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giovedì 11 giugno 2015

Cosa è geniale, nel loop?


Genio è... (in)clinazione: Verso dove/cosa? Verso la... (di)pendenza.
Da cosa sei ®aggiunto/a, mentre vivi la “tua” esperienza?
Da onde. Da segnali. Da “annunci”, che ti trovano. Da radio programmazione. Da radioattività. Da… molti aspetti non manifesti. 

Qualcosa che (auto)av(viene),  fintanto che... continui a guardare alla realtà, solo con gli occhi dell’abitudine.
L’abitudine è una “riduzione della portata della prospettiva”. Il vedere dalla toppa della serratura, piuttosto che… dalla porta aperta.
Ciò che viaggia sino a (e con) te, ovunque, molto spesso non lo (p)rendi in considerazione, appunto, perché invisibile. Questo non significa che, tutta(via), non esiste… come puoi tranquilla(mente) appurare, ad esempio, con la corrente elettrica (che accende “magicamente” la lampadina nel tuo salotto di casa).
Quindi, “c’è abitudine ed abitudine” e c’è, sopra a tutto, “autorizzazione all’abitudine e/o vice(versa)”, ossia… c’è una regolamentazione, per "legge", di ciò che sei “spinto/a a credere (e, dunque, a vedere/ricordare)” e ciò che, (in)vece, è necessario (e ovvio) per il tuo “bene” e per quello dei tuoi simili.
Quale interesse spinge, a sua volta, la (ri)formulazione della “legge”?
Quale è il “bene comune”?
E, se esiste il bene comune, allora deve esistere anche il “bene privato”. No?
(In)fatti, la “proprietà privata” è qualcosa che si è andata, via via, sempre più intensificando… dal momento in cui è risultata protetta e tutelata proprio dalla legge stessa (scritta per il “bene comune”, ma… a partire da quello privato).
È un loop. Sei in un loop. Ed, il loop, è caratterizzato da una sostanziale “mancanza di memoria” progressiva, relativa alla sua (in te, tua) origine/installazione/implementazione.
Mancando l’origine (il perché)… manca anche la causa, che quindi “(pro)cede, da oltre le quinte del visibile”.
L’inabissarsi dell’inizio (origine, sorgente, alfa) cor(risponde) all’inabissamento della memoria pregressa, dell’esperienza accumulata nel tempo e nelle vicissitudini trascorse (che molto probabilmente avevano anche insegnato qualcosa, relativamente ad un certo passato).
Da una "crescita" nel tempo, si passa – allora – all’esatto contrario (dal punto prospettico comune, umano):
alla stasi o all’involuzione del grado di “Sovranità”, che era abitudine di un certo tempo e, ora, solo frutto di fantasia.
   

mercoledì 10 giugno 2015

Senza microscopio né camice bianco.



Nell’articolo di ieri SPS ha appena sfiorato l’ambito, de(scritto) da Rudolf Steiner - “cento anni fa” - relativo agli “uomini locusta” (o i “senza Io”).

Eppure, l’(app)orto fornito da SPS è fonda(mentale) al fine di 1) (man)tenere il proprio focus, 2) man(tenere) la propria coerenza e 3) man-tenere la visione sulla (com)presenza non manifesta del Dominio.
Per cui, in questa “ottica”, anche i “senza Io”, sono stati (de)scritti nella loro intima essenza – attra(verso) la spiegazione frattale espansa, che caratterizza questo piano di reale manifesto “qua, così”.
Ossia, il modello “idiocracy”, lo status quo e i “senza Io”… sono tutti aspetti apparente(mente) di(versi), ma relativi allo stesso principio dominante, (ri)velato e (s)velato proprio per mezzo della frattalità espansa che, da un lato è “strumento” e dall’altro è “legge/memoria”.
Qualcosa di... “uno e trino”, cioè, indemagliabile, essenziale, centrale, indivisibile… per coloro che osservano il reale, in qualità di “accorti”.
Accorgersi è l’inizio.

A Filtro di Semplificazione attivo, i “senza Io” sono esseri umani.

Sono, cioè, coloro (gli umani) che, come dei (ri)tornanti, sono “obbligati (ormai)” a girare attorno al piano reale (ri)emerso (status quo), (ri)nascendo e (ri)morendo in continuazione (essendo eterni, per quanto riguarda la loro sostanza).
Questo eterno vorticare “attorno a” (che non cambia mai, anch’esso… nella sua sostanza), rende progressiva(mente) gli umani… come degli “svuotati dall’interno”.
E ciò che viene drenato, in termini di conoscenza/memoria (esperienza pregressa, sempre resettata), viene sostituito con palliativi a minore valore aggiunto. Ossia, da tutto ciò che “serve” per… rimanere “qua, così”.
È il continuo, costante, progressivo, centrale… “ruotare attorno a…”, che forgia i “senza Io”.
Per cui, non sei alle prese con fenomeni “alieni”, rispetto alla natura umana, bensì, sei alle prese con un cambiamento strategico (pre)visto ed intenzionale, “diffuso da una fonte, che insisti a non prendere in considerazione (certo, per motivi altrettanto strategici ed imperativi… come dei comandi ipnotici o un incanto)”…
Preterintenzionale
Che va oltre l'intenzione di chi agisce; in particolare, di azione che provoca conseguenze più gravi del previsto
Ecco. Leggiti “per bene” (con “far frattale”, dal tuo centro o terzo stato, “lato tuo”, in coerenza ed equilibrio) la definizione appena (ri)portata.
  • che va oltre (al di là, ossia, “prima”. He He)
  • l’intenzione di chi agisce (qualcosa che fai, ma in quanto meccanismo inconscio)
  • in particolare (focus)
  • di azione che provoca conseguenze più gravi del previsto (le “conseguenze più gravi” sono quelle – non registrate direttamente da te – che permettono allo status quo, di rimanere del tutto “intatto e sempre attuale”).
Ciò mette, chiara(mente), in luce (alla coordinata di SPS) che… “tu non sei in te, non sei te stesso/a”.
 

