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mercoledì 1 giugno 2011

I confini e l'Amore.





Mi si è buttata addosso la fronte bianca del tempo
i ricordi più vecchi e la tua assenza nel letto
la nostra separazione e quello che siamo
Anche questa mattina – Nazim Hikmet

Vivere nel corpo denso implica la definizione di alcuni limiti, la loro condensazione nell’evidenza della fine del corpo fisico stesso. Ma, in realtà, nella realtà che possiamo solo ‘ascoltare’, noi finiamo proprio in concomitanza di questi limiti ‘imposti’? 

Cosa c’è al di là di un braccio o di un piede? 

Se stendiamo una mano di fronte a noi, possiamo osservare il nostro eterico, ossia quella strana bruma che s’emana o che reagisce ai nostri confini presunti. Siamo ancora noi quella evidente reazione? 

Ossia, il confine fisico e quello sottile coincidono?

Introducendo un altro tipo di confine e ritenendo quell’effetto ancora riferito alla nostra presenza, allora dove giungiamo veramente? Sin dove ci estendiamo a partire dal nostro cuore, sia esso solo l’organo fisico, sia esso anche il campo magnetico? Il campo toroidale del cuore ci avvolge perché è più grande della nostra fisicità, per cui i nostri confini sottili sono ancora da ‘ritoccare’. Che dire dell’effetto Aura? Ancora un ‘effetto’ esterno a noi: un’altra illusione. E che dire della Mer-Ka-Ba? Ancora maggiori dimensioni attorno a noi. 

Ancora effetti di noi all’esterno del ritenuto ‘noi’. 

Da questa posizione paradossale, delle vocine ‘interne’ ci sussurrano strane modalità del ‘fare’. Vocine che hanno senza ombra di dubbio un senso, una direzione, una sorgente… ‘esterna’ a noi. Ancora una volta il concetto di confine fisico va rivisitato, perché troppo sterile e riduttivo rispetto all’arco multisensoriale che ci contraddistingue. La 'prospettiva' è tutto, in questo ambito del riconoscimento di sé. 

La prospettiva è la consapevolezza, l’attenzione di essere sempre presenti a se stessi. Da quale livello decidiamo di osservare? E osservare cosa?
  
Osservare la separazione è vivere la separazione: è sapere che esiste ma che non è tutto. Sapere che esiste perché l’abbiamo vista dall’alto, sapere che non è tutto per mantenere la ‘rotta’ quando ne siamo avvolti…

La prospettiva: un faro nella notte.


Ecco anche perché esistiamo allo stesso tempo in più dimensioni. Allo stesso ‘tempo’ scorre tutto, oppure allo stesso tempo esiste il tutto. Frattalmente è presente in noi questa frequenza multipla, come ad esempio possiamo rilevare quando giungiamo all’evidenza che la mente non è ‘singolare’, ossia che non è riferita alla unicità fisica dell’organo che la rappresenta, bensì che essa è una e multipla allo stesso tempo

Un solo contenitore per diverse dimensioni dell’elaborazione. 

Ci accorgiamo di avere perlomeno due differenti menti quando ci accingiamo a fare delle operazioni di digitazione attraverso l’uso della memoria
 
Digitate una password, ad esempio per il conto online, senza il ‘conteggio’ della mente che giunge in ritardo. Provate… Abbiamo due modalità:
  1. digitare direttamente da tastiera
  2. digitare attraverso una simulazione della tastiera a video (per questioni di sicurezza).
La seconda modalità, più lenta, mette in risalto la differenza tra due tipi di ‘mente’. Posso anche errare nell’usare il termine ‘mente’, infatti questa è la definizione attraverso il linguaggio che mi sento di scegliere. Ognuno pensi con la propria ‘lingua’: il risultato non cambia.

Pensate di essere nella seconda modalità e di dover fare a meno di ‘ripetere mentalmente’ la singola ‘cifra’ che occorre digitare, al fine di giungere alla composizione della password completa. Forzate questa eventualità perché, ad esempio, qualcuno potrebbe leggere il vostro pensiero mentre digitate e dunque potrebbe carpirvi la password intera. 

Evitate di ripetere coi pensieri quello che digitate per non farvi copiare il codice segreto.

Vi accorgerete che esistono due ‘sfere’ che agiscono sfasate di qualche attimo l’una rispetto all’altra. Potete schiacciare sul singolo tasto ed un attimo dopo dover ‘recitare’ quello che avete già digitato. Stiamo parlando di attimi. 

La ‘recita’ che arriva subito dopo è inutile. Perché la facciamo?

Siamo prevedibili in questo. 

Impariamo a controllare il processo e a capire che le informazioni giungono in un’altra maniera rispetto alla semplice ‘recita’ della mente di superficie, la quale si inserisce in un processo come un ‘impiccione’ sgradito in una conversazione intima.  

Questa interferenza crea una ridondanza dell’informazione dentro di noi, fa confusione, agita le acque

Questo rumore di fondo 'ci stacca' e contribuisce a separarci internamente, inoltre questa separazione viene, con il tempo, esportata, replicata anche al di fuori di noi. Perché? Perché è tutto strettamente dipendente dai nostri processi ‘magici’ interiori: nulla escluso.

Cosa abbiamo provveduto ad esportare al di fuori di noi?

L’interferenza ‘parassita’ è davvero da intendersi come estranea al nostro processo di crescita? Per comprenderlo alziamoci di livello, perché se ci stiamo dentro non possiamo osservare l’intero ‘paesaggio’.

Ecco… 

Da questa nuova posizione possiamo vedere che il segnale parassita è agganciato a/in noi e che, tuttavia, quel segnale o dispositivo è divenuto una parte di noi, come le parti di un razzo: si staccherò quando avrà esaurito la sua spinta, il suo scopo.

Lo dobbiamo ringraziare per quello che sta facendo. 

Quello che sta facendo non ha un senso immediatamente comprensibile per noi. Lo capiremo più avanti quando saremo capaci massivamente di alzare la prospettiva da cui ci affacciamo sul Mondo.
 
Al pari di un globulo rosso o del sangue o di una ciglia, le entità parassite hanno un proprio senso all’interno del senso evolutivo degli  Human Bit. Nulla è per caso, tutto è opportuno. Ne avremmo potuto fare a meno? Certamente. Ma è andata così ed è inutile piangersi addosso. Così è stato e così sia.

Le conseguenze? Questo Mondo alla rovescia

Un Mondo che va sempre di fretta, che necessita sempre di nuovo carburante per non collassare, che non ha ancora accettato il flusso dell’abbondanza, che ospita diverse specie in evoluzione condensate in un unico corpo evidente oltre all’infinita scia di altre creature similmente sulla ‘via’: sassi compresi.

