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martedì 3 maggio 2011

Essere 'anti': una questione di linguaggio.




Senza qualità di genere antisociale... gli uomini avrebbero condotto una vita da pastori d'Arcadia, in completa armonia, sempre soddisfatti e amandosi reciprocamente; ma in questo caso tutte le loro capacità sarebbero rimaste sempre nascoste nel proprio germe… Ringraziamo, dunque, la Natura di questa insocievolezza, di questa gelosa invidia e vanità, di questa sete insaziabile di possesso e di potere... L'uomo desidera la concordia; ma la Natura sa meglio che cosa va bene, per le sue specie; ed essa vuole la discordia, perché l'uomo sia obbligato ad esercitare sempre una potenza nuova, e un ulteriore sviluppo delle sue capacità naturali.
Immanuel Kant 

Ringrazio l’Amico Francesco per la segnalazione sovrariportata. Simili pensieri rientrano perfettamente nello Spirito di SPS. Pur emergendo dalle nostre profondità, i costrutti, sono alfine fatti di ‘sole’ parole, corrispondenti ad una terminologia simbolica e assoggettabile alla sfera personale, al proprio punto prospettico, quindi delimitabili dalla capacità di giudizio e, dunque, di separazione dal proprio sé e dagli altri. 

In pratica, ognuno di noi leggendo queste parole… capisce quello che capisce. 

Il filtro interiore interviene personalizzando l’input, elaborando una nuova versione dell’idea sorgente che, in quanto tale, rimane oscura al ‘sentire’ altrui. Persino la ‘fonte’ potrebbe, del resto, avere avuto dubbi o non essere riuscita ad esprimere al meglio ciò che avrebbe voluto partorire. E che dire dell’intervento di 'terzi' nelle eventuali lavorazioni traduttive? E dell’opera del tempo? E di infinite altre forme di modellazione…

Quello che giunge a noi è un surrogato dell’intuizione originale, eroso e lavorato dall’azione del tempo e dello spazio. Il ‘canale’ stesso inizia l’opera di ossidazione della verità ricevuta. Questo è un meccanismo naturale a cui siamo tutti sottoposti a questa latitudine dell’energia condensata in forma di evidenza. Questa è la strada, peraltro, della percezione logica e verista delle ‘cose’, analitica e scientifica o anche filosofica di marchio  Antisistemico. Ricordiamo sempre che siamo nell’ombra di una energia parassita di controllo, sviluppo ed assorbimento di gran parte della nostra ‘vitalità’

Ciò che ‘ci è stato lasciato’ e permesso, rientra nei canoni prestabiliti da questa forma di controllo silente. Non c’è nessuna esclusione da un simile atto di oppressione silenziosa. Il linguaggio fa parte di questa forma di controllo. Tramite lo sviuppo del linguaggio abbiamo perduto le facoltà chiaroveggenti di discorrere in maniera sovrasensibile. Il linguaggio ha provocato parte della separazione che abbiamo tastato con ‘mano’, iniziando a non capirci più

Ma allora qual è lo spirito del pensiero, giunto sino a noi, di Kant? 

Io non sono un esperto in nessuna materia e ben lungi da me l’idea di diventarlo, se non in alcune arti e mestieri nel segno della praticità dovuta all’esplorazione diretta delle modalità del fare; ideare e costruire una vetrata colorata a mosaico è il frutto di un proprio cammino diretto che non può subire l’abbaglio di una incomprensione. L’artefatto finale è ben evidente e non ha nessuna proposizione se non quella di piacere o non piacere e, sinceramente, oltre al proprio Ego, non interessa oltremodo il suo successo presso le regioni degli altri.

Ci perdiamo in tutto quello che ci circonda: questa è la funzione del ‘tutto’. Perdersi per poi ritrovarsi…

Lo spirito di quelle frasi, riportate in apertura di articolo, è riconducibile al termine ‘evoluzione’. La ‘Critica alla ragion pura’ è, dal 'punto di vista del mio sentire', espressione di una sensibile motivazione percepita dall’autore, trovatosi di fronte ad uno strano sentore esistenziale rispecchiato dal sentirsi impotente di fronte a forze che per loro Natura sfuggono perché ‘troppo grandi’. Per inglobarle dentro di sé, per comprenderle, occorre ammettere che il nostro modello sociale è 'limitato' da confini apparenti, ma sin troppo evidenti, e derivanti dall’opera stessa della Natura

Dove per Natura occorre inserire ogni possibile 'interferenza' possibile ed immaginabile, persino l’opera di soffocamento di una specie invasiva sull’altra. Tutto è lecito e rientra nei piani elaborati dal Genio sempre all’opera. Questa, ovviamente, è una mia elaborazione di quello che è giunto sulle mie ‘rive’ e non ha nessuna pretesa di aggiungere altro a quello che ogni individuo ha diritto di ‘pensare’ a tal proposito.

Questa mia ‘opera’, questo Blog, è un ‘gioco’

Colui che prova fastidio, dovrebbe interrogarsi sul ‘perché’ provi una simile sensazione. Mi farebbe certamente felice…

Si accorgerebbe di trovarsi su un promontorio dal quale osserva il fiume della Vita: il proprio promontorio situato nella propria ed esclusiva padronanza ‘territoriale’. Null’altro. Da quel punto egli è un Re, esattamente come ogni altra persona sulla Terra tridimensionale. E allora, forse, potrebbe percepire un flusso di uguaglianza fluire in lui. Pur nella estrema individualità, riconoscerebbe l’uguaglianza del poter essere diversi. Sentirebbe l’intenzione di passare oltre ad un simile concetto, perché ritenuto solo una debolezza, una sciocchezza, una inezia che non merita approfondimento, visto che conduce oltre all’orizzonte scrutabile e raggiungibile dall’abitudine e dal giudizio.

Da quel ‘punto’ potremmo notare una strana luce, alta nel cielo, che non è il Sole. È un punto di luce diverso: un varco. Probabilmente il nuovo sentire, quello soffocato, conduce lì. È impossibile che una via terrena conduca al cielo? O è più facile che quella via scenda dal cielo? Il solo prendere in considerazione queste possibilità espande il nostro punto prospettico, inglobando il 'nuovo'. Con la coda dell’occhio, da questo momento in poi, cercheremo quel varco, in una maniera… così; tanto per vedere se c’è ancora…

Chi ci sussurra di lasciare perdere? Quale parte di noi afferma che è solo una illusione? Riusciamo a percepirla? Se arriva alla nostra sensienza una simile ‘impressione’, deve pur emergere da qualche parte del nostro Sé, no? Lo so che siamo nel più puro astrattismo, tuttavia è da lì che si genera la ‘realtà’… Lo sforzo non deve essere uno sforzo ma un consapevole flusso di apertura temporizzato in questo reame: una questione di tempo

I 'parassiti' lo sanno benissimo e temono per questo: la loro paura diventa la nostra paura. Ci sono stati giorni in cui mi sentivo triste, poi, pensandoci, sentendomi nel presente, mi sono accorto che era una tristezza immotivata: non c’era motivo dentro di me. E allora cosa succedeva? Che mi sentivo sollevato, sereno. Questo significa vivere nel presente e comprendere le dinamiche che ci attraversano. Per troppo tempo lo abbiamo dmenticato.  