martedì 9 giugno 2015

Sono sempre esseri umani.


Pawel Kuczynski
Chi ha sognato questa realtà (ri)emersa? Chi ha "(di)steso al vento"... la propria intenzione? Chi ha dato f(orma) al manifesto?
Per (de)scrivere intera(mente) l’articolo di oggi, oc(corre) il tempo per l’estensione di un intero testo… a “libro” (non è detto che SPS, non lo farà…). Qualcosa che non è possibile fare solo nello spazio di "oggi".

Ma non è un problema, vista la caratteristica frattale, insita nel tutto...

L’esperienza di/in SPS, rende “capaci”, ossia… aumenta per “valore aggiunto”, l’emersione di ciò che giace nel (pro)fondo di ogni umano (in quanto memoria collettiva acquisita ed ancorata)… a livello di “conoscenza implicita” (acquisita precedentemente, rispetto a “questo tempo”).
Qualcosa che… “non esiste, ma c’è” (come il Nucleo Primo).
A partire dall'affermazione che "noi sappiamo più di quanto sappiamo dire" lo studioso ungherese (Michael Polanyi) riconosce l'esistenza di due dimensioni interdipendenti della conoscenza, nel senso che la dimensione esplicita della conoscenza si accompagna o si fonda sempre su una dimensione tacita precedentemente interiorizzata.
Nonostante la conoscenza possa essere opportunamente articolata e spiegata, la dimensione esplicita include sempre anche quella implicita...
  • la dimensione esplicita della conoscenza si accompagna o si fonda sempre su una dimensione tacita precedentemente interiorizzata (una condizione di memoria precedente; quindi, anche un trauma e ciò che è venuto prima e non è stato del tutto cancellato)
  • la dimensione esplicita include sempre anche quella implicita (la frattalità è ubiqua).
Che cosa è già successo? Non lo (ri)cordi. Vero? Ti av(vali) di "libri di storia"... di un sapere raccontato da altri, per te. Ma non è mai la stessa cosa... Il "cosa è successo" fa la differenza, rispetto alla condizione di "trauma/shock = deviazione della memoria" e di "pre(cedente) status quo = memoria d'esperienza".
Passi, così, da una conoscenza diretta (esperienza) ad una conoscenza (in)diretta (racconto storico), comunque... sempre (ri)uniti a livello di "memoria". 
Qualcosa che si può, anche, sfruttare ad hoc, per via della sua stratificazione che, nel reale manifesto, equivale a:

sovrapposizione per sintonizzazione al segnale (im)portante del Dominio (abitudine, oblio, reset).
   

lunedì 8 giugno 2015

Che cosa “indossi”?



Non c’è differenza tra un cavaliere e ogni altro uomo… a parte ciò che indossa”.
Robin Hood
Ma… c’è una certa somiglianza, (in)vece, per quanto (ri)guarda la capacità di “creazione” umana, tra “computer e mente” e “industria e corpo fisico”.
Questo perché la frattalità espansa è sempre all’opera e tutto è “ad immagine e somiglianza di…”.
Ciò significa che l’atto (pro)creativo umano (il generare figli) non è il proprio diretto (ri)flesso, bensì, un automatismo di specie al fine di prolungarne e garantirne la sopravvivenza ed il “dominio… per (p)arte del Dominio”.
L’autentico atto di (pro)creazione è proprio ciò che gli umani sono capaci di generare… relativa(mente) a se stessi, da sé/in sè. Non un altro essere, ma... ancora se stessi.
Ergo, l’industrializzazione umana è un processo che replica frattal(mente) l’automatismo del “parto” e che (ri)flette quel grado di “natura”, che cor(risponde) al funzionamento “occulto” dello scenario reale manifesto, ossia, a ciò che lo per(mette) sottintendendolo.
Senza prendere in causa la (com)presenza dell’im(manifesto), nel piano del reale (ri)emerso come (con)seguenza… nulla puoi “immaginare/capire/(ri)cordare”, relativa(mente) a ciò che sei e che è già successo.
Se… “nel 1912 è stato dimostrato che una cellula potrebbe vivere per un tempo indeterminato in perfetta salute. È stato provato realmente in laboratorio da un famoso Premio Nobel, il noto fisiologo francese Alexis Carrel. Egli mantenne in vita al Rockefeller Institute for Medical Research…” (link); quale tipo di conoscenza è immagazzinata “là”, in favore della “famiglia Rockefeller?
Un sapere che è una memoria, e lo è almeno da cento anni.
 

venerdì 5 giugno 2015

Profumo di Spiritualità? Naa... Terzo Stato. Al di là di ogni "luogo comune".



