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martedì 12 aprile 2011

I Dissennatori in Harry Potter: i Voladores.





Ciò che pensiamo di sapere quale 'natura' ha? Di quali fattezze e propositi si ammanta? Cosa è ‘vero’ e cosa è apparente’? Sino a quando ci limiteremo ad usare il linguaggio, sarà difficile comprendersi a fondo. Infatti i termini ‘vero’ e ‘apparente’ sono indistinguibili per valore assoluto: il loro uso e la loro comprensione dipende da un sistema codificato in ognuno di noi. Quindi, ognuno di noi, comprenderà secondo due modalità:
  1. quella interna e ‘propria’
  2. quella esterna e ‘condivisa’
Esternamente l’Antisistema ha avuto la grande possibilità di ‘ipnotizzare’ l’umanità intera grazie ad un codice di credenze ed abitudini. Internamente ha lavorato molto in maniera sottile, utilizzando ogni metodo che ha provvidamente cancellato dalla conoscenza umana. Oltre all’opera dell’Antisistema esiste un reame di forze superiori che lavorano da sempre parallelamente all’uomo

Sono le entità descritte da Steiner nelle ‘Cronache dell’Akasha’, ad esempio. Queste entità hanno da sempre ‘ispirato’ la società umana, alla pari delle entità Antisistemiche che hanno sempre costituito funzione di contraltare all’ispirazione celeste. L’immagine che più evidenzia e semplifica questa visione è proprio la classica vignetta in cui è possibile vedere un individuo con le due entità, l’angioletto ed il diavoletto, appollaiati e distribuiti distintamente su ognuna spalla

Sia Sitchin che Steiner descrivono una modalità ‘ispirativa’ di queste entità verso l’oggetto del loro ‘contendere’: l’umanità. Con lo sviluppo dell’Io, le capacità comunicative si sono espanse in maniera più coinvolgente l’uomo stesso, il quale è stato come chiamato in causa mediante un’azione responsabilizzatrice interiore. Ad esso è stata conferita la capacità di ‘sentire’ consapevolmente, di essere l’arbitro del proprio destino, del proprio futuro. 

Oggi, ad esempio, c’è la notizia che l’FBI ha finalmente riconosciuto che nel 1949 e nel 1950, effettivamente, recuperarono dei dischi volanti con tanto di corpi alieni al loro interno. Ecco la news:

L'FBI rivela: trovati corpi alieni a bordo di dischi volanti precipitati.
'Tre corsi di forma umanoide su ogni disco volante'.
L'Fbi riapre il dibattito sugli Ufo. In base alle regole sulla trasparenza del 'Freedom of Information Act' voluto dall'Amministrazione Obama, l'agenzia ha pubblicato sul proprio sito Internet (http://vault.fbi.gov/) alcuni documenti segretissimi che svelano gli avvistamenti di dischi volanti avvenuti in Messico nel 1950, e nello Utah nel 1949.
 
Il primo è noto come 'incidente di Roswell'. Nel rapporto pubblicato in Rete, firmato dall'agente dell'Fbi Guy Hottel, e datato 22 marzo 1950, si afferma che nel New Mexico sono stati trovati tre dischi volanti del diametro di circa 16 metri e con una parte sopraelevata al centro. Nel documento si legge che in ogni disco c'erano 'tre corpi di forma umanoide, alti meno di un metro, vestiti con un tessuto metallico a trama molto fitta' e che 'ogni corpo è avvolto in un bendaggio simile alle tute anti gravità usate dai piloti collaudatori'. I dischi sarebbero precipitati a causa delle interferenze elettroniche provocate dai radar militari. 
 
L'Fbi pubblica anche un vecchio cablogramma intitolato 'Dischi volanti', in cui si legge: 'Un oggetto volante color argento è giunto sopra le montagne del Sardine Canyon ed è esploso poco dopo creando una palla di fuoco'. Il documento, classificato come 'urgente', è stato inviato il 4 aprile 1949 all'allora direttore dell'Fbi, J. Edgar Hoover, da alcuni agenti federali in servizio a Logan, in Utah. Il messaggio spiega che l'oggetto misterioso è stato visto a chilometri di distanza da un soldato di guardia in una base militare, da un poliziotto e da un agente della stradale. Anche diversi abitanti della cittadina di Trenton avrebbero visto "la doppia esplosione aerea seguita da oggetti cadenti".
Da Yahoo 
 
Sappiamo se questa notizia è vera o è una bufala? Se è vera, beh... allora è finalmente caduta la cortina di silenzio? Come possiamo saperlo? Ricorrendo alla nostra capacità automatica intuitiva. Se rimanessimo in attesa di un comunicato ufficiale, nessun comunicato ufficiale sarebbe sufficientemente ‘ufficiale’ per la nostra consapevolezza

Al genere umano è stata tolta la capacità di ‘sentire’. 

Siamo rimasti nella palude liquida del dubbio, sempre in attesa che qualcun altro ci fornisca un modello di pensiero a cui aggrapparci.

Questo 'fenomeno' è iniziato molto tempo fa e poggia le proprie fondamenta sul fatto che intere civiltà, popoli, regioni, tribù, gruppi, singoli individui, feudi, reami, etc. sono ascesi ad un’altra dimensione, lasciando dietrò di sé l’ombra di ciò che furono e che fecero. Successe così per i Maya, descritti da Arguelles e per le svariate individualità che riuscirono a completare il proprio tragitto esperienziale sulla Terra 3D. L’Antisistema ha trovato il modo di utilizzare questa ‘ombra’, questo ricordo o memoria lasciata a monito di insegnamento per tutti gli altri, mischiando da sempre le percezioni della massa con una grande dose di apparenza ed illusione 'nativa'. 

Per questo motivo la verità sfugge sempre ed è, allo stesso tempo, presente dappertutto. Questo campo vibrazionale confuso, lascia costantemente nel dubbio, rende deboli e permette di smarrirsi nel classico bicchiere d’acqua. Una prova dell’Ascensione umana è, ad esempio, il fatto che nell’antico Egitto si trovino forme d’arte che improvvisamente degradano nel tempo, come se fossero improvvisamente scomparsi gli ‘attori’ che avevano trovato il modo di rappresentare in maniera superiore il loro ‘sentire’ attraverso l’utilizzo di una rara sensibilità e lungimiranza creativa:

La rappresentazione delle costellazioni nello zodiaco circolare di Dendera.
I problemi posti dalla rappresentazione.
L'analisi di una rappresentazione egizia ci lascia assai spesso perplessi e sorpresi, constatata l'apparente mancanza di 'metodo' e l'evidente difficoltà di comprensione degli elementi figurativi. Nel caso di rappresentazioni astronomiche, e dunque con l'introduzione di elementi tecnico-scientifici, l'incertezza aumenta ancor più.
La cultura scientifica egizia è infatti caratterizzata da una marcata oscillazione tra precisione e approssimazione. Ad esempio, di fronte all'orientamento della piramide di Cheope, esatto a meno di pochi centesimi di grado, oppure alla corretta formula per il calcolo del volume del tronco di piramide, in molti altri casi la soluzione è solo vagamente approssimata, come nel calcolo dell'area di un quadrilatero generico oppure di quella di un cerchio.
Da
www.camillotrevisan.it 

L’uomo moderno cerca di interpretare questi 'pensieri antichi solidificati' in forme d’arte, attraverso una interfaccia mentale radicalmente diversa da quella che caratterizzò l’uomo asceso. In questa maniera si comprendono i ‘vuoti’ o le ‘cadute’ di interi popoli

Gli alieni sono stati trovati o no? È ufficiale? Non è ufficiale? Non importa. Importa quello che ognuno di noi ‘sente’ dentro di sé. Ma cosa ‘sentiamo’ dentro di noi? Sentiamo varie ‘voci’, anche quella di entità che sussurrano ossessivamente quel ‘da farsi’ mutevole che contraddistingue i ‘chiari di Luna’ della società moderna. 

Ne parla in maniera sorprendente Carlos Castaneda:

Questa serie di citazioni è tratta dai primi otto libri che ho scritto sul mondo degli Sciamani dell'antico Messico e derivano direttamente dalle spiegazioni fornitemi dal mio maestro e mentore don Juan Matus, uno Sciamano Yaqui discendente da una stirpe le cui origini risalgono sino agli Sciamani vissuti nel Messico antico. Nella maniera più efficace che si poteva permettere, don Juan mi ha fornito l'accesso al suo mondo che era, naturalmente, il mondo di quegli Sciamani dei tempi passati. Egli ricopriva una posizione chiave: era a conoscenza dell'esistenza di un altro dominio di realtà, una regione che non era né illusoria né un prodotto della fantasia. Per lui e i suoi compagni — ce n'erano quindici — il mondo degli antichi Sciamani era assolutamente reale e pragmatico…
 
Questa mia opera era in un primo tempo destinata a essere un semplice tentativo di raccogliere una serie di rappresentazioni, motti e idee che pensavo sarebbe stato interessante leggere e meditare. Ma dopo aver iniziato il lavoro, si verificò un imprevedibile mutamento di rotta: mi resi conto che le citazioni di per sé possedevano una forza straordinaria, e rivelavano una successione nascosta di pensieri che fino a quel momento mi era rimasta sconosciuta. Tutte, infatti, puntavano nella stessa direzione indicata dalle spiegazioni che don Juan mi aveva fornito durante i miei tredici anni di apprendistato. Meglio di ogni concettualizzazione, esse svelavano un'insospettata quanto decisa linea d'azione seguita da don Juan nell'intento di favorire e facilitare il mio ingresso nel suo mondo. Mi convinsi quindi che, se aveva intrapreso quella strada, doveva trattarsi della stessa su cui egli stesso era stato indirizzato dal suo maestro…
 
La linea d'azione di don Juan Matus era tesa ad attirarmi in quello che lui definiva un altro sistema cognitivo, dando a questa espressione il significato che si dà abitualmente al processo di apprendimento: 'I processi responsabili della consapevolezza del vivere quotidiano, processi che comprendono le facoltà mnemoniche, l'esperienza, la percezione e l'uso puntuale di qualunque sintassi data'. 

Don Juan sosteneva che il sistema cognitivo degli Sciamani dell'antico Messico fosse diverso da quello dell'uomo comune. In base ai percorsi logici accessibili a uno studente di antropologia qual ero io, non potevo che respingere tale asserzione. Più e più volte gli feci notare che certe sue affermazioni erano assurde; nella migliore delle ipotesi per me si trattava di aberrazioni mentali…
 
Furono necessari tredici anni di strenuo impegno da parte di entrambi per decostruire la mia fede nel sistema cognitivo che rende comprensibile all'uomo il mondo in cui vive. Mi ritrovai così in una condizione molto particolare: una condizione di semisfiducia nei confronti dei processi cognitivi del quotidiano che fino a quel momento mi erano parsi accettabili. Dopo tredici anni di attacchi massicci, arrivai a comprendere, quasi contro la mia volontà, che don Juan Matus procedeva effettivamente da un punto di vista del tutto diverso. Gli antichi Sciamani, di conseguenza, dovevano possedere un altro sistema cognitivo. Riconoscerlo non fu facile: mi sembrava di essere una specie di traditore, come se stessi dando voce alla più atroce delle eresie. Quando sentii di aver travolto le mie resistenze peggiori, don Juan si preoccupò di instillare in me le sue convinzioni quanto più profondamente poteva e senza riserve, portandomi a riconoscere che nel suo mondo i praticanti dello Sciamanismo guardavano alla realtà da posizioni che i nostri strumenti concettuali non erano neppure in grado di descrivere

Per esempio, percepivano l'energia come una forza che fluisce libera nell'universo, svincolata da tutti i condizionamenti della socializzazione e della sintassi: un'energia pura e vibrante. 

Definivano questo atto percettivo il vedere.
Carlos Castaneda, La Ruota del Tempo 
 
Gli antichi Sciamani, di conseguenza, dovevano possedere un altro sistema cognitivo’. Ecco il punto! Un altro sistema cognitivo, evidentemente scomparso, smarrito o cancellato. Essi 'vedevano'...

Il primo obiettivo di don Juan fu quello di aiutarmi a percepire l'energia così come fluisce nell'universo. Nel mondo sciamanico tale percezione è il primo, indispensabile passo verso una visione più completa e più libera di un sistema cognitivo differente. Nell'Intento di suscitare in me una reazione visiva, don Juan utilizzò altri elementi cognitivi nuovi. Uno dei più importanti tra questi era la cosidetta Ricapitolazione, e consisteva in un riesame sistematico e capillare della propria esistenza, segmento dopo segmento, effettuato non in un'ottica critica bensì nell'Intento di comprenderla e di modificarne il corso. Secondo don Juan, una volta che il praticante ha riesaminato la propria esistenza con il distacco richiesto dalla Ricapitolazione, per lui diventa impossibile tornare alla vita di prima. Vedere l'energia così come fluisce nell'universo equivaleva per don Juan alla capacità di vedere un essere umano come un uovo luminoso o una sfera luminosa di energia, e di distinguere in questa sfera luminosa un insieme di caratteristiche comuni a tutti gli uomini, come un punto interno di luce più intensa. Per gli Sciamani era in quel nucleo di luminosità, da loro chiamato Punto di Unione, che la percezione si trasformava in unità. Arrivavano quindi ad ampliare tale considerazione fino ad asserire che proprio in quel punto veniva a forgiarsi la nostra cognizione del mondo.
 
Per quanto bizzarro potesse apparire, don Juan Matus aveva ragione, perché è proprio questo che accade. La percezione degli Sciamani, di conseguenza, era soggetta a un processo diverso da quello che sta alla base della percezione dell'uomo comune. La percezione diretta dell'energia, sostenevano, li conduceva a quelli che essi chiamavano i fatti energetici. Con questa definizione indicavano una visione ottenuta appunto vedendo direttamente l'energia, e che portava a conclusioni definitive e irriducibili, cioè non inquinate da speculazioni e congetture né da tentativi di adattarle al nostro sistema interpretativo comune.
 
Don Juan sosteneva che per gli Sciamani della sua stirpe era un fatto energetico che il mondo intorno a noi sia definito dai processi cognitivi, e che tali processi non siano inalterabili, né codificati una volta per tutte. In realtà sono legati all'esercizio, all'uso e alla praticità. Questa riflessione portava a un altro fatto energetico: i processi della cognizione comune sono il prodotto della nostra educazione, e nient'altro. Don Juan Matus sapeva con assoluta certezza che quanto mi diceva sul sistema cognitivo degli antichi Sciamani messicani era reale. Inoltre, lui era un Nagual, ossia un leader naturale, un individuo capace di vedere i fatti energetici senza alcun detrimento per il suo benessere. 

Era quindi in grado di guidare gli altri uomini lungo percorsi di pensiero e percezione impossibili a descriversi. 
Carlos Castaneda, La Ruota del Tempo

La scoperta più evidente ed agghiacciante prende il nome di Voladores. Avevo anticipato qualcosa nell’articolo preparatorio di ieri. Lascio il Lettore alla lettura di queste pagine illuminate, rese disponibili alla nostra consapevolezza e luce interiore. Questo ‘sentire’  o 'vedere', esprime un prezioso tassello che si va ad inserire nella filosofia di SacroProfanoSacro: unisci et impera.

Carlos Castaneda rivela 'Los Voladores', le oscure entità parassite.
Quelli che volano, oscure ombre di fango parassite, predatori alieni.
Gli sciamani toltechi scoprirono la presenza di esseri oscuri posti direttamente sullo sfondo del campo energetico umano e per questo difficilmente individuabili. Gli stregoni videro che questi esseri oscuri si cibavano della lucentezza della consapevolezza di ogni individuo, riducendone sempre di più la patina luminosa. Le entità oscure sono particolari esseri inorganici, coscienti e molto evoluti e poiché si muovono saltellando o volando come spaventose ombre vampire furono chiamati los Voladores, ovvero quelli che volano.
 
Don Juan: Sei arrivato, e con le tue sole forze, a ciò che per gli sciamani dell’antico Messico era la questione suprema. Per tutto questo tempo non ho fatto che menare il can per l’aia, insinuando in te l’idea di un qualcosa che ci tiene prigionieri. Ed è davvero così! Carlos: Perché questo predatore ci avrebbe sottomessi nel modo che stai descrivendo, don Juan? Dev’esserci una spiegazione logica. 
Don Juan: Una spiegazione c’è ed è la più semplice che si possa immaginare. I predatori hanno preso il sopravvento perché siamo il loro cibo, la loro fonte di sostentamento. Ecco perché ci spremono senza pietà. Proprio come noi alleviamo i polli nelle stie
 
I Voladores si nutrono solo di un determinato tipo di energia e, come vedremo, noi produciamo molta di quella energia. Questo ci fa essere le prede ideali da mungere quotidianamente. Il danno energetico che questa azione predatrice ci arreca è immenso. Siamo esseri magici dotati di possibilità infinite condannati a brandelli di consapevolezza: i Voladores consumano regolarmente la patina luminosa – che torna a crescere per sua natura – e come impeccabili giardinieri tengono l’erba rasa sempre allo stesso (misero) livello. Gli sciamani vedono che la patina di luminosità rimastaci è una piccola pozzanghera di luce sotto i piedi, che non arriva nemmeno agli alluci. Questa consapevolezza rimastaci è davvero poca cosa e ci permette giusto di interagire nel mondo quotidiano fissato dalla socializzazione, ma certo non ci dà modo di comprendere la nostra reale situazione o di riconoscere che condividiamo lo stesso destino degli animali che alleviamo. Come inconsapevoli schiavi ci identifichiamo nei nostri predatori e riproponiamo i loro nefandi comportamenti con la natura in generale inquinando, disboscando, distruggendo e sfruttiamo noi stessi senza ritegno i nostri animali: li mungiamo, li tosiamo, prendiamo loro le uova e poi li macelliamo o li rendiamo in diversi modi sottomessi e mansueti. Li leghiamo, li mettiamo in gabbia, tagliamo loro le ali, le corna, gli artigli ed i becchi, li ammaestriamo rendendoli dipendenti e gli togliamo poco a poco l’aggressività e l’istinto naturale per la libertà.
 
Ci manca l’energia, non possiamo fare altro che specchiarci, nella pozzanghera di consapevolezza, in un limitato e illusorio riflesso di sé, una falsa personalità. La coscienza delle suole rispecchia la nostra immagine, la nostra superbia e il nostro ego, i quali alla fine non sono altro che la nostra vera gabbia.
 
L’esigua pozzanghera di consapevolezza è l’epicentro dell’egocentrismo in cui l’uomo è inconsapevolmente intrappolato. Ci hanno tolto tutta l’energia, ma ci hanno lasciato proprio quella che ruota intorno all’Ego! E proprio facendo leva sul nostro egocentrismo i Voladores creano fiammate di consapevolezza che poi voracemente consumano. I predatori alimentano l’avidità, il desiderio smodato, la codardia, l’aggressività, l’importanza personale, la violenza, le emozioni forti, tutti gli eccessi, l’autocompiacimento ma anche l’autocommiserazione. Le fiamme energetiche generate da queste qualità 'disarmoniche' sono il loro cibo prediletto

I Voladores non amano invece la qualità vibrazionale della consapevolezza, dell’amore puro, dell’armonia, dell’equilibrio, della pace, della sobrietà… in una parola aborriscono la qualità energetica della crescita evolutiva, e hanno ogni vantaggio nel boicottare ogni nostro incremento di coscienza.
 
La nostra mentalità da schiavi, che nella cultura giudeo-cristiana ci promette consolazione nell’aldilà, non porta alcun vantaggio a noi stessi, bensì ad una forza estranea, che in cambio della nostra energia ci fornisce credenze, fedi e modi di vedere che limitano le nostre possibilità e ci fanno cadere nella dipendenza.
 
Secondo don Juan sono stati proprio i Voladores a instillarci stupidi sistemi di credenza, le abitudini, le consuetudini sociali, e sono loro a definire le nostre paure, le nostre speranze, sono loro ad alimentare in continuazione e senza ritegno il nostro Ego.
Da
www.carloscastaneda.it 
 
L'Installazione Estranea dei Voladores.
Sono stati proprio i voladores a instillarci stupidi sistemi di credenza, abitudini, consuetudini sociali, e sono loro a definire le nostre paure, le nostre speranze, sono loro ad alimentare in continuazione e senza ritegno il nostro Ego.
Carlos: Ma come ci riescono, don Juan? Ci sussurrano queste cose all’orecchio mentre dormiamo? 
Don Juan: Certamente no. Sarebbe idiota! Sono infinitamente più efficienti e organizzati. Per mantenerci obbedienti, deboli e mansueti, i predatori si sono impegnati in un’operazione stupenda, naturalmente dal punto di vista dello stratega. Orrenda nell’ottica di chi la subisce. Ci hanno dato la loro mente! 

CI HANNO DATO LA LORO MENTE!
 
Mi ascolti? I predatori ci hanno dato la loro mente che è la nostra. La mente dei predatori è barocca, contraddittoria, tetra, ossessionata dal timore di essere smascherata. Benché tu non abbia mai sofferto la fame, sei ugualmente vittima dell’ansia da cibo e la tua altro non è che l’ansia del predatore, sempre timoroso che il suo stratagemma venga scoperto e il nutrimento gli sia negato. Tramite la mente che, dopotutto, è la loro, i predatori instillano nella vita degli uomini ciò che più gli conviene… Le nostre meschinità e le nostre contraddizioni sono il risultato di un conflitto trascendentale che affligge tutti noi, ma di cui solo gli sciamani sono dolorosamente e disperatamente consapevoli: si tratta del conflitto delle nostre due menti

Una è la nostra vera mente, il prodotto delle nostre esperienze di vita, quella che parla di rado perché è stata sconfitta e relegata nell’oscurità. L’altra, quella che usiamo ogni giorno per qualunque attività quotidiana, è una installazione estranea.

Carlos: Ma se gli sciamani dell’antico Messico e quelli attuali vedono i predatori, perché non fanno nulla? 
Don Juan: Non c’è nulla che tu e io possiamo fare se non esercitare l’autodisciplina fino a renderci inaccessibili. Ma pensi forse di poter convincere i tuoi simili ad affrontare tali rigori? Si metterebbero a ridere e si farebbero beffe di te, e i più aggressivi ti picchierebbero a morte. Non perché non ti credano. Nel profondo di ogni essere umano c’è una consapevolezza ancestrale, viscerale, dell’esistenza dei predatori.

Non c’è da meravigliarsi dunque del fatto che i bambini hanno spesso paura di demoni, mostri, spiriti o strane ombre (l’Uomo Nero) che secondo loro si nasconderebbero sotto il letto, dietro le porte, negli armadi, etc. I bambini piccoli vedono e solo quando hanno raggiunto una certa quota di socializzazione smettono di vedere, e ciò che prima era visibile si manifesta come inconscia presenza, come inquietudine, paura, disperazione, depressione… 
 
La mente di quello che vola non ha rivali. Quando si propone qualcosa non può che concordare con se stessa e indurti a credere di aver fatto qualcosa di meritevole. La mente di quello che vola ti dirà che qualsiasi cosa dica Juan Matus è solo un mucchio di sciocchezze e quindi essa stessa concorderà con la sua affermazione, 'ma certo, sono sciocchezze' dirai tu. È così che ci sconfiggono.» Don Juan Matus

Il recente film The Matrix dà forma in maniera efficace a queste tematiche castanediane: il Tonal dei toltechi – ovvero il mondo quotidiano frutto della socializzazione e mantenuto dall’attività della mente – è Matrix, una terrificante trappola che consente a delle entità (in questo caso macchine) di depredare l’energia degli esseri umani. I pensieri che attraversano la nostra mente sono certamente 'nostri', ma la mente, attraverso la socializzazione, ne dirige il percorso in modo tale che essi sono 'liberi' non più di quanto lo sia un treno su delle rotaie.

I dati sensoriali sono i nostri, ma il software che guida il pensiero è estraneo.

Il pensiero ricrea costantemente il mondo così come lo vediamo (o meglio, così come ci è stato insegnato a vederlo. Fermare il pensiero per gli sciamani toltechi significa 'fermare il mondo' e vedere le cose come sono veramente: pura energia.
 
Don Juan spiega che gli sciamani possono sconfiggere l’installazione estranea attraverso una vita di impeccabilità (uso strategico dell’energia) perché la disciplina strema in modo incommensurabile la mente aliena

La disciplina e la sobrietà sono qualità della consapevolezza che rendono la patina di splendore dell’uovo luminoso sgradevole al gusto dei Voladores. Ogni volta che si interrompe il dialogo interiore e si entra nel silenzio interiore si affatica la mente del predatore in modo così insostenibile che l’Installazione Estranea fugge. Successivamente essa ritorna, ma indebolita. Attraverso ripetuti stati di silenzio interiore l’Installazione Estranea prima o poi viene sconfitta e non torna.
 
Ogni volta che si interrompe il dialogo interiore, il mondo così come lo conosciamo collassa e affiorano aspetti di noi del tutto straordinari, come se fino a quel momento fossero stati sorvegliati a vista dalle nostre parole. Don Juan sostiene che il giorno in cui la Mente Estranea ci abbandona è il giorno più triste e difficile, poiché siamo costretti a contare solo sulle nostre forze e non c’è più nessuno a dirci cosa dobbiamo fare

Dopo un’esistenza di schiavitù, la nostra vera mente è molto debole e insicura e deve ritrovare la sua identità.
Da
www.carloscastaneda.it

La Libertà e il Vivere consapevolmente nel Momento Presente.
La via tolteca fornisce agli amanti della libertà tantissime tecniche pratiche per uscire dalla prigione della vita quotidiana, dalla schiavitù della socializzazione. Oltre a quanto già considerato attraverso le arti dell’Intento, dell’Agguato e del Sognare, gli sciamani praticano la Ricapitolazione e i Passi Magici (la Tensegrità).
 
LA RICAPITOLAZIONE è la tecnica respiratoria e di rievocazione per recuperare tutte le energie perdute nelle infinite situazioni e negli innumerevoli incontri della nostra vita e per abbandonare le energie tossiche che tali situazioni o persone hanno lasciato in noi.
LA TENSEGRITA' è l’eredità dei Passi Magici che gli antichi stregoni ci hanno lasciato. Attraverso moltissime sequenze di movimenti possiamo attingere alle energie dell’universo e invocare la forza dell’Intento in noi. Questo ci ridona forza, sobrietà, salute e determinazione. E di tutto questo abbiamo un gran bisogno, perché c’è da lottare più che mai con le proprie risorse e attraverso un atteggiamento di presenza in un momento storico delicatissimo che appare come una svolta epocale. Carlos racconta:
Il predatore che don Juan mi aveva descritto e che avevo visto non aveva nulla di benevolo. Era immensamente grande, osceno, indifferente. Avevo percepito con chiarezza il disprezzo che provava nei nostri confronti. Non c’era da dubitare che tanto tempo addietro quelli della sua specie ci avessero schiacciati, rendendoci deboli, vulnerabili e docili… Mi sedetti e piansi fino a non poterne più. Ma non era per me stesso che piangevo. A difendermi dai predatori avevo la mia collera, il mio inflessibile intento. Piangevo per i miei simili
 
Lo studioso tolteco Norbert Classen ci ricorda che se 'ci vogliamo effettivamente liberare dai voladores e da quella parte dell’intelletto che non è nostra, dobbiamo cominciare dal falso dualismo del nostro Ego, dallo specchiarci nella pozzanghera di consapevolezza, e ritornare a osservare il mondo per quello che è, cioè pura energia, che non è né buona né cattiva. Se riusciamo in questo, potremo riconoscere che oltre il velo del conosciuto e degli stretti confini del quotidiano ci attende un universo immenso e meraviglioso. 

Certo è un universo predatorio con voladores e uomini altrettanto rapaci, ma questa constatazione non significa il dover giudicare; mette anzi noi, i voladores e tutto ciò che esiste su uno stesso piano. Solo se ci liberiamo dallo spirito di schiavitù e dallo schema fisso 'carnefice-vittima' abbiamo davvero una chance di riguadagnare la nostra libertà – una chance di libertà dai dettami impostici dai voladores, dallo specchio del narcisismo, dagli obblighi della realtà quotidiana e dalla fissazione del Punto d’assemblaggio. Se ci disfiamo del giudizio dualistico e consideriamo gli avvenimenti che ci accadono non più come maledizioni e ricompense, ma come promettenti sfide, abbiamo mosso il primo passo sulla via che ci può portare fuori dalla prigione del nostro Io abituale: la Via del Guerriero.
 
La visione tolteca del mondo si configura dunque come un vasto interessante paradigma alternativo sia alla visione del mondo occidentale che a quella orientale. Uno sciamano saggio incarna le doti della pragmaticità e della fluidità e sapendo che nessun paradigma rappresenta la verità assoluta è libero di cambiare sistema a piacere, a seconda di ciò che ogni situazione richiede. Paradigmi diversi non sono per lui concepiti come antagonisti, minacciosi o sbagliati, ma semplicemente come diversi punti di vista.
 
Questa breve introduzione al mondo magico degli Sciamani Toltechi vuole essere un invito alla libertà e non può che concludersi con le parole di don Juan, uomo di conoscenza estremamente evoluto e libero, vero, impeccabile maestro:
 
Per consentire alla magia di avere presa su di noi, non dobbiamo fare altro che bandire ogni dubbio dalla nostra mente. 

Una volta eliminati i dubbi, tutto diventa possibile.  
Una volta raggiunto il silenzio interiore, tutto diventa possibile.
Da
www.carloscastaneda.it 

Davide Nebuloni / SacroProfanoSacro 2011
prospettivavita@gmail.com

 

martedì 22 febbraio 2011

La traiettoria ad U del genere umano.





Non è difficile comprendere le dinamiche globali in corso se ci si ‘dota’ di un punto prospettico più alto. Dicesi ‘consapevolezza’. Ossia assunzione di quella modalità della ‘visione’ dal punto di vista dell’essenza. Più in alto si trasferisce il ‘punto panoramico’ e più semplice diventa la comprensione dell’osservato. 

Le linee di confine tracciate dall’uomo scompaiono, così come il ‘rumore di fondo’. Ciò che divide la visione è solo la linea delle acque, delle terre verdi, delle terre desertiche, mentre le montagne si appiattiscono. Rimaniamo al di sotto delle formazioni nuvolose. Da questa altezza si respira una sensazione come di… assorbimento, proprio come recitava la pubblicità. 

Questa sensazione è dovuta alla gravità terrestre che assorbe ogni presenza che entra nel proprio campo d’azione. Siamo dunque chiamati a scendere al suolo, a visitare la densità di questo scenario 3D

La gravità è il frattale fisico che lo testimonia.

Ecco lo stato d’animo, la ragnatela emozionale, che accoglie le essenze visitatrici

Ecco cosa succede da ‘sempre’. Il viaggio dell’Anima conduce l’energia sino ai bastioni del pianeta e l’affida alle ‘cure’ della Madre Terra, la quale è un essere vivente che ha accettato la funzione di ‘arca’ al fine di procedere con il proprio processo di evoluzione. Sulla Terra esiste una modalità di co creazione che plasma la realtà percepita come unica realtà. Tutto ha un senso. 

Le energie che giungono sino a qua hanno la necessità di completare una parte del proprio processo esistenziale, per cui devono dimenticare chi 'esse siano'

Per questo motivo la gravità planetaria ed il campo magnetico terrestre con il trascorrere del tempo, contribuiscono a staccare l’energia incarnata, in un opportuno ‘esoscheletro’ o corpo fisico, dalla relativa sede superiore. Si è come forgiati da capo, ripartendo nel proprio cammino di apprendimento apparentemente da zero, ogni volta che si nasce. 

È questo il motivo per cui il cammino grafico tracciato dall’umanità, dalle sue remotissime origini sino ad oggi, è simile ad una ‘U’

È per questo  motivo che gli ‘antichi’ sembravamo molto più saggi e molto più avanti di ‘noi’, pur non avendo sviluppato una tecnologia moderna come quella dei giorni nostri. 

È per questo motivo che gli umani odierni tendono a relegare tutto ciò che descrive un passato ‘miracoloso’ nel reame del mito e della leggenda, a ritenere gli antichi come dei sempliciotti senza troppo cervello.

È ‘invidia’ repressa e senso di non comprensione, perché oggi si tende a decifrare e a capire ogni cosa attraverso l’utilizzo della mente, della logica, dell’intelligenza asservita al paradigma evolutosi nel frattempo.

Gli antichi non avevano bisogno della forza elettrica o della ruota o degli ingranaggi, perché conservavano ancora l’ombra del 'ricordo' di quello che erano le loro origini stellari e spirituali: quello che si definisce come chiaroveggenza.

Pensiamo in questi termini allora:
  • più ci avviciamo agli ‘inizi’ e più l’uomo ‘ricordava’ qualcosa del proprio sé
  • questo labile ‘ricordo’ era sufficiente per avere presenza di sé e per utilizzare questa facoltà per ‘fare’ ed ‘essere’ ancora in maniera ‘celeste’
  • con il tempo questo ‘ricordo’ si è disperso nelle pieghe del vissuto a terra, nello scenario 3D, dando luogo ad una progressiva manifestazione della famiglia della Paura
  • il distacco dal sé ha significato il distacco anche dagli ‘altri’ e la nascita dell’incomprensione, dell’ego, dell’invidia, dell’odio, del terrore, della competizione, della supremazia, dell’uso delle armi per fare guerra, del dilaniante cancro del ‘mors tua vita mea’, della ristrettezza delle risorse, dello sfruttamento dell’ecosistema, etc.
  • senza ‘ricordo’ del ‘chi si è’ si è sprofondati dentro alle proprie incertezze
  • ciò costituisce l’obiettivo dell’energia animica in fase di evoluzione, ad immagine  e somiglianza del Creatore: il conoscere se stessi.
La figura ad ‘U’ descrive proprio l’avvento, l’esperienza densa della Vita lungo le reincarnazioni e l’ascensione.

La parola avvento deriva dal latino adventus e significa 'venuta'”.
Wikipedia
 
Con il termine ascensione si indica in generale un processo di elevazione, di cammino verso l'alto
Wikipedia
 
In biologia la vita è la condizione propria della materia vivente, che la distingue dalla materia inanimata. Vita si contrappone a morte, ma anche a "non vita", in quanto la condizione della materia morta non coincide con quella della materia che non ha mai avuto vita… L'esistenza della vita così come la conosciamo necessita di particolari condizioni ambientali. I primi organismi comparsi sulla terra si sono per necessità sviluppati in base alle condizioni preesistenti, ma in seguito a volte sono stati gli organismi stessi a modificare l'ambiente, a vantaggio loro o di altri organismi”.
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Ciò che l’uomo ha compiuto in un remoto passato ha ancora un senso in ogni contesto, sia esso genetico che karmico o fisico, come la costruzione degli imponenti edifici in ‘pietra’ lasciati come testimonianza di quello che furono e di quello che ancora siamo

È come se gli antichi avessero compreso la propria debolezza, i propri errori e, pur non essendo questa consapevolezza quella necessaria al completamento della ruota delle incarnazioni, avessero deciso e scelto di passare queste ‘informazioni’ ai posteri, ossia a loro stessi ma più in avanti nel tempo

Sapevano che l’umanità aveva in qualche modo intrapreso una via molto compessa e che sarebbe sprofondata negli abissi delle proprie Paure, ma che grazie ad una certa 'lungimiranza' innata avrebbe certamente avuto la possibilità di riemergere da un simile pozzo oscuro. Ciò che l’umanità si ritrova oggi è un patrimonio vastissimo della antica conoscenza tramandata dal ‘ricordo’ di chi essa fu nel passato cancellato dal corso dell’Antisistema

Questo prezioso patrimonio è custodito in ogni parte del globo, nei monumenti lasciati a testimoniare che lo scorrere del tempo non può cancellare ogni traccia del sé umano divino.

I monumenti stessi sono il corpo del messaggio ed il contenuto stesso del messaggio. 

Gli antichi errori che hanno iniziato a creare Karma, alla fine, sono serviti al più alto scopo di permettere che la discesa in Terra si trasformasse in una caduta in Terra e relativo inabissamento. Tutto è opportuno al fine di comprendere se stessi

È per questo motivo che persino la storia deviata ci racconta di popoli del passato che hanno fatto ‘cose’ inimmaginabili. Perché? 

Perché ciò che hanno lasciato non era cancellabile in nessun modo, per cui, l’Antisistema non poteva negare una evidenza simile, alla vista di ogni uomo o donna del globo

Le Piramidi sono state affossate sotto la sabbia del deserto ma sono inevitabilmente riemerse. Queste costruzioni sono l’evidenza di un antico prodigio, un monito, un messaggio che afferma che ‘noi siamo molto di più di quello che crediamo’. Ogni venuta di esseri stellari è stata opportuna perché noi tutti siamo, alfine, esseri provenienti dalle Stelle e le ‘razze’ più evolute hanno, da sempre, avuto la responsabilità nei confronti di quelle meno evolute. 

Il bene ed il male sono un’altra evidenza di questo piano della manifestazione densa dell’energia, per cui, nel gioco delle probabilità, esisteranno anche razze stellari che sfuggono al senso superiore della ‘responsabilità’, ma ciò non fa altro che testimoniare l’opportunità della presenza della dualità, in quanto senza ‘resistenza’ non ci sarebbe evoluzione né manifestazione alcuna.

È tutto in ordine perfetto.

Ciò che riteniamo ‘nero’ lo è solo per propria responsabile scelta

La sua funzione è di evidenziare, segnalare, 'stuzzicare' acque che altrimenti diverrebbero troppo ferme, stagne, paludose, inerti, come la presenza di Ulisse nell’isola della Maga Circe.

Abbiamo, dunque, già intrapreso la via del ritorno tra le Stelle… verso 'casa'.

Davide Nebuloni / SacroProfanoSacro 2011 

 

venerdì 11 febbraio 2011

Gekko e la "Cakka".





Siete nella cacca fino alle orecchie. Ancora non ve ne rendete conto ma siete la generazione dei tre niente:
  • niente lavoro
  • niente reddito
  • niente risorse
Davvero un gran bel futuro. Qualcuno mi ha ricordato, qualche sera fa, che una volta ho detto che l’avidità è giusta. A quanto pare è diventata legge. 

Perché, vedete, è l’avidità che spinge il mio amico barista a comprare tre case, che non può permettersi, senza dare l’anticipo. Ed è l’avidità che spinge i vostri genitori a chiedere un mutuo di 250000 dollari sulla casa che ne vale 200 e con quei 50 correre al centro commerciale a comprare la tv al plasma, l’ultimo cellulare, il computer, e già che ci sono anche il Suv. E, perché no, anche la seconda casa! In effetti conviene. Insomma, lo sappiamo tutti che il prezzo delle case in America sale sempre. Giusto? Ed è l’avidità che ha spinto il nostro governo a ridurre il tasso d’interesse all’1% dopo l’11 settembre, perché tornassimo tutti a fare shopping

E hanno inventato tante belle siglette per mascherare il grande debito: Cmo, Cdo, Siv, Abs… Scommetto che ci sono al massimo 75 persone in tutto al mondo che sanno che cosa sono. Beh, adesso ve lo dico io. 

Sono solo delle ADM: Armi di Distruzione di Massa

Ecco che cosa sono.
 
Mentre ero dentro, mi è sembrato che l’avidità sia diventata ancora più avida e con l’aggiunta di un pizzico di invidia. I signori degli  Hedge Found se ne andavano a casa con 50, 100 milioni di dollari l’anno, così anche il banchiere si guarda intorno e dice “Mica sono l’ultimo imbecille” e comincia a usare la leva finanziaria sugli interessi sino a 40, 50 a 1, con i vostri soldi, non con i suoi. Con i vostri. 

E glielo lasciano fare, tanto siete voi che avete fatto il mutuo.  

E il bello della faccenda è che nessuno è responsabile. 

Il fatto è che crediamo tutti alla stessa favola

L’anno scorso, signore e signori, il 40% di tutti i profitti societari americani era costituito da  proventi finanziari, non dalla produzione o qualcosa che avesse comunque a che fare con le necessità delle persone

La verità è che ci siamo tutti dentro: banche, consumatori, tutti muoviamo la giostra dei soldi. Prendiamo un dollaro, lo pompiamo di steroidi e lo chiamiamo ‘leva finanziaria’. Io, invece, lo chiamo ‘finanza dopata’. Ero considerato un uomo piuttosto sveglio nel mio ambiente, e forse sono stato dentro troppo a lungo, però la prigione può anche essere una salvezza

Guardi oltre le sbarre e dici: “Hey, ma là fuori sono diventati tutti matti?”. È chiaro come il sole. Basta fare un po’ di attenzione. 

La madre di ogni male di oggi è la speculazione

Il debito indotto. 

In conclusione, il vero nemico è il prestito. È ora di riconoscere che è un biglietto sicuro per la bancarotta, senza ritorno: è sistemico, maligno ed è globale

Come il Cancro. È una malattia. 

E dobbiamo combatterla. E come facciamo a farlo? Come possiamo sfruttare questa malattia a nostro favore? Beh, ve lo dico io… In quattro parole: comprate il mio libro

Purtroppo sono ancora schiavo del profitto”.
Gordon Gekko (Michael Douglas) in “Wall Street – il denaro non dorme mai”.

Vedendo ed ascoltando ciò che Oliver Stone & Soci hanno deciso di amplificare per i nostri sensi confusi, non è difficile comprendere che siamo tutti quanti chiamati in causa, che siamo tutti quanti responsabili, che siamo tutti quanti co creatori di questa realtà. Vero. Ciò costituisce un’ampia verità.

Ma non è tutto.

Semplificando, è come se un potente Mago fosse caduto al suolo e non ricordasse più niente del prima della caduta. Non “chi era stato”, ma “chi è” ad ogni istante dell’eterno presente. Non cosa avesse fatto ma cosa può fare. La “caduta” ha come "modificato" un processo, inserendo un vero e proprio confine, un velo, causando un "prima ed un dopo". 

Quanto di questa caduta è stato volontario? Quanto di questa caduta è stato provocato?
 
Al fine di discernere tra la mancanza di luce, è più saggio evitare di alludere ad ogni possibile forma di “provocazione”. Perché? Perché sono le stesse leggi del Creato ad affermarlo. Le leggi Celesti sono come dei Giudici imparziali. A volte incomprensibili, pur tuttavia completamente affidabili e sopra le parti. 

Quando SacroProfanoSacro ammette l’esistenza di una forma d’energia “ruvida”, come l’Antisistema, non intende cadere nell’illusione della separazione e del giudizio

Forse è capitato nel passato, ma non più nell’adesso.

L’evoluzione c’è stata, e per chi ha seguito sin dal principio questa avventura, è, spero, evidente come la luce del Sole. 

Tutto fuoriesce dalla nostre profonde altezze
La “caduta” non è stata una caduta ma una “necessità” di fare esperienza nel mondo denso dove il bene ed il male sono scissi, separati e molto concreti. Le conseguenze del seguire come banderuole esposte ai quattro venti le forme mutanti delle due polarità della Creazione, sono state scolpite, incise, trascritte, nei nostri inconsci, nel nostro Karma, nell'autorestringimento del raggio del Libero Arbitrio.

Non trova ragione, invece, affermare sterilmente che l’umanità sia caduta o, peggio, decaduta, perché tutto ha un senso. Persino il più terribile dei mali…

L’Antisistema è una energia densa che “vive” nei piani densi. È sempre stato lì

È una questione vibrazionale, proprio come scendere in profondità, o salire nel cielo. Esistono “strati” sia nel terreno che nell’atmosfera. Ad ogni strato corrisponde una percezione diversa del Mondo. Ad ogni “altezza” corrisponde un tipo di “presenza energetica” in termini di rarefazione dell’ossigeno o del tipo di consolidamento del terreno. Anche facendo carotaggio dei ghiacci "eterni" dei Poli, è evidente questa differenziazione della tipologia della loro composizione.

Se la temperatura sale o scende, si rendono evidenti effetti diversi. Il sopra o il sotto lo zero fa una grande differenza, così come il sopra o il sotto ad un punto di ebollizione o di evaporazione. 

Vedendo la temperatura come una frequenza di oscillazione della materia, è proprio quella oscillazione che rende visibile ed agganciabile un Mondo piuttosto che un altro.

Tutti i Mondi sono qua, insieme – in termini di potenziale manifesto e non manifesto.  Chiamiamoli anche Dimensioni. Ecco. 

L’Antisistema compare, appare, viene agganciato, quando ci si sintonizza alla sua lunghezza d’onda. È sempre stato lì. Sempre. In attesa di compiere il suo lavoro, il suo dovere… La sua percezione di Vivere. Egli vive se interessato dalla nostra osservazione. Senza di noi Egli è come uno Spettro o un ricordo lontano, sfuggevole. 

Cosa è allora il Paradiso? E dove si trova?
Allo stesso modo: è sempre stato dove ci troviamo noi.

Osserviamoci attorno, ma in maniera frattale.

Tutto quello che è replicato nel piccolo e nel direttamente osservabile, è indice e copia dei grandi meccanismi sfuggevoli della Creazione. 

Se, in casa mia, colgo che l’amico Trifoglio sta appassendo, significa che qualcosa non va in me. Perché? Perché tutto mi rispecchia. E se mi accorgo che una Cimice sta succhiando linfa vitale dal Trifoglio, ed è questo il motivo del suo appassimento, lento e regolare… Ebbene, dovrò chiedermi “Cosa c’è che mi sta togliendo energia?”.

Non è, questa, pazzia. Ma il comprendere che siamo parte del tutto e che il tutto ci rispecchia sempre ed in ogni modo.  

 L’Antisistema stesso ci rispecchia, evidenzia il “dove siamo adesso”…
 
Ma “detto questo” non significa nulla, se non che sappiamo dove siamo. Allora? Dove stiamo andando? Siamo sulla strada giusta? Sì? No?

Allora, correggiamo la rotta o manteniamola se va bene.

Senza drammi, paure, tragedie, depressioni, ansie, etc.

La Vita è una bella avventura…

Se ne avrete la possibilità, notate come reagiscono le persone alle parole di Gordon Gekko: “Siete nella cacca fino alle orecchie”.

Ridono…

Meraviglioso.

Davide Nebuloni / SacroProfanoSacro 2011
 

lunedì 24 gennaio 2011

I "dolori" del giovane Shrek.






In Shrek 4 - E vissero felici e contenti possiamo osservare come la “crisi esistenziale” del simpatico Orco verde, estenuato dal ciclare dell’abitudine domestica, lo porti a cercare ciò che aveva nel passato: la sua privacy e libertà determinata dal suo essere “Orco” apparente.

È voglia di tranquillità, di serenità… Anche di stare un pochino da solo. È… Normale, insomma. Lo possiamo capire tutti, no? È un po’ parte anche delle nostre “storie”. È il ritmo della “modernità” e dell’annidamento della ripetitività, la quale alla lunga può stroncare persino un rapporto “sano” come quello familiare, quello dei principi di responsabilità nei confronti dei figli, del/la proprio/a consorte.

Ma come la mettiamo quando prendiamo in considerazione la responsabilità verso noi stessi? È sensato cadere giorno dopo giorno in un lento ed inesorabile “lasciarsi andare”? È responsabile l’annichilimento della propria sfera individuale in funzione esclusiva della famiglia e delle cosiddette funzioni genitoriali e matrimoniali? Persino le amicizie, in una modalità simile, si intrecciano nell’abitudine di festeggiare un compleanno, una festività comandata, una nascita, etc. e diventano una... Noia "mortale".

A quel punto si inizia a “cercare” qualcosa al di fuori della "cerchia", del muro asfissiante che ci si è costruiti attorno. A quel punto, secondo la concezione civile e religiosa del matrimonio, iniziamo ad evadere in maniera poco lecita.  

Cosa stiamo facendo in realtà?

Stiamo cercando di essere quello che siamo sempre stati. Dove ritroviamo quell’ambito a cui mi sto riferendo? Solo nel passato, perché il futuro non  è dato da sapersi. Ricordiamo il passato come un qualcosa di “perduto” e da ricercare. Entra in funzione la capacità di mitizzazione del tempo trascorso. Non importa se quel tempo non fu proprio interamente come volevamo: importa che quel tempo avesse in sé quella caratteristica di “libertà” a cui, adesso, ambiamo

Nel processo di levigazione e raddrizzamento del passato, evitiamo di osservare tutto quello che “non andava”.  Entriamo dunque in una funzione "positiva" del ricordo del passato. Lo si rimpiange non accettando pienamente il presente. Il tempo presente è quasi sempre non accettato, perché solitamente viene più facile e naturale lamentarsi di quello che si ha. Viene più facile e naturale ambire a quello che si è perso o ambire a qualcosa d’altro che ancora non possediamo o non siamo. Nascono le invidie nei confronti degli altri. Nascono le gelosie e ci si rinchiude progressivamente in se stessi, continuando a costruire il “muro” attorno a sé.

Cosa fa Shrek? Rimpiange il passato. Ciò che era e che aveva. Ciò che è “andato” e che ha contribuito a forgiarlo come “adesso è”. Chi è Tremotino? È la tentazione, prima, e il senso di colpa e la rabbia, poi, e una grande opportunità, tra le righe, sempre.

Costui, in possesso di doti magiche, se in possesso di un brandello di tempo di una Vita altrui, si può inserire nella catena sequenziale degli eventi e mutarne il corso. Se gli si conferisce potere, costui cresce in vigore togliendolo, di conseguenza, al diretto interlocutore.
 
Tremotino è una forma pensiero avvilente, una eggregora, è l’Antisistema. La sua funzione, se non capita e vinta, porta all’emorragia energetica ed alla perdita del proprio sé. Nel relativo smarrimento, non riconosciamo più nemmeno la nostra Vita, le nostre gioie mascherate dall’abitudine in lugubri spaventapasseri. 

Il tempo perduto, abilmente manipolato con il nostro consenso, diventa la nostra Vita secondaria e parallela a quella “nuova” appena acquisita. Questa nuova esistenza è vuota perché gran parte dell’energia viene usata per mantenere in piedi il nuovo mondo creato, nel quale noi diventiamo dei ramoscelli portati dalla corrente d’acqua che, paradossalmente, sorge dalle nostre profondità.

Ecco il processo:
  • Fiona: “Magari non sei più l’orco di una volta. Ma magari non è una brutta cosa”.
  • Shrek: “Io voglio soltanto che le cose tornino come erano prima… Quando potevo fare quello che volevo quando avevo voglia di farlo. Prima! Quando il mondo aveva… Senso”.
  • Fiona: “Tu hai ogni cosa. Com’è che l’unica Persona che non riesce a capirlo sei tu?”.
  • Tremotino: “Questo è quel Tale che ha reso tutto questo possibile”.
  • Tremotino: “Non è quello che ho fatto io. È quello che tu hai fatto”.
Questo film non è per bambini. Ricordo che in sala, al cinema, non ci furono molti cori di risate. Non c’erano le situazioni tipiche. Il film induceva a pensare persino i bambini che non coglievano spunti per lasciarsi andare alle risate sfrenate, magari, del primo Shrek.
Tremotino incute timore, dipinto com’è tra luci tenebrose e parrucche d’altri tempi. Anche le Streghe, seppur quasi sensuali, addossano brividi diversi da quelli della Strega “classica”. Tremotino è piccolo e sembra essere quasi insignificante. Infatti lo è se lasciato nel proprio “brodo”. Ma diventa un Gigante quando trova degli esseri insoddisfatti che barattano con lui la propria essenza energetica ed il proprio tempo.

Eppure una via d’uscita c’è sempre. Il contratto ha una clausola rescissoria “legale”. Trovare il vero Amore. Ossia quell’energia unica capace di sciogliere ogni tipo di tenebra e di ignoranza della Luce.


Il tutto sempre nel reame del tempo.

Il parallelo con quello che scrive Josè Arguelles in merito all’accordo perduto, al tempo perduto, è notevole. Così come il concetto di famiglia Karmica di Rudolf Steiner.
 
Tutto vive nell’analogia: il piccolo rispecchia il grande che, a sua volta, riflette il piccolo. In questo gioco di specchi è facile smarrirsi come, infatti, è successo. Nello scenario 3D, duale, magnetizzato e polarizzato del mondo costruito con la nostra energia, ma sognato da "altri", siamo messi con le spalle al muro.

Non ci resta solo che “capire”. Nessun giudizio. Questa è la vera responsabilità scaturente dal fatto di “essere qua”, di “essere vivi e senzienti”. Ringraziamo Tremotino che di una nostra pena mascherata di romanticismo ne fa un’opera d’arte molto… Evidente.

Mi fermo qua perché dovrei allargare il discorso chiamando in causa l’Enuma Elish ad opera di Sitchin, Marduk o Maldek, il pianeta scomparso e frantumato che oggi crea la fascia asteroidea  tra Giove e Marte. Questo discorso si è aperto e reso a me comprensibile grazie agli studi di Arguelles e Sitchin e la visione collante di Shrek 4. 

Ormai vivo di questi sentimenti che devo sviscerare fuori di me, in questo Blog. È il mio modo di ringraziare l’Universo, e di rendermi utile, alla sua magnifica opportunità concessa

Il suo “ispirare” è il frutto delle mie migliori intenzioni.

“Vivere nel mondo senza avere consapevolezza del suo significato è come vagabondare in una immensa biblioteca senza neppure toccare un libro”.
The Secret Teachings of All Ages – citato ne' “Il simbolo perduto” di Dan Brown

Nebuloni Davide / SacroProfanoSacro 2011

mercoledì 12 gennaio 2011

L'Antisistema: un incantesimo padre-madre premuroso ma da sciogliere.





L’Antisistema tiene a noi come al proprio e più caro figlio. Perché? Perché senza di noi l’Antisistema non ha senso alcuno. Quindi? Quindi è per questo motivo che la condizione di una parte del genere umano è considerabile “buona”, nel senso che non manca da mangiare e bere, la maggior parte ha un lavoro, esistono scuole per i figli, una pensione a cui ambire, dei diritti inossidabili, un codice di leggi, una forma di giustizia amministrata dall’altezza degli organi statali. Addirittura esiste una Europa Unita, gli Stati Uniti D’America, la Federazione degli Stati Indipendenti, la Lega Araba, etc.
 
Esiste il mondo moderno, civile ed “evoluto”, e una parte non irrilevante del mondo che versa in un stato inesplicabile di generica mancanza. Perché?

Perché siamo nell’Antisistema: ossia in una “organizzazione” dell’energia che assorbe e replica le mancanze dell’umanità, l’ignoranza dello Spirito della Vita, in maniera tale da renderle evidenti.

È l’uomo che ignora lo Spirito della Vita, mentre l’Antisistema è solo la "tensostruttura" che ospita il genere umano. Come dire che il livello dell’umanità attuale è perfetto per esistere nel reame dell’Antisistema, nello scenario 3D in cui siamo tutti quanti collocati. È un fattore di vibrazione, nulla di più.
 
Osservare “come è come questo mondo” dovrebbe rendere molto bene l’idea del “come siamo fatti dentro”. Ossia, “ a che punto siamo arrivati”…

Ora, cosa succede precisamente in un “reame” come quello che abbiamo nidificato in questo scenario 3D? Che il nostro “pilota automatico”, l’inconscio, è cablato su una modalità di sopravvivenza. Per cui ci “protegge” fedelmente dal pericolo che temiamo di più: morire. Proprio come il Genio della lampada, esaudisce il nostro desiderio numero uno. Un desiderio effimero e sottilmente “vile” per il “cosa saremmo disposti a fare per”...
 
Infatti si vive molto più a lungo di una volta. Ma rimanendo insensibili all’essenza della Vita: l’incontro con la spiritualità che pervade ogni ambito della creazione. Ovviamente si vive più a lungo solo nelle aree del globo “meritevoli”, ossia non sacrificate per mantenere il 20% della popolazione “eletta”.
 
L’ego e l’inconscio dominano su tutto

La società partorita da un simile connubio di pubblica ignoranza è una struttura piramidale a Caste. Le elite che storicamente hanno preso il potere, lo hanno mantenuto nel corso del tempo e di generazione in generazione. 
Per costoro il resto dell’umanità è: niente.

Ricordate cosa pensava Hitler degli Ebrei? Che erano da trattare alla stregua di ratti della peggiore specie. Ecco: questo è quello che pensano gli “eletti” del resto del mondo, dei loro fratelli rinnegati.  Ho solo fatto un esempio, perché ritengo il potere ebraico assolutamente co responsabile dello scempio a cui ci siamo abituati giorno dopo giorno.

Nell’assenza totale di giudizio, cerco di esprimere quello che “sento” (non penso). Perché lo faccio? Bella domanda. Forse è il mio ego che spinge e che mi vorrebbe vedere acclamato dalle folle in delirio per me. Forse è un modo per montare un giro d’affari. Forse sono malato o pazzo. Forse un fallito che non sa più cosa fare, chissà. Tutto è possibile.

Però sono certo che qualsiasi cosa possa fare io, e qualunque altra persona, ebbene quella “cosa” è assolutamente necessaria per il bene comune e va perseguita  senza indugio. Basta ricordare i roghi della Chiesa e sincerarsi di avere ben compreso chi fossero quelli che venivano bruciati di fronte all’intera popolazione riunita in serena visione dello spettacolo. Chi erano? Lo ricordate? Bene.

Nessun giudizio è il “piccolo” attributo da maturare

Perché viviamo in un ambito d’energia nel quale è facile smarrirsi, nel quale tutto sembra vero e sembra falso allo stesso tempo. Basta vedere gli usi e le tradizioni degli svariati Stati del mondo. Non solo. Questo discorso vale ogni qualvolta ci siano due o più umani che vivono in una comunione di spazio.

Il linguaggio rende schiavi della parola e delle sue molteplici facce. Infatti la parola è ridefinita dal personale filtro della sensibilità, educazione, cultura, ceto, religione, orientamento politico e sportivo, ecc.

Ognuno di noi è unico e irripetibile. 

Nemmeno con la clonazione è possibile replicare integralmente una essenza umana. E questa unicità l’abbiamo usata per confonderci le idee, cercando di imporre delle strutture organizzate “buone per tutti”, piatte ed impersonali. Sicuramente un onorevole intento, ma nel reame dell’Antisistema il potere dominante secolare è assolutamente alla regia delle dinamiche del mondo. 

Per cui il “buono per tutti” diventa il “buono per loro” e per una parte privilegiata della popolazione che “serve per fare andare avanti le cose”. La popolazione che gode di questo trattamento di favore è come l’olio per lubrificare le parti meccaniche in movimento delle macchine. Senza questa fetta di popolazione la Casta non esisterebbe, come non esisterebbe più la struttura sociale a cui ci siamo abituati.

Siamo tutti sulla stessa barca, cosa altro significherebbe? 

Chiediamoci cosa sarebbe peggio. Un mondo che cade a pezzi di colpo oppure un mondo che cade a pezzi progressivamente? Meglio la seconda ipotesi; perlomeno rimane inalterata la possibilità del “risveglio” nel maggiore tempo a disposizione. Il risveglio è quell’autoeducazione che stiamo imparando silenziosamente vivendo a questa frequenza dell’energia solidificata. È inutile negare che “esiste un progresso” nell’arretramento del mondo

Ed è inutile negare che la popolazione “rimasta indietro” è un testimone scomodo per il resto dell’umanità che non fa nemmeno finta di “non sapere come vivono gli altri”. 

Perché? Perché le televisioni gongolano ogni giorno, mentre si è a tavola con la pancia piena, sui drammi che accadono nel resto del pianeta. Ci dicono questo perché siamo curiosi di sapere “quanto stanno male”…

L’uomo “evoluto”, occidentale o orientale, si lamenta seriamente solo quando non ha più da mangiare: allora sì che scende in piazza a far le rivoluzioni come nel passato. Questo uomo pretende di mantenere inalterato per sempre questo scompenso emisferico. Questo uomo pensa solo per sé e per la propria famiglia, per qualche amico o parente. Insomma per una stretta cerchia di individualità legate a lui.

Esistono le faide familiari a testimoniare questo discorso. Le “famiglie” mafiose sono forse l’esempio più diretto. Allora? Niente, no? Come dice il papà di Nemo, Marlin, incontrando lo squalo Bruto:

- Cosa ci fanno in giro due teneri bocconcini come voi?
- Niente. Non facciamo niente. Non siamo nemmeno in giro.

Chissà quando gli “squali” cattivi inizieranno a pensare:

“Io sono uno squalo buono, non un automa divoratore di pesci. Se voglio cambiare questa immagine di me devo prima cambiare me stesso. I pesci sono amici, non cibo”.
Lo squalo Bruto in “Cercando  Nemo

Riassumendo, l’Antisistema in quanto resistenza, ha inglobato, programmandosi di conseguenza, il buio, la paura e l’ignoranza del genere umano, una qualità di controllo sulla stessa comunità globale. Ha come assunto questa funzione per “polarizzazione diretta” ad opera dell’umanità in fase di stand by

L’Antisistema è divenuto come il Golem: programmato per fare qualcosa dal suo “costruttore” immemore. 

Ciò che manca all’uomo, in termini di consapevolezza e conoscenza del sé, verrà estratto meccanicamente dall’Antisistema in un modo o nell’altro. La sua resistenza renderà progressivamente manifesta questa parte ancora latitante nell’uomo

Con le bastonate o con la fame il genere umano imparerà a conoscere il proprio alter ego nei panni dell’Antisistema e, una volta conosciuto per bene, non lo dimenticherà mai più.
Da questa lezione, che stiamo vivendo nel nostro presente, impareremo a conoscerci meglio perché, purtroppo, abbiamo scelto una via perigliosa per “capire”

Gli organismi internazionali, ad immagine e somiglianza della Casta, provvederanno sempre a stanziare risorse economiche per salvare il salvabile. Sarà difficile che la popolazione privilegiata torni a provare i morsi della fame, perché il denaro è virtuale, come al Monopoli, e ne possono creare in maniera infinita. Tanto, chi li controlla? Fanno tutto loro. 

Avremo sempre quel tot che basta per tirare avanti, perché questo fatto è imprescindibile da parte della Casta, che intende regnare in eterno, e dell’Antisistema che si “nutre” proprio delle nostre vibrazioni più abbondanti, ossia quelle basse legate alla paura.

Esistono sempre due facce della medaglia. 

L’Antisistema ci ha “preso gusto” ad essere così ben alimentato e a servire per uno scopo tanto nobile come quello evolutivo per una nidiata di co creatori da plasmare. La Casta, che si occupa del “lavoro” pratico, è anch’essa tronfia di un simile posto da protagonista ma, forse senza saperlo, serve davvero un più alto scopo celeste. 

Le due componenti del controllo non pensano minimante di “lasciare l’umanità al proprio destino”, per cui bramano di poter godere di tanta prosperità energetica e di potere, per il più lungo tempo possibile

Non pensiamo minimamente di avere a che fare con degli sconclusionati egoici e paranoici: essi “sanno” quello che noi tutti abbiamo dimenticato.

Quando giungerà il tempo, sapranno addirittura meravigliarci e li ringrazieremo per tutto quello che hanno fatto e preservato dall’opera distruttrice dell’ignoranza umana globale. A che serve altrimenti tutto il segreto  a cui hanno sottoposto l’antico sapere? 

Forse, a volte, si sono fatti prendere la mano, perché anche tra di loro esiste l’ignoranza ed il problema dell’autoeducazione. Solo che i loro metodi si avvalgono ancora di un sapere che facilita di molto il compito di educare e di imparare. E poi ci sono dei grandi moti di responsabilità che, una volta compresi, educano in maniera automatica ogni entità che si abbevera in loro.

Riporto uno stralcio interessante dal libro “La dimensione umana” di Bernardino del Boca, con il quale mi sento in grande sintonia. 

Dalla sua lettura intuitiva ho scoperto una delle funzioni di questo Blog. Diffondere idee che disturbano con un chiaro scopo: capire dove si trova il puntino “Voi siete qua”.

La letteratura teosofica è piena di idee che vengono generalmente accettate soltanto sul piano mentale

Esse si sono perciò cristallizzate senza aver modificato l’individuo. 

Per distruggere queste cristallizzazioni è necessaria una ginnastica mentale che induca, su piani diversi e con gli elementi culturali più disparati, a un riesame  di ciò che è stato incasellato nella nostra mente

Questo libro presenta perciò idee che disturbano, dubbi che ci fanno riesaminare ciò che abbiamo fatto nostro nel passato, illustrazioni che ci costringono a rapide sintesi mentali ed emozionali: tutti mezzi per capire chi siamo e in quale stadio ci troviamo nella nostra evoluzione. Ciò è possibile perché ogni idea, ogni pensiero, ogni illustrazione ci richiama ad un nostro problema. Ognuno di questi problemi ha origine da una scelta culturale ed è stato registrato nel nostro casellario mentale come un simbolo di un particolare aspetto del fluire della Vita dentro di noi.
 
Lo speciale compito dei Teosofi e degli spiritualisti è di decifrare questi simboli per poter distinguere chiaramente la realtà spirituale da quella materiale e cominciare a basare i valori della nostra Vita più sulla prima che sulla seconda. Con questa ginnastica mentale ed intuitiva si può facilmente imparare ad usare bene la propria mente e a condizionare il proprio modo di vivere per collaborare con tutto ciò che prepara l’avvento del prossimo piano di coscienza dell’umanità. 

Ma si deve ricordare che i pensieri sono dei mezzi e che è pericoloso identificarsi con essi”.

Comprendo sempre di più la filosofia dei Wingmakers, basata proprio sulle differenti forme d’arte. Nel film "Coraline e la porta magica", tratto dal libro di Neil Gaiman, possiamo assistere ad una versione animata dell'Antisistema.

Davide Nebuloni / SacroProfanoSacro 2011