli  'ammortizzatori' cullano il sonno dell'uomo, e gli danno la gradevole e pacifica sensazione che tutto va bene, che le contraddizioni non esistono, e che può dormire in pace. Gli 'ammortizzatori' sono dei dispositivi che permettono all’uomo di avere sempre ragione; essi gli impediscono di sentire la sua coscienza”.
Da: “Frammenti di un insegnamento sconosciuto” di P.D.Ouspensky 

martedì 22 dicembre 2009

Caro Babbo Natale ho lasciato i cani liberi.






Caro Babbo Natale ti scrivo questa letterina,  anzi questa e-mail, per chiederti di non portarmi niente quest’anno, anzi di non portarmi più doni per il resto della vita. Perché? Ti chiederai. Te lo spiego. Mi sono accorto che tu non sei il vero Babbo Natale. Il mio angelo custode me lo ha detto. Per la verità me lo dice da un bel po’ di tempo, ma… non gli volevo credere. Come potevo rinunciare all’ultimo modello di PSP? Quest’anno compio 42 anni, ormai sono grande. Si dice che da grandi perdiamo l’innocenza di quando si è bambini. Perdiamo il candore e lo spirito di essere felici. Perdiamo la visibile, per noi, compagnia dei nostri amici immaginari. Ed è vero. La solitudine cala senza remore da grandi. Semplicemente barattiamo queste sincere caratteristiche per la gioia effimera di un dono e, progressivamente, perdiamo noi stessi confondendo le emozioni. Il desiderio che ci anima e ci spinge verso la ricerca della felicità, in realtà ce la toglie, perché già la possediamo; nasciamo con la felicità già dentro di noi. E persino la felicità viene scambiata per altro nel regime delle abitudini. Caro Babbo Natale finto tu sei grasso e vestito di rosso e porti regali a tutti i “bimbi” del mondo. Sinceramente non ne fai una giusta. Ora lo comprendo. Non mi piace giudicare ma, lo devo a te, questo desiderio insano del “possedere”; tu mi hai dato talmente tanto che mi è entrato nel sangue. Tu mi hai fatto male. E io te l’ho permesso. Anzi ti ho aperto le porte del mio cuore, fidandomi di te. Babbo Natale vero non fa questo, non è questo. Tu sei solo un robot sempre più perfetto che incarna le mie debolezze. Per te non c’è più posto in casa mia. Stanne lontano e non ti azzardare a scaricare dolci “droghe” nella mia vita già troppo dolce di schifezze. E già che ci sei estendi il mio invito anche alla tua amica Befana. Da questo Natale, anzi da oggi, pregherò che il vero Spirito di Natale venga liberato dal luogo dove tutti noi lo abbiamo emarginato. Il vero Natale è verde perché è una creatura superiore del popolo della Natura, è uno Spirito buono che non porta veleno nella mente e nel cuore dei bambini, come fai invece tu. Esistono molte forme di dipendenza a questo mondo, ma la tua è forse la più subdola che possa esistere (oddio, è meglio non stilare una lista), perché agisce sulla morbida essenza spensierata dei bimbi che, con grandi occhioni speranzosi e pieni di gioia e curiosità, ti attendono dormendo il sonno del giusto. Il sovraccarico di doni comporta un eccesso biologico di felicità molto simile all’oblio procurato dalla droga dei grandi. Ed a questo stato magnifico e temporaneo non si riesce più a resistere e, dunque, lo si cercherà per sempre anche nella vita da grandi. Ma la connessione inconscia che si insatura è che la felicità dipenda da un regalo, anzi da una quantità sempre maggiore di regali. Ma i regali quando cresci non te li fa nessuno o quasi. Dunque dentro di te pensi di essere non