lunedì 4 aprile 2016

Onore al merito.



Si parte, quest’oggi, con un po’ di citazioni.
Poiché esse descrivono e sono descritte, secondo l’atteggiamento di chi “le trova”, piuttosto di chi “le forgia”.
Cioè, esse servono come una sorta di bussola, in un universo (o reale manifesto) già orientato di suo.
E che cosa indicano? Molti aspetti diversi, eppure tutti insieme convergenti sulla configurazione del “qua (così)”.
E, in questi “aspetti diversi”, c’è anche 1) il segnale portante e 2) il segnale potenziale, riferito ad ogni singolarità umana (per limitarsi agli umani, a Filtro di Semplificazione attivo).
L’1) è AntiSistemico by Dominio (dominante). 
Il 2) è molto più “intimo e profondo (originale)… qualcosa che puoi ancora intuire, ripensando alla tua nascita (manifestazione), momento nel quale “eri, sei (‘è’)”.
Il tuo potenziale è un punto di ancoraggio, come una sorta di cordone ombelicale tagliato alla nascita; motivo per il quale, inizi ad agganciare il segnale portante “locale” (quello che ti sembra di ricordare comeunico).
  
Dunque, per mezzo di quale “lente” riesci a “deformare il tuo potenziale”?
Per mezzo di quella “inconscia”, ossia, per mezzo di un comportamento che deriva da un “atteggiamento altrui”, che riassumi in qualità di raggio traente e luce del faro.
Quale “atteggiamento altrui”? Quello dominante “qua, così”.
Cioè? Quello che “non esiste, ma c’è”. Motivo per il quale, non ne puoi nemmeno parlare con nessuno. Perché ti prenderebbero per “pazzo”, e i primi a farlo sarebbero proprio “coloro che ti vogliono più bene”.
La strategia in gioco è, semplicemente, perfetta. Tanto di cappello. Onore al "merito".
   

venerdì 1 aprile 2016

Senza dimostrare nulla. Solamente indicando.



Tu hai bisogno di “esempi”. Meglio se, concreti, ossia… comprensibili, replicabili, sostenibili.
Non è forse questo, che “si ottiene da te” quando sei sottoposto/a “qua, così” al megafono dei Media, della politica, della legge, della religione, del “tutto”?
Vieni progressivamente riformato/a, educato/a, coltivato/a, addestrato/a, etc.
C’è una direzione in tutto ciò. Qualcosa che desumi dallo scorrimento temporale verso di/a…
E, usualmente, il senso di percorrenza di una simile “superstrada (sempre a ‘favore di vento/pendenza’)”, è quello che “vai verso la tua fine, la tua morte, il tuo periodo di vita che scade”.
Dal momento in cui, “nasci (ti manifesti ‘qua così’)”, parte anche il “tuo” conto alla rovescia.
Ma… ci sono dei segnali frattali espansi, che ti indicano anche la possibilità che il senso di percorrenza, “tradizionalmente accettato, per manifesta impotenza e mancanza di sovranità centrale ‘lato tuo’”, sia altro e che, dunque, possa anche scorrere verso altra direzione/meta/senso.
Quali “segnali” ti indicano, anche, questa possibilità potenziale?
Ad esempio, la “forma d’onda” che t’inviano i cosiddetti “Vip”, quale è?
Che, per essi (per via di certi “privilegi”, acquisiti sul “campo”) il tempo sembra come “fermarsi”. Non sono casi isolati, ma, ormai, in pratica una certezza, tutte quelle persone che “ringiovaniscono in luogo di invecchiare”. Allora, così come è possibile ricavare "plastica vegetale", allora è possibile anche... ringiovanire.
Essi “se lo possono permettere (osserverai, tu)”. Certamente, avendo denaro e tempo da dedicarsi, dalla loro parte.
Tuttavia, è a livello frattale espanso che puoi e devi… guardare.
   

giovedì 31 marzo 2016

Il lato debole di tutto questo, è lo spazio per la tua chiave.



Il segno che sei sotto ad un incanto?
  
Uno dei tanti.
Ad esempio, in ambito religioso:
il “vecchio testamento”.
Qualcosa che sembra l’incipit di molti romanzi/film di “fantascienza storica”, seguendo la consueta traccia “male/bene (invertiti nel colpo di scena finale, che 'qua, così' è già successo, eppure… ‘zzz zzz’)”.
Non ti sembra di vivere in una realtà manifesta, caratterizzata da un effetto “post grande onda”?
Come se fosse successo qualcosa, ma… qualcosa di così vasto, profondo e totale, da risultare persino in grado di auto cancellarsi dalla “tua” memoria.
Sei, dunque, “te compreso/a”, la risultante di ciò che è già successo (la "valvola" deve solo caricarsi, nuovamente).
La storia deviata racconta di guerre continue, in pratica. E nel mondo attuale, ti dicono accaderne ancora. Ma… “qua, così” a te che cosa succede, in pratica, “da sempre”? Nulla che non sia “andare a lavorare o cercare un lavoro”, pagare questo e/o quello (in continuazione ciclica), correre avanti e indietro (a loop), etc.
Vero? Non che, SPS, stia fomentando la guerra o la ribellione o una vita più “agitata”. Anzi.
Ma, ciò che manca è quello “spirito epico”, in grado di estendersi al tutto.
  

mercoledì 30 marzo 2016

Una realtà manifesta "stabile". Ma da quale prospettiva?



