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martedì 29 agosto 2017

L’autentico tasso “d’interesse”.



Nemmeno ad Hogwarts potrebbe esistere il “ministro della finzione pubblica”, poiché – al limite – esiste quello “della magia”; mentre, è “qua così” che esiste il trucco (l’apparenza, la finzione di parte, l’illusione, etc.)”. 
Qualcosa che è interesse allo stato puro, alias, grande concentrazione di massa giurisdizionale a livello globale, sotto dominante. 
E, in tal “caso”, la magia è qualcosa di sin troppo “nobile”, per essere ancora ricordat3. 
Infatti, la strategia è quella che attraversa e caratterizza la “tua” mente, riprogrammata di conseguenza. “Tu” che non sei più… Tu, nella chimica temporale, nella presa AntiSistemica, nell’incanto “di chi, sai essere senza nome, ‘qua così’”. 
L’immanifestazione non è magia
È capacità, conoscenza, memoria, esperienza, consapevolezza del potenziale, etc
È “essere già arrivat3 (non necessariamente) prima”. 
Ma (ma) è “essere già successo” il proprio avvento sotto dominante; qualcosa che succede esattamente per come è già previsto che debba succedere, sull’onda del “è già successo”. 
Rifletti; se episodi globali come, ad esempio, il Big Bang, la “Creazione”, la “fine” dei dinosauri sulla Terra, il Diluvio universale, etc. sono “già successi”… a livello frattale espanso significa che “qualcun3 ha già compiuto la propria ‘grande opera’”. 

martedì 11 luglio 2017

Qualcun3 si è già evolut3. E non sei tu.



Mai provato la sensazione di trovarti in un sogno, ma tutti quelli attorno a te pensano di non esserlo? Ricorda chi è quello sveglio”.
Un nuovo futuro
Ricordare la “sostanza (ciò che per il resto della comunità umana è, al limite, solo una fantasia)” non è affatto semplice
È l’ambiente stesso, che deriva dalla forma sociale, a rendere la memoria come una sorta di cortocircuito; se costantemente dentro ad un labirinto, sia fisico che mentale (la città sempre più “moderna”), la visione (i sensi) si “accorcia”, l’istinto si adatta a sopravvivere secondo altri ritmi, l’intuizione è al servizio dell’attività lavorativa (al “fare carriera”) e la memoria tende a divenire sempre più breve e a fermarsi lungo l’asse convenzionale del racconto storico ufficiale (deviato). 
La “giornata della memoria” è ormai diventata qualcosa di grottesco (pur essendo "giusta", ossia, pur conservando "significato" che, complessivamente, sfugge): 
“non devi dimenticare” ciò che “è già successo”
nella forma prevista dal “rito” sempre più globalizzato ed auto globalizzante. 
Ricordi ciò che va ricordato, per come devi ricordare… mentre tutto il resto scivola via inesorabilmente
Se (se) assisti a qualcosa di straordinario (evento) che vedi solamente per un breve attimo e, poi, non si ripete più… tende ad avere la supremazia, la convenzione. 

lunedì 26 giugno 2017

Significativamente.



La serie “Il Significato” continua, cambiando titolo ma non significato (sostanza). 
E, ciò, è significativo, alias: 
portante. 
È come essere alle prese con il concetto scientifico di “costante”, il segno matematico di “uguaglianza” e l’equilibrio dei livelli in vasi comunicanti. O come, ad esempio, una condizione che si ripete a livello frattale
Di più, avrai certamente notato che, a prescindere dalla “forma” di governo politico… ogni Paese è sottinteso dallo stesso modello economico finanziario speculativo, globale:
nella sostanza c’è una “eguaglianza”, che nulla ha a che vedere con il concetto (universale) di giustizia (ad angolo giro).
Per evitare la noiosa ripetizione di queste parole:
"è uguale a", userò un paio di linee parallele della stessa lunghezza, perché non ci sono due cose uguali tra loro più di due rette parallele”.
Robert Recorde 
Il simbolo “=” (uguale) di per sé fa capire (incorpora) il disinnesco “già” successo. 
Perché… due rette parallele non sono per nulla affatto… “uguali”, andando a descrivere – semmai – qualcosa che non ha nulla da condividere con qualcos'altr3.
Ok?
Ergo: 
utilizzando il segno “=”, a cosa (chi) stai alludendo, seppure inconsciamente (automaticamente)? 

martedì 9 maggio 2017

Ma come ti trattano? Lo sai e non fai niente.



