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venerdì 17 marzo 2017

Una concreta illusione.



Le definizioni più stagionate (quelle, per intenderci, che finiscono nell'enciclopedia, nel dizionario, nel linguaggio ed, infine, nella mente delle persone)”, sono come dei “delimitatori di frequenza”:
circoscrivono, mentre descrivono il “territorio”.
E tu, di questa vera e propria tecnologia, te ne nutri ad ogni istante della “tua” vita “qua, così”, senza saperlo (ma, tanto, non serve che tu lo sappia, perché – in questa modalità – funziona molto ma molto "meglio", al fine di auto preservare il paradigma sempre attuale, reale manifesto)…
Ovvio che, se (se) esiste una certa tecnologia, allora deve (deve) esistere anche il motivo, il perché, la ragione fondamentale... attraverso la quale si è manifesta la tal tecnologia (che rivela strategia e, dunque, interesse).
Ma, di questa “origine” – “qua così” – non sembra esserci traccia e tu non sembri conservarne memoria:
quale “migliore” strategia.
L3 comprendi? L3 ricordi? L3 deduci? L3 ricavi per contrasto? 
Te ne accorgi, insomma?
Elaborando il riflesso della Massa, in termini di "feedback a questo spazio (potenziale)", la risposta è solo che:
no.
Infatti, lo sai che sei sempre (sempre) misurabile.
Vero?
Anche il “tuo” stare ferm3, non è un fare niente. Anche il “tuo” non fare niente, non è stare ferm3.
In ogni “caso”, c’è sempre un feedback:
volente o nolente
quantunque, ovunque e comunque
e questo vale per… chiunque (non solo “qua, così”).
Ma (ma), in prospettiva e soprattutto “in leva”, quel “poco” che dimostra feedback, vale tanto quanto un “fattore esponenziale”. Ergo:
“poco”
elevato esponenzialmente
“è”
un potere enorme…

giovedì 16 marzo 2017

La frequenza della “formula”.



Noi non siamo in guerra. Noi siamo in pericolo”.
xXx - Il ritorno di Xander Cage

  
La frequenza è una grandezza che riguarda fenomeni periodici o processi ripetitivi.
In fisica la frequenza di un fenomeno che presenta un andamento costituito da eventi che nel tempo si ripetono identici o quasi identici, viene data dal numero degli eventi che vengono ripetuti in una data unità di tempo…
Link 
Questo “termine” è convenzionalmente utilizzato nell'ambito tecnologico, ma:
è una grandezza che riguarda fenomeni periodici o processi ripetitivi... (un fenomeno che presenta un andamento costituito da eventi che nel tempo si ripetono identici o quasi identici...).
La tecnologia “mette in mostra (usa)” un simile luogo comune. 
Anche se il “fenomeno” è molto più vasto ed espandibile a livello di simbolismo sostanziale frattale espanso. 
Dunque, la tecnologia interviene in qualcosa che è universale ed, in tempi diversi, consequenziale alla tecnologia stessa, non visto che “quando si narra di ‘creazione’, è di un livello tecnologico che si tratta”.
“Qua, così” la vita è stata “creata” da una fonte non ben ricordata; qualcosa che è confluit3 nell'immagine di Dio e/o qualcosa che viene agganciat3 alle teorie della scienza deviata:
due modi di “vedere la realtà manifesta ‘mondo’”, che sottintendono ad una sola verità, dal momento in cui… la creazione è “un3”, se per creazione s’intende e si prende in considerazione il “momento iniziale ‘a monte’ e fondamentale”.

mercoledì 15 marzo 2017

Nessun paradosso.



Si tratta, quindi, di una misura “largamente universalistica” e andrebbe in direzione “dell’equità” perché supererebbe l’attuale “paradosso del nostro welfare che non copre la fasce più povere, il lavoro autonomo e gli incapienti”…
Link 
“Qua, così” non esiste, in nessun “caso”, alcun paradosso. 
Semmai, è intuibile solo il più retorico:
Senza responsabili apparenti. Anzi, solo con responsabili apparenti…”.
Paradosso di SPS
Questa sottile “osservazione” è un mondo nel mondo, nonché un modo nel modo. 
Se hai necessità di chiariment3... non ti è chiara la “teoria” espressa da/in questo spazio (potenziale). Nell'occasione, puoi sempre chiedere un approfondimento (dato che i “canali” non mancano e sono sempre aperti, condivisi e disponibili).
Dunque, quando il “caso non esiste (poiché, nulla è lasciato al caso)”, di conseguenzanon esiste nemmeno nessun paradosso, nella sostanzialità “qua, così”. 
Il paradosso appare solo quando l’osservazione viene condotta (“è”) da una portante centrale (ad esempio) by la “formula”, che evidenzia e rileva il Paradosso di SPS (qualcosa che prende tutt3 in considerazione; compresenza immanifesta dominante e giustizia ad angolo giro ricomprese).

martedì 14 marzo 2017

L’intonaco che si stacca è una opportunità.