Tu, che sei una persona “normale”, hai forse qualche causa pendente con la “giustizia”?
Temi di essere “arrestato/a”? I servizi di pubblica sicurezza ti sono addosso? Sei pieno/a di “cause giudiziarie”? Hai molti “scheletri nell’armadio”, oltre a quelli di “ordinaria amministrazione”?
No. Vero?
 
Ebbene, di conseguenza, perché molti “imprenditori, politici, ex presidenti, ex amministratori delegati, persino… ecclesiastici e sportivi, sono – viceversa – alle prese con situazioni del tipo “a te, ancora, estranee”?
Perché, “ad un certo livello” sembra che non si possa fare a meno della “bustarella”, del “doping”, dell’inciucio?
Perché, “al tuo livello” sembra che non esista tutto ciò?
Perché… quando sei in coda, sembra che la tua scelta sia sempre quella “sbagliata (in termini di “tempo occorrente per arrivare a… pagare, prenotare, giungere allo sportello, adempiere al “tuo dovere”, etc.)?”.
Se ti sembra di essere completamente “lindo/a”, ossia, se riesci a pensarti al di là, al di fuori di situazioni che, invece, sembrano colpire solo “gli altri”, sei grossolanamente “disturbato/a”.
Perché?
Perché cambia solo, appunto, il “livello” nel quale sei inquadrato/a. Non cambia la sostanza. E se ci pensi bene, te ne puoi accorgere tranquillamente.
È la “dimensione dell’interesse” che cambia.
Non la questione “corrosiva”, nella quale sei.
   

martedì 29 marzo 2016

“Lanormalità” stranamente, ma non casualmente, al potere (3)



Ecco un elenco di “cose strane” percepite, nell’indifferenza generale, come normali/fantasiose.
Molte delle persone, se le guardi con attenzione, non sono grasse. Sono sovrappeso. Molto spesso, da vestite, sembrano “in linea”. I chili di troppo si concentrano sempre negli stessi “punti”. Se, costoro, dovessero fare uno sprint, una corsa al massimo della loro velocità – per salvarsi la vita – morirebbero dopo pochi metri, a causa di un infarto, oppure si fermerebbero quasi subito, lasciandosi travolgere dall’evento.
Anche i più giovani rispettano questa “regola”, e più vanno avanti con l’età… rispettano anche la “tradizione” di concedersi, per svago, moda, dieta mediterranea, pubblicità, tendenza oltreoceano, gola o possessione… a tutte quelle “arti/usi e costumi”, che polarizzano il vivere d’insieme, scandito dall’orologio atomico globalmente sincronizzato.
Una persona vestita, sembra “altro” rispetto a “com’è al di sotto”. E, persino, svestitasembra altro rispetto a “com’è al di dentro”. La cosa curiosa è che, anche se si sottopone ad una radiografia, ciò che si vede dentro non corrisponde a “com’è ancora più dentro”.
È la radio che fuoriesce dalla musica. O il contrario? Chi può dirlo?
    

venerdì 25 marzo 2016

Una strana normalità (2)


 

“Qua, così”… la storia continua a ripetersi, ossia “la storia si ripete”. 
Ma, lo farebbe in ogni caso. Anche “qua, non così”.
Perché? Perché è insita, nella “creazione”, quella molla che rende tutto un “riflesso… ad immagine e somiglianza”.
Si potrebbe insistere e ritenere/percepire che, lo strumento per la creazione sia, ad un livello al di là dell’apparenza (macro, micro), proprio ciò che – per ogni aspetto inferiore o “umano, ‘qua così’” – non risulta essere percepito come tale e cioè:
  • la “leva”, che permette – con “agio” – di terra riformare un intero ambiente (a prescindere dalla sua estensione).
In SPS, è emersa (accortezza) la meccanica frattale espansa, a capo di ogni “cosa”.
Qualcosa che risale ad una tecnologia infrastrutturale, che riguarda/abbraccia tutto… ma a livello di “creazione ambientale potenziale (spazio sostanza per il contenitore)”.
Ossia, un simile evento creativo è più simile ad un progetto complessivo, che prende in esame qualsiasi tipo di possibilità, sempre previsto “in potenza” e dipendente dal “come le cose si radicheranno e si svilupperanno, in forza di eventi lasciati liberi di accadere, da una ragione fondamentale che sviluppa interesse in tutto questo, a prescindere dalla forma che prenderà”.
La tecnologia non ricordata, dagli umani ivi contenuti, è quella che “probabilmente non hanno mai nemmeno conosciuto”, essendo asset nel/del “progetto”.
  