La campagna pubblicitaria fu incentrata sulla assoluta sicurezza del nuovo sedativo, col quale era impossibile suicidarsi.
Di come funzionasse la Talidomide non si aveva però alcuna idea.
Il lancio della Talidomide fu coronato da successo, le vendite in Germania andarono a gonfie vele e il farmaco fu registrato in 47 Paesi di cui 11 europei, tra cui l'Italia…”.
Senato della Repubblica XVII Legislatura - Fascicolo Iter DDL S. 647 - Modifica all'articolo 31 del decreto-legge 30 dicembre 2008, n. 207, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 febbraio 2009, n. 14, concernente l'indennizzo in favore delle persone affette da sindrome da Talidomide (02/05/2017)
Nota bene: si "tratta" della tua salute
Per cui, renditi conto di “come sei trattat3 ‘qua così’”.
Quali sono i “termini” utilizzati? Questi:
campagna pubblicitaria (la “tua” salute rientra, dunque, nell'ambito commerciale)
assoluta sicurezza (la “sicurezza” che cosa riguarda?)
era impossibile suicidarsi (questo aspetto. Che ti aspettavi?)
di come funzionasse la Talidomide non si aveva però alcuna idea (di bene in meglio)
le vendite… andarono a gonfie vele (repetita iuvant: la “tua” salute viene trattata a livello commerciale. È un asset. Un “bene” che riguarda l’interesse altrui).

giovedì 1 dicembre 2016

L’ipocrisia è una forma di interesse.




Ipocrisia:
un “senso unico” che non sembra affatto esserlo (non solo per chi lo è, ipocrita. Ma, anche, per chi osserva/vive in una società ipocrita), se non ti fermi a dar retta al tuo “sentire (tu, che osservi l’ipocrisia negli altri e che la respiri in te, commercialmente e socialmente)”.
Da dover arriva l’ipocrisia?
Se… per nessun3 sembra nemmeno esistere (o se, per altr3, sembra essere ovunque).
È come il debito pubblico: tutt3 indebita3 con tutt3.
O come il “peccato originale”.
Qualcosa che, dunque, sai già, ma tendi a dimenticare puntualmente, per via della “velocità sociale” che soffia su di te, portandoti via sempre, ovunque e comunque. 
Così, ti auto dissoci interiormente, sapendo e non sapendo allo stesso tempo. O, meglio, non trovando mai quella “forza” sufficiente per avere la meglio sulle “forze” che vincono sempre “qua, così”.
Il risultato è una società regolata da…, che sembra come auto regolarsi da sé, con te dentro.
Leggi bene:
il risultato è
una società regolata da
che sembra
come auto regolarsi da sé
con te dentro.
Fai fatica a trovare un nesso causale tra “causa ed effetto”. Certo. Poiché è la ragione fondamentale, che devi “ricordare”:
la compresenza immanifesta dominante.

martedì 12 aprile 2016

Lo Stato alcolico, è tossico.



La logica ti porta da 'a' a 'b'. L'immaginazione ti porta ovunque”.
Albert Einstein
Vero. Infatti, è con l’immaginazione che la dominante “qua, così”, arriva ovunque. Laddove, per “immaginazione” devi intendere la posizione dominante - la grande concentrazione di massa - in grado di “impiegare” il Genio frattale espanso (per delegazione frattale espansa), in maniera tale che “ogni proprio desiderio, si trasformi in solida realtà (ad “immagine e somiglianza”)”.
 