Tutti hanno una ragione per svegliarsi al mattino”.
Goliath
Quante persone starebbero molto volentieri a letto, al mattino, dato che la “ragione per svegliarsi” è, nella sostanza, una vera e propria palla al piede
Molte. Troppe.
Il che significa, concretamente, che il “qua, così” si riveste d’apparenza:
di solida, lucida, consapevole (strategica) apparenza.
Un po’ come continuare a sostenere che a Napoli c’è sempre il sole, ad esempio.
Perché esistono “correnti”, in grado di ispirare e sospingere, inerzialmente e gravitazionalmente, la Massa
È “normale”? 
In un certo senso, lo “è”.
Infatti, anche nella forma migliore di realtà manifesta (secondo quello che “tendi” a pensare), quella esatta stessa condizione è il frutto di un orientamento e di tutto ciò che lo ha permesso, conseguito, realizzato, concepito, autorizzato, etc.). 
È, insomma, come se tu vivessi in uno scenario adatto a manifestare, potenzialmente, qualsiasi tipo di configurazione impossibile e non immaginabile (oltre al più abbordabile concetto di possibile ed immaginabile).
Nulla è precluso.
E le “correnti” dimostrano ad ogni gradazione di sensibilità, che in atto c’è sempre un orientamento, una compressione, un “sogno auto ispirante l’umanità”, etc.
Che c’è, altresì, un senso unico che si diparte da una ragione fondamentale (che nell'immaginario collettivo, a parte gli usi e costumi, è sempre lo stessa: la compresenza immanifesta di Dio, in qualsiasi veste venga concepito ed “esposto al pubblico”).

  

lunedì 13 marzo 2017

“È (potenziale)”.



Senza consapevolezza, rimani esattamente “qua, così”, nella “tua” parte. 
Già. Ma... di quale consapevolezza si tratta?
Sì, perché… è sempre di una consapevolezza che si tratta. 
Infatti, non è possibile non avere consapevolezza.
Semmai, la differenza “è” nel tipo di consapevolezza, dal momento in cui… la sedimentazione dell’informazione, non la cancella mai del tutto (potenzialmente).
La condizione di realtà manifesta “qua, così” e di realtà potenziale, equivale – nella sostanza – alla compresenza auto deviante, immanifesta, dominante (“è già successo”) ed alla compresenza di ciò che “già sei”.
Il tutto, "mixato" ed orientato a 1) manifestare l’intenzione dominante, 2) manifestare la condizione potenziale, 3) manifestare la memoria frattale espansa (la traccia, il registro, l’informazione ambientale a tuttotondo, fedele, originale, autentica, etc. al di là di ogni tipo di deviazione, interferenza, effetto collaterale, ragione fondamentale, dualità azione/reazione, etc.) e 4) allo stesso tempo, ma più miopicamente, al/il contrario (condizione "qua, così")...
Come a dire che, allo stesso tempo, in ogni possibile configurazione ambientale di realtà manifesta, la natura infrastrutturale della caratteristica frattale espansa risulta (“è”) inalienabile, ma (ma)… la distinzione tra le parti (dominante e dominat3) è in grado di convincere tutto ciò che abita “a valle”
Fermo restando la copertura globale della memoria frattale espansa che, conseguentemente, “c’è ma non esiste e/o viceversa (la medesima situazione che ammanta la dominante)”.
Cosa genera (ispirandola), dunque, la concezione “astratta” della eggregora?

venerdì 10 marzo 2017

Mai paura.