C’è qualcosa che non va. Vero? A livello generale, è così. Lo senti nell’aria. Lo senti quando ti alzi al mattino. Lo senti poco prima di addormentarti. Lo senti sempre, se… te lo (per)metti di sentir(e/lo).
È come un sottile “puzzo” (come quel sibilo notturno, che senti sempre e che non riesci mai a spiegarti).

Come qualcosa che “va a male”, ma che è, tutta(via), sempre qua”. Un odore proprio. Un segno che annuncia una (com)presenza. È il Nucleo Primo che “puzza”? He He. Forse, perché si lava poco!
Mhm, vai più al sodo. Ad emettere un simile segnale di “marcatura del territorio”, sei (in)direttamente tu e tutti i tuoi simili.
Il “puzzo” che non senti è, (in)vece, determinato dalla frattalità espansa, che caratterizza il reale manifesto... dell’equivalente “valore sostanziale” emesso dal Nucleo Primo e filtrato attra(verso) la tua “presenza”.
Ossia, è come percepire qualcosa di relativo ad una fonte non più (ri)cordata, tutta(via), sempre (com)presente e, dunque, deviata rispetto alla sua “naturale fisicità”. La tua presenza filtra anche "l’impossibile" (dal tuo punto prospettico dipendente), rendendolo altro... rispetto a quello che “è”.
Dunque, a “puzzare” sei tu. Mentre il Nucleo Primo semplice(mente) “è”.

Il “tuo puzzare” è un “memo” relativo a qualcosa che “senti, ma… non puoi provare”, macerando sul posto ogni tuo “umore”, marciando sul posto con ogni tuo “umore”.
Il fatto di non (ri)uscire a provare che esiste... ciò che “percepisci”, viene tradotto sul piano frattale – nel reale manifesto – come un malessere generale, con una architettura delle città “malsana”, con un modo di vivere nauseabondo, con una sostanziale immersione in una “(f)orma d’arte” che è esatta(mente) “ciò che vedi, quando ti guardi attorno”.

   

giovedì 4 giugno 2015

La realtà, in quanto potenziale, è un "concetto orientabile". Chi ha orientato questa realtà manifesta?




Gli ideali sono pacifici. La storia è violenta…”.
Fury
Gli attori (quelli dei “film”) recitano (p)arti, secondo copione. Quasi ogni p(arte) va loro bene, perché “(un) lavoro” e perché “dotati di un talento particolare nel… recitare ad hoc” (il frattale di ciò che esegue per intero, il genere umano).
Ma… capiscono, real(mente), ciò che “replicano”?
Gli ideali sono pacifici...
La storia è violenta…
Ora, quante interpret(azioni) potresti dare a questa espressione, recitata “molto bene” da Brad Pitt, in Fury?
Quante e… quali? He He… Inutile domandarlo: (in)finite.
Tante versioni quante possibilità hai, di “calzare più o meno total(mente)… qualsiasi (p)arte che ti (ri)trovi ad in(scenare)”.
Tu non hai un solo carattere, un solo credo, una sola “religione”, etc. (lo capisci quando "salti gù da un carro, per salire su un altro", per come sei, diventi e "sei diventato/a").
Sì, perché… in realtà, tu sei inserito/a in un modello sociale (in una realtà manifesta, caratteristica e caratterizzata) nel quale 1) non sei te stesso/a, 2) non (ri)cordi, 3) (di)pendi, 4) sopravvivi e 5) sei dannata(mente) sempre “affamato/a” di… un po’ di tutto, con una preferenza accordata verso il “tirare sera”.
Ossia, il “tuo” futuro non è qualcosa di pianificabile “qua, così”, ma semplice(mente), ti limiti a “sperare” (ancora nel 2015) nella magnanimità del “tuo” Dio (qualsiasi forma esso abbia, nella tua in-capacità di immaginarlo).
Se il tuo futuro non è “nelle tue mani”, significa solo che è “in mani altrui”. È certa(mente) così, in quanto… “nulla ac(cade) per caso” e ti muovi in uno scenario di reale (ri)emerso, dotato di (di)pendenza (senso).
In un piano inclinato, verso dove pensi di (s)correre? Verso l’alto o verso il basso? In ogni caso, verso dove ti spinge la "corrente"...
  

mercoledì 3 giugno 2015

Pendenza che (ri)crea (di)pendenza.