Domanda (retorica):
  • se “la logica ti porta da 'a' a 'b'”allora, “dove sei arrivato/a, ora”?
Le motivazioni che spingono i giovani ad avvicinarsi all'alcol sono:
  • i ragazzi per uniformarsi al gruppo e per provare sensazioni piacevoli;
  • le ragazze per solitudine, per scappare dai problemi, per curarsi dalla depressione.
Secondo una recente ricerca i giovani bevono perché...
  • è divertente (36%)
  • disinibisce (25%)
  • rende felici (25%)
  • fa dimenticare i problemi (14%).
Altri motivi comprendono la socializzazione, la suggestione e l'erotismo...
Link
O, meglio, “dove ti ha portato/a, questa logica lineare”?
Usa, protesta a Washington contro soldi in politica: 400 arresti...
Link
Come è successo?
   

mercoledì 16 marzo 2016

La free energy de’ noantri (5)


Quando la "free energy" è... l'effetto.
Se leggi SPS da tempo sufficiente, ti sarai accorto/a di alcuni aspetti fondamentali della realtà manifesta, nella quale sopravvivi. Ad esempio:
  • la bio/diversità? Non esiste, sostanzialmente
  • la ciclicità? È solo una conseguenza
  • la free energy (il moto perpetuo)? Una diatriba che lascia il tempo che ritrova. Essa esiste e non esiste, allo stesso tempo. Da cosa dipende? Dalla tua prospettiva. Nel senso che “non sei tu a decidere se esiste o meno, ma sei tu a decidere se includerla nella tua vita o meno”. La “tua” decisione dipende, a sua volta, dall’intento dominante. Ergo: esiste la free energy? Sì, se ti è permesso di crederci. Ma, in fin dei conti, che cosa è? È... energia da movimento (quindi, teoricamente, infinita, soprattutto se sei alle prese con enormi grandezze in "scorrimento", che generano effetti collaterali, alias, la free energy).
Che senso ha, per te (a questo “tuo” livello di consapevolezza) se – 1) all’universo serve un innesco, per dare inizio al “movimento”, 2) l’universo “lavora” in perdita energetica e, dunque, 3) l’universo deve rimpinguare la fornitura di energia, visto che costituisce un insieme che disperde/consuma, in luogo di… mantenere/conservare/generare di più, rispetto a quello che “brucia”?
Che senso ha? Se per te, ad esempio, la rotazione della Terra costituisce un fattore sfruttabile per i prossimi 4 miliardi di anni, che senso ha – ora, vivendo tu meno di un secolo – fossilizzarti su tematiche fini a se stesse e sostanzialmente auto immobilizzanti?
Perché riesci (non direttamente, tu) a ricavare energia elettrica dal movimento delle acque (cascate, maree, opere d’ingegneria d’ogni tipo, etc.) e non da quello della Terra?
Tutto è in movimento. Per cui?
    

venerdì 6 novembre 2015

La prospettiva: dal Dominio all'artista a te.



Se quello che fai "serve"... avrà successo.
La regola:
state all’interno
Succede spesso? Così spesso che lo noti appena
Robot overlords
Succede, così spesso, che lo noti appena = abitudine.
Un dato di fatto (1) da ricreare ogni volta, (2) da sfruttare e (3) da non dimenticare (dalla prospettiva di chi/cosa può mettere in atto il punto 1, per arrivare al punto 2).
Ora, chi/cosa è in grado di mettere in atto un simile meccanismo, sicuro al cento per cento?
Tu? Tu pensi che, è così... solo se entri a far parte di “qualcosa”.
Ma... in quel qualcosa, quale ruolo avrai? Quale potere incarnerai? Quali fattori ti manterranno nelle regole. Regole scritte da chi/cosa? Etc. etc. etc.
La struttura di comando piega tutto il resto a forme piramidali di “ricezione/ascolto (delegazione)”. Non importa a quale livello ti ritrovi, funziona sempre così “qua, così”. Una sola realtà manifesta (una ed una sola) che lascia fuori, ciò che è riuscita a farti dimenticare
 
