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giovedì 3 marzo 2016

Una forma di reale “serie di sfortunati eventi” causali.


Circuiterie.
E ora, Israele, che cosa chiede da te il Signore, il tuo Dio, se non che tu tema il Signore, il tuo Dio, che tu cammini in tutte le sue vie, che tu lo ami e serva il Signore, il tuo Dio, con tutto il tuo cuore e con tutta l'anima tua… Temi il Signore, il tuo Dio, servilo, tieniti stretto a lui e giura nel suo nome. Egli è l'oggetto delle tue lodi, è il tuo Dio, che ha fatto per te queste cose grandi e tremende che gli occhi tuoi hanno viste...”.
Deuteronomio 10:12, 20-21
Che cosa "avevi visto, coi tuoi occhi... di tremendo"? Lo hai dimenticato ma, vive pur sempre in te, la paura di ciò che hai veduto...
Credi alla dimensione atomica, ma non vedi il Dominio (che coabita con te “qua, così”). In pratica, “vedi gli atomi” grazie ai microscopi degli esperti e, per questo, ci credi… ed, allo stesso tempo, “vedi il Dominio” grazie alla forma del mondo manifesto, eppure non ci credi.
Ma, pur tuttavia, credi in Dio.
Sei disposto/a persino a credere al suo “opposto”, ossia, al Diavolo:
  • in Dio, credi per sperare in qualcosa di migliore (rispetto alla vita che conduci nello status quo sempre attuale)
  • nel Diavolo, credi per paura che lo stesso tipo di vita (che conduci nello status quo, sempre attuale) continui anche nell’al di là.
Però, è scritto – anche – “Temi il Signore, il tuo Dio”.
Per cui, comunque la metti, “tu hai sempre paura, perché… devi sempre avere paura (condizione di fondo)”.
Perciò, ricevendo un regno che non può essere scosso, siamo riconoscenti, e offriamo a Dio un culto gradito, con riverenza e timore. Perché il nostro Dio è anche un fuoco consumante”.
Ebrei 12:28-29 
Infatti, tu muori, alla “fine dei tuoi giorni”, consumato/a nel “qua, così”...
La più grande delle “illusioni”, perché… credendoci, poni davvero un termine apparente a ciò che è, invece, una esistenza che continua e continua e continua ma, in che modo?
Ancora e per sempre “qua, così”.
Perché, credendo di morire, muori (ossia, reciti talmente bene la “tua” parte, che il corpo fisico incarna realmente un simile “destino”).
Come può morire un principio eterno? Non muore (semplicemente). 
   

giovedì 28 maggio 2015

Nulla è mai gratuito "qua, così", visto che (ti) consumi.


Ci sono parole/espressioni/termini… che, non appena udite/i (ri)connettono circuiterie che sovrastano il pensiero; in maniera tale da rendere immediata(mente) l’idea di quale sarà la “via” del futuro a medio/lungo termine.
Sulla gratuità di Internet, ormai, ci fai proprio conto. Vero?
Beh… se ci pensi bene, la Rete (in quanto novità, seppure alla moda) doveva (con)vincere la Massa, relativa(mente) a qualcosa che 1) prima non esisteva, 2) era estrema(mente) invasiva rispetto alla “tradizione” e 3) dunque, necessitava di una prima e lunga fase di “accomodamento gratuito”.
Ora, dopo (diciamo) più di 15 anni (in Italia) di Internet “gratuito” (per quanto riguarda i servizi di base, come ad esempio la ormai insostituibile “e-mail”) qualcosa sembra “(ri)bollire in pentola” (insieme a te, ovvio)…
Internet, Cardani: superare il concetto di gratuità totale.
Occorre superare il concetto di gratuità totale sui contenuti che vengono pubblicati sul web. Lo afferma il presidente di Agcom, Marcello Cardani, che in un'intervista pubblicata dal Sole 24 Ore afferma che il concetto di gratuità totale su internet è da considerarsi "non più adeguato".
"Ci si dimentica - spiega il presidente dell'Agcom - che quel che genera utilità anche sul web ha un costo nella sua costruzione. E questo costo deve essere ribaltato su coloro ne traggono vantaggio".
"Il concetto di gratuità assoluta - continua - che andava bene per una fase pionieristica del web, non è più adeguato.
Certo, ci sono scelte commerciali sui contenuti e va bene.
Ma il principio della gratuità assoluta non è più attuale.
Poi su come arrivare al pagamento o valutare la redistribuzione dei ricavi dall'uso della rete rispetto a chi sostiene i costi, editori compresi, io non mi avventuro.
Ma sul principio credo che ci siano pochi dubbi".
Link
  • non più adeguato
  • quel che genera utilità anche sul web ha un costo nella sua costruzione
  • questo costo deve essere ribaltato su coloro ne traggono vantaggio (chi ha l'autentico vantaggio?)
  • andava bene per una fase pionieristica del web
  • sul principio credo che ci siano pochi dubbi
Non si parlava, forse, di “old e new… economy”? He He… Ora scopri o stai per scoprire che:
  • sei stato/a, prima, reso/a (di)pendente della necessità auto indotta della/dalla Rete
  • sei stato/a come… drogato/a, nel tempo “adeguato”
  • il costo della costruzione” ti sta per essere “ribaltato” contro
  • sul principio (“credo”) non ci sono dubbi
   