Cooperare, collaborare, partecipare, interagire, coadiuvare, "come meglio credi", etc. “è” un preciso atteggiamento
Questo spazio (potenziale) emana segnale, anche, di questo tipo. Perché, il tempo è sempre più prossimo, in quanto il grado di preparazione, del sottoscritto, è sempre più completo, ampio, espanso, "pronto".
Per questo motivo, organizzare qualsiasi evento pubblico – prima che sia venuto questo “momento” – è solo da irresponsabili e megalomani approfittatori
In un incontro con il pubblico, occorre lasciare del “valore aggiunto (in alternativa sostanziale, sostenibile realmente, facente la differenza)”
Qualcosa che lascia il “segno”.
Qualcosa che si ricorda a fondo.
Qualcosa di semplice, pur essendo magari “complessità”.
E tutto questo non si improvvisa dal giorno alla sera, né tantomeno in “soli” otto anni di teorizzazione, coerente, costante e lungimirante. Le idee devono essere solo che chiare, nitide, sempre sintonizzate finemente, precise, univoche.
E ogni (ogni) possibilità di interferenza deve essere risolvibile, ancora prima che compaia. L’anticipo è vantaggio e strategia funzionale (diretta)…

giovedì 9 marzo 2017

Il miglior termine è una immagine storica.



È ovvio che ti senta in diritto. È una prerogativa di chiunque, oggigiorno…”.
Goliath
Una “prerogativa” del tutto apparente. 
Qualcosa che ti pone direttamente nella situazione di pretendere un posto di lavoro che, nella “crisi”, equivale a prendere la prima cosa che viene (perché ne “dipendi”).
Qualcosa che non sai, esattamente, com'è iniziat3
Ma, qualcosa, che sai esattamente di non aver fatto iniziare, direttamente, tu.
Qualcosa che non ha mai fine, se è vero che ha già “consumato tutti i tuoi avi, sino all'inizio dell’albero genealogico “qua, così”.
Da qualche parte, in qualche momento, ad un certo punto (Big Bang) è iniziat3 e non ha più smesso di succedere, inerzialmente, gravitazionalmente, nel piano inclinato reale manifesto “qua, così”.
I giovani non sono così curiosi, da fare domande…”.
Goliath
Non se lo possono permettere, quando sono nella fase iniziale della “loro” carriera ed hanno necessità della “spinta” necessaria e sufficiente a/per…
Così, 1) si prestano e 2) vengono usat3, 3) salvo diventare “ad immagine e somiglianza” di coloro che l3 usano.
Quando possono, allora, “essere curios3”, gli intrecci sottili degli anni trascorsi “qua, così” non rendono una simile pratica, “consigliabile”. E certe “curiosità”, costano troppo per “valerne la pena”.

mercoledì 8 marzo 2017

Collaborazione.



"Ecco cosa è l'America: una terra di sogni e opportunità
Ci sono stati altri immigrati arrivati qui nelle stive delle navi schiaviste, che hanno lavorato più a lungo e più duramente per meno…
Ma anche loro avevano il sogno che un giorno i loro figli, figlie, nipoti, pronipoti avrebbero potuto perseguire la prosperità e la felicità in questa terra…".
Ben Carson
Nel 2013 attaccò la riforma sanitaria del predecessore di Trump, Barack Obama, come "la peggior cosa accaduta in questo Paese dalla schiavitù"…
Link 
La peggior cosa accaduta in questo Paese dalla schiavitù:
quale schiavitù?
Ben Carson… ha ricevuto nel 2008 dal Presidente George W. Bush la medaglia presidenziale della libertà, una delle maggiori onorificenze civili negli Stati Uniti…
Niente è troppo grande per Dio e niente può spingere Dio fuori dalla tua vita
Link 
Quale libertà?
Ben Carson è un afroamericano, nato in una famiglia molto povera.
Che cosa gli è successo “qua, così”?
Si è completamente lasciato andare, nel lavaggio del cervello AntiSistemico: 
egli è l’esempio tipico del condizionamento (possessione) reale manifesto. La sua compresenza serve, indirettamente, per “misurare” la Massa:
quale “reazione” riesce, ancora, a sviluppare?
Ossia:
a questo punto, nell'incanto (strategia sottodominante)
a quale punto è arrivata la risposta collettiva?

martedì 7 marzo 2017

Senza cultura, sapendo saggiamente.