Esiste? Non esiste? Solo una questione di "prospettiva".
L’Uno, dunque, che cosa è? Un riflusso di qualcosa di più grande, che non riesci più a far tuo. L’uno, nello status quo, diventa – tuttavia – solo ed esclusivamente lo… status quo, che difende se stesso alterando ogni termine disallineato (disallineato per via della funzione di memoria della frattalità espansa, che è nella sua sostanza neutrale).
L’Uno “qua, così” è tutto, matutto ciò che appare, ossia, ciò che deriva dalla non apparenza apparente del Dominio.
Ergo:
non ti sembra più di avere nessuna via di “riuscita”.
Per cui, ti adegui perché consegui.
L’alternativa sostanziale diventa sempre meno visibile, annichilendo nel campo del possibile e condensandosi nell’impossibile (prima) ed infine scomparendo del tutto anche da lì.
Se tu non pensi a qualcosa, significa che non la immagini nemmeno e se non la riesci ad immaginare, per te, significa che “non esiste, anche se c’è”.
   

martedì 27 ottobre 2015

Quanto conta l’interesse?



L'interesse è... inconscio.
- Per due soldi venderebbe anche sua madre!
- La tua è una proposta?
L'era glaciale

Cosa fai e perché lo fai?
Expo, Coldiretti: quasi 3 ore in fila ma l'88% è contento
Link
In quali altre circostanze saresti contento per un simile mix di fattori?
3 ore di fila e… “non sentirle”.
Quale incanto “ti ha”? Quanto il fattore “moda” ti riempie di “sedativi”?
Cosa fai? Non ti accorgi che esiste sempre, in ogni circostanza, un “pifferaio magico”? Un motivo di richiamo, che “non esiste, ma c’è”.
L’Expo è un gigantesco “spot pubblicitario”, nel quale non manca nulla di quello che c'è (tutto il resto è, non a caso, off limits).
Qualcosa al quale “non puoi mancare”. Vero?
Come le “attrazioni”, che non mancano di certo e fanno tutte capo alle “tue” terminazioni sensorie, alias, costituenti i recettori che attraggono/ricevono gli “stimoli dopanti”, in grado di auto mantenerti sempre “qua, così”.
L’alimentazione è il canale privilegiato, perché “sempre chiamato in causa per più volte al giorno, ogni giorno… affinché passino tutte quelle sostanze che “non esistono ma ci sono”. Qualcosa che ricorda, come conseguenza frattale, la compresenza non manifesta del principio del Dominio.
Attraverso l’alimentazione in toto, tu sei convinto/a.
È una “necessità”, no? Per cui, te la fai anche andare bene… perché il cibo è “meglio” se corrisponde a determinate caratteristiche, ormai, “tradizionali”.
Che cosa si tramanda? Come esegui l’operazione logica:
  • individuo che vive “ancora seguendo i ritmi di una volta” (ad esempio, il classico contadino)
= (uguale) a
  • "sanità di corpo e di mente"…
 Ma dove la “vedi” una simile concorrenza fattoriale?
Te l’hanno solo inculcata dentro, in profondità… visto che le antenne dell’inconscio ricevono sempre il segnale importante dell’AntiSistema by Dominio.
Persino il fattore “saggezza”, che molto spesso viene riconosciuto nelle persone che vivono ancora agganciate ai ritmi “naturali”, di/in dimensioni rimaste “inalterate” rispetto ai ritmi della città... è qualcosa di fantasmagorico (ovvio, dal punto prospettico di SPS, che si accorge che nemmeno queste persone si sono "accorte". Di chi/che cosa? Di essere… in una prigione a cielo aperto).
  

venerdì 23 ottobre 2015

Una torta che non finisce mai.