giovedì 24 marzo 2016

Strano per strano? "Normale"... (1)



Il Bollettino SPS, di oggi (e domani), è… “strano”.
Seguirà un filone ben preciso (ma la stranezza non è questa).
E seguirà l’argomento in maniera tale da rendere “meno noiosa” la lettura della “definizione legislativa di un atteggiamento antipatico, che caratterizza le banche”.
Un mix “legale/illegale”, che galleggia sempre “a metà” e che, quindi, alla fin fineassumi, per asfissia, come “normale/legale”:
l’anatocismo bancario e l’usura (che lo segue come un’ombra).
Se ce la fai a terminare la “lettura”, e non sei un “addetto ai lavori”, allora… “tanto di cappello”. Solitamente, argomenti come questo – se proprio “non ci sei dentro, mani e piedi” – li eviti come la peste, perché… ti risultano poco comprensibili, poco digeribili, poco pocoassurdi.
Ti accorgerai che, pur – la legge – facendo chiarezza, non c’è mai autentica… chiarezza. E che... la sostanza dei fatti propende – sempre – verso la “parte più forte, ‘qua così’”: quella bancaria.
Perché? Come mai? Per quale arcano motivo?
  

mercoledì 23 marzo 2016

Fino alla fine, che non arriva mai.


 
Chi non muore, si rivede”. Questo vale solo per te, perché il Dominio non lo vedi ugualmente.
La “scusa” è sempre la stessa:
è nato prima l’uovo o la gallina?”.
Quindi, “non avendo, tu, una risposta esatta (e “riconosciuta ufficialmente dalla scienza deviata e dalle autorità”)” consegui in un loop, che chiami “realtà”.
  
La realtà è, però, questa:
  • senza un tuo orientamento esatto (la tua memoria, la tua esperienza pregressa)
  • dipendi, da ciò che ritrovi sempre in loco “qua, così”
  • la "portante" è, dunque... "l'esserci sempre".
Lo status quo è mancanza sostanziale di alternativa, tra le scelte che la “società” ti chiede di compiere. Scelte che, volente o nolente, devi “prendere”, una volta giunto/a in pre determinati punti della “tua” vita.
Qualcosa che accomuna la Massa e che, per questo, sembra anche costituire un “passo obbligato”. Ma non c’è nessun obbligo. Non esiste nessuna tappa, nessun dovere, nessun "obiettivo", nessuna legge divina che ti forza in tal modo.
Fai tutto da te. Convinto/a del contrario e... convinto/a dallo status quo.
Certo, sei sempre libero/a, di “non fare questo o quello” ma, in questo modo, a cosa ti esponi… quando tutti gli altri o la “gran parte”, invece, si adegua?
Ti esponi (rischi) al metterti in contrasto, anche se sei animato/a dalle migliori intenzioni.
  

martedì 22 marzo 2016

I droni della morte (parte 3)



Ritornare “indietro nel tempo”, serve per rendersi conto e, così, per mettere a fuoco (migliorare) le “cose”, ossia, la prospettiva… per mezzo della quale si inquadra la realtà manifesta.
Ora, tu, potrai obiettare che “non è possibile ritornare indietro”.
Vero?
Ne sei proprio certo/a?
 
Dunque. Ad esempio, quando trovi una vecchia copia di un quotidiano (nel quale è descritta, da una certa prospettiva, la “storia di quel determinato giorno”, seguendo una articolazione locale, nazionale, internazionale, scandita per punti cardinali, scelti come rappresentativi del processo “evolutivo, situazione per situazione”), a cosa “accedi, di fatto”?
Ad una vera e propria “macchina del tempo”.
Se ti identifichi col “viaggiare nel tempo”, ti accorgerai che, allora, “è proprio possibile”.
Cioè, se inquadri la situazione dalla prospettiva frattale espansa (tutto ha un significato “altro”, interconnesso al tutto, dettaglio per dettaglio, livello per livello), puoi riuscire a comprendere – quindi – quanto sia in realtà possibile “viaggiare a ritroso nel tempo”. Perché? Perché quella vecchia copia di giornale, che tieni distrattamente gettato in cantina (magari “perché può sempre servire… per incartare barattoli di conserva da regalare a Natale”), rappresenta proprio il potenziale di “ciò che puoi fare/essere/sei”.
Memoria frattale espansa = registro dati, “di tutto quello che è successo”.
  