La spinta che l’Antisistema necessita per continuare a ‘rimanere in piedi’ è costituita anche dai nuovi bacini dell’economia gonfiati per l’occasione. Bacini che iniziano a marcare il passo, per cui a breve toccherà all'Africa

Cina: L'attività manifatturiera rallenta ulteriormente a maggio.
Da Yahoo 
 
Australia: -1,2% Pil nel primo trimestre, maggior calo da 20 anni.
Ricordiamo che alla base di questa pesante battuta di arresto gli economisti hanno citato le recenti innondazioni che hanno colpito duramente varie regioni del Paese, oltre alle conseguenze legate all'incidente della centrale atomica di Fukushima ed al terremoto che ha devastato il Giappone.
Da Yahoo 
 
Il clima ha colpa? Il clima probabilmente non sfugge a certe logiche frattali in corso. Il clima rispecchia l’eterico che gli umani hanno tutto intorno a sé, solo che è inerente a quello della sfera terrestre: un grande essere amorevole che ci ha accolti in e su di sé

Un essere di 'marca' femminile che si completa con la marca maschile del principio solare, ma solo sino a quando ci relazioniamo alle 3d: al di là tutto cambia.

I sensi di colpa non hanno senso, se non nel momento in cui li autorizziamo ad insegnarci qualcosa. 

Essi riflettono senza giudizio solo il nostro operato e rappresentano uno stop oppure uno start: dipende da noi. La ‘colpa’, allo stesso modo, è un riverbero, un segnale ancora nostro, direzionato nell’ambiente e rilfesso dall’ambiente; un giudizio fine a se stesso, che trova il confine, di rimbalzo, della nostra presenza, come un boomerang o un effetto mirabolante di sponda nel gioco del biliardo. 

Tutto ci ‘appartiene’, nel senso avvolgente, intimo ed educativo, del termine.

Un'altra crisi? Derivati in circolazione pari a 10 volte il Pil mondiale.
Tokyo - Un'altra crisi finanziaria sarebbe inevitabile, perché le cause della precedente non sono ancora state risolte. A dircelo è Mark Mobius, gestore di Franklin Templeton, oggi considerato uno dei massimi esperti mondiali di paesi emergenti.
 
C'è sicuramente un'altra crisi finanziaria proprio dietro l'angolo, perché non abbiamo ancora risolto nessuna delle cause della precedente’, ha detto Mobius durante una conferenza al club dei corrispondenti esteri a Tokyo, in risposta a una domanda sulla recente volatilità del mercato, riporta Bloomberg.
 
I derivati sono regolamentati? No. C'e' ancora una crescita dei derivati? Si’. Il valore totale dei derivati nel mondo eccede di 10 volte il Pil globale, ha sottolineato Mobius, che gestisce oltre $50 miliardi. ‘Con questi volumi e con i capitali che si muovono nelle direzioni più svagate, la volatilità e la crisi nei mercati è inevitabile’, ha aggiunto… Le grandi banche americane stanno diventando sempre più importanti dopo la crisi finanziaria e il numero delle ‘too-big-to-fail’ dovrebbe crescere del 40% nei prossimi 15 anni, secondo i dati di Bloomberg. Il Fondo Monetario Internazionale avverte anche che devono essere aumentati i requisiti di capitale in queste istituzioni.
 
Le banche ora sono piu' grandi di prima? Si lo sono’, ha detto Mobius. "Too big to fail".
Da Yahoo 
 
Uno dei commenti che seguono questa notizia, riporta queste considerazioni:

Nel migliore dei casi, se tutto va bene, siamo rovinati. Le Borse sono la più subdola truffa inventata dagli speculatori! Le banche sono degli Enti equiparabili ai Casinò... vincono sempre... a spese degli Altri.
 
Ok. Tutto vero (anche se, vedremo più in là nel corso degli aventi di SPS, che tutto dipende da noi; persino questo aspetto diabolico conferito alle Borse). E questa è l’aria che si respira mediamente nella massa, un sottile modo di dire che la massa ‘conosce’ l’artifizio utilizzato per tenerla sotto incantesimo: altra illusione. Il 'trucco' è molto più profondo e sensato di quello che si potrebbe credere.

Morto un Papa o un Re se ne elegge un altro. 

Se il cambiamento è solo inerente all’aria che spostiamo esternamente, otterremo solo di spostare la polvere che muoviamo al nostro passaggio fisico: nulla di più. Poi, la polvere torna lentamente a depositarsi e a coprire le ‘superfici’

Non occorrono rivoluzioni ma approfondimenti sulla via del ‘Conosci Te Stesso’.

Il resto diventa una conseguenza, come un buon profumo emanato da noi stessi piuttosto che un sottile puzzo coperto da un ottimo profumo.

Notiamo l’apertura del Mondo. La lenta apertura di un modello giunto alle sue estremità più dense.
 
Cellulari, Oms: ‘potenzialmente cancerogeni’.
Utilizzare un telefono cellulare potrebbe aumentare il rischio negli esseri umani di ammalarsi di certi tipi di cancro al cervello, e gli utenti devono prendere in considerazione alcuni modi per ridurre la loro esposizione.
 
Lo hanno detto oggi, esperti in materia dell'Organizzazione mondiale della sanità.
 
Un team di 21 ricercatori da 14 Paesi riunitisi all'Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro dell'Oms ha detto che un esame di tutte le prove scientifiche disponibili suggerisce che l'uso di cellulari potrebbe essere classificato come ‘potenzialmente cancerogeno’.
 
Questa classificazione potrebbe spingere l'Oms a rivedere le sue linee guida sui cellulari, secondo quanto detto dai ricercatori dell'Agenzia, anche se prima di dare una risposta definitiva è necessario svolgere altre ricerche.
 
L'Oms in precedenza aveva detto che non era stato stabilito alcun legame tra l'uso di cellulari e il cancro.
Da Yahoo 
 
Non succederà nulla dopo questa ‘apertura’? Cosa ne pensiamo noi? Ognuno di noi contribuisce a fare da somma. Lo scetticismo dimostrato per ‘queste cose’ è scetticismo nei nostri confronti. Su che cosa siamo scettici? 

Facciamo analisi interiore di noi stessi e non erigiamoci a giudici del Mondo o altrui. 

Quello che ‘conta’ siamo noi: ognuno di noi. Capite la sottile differenza?

Insieme siamo Uno.

Percorriamo tutte le ‘direzioni’ ed oltrepassiamo i luoghi comuni.

Impariamo ad ascoltare il nostro corpo, perché il corpo si ama, si vuole bene, si autoguarisce, non mente (grazie all’amico Diego)…

Ecco delle foto del cielo, sopra di me, relative a venerdì scorso, quando una violenta tempesta con grandine ha flagellato la zona del Vigevanese. Osserviamo come le polveri del vulcano Grimsvotn, in Islanda, siano giunte in Italia senza che nessuno ci abbia avvisato. Questo frattale ci indica quanto siano vere le notizie relative alla radioattività che giunge dal Giappone ad ogni latitudine.

Cielo in versione 'normale' il giorno prima...


Cielo in versione 'cenere' il giorno dopo...


Cielo in versione multicolor lo stesso giorno... 
 


La Madre Terra sta pensando molto intensamente, a quanto pare.

Davide Nebuloni / SacroProfanoSacro 2011
prospettivavita@gmail.com

martedì 1 marzo 2011

Olonomia dello stress e intuizione per uscire dall'ombra.