L'Isis è uno Stato come io sono un elicottero…”.
John Kerry
Si è reso conto, il “buon” John Kerry, di che cosa ha (af)fermato? 
La sua è una verità, che “buca” il senso delle parole espresse con una certa intenzione (lui è il “Segretario di Stato degli Stati Uniti d'America”, in auge).
L'Isis esiste real(mente)?
Certo che esiste, ma... "perchè esiste". A chi/cosa "serve"?
Questa è frattalità, ossia, quel grado di “vero” che ti raggiunge sempre e comunque, nonostante “tutto”.
He He…
Lo sai (vero?) che sei alle prese con una “dinastia del/di potere”, che succede a se stessa da tempo immemore.
Ciò che ti amministra è una (di)scendenza, un lignaggio, una “stirpe” che è allargata all’intero Pianeta (e, tutto ciò, senza nemmeno scomodare il “concetto ingombrante” del Nucleo Primo o del Dominio unico in/su questa realtà manifesta “qua, così”).
Qualcosa che “non lo sa nemmeno di… essere così”, al livello emerso.
Qualcosa che “ (ri)specchia fedel(mente)” il livello sommerso del Dominio.
Bruce e Kristine Harrison, fondatori del Waikiloa-base Forest Family Project, sostengono di avere trovato un legame di parentela fra Bush e Kerry.
Secondo questi studi, la scelta alle elezioni presidenziali sarebbe stata fra due candidati cugini…
Link
Ma "quale scelta"?
È sempre una “commedia” che va in onda, sino a raggiungerti. Sì, perchè “comunque vada, sarà un successo”, perché tutto è (pre)visto.
E di fatto, sei fermo/a ment®e “cammini” (sopravvivi).

Le f(orme) di "auto determinazione", nel reale manifesto, alle quali puoi (ri)correre… sono sempre le stesse:
  • la lotta
  • la difesa
  • la resistenza
  • la ribellione
  • la “lotta pacifica”
  • la "non violenza", etc.
Un mot(t)o che ti (ri)porta sempre a… “essere contro qualcosa”, la cui (com)presenza si è (ri)velata, nel tempo, essere una “gabbia”.
Perché sei sempre sospettoso/a di tutto e tutti? Perché non ti fidi delle Autorità? Perché sei (porta)to/a a dubitare?
   

giovedì 28 maggio 2015

Nulla è mai gratuito "qua, così", visto che (ti) consumi.


Ci sono parole/espressioni/termini… che, non appena udite/i (ri)connettono circuiterie che sovrastano il pensiero; in maniera tale da rendere immediata(mente) l’idea di quale sarà la “via” del futuro a medio/lungo termine.
Sulla gratuità di Internet, ormai, ci fai proprio conto. Vero?
Beh… se ci pensi bene, la Rete (in quanto novità, seppure alla moda) doveva (con)vincere la Massa, relativa(mente) a qualcosa che 1) prima non esisteva, 2) era estrema(mente) invasiva rispetto alla “tradizione” e 3) dunque, necessitava di una prima e lunga fase di “accomodamento gratuito”.
Ora, dopo (diciamo) più di 15 anni (in Italia) di Internet “gratuito” (per quanto riguarda i servizi di base, come ad esempio la ormai insostituibile “e-mail”) qualcosa sembra “(ri)bollire in pentola” (insieme a te, ovvio)…
Internet, Cardani: superare il concetto di gratuità totale.
Occorre superare il concetto di gratuità totale sui contenuti che vengono pubblicati sul web. Lo afferma il presidente di Agcom, Marcello Cardani, che in un'intervista pubblicata dal Sole 24 Ore afferma che il concetto di gratuità totale su internet è da considerarsi "non più adeguato".
"Ci si dimentica - spiega il presidente dell'Agcom - che quel che genera utilità anche sul web ha un costo nella sua costruzione. E questo costo deve essere ribaltato su coloro ne traggono vantaggio".
"Il concetto di gratuità assoluta - continua - che andava bene per una fase pionieristica del web, non è più adeguato.
Certo, ci sono scelte commerciali sui contenuti e va bene.
Ma il principio della gratuità assoluta non è più attuale.
Poi su come arrivare al pagamento o valutare la redistribuzione dei ricavi dall'uso della rete rispetto a chi sostiene i costi, editori compresi, io non mi avventuro.
Ma sul principio credo che ci siano pochi dubbi".
Link
  • non più adeguato
  • quel che genera utilità anche sul web ha un costo nella sua costruzione
  • questo costo deve essere ribaltato su coloro ne traggono vantaggio (chi ha l'autentico vantaggio?)
  • andava bene per una fase pionieristica del web
  • sul principio credo che ci siano pochi dubbi
Non si parlava, forse, di “old e new… economy”? He He… Ora scopri o stai per scoprire che:
  • sei stato/a, prima, reso/a (di)pendente della necessità auto indotta della/dalla Rete
  • sei stato/a come… drogato/a, nel tempo “adeguato”
  • il costo della costruzione” ti sta per essere “ribaltato” contro
  • sul principio (“credo”) non ci sono dubbi
   

mercoledì 27 maggio 2015

Continuazione, st(r)ati ed... "intonaco".