meritevole e di non contare molto. Ti senti solo ed abbandonato perché non hai ricevuto nessun regalo o pochi regali. La nostra felicità, in questo modo, dipende da qualcosa che viene da fuori di noi. Babbo Natale finto, ti prego lasciami senza regali. Ora che sto capendo, che mi sto disintossicando, non tentarmi ancora con qualche diavoleria moderna alla quale, come ben sai, tengo molto. Sto tentando di liberarmi dallo zucchero che ci fanno assumere in tutti i modi possibili e che mi rovina in tutti i modi possibili. Intendo trasformarmi in una centrale di auto produzione zuccherina, del tutto auto sufficiente. Non mi servono forniture esterne. Non mi servono regali esterni. Trattieni le tue renne meccaniche, anzi vendile perché il "tagliando" costerà sempre di più. Ed il tagliando delle tue renne non è giusto che lo paghiamo tutti noi. Una volta chiedevi una firma con il sangue, ora con il dolce sapore dello zucchero. Hai cambiato aspetto ma ti riconosco ancora, ora che ho gli occhi un po’ più liberi di scorgere la tua ombra. Vorrei tanto che questa visione potesse essere ben visibile e pubblicizzata sul grande schermo della coscienza globale. Ma dipende solo dalla nostra forza di volontà. Quanto è dolce il Natale nei ricordi del passato, ma la vita dal 7 gennaio è sempre la solita, anzi… ancora amara. Per questo chiediamo dolcezza in abbondanza. Peccato che non è questa la dolcezza che farà cambiare il mondo, non è di questa “cosa” che abbiamo bisogno. Di cosa abbiamo bisogno non lo capisco nemmeno io, perché quando mi fermo a “sentire” in me: “cosa significa essere felici?” non lo capisco. Non mi sovviene nulla dal mio cuore. Non riesco nemmeno ad immaginarlo. Mi vengono solo in mente “rumori” confusi legati alla tua venuta, al fatto di avere o possedere qualcosa. Capisci? Non riesco più nemmeno ad immaginare, a sentire, cosa voglia dire essere felici, essere completi, presenti, bypassando il senso del possesso. La dolce droga che è entrata dentro di me da piccolo si è fissata anche nella biologia e richiede di essere continuamente rinnovata, pena una crisi esistenziale sempre più forte. Lo Spirito del Natale è uno stato proprio e naturale dell’essere, già insito in noi e solo “otturato”. La novità che ti annuncio per il prossimo anno nuovo è che ho deciso di correre il rischio di interrompere l’assunzione di dolce droga. Se starò male saprò che il motivo è solo quello e saprò che mi sto disintossicando. Ma in cuor mio so che non starò male più di come sto male adesso. Caro Babbo Natale finto anche tu, in fondo, mi hai fatto del bene schiacciandomi contro il pavimento con tutto il tuo dolce peso. E per questo ti ringrazio e ti voglio bene, ma… ti prego, non farti più vedere perché ho lasciato i cani liberi! 
P.S. Ah, scusa; metti meno zucchero bianco nel caffè! Ti fa male. Anzi non metterne proprio. Anzi non bere nemmeno caffè! Insomma cerca di dimagrire perché sono preoccupato per te…
P.P.S. Ora ho capito! Sono tutti quei biscotti ed il latte che la gente ti mette a disposizione nelle loro case… Fai una cosa Babbo Natale finto: stai a casa che ne va della tua salute. Staremmo tutti meglio, sai?

lunedì 21 dicembre 2009

La "lista" che può salvare.






"Rubata l'insegna "Arbeit macht frei" ("Il lavoro rende liberi"), che campeggiava al di sopra del cancello di ingresso del campo di sterminio nazista di Auschwitz-Birkenau, nel sud della Polonia".