Tutte le scienze, anche quelle che vengono considerate ‘esatte’, posseggono un corpus di teorie, talvolta rivali, in continua evoluzione e revisione, non esenti da contraddizioni e incoerenze, comunque passibili di abbandono di parte o dell'intero della comunità scientifica.
Hanno quindi carattere provvisorio e probabilistico.
Il corpus freudiano è esempio tipico di ricerca incessante, quella che produce per l'appunto la instabilità e la caducità delle teorie…”.
Alberto Meotti
Come auto disinneschi tutto ciò
Come, se… tutto ciò, tende ad avere la “prevalenza” (in) su di te, anticipatamente?
Nel senso che ti “riforma”, prima che tu riesca (possa) avere/farti una “tua idea”, basata sulla tua esperienza e memoria frattale espansa (non visto che “qua, così”, la memoria non è tua, dato che non ricorri alla memoria frattale espansa, nel momento in cui hai dimenticato il “è già successo”).
Non c’è che dire; è un gran “gomitolo” d’intrecci
Ma (ma) qualcosa che ha “senso, direzione, ‘capo e coda’”.
Permetti questa “apertura sul personale (espansione)”:
il sottoscritto, come ha “funzionato” sino ad ora?
Scorrendo lungo quella che è una vena ispirante. E lasciando da parte l’origine di detta corrente, fiducioso che, comunque, stia portando fuori (ricordando) qualcosa che “è” giusto ad angolo giro. 

lunedì 6 marzo 2017

La riformulazione.



La memoria è tenace. A volte non si può reprimere…”.
Incorporated
La memoria è una caratteristica del Sistema (tri-unitario) frattale espanso. Non a caso, infatti, in questo spazio (potenziale) si narra della memoria frattale espansa e non più della convenzionale “memoria (luogo comune di ricevimento dell’indottrinamento “qua, così”)”.
Progressivamente, l’umanità ci arriverà ma (ma) in quale maniera?
Sai, ti possono dire di tutto, senza –per/con questo – farti “avanzare” di un solo passo, nella direzione originale tua/umana d’assieme.
È una vera e propria “arte”, quella di “non tenerti più all'oscuro di nulla… auto mantenendoti – sempre – nella stessa configurazione che, per secoli, è stata contrassegnata dalla strategia opposta, ossia, dal buio della ragione, nella mancanza di informazione diretta, ufficiale, unica, etc.”…
Ora”, l’informazione ti viene data.
Le scuole sono aperte a tutt3, anzi, sono obbligatorie sino ad una certa età.
I Media la diffondono ovunque, comunque e quantunque… tanto che “non te ne fai più niente, nello specifico, nel dettaglio della situazione, in quell'ambito a forma di cuore, che è il nocciolo della questione”.
L’informazione è talmente vasta ed abbondante, anche “qua, così”, che hai necessità di smettere di acquisirla... anche senza fare nulla.
Essa è divenuta il simbolo dello scorrere continuo del pensiero, dentro a/di te. Un flusso ininterrotto di “news”, che scorre automaticamente, prendendo spunto da ogni e qualsiasi situazione, ambito, vicissitudine, ricordo, immagine, e ancora pensiero, etc.
Qualcosa che non controlli, allo stesso modo del fluire emozionale.

venerdì 3 marzo 2017

La complessità che serve.



Cosa è “complesso” e cosa “è”semplice
Se ricordi il Bollettino “Inconscio”, sei alle prese con lo stesso ambito che, sostanzialmente, è questo:
se c’è un segreto
esisterà l’inconscio (il “luogo/modo” attraverso il quale riporlo in tutta sicurezza e, sopra a tutto, la conseguenza ambientale frattale espansa, di ciò che “è già successo” e, dunque, viene segnalato per caratteristica di simbolismo sostanziale frattale espanso)…
Allo stesso modo, la semplicità è “assenza di segreto” e, per contraltare, la “complessità” è compresenza di segreto, alias, “qua, così”… di compresenza immanifesta dominante (il “segreto”).
Allora, osservando tutt3 da una simile centratura a tutto tondo by la “formula” (che non è solamente una prospettiva), è talmente chiaro quello che continua a succedere “qua, così”, che lasciare che continui a succedere è, di più, una forma di incanto, di possessione, di ipnosi collettiva… causale, ossia, ragionata, intelligente, perfetta, sensata, etc. per quanto riguarda la ragione fondamentale che ispira ed alimenta una simile condizione e destinazione globale d’uso.
“Vedendo” in questa maniera, allora, tutto ritorna “semplice”, inglobando la complessità in un indotto, necessario affinché la semplicità non venga più notata e ricordata.
È, infatti, semplice (alla portata di tutt3, anche se “qua, così”) che 1) la realtà manifesta è dominata, 2) tu sei dominat3 e che, quindi, 3) tendi a sopravvivere in qualcosa che ti limita, delimita, disinnesca ed auto mantiene in uno stato di schiavitù da non riuscire proprio né a credersi, né tantomeno a dimostrare

giovedì 2 marzo 2017

Sull’esperimento.