Loop.
"Dopo 2 mila anni… si sta consumando una nuova tragedia greca, le tragedie greche hanno incidenti gravi ma poi la vita continua".
Antonio Patuelli
È proprio questo il vero, unico e continuo “problema”:
poi la vita continua”.
Il “continuare” indica un (pro)seguire (dove?)… lungo la stessa direzione (pre)cedente, che ha procurato la “crisi”. Perché? Perché il reale manifesto “qua, così”… non ti lascia scampo, ossia, scelta, alias, alternativa.
La vera tragedia è che tutto, nonostante tutto, (ri)torna sui propri passi. Tutto è (pro)curato. Le “cose” vengono (ri)vissute solo in salsa apparente(mente) (di)versa, più “moderna”. E questa presunta “ciclicità” viene anche passata dalle “autorità” (e non certo dal tuo acume) come “naturale”… Sì, perché:
  • la Terra ruota su se stessa e attorno a…
  • le stagioni si alternano
  • il giorno e la notte si danno sempre il cambio.
Natura = verità?
He He.
SPS ti indica una via altra; questa:
Creazione = artificialità.
La natura è stata creata. Vero? Da “Dio” (nelle sue varie “nature”, legate alle coordinate Planetarie e, dunque, ai vari circuiti dell’interesse, del potere, del controllo… di “turno” – non ciclico, ma solo redistribuito ubiqua ‘mente’).
Ogni “creazione” genera artificialità/artifizio.
Anche la “prima”. Anche quella “originale”. Anche quella “che hai in mente, tu”…
Naturale è, allora:
un artificiale che fa comodo  1) al suo Creatore, 2) a chi, viene dopo, e controlla il “creato”, perché (ri)corda, (ri)conosce, 3) allo status quo – usufruitore, conservatore e portatore dell’interesse.
  

martedì 26 maggio 2015

Un popolo dovrebbe capire quando è sconfitto.


Quale "senso" ha la lettura del (Re)ale (com)presente?

Non esiste un limite oltre il quale l’obbedienza cessa di essere un dovere?...”.
Diplomacy – Una notte per salvare Parigi
Un popolo dovrebbe capire quando è sconfitto.
Tu lo capiresti Quinto? Io lo capirei?

Il Gladiatore
So molto bene che la distruzione di Parigi non ci farà vincere la guerra. Ma amo i miei figli...”.
Diplomacy – Una notte per salvare Parigi
Il “ricatto” sa essere anche molto sottile. Anzi, la “peggior specie” (di ricatto) è proprio quella strisciante, che non vedi ma "senti" (accusi dentro).
Quella che “si sa che funziona così”… ma, che “non ci puoi fare niente”.
Quella delimitata dal potere dei “superiori”. Altri esseri umani, come te, che in qualche modo hanno trovato il modo di interpretare una (p)arte, a "maggior gerarchia" rispetto alla tua.
È come nascere in Italia (ad esempio) oppure in una favelas? In un certo senso, sì.
È “fortuna”?
È “casuale”?
Beh… credere al “caso/caos” è come (ri)tenere di "venire al Mondo" dopo una estrazione al Bingo, alla Lotteria, alla Pesca di Beneficenza o dopo un “giro di scommesse clandestine” (come se… ci fosse sostanziale differenza tra “gioco d’azzardo legale e non”… solo perché – a decidere – c’è lo Stato, ossia, ancora tu ma… senza saperlo/capirlo. Denudato/a del tuo “valore” e del tuo “potenziale”, che è e rimane sempre sulla “carta… non solo Costituzionale”).
Potresti raccontare questa “bella storiella”, ai tuoi figli, prima di accompagnarli tra le braccia di Morfeo:
“sai, prima di nascere, quando eri sulla nuvoletta… la tua anima ha giocato alla roulette, scommettendo che se avesse azzeccato il numero pieno, avrebbe vinto un viaggio premio in un luogo a scelta sulla Terra, potendo decidere ogni particolare della Vita che l’avrebbe aspettata, proprio perché… vinta. Se, invece, l’anima indovina solo il colore uscito, allora avrà diritto a scegliere il colore della pelle che avrà una volta rinata. Se, purtroppo, non indovina nulla… allora il suo viaggio sulla Terra sarà deciso da…”.
He He… che "storia", è?
Come puoi ancora credere al “caso”? Forse, se sei orientato/a in una simile direzione, dovresti credere – allora – alla storiella qua sopra proposta. 
L’esito “casuale” di ogni (ri)nascita, si “sposa” molto meglio, a quell’esito che puoi (ri)tenere lo sbocco di un “giro di scommesse”, che (av)viene in altra (p)arte.
   

lunedì 25 maggio 2015

Non è vero?


Videogio(g)o. Realtà... aumentata. Chi "guida"?
Non ti piace il jazz?
No, mi piace molto, ma questa è un'altra roba.

The age of Adaline
Come cambia il "giudizio", per chi ha "memoria"?
È possibile essere “eterni”, senza per questo essere dei vampiri?
Come è possibile? In tutti questi anni hai vissuto ma non hai mai avuto una vita.
The age of Adaline
In una Realtà/Mondo, in una società… “come questa”, regolata dalla comune “data di (s)cadenza” inerente alla “speranza di Vita”… cosa potresti maggior(mente) approfondire se tu – e solo tu - fossi eterno/a?
Beh, che cosa... se non “l’infinita tristezza del continuare a sentirti sempre più solo/a e, dunque… maledetto/a”?
In una scenografia di reale simile, gli esseri umani diventano progressiva(mente) “auto limita(n)ti”. Una Vita sola alla volta:
(in)fatti, troppo è il dolore per una "perdita", che diventa continua, dal momento in cui… tutti ti lasciano inesorabil(mente). Ogni tuo affetto, ogni tuo "senso", ogni tuo attimo respirato così intensa(mente)… e vissuto insieme a…
Tutto se ne va, scivolando via “come lacrime nella pioggia”.
Che cosa ti rimane? Il (ri)cordo. Un dolore ancora più grande, quando sei sempre più solo/a! Un’altra (f)orma di “maledizione”.
Meglio, molto meglio… non (ri)cordare più.
Anzi:
meglio morire (ogni volta, a tempo debito), come tutti (prima o poi), in questa Vita. In “una sola Vita, per volta” (senza sapere, senza avere memoria, senza lascito alcuno)…
Non è vero?
Chi vorrebbe essere eterno/a, in una realtà manifesta nella quale “si è i soli a funzionare in un certo modo”?
He He…
 

venerdì 22 maggio 2015

Verità ultima: origine e memoria del loop.