"Ciò che è in basso è come ciò che è in alto e ciò che è in alto è come ciò che è in basso per fare i miracoli della cosa una. E poiché tutte le cose sono e provengono da una, per la mediazione di una, così tutte le cose sono nate da questa cosa unica mediante adattamento...".
Ermete Trismegisto. 

Questo è un esercizio per ‘fare girare le rotelline quantiche’. Implica il lasciarsi andare utilizzando la propria capacità innata intuitiva, senza sentirsi non all'altezza e lasciando indietro ogni senso d’inferiorità che è inciso nel nostro inconscio. Abbiate fiducia in voi stessi

Lasciamo ‘parlare’ l’Universo attraverso la sincronia del destino… 

Nel corso di tutto il ventesimo secolo, le menti scientifiche più sensibili hanno tentato di informarsi e di mettere in guardia l’opinione pubblica contro il comportamento irrazionale del mondo che la scienza razionale cerca di osservare. Sebbene il messaggio sia sfuggito ai signori della guerra e ai tecnocrati, il cui potere decisionale determina l’ordine sociale, alcuni divulgatori della ‘nuova scienza’ quali Fritjof Capra, Isaac Bentov e Gary Zukov, si sono prodotti in ammirevoli sforzi per comunicare le similitudini esistenti tra la fisica dei quanta ed il misticismo orientale, almeno ad una minoranza pensante critica. 

Infatti, le conclusioni cui giunge Zukov in The Dancing Wu Li Masters (1979) sconfinano nell’inconcepibile, con l’affermazione che ci avviciniamo alla ‘fine della scienza’. Ma nemmeno lui riesce a rinunciare al concetto di ‘sforzo incessante per lo sviluppo continuo e progressivo di teorie fisiche sempre più utili ed omnicomprensive’.

L’autentica ‘fine della scienza’, il salto radicale di paradigma da tempo preconizzato, significa l’abbandono del concetto stesso di progresso incessante

O perlomeno un abbandono temporaneo, per permetterci di vedere se possano esserci delle scienze non-fisiche o non materialistiche che trascendano del tutto il concetto di progresso o non-progresso. Naturalmente, il mito del progresso scientifico e della superiorità tecnologica non poteva subire colpo più duro dello scoprire l’esistenza di una scienza più avanzata, precedente alla nascita del mito del progresso, praticata da un popolo che secondo le stime moderne era ancora all’età della pietra. Più specificamente, mi riferisco al sistema di pensiero virtualmente ignorato da tutti gli esponenti della ‘nuova scienza’. Tale sistema di pensiero è la scienza conosciuta e praticata dall’antico popolo che chiamiamo Maya.
 
Per gli esponenti della ‘nuova scienza’, l’esempio più simile al sistema scientifico Maya è il retaggio cinese dell’I Ching. Tuttavia esso non è stato pienamente compreso dai ‘nuovi scienziati’ che, ancora immersi nella dottrina del progresso, non sono riusciti a vederlo per ciò che esso è: la forma in codice di una scienza basata sulla risonanza olonomica piuttosto che sulla fisica atomica”.
Da “Il fattore Maya” di Josè Arguelles.

La teoria olonomica della mente di Pribram afferma che le informazioni vengono immagazzinate come in un ologramma. Così come nell'ologramma a seconda di come cade la luce appare una immagine differente, così l'attivatore, modificando la fase, attiva memorie differenti. Semplicemente alcune sono attivate ed altre no”.
Da
www.quantumpsi.com 

Le caratteristiche principali di un ologramma sono:
  • Una lastra olografica conserva il contenuto informativo in ogni sua parte, di conseguenza spezzando in più parti la lastra è possibile ottenere la stessa immagine tridimensionale con una diminuzione del campo di vista.
  • È possibile memorizzare sulla stessa lastra olografica più ologrammi orientando diversamente il raggio laser di riferimento.
  
Tra le 10 regole Masai per vivere insieme, troviamo questa – la nona:

Per prevenire i rischi e sfruttare le opportunità che ti si presentano, fai attenzione ai particolari e al mondo che ti circonda”.

"I Masai (o Maasai) sono un popolo nilotico che vive sugli altopiani intorno al confine fra Kenya e Tanzania. Considerati spesso nomadi o semi-nomadi, sono in realtà tradizionalmente allevatori transumanti, e oggi spesso addirittura stanziali (soprattutto in Kenya)… I masai ebbero subito la nomea di feroci guerrieri. Queste dicerie erano messe in giro dai portatori kamba e dai mercanti arabi che non volevano incoraggiare altri gruppi ad esplorare l’interno e stabilire rotte mercantili alternative".
Da Wikipedia

Illusioni e tempo che può scorrere avanti e indietro.
  
Trattiamo bene la terra su cui viviamo: essa non ci è stata donata dai nostri padri, ma ci è stata prestata dai nostri figli”.
(Proverbio Masai)

Molti, in base a pregiudizi ma anche per cattiva conoscenza, mettono l’I Ching tra le ‘normali’ arti divinatorie. Ma non si può in alcun modo giudicare questo testo senza conoscere la mentalità da cui è scaturito, e senza domandarsi se proprio tutti i nostri modi di pensare, in fatto di conoscenza, siano perfettamente giustificati… L’I Ching ci chiede di rinunciare ad alcune convinzioni che la nostra mentalità occidentale ci fa ritenere indiscutibili… Se riusciremo ad aprire nella nostra mente un nuovo spiraglio, verso una ‘nuova’ direzione, allora automaticamente conoscere il futuro per mezzo dell’I Ching, diverrà cosa perfettamente normale e logica, come vedere attraverso gli occhi. Pertanto non si tratta affatto di discutere se l’I Ching dica il vero o no: si tratta di accettare o meno le premesse su cui si basa, la mentalità in cui affonda le radici”.
Da “I Ching con le carte” di Donatella Bergamino.

Ad un attento esame… troviamo che i luoghi d’origine della fase originaria descritta dai Maya in tale testo sono di natura mandalica, celeste cosmica. Le quattro Tulan rappresentano il passaggio solare, est ed ovest, nonchè un mondo superiore ed un mondo inferiore. Inoltre, ad una lettura attenta della storia antica e della mitologia di Maya del Messico, si direbbe che Tulan (o Tollan) è un nome archetipico in codice non meno che un luogo reale

E se Tulan indicasse non necessariamente un sito geografico, ma un processo in divenire e punto di ingresso da un mondo-regno all’altro? A questo riguardo, il ricordo delle origini dei Maya assomiglia a quello degli indiani Hopi, che decrivono il passaggio tra mondi diversi, di cui questo attuale rappresenta il quarto. Ma cosa sono questi mondi? Descrivono stadi precedenti della vita su questo pianeta? O piuttosto passaggi cosmici che avvengono simultaneamente su questo pianeta e/o altrove?... La radicata convinzione progressivista, che i Maya rappresentino una delle diverse correnti di civiltà in lotta contro le condizioni ambientali per raggiungere i nostri livelli di scienza e materialismo, condiziona quasi tutto quello che è stato detto sui Maya. E proprio per questo motivo, la maggior parte di ciò che è stato detto sui Maya potrebbe essere completamente sbagliato.
 