Quando qualcuno vive costantemente affermando sempre le stesse “cose”, solitamente, che cosa gli si “prognostica”? Che è “in fissa”, ossia, che soffre di qualche forma di “arteriosclerosi”.
Insomma, che questo individuo è… “ammalato”. Che non è “normale”.
Ora, da questa prospettiva “dominante (di moda)”, SPS – quindi – s’esprime da una condizione di “anormalità”, vista la sostanziale “coerenza” che lo muove con fare sempre intenso e quotidiano.
SPS annuncia nel Mondo (visto che le informazioni sono condivise in Internet) ciò che “vede” e (ciò che) necessita di espandersi nell’aria, fissandosi nella società, inconscio dopo inconscio.
Affinché questo possa accadere e manifestarsi, SPS deve essere un “martello”, ossia:
  • insistere
  • con la propria prospettiva
  • sino al punto di “non ritorno”.
Per incarnare questo, SPS deve evidenziare/sottolineare con grande incisività – ogni giorno – gli stessi concetti. Per questo, allora, SPS è… arteriosclerotico?
Ti rendi conto di come giudichi, di come vivi e di “cosa sai/sei”?
Confondi una “strategia lungimirante”, per l’insistenza ammalata e depressa di… (ciò che sei portato/a a pensare di capire e “vedere”).
Confondi il generatore, l’amplificatore, l’impianto di emissione, etc. per una invenzione strampalata, “messa lì alla bell’e meglio”.
   

giovedì 15 ottobre 2015

Il sogno avverato è, nello status quo, una concessione.



L’arco della storia è lungo, ma tende verso la giustizia”.
Martin Luther King
Che “illuso… sognatore”.
I “neri” si sono emancipati e hanno conquistato la “libertà”?
Certo. Dai tempi della schiavitù diretta, sì. Ma, “ora”, dove sono approdati? Alla schiavitù indiretta. In quello status quo nel quale sono anche i “bianchi” (ed ogni umano, a prescindere dal colore della pelle).
Quindi, Martin Luther King  aveva ragione?
28 agosto 1963
"Io ho un sogno, che i miei quattro figli piccoli vivranno un giorno in una nazione nella quale non saranno giudicati per il colore della loro pelle, ma per le qualità del loro carattere. Ho un sogno, oggi…".
Martin Luther King
Sì… aveva ragione (per quanto riguarda i suoi figli).

E tutti gli altri? Il “popolo nero” ha compiuto passi da gigante, così come sembrano averlo compiuto le “donne”, vedendo riconosciuti dal Mondo maschile (neri compresi) il loro “diritto (parità)”.

E tutti gli altri? Chi sono “gli altri”? “Chi sono” non lo sai. Al limite, sai “cosa sono”. Cosa sono?
Sono la “tua occasione per farcela (qua, così)”. Cioè? Sono quella “cosa” che ti permette di mettere a fuoco, sfruttare... qualsiasi sia il tuo lavoro, mansione, arte, business, affare, etc.
I tuoi simili sono delle “cose” anche per te, che vieni trattato da “cosa”, anche, dal “tuo” Stato. E, lo Stato “cosa è”? Anzi, “non, cosa è” ma, all’opposto in questo caso, “chi è”?

Chi è? È… un insieme di individui che hanno illuso tutti “gli altri”. Che hanno intessuto qualcosa per mezzo delle “cose umane”, che hanno ritrovato sempre disponibili lungo il proprio intraprendere intenzionale.
 
Lo Stato è, al pari del denaro, una pura invenzione. Lo Stato potrebbe (dovrebbe, deve) essere molto diverso da quello che è… diventato. E che cosa è diventato? Tu che ne dici?
Puoi non rispondere ma, comunque, fartene una idea… osservandoti ed osservando la Vita che conduci e che conducono “gli altri”. Che ne pensi?
Lascia perdere le classiche definizioni “da bar”. Il “tuo” pensiero è lineare e dai sempre a vedere quello che pensi di pensare (motivo per il quale consegui e sei sempre preceduto/a)…
   

martedì 29 settembre 2015

Il Domino del Mondo by Dominio.