Cosa è il ‘presente’?  È una serie infinita di batitti del cuore.  Il cuore annuncia l'eterno presente...

Agganciando questa vibrazione possiamo vivere 'in questa vibrazione', in armonia con noi stessi e con la Terra, perché il cuore è agganciato alla Terra ed al Cielo. Ce lo ricorda sempre, ma non lo capiamo più. Ma egli continua a ricordarcelo instancabilmente, senza sapere altro; sa che deve battere per noi, per non permettere che ci allontaniamo troppo da lui e da noi stessi. È un tam tam nella giungla che non smette mai… Nel buio o nella luce. In ogni situazione lo possiamo ritrovare come il più fedele degli amici…

Le parole sono finestre (oppure muri).
Mi sento così condannata dalle tue parole,
mi sento giudicata e allontanata,
prima ancora di aver capito bene.
Era questo che intendevi dire?
Prima che io mi alzi in mia difesa,
prima che parli con dolore o paura,
prima che costruisca un muro di parole,
dimmi, ho davvero compreso bene?
Le parole sono finestre, oppure muri,ci imprigionano o ci danno la libertà.
Quando parlo e quando ascolto,
possa la luce dell’Amore splendere attraverso me.
Ci sono cose che ho bisogno di dire,
cose che per me significano tanto,
se le mie parole non servono a chiarirle,
mi aiuterai a liberarmi?
Se sembra che io ti abbia sminuito,
se ti è parso che non mi importasse,
prova ad ascoltare, oltre le mie parole,i sentimenti che condividiamo.
Ruth Bebermeyer

Una delle tante cose che ho imparato da mio nonno è apprezzare la grandezza e la profondità e a riconoscere che tutti siamo violenti e che abbiamo bisogno di portare un cambiamento qualitativo nelle nostre Vite. Spesso non riconosciamo che siamo violenti perché è un aspetto di noi che ignoriamo. Pensiamo di non essere violenti perché crediamo che la violenza consista solo di lotte, di uccisioni, aggressioni e guerre – tutte cose che la persona media di solito non fa. Per farmi capire questo, mio nonno mi fece disegnare la genealogia della violenza, usando gli stessi principi che si usano quando si traccia un albero genealogico. 

La sua idea era che avrei apprezzato di più la non violenza se avessi capito e riconosciuto la violenza che esiste nel Mondo… Nel giro di un mese avevo riempito un muro della mia stanza di atti di violenza ‘passiva’, che mio nonno diceva essere più insidiosa di quella fisica… Il Mondo è così come lo abbiamo fatto noi. Se oggi è spietato è perché lo abbiamo reso spietato con i nostri comportamenti. Se cambiamo noi stessi possiamo cambiare il Mondo e questo cambiamento comincia con un cambiamento nel linguaggio e nella comunicazione
Arun Gandhi – Fondatore e Presidente del Gandhi Institute for Nonviolence

Poiché credo che faccia parte della nostra Natura il provare gioia nel dare e nel ricevere con empatia, due domande mi hanno interessato nel corso della maggior parte della mia Vita. Che cos’è che ci fa allontanare dalla nostra Natura empatica, portandoci a tenere comportamenti violenti e strumentalizzanti? E cos’è invece che permette ad alcune persone di rimanere collegate alla loro Natura empatica anche nelle circostanze più difficili?
Donare dal cuore. Il cuore della comunicazione nonviolenta – Da ‘Le parole sono finestre (oppure muri)’ di Marshall B. Rosenberg

Sono davvero sconcertato e sorpreso da come questo articolo si stia formando. Il 'sentire' di interrogare Internet in un certo modo e di trovare un libro in casa e di aprirlo in un certo modo in una determinata pagina, e osservare e leggere talune righe in luogo di altre. Davvero meraviglioso questo flusso di intelligenza che spira dentro e fuori di noi tutti. La migliore Regia è quella del ‘lasciarsi andare’, dell’ispirazione guidata. Ecco il punto: l’ispirazione…

Il linguaggio può essere violento o non violento. Ma da dove giunge la ‘penna’ che usa il linguaggio? O l’azione che muove la ‘penna’? Dai pensieri. No, c’è dell’altro. Dalla ispirazione. Ma che cosa è l’ispirazione?
 
Con il termine ispirazione si intende una particolare eccitazione della mente, della fantasia o del sentimento che spinge un individuo a dar vita ad un'opera. In molte culture si ritiene che l'ispirazione sia l'azione di uno spirito divino o soprannaturale nell'uomo che si manifesta tramite visioni o rivelazioni. Generalmente l'ispirazione presuppone nel soggetto in questione particolari predisposizioni che possono variare nelle differenti culture.
Da Wikipedia 
 
Ecco. Torniamo sempre alla componente spirituale. Quella componente cancellata dall’Antisistema. Questo è il perno della questione: non riconoscendo ufficialmente la più ampia parte di noi, rimaniamo chiusi in un circolo vizioso da cui è stata tolta la ‘causa prima’

In questo loop si muove l’umanità stranita dalla mancanza di senso e di perché che la attornia. È solo estraendosi dal ‘cerchio’ che il ‘cerchio’ appare nella sua limitatezza effimera ma tagliente. Che cosa è un incantesimo? 
 
L'incantesimo è la concentrazione di energie volitive verso un preciso scopo, comprendente l'alterazione del comportamento naturale delle cose o della volontà delle persone… Dal punto di vista strettamente etimologico l'incantesimo dovrebbe richiedere l'uso della voce, la ripetizione di parole più o meno in rima, una cantilena, ecc. infatti deriva dal latino incantare con il significato di ‘cantare formule magiche’.
Da Wikipedia 
 
Ecco un altro snodo focale che torna e ritorna come un’eco ossessiva: il linguaggio.

Calma. Non facciamo di tutta l’erba un fascio. Il linguaggio non è da incriminare, così come non è il denaro l’anima di tutti i mali. Ogni ‘cosa’ si presta ad almeno due modalità di usufruizione e/o possesso:
  1. come mezzo
  2. come fine
Perché? Perché ogni ‘cosa’ è viva. Reagisce alla mancanza di energia che in questo ecosistema si è creata. La mancanza, la ristrettezza, si riflette immancabilmente su tutto quello che ‘esiste’, dove per ‘esistenza’ si deve intendere tutti i microcosmi e tutti i macrocosmi. Il concetto stesso di ‘cosa’ è davvero da rivedere ed ampliare. È sempre la convenzione del linguaggio che limita l’accesso al ‘varco’, e non solo. E, comunque, dipende da noi, dal come prospettiamo l’esperienza di Vita. 