Usi la crema solare? Non sei al sicuro...
È emerso che l'80% dei prodotti contengono componenti che potrebbero rivelarsi dannosi, e che offrono una protezione scarsa.
Prodotti di alcune delle più note marche in circolazione, a quanto dimostrato da Ewg, contengono ingredienti nocivi (oxybenzone e retinil palmitato), o valori eccessivamente alti di fattore di protezione solare.
Non si tratta, tuttavia, di una novità...
Link
"Non si tratta, tuttavia, di una novità...". (In)fatti: tratta(si) "solo" del Principio 80/20 o... della conferma dell'esistenza nel reale, della frattalità espansa.
Verità: è il patrimonio di Dio. Verità: è ciò che riflette la realtà del Mondo, senza alterarla. Ma possiede la verità solo colui che possiede la verità ultima. E colui che possiede la verità ultima è Cristo stesso…
Leviathan
La Quantistica, sostanzial(mente), ti dice che:
quando guardi qualcosa, attraverso di te, vai ad alterare quello che osservi/misuri”, ossia, “mentre osservi, metti qualcosa di te in ciò che stai guardando”.
Quindi, tu non sei un “osservatore neutrale” (passivo).
A livello frattale, questa “caratteristica”... significa che “ti poni in interazione con il reale, che hai attorno o nel quale sei”. Che c’è uno (s)cambio di “in(forma)zioni” (e c'è, anche, un "segnale portante").
Ora, tra due "vasi comunicanti" (in un insieme che comunica), verso quale senso (s)corre l’informazione?
Lo capisci anche solo prendendo in causa, il movimento delle acque libere, sulla superficie terrestre:
i fluidi “liberi” prendono la direzione della (di)pendenza del/dal suolo (ma, attenzione, perchè la struttura del reale manifesto è complessa e gerarchica. Ad esempio, tra un gruppo di potere ed uno che consegue, lo scorrimento delle informazioni procede al contrario; dalla "piccola massa di potere" verso "la grande massa dipendente". Presumibilmente, anche a livello energetico è così. Il "ritorno" è sempre presente, per via dell'utile che ricava la piccola massa di potere, dalla grande massa... al lavoro).

Tutto è vero” (Prima legge di SPS).
Quindi, tra due vasi comunicanti (ad esempio, tra te e quello che osservi), la direzione dominante (senso di scorrimento) sarà quella dal maggior “peso”, in termini di “pendenza (valenza energetica, potenziale, intenzione)”… capace di creare nell’altra (p)arte una terminazione (di)pendente.

Oc(corre) porre molta attenzione (presenza) in questo ambito, perché:
  • tu e ciò che osservi, non siete due “grandezze uguali” (è come mischiare pere e caramelle, o pere e negozio di frutta)
  • per cui, la mente non (ri)esce ad afferrare il significato frattale, che s’emana dalla (ri)flessione dell’una parte nell’altra e vice(versa).
Sì. Perché se l’osservatore mette se stesso in quello che osserva, è anche vero il contrario, ossia:
  • l’osservato (ri)sente della (p)arte interessata ad osservare
  • ma, allo stesso tempo, "risponde di (con)seguenza", perchè l'insieme è cosparso di "interesse".
Come lo capisci, che è così?
   

giovedì 21 maggio 2015

Giustizia o convenienza?




- Io sono il segretario di stato. Offerto da Carl's Junior.
- Perché continui a ripeterlo?
- Perché mi pagano ogni volta che lo dico! Eheh! Eheh! Eheh!