L’immagine può “dire (rappresentare, incarnare, evocare, etc.)” di più di una intera enciclopedia, di un saggio, di uno studio, di quello che vuoi. Perché?
Perché, tale è la natura del simbolismo sostanziale frattale espanso... e la mente coglie degli aspetti particolari che rientrano nel campo dellinsieme d'assieme (qualcosa che va al di là della facciata convenevole apparente, frutto di una “appartenenza più o meno conscia”).
Un tipo di “insiemistica” che la scienza esperta deviata, ha tentato di mettere a fuoco, osservando la questione attraverso una certa, e data, mono prospettiva angolare. 
È come se, al fine di studiare un fenomeno, costituito da una infinità di altri complessi, si omettesse di approfondire la questione simbolic3 sostanziale frattale espansa, sia delle parti che dell’assieme. 
Detta così, sembra che la frattalità espansa sia già una materia universitaria. Vero?
Sembra (sembra) che… essa costituisca già il caposaldo, attraverso il quale s’inquadra e penetra il significato di tutto il resto, che è “solamente conseguenza (seppure 'creazione')”.
Infatti, lo sembra, ma non lo è (ancora), pur essendo e dunque “è (già)”…
Se (se) al posto della relatività ristretta e/o generale, di Einstein, ci metti la frattalità espansa, che cosa succede

mercoledì 1 marzo 2017

Pensiero fluttuante, memoria ambientale e sé.



Nel Bollettino “Configurazione e Simbolo” è stato abbozzato un approccio aperto, in sintonia con la frequenza dell’informazione (memoria frattale espansa) ambientale, secondo la caratteristica originale, “trasmessa” dal momento di pre “è già successo (ricordo dell'avvento della dominante)”. 
Da una simile portante, le “onde gravitazionali” diffondono coerentemente il passato compresente, superando ogni barriera legata alla convenzione “qua, così” temporale.
Ciò che “è stato”, di conseguenza, non smette mai di “essere”, nonostante tutta la patina di convincimento che, in ogni maniera (causalmente) ha attecchito nella realtà manifesta by dominante. Infatti, da quel “momento” in poi, sino ad “ora”, il paradigma si è pressofuso... unitamente alla sfera dell’interesse divenuto superiore a tutt3:
la compresenza immanifesta dominante
imprime la propria esistenza
al di là di ogni registrazione convenzionale (ad opera di quei “sensi” inariditi da un utilizzo divenuto “miope”)
impoverita dentro (allo stesso modo della Massa).
Se (se) osservi i tetti, i balconi, le terrazze, etc. di ogni città e paese, potrai accorgerti della presenza di antenne e parabole, che – come girasoli, fermi nel captare i raggi del Sole – sono orientate verso la posizione, nello spazio, dei ripetitori, dei satelliti, degli impianti di riproduzione e/o rimbalzo del segnale portante radiotelevisivo.

Negli apparecchi di ricezione, inoltre, esiste il sintonizzatore; capace di modificare la frequenza di “ascolto”. Sì, perché… ad ogni frequenza, corrisponde una “stazione” di riproduzione dei contenuti.
Ora, se (se) lasci perdere il tipo di informazione trasmessa (riprodotta), ciò che “è” il corpo del presente Bollettino lo ritrovi proprio nella valenza simbolica (quintessenza) dell’orientamento verso una determinata fonte di alimentazione e trasmissione di “informazione (memoria)”.
Ossia:
a livello di caratteristica frattale espansa ambientale (trasmissione)
attraverso il simbolismo sostanziale, derivante da ogni “situazione” (valenza per decodifica)
auto configurandoti by la “formula” (antenna)
ti sintonizzi su una frequenza “tua”, tale da ritornare capace di oltrepassare il velo della diversità (canale per canale)”, così da cogliere sempre lo stesso tipo di “messaggio (portante)” viaggiante attraverso la costruzione dell’impianto di radiodiffusione in toto.