Dopo il "setaccio", che cosa ti raggiunge, se non quello che rimane? 
"Compro se non inquino": ricerca Doxa per il Salone della Csr.
Il 95 per cento degli italiani acquista pensando a ridurre gli sprechi, l'84 è attento a provenienza e metodi di produzione, l'81 per cento sceglie prodotti con minore impatto sull'ambiente.
Sono i dati di una ricerca Doxa Marketing Advice realizzata per la terza edizione del Salone dalla Corporate Social Responsibility e dell'innovazione Sociale in programma a Milano, in Bocconi, il 6 e 7 ottobre. Per Rossella Sobrero, tra i promotori del Salone, questi dati mettono in evidenza quanto passione e sostenibilità siano alla base delle scelte di consumo in Italia.
"La ricerca che Doxa ha realizzato ad hoc per il Salone è molto interessante, - dice Sobrero - perché va a misurare quanto la passione e la sostenibilità condizionino le scelte dei consumatori.
Siamo rimasti tutti stupefatti nel vedere quanto è cambiato l'atteggiamento del consumatore, che qualcuno chiama anche 'consumatore' perché giustamente vuole essere autore delle proprie scelte, in questi ultimi anni.
E quindi anche le aziende si devono adeguare in tempi rapidi, perché il mercato è cambiato"…
Link

L'e-diesel di Audi (Gruppo Volkswagen). Ora... chi ci crederà?
Che cosa "è cambiato"?
Quanta “politica ed abile oratoria (di parte)” ci sono in coloro che svolgono ordinatamente quello che è, e rimane, il loro “lavoro”. Qualcosa che condiziona certamente coloro che seguono/leggono, senza avere troppo tempo/voglia per capire a fondo, di "far proprio".
Il “consumatore… vuole essere autore delle proprie scelte?
  • il 95 per cento degli italiani acquista pensando a ridurre gli sprechi, l'84 è attento a provenienza e metodi di produzione, l'81 per cento sceglie prodotti con minore impatto sull'ambiente
  • questi dati mettono in evidenza quanto passione e sostenibilità siano alla base delle scelte di consumo in Italia…
  • la ricerca… va a misurare quanto la passione e la sostenibilità condizionino le scelte dei consumatori
Che cos’altro “condiziona le scelte dei consumatori”?
Non è una eresia, sostenere che il semplice “prezzo (costo)” è un fattore centrale, che condiziona ampiamente il consumatore, che è dotato di una “capacità di spesa limitata (condizionata) dal proprio reddito familiare”.
Qualcosa che la “crisi” e la sostanziale dipendenza dal denaro, delimitano centralmente.
  • il 95 per cento degli italiani acquista pensando a ridurre gli sprechi (perché ciò che ha comprato “costa” e perché il proprio budget mensile è "quello". Il denaro che si guadagna “costa parecchio”, per cui – in seguito – lo si spende “facendola pagare alla società, che permette di lavorare ma… come degli schiavi, in cambio della propria Vita/energia”)
  • l'84 è attento a provenienza e metodi di produzione, l'81 per cento sceglie prodotti con minore impatto sull'ambiente (su quali basi, il consumatore “decide”?).
Tu compri in funzione del “passaparola”, della “nomea” di un prodotto/marchio/azienda, del tam tam mediatico (pubblicità) che la tal industria decide di “investire”.
In quale misura le tue scelte sono autenticamente “tue”?
Perchè il Gruppo Volkswagen è stato attaccato?
  

venerdì 4 settembre 2015

Per sempre.