Idiocracy
Se af(fermi) qualcosa, nel limite del tuo diritto di “poterti esprimere libera(mente), ma… solo a casa tua”, allora puoi (ri)tenere che tu viva in una società dav(vero) libera?
Un famoso “motto”, recita:
"la mia libertà finisce dove comincia la vostra"...
Uhm. E dove inizia la “vostra”?
Se una simile "domanda" non conduce a una risposta univoca/esatta, allora diventa una diatriba da tribunale, che - lo sai già - dove ti condurrà, in un reale manifesto che si sor(regge) sulla “forza ed il potere del denaro e della complicità”.
La "risposta esatta" esiste, ed è un mix nozionistico... che propone sempre termini alla moda, come:
  • moralità
  • giustizia
  • etica
  • valori
  • rispetto
  • civiltà
  • equilibrio, etc.
Ma, un simile tipo di risposta è sempre e solo “vuoto ed inapplicabile nel luogo reale emerso dove vivi”.
Nella sostanza… “la pratica vale più della grammatica”, e “qua, così”… sei (ri)chiamato alla “pratica del tacito (con)senso”… anche se hai, magari, l’impressione di essere un:
  • ribelle
  • rivoluzionario
  • anti (qualcosa), etc.
He He… non è, di certo, il tuo tatuarti, il tuo vestire in maniera "strana" (ma pur sempre alla moda), il tuo (di)mostrarti “(di)verso e migliore”, che può fare la differenza tra te e coloro che giudichi unilateral(mente), attraverso una famiglia di epiteti che identificano, frattal(mente), più te che la Massa (o il potere)... che ti illudi di auto (de)scrivere.
Anche tu – che ti credi ribelle (e migliore) – sei sotto allo stesso tipo di “cielo”, che auto (con)tiene il genere umano per intero.
Anche tu non sei (di)verso/a nella sostanza di questo reale, che ti anticipa sempre, (pre)vedendo a monte tutto quello che fai e farai…
Tu non sei (di)verso/a, solo perché “vesti strano”.
Solo perché “parli strano”.
Solo perché “spendi denaro in maniera strana”.
Solo perché “ti illudi di avere capito tutto”.
Solo perché “tu non farai la fine degli altri, tuoi genitori (ri)com(presi)”.
Il termine (così come lo propone graficamente, SPS) “(p)rendi”, è molto ma molto indicativo. Perché?
Perché illumina, coloro che sono in sintonia, a proposito di cosa significhi, sostanzial(mente), “credere di essere libero/a, in un contesto di reale intera(mente) sotto al Dominio di un Principio Unico, (com)presente seppure non manifesto”.
(p)rendi = prendi + rendi…
Alias:
  • in ogni caso
  • ciò che “prendi… rendi”
  • in termini che usual(mente) tendono a sfuggirti.
  

mercoledì 20 maggio 2015

La ruggine corrode: l'investitore... investe.


La (di)pendenza del "cammino".
Nel cratere Yökull dello Snæffels che l’ombra dello Scartaris tocca alle calende di luglio, scendi, viaggiatore coraggioso, e raggiungerai il centro della terra. Io l’ho fatto.
Arne Saknussemm
Jules Verne “Viaggio al centro della terra”
Molti anni prima di SPS, quando il sottoscritto era “ragazzo” (diciamo, verso l’età della prima superiore, forse… un anno prima), si fece largo in me – assistendo educata(mente) alla visione dei Tg, leggendo qua è là dei quotidiani, sentendo ciò che si diceva nei miei dintornila percezione, sempre più allargata e… quasi tattile, che il Mondo intero fosse come “girato al contrario”.

Perché… troppi “Capi di Stato” erano sempre sospettati di qualche comportamento “malsano” e troppi “ex Capi di Stato”, venivano accusati, arrestati, messi sotto processo, indagati, etc., subito dopo alla fine del loro mandato.
Ovvio, era una visione che si allargava a macchia d’olio, continuando a notare certe caratteristiche comuni… del “fare business, politica, sport, religione, socialità ,etc.”.
Tutte attività accomunate da uno strano “destino comune”:
finire “sotto processo”.
Era, forse, “invidia”? Qualcuno dava sempre fastidio a qualcun altro?
Era solo questo? Una lotta fratricida pratica(mente) distribuita dapper(tutto)?
Sembrava che nulla, relativa(mente) alle caratteristiche “uniche” di una Nazione Sociale, (ri)uscisse ad avere la meglio sulla vera ed unica “caratteristica tipica”, che affliggeva le alte cariche di qualsiasi raggruppamento sociale.
Non (ri)usciva l’Islam, né i vari tipi di religione cattolico cristiana, né “tutto quello che credi di sapere”.
Cambiavano le caratteristiche “geografiche” di un luogo, ma la “sovranità regnante” era sottoposta o cadeva sempre sotto al medesimo tipo di “contesto”:
il potere della “magistratura”, che interveniva a giudicare.
Ciò che si fece largo in me, a quei tempi – diciamo così – “ingenui”… fu una vera e propria illuminazione:
il Mondo intero è ribaltato.
La “delinquenza”, i “malavitosi”, i “poco di buono”, i “disonesti”, etc. erano al potere, al Governo, a capo delle Istituzioni di qualsiasi tipo.
Tutto il resto (la Massa) arrancava sotto all’illusione di uno sviluppo sociale, che prometteva sempre qualcosa che regolar(mente)... non cambiava, in realtà, mai. Qualcosa che non è cambiato nemmeno "oggi", dopo oltre trent'anni di "sviluppo sociale senza precedenti". He He...
  

martedì 19 maggio 2015

Parlar chiaro.



Le ultime parole famose: "L'Italia non prenderà iniziativa alcuna di operazioni militari". I Media sempre "conquistati" dal potere di turno.

Ogni potere viene da Dio. Fino a che te lo concede, non hai motivo di preoccuparti…”.
Leviathan
Beh, “qua, così” ci vuole proprio un bel “He He”. Perché? Perché “la gamba l’è tacà al pè” (“la gamba è attaccata al piede”), ossia:
“è così”
“è naturale”
“è ovvio”.
Solo che, “quello che è ovvio per te, non è detto che lo sia anche per gli altri”.
Quindi, nonostante che “la gamba è attaccata al piede” (verità unica ed incontrovertibile) ogni umano continua a vedere le cose in una maniera propria e, se fosse sempre vero in questo senso… andrebbe anche bene, tuttavia, questa “diversità” della/nella prospettiva... non (cor)risponde af(fatto) al comportamento d’insieme (uno per uno), che continua a (ri)modellare “da fermo”… la realtà (ri)emersa che, per(tanto), non cambia mai perché non può mai cambiare nella sostanza.
Pensa:
  • ognuno la vede a modo proprio
  • ognuno è impotente di fronte allo status quo
  • ognuno (con)segue, seppure “di(verso)” (loop).