Dopo molti anni di studio e contemplazione del mistero Maya, sono giunto all’inevitabile conclusione che i Maya non possono essere compresi con il metro che abbiamo usato per misurarli e giudicarli. Ho sentito intuitivamente, per molto tempo, che lo scopo della vita secondo i Maya può essere stato molto diverso da quello che può credere la nostra immaginazione materialistica…”.
Da “Il fattore Maya” di Josè Arguelles.

E per terminare riporto questo stralcio da un mio articolo:

Hakim aveva detto che solo Freccia Bianca avrebbe conosciuto la vera Atlantide e solo io avrei potuto rivolgermi a lui. Indirizzandomi verso Freccia Bianca chiesi: ‘Che cosa e dove è Atlantide, Freccia Bianca?’.
È il Pianeta del quale ho parlato come dimora originaria dell’Umanità della Terra, diventato leggenda, la leggenda di Atlantide’”.
Da SacroProfanoSacro 

Si è affacciato un nuovo modo di osservare il Mondo o i Mondi. È sufficiente uscire dall’ombra del cono che ci avvolge in maniera pressochè totale. Oltre il ‘corpo’ che ottunde c’è dell’altro: c’è la Luce. 

Lo stralcio riportato appena sopra, fornisce il frattale, la chiave, per esserne sempre più consapevoli.  Dobbiamo spostarci dalla posizione in cui versiamo, pena l’avveramento delle profezie che la scienza dell’Antisistema già ci prospetta

Se continuiamo di questo passo, entro il 2050 il corallo scomparirà.
È quanto prevede uno studio del World Resources institute, pubblicato mercoledì scorso.
 
L'organizzazione non governativa americana prevede un avvenire più cupo che mai per queste riserve di biodiversità, equivalenti marini delle foreste tropicali.
 
Infatti, mentre nel febbraio 2009 l'Icri (International coral reef initiative) stimava che le barriere coralline minacciate sarebbero state il 40% entro i prossimi 40 anni, secondo il Wri già ora sarebbe in serio pericolo il 75% dei coralli, che diventeranno il 90% nel 2030 e la totalità nel 2050. Questo non significa, spiega Lauretta Burke del Wri, 'che tutti i coralli scompariranno, ma che tutti dovranno confrontarsi con fattori che possono causarne il degrado e la scomparsa'.
 
Sotto accusa la pesca intensiva, che porta a una diminuzione del numero e delle dimensioni dei pesci. In particolare, la scarsità di pesci erbivori ha come conseguenza il proliferare di alghe sulle barriere coralline. Dito puntato anche contro la pesca al cianuro e quella con esplosivo, utilizzate nell'Africa orientale e nel Sud-est asiatico e naturalmente contro l'inquinamento proveniente dai litorali. Lo studio del Wri ha inoltre stimato l'impatto del riscaldamento climatico: quando l'acqua si scalda, anche se di poco, l'animale espelle le alghe microscopiche con le quali vive in simbiosi e che gli donano il colore e gli forniscono l'alimentazione. 

Se questo stress dura troppo a lungo, il corallo muore

Infine, secondo il Wri, l'acidificazione degli oceani rende sempre più difficile la formazione degli scheletri calcarei".
Da Yahoo

Che cosa curiosa: lo stress che uccide... 

Davide Nebuloni / SacroProfanoSacro 2011
Prospettivavita@gmail.com

 

giovedì 17 febbraio 2011

Piramide, Ombra, Eclisse e la pelle della Terra.




Chiedendomi costantemente perché ho attratto una cosa piuttosto che un’altra, ieri sono rimasto colpito da una mail pubblicitaria inerente il prossimo arrivo di David Icke in Italia, nel particolare da una piccola frase contenuta nel messaggio e inerente al suo prossimo libro:

Icke descrive ciò che ha definito ‘Moon Matrix’, ovvero la falsa realtà trasmessa dalla Luna che viene decodificata dalla nostra mente, in maniera simile a quanto avveniva nella trilogia cinematografica Matrix”.

Bene. Nello stesso istante è riaffiorato alla mente un’analogia che feci, tempo fa, e che poi dimenticai, questa:

Se rappresentiamo il flusso dell’esistenza universale come acqua che scorre nel letto di un fiume, e prendiamo quel ramo che è inerente alla nostra discendenza familiare, è come se le Vite dei nostri genitori, nonni, antenati, avessero increspato il moto placido e perfetto delle acque ed, in un certo qual modo, alcuni aspetti irrisolti si fossero arenati e messi come di traverso

Coloro che seguono, ad esempio un figlio, vive nell’influsso di quelle ‘increspature’, nella loro ombra, nel flusso distorto della ‘corrente’… Proprio come dice Icke, descrivendo l’effetto Moon Matrix. 

Ossia, una illusoria realtà che diventa vera per chi la subisce

È questo un meccanismo Celeste di evoluzione. La famiglia Karmica al lavoro. Se osserviamo un fiume o un canale in estate, caratterizzato da una minima pendenza che permetta di non definirlo uno stagno, potremo osservare che, l’effetto di ogni corpo arenato è di generare un disturbo nell’acqua a forma di Cono o di Piramide, con vertice nel punto di 'blocco' e progressivo allargamento a cascata ad avvolgere quello che segue. 

Se noi viviamo in quel tratto di acque increspate, ombrose, colorate da quell’effetto, assolutamente vivremo le conseguenze di quell’effetto su di noi. Ciò equivale a dire che la linea di discendenza trasmette ciò che non ha ancora ‘risolto’ ai diretti interessati, in questo caso, i figli. 
 
Dal punto prospettico dell’Anima, queste ‘cose’ sono evidenti, ed è per questo motivo che può scegliere attraverso quali genitori ‘passare’. Semplicemente sceglie il percorso più idoneo allo scioglimento dei propri blocchi, decidendo di incarnarsi nei blocchi di un ramo familiare o dell’altro.
Tutto ciò descrive un gioco di specchi e di riflessi, un ritmo evidenziato dal vorticare della luce tra Sole e Terra, di cui il frattale più evidente è una eclisse

Ciò dimostra che ‘tutto’ lascia un’ombra e che questa ‘ombra’ è un effetto, una conseguenza, di una presenza, di un modo di fare e di essere. L’ombra descrive il frattale della responsabilità nei confronti del ritenuto ‘fuori’, della percezione dell’esterno di sé, che in realtà non esiste

Se io calpesto dei fiori o delle formiche, in maniera del tutto indifferente perché li ritengo insignificanti, è la mia ombra che annuncia la mia presenza. La mia ombra è sopra di loro. Il mio influsso nefasto li colpisce. Con sagacia è possibile che l’ombra non ci sia, mettendosi di fronte alla luce solare. Dunque?

Questo testimonia come sia possibile aggirare l’evidenza, tramite un uso contorto dell’intelligenza previsto nel Libero Arbitrio. Se coloro che scrutano nei cieli al fine di percepire luce ed ombra sanno anche di poter essere ingannati dall’illusione della luce, cosa possono fare per trasmettere la loro conoscenza ed il loro messaggio alle generazioni successive, imprigionate dai riverberi melliflui del passato? Incidere quel messaggio o conoscenza in una maniera differente: non so ancora come, ma penso che la figura della Piramide sia incontrovertibilmente adatta, visto la sua grande diffusione in tutto il mondo antico. 