Che senso ha avvisarti che fra 50 metri c’è un autovelox?
Ai sensi della sicurezza dei pedoni (diciamo così), che senso ha? Tu che fai? Rallenti… sino a superare, candidamente, il dispositivo multante, per poi subito dopo ritornare ad accelerare (con buona pace della sicurezza dei pedoni).
Che cosa viene preservato/a?
La sicurezza del guidatore, che se non avvisato per tempo, potrebbe frenare di colpo – giunto in prossimità dell’autovelox – causando incidenti e/o pericolo per i pedoni (sempre loro).
Inoltre, per non far sembrare la presenza dell’autovelox come un “agguato alla tua persona”, vieni avvisato anzitempo (un diritto ottenuto a suon di ricorsi presso il giudice di pace/prefetto, o chi per esso).
Ma… se ti metti nei panni del pedone, che attraversa la strada con la carrozzina e relativa prole, la tua frenata, "su commissione", come risulta… se, egli si trova a percorrere la strada subito dopo l’autovelox, quando inizi ad accelerare nuovamente?
Esiste, dunque, il tuo diritto ed il suo diritto. Come la metti? Chi ha ragione?
Calcola che tu sei in macchina e il pedone è a piedi:
  • chi ha la peggio?
  • chi ha ragione?
Chi dovrebbe capire qualcosa che, invece, per motivi egoici… non capisce?
Ci sono dei frangenti particolari, che fanno capire come prevalgano sempre certi interessi, di fronte a prospettive che di volta in volta cambiano, come per mutare di vento:
  • se tu fossi al volante e “mettessi sotto” un pedone… per eccesso di velocità?
  • se tu fossi un pedone che “venisse messo sotto” da un veicolo che sfreccia a velocità eccessiva, subito dopo un autovelox?
  • se tu fossi l’agente che piazza l’autovelox per svolgere il proprio dovere?
  • se tu fossi il legislatore che legifera per mansione?
  • se tu fossi il costruttore di automobili “troppo veloci”?
  • sese se
   

lunedì 24 agosto 2015

Consegui l'onda.




Oggi, in SPS, entra in funzione un nuovo “modello grafico”, per quanto riguarda l’evidenza di parti dei singoli termini utilizzati negli articoli.
La rinuncia, a tal scopo, dell’utilizzo massivo delle “parentesi” e la decisione di usare il “grassetto e/o la sottolineatura”.
Perché SPS ha messo a punto un simile modo di inquadrare il “testo nel testo”, il “significato altro”, la riconversione della “tua” prospettiva?
 
Perché:
  1. le parole sono dei contenitori, molto spesso, a tua insaputa
  2. l’abitudine tende a far passare inosservata la “sostanza”
  3. la visuale dalla quale inquadri la realtà manifesta non sia solo il “buco della serratura” di una porta d’ingresso/uscita… sbarrata e chiusa sul tuo più autentico cammino.
Sì, perchè, "qua, così"... tu consegui all'onda, non avendo la minima idea che, al di sotto, c'è una corrente dominante di sospinta.
C’è, insomma, un motivo di fondo se… è stato scelto l’utilizzo della "decomposizione" della parola usata per default o ciecamente, da chiunque “qua, così”. Il rischio che si corre è qualcosa che “ha già corso abbastanza, per fissarsi in quella zona off-limits, che riconosci solo con il termine generico di ‘inconscio’ = nel conscio, in te… ma, costituente una sorta di ‘zona franca’, dalla quale ti mantieni sempre costantemente distanziato/a, così, per motivi non meglio precisabili. Come se avessi letto un cartello/avvertimento che ti controlla attraverso il circuito dell’osservanza”.
Quindi, da oggi, in SPS… non leggerai più – ad esempio:
  • (in)conscio
ma
  • inconscio o inconscio.
Se questa modifica grafica ti può essere d’aiuto, per non confonderti e per “non perdere il filo”… ben venga.
Diciamo che, in SPS l’apporto di chi legge non è, poi, così sviluppato. Ergo: chi c’è non si manifesta volentieri.
Per cui, ciò che “aleggia/volteggia” viene colto in maniera tale da intuire cosa sia meglio, rispetto a cosa sia un po’ più “pesante”.
Ovvio, la quintessenza di SPS non muta affatto e non è giusto che SPS stesso si ostini a rimanere agganciato ad un modello unico ed inalterabile nel tempo. SPS non appena “fiuta” qualcosa, lo mette subito in atto, ascoltando se stesso alla luce frattale espansa, che lo attornia.
Messo in chiaro questo argomento, inoltrati ora nel pieno dell’articolo quotidiano (che è tornato ad essere “lungo”: te ne sei accorto/a? Con te “passa di tutto”. La “tua” attenzione è pari a quella di un criceto, con buona pace di ogni criceto. Non ricordi perché sei scordato/a.).
Ogni promessa è debito”, ma… se te la dimentichi…
SPS è “qua”, per farti notare certi “tuoi” comportamenti, adattamenti, certe predisposizioni stranamente radicate nel suolo abitudinario del “fare”.
Se questa caratteristica di base ti infastidisce, è solo un buon segno… Il segno che SPS va a smuovere quella patina di calcare, che ti caratterizza da “sempre… qua, così”.
    

giovedì 9 luglio 2015

Vedi la causa.