È innegabile che siamo immersi e “sospesi” in una società che non ci convince del tutto. Cerchiamo di fare ordine in questo aspetto e chiediamoci “Se io fossi libero veramente di fare quello che voglio, ossia se avessi i “mezzi” per sostentarmi senza spendere tutto il mio tempo a lavorare, farei quello che faccio usualmente tutti i giorni?”. Sembra una domanda ovvia e banale, ma, badate bene, costringe a fermarsi e a pensare al “cosa si vorrebbe”. Ci avete mai pensato? Cosa vorreste dalla Vita? E sono anche sicuro di saperlo.  
Ecco quello che vorreste: non fare questa vita. 
Ovviamente io intendo “mediamente” e lo intendo a livello mondiale. Ossia la “media” del genere umano (la gran parte) non vorrebbe vivere come vive attualmente. E non penso che occorra la sfera di cristallo per comprenderlo e non ho io capacità in tal senso. Tuttavia “sento” che è così. La storia dell’evoluzione umana ci narra di una nostra provenienza quasi casuale, nell’economia generale dell’universo. Come se a causa di un mix del tutto improvvisato di chimica, pressioni, temperature, distanza dal sole, etc. si siano create le basi per la vita primordiale. E noi dunque siamo “colorati” ed animati da questa origine casuale. Ma l’uomo ha sempre sentito di essere qualcosa di più di un “incidente” chimico tra particelle subatomiche “ispirate”. La natura spirituale dell’uomo è innata e ha sempre cercato di “bucare” la superficie, sulla quale regnano i sensi, tramite il calore animico legato all’organo superiore del cuore, capace di scaldare anche fisicamente l’intero corpo. Le religioni nascono su queste fondamenta originali e, ben presto, iniziano ad oscurare il “cielo” cognitivo dell’uomo, allontanandolo ancora maggiormente dal proprio sentiero del ritorno al Creatore. Inizia un depistaggio secolare che mette alle corde la fede e la speranza di essere molto diversi da come si è “dipinti”, da come ci si percepisce, da chi si è divenuti. Oggigiorno una buona parte della società vive in abitazioni che, per permettersi, deve lavorare tutta la vita. L’umanità, raccolta nelle città, è stata svuotata da ogni sapere antico e riempita di una conoscenza e curiosità molto diverse da quelle originarie. Il pericolo non giunge più dagli animali feroci. La sicurezza sembra alla portata di tutti. Le guerre ci sono sempre ma non toccano più quella società più industrializzata di stampo occidentale, la quale si ritiene depositaria della “verità” e vede alla televisione documentari che parlano di altri uomini che, ancora oggi, vivono allo stato primitivo nelle giungle brasiliane.
Io non so come fare ancora per cercare di rendere pubblico quello che sento, che vedo, che odo, che percepisco, che annuso, che tocco dal mio punto di osservazione di quello che mi sta intorno. Oramai ciò che “digitalizzo” di questa versione della realtà suona estraneo con ciò che “si è portati” a vivere. Con occhi nuovi, le “cose” sono molto diverse da come ci costringono a vederle. Sono troppo fumoso vero? Ebbene, io penso che “tutto quello che ci è stato concesso” ha un riferimento ambivalente – fa bene e fa male allo stesso tempo – solo che la porzione che fa male si innesta in un tessuto totale collaudato nel tempo, che ha la meglio sulla parte che fa bene.  