La Piramide focalizza e distribuisce. Il suo vertice indica qualcosa. La sua base è salda in Terra. Tuttavia, penso che la figura della Piramide sia una 'mezza figura', proprio come la punta dell’iceberg. Al di sotto della superficie direttamente osservabile, essa continua, e probabilmente potrebbe esserci anche la sua controparte rovesciata per dare vita ad un ottaedro, uno dei cinque Solidi Platonici relativi alla Geometria Sacra. Una figura molto simile a quella di un cristallo

Questa figura è direttamente agganciata al suono, alla risonanza, all’Etere. L’Etere è un qualcosa che è dappertutto e descrive proprio delle caratteristiche molto simili a quelle dell’acqua. Per cui il ragionamento sopra esposto trova ancora maggiore vigore se pensiamo all’Etere. Rimanere imprigionati nell’ombra, nell’increspatura, di qualcun altro è come vivere con minore energia, visto che faremo esperienza di una mancanza di luce. Meno luce uguale a meno energia. Meno energia uguale a meno Amore.

Dobbiamo completare ciò che i nostri genitori, nonni, avi, etc. hanno lasciato irrisolto della propria dimensione, perché in realtà la loro dimensione è la nostra dimensione, essendo noi stessi facenti parte della loro estensione e della loro ombra. 

Aiutare loro significa migliorare noi stessi.

Ripulire il nostro campo significa rimuovere anche ciò che occlude a monte, perché in realtà le correnti d’acqua o di Etere possono risalire anche il flusso principale, proprio come sanno coloro che navigano i fiumi. Infatti lungo le rive la corrente è contraria al flusso dello scorrere del fiume. In questa maniera  è possibile ripulire il passato vivendo bene il presente. Vivere in equilibrio nel presente significa non temere il futuro.

In questa maniera focalizziamo i tre tempi in uno, proprio come il vertice di una Piramide.

La figura dell’ottaedro è transitoria ed in evoluzione. Il suo completamento condurrà l’essere vivente chiamato Terra ad 'accendere' la propria MerKaBa e ad ascendere. La sua accensione dipende anche da ogni organismo vivente presente in essa e su di essa.

Nell'antico Egitto l'Uno, quindi Dio, era identificato con il termine di Neter o Atum (o Netjer, letteralmente 'spirito divino', 'Dio'), mentre gli dèi venivano indicati al plurale, con il termine Neteru (o Netjeru). La concezione del divino è di tipo immanente: Dio, e quindi tutti gli dèi da esso emanati, permeano il cosmo, forgiano l'universo, sono l'energia divina che costituisce la parte più sottile di tutto ciò che esiste. Gli dèi sono dunque presenti in ogni cosa, in ogni luogo e nell'interiorità spirituale dell'uomo stesso, sono nei fenomeni naturali: nella pioggia, nella crescita di un germoglio, nel soffiare del vento. Il divino va cercato dentro se stessi e nel mondo in cui l'umanità vive”.
Wikipedia
 
Le qualità della luce divina descritta nei testi sacri nella mitologia Egizia sono rappresentate dai Neter. Gli dei del Pantheon Egizio. Questi 22 Neter sono il simbolo delle qualità divine, così come in Astrologia i diversi pianeti rappresentano i diversi aspetti della personalità. Questi 22 Neter sono gli aspetti vibratori di una unica divinità”.
Youtube
 
Non è molto difficile associare il termine ‘Neter’ con il termine ‘Etere’, no?

Dio, e quindi tutti gli dèi da esso emanati, permeano il cosmo, forgiano l'universo”.

Stiamo parlano della stessa cosa immanente:
  • Etere
  • Creatore

L'Etere è la sua ombra, anzi la sua luce che diventa fioca a causa dell’inabissarsi delle condizioni esistenziali della densità, dove il gioco della luce conduce all’illusione della paura e del distacco. Il suo respiro è in realtà sempre con noi, ma per ‘ricordarlo’ occorre sviluppare 'sensi' diversi.

A volte mi succede che, come per vedere un autostereogramma, riesca a vedere la ‘pelle’ della Terra. Come una seconda vista che permette di ordinare ogni sassolino, rametto, foglia, impronta, etc. disposti a ‘caso’ al suolo, evidenziando come una sorta di trama che ricorda molto la lavorazione a scaglie della pelle.

È quella una prova sufficiente per comprendere che la Terra è un enorme essere vivente?


Infine vorrei soffermarmi su questa intuizione: 

osserviamo una foto di binari del treno, o un molo come nell'esempio, presi in primo piano. Cosa descrivono, allontanandosi dal punto di osservazione della base della fotografia? Una Piramide. È un gioco prospettico ovviamente… 

Prospettiva.

L’effetto prospettico trasforma la visione, unifica il parallelo, sorvola la dualità, converge.

La Piramide rappresenta l’unione o la divisione a seconda di come la si osserva.

Davide Nebuloni / SacroProfanoSacro 2011 

mercoledì 15 dicembre 2010

Al lupo. Al lupo...




Ricordate la favola di Esopo “Al Lupo, al Lupo”?

In un villaggio viveva un piccolo pastore che di notte doveva fare la guardia alle pecore. Si divertiva a fare uno scherzo: mentre le altre persone erano a dormire egli cominciava a gridare: "Al lupo, al lupo!". Così tutti si svegliavano e accorrevano per aiutarlo. Ma dopo il pastore burlone rivelava che era stato tutto uno scherzo. Questo scherzo continuò per parecchi giorni, finché una notte il lupo arrivò veramente. Il pastore cominciò a gridare: "Al lupo, al lupo!". Ma nessuno venne ad aiutarlo perché tutti pensarono che fosse il solito scherzo. Così il lupo si mangiò tutte le pecore e il pastore.
Fonte: Wikipedia 

Eccola, in trasposizione moderna ed in taglio “economico”:

Un club segreto di banchieri governa il mondo.
Nove banchieri delle più importanti istituzioni finanziarie di Wall Street si riuniscono il terzo mercoledì di ogni mese nel distretto finanziario di Manhattan per assicurarsi il controllo di uno dei più redditizi e controversi mercati della finanza: quello dei derivati. Le rilevazioni del New York Times stanno scuotendo il mondo della finanza.
Formalmente questo gruppo è nato per salvaguardare l'integrità del mercato, ma nella pratica è elevato il rischio che i mercati vengano orientati per soddisfare gli interessi di questi colossi. Il giornale statunitense ne svela anche i nomi:
  1. Thomas J. Benison di JPMorgan Chase
  2. James J. Hill di Morgan Stanley
  3. Athanassios Diplas di Deutsche Bank
  4. Paul Hamill di Ubs
  5. Paul Mitrokostas di Barclays
  6. Andy Hubbard di Credit Suisse
  7. Oliver Frankel di Goldman Sachs
  8. Ali Balali di Bank of America
  9. Biswarup Chatterjee di Citigroup
Ovvero per la maggior parte tutte banche americane.
A cosa servono i derivati.
Sono una sorta di assicurazione su un'operazione finanziaria. Nati per ridurre o eliminare il rischio associato ad alcune variabili, ad esempio i tassi d'interesse o i cambi tra le valute, sono diventati prodotti finanziari altamente speculativi e molto complessi. I derivati hanno comunque innumerevoli usi, una parte dei quali sono virtuosi. Basti pensare ai fondi pensione che li utilizzano per ridurre il rischio di perdite sui loro investimenti nel caso che le tendenze di mercato abbiano improvvisi rovesci. O alle compagnie aeree e navali che comprano derivati per attutire il colpo di un rincaro del petrolio. Con questi strumenti l'industria agroalimentare si protegge da aumenti nel costo dei raccolti.
Una task force per combattere il rischio di frodi.
Una questione, quella dei derivati, non indifferente neppure alla Casa Bianca che, attraverso l'amministrazione Obama, ha cercato invano di sottoporre tale mercato a rigidi controlli nella recente riforma finanziaria varata dal Congresso. Riforma oggi sotto tiro da parte della nuova maggioranza repubblicana al Congresso, vittoriosa alle elezioni di novembre e beneficiata dai generosi finanziamenti di Wall Street.
Dunque i derivati vengono scambiati privatamente sfuggendo a ogni supervisione e spesso registrati nei bilanci in maniera così ambigua da suggerire sospetti di illeciti. Proprio per stanare il rischio di frodi capaci di mettere a rischio la stabilità delle maggiori banche e i risparmi di milioni di cittadini, il ministero della Giustizia di Washington ha creato una task force investigativa.
Come in tutte le inchieste, decisivo è il ruolo di un pentito, in questo caso i dirigenti della Bank New York Mellon, le cui rivelazioni hanno permesso di portare alla luce il segreto. Ma i nove capi di banca respingono ogni accusa affermando che il sistema creato consente di ridurre i rischi esistenti in questo mercato e sostenendo che fino a questo momento la loro cooperazione si è rivelata un successo.
Più controlli per salvaguardare l'interesse dei cittadini.
L'inchiesta, solamente all'inizio, minaccia di mettere a soqquadro Wall Street. Gary Gensler, presidente della Commodity futures trading commission, incaricata di regolare gli scambi della maggioranza dei derivati, suggerisce la necessità di una maggiore supervisione sull'operato delle banche per poter scongiurare il rischio di intese non pubbliche destinate ad aumentare i costi per tutti i cittadini americani. Infatti, il peso di pratiche finanziarie poco limpide lo pagano in primis gli americani e poi anche gli europei, visto che Wall Street è il centro della finanza globale. I banchieri in questione hanno infatti bloccato l'ingresso di altre banche nel mercato dei derivati e stanno cercando di ostacolare gli sforzi per rendere trasparenti i prezzi e le commissioni. Nessuno può sapere cosa decidono ogni mercoledì i nove membri del club dei derivati. Per questo nessuno dei protagonisti dell'economia reale, tra cui gli ignari cittadini, è veramente tutelato dalle manipolazioni su questi strumenti.
Fonte: Yahoo 

La mia personale chiave di lettura è che “ci” stiano preparando, a livello massivo, a “qualcosa”. La morale di “Al Lupo, al Lupo” è di controllare gli “schiamazzi”, ciò che si dice, anche a scopo burlesco, in quanto, altrimenti, gli interessati e cioè la “massa”, nel vero momento della necessità “non crederà a quello che sentirà”.  Ma c’è dell’altro. Ossia che quel continuo “ciarlare” è in grado di preparare coloro che “ascoltano”, la globalità, ad un dato tipo di argomento, anche piuttosto “fuori dal contesto”.

Gridare ogni giorno “Agli Alieni, agli Alieni” a cosa potrà mai portare? A non crederci e a creare ilarità? Forse, nella massa, ma non in tutta la massa. Serve a risvegliare. Serve a produrre nuove sinapsi nelle menti, anche scettiche. È semplice da capire. A questo scopo serve ogni forma e tipo di comunicazione possibile, anche e soprattutto le più moderne ed efficaci, come l’industria cinematografica. Prima di “Incontri ravvicinati del terzo tipo” avevamo una certa  idea degli Alieni, considerati “verdi, piccoli e cattivi”. Da dopo quel film, le possibilità inserite nelle menti delle persone sono state diverse. 

Ai tempi di John Wayne, il tema dei Cowboy e degli Indiani era il solito: buoni contro cattivi. Oggi non si racconta più quella trama per nostalgici “visi pallidi”. Con film come “Balla coi Lupi”, si è cambiato il modo di osservare quella “vicenda”, quel vero e proprio genocidio sul quale si fondano gli Stati Uniti d’America

Ogni ambito muta sotto questa spinta de' “Al Lupo, al Lupo”.

Ora, il fatto che un giorno sì e un giorno no, ci dicano che il mondo è controllato da X uomini, che determinano i destini di tutti, sembra proprio da inquadrare in questa ottica. La gente ride di notizie come queste, perchè si abitua a sentirle, e di certo è anche questo uno degli scopi, come ci racconta la storia della rana bollita. Ma non tutta la gente

In questa azione si muove sia l’Antisistema che il Piano Divino. È difficile scorgere le spinte dell’uno piuttosto che quelle dell’altro? Non sempre. È sufficiente capire che, in realtà, entrambe spingono nella stessa direzione, lasciando all’uomo la responsabilità di “comprendere e decidere”. È il Libero Arbitrio. 

In questo “scenario”, tanto mal compreso, è tutto girato al contrario. Osservare il mondo stando a “testa in giù”, permette di vederlo nel suo esatto contrasto. I “pazzi” sono davvero tali? I saggi sono davvero tali? L’eroe è un eroe e il vile è un vile? Dipende da quale punto di vista lo osserviamo…

È il tipico discorso che esiste tra le denominazioni attribuite a “partigiani” e “terroristi”: non è solo una questione di prospettiva? Di “appartenenza”? Queste fazioni, mutano, nell’immaginario di chi ne legge le gesta. 

I partigiani sono buoni e cattivi allo stesso tempo, ma non “dipende da loro”, così come l'uccidere è sempre sbagliato.

Dipende dal come li si “colora”. Da come i libri di storia li ritraggono. Da come un certo “potere” intende che se ne parli.

A cosa ci stanno, dunque, preparando? 

Ad aumentare la nostra capacità “critica” sugli accadimenti e sulla Vita in toto, sull’esistenza e sul senso dello stare qua . Parlare di Alieni conduce l’uomo ad includerli nel proprio “campionario”, in ogni senso. Insomma, basta che se ne parli, no? È questo molto comprensibile, ad esempio, in termini di pubblicità e di vendita di un prodotto o di un personaggio pubblico.

Il vecchio e il nuovo: altri due concetti diametrali che dipendono dal “punto di vista” autorizzato, come ad esempio nella ciclicità della Moda. Quest’anno cosa va di moda? E l’anno prossimo?