lunedì 21 marzo 2016

La free energy de’ noantri (8) e “I droni della morte” (parte 2)


Non può andar bene… non saperlo?”.
Anesthesia
Rispondi “di tuo”, se ci riesci. Ti può “andar bene”? Che ne dici? Che ne pensi? Ti senti affine a quel Cypher di Matrix?
L'ignoranza è un bene...”.
Cypher
Liberati? Questa la chiami libertà? Fare solo quello che lui mi dice di fare. Se dovessi scegliere fra questo e Matrix, bè... sceglierei Matrix...”.
Cypher
La “liberazione, ‘qua così’” è sempre di parte.
C’è sempre interesse, al di sotto (o al di sopra). C’è anche un detto “cadere dalla pentola nella brace”. Qualcosa che ti “ammonisce” a far luce, a non dipendere, a credere in te stesso/a. Quale liberazione può esistere, quando non credi nemmeno di essere in “gabbia”?
- Io non voglio ricordare niente. Niente. Sono stato chiaro? E voglio essere ricco. Non so, una persona importante. Un grande attore.
- Tutto quello che desidera, signor Reagan.
- D'accordo. Riportate il mio corpo alla centrale, reinseritemi dentro Matrix e vi dirò tutto quello che volete…
Cypher
Fra il tempo in cui l'oceano inghiottì l'Atlantide e il sorgere dei figli di Aryas, vi fu un'era aldilà di ogni immaginazione. L'era in cui…”.
Conan il barbaro
Che cosa ne è stato della tua “memoria”?
Quale trauma/trama te la “portata via”?
Sei abituato/a a credere che il “tuo” inconscio “veli il passato, per il tuo bene”, per farti dimenticare un episodio troppo brutto per essere vero. Ma… se “ora” non ricordi il motivo per il quale “vivi in un modo ed in un mondo simile”, allora:
  • come puoi riuscire a scegliere, anche prendendo in causa l’alternativa sostanziale”?
È doloroso il ricordare tutto? Ed il “non ricordare la pietra angolare del ‘tuo destino’, come può essere”?
  

venerdì 18 marzo 2016

La free energy de’ noantri (7) e “I droni della morte” (parte 1)



SPS “la voleva finire qua, con la saga de’ noantri”, ma (c’è sempre un “ma”)… ha sentito che “non è ancora finita”.
Non sapendo nemmeno dove intende arrivare, continua (perché… il tema “free energy” tocca aspetti centrali dello stanziante status quo” che, come una immane, eterna, auto vorticante tempesta secolare, non ti lascia mai; poiché ricade su di sé, in termini frattali espansi, fondamentali, l’interesse dominante che ivi solo riflette, sempre che non ti limiti a patirne solo gli effetti, in termini di… destino, mancanza di alternativa sostanziale, conseguenza, dipendenza, norma, abitudine, prassi, convenzione, usi e costumi, moda, tendenza, credo, sapere, ricordo, educazione, alimentazione, valori, politica, tutto compreso, etc.).
Qualcosa “che non vuole finire” è qualcosa che “ha ancora molto da dire”.
Così, anche la presente “saga”, descritta in SPS, non finisce certamente “qua, così”.
Se ti sei stufato/a di “leggerla”, è solo un problema tuo.
 
Ti serve sempre qualcosa di “nuovo”, per destare la "tua" curiosità, per non decadere nella “noia”? Anche questo è un tuo problema, poiché le informazioni (relative a qualsiasi stato dell’arte) sono sempre disponibili tutte attorno e dentro a/di te.
Se… non… ne… vuoi/puoi… prendere… atto… allora conseguirai “qua, così” in eterno, girando sul posto convinto/a sempre di “fare/essere altro”.
La free energy “la incarni tu”. Te ne sei accorto/a?
  

giovedì 17 marzo 2016

La free energy de’ noantri (6)



Nessuno ci può fare nulla. È la purezza…”.
La felicità è un sistema complesso
La… “purezza”.
 
Ormai, dopo molti anni di condivisione, SPS non è più in grado di comprendere se “quello che ritrova in Rete, nella realtà manifesta”, corrisponde a… causa o effetto
(dando per scontato che “qua, così” sia primariamente, tutto effetto, per via del grado “auto ispirante by Dominante”, alias, ragione fondamentale) relativamente aSPS.
Quindi, ciò che SPS trasforma in “citazione”, cogliendolo da fonti abbastanza vicine nel tempo, ha iniziato a divenire, anche, il riflesso frattale espanso della compresenza, pluriannuale, di SPS in “società”, oppure… non ancora?
Tranquillo, non è colpa tua. Non è colpa mia. Non è colpa di nessuno… Com’è che non è mai colpa di nessuno?...”.
La felicità è un sistema complesso
Qual è la “ragione fondamentale” di/