La disputa sulla esistenza, o meno, della famosa “energia libera (e gratuita per tutti)” è, in realtà, un altro aspetto della “guerra tra impoveriti dentro (non casualmente)”; infatti, il contesto in questione è stato reso – e fatto decadere nell’arena del giudizio di parte, "esperto" – un aspetto che gli umani possono affermare “se esso esista o meno”, a prescindere “se esso esista o meno”.
Cioè, qualcosa che è “caratteristico/infrastrutturale”, diventa così… “possibile o impossibile, lato conoscenza di parte, esperta, umana”.
Disperdendosi nel mare magnum delle definizioni, del linguaggio, della grammatica e della fonetica, del credo e, non per ultimo, dell’interesse (status quo)… qualcosa che il “sapere” conta come il due di picche, anche perché la testimonianza della storia (seppure deviata) è come un bisturi affilatissimo, che afferma:
“ciò che l’umanità conosceva (postulava), in un certo tempo, è sempre stato superato (in molti casi, persino smentito) dalle scoperte successive”. Vero?
Ergo, il ritenere la free energy come impossibile, non consiste in sé… anche un valido motivo, perenne, tale da ritenerla impossibile per sempre.
Quindi, qualcosa che è destinato a “cambiare, nel tempo (non l’esistenza della free energy, bensì, il paradigma umano che così la contempla)”, lasciando sempre aperto quello “spazio (Oltre Orizzonte)” che accoglie già sin d’ora (potenziale), quella data “dimensione del reale potenziale (non ancora riflesso nel reale manifesto)”.