È vero che questo gruppo di persone ci amministra? Nì? L’importante è far rientrare in se stessi anche questa possibilità. Perché? Per un giorno decidere in perfetta autonomia…
 
Film come “Avatar” o “Guerre stellari” o "ET", ci danno uno spaccato di società, già alle prese con gli “altri”, con coloro che ufficialmente non esistono. Ma ciò che non esiste ancora per noi, non significa che non esista nell'Universo o per l'Universo che contempla.
 
Lasciamo pure gridare i Media “Al lupo, al Lupo”, ma apriamo le nostre essenze al discernimento innato che ci contraddistingue: avremo orecchie per sentire quello che dobbiamo sentire?
 
Chi ci controlla, allo stesso tempo ci “prepara”. 

Lascereste mai dei bimbi attraversare la strada principale da soli? La segretezza della Massoneria, ad esempio, è proprio da intendersi in tal senso. Mi vengono in mente storie "confuse" come quelle di Tesla, un eroe sconosciuto, o quella raccontata nel film "Sphere", nel quale la conclusione è che "il mondo non è ancora pronto per gestire un certo potere - la verità".
 
 

martedì 16 novembre 2010

Magia a Specchio.






Da una Prospettiva diversa il Mondo attuale con i suoi infiniti problemi scompare; appare una diversa intelaiatura delle “Cose”. Il Tutto si accartoccia su se stesso mutando d’intensità, di forma, di costrutto, di valori, di apparenze, di senso, come un frattale che viene percorso avanti ed indietro ed è sempre identico ma solo sino a quando si continua a vederlo con gli stessi occhi. 

Ad una certa “frequenza” anche un frattale muta d’apparenza perché la differenza è strutturale, vibrazionale

Tutto ciò esprime un “labirinto perfetto”, una dimensione in cui rimanere sino a quando non si è pronti a trovare una “via d’uscita”. La chiave è vibrazionale. Proprio quella vibrazione dell’Essere che trascende la distanza. A quel punto saremo “fuori” ma ancora dentro a qualcosa d’altro, ad un altro livello esistenziale appositamente progettato per continuare l’evoluzione, il nostro compito, ragion d’Essere, luce, fiamma, meta, missione…

“Il varcare inconsciamente la Soglia porta l’uomo a muoversi a ritroso nel tempo. Un numero sempre maggiore di persone sperimentano oggi immagini che non si possono inserire ordinatamente nel flusso dei ricordi coscienti. Spesso queste immagini sono così chiare e forti che l’interessato pensa di sperimentare un altro uomo in se stesso… Le forze ostacolatrici hanno un grande interesse a trarre gli uomini in inganno su queste cose”.
Fonte: L’uomo alla Soglia – Bernard Lievegoed

Le Forze ostacolatrici, il “nostro Avversario” della Cabala, i Demoni e le entità Luciferine e gli Asura di Rudolf Steiner, il Diavolo religioso, i Principi oscuri delle fiabe, l’Antisistema, etc. Le forze negative vengono illustrate da sempre a 360 gradi dalle vicissitudini umane. Tali forze esistono eccome, ma sono perfettamente spiegabili se inseriamo l’uomo in un contesto evolutivo che proceda seguendo un senso e persino una logica

Quale è il loro "interesse" nell'ostacolare il cammino dell'uomo? Ha due Prospettive diverse:
  1. di propria sopravvivenza
  2. di propria responsabilità nei confronti dell'uomo stesso e, dunque, nei confronti del Creatore
La visione Dantesca dell’Universo rispecchiato in Terra ne è un esempio illuminato (i Demoni custodiscono i peccatori con un vivo senso di partecipazione diretta, in quanto ne va della loro stessa sopravvivenza), come il lavoro "fisico" degli Antichi Egizi nel rispecchiare la Via Lattea suo proprio suolo, proprio a monito della estrema dualità esistente in tutto il Creato. I frutti del “lavoro” di illustri letterati, a noi più vicini, come Tolkien, Carroll, Lewis, ecc. che immaginarono interi Mondi o addirittura interi Universi, non è l’elaborazione finale di una allucinazione o di una fantasia estremamente raffinata, bensì la trasposizione dimensionale filtrata attraverso i loro “setacci” sensoriali, il loro Essere, di vive immagini che, per il motivo sopra riportato, affioravano alla loro “superficie”.

La saga di Guerre Stellari e di Matrix, di Harry Potter e di Eragon, della serie della Torre Nera di Stephen King, etc., dei fumetti più evoluti come Sandman, della pittura "deformata" di Picasso o Dalì, dei cartoni animati "intricati" come le moderne serie Manga tipo Evangelion, della musica stessa delle colonne sonore e ad ampio spettro, la dicono lunga sullo status lucido ed insieme visionario raggiunto dall’uomo nelle sue molteplici mutazioni lungo la linea della biodiversità. 

L’uomo è "libero" da qualche migliaio di anni (quasi tre secondo Lievegoed) di sperimentare tutta la propria solitudine esistenziale. Ha infatti smesso di “vedere oltre” attraverso la propria chiaroveggenza, che ha lentamente perduto a vantaggio di uno sviluppo dell’Io Cosciente, attraverso anche lo scambio di sangue effettuato tramite i matrimoni misti. Lo sviluppo dell’Intelligenza ha avuto l’effetto di equilibrare i piatti della bilancia, limando la controparte chiaroveggente. Per questo motivo sono rimaste solo le leggende, i miti, le metafore, le allegorie, le favole, a testimoniare ciò che fu un grande passato di “comune vivere” con una varietà infinita di creature soprasensibili. Un passato in cui ogni Albero, ogni Roccia, ogni Fiume, era vivo e senziente

Nella “Terra di mezzo” gli uomini, ad un certo punto, iniziarono a manifestare il loro tempo: e venne il tempo dell’uomo alle prese con le proprie dirette responsabilità, alle prese con i frutti diretti dei propri errori.

È tutto così… logico? Lo percepisco…

Oggi, stiamo tornando a “chiedere” quelle stesse facoltà, però filtrate dall’essenza di uno sviluppo Cosciente ben diverso: siamo cambiati nel bene e nel male, come è giusto che sia. Sperimentando ogni “stato” comprenderemo sulla nostra pelle, nel dolore, ciò che è meglio lasciare andare e ciò che è meglio mantenere. Solo dopo avere provato ogni via!

Le Forze ostacolatrici sono nostre Compagne di viaggio, sono parte del nostro campo morfogenetico.

Nulla è per caso, tutto è opportuno,

  

giovedì 2 settembre 2010

Il mutare d'apparenze.







È impossibile risolvere un problema allo stesso livello di pensiero che lo ha generatoAlbert Einstein

Quando si è sotto stress, ossia quando una situazione inizia ad avere “pressioni” interne troppo alte, si perde la capacità di osservazione “lucida”. Non si è più obiettivi. Le “cose” sfuggono. Giorno dopo giorno si peggiorano i rapporti con noi stessi e con gli altri.