Spetta a noi discernere. Usare o essere usati - è un motto di 'superficie' che rende crudamente bene l'esempio.

Andiamo al punto, finalmente. È facile comprendere che non occorre agire con violenza, per i più svariati motivi che possiamo fare emergere. Lo capiscono tutti perché è una ampia verità. Eppure non succede a livello globale. Perché? 
 
Facciamo vari esempi pratici:

Berlusconi l'ha confessato. Dopo il vertice italo-francese a Villa Madama ha dichiarato: ‘Siamo assolutamente convinti che l'energia nucleare sia il futuro per tutto il mondo’ e ha ammesso che ‘fare il referendum adesso avrebbe significato eliminare per sempre la scelta del nucleare… Per questo abbiamo deciso di adottare la moratoria’.
Da www.greenpeace.org 
 
Bin Laden, Usa: sepoltura svolta secondo dettami islamici.
Il leader di al Qaeda Osama bin Laden è stato sepolto in mare dal ponte di una portaerei americana nel nord del mar Arabico dopo essere stato lavato secondo i costumi islamici ed aver ricevuto un funerale religioso. Lo ha detto oggi un funzionario della Difesa Usa. 'I preparativi per la sepoltura in mare sono cominciati all'1:10 del mattino (le 7:10 ora italiana) e sono stati completati alle 2 del mattino (8 ora italiana)', ha detto il funzionario. 'Sono state seguite le procedure tradizionali per la sepoltura islamica'.
Il corpo senza vita di bin Laden è stato lavato e poi avvolto in un lenzuolo bianco. Il corpo è stato posto in una borsa e un ufficiale ha letto un testo religioso tradotto in arabo da un interprete. Dopo la lettura, il corpo è stato posto su una tavola piatta, ribaltato, dopo di che è stato calato in mare', ha detto il funzionario.
Da Yahoo

Usa uccidono Bin Laden. Obama: ora mondo è migliore, più sicuro.
Il capo di al Qaeda, Osama bin Laden, è stato ucciso in un raid degli Usa in Pakistan, poi subito seppellito in mare, in una fine drammatica della lunga caccia al regista degli attentati dell'11 settembre negli Stati Uniti.
I leader di tutto il mondo hanno salutato con favore la morte di bin Laden, ma l'euforia è compensata dal timore di ritorsioni e dall'ammonimento di una rinnovata vigilanza contro eventuali attacchi.
La morte di bin Laden, che aveva raggiunto uno status quasi mitico per la sua capacità di eludere la cattura sotto tre presidenti Usa, chiude un capitolo amaro nella lotta contro al Qaeda, ma non elimina la minaccia di ulteriori attacchi.
Il presidente Usa Barak Obama oggi ha detto che 'questo è un buon giorno per l'America'…
‘Il nostro paese ha mantenuto il suo impegno affinché fosse fatta giustizia. Il mondo è più al sicuro’, ha detto Obama. '(Il mondo) è un posto migliore dopo la morte di Osama bin Laden'.
Da Yahoo 
 
Bin Laden, funzionario Usa: ordine era ucciderlo, non catturarlo.
Le forze speciali americane che hanno ucciso Osama bin Laden avevano l'ordine di eliminarlo e non di catturarlo. Lo ha detto a Reuters un funzionario della sicurezza nazionale Usa. 'Era un'operazione per ucciderlo', ha detto il funzionario, chiarendo che l'obiettivo non era catturare il numero uno di al Qaeda vivo in Pakistan.
Da Yahoo 
 
Bp si aspetta di riprendere trivellazioni Golfo in 2° semestre.
BP ha annunciato oggi di aspettarsi di tornare a trivellare nel Golfo del Messico nella seconda metà dell'anno, dopo il divieto imposto a causa di una fuoriuscita di petrolio provocato dalla stessa società.
Ci aspettiamo di tornare a trivellare attivamente durante la seconda metà dell'anno’, ha detto il Chief financial officer Byron Grote ad una conferenza stampa con gli analisti.
Da Yahoo 
 
Che cosa si genera in noi mentre leggiamo queste notizie? Stizza, rabbia, odio, violenza, nervoso, etc. Cioè? Separazione e senso di impotenza. Ha senso tutto questo?
 
È informazione, ok - ma cosa altro si nasconde dietro? Certamente si confondono le ‘carte in tavola’. In che modo? In ogni modo! Perché un telegiornale deve raccontarci che in una località sconosciuta della Cina, un treno è deragliato? Che senso ha? Non posso dire che mi dispiace e non posso dire che me ne frego, ma cosa si instaura, giorno dopo giorno, in me, mentre assorbo queste notizie insieme al cibo? Una apatia totale nei confronti di quello che succede agli ‘altri’. Mi separo dagli altri, sempre di più

C’è un magnetismo demoniaco che attira a sapere ‘che cosa è successo oggi nel Mondo’. È per tenersi informati? Bah. Siamo onesti prima di tutto con noi stessi. No. Non è per questo. E allora per quale motivo sentiamo di ascoltare sempre un telegiornale? In verità, non lo sappiamo nemmeno noi stessi. Non è una mancanza di idee, questa mia interpretazione, ma è davvero quello che ‘sento’: non lo sappiamo, in verità. Siamo portati a farlo.

Tutto quello che pensiamo di sapere o di fare ci giunge da una voce martellante che scambiamo per ‘nostra’, perché proviene da noi. Ma non è così. Questa voce non ci appartiene ma siamo noi che, ormai, le apparteniamo. Siamo onesti. Ammettiamo che per abitudine ci siamo adattati a permettere che la tv mostri la foto di un cadavere storpiato dalla violenza della ‘vendetta’, mentre mangiamo con le nostre famiglie o con i colleghi, non importa.  

Abbiamo superato un limite

In casa nostra può ormai giungere ogni tipo di messaggio e di immagine ed ogni tipo di parola. Il linguaggio dei Media è divenuto ‘multidimensionale’. È come prendere la dose di droga quotidiana, senza la quale si rischia di tornare a ‘sentire’ quell’altra voce che alberga in noi. Nel film ‘Equilibrium’ lo si fa capire molto chiaramente.