- Si tratta di stazione ad onde corte di origine non identificata. Di solito trasmettono voci generate artificialmente, leggono flussi numerici, parole, lettere, musica al rovescio o… codici elettronici criptici. In un’ampia varietà di lingue. Le voci sono abitualmente femminili per qualche ragione. Altre volte sembrano bambini.
- E da quanto tempo esistono?
- Gli amatori delle trasmissioni ad onde corte, parlano di decenni…
- Chi li trasmette?
- Esistono molte teorie… agenzie governative segrete, terroristi, corrieri della droga. Ma non si è mai capito da chi o da cosa vengano trasmesse

Banshee Chapter – I files segreti della Cia
Mi piace servire il mio paese. Anche se non so che cosa faccio”.
Uccidi questi uomini oggi e non riconoscerai più il mondo domani…”.
Uomini!
A loro solo una cosa interessa. Il risultato. E sanno come ottenerlo. Sono bravi…”.

Loro… (Chi?).
Rendono le persone quello che non sono…”.
Codice Fantasma / The numbers station
Perché in ogni film viene (de)scritta la presenza del principio “cattivo”?
Ed in ogni Nazione esiste 1) un presidente, 2) un tiranno, 3) un “generale”, 4) un monarca, 5) un sovrano, 6) un dittatore o 7) come diavolo lo vuoi chiamare, esiste un “capo”?
Perché è “normale” che sia così, visto che esiste una gerarchia e che la realtà manifesta ha a) questa (f)orma, b) perché è un piano inclinato verso…, c) una (di)pendenza, d) da cui puoi (es)trarre frattal(mente) l’origine, e) se solo te ne accorgi, f) dando luogo ad un processo di (ri)cordo.
Leggendo SPS, ora sai che, tutta(via), la normalità è solo uno stato dell’(im)possibile (uno strato del reale potenziale), per cui… il “normale è… una abitudine” e nulla di più, se non uno “stato d’interesse solidificato per mezzo della realtà (ri)emersa”, ossia, una (con)seguenza esatta, precisa, misurata e misurabilerispetto alla propria origine causale.
    

martedì 7 luglio 2015

Il "cibo non automatico" (ad esempio).


Fuori dalla (di)pendenza, un passo alla volta.
"Nella Divina Commedia le anime dannate a una ricerca eterna, sono precipitate all’Inferno...".
La formula della bellezza – Benoit B. Mandelbrot
Sviluppo precompetitivo...
Negli enti di ricerca sono presenti degli uffici che si occupano di valorizzazione in chiave economica dei risultati della ricerca scientifica e tecnologica...
Link 
 
SPS “s’agita” per la sostanza fonda(mentale) d(entro) alla quale ti muovi e “non sei”. Accorgerti è l’architrave, affinché altri “programmi possano scongelarsi” ed entrare in funzione.
Accorgertidi cosa?
Che “giri sempre intorno ad un fulcro, al quale sei obbligato/a in toto”. In quest’area convenzionale, esiste tutto ciò che ti dicono chiamarsi “libero arbitrio”. In questo spazio, (d)entro a…, tu sei libero/a di poter “scegliere”, ma sempre rispettando la base specifica stabilita dallo status quo.
Nella sostanza… c’è solo la “sostanza” (fatti, scopo, programma):
accorgiti.
SPS non è uno scherzo.
È una esperienza totale, tonificante, ravvivante, estrema… tanto “tirata” da sembrarti, ora, “una pazzia”. È col tempo, nel tempo, che le “cose” inizieranno a prendere altre fattezze.