Si è mai vista una guerra "senza iniziativa alcuna di operazioni militari"?
C’è un collo di bottiglia che ®accoglie tutta la differenza e la normalizza, come un filtro unico, autorizzato a farlo.
Chi/che cosa autorizza un simile comportamento generale?
Qualcosa che “fuori(esce) dal corso della storia deviata, nel tempo (ri)tenuto unico di uno scorrimento obbligato all’interno di qualcosa, che non viene più registrato da nessuno o, forse, solo dai 'matti'”.
Il “parlar chiaro” è una preziosità. Un dono. Un talento.
  

lunedì 18 maggio 2015

L’inquinamento è nelle risorse.



Nella valutazione - lato "utente" - di un prodotto, destinato all’alimentazione umana, si tiene conto di ciò che è (ri)portato sull’etichetta (etichetta che è il risultato finale degli “obblighi a rigor di legge”, che passano attraverso le maglie piramidali dei diversi gradi dell’interesse, in gioco nella società del “vivere civile”).
Dunque, ad esempio, la disamina degli ingredienti e delle famiglie d’ingredienti, che viene diffusa pubblica(mente), attraverso l’etichetta, corrisponde all’analisi scientifica… alla quale il “consumatore” non può mai sostanzial(mente) opporsi, per una serie più o meno evidente di “limitazioni”.
In(fatti), il consumatore non è quasi mai, anche, un "esperto", non ha lo “spessore sostanziale, per giudicare sciente(mente) ciò che introduce in se stesso”. Mentre la scienza deviata, in(vece) gode di altra... prospettiva.
Il consumatore, però, è la fase finale della “sperimentazione su se stesso”. Ossia, è il terminale finale naturale... della catena del prodotto ingeribile.
Se la società d’insieme, normata dalla legge, non ti ascolta… significa che tu sei (in)quadrato/giudicato/ridotto, ad un “sacco contenitore passivo”.
La tua esperienza (ciò che ti succede dentro, quando introduci il tal alimento) non gode di un grande credito, presso gli organi legislativi e (ri)produttivi degli interessi di (s)fondo.
Le reazioni che av(vengono) in te, (ri)producono stati perfetta(mente) attesi, oltre a variazioni sul tema… degne di essere prese in considerazione, ma… in maniere che non sospetti come, ad esempio, l’intera documentazione medica, che gli ospedali ®accolgono allorquando vieni ricoverato/a, ti sottoponi a degli esami e vieni campionato/a di (con)seguenza.
Raccogliere tutto di te è (im)portante, ad ogni livello (non a caso è sorta la “Rete” e le “App”, che la rendono lo strumento di “spionaggio” meglio camuffato d’altro, al Mondo… dopo la forma stessa del reale emerso/manifesto).
  

venerdì 15 maggio 2015

Ignorare ciò che “è”... "è" un problema tuo (la semisfera del reale e le due piramidi).


Il non "accorgersi"...
Vivi in una “realtà semisferica”, per via del suolo terrestre. È come se… il “sotto” non esistesse. Sì, perché… “non te ne fai nulla, dell’ambito sotterraneo, che non vedi”.
Quindi, la (f)orma del reale manifesto è una semisfera (suolo e cielo).
La sfera è un "effetto apparente" dovuto al movimento ed all'illusione del movimento (un atto di auto completamento che, tuttavia, conserva il valore frattale relativo a... "tutto quello che esiste, 'è', ma che non vedi/non prendi in considerazione")...
Ora, è (ri)saputo che il “potere è esercitato per mezzo di una piramide”, ossia, di una infrastruttura d’insieme, gerarchizzata, sensata... ovverosia, orientata/polarizzata… “dotata di un senso”.
La piramide - simbolo della (ri)unificazione del potere in un suo centro o vertice/vortice, oppure, della distribuzione e diluizione (delegazione) del potere, scendendo la struttura così ottenuta – è doppia:
  1. una è (in)scritta nella semisfera del reale manifesto
  2. una (in)scrive la semisfera del reale manifesto.
Come in alto, così è in basso...":
la (de)scrizione di una (f)orma e di una tecnologia.
Piramide interna al reale semisferico manifesto.

Piramide esterna al reale semisferico manifesto. La linea nera indica l'Oltre Orizzonte...


La realtà, in quanto (in)finita manifestazione del potenziale, è unica… solo per quanto (ri)guarda la prospettiva d(a/e)llo status quo, dal punto di vista di:
  • coloro che vi soggiornano, senza più (ri)cordare (servitori)
  • coloro che vi governano, senza più smettere di continuare a farlo (serviti).
Questa (f)orma di reale (ri)emerso, è… “un punto di vista” e, come tale, (rap)presenta - nella sostanza - il diretto interesse dominante (sguardo, occhio), che è pratica(mente) (im)presso dapper(tutto) per qualità, quantità e proprietà frattale espansa (vedi circuiterie SPS).