Si è deciso di creare un nuovo ordine e sradicare la guerra partendo dalle sue basi, cancellando dall'essere umano l'aggressività e gli istinti ad essa collegati; vale a dire, in sostanza, le emozioni. Ogni cittadino è tenuto per legge ad assumere quotidianamente una droga, il Prozium che inibisce le emozioni. I ricordi della civiltà del passato sono ugualmente vietati: libri, vecchi dischi o semplici giocattoli, se scoperti, devono essere immediatamente bruciati e il loro semplice possesso può costare la pena capitale.
 
Al fine di sorvegliare l'ordine costituito è stato posto il Tetragrammaton, a metà tra polizia segreta e ordine monastico, con i suoi micidiali Cleric addestrati alle discipline di combattimento più raffinate, come il letale kata della pistola (Gun Kata). John Preston è il migliore tra i Cleric, ma anch'egli non può fare a meno di mettersi in discussione allorché il suo migliore amico e collega viene 'contagiato' dalle emozioni, che ne firmano l'impietosa sentenza di morte.
Da Wikipedia 
 
Ed io essendo povero ho solo i miei sogni e i miei sogni ho steso ai tuoi piedi. Cammina leggera perché stai camminando sui miei sogni. Partridge, leggendo He Wishes for the Cloths of Heaven di William Butler Yeats.
Da Wikiquote 
 
La guerra (violenza) non la si estingue non ‘sentendo’, perché rimane il controllo, che è esterno all’uomo. Ricordate? Siamo nel cerchio dal quale la causa prima è stata levata, perché si protrae da un’altra dimensione.

È come essere in una stanza senza la porta per uscire.

Possiamo rimanere al buio o alla luce, ma la porta non la troveremo perché non esiste in quella modalità del ‘vedere’. Cosa fare? Chiudiamo gli occhi e permettiamoci di ‘sentire’. Usiamo la capacità di astrazione, immaginiamo la ‘porta’, il varco. Da quel punto è possibile agganciare un’altra prospettiva.

Perché non crederci? Che cosa abbiamo da perdere? Le nostre illusioni? Le nostre comodità? Il frutto del nostro vivere? Le nostre certezze? E allora perché sentiamo di non stare bene? Perché? Perché sentiamo che ci manca qualcosa, che qualcosa ci sfugge? Perché? Perché? Perché?...

Ascoltiamo.

Ma non la solita ‘voce’. Ascoltiamo in un altro modo. Fermiamoci… almeno un attimo.

Non basta questa 'energia' mtivazionale per convincervi? Allora percepite questa verità. Non importa se siete credenti o meno in un qualche culto, ma se avete adesso ancora dei dubbi è perché siete già stati conquistati da molto tempo, almeno dal periodo della nascita, ma anche prima purtroppo. Allora leggete questa espressione per convincervi che esiste un’altra realtà dalla quale si emana un controllo di origine parassitaria dell’umanità; rispondete:

che cosa è un esorcismo?

Se siete credenti, crederete anche a questa ‘branca’ della Chiesa che pratica l’esorcismo. Che cosa è un esorcismo? Si avverte già l’emozione mordente della paura, vero? Vengono alla mente le immagini tremende dei famigerati film che ne hanno 'parlato'. 

Che cosa fa un Prete Esorcista? A chi si ‘rivolge’?
 
Non potete fare a meno di affrontare anche questa parte del vostro Credo. A chi si rivolge il Prete? Non potete credere a pezzi, ma dovreste credere con tutto il vostro essere. Per cui, rispondere per favore alla domanda: che cosa è un esorcismo!





Non inserirò nessuna citazione tratta da nessuna fonte. Lo spazio rimarrà ‘bianco’, riempito dalla vostra introflessione, dal vostro atto di comprensione, dal vostro sincero aprire il ‘varco’. È solo trascendendo la paura dell’ignoto che andremo avanti…

Quando l'uomo muore abbandona il suo corpo fisico, affidandolo agli elementi della Terra e del Fuoco. In questo modo la forma che lo Spirito aveva impresso nella materia svanisce. Dopo la morte l’Essere animico-spirituale dell’uomo continua a vivere nel corpo eterico. Quest’ultimo è il portatore delle immagini della memoria. Come in un grande unico quadro di Vita queste immagini si presentano dinanzi all’Anima nei primi tre giorni dopo la Morte. Poi il corpo eterico incomincia a dissolversi negli elementi del Mondo eterico, così come il corpo fisico si è dissolto negli elementi terrestri. A questo proposito Rudolf Steiner parla di di un ‘cadavere eterico’ in analogia al ‘cadavere fisico’

Tuttavia proprio come tra le materie fisiche ne troviamo alcune che non si dissolvono – si pensi per esempio alle materie plastiche come PVC – così vi sono nel quadro della Vita strutture eteriche che si presentano come corpi estranei nel Mondo eterico. Esse vengono respinte e perciò non si dissolvono. Si tratta soprattutto di quelle rappresentazioni e sansazioni che hanno un carattere tecnico-materialistico. 

Esse sono, analogamente alle materie plastiche, il risultato di una costruzione di pensieri materiali  o di azioni materiali. Rimangono ‘non digerite’ nella sfera eterica, tuttavia conservano sempre un certo rapporto con noi, poiché noi le abbiamo generate…
L’uomo alla soglia – Bernard Lievegoed

... senza amore, senza rabbia, senza dolore, il respiro è come un orologio che fa tic tac. 
Mary O'Brien - Equilibrium
 

Davide Nebuloni / SacroProfanoSacro 2011
Prospettivavita@gmail.com

lunedì 10 gennaio 2011

Pazienza, ritmo e futuro consapevole.





“L’uomo che 'sempre si sforza di progredire' cerca egli stesso il suo futuro”. Bernard Lievegoed
  
Ognuno di noi, impegnato nelle anse del “dovere”, perde quasi sempre di vista il proprio futuro cosciente. Si aspira ad un futuro diverso dal liberamente immaginato. A quale per la precisione? Al tempo in cui si andrà in pensione. Risultato? Ci si immagina già consumati, proprio come una sigaretta giunta al filtro. 

Con una sola e grande aspirazione, bruciamo l’intera sigaretta immaginandoci già "vecchi" ma con la pensione.

A cosa si sta ambendo, inconsciamente, in questo modo? Ad appendere la nostra Vita al "chiodo" dell’abitudine e della dipendenza altrui. Infatti se gli "altri" smetteranno di lavorare, o una crisi profonda metterà a repentaglio il “modello” sociale, noi non prenderemo più nemmeno la pensione. Per cui ci si abituerà a vivere in una situazione di precarietà esistenziale, in un periodo storico in cui persino il posto fisso è divenuto una utopia. Tutto ciò è un caso? Nossignori. Come nulla succede per caso.

Esistono forze apparentemente contrarie in questo scenario 3D, proprio come le forze dell’Antisistema; forze native, insite per default in questa vibrazione della Creazione

Tali forze prosperano grazie alle “mancanze” dell’uomo. 