Cosa significa quella frase di Einstein? Che occorre “togliersi” dalla situazione che ci tiene sotto scacco. Far un passo indietro, si dice. O meglio osservarla da un punto prospettico diverso, più “alto”, proprio come si può fare andando in montagna, su una torre, guardando foto dal satellite, prendendo un aereo. Il nuovo punto d’osservazione ha la capacità di racchiudere il vecchio “punto” nel proprio “panorama”. Le “cose” esistono a più livelli contemporaneamente! È un discorso dimensionale di interpolazione, di compenetrazione, di compensazione, di presenza al quadrato, al cubo e così via…

Cosa succede in alta quota? L’aria è più rarefatta e costringe il corpo e la mente a rinnovare i “pesi” che ci ancoravano alla altezza precedente. Quel mutamento o adattamento riesce a ripulire all’istante tutte le “scorie” che non permettevano, solo poco tempo prima, di “vedere”. E questo succede in brevissimo tempo, come risultato diretto del cambiamento di prospettiva. Cosa significa cambiare prospettiva? Significa mettersi un “vestito” diverso, nuovo e delle “scarpe” leggere e più comode. Quando si va in vacanza al mare, infatti si vive quel tempo quasi esclusivamente in ciabatte da spiaggia che portiamo quasi in ogni occasione; a casa l’avremmo mai fatto? Avremmo mai fatto la spesa, uscendo di casa in ciabatte da spiaggia? È un esempio ovviamente, però andando in vacanza si cambia punto prospettico; ci si lascia andare!

Ecco il punto! Occorre lasciarsi andare. Per cambiare punto prospettico non bisogna affittare uno Shuttle e andare in orbita, anche se sarebbe il “massimo”… wow! È sufficiente riscoprire se stessi permettendosi di vedere con occhi nuovi. Solitamente questo succede dopo fatti “gravi”, quali un lutto, una malattia, etc. Perché? Perché è proprio la funzione di quegli “spiacevoli” eventi! Fare cambiare punto d’osservazione.

Avete presente quando la Vita scorre monotona, costellata dai soliti punti di snodo giornalieri, tipo “casa-mezzi di trasporto-lavoro”? È tutto così… grigio. Poi improvvisamente succede un terremoto disastroso dall’altra parte del mondo. Ebbene non ci sentiamo felici della nostra routine? Non ci consideriamo fortunati? Laddove adesso non hanno più nemmeno un tetto di paglia sulla testa, cosa faranno? Noi stiamo bene nel nostro solito loop. Le “cose” mutano a seconda del nostro punto di osservazione. Tutto è relativo e soggettivo e, soprattutto, opportuno; opportuno ma per quale fine? Non parliamo dell’opportunità di essere un “lupo per altri uomini”, ma per evolvere personalmente.

È importante altresì generare situazioni di “vuoto”, di godere degli attimi di tempo impiegati, nella solita maniera, in modo finalmente “diverso”. Cosa ci permette di fare questo, nella regolata imposizione della società moderna fatta di lavoro su lavoro? Ammalarsi!

La malattia permette di vedere con occhi diversi, di togliersi di mezzo dalla solita situazione fatta di problemi, noia, beghe, stress, insoddisfazione

E permette di valutare meglio la preziosità della nostra Vita. 

Quando si sta male si vorrebbe stare bene, per cui è insita la spinta al cambiamento positivo. Viaggiando ad esempio a Cuba, si potrà osservare come la gente abbia un altro ritmo. E non intendo solo il senso della musica nel sangue, ma proprio la velocità di vivere. Vanno più piano! Osservano i propri passi senza “mangiarseli” per non perdere il treno. È questo un altro modo per osservare da altezze diverse: viaggiare. Per cui mettersi in ferie è anch’esso un modo per mutare. Ma come trascorriamo le vacanze in occidente? Come se fossimo ancora al lavoro! Per cui non cambia nulla nella nostra prospettiva, anche se siamo comunque, anche leggermente, diversi dal solito.

Questi sono alcuni motivi, sviscerati molto in fretta, che costituiscono il frattale per cui siamo stati tagliati fuori dalla visione del punto di vista spirituale. Con le “ali” tarpate è difficile “volare” fuori dal recinto. Il mondo si restringe con il tempo così come la nostra visione abitudinaria. Le abitudini, appunto, subentrano attraverso i condizionamenti subiti in ogni modo. La matassa non si dipana ma diventa sempre più aggrovigliata. La luce del Sole fa fatica a passare. Noi siamo sempre più avvinghiati dalle situazioni e ci costruiamo “muri” di protezione attorno. Parliamo di privacy per non far sapere all’altro cosa facciamo di… “bello”. Chiediamo rispetto della nostra persona nel frattempo che ci nutriamo da Mc Donald’s o con vasetti interi di Nutella perché abbiamo bisogno di “affetto”. Ma quell’affetto noi lo nutriamo per gli altri? O siamo diventati dei limoni acidi verso tutto e tutti?

In azione ci sono sempre degli “specchi” che sono le situazioni e sono gli altri: parlano sempre di noi! Noi che vogliamo la privacy e che ci lamentiamo di non interessare a nessuno, siamo in realtà sempre sulla “bocca” di tutti e non ce ne accorgiamo. L’Universo parla di noi ad ogni istante e, non solo; parla proprio di noi a noi tramite il sincronismo di tutte le “cose”. Ma non udiamo né sentiamo nulla, indaffarati come siamo a “pensare male”.

Allora togliamoci dal livello che ha generato il problema, perché da quello stesso livello non ne usciremo mai!

Dobbiamo tirarci fuori, chiamarci fuori… ammaliamoci se è il caso! Altro che appelli dello Stato a lavorare sempre di più! Ad andare in pensione sempre più tardi. Le nostre Vite che senso hanno? Il nostro scopo quale è? Perché abbiamo uno scopo, no! E quale sarà mai? Di lavorare? E per chi? E perché? Per quale motivo? Per non morire di fame? E come ci siamo arrivati sino al 2010 partendo dall’alba dei tempi? Lavorando? Certo lavorando la terra per noi stessi… non per degli accumulatori di ricchezze altrui. Il lavoro nobilita. Certo! Il lavoro riempie gli spazi della Vita che altrimenti non sapremmo come riempire “lontani da noi”. Basta osservare cosa succede quando si va in pensione: ci si ammala, ci si annoia, ci si sente inutli…

Coltiviamo i nostri hobby, le nostre passioni, curiosità, estri, fantasie, capacità di divertirsi… sempre e soprattutto quando siamo in tempo per non perderli, ossia quando trascorriamo 40 anni di tempo a lavorare insoddisfatti. Quel meccanismo è un rullo compressore della nostra intimità spirituale.

Osserviamo i bimbi, i cuccioli di ogni specie: sono felici e giocosi. Godono della Vita concessa, di questa nuova opportunità di sentire, respirare, toccare, saltare, ecc. Tutte “cose” che dopo un certo tempo cadono nel limbo della routine, della noia, del già visto, già provato, già sentito… uffa.

Questa Vita abitudinaria toglie energia vitale dalle nostre essenze ed il frattale analogico è proprio la mancanza di ossigeno nel nostro sangue, nel nostro organismo. Nulla è per caso.

Osserviamo da un punto diverso rispetto a dove si trova la condizione problematica: togliamoci di mezzo!