lunedì 13 aprile 2015

Una realtà costruita per "misurarti".


Frequenza di... (ri)uscita.

Sì... Nomad. Ti ho fatto venire io, qui… Ma, ricordati Nick… sei tu che sei venuto a cercarmi... Quindi a questo punto dovresti farti una domanda:
Ho trovato finalmente quello che stavo cercando?”…
The segnal

Nick (ri)trova le "gambe", ma sembra perdere tutto il resto. Poi, grazie alle nuove gambe... perde anche quello che aveva "cercato".
Che cosa gli rimane? He He...
A te che cosa rimane?
Le immagini che si allargano, lasciando spazio alla visione "da girone dell'inferno"... che cosa implicano nello... spettatore?
La trama esce con te, dalla sala cinematografica. Lo sai, vero?
Nel film qua sopra citato, puoi osservare il “lato nascosto” delle abduction, ossia:
che "fine fanno" (dove vengono portati) gli esseri viventi (non solo umani), che vengono “rapiti”, nell’immaginario collettivo fantascientifico descritto leggendaria(mente), dagli… “alieni”?
Ecco dove vanno a finire. In una rappresentazione “vuota” della Vita sulla Terra (luogo di prelievo e luogo di raccolta, per fini di sperimentazione e, chissà, forse di… business).
Ma... una Terra che esiste davvero? Ossia:
la realtà quanto si discosta dalla visione "altra" della realtà stessa?
Potrebbe non esserci sostanziale, differenza...
Si dice che l’atomo sia una rappresentazione “vuota” della materia potenzial(mente) contenuta (una struttura con la sola forma attorno, come una sorta di "campo morfogenetico vivente"); ecco che, anche nel film, tutti gli oggetti non hanno un “anima”.
Il loro interno semplicemente "non esiste", facendo di loro solo un aspetto ordina(rio/to) esterior(mente), come un’apparenza utile più all’inganno visivo che alla sostanza “utile” degli oggetti stessi.
Come se… per la mente “aliena”, nulla di tutto ciò servisse – nella realtà – a “nulla”.
Ora, a Filtro di Semplificazione attivo, SPS “deduce frattal(mente)” che… gli alieni sono una forma umana, che preferisce rimanere nell’anonimato, nel non (ri)preso in considerazione:
il Nucleo Primo.
Il vantaggio del non essere manifesti è sostanziale, e può essere capito da chiunque ri(esca) a distaccarsi, anche per alcuni secondi, dalla f(orma) incantesimale della realtà attuale.
Perché non (ri)cordi più, oltre ad un certo tipo – (pre)confezionato – di memoria?
Perché ti fermi sempre a “quello che sai perché ti dicono che…”?
Perché non ci metti mai vera(mente) nulla di tuo?
Perché (con)segui?
L’ordine frattale della realtà (ri)emersa (e di ogni possibile forma di reale che riemerge) è la “chiave di lettura”. Qualcosa che non ti verrà mai (in)segnato a scuola!