In assenza di "alimentazione" umana, queste forze si ridurrebbero a esili fili d’erba smagriti, secchi, avvizziti, seppur sempre presenti perché previsti. Questa modalità di “risparmio energetico universale” non ha più avuto senso di essere da infinito tempo, o perlomeno dal tempo in cui l’uomo è sceso in Terra 3D al fine di fare esperienza di se stesso

Attraverso le proprie paure e insicurezze, tramite la smemorizzazione del sé, l’uomo ha permesso alle forze Antisistemiche di rinvigorire diametralmente. Oggi l’Antisistema è alla sua massima evidenza, dato che è riuscito ad utilizzare la capacità divina di co creazione umana al fine di mantenere l’uomo imbrigliato nel ciclo delle reincarnazioni, al fine di alimentarlo d’energia negativa. 

Tutto  ciò che fuoriesce dall’umanità viene aspirato dalle forze dell’Antisistema:
  • l’Antisistema è in una modalità "negativa"
  • il genere umano è in una modalità di "sopravvivenza".
Detto questo, possiamo anche affermare che la struttura vibrazionale dello scenario 3D di base è polarizzata in una modalità negativa, in quanto confacente all'attuale programma di sviluppo umano. Però potrebbe anche funzionare in una modalità "positiva" se il genere umano riuscisse a ricablarsi su una modalità esistenziale di "consapevole evoluzione".

Ne "Il Re Leone" il padre Mufasa, appare tra le stelle al figlio Simba, dicendogli di "ricordare chi egli sia". Ne "Monster & Co" il mondo parallelo dei “Mostri” si accorge che può funzionare energeticamente molto meglio con le risate dei bambini piuttosto che con le loro urla di terrore.

Cosa significa? Che cambiare si può. 

È possibile anche mutare la destinazione d’uso del programma vibrazionale di base relativo all’attuale polarità dell’Antisistema. Uno studente di economia andrà a fare uno stage in un ambito aziendale consono, altrimenti non avrebbe senso ai propri fini. Allo stesso modo, l’umano nella nostra situazione di dimenticanza del sé, è venuto in un luogo dimensionale atto ad educarlo nel migliore dei modi. 

Ossia tutto quello che ci contorna, lo abbiamo "meritato". Guerre mondiali comprese…

Se viviamo in un mondo “così” è solo ed esclusivamente responsabilità nostra; e di chi altri se no? Vogliamo dare la colpa alle Società segrete? Ai 12 che comandano su tutta l’umanità? Nossignori. 

Noi li abbiamo autorizzati a compiere misfatti e loschi piani. Loro si sono solo prestati ad interpretare la parte. Una parte, per la verità, molto coraggiosa, alla stessa stregua dei Santi autentici che hanno colorato il nostro passato.

Ricordiamo sempre che gli "estremi" si toccano, perché tendiamo sempre a dare Vita a circoli energetici. Anche la simbologia della spirale giunge a far coincidere gli estremi, attraverso il ribaltamento dei “cieli” o tramite un circuito chiuso di buchi neri e bianchi. 

È una struttura che sfugge a prima vista, ma che in realtà descrive sempre il medesimo principio di conservazione e purificazione energetica: come un immane sistema di “condizionamento per l’aria”.

Secondo il ministro dell'Economia italiano Giulio Tremonti la crisi non è finita e, con il salvataggio delle banche, sono stati salvati gli speculatori e siamo praticamente al punto di partenza.
Tremonti ha parlato oggi nel corso di una tavola rotonda alla conferenza 'Nuovo mondo, nuovo capitalismo' in corso a Parigi.

"La crisi non è finita. E' come vivere in un videogame: compare un mostro, lo combatti, lo vinci, ti rilassi e subito spunta un altro mostro più forte del primo", ha detto Tremonti secondo quanto riferito da uno dei presenti.
 
Il ministro ha poi detto che si è utilizzato il denaro pubblico "per salvare con le banche anche la speculazione" e si è così tornati "quasi al punto di partenza".
 Da Yahoo

Accelerando la vibrazione, tutto cambia e l’Antisistema scompare. L’Antisistema alla fin fine è la rappresentazione globale del nostro inconscio: di Hall 9000 per dirla alla Stanley Kubrick.

Accelerando il nostro microcosmo individuale ascendiamo al livello successivo. 

In assenza di questa "accelerazione" si rimarrà fermi in attesa degli eventi, della prossima lezione, del “mostro” successivo.

Una cosa assolutamente necessaria è lo sviluppo della Pazienza, la capacità di saper aspettare finché determinati processi giungano a maturazione

È inoltre importante portare Ritmo nella propria Vita. 

Bisogna dare al ritmo del giorno e  a quello settimanale un nuovo contenuto”.
 
L’uomo alla soglia” di Bernard Lievegoed 


Davide Nebuloni / SacroProfanoSacro 2011

 

martedì 4 gennaio 2011

Logo, Emozione e Arte.





“Dietro questo mondo si trovava la regione dell’ordine e dell’armonia delle forze planetarie, dove regnavano gli elevati Esseri delle Gerarchie. Dopo aver sperimentato le basse forze astrali nell’immediato al di là, il discepolo perveniva alla conoscenza delle forze astrali superiori nel loro ordine cosmico e nella loro armonia. Queste forze vivono anche nel nostro corpo astrale e regolano la salute. I Greci si rappresentavano queste pure forze astrali nell’immagine del “Vello d’oro”; andare alla ricerca del “Vello d’oro” aveva lo stesso significato di andare alla ricerca di una via d’iniziazione. 

I Germani vedevano questo mondo come un grande orologio cosmico, con dodici gruppi diversi di Entità spirituali – il nostro Zodiaco… L’orologio cosmico formava parole di un linguaggio spirituale: i segni dello Zodiaco le consonanti, i pianeti le vocali. La comprensione di questo linguaggio spirituale significava poter sapere ciò che in quel momento veniva richiesto all’umanità…”.
Da “L’uomo alla soglia” di Bernard Lievegoed

Non siamo più “abituati” a percepire ciò che ci circonda, nei vari reami, come un qualcosa di “vivo”, senziente, interattivo. Tutto ciò che ci è giunto dal lontano passato, attraverso il mito, la leggenda, la tradizione, viene colto alla stregua di un qualcosa con il quale bearsi per un breve istante, ripensando a come fosse stata la Vita di un tempo. Dei flash back fugaci che lasciano tanti piccoli vuoti dentro di noi, come una sorta di malinconia inverosimile. Ci sono anche i film, come non mai ultimamente, che aiutano ad immaginare quel mondo trascorso. C’è la poesia o lo studio dei classici. Ci sono le fiabe, le favole per i bimbi d’ogni età. 