Sta solo a noi fare la differenza. Per questo il “controllo” è passato al nostro interno. Da dentro ci tengono prigionieri e, dunque, non serve più la prigione. Siamo auto prigionieri di noi stessi. I valori della persona ruotano attorno al possesso. Ognuno di noi si crede isolato dagli altri. Diverso, migliore. Eppure i conflitti interni non mancano, proprio perché la lotta è passata dentro di noi. Tutto ciò che serve al fisico, in una dimensione fisica come questa, giunge attraverso l’alimentazione. Insomma abbiamo una sola via di sostentamento, quella legata al passaggio dalla bocca dei cibi. Non si scappa. E proprio da quel passaggio “forzato” inizia l’opera di sorveglianza. Ogni cibo è “debole”. Mangiamo ciò che la “gola” richiede. In abbondanza estrema. Senza controllo. Con amalgame velenose nella bocca. Lavandoci i denti con prodotti a base di fluoro dannoso. Con una classe medica che non sa come aiutarci se non facendoci passare il dolore magicamente ma non intervenendo sulle cause. Senza una educazione alimentare. Senza sapere cosa succede nelle combinazioni di alimenti. Senza avere idea di cosa sia il fegato o qualsiasi altro organo vitale. Lontani da noi e lontani dalla nostra fisicità persino. Come dei “sacchi” ci riempiamo e difficilmente ci svuotiamo completamente, diventando molto simili a fognature mal funzionanti coperte dall’apparenza della pelle e, quando anche la pelle non ce la fa, coperti dalle apparenze del “trucco” o di una abbronzatura o di un abito ed una capigliatura alla moda. Proprio come la derelitta aristocrazia francese che copriva i propri “puzzi” con le fragranze meravigliose prodotte dall’ingegno umano e della natura. Proprio come le città medievali e rinascimentali che marcivano tra i propri escrementi e, per questo, venivano “visitate” dalle mortali epidemie di massa. Proprio come accade ancora oggi in una latrina pubblica. L’uomo è sporco fuori perché lo è dentro a molti livelli. Ricordiamo una cosa una volta per tutte: utilizziamo la nostra capacità di “sentire” e non fermiamoci ai consigli diramati dalla televisione o dal medico di famiglia. Tutto ha un senso ed un perché! La malattia è uno squilibrio con cause ben precise che occorre comprendere. Ma queste cause sono tutte interne a noi e spetta a noi capirle, magari con l’aiuto di una scienza medica, per ora alternativa, oppure di amici che sono già “passati” dagli stessi problemi mediante l’utilizzo migliore del proprio sé. Siamo divenuti “pigri” per infiniti motivi. Non esistono forme di malattia incurabili. Non esiste il limite della genetica. I limiti sono stati creati dentro di noi, stop. Dio mio quanto ci sarebbe da scrivere… Mi limiterò ad inserire una lista di libri, che ho trovato in internet, in calce ad un pdf (un lavoro già confezionato da altri che chiede solo di essere diffuso); molto utile per coloro che vorranno iniziare o continuare un viaggio alla scoperta di cosa si cela oltre i confini del ritenuto “conosciuto”… 
Pillola rossa o pillola blu? Vorreste scoprire quanto è profonda la tana del bianconiglio?

Copio ed incollo la "lista":
“Sono stati anche digitalizzati, tra gli altri, i libri che seguono. Tutti eccellenti. Cercali…  Diversi libri sono dedicati al digiuno, un rimedio che non costa nulla ... approfondisci! Chissà, potrà esserti utile. Gli altri titoli:
Digiuno terapeutico dell’Associazione Igiene Naturale Italiana.
Digiuno razionale, per il ringiovanimento fisico mentale e spirituale del Prof. Arnold Ehret.
Il Sistema di Guarigione della Dieta Senza Muco del Prof. Arnold Ehret (Pregevole per tante intuizioni valide e per quanto `e scritto sul digiuno ma ATTENZIONE: la dieta di Ehret non vale per chiunque, con qualunque costituzione fisica... e lui inoltre non distingue a seconda della costituzione fisica, non parla di canali energetici nel corpo, non sa nulla di prana/etere, non parla delle qualità energetiche dei diversi alimenti... e questa dieta presuppone comunque che si accompagni al digiuno e lunghi bagni di sole... meglio leggere anche qualche libro sulla dieta macrobiotica, prima di cacciarsi nei guai).
Ipertensione e malattia circolatoria. Come prevenirle e disfarsene naturalmente senza ricorrere a medicine ma adottando un sistema di vita corretto, del dr. Herbert Shelton.
Il digiuno può salvarti la vita del dr. Herbert Shelton (uno dei migliori libri sull’argomento). Tante malattie gravi, incurabili per la medicina ufficiale, possono essere guarite semplicemente digiunando e in breve tempo. Occorre forza di volontà.
Assistenza igienica ai bambini del dr. Herbert Shelton.
Sieri e Vaccini del dr. Herbert Shelton.
La Facile Combinazione degli Alimenti del dr. Herbert Shelton (molto importante combinare correttamente i cibi).
Tumori e Cancri e loro sparizione naturale per autolisi del dr. Herbert Shelton, c’è anche una critica feroce ma onesta alla cosiddetta ricerca scientifica (e relativa fame di denaro senza mai fine) in campo oncologico (era il 1950) tutt’oggi attualissima. Si parla anche di errate diagnosi. Non ci fanno una bella figura i medici. Shelton era un Igienista Naturale, non un medico.
L’antico segreto per ringiovanire
Lo Yoga della Nutrizione di M. Aivanhov.
Il Vangelo Esseno della Pace scoperto da Edmond B. Szekely, un classico, poetico. Tratta del digiuno e del corretto modo di alimentarsi.
La scoperta del Vangelo Esseno della Pace descrive come Szekely ha scoperto il Vangelo Esseno della Pace.
Di cancro si può guarire… con l’aloe arborescens preparata secondo la ricetta di Padre Romano Zago.
Vegetarismo e Occultismo di Leadbeater. Dopo uno decide di non mangiare più la carne.
Alcool e Nicotina di Rudolf Steiner.
Alimentazione per vivere sani di Rudolf Steiner.
Fluoro, pericolo per i denti, veleno per l’organismo di L. Acerra (Un sacco di balle ci vengono raccontate sui pregi del fluoro nel prevenire la carie e invece `e un veleno. “Save your ass”)
Sugar Blues, il mal di zucchero, una dipendenza dal sapore dolcissimo diWilliam Dufty (un classico che mette in guardia dai gravi pericoli per la salute derivanti dal consumo di zucchero raffinato).
Consigli pratici per una vita macrobiotica di Ferro Ledvinka
La dieta macrobiotica di Georges Ohsawa (libro davvero importante)
Latte e Formaggio, rischi e allergie per adulti e bambini di Claudio Corvino (contro la disinformazioni della lobby dei produttori di latte & derivati). Una volta letto questo libro, uno di latte e derivati non ne vuole più saper nulla. Chi consuma questi prodotti, si ritrova, una volta avanti con gli anni con un corpo intasato da rifiuti metabolici di varia natura ... a chili! Vai in giro, guardati attorno e osserva! ... le panze ... e l’addome sfatto/espanso delle donne, in particolare, ... questo hanno ottenuto con la mozzarellina la sera, assieme all’insalata o sulla pizza, col cacio sui maccheroni, con lo yogurt o il latte a colazione.
Intestino Libero, curarsi e purificarsi con l’igiene intestinale del dott. Bernard Jensen, corredato da foto alquanto crude ed esplicite ... es. foto di corde di muco nero e colloso ...
Essiac il famoso rimedio contro il cancro di Rene Caisse. Con Informazioni anche su alghe Klamath, probiotici, enzimi digestivi.
Noni, la pianta magica dei guaritori polinesiani di L’ubecke e Hannes.
Cucinare per il corpo e per lo spirito di Roggero Guglielmo (valido libro di cucina macrobiotica con facili ricette).
Il segreto di Igea. Guida pratica al digiuno autogestito dell’Associazione Igienista Italiana. Una guida semplice, chiara, completa. Utile anche a chi ha problemi di dipendenza (tabacco, droga, cibo, farmaci...).
Le istruzioni per la pulizia del fegato con i Sali di Epson della dr. Hulda Clark. Corredate da documentazione fotografica che mostra i calcoli biliari espulsi applicando questo metodo facile, veloce, incruento e indolore e soprattutto “tremendamente” efficace. `E molto importante dare la stura al fegato periodicamente altrimenti tra i 65 e i 75 anni il processo si compie e il “fegato va a puttane” e fai una brutta fine ... ma brutta davvero. I MEDICI TACCIONO: e si capisce! Se questa pratica fosse diffusamente conosciuta e adottata, centinaia, migliaia di interventi chirurgici non verrebbero più eseguiti perchè inutili e tonnellate di medicine non sarebbero pi`u vendute. Ergo . . . centinaia, migliaia di medici a spasso... un business minacciato! Riflessione: un bambino ha il fegato pulito ed efficiente e porzioni modeste di cibo gli sono sufficienti per crescere. Un adulto ha il fegato intasato e consuma grandi quantità di alimenti che male assimila. Se pulisce il fegato (anche 10-15 volte andrà ripetuta la procedura, ad es. ogni 2 mesi), dopo, avrà bisogno di consumare molto meno cibo. I Sali di Epsom sono in vendita in alcune erboristerie oppure su www.ecosalute.it e costano davvero poco.
Ortotrofia, l’arte di nutrirsi per fortificarsi di A. Mosseri, igienista francese.
Ortotrofia, la salute con il cibo di A. Mosseri.
Mangiate secondo le leggi della natura di A. Mosseri.
Il miracolo degli alimenti vivi del dr. Kristine Nolfi sul crudismo (la Nolfi `e così guarita da un cancro al seno).
Il digiuno per la salute di Oswald e Shelton. Contiene in particolare il diario di un digiuno di 28gg (con cui fu curato l’asma)! E la descrizione di 100 casi di (varie) malattie, curate col digiuno.
Miracoli, come fare accadere quello che vuoi di S.Wilde. Un’opera che ti spiega come funziona la realtà. Non è proprio come appare!
L’Acquario e l’Arrivo dell’Età d’Oro di O.M. Ivanhov (fa riferimento all’Era dell’Acquario che avrà inizio a dicembre del 2012).
La Tossiemia, causa primaria di malattia del dott. Tilden.
L’immensa balla della ricerca sul cancro di Lorenzo Acerra. In appendice un esercizio di Chi Kung molto semplice e efficace. (Quanti inganni!).
I pericoli della televisione, argomenti scientifici ed esoterici. della Scuola della Rosacroce D’oro. (Lo leggi e non accendi più il televisore).
La medicina e le sue menzogne. del dott. Roger Dalet (Lo leggi e perdi ogni considerazione nei confronti dei camici bianchi).
Di sclerosi multipla si pu`o guarire? la cura del dott. Montain frutto di 30 anni di ricerche. (Anche in questo caso le campagne di raccolta fondi per la ricerca sono raggiri belli e buoni. Si affianca al libro scritto dalla dr.ssa Kousmine e al lavoro del grande Max Gerson).
Come curare senza operare ernia, emorroidi, ptosi, spostamento dell’utero. di A. Mosseri (in allegato come vincere i calcoli renali con l’alburno di tiglio selvatico).
Esperimenti di controllo del clima... con aerei che rilasciano scie di sostanze chimiche nel cielo. di un’Anonimo. (L’ho viste con i miei occhi . . . e anche gli effetti. Tutto vero).
La cura Breuss. Cancro, leucemia e altre malattie apparentemente incurabili, curate con metodi naturali di Rudolf Breuss.
Prevenzione e Cura del Cancro con la Dieta della dr.ssa Maud Tresillian Fere (medico che si è curata da sè un cancro all’intestino con una dieta accorta).
Gli Otto Pezzi di Broccato sono una serie di 8 esercizi di CHI KUNG, famosi per la loro efficacia, e servono a colmare di energia i canali energetici del corpo. Aumentano la forza. Utili anche nei periodi di digiuno ... per avere più energia senza mangiare.

IL CERCHIO NON SI CHIUDE SE...
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