Poiché esse descrivono e sono descritte, secondo l’atteggiamento di chi “le trova”, piuttosto di chi “le forgia”.
Cioè, esse servono come una sorta di bussola, in un universo (o reale manifesto) già orientato di suo.
E che cosa indicano? Molti aspetti diversi, eppure tutti insieme convergenti sulla configurazione del “qua (così)”.
E, in questi “aspetti diversi”, c’è anche 1) il segnale portante e 2) il segnale potenziale, riferito ad ogni singolarità umana (per limitarsi agli umani, a Filtro di Semplificazione attivo).
Il 2) è molto più “intimo e profondo (originale)… qualcosa che puoi ancora intuire, ripensando alla tua nascita (manifestazione), momento nel quale “eri, sei (‘è’)”.
Dunque, per mezzo di quale “lente” riesci a “deformare il tuo potenziale”?
Per mezzo di quella “inconscia”, ossia, per mezzo di un comportamento che deriva da un “atteggiamento altrui”, che riassumi in qualità di raggio traente e luce del faro.
Quale “atteggiamento altrui”? Quello dominante “qua, così”.
Cioè? Quello che “non esiste, ma c’è”. Motivo per il quale, non ne puoi nemmeno parlare con nessuno. Perché ti prenderebbero per “pazzo”, e i primi a farlo sarebbero proprio “coloro che ti vogliono più bene”.