Ma sopra a tutto c’è una corsa sfrenata che ci strappa via da casa e ci conduce a vorticare, mischiandoci in infiniti modi.

Questi flussi d’energie diverse spirano attorno a noi, avvolgendoci e sussurrando il ritmo del dovere, dell’avere, dell’essere… Parlano idiomi diversi che noi non capiamo ma che, in un certo qual modo, seguiamo. Parlano ad una parte di noi che è silente eppure presente come l’aria riempie una stanza che si ritiene vuota.

Questo “dialogo” è intessuto da essenze che non riteniamo esistenti nella realtà, ma che alla resa dei conti, determinano il fatto che l’uomo si muova compiendo una scelta, anche forzata, ma sempre una scelta. L’interazione dello “scafandro” fisico umano con le forze regolatrici eteree è inossidabile, pervicace, assoluta: innegabile.

Perché ci giungono “voci” dall’antichità che narrano di Entità vive, come ad esempio la pioggia, il vento, la poesia, il desiderio, etc.? Sia Steiner che Lievegoed, solo per citarne due, ci riportano a quella realtà siderale, in cui l’uomo viveva in connubio con queste solide presenze, che sapevano ispirare ed elevare gli animi, insufflare i sensi più elevati della partecipazione alla Vita, orientare allo sviluppo del rispetto e della consapevolezza verso la sacralità della Creazione.

Scempiaggini” – urlerebbe il buon vecchio Ebenezer Scrooge, ciondolando ad U rovesciata con fare sospettoso eppur curioso, scrutando terra nella speranza di trovare un penny perduto da qualcuno tanto scriteriato dal non porvi massima attenzione. 

Non è vero?” – chiedo a voi tutti. 

Oggi si guarda più il suolo che l’orizzonte o il cielo. L’orizzonte è sempre più chiuso dalle forze architettoniche degli edifici prominenti, mentre il cielo è roba per visionari o perditempo. Ciò che interessa del cielo sono le previsioni atmosferiche: che tempo farà?

Ecco la mia riflessione: lo Zodiaco non traccia “disegni” tra le stelle.

“Lo zodiaco (dal greco ζώον, zòon, "vivente" od anche "immagine d'uomini o animali") è una fascia celeste che si estende all'incirca per 8° da entrambi i lati dell'eclittica (il percorso apparente del Sole nel suo moto annuo) e comprendente anche i percorsi apparenti della luna e dei pianeti.
Le suddivisioni dello zodiaco sono costellazioni in astronomia e segni zodiacali in astrologia.
Oltre allo zodiaco dell'astrologia occidentale ce ne sono di diversi nell'astrologia vedica e nell'astrologia cinese”.
Da Wikipedia

Avete notato il termine fuoriuscente dal greco? “Vivente”.


Lo Zodiaco è “vivo”, proprio come suggerito dalla antica tradizione. Le figure tracciate sono vive, o meglio, descrivono esseri senzienti. Tutto ciò, unendo i puntini, mi porta a comprendere che il linguaggio dei simboli e degli Archetipi è alla base della comprensione della dinamica esistenziale. 

Come possiamo ritenere un “disegno” tracciato dall’uomo tra le stelle, a caso, come la stilizzazione di un essere senziente? 

Semplice: usando la metodologia dei frattali, cioè di quello che ci circonda di più piccolo e "accessibile" ma che, per la proprietà olografica del tutto, rappresenta alla perfezione le regole del Cosmo.
Ecco a cosa alludo. L’altra sera, io e la mia famiglia, abbiamo assistito allo splendido e toccante film “This is it”con  un Michael Jackson all’estrema sintesi tra individualità ed arte; ebbene, alla fine della rappresentazione cosa appare? Questa immagine:

 
  
Vengo come folgorato da qualcosa che mi mette le “farfalle nella pancia”. Ed ecco toccato proprio il punto dove volevo arrivare: l’emozione.

Questa immagine è “viva”, reca con sé una precisa ed ampia onda portante, carica di una modalità propria, frutto di ciò che l’artista ha fatto e suscitato in Vita nell’immaginario collettivo. 

È logico che ognuno di noi trarrà quello che è in risonanza con la propria essenza, e magari qualcuno non trarrà proprio nulla; è normale nella rappresentazione statistica dei grandi numeri. Eppure ciò che si vede va oltre alla semplice apparenza e risulta persino troppo chiaro che “qualcosa” di nuovo o di diverso ci colpisce e ci anima, alla vista di questo logo, di questa stilizzazione estrema con tanto di marchio commerciale.

Il passo successivo è questo. Alla vista di un’immagine ci succede qualcosa. L’immagine pubblica stilizzata di un mito è tanto più potente della foto di mio figlio, che varrà probabilmente molto più per la mia famiglia che per altri.

L'emozione è Arte...

I logo stilizzati dei cosiddetti “miti” come Marilyn Monroe, Elvis Presley, etc., ma anche i simboli legati alla rappresentazione dell’avere, come la Harley Davidson, la Bmw, etc. hanno questo potere e valenza sul genere umano.

 
È indiscutibile il potere di una immagine carica di questa valenza. Pensiamo alla stessa immagine agli albori della carriera di Michael Jackson: era come vuota, scarica, indifferente. Pensiamo alla stessa immagine oggi: la percepite la differenza abissale che corre tra il prima e il dopo?

Perché ha potere? Perché ha la capacità di evocare qualcosa in chi la osserva. È l’impatto emozionale il carico che differenzia il passato dal presente

Questa immagine trasporta emozionalità. 

L’emozionalità però è innescata soprattutto dalla conoscenza che l’individuo possiede dell’artista rappresentato. Se una persona non conosce Michael Jackson, proverà un qualcosa di molto minore in termini di spessore energetico.

Quindi? Ecco perché lo Zodiaco non ci trasporta più emozionalmente: perché ignoriamo chi fossero le Entità rappresentate. Lo svuotamento subìto dal genere umano ci ha trascinato lontani dall’albero da cui siamo "caduti". Abbiamo bisogno di tornare a volare con il mito, la leggenda, la favola, etc., conoscendo le Entità rappresentate come degli Esseri viventi a tutti gli effetti, proprio come Michael Jackson, che non è morto, ma ha solo cambiato di “stato”, essendo il suo “effetto” la sua “scia” ancora e per sempre tra di noi.

Gli Astri ci influenzano, ma non solo, anche le “immagini” stilizzate tra le stelle hanno questo potere. Le immagini di gesta antiche che hanno intessuto la storia della Creazione, oggi dimenticate. 

Per l’uomo “moderno” l’Oroscopo ha la valenza di una “massima” trovata in un cioccolatino: se non aggrada si butta via. Da qua la massificazione e lo svuotamento della valenza originaria della lettura degli Astri.  

Chiediamoci allora quale sia il linguaggio dimenticato citato da Lievegoed:

La comprensione di questo linguaggio spirituale significava poter sapere ciò che in quel momento veniva richiesto all’umanità…”  

Davide Nebuloni / SacroProfanoSacro 2011

martedì 16 novembre 2010

Magia a Specchio.






Da una Prospettiva diversa il Mondo attuale con i suoi infiniti problemi scompare; appare una diversa intelaiatura delle “Cose”. Il Tutto si accartoccia su se stesso mutando d’intensità, di forma, di costrutto, di valori, di apparenze, di senso, come un frattale che viene percorso avanti ed indietro ed è sempre identico ma solo sino a quando si continua a vederlo con gli stessi occhi. 

Ad una certa “frequenza” anche un frattale muta d’apparenza perché la differenza è strutturale, vibrazionale

Tutto ciò esprime un “labirinto perfetto”, una dimensione in cui rimanere sino a quando non si è pronti a trovare una “via d’uscita”. La chiave è vibrazionale. Proprio quella vibrazione dell’Essere che trascende la distanza. A quel punto saremo “fuori” ma ancora dentro a qualcosa d’altro, ad un altro livello esistenziale appositamente progettato per continuare l’evoluzione, il nostro compito, ragion d’Essere, luce, fiamma, meta, missione…

“Il varcare inconsciamente la Soglia porta l’uomo a muoversi a ritroso nel tempo. Un numero sempre maggiore di persone sperimentano oggi immagini che non si possono inserire ordinatamente nel flusso dei ricordi coscienti. Spesso queste immagini sono così chiare e forti che l’interessato pensa di sperimentare un altro uomo in se stesso… Le forze ostacolatrici hanno un grande interesse a trarre gli uomini in inganno su queste cose”.
Fonte: L’uomo alla Soglia – Bernard Lievegoed

Le Forze ostacolatrici, il “nostro Avversario” della Cabala, i Demoni e le entità Luciferine e gli Asura di Rudolf Steiner, il Diavolo religioso, i Principi oscuri delle fiabe, l’Antisistema, etc. Le forze negative vengono illustrate da sempre a 360 gradi dalle vicissitudini umane. Tali forze esistono eccome, ma sono perfettamente spiegabili se inseriamo l’uomo in un contesto evolutivo che proceda seguendo un senso e persino una logica

Quale è il loro "interesse" nell'ostacolare il cammino dell'uomo? Ha due Prospettive diverse:
  1. di propria sopravvivenza
  2. di propria responsabilità nei confronti dell'uomo stesso e, dunque, nei confronti del Creatore
La visione Dantesca dell’Universo rispecchiato in Terra ne è un esempio illuminato (i Demoni custodiscono i peccatori con un vivo senso di partecipazione diretta, in quanto ne va della loro stessa sopravvivenza), come il lavoro "fisico" degli Antichi Egizi nel rispecchiare la Via Lattea suo proprio suolo, proprio a monito della estrema dualità esistente in tutto il Creato. I frutti del “lavoro” di illustri letterati, a noi più vicini, come Tolkien, Carroll, Lewis, ecc. che immaginarono interi Mondi o addirittura interi Universi, non è l’elaborazione finale di una allucinazione o di una fantasia estremamente raffinata, bensì la trasposizione dimensionale filtrata attraverso i loro “setacci” sensoriali, il loro Essere, di vive immagini che, per il motivo sopra riportato, affioravano alla loro “superficie”.

La saga di Guerre Stellari e di Matrix, di Harry Potter e di Eragon, della serie della Torre Nera di Stephen King, etc., dei fumetti più evoluti come Sandman, della pittura "deformata" di Picasso o Dalì, dei cartoni animati "intricati" come le moderne serie Manga tipo Evangelion, della musica stessa delle colonne sonore e ad ampio spettro, la dicono lunga sullo status lucido ed insieme visionario raggiunto dall’uomo nelle sue molteplici mutazioni lungo la linea della biodiversità. 

L’uomo è "libero" da qualche migliaio di anni (quasi tre secondo Lievegoed) di sperimentare tutta la propria solitudine esistenziale. Ha infatti smesso di “vedere oltre” attraverso la propria chiaroveggenza, che ha lentamente perduto a vantaggio di uno sviluppo dell’Io Cosciente, attraverso anche lo scambio di sangue effettuato tramite i matrimoni misti. Lo sviluppo dell’Intelligenza ha avuto l’effetto di equilibrare i piatti della bilancia, limando la controparte chiaroveggente. Per questo motivo sono rimaste solo le leggende, i miti, le metafore, le allegorie, le favole, a testimoniare ciò che fu un grande passato di “comune vivere” con una varietà infinita di creature soprasensibili. Un passato in cui ogni Albero, ogni Roccia, ogni Fiume, era vivo e senziente

Nella “Terra di mezzo” gli uomini, ad un certo punto, iniziarono a manifestare il loro tempo: e venne il tempo dell’uomo alle prese con le proprie dirette responsabilità, alle prese con i frutti diretti dei propri errori.

È tutto così… logico? Lo percepisco…

Oggi, stiamo tornando a “chiedere” quelle stesse facoltà, però filtrate dall’essenza di uno sviluppo Cosciente ben diverso: siamo cambiati nel bene e nel male, come è giusto che sia. Sperimentando ogni “stato” comprenderemo sulla nostra pelle, nel dolore, ciò che è meglio lasciare andare e ciò che è meglio mantenere. Solo dopo avere provato ogni via!

Le Forze ostacolatrici sono nostre Compagne di viaggio, sono parte del nostro campo morfogenetico.

Nulla è per caso, tutto è opportuno,

  

martedì 9 novembre 2010

Divisi ma uniti.





Il mondo nel quale si muove la nostra odierna “coscienza morale” è delimitato da due confini. L’uomo vive tra due mondi dal carattere completamente diverso: un mondo esteriore regolato da leggi naturali e un mondo interiore, sperimentato come realtà soggettiva. Chi nell’estasi spezza confini esteriori, “vede” immagini; chi fa l’esperienza del proprio io attraverso la via mistica interiore “sperimenta” sentimenti.
Fonte: L’uomo alla soglia di Bernard Lievegoed

La nostra società, sempre più “mescolata”, è alle prese con la sua estrema frammentazione. Questa dinamica corrisponde alla fase finale di un “progetto” nel “progetto”. Un sogno attuato con lungimiranza dall’Antisistema nel sogno del Piano Divino, la cui chiave di lettura è il linguaggio sincronico attualizzato dalla comparsa di “opportunità”, di punti di svolta, bivi, decisioni, che mai rappresentano il frutto della casualità, dal momento in cui sin troppe Leggi Celesti regolano ogni ambito del bacino globale della Creazione. 

Al livello dimensionale attuale, nella dualità, ogni “cosa” è vera e falsa allo stesso tempo ed il punto prospettico da cui si “osserva” fa la differenza nel predominio di una verità sull’altra. Le forme pensiero focalizzate nel paradigma in auge, corrispondono al veicolo che determina temporaneamente quale "piatto della bilancia" ha la meglio sull’altro. Gli usi, le abitudini, le consuetudini, fissano negli inconsci le regole imposte dalla forma energetica di Controllo

I moderni mass media determinano l’imprinting della società globalizzata e suddivisa allo stesso tempo.

Ecco allora che lo “Spirito” dell’affermazione di Lievegoed prende maggiore corpo. I due confini a cui allude, quello esteriore e quello interiore, trovano la relativa rappresentazione frattale, ad esempio, proprio nello sviluppo della scienza o delle dinamiche espansive e riduttive del vivere in città. Nel piccolo e nel grande ci si perde senza una bussola interiore in grado di amministrare ogni tipo di esperienza disposta dall’Essere. Questa “bussola” è rappresentata dal livello di conoscenza e di presenza verso se stessi, una sorta di equilibrio o di barra antirollio. Questa barra è un altro frattale che rappresenta il ruolo del “senso di presenza”, della Spiritualità, del “Io Sono”:

La barra antirollio è un semplice organo meccanico che mette in connessione due bracci o portamozzi di due sospensioni del tipo a ruote indipendenti di uno stesso asse, in modo da opporsi al rollio. Questa barra è conformata e fissata in modo da lavorare a torsione, questo perché ha una forma a "C", dove le estremità son fissate alle sospensioni, mentre la parte centrale è collegata al telaio in modo elastico e non vincolante, in modo che la barra possa contrapporsi a una diversa escursione delle due sospensioni.
Con questa conformazione la barra antirollio riesce a trasferire parte della forza dalla sospensione non in compressione a quella in esercizio, il che permette una migliore stabilità, senza andare a compromettere il confort al superamento di una buca o dosso, dato che permette l'uso di sospensioni più morbide.
Fonte: Wikipedia

Abbiamo due ruote indipendenti che fanno parte di uno stesso asse, in cui questa barra si oppone al rollio, alla disarmonia, alla mancanza di equilibrio dovuto alle asperità del territorio da esplorare ma anche di colui che è alla guida. Ogni aspetto "solidificato" dell’energia, ogni oggetto creato dall’uomo, è la contrapposizione fisica di una verità spirituale/eterica. Se noi osservassimo con “occhi” diversi e con pazienza quello che l’uomo ha “inventato”, potremmo comprendere il linguaggio dei frattali. La profondità della comprensione è soggettiva, proprio come gran parte delle esperienze umane in Terra. 

Trasferire convenientemente una parte della “forza” da una parte non soggetta a “lavoro” ad un’altra "in tensione" rappresenta un grande risultato in termini di efficienza energetica e di equilibrio che, a cascata, sarà in grado di riversarsi sull’intero mono esteriore percepito come reale.

Dicevamo che la società moderna è sia globale che individuale e dispersa sempre più finemente entro le stanze delle proprie case e tra le maglie del vivere quotidiano. Le due dinamiche spingono allo stesso tempo in maniera antitetica, perché l’opera del Controllo si oppone al rilascio dell’umanità stessa e perché l’umanità deve esplorare ogni possibilità racchiusa dalla geometrica solidità della terza dimensione. La divisione delle acque del Mar Rosso ad opera di Mosè, rappresenta proprio frattalmente queste doppie dinamiche disarticolanti: un intero popolo che per andare avanti deve chiedere una divisione dell’unità che altrimenti lo “sovrasterebbe” e la manifestazione di un potere potenzialmente alla portata di ognuno, insito nelle proprie capacità e caratteristiche dormienti, un appuntamento con un esame solo rimandato.

Altro frattale, esistente attualmente, che rispecchia la frammentazione e l’unità allo stesso tempo è la “griglia” di computer globale nata per unire ed aumentare la potenza di calcolo a disposizione: 

I Grid computing o sistemi Grid sono un’infrastruttura di calcolo distribuito, utilizzati per l’elaborazione di grandi quantità di dati, mediante l’uso di una vasta quantità di risorse. In particolare, tali sistemi permettono la condivisione coordinata di risorse all’interno di un’organizzazione virtuale.
Il termine “Griglia” è stato coniato intorno alla metà degli anni Novanta. Il vero e specifico problema alla base del concetto di Griglia è la condivisione coordinata di risorse all’interno di una dinamica e multi-istituzionale organizzazione virtuale (Virtual Organization, brevemente indicata con VO). La condivisione non è limitata solo allo scambio dei file, ma si estende all’accesso diretto a computer, a software, in generale a tutto l’hardware necessario alla risoluzione di un problema scientifico, ingegneristico o industriale. Gli individui e le istituzioni, che mettono a disposizione della griglia le loro risorse per la medesima finalità, fanno parte della stessa VO.
Fonte: Wikipedia 

Wow!

Tornando a Lievegoed, comprendo adesso perché io non abbia ancora avuto esperienze OBE; perché la mia “direzione” intrapresa è quella interna, ossia la via mistica della sperimentazione dei sentimenti.

Non “vedo” immagini ma “sento” gradazioni dell’Essere. È il verso scelto per adesso.

Ora comprendo anche cosa rappresentava il sogno ricorrente dello scheletro che appariva sulla montagna e che mi buttava puntualmente giù dal dirupo. Che cosa rappresentava? Ecco: 

L’uomo incontra il “piccolo Guardiano della soglia” immergendosi nel proprio inconscio. Si tratta di una reale figura spirituale che noi stessi abbiamo prodotto.  Essa è il compendio degli aspetti negativi del nostro passato, formatosi sia dalle precedenti incarnazioni che da quella presente.  Alla nostra esperienza questa Entità ci appare come un terribile essere spettrale che sbarra il cammino, impedendoci di avanzare con la coscienza nella parte inconscia del nostro essere.
Fonte: L’uomo alla soglia di Bernard Lievegoed

Nulla è per caso e tutto è opportuno. Questo libro, apparso per la prima volta in Vita mia ieri sera e sfogliato a caso, a pagina 122 mi ha donato questa visione lucida del mio “paesaggio” interno. Ringrazio coloro che lo hanno veicolato a me e la mia Essenza che lo ha ricompreso nel proprio "raggio d’azione".

Riporto, non so ancora per quale motivo, due domande ed due risposte:

Avrò successo nel mio intento?
Lascia andare il senso della tua Vita e perdona colui che giunge per te. Sii pieno di speranza.
In che senso?
Ignora il livello che soggiace al pulviscolo e andrai verso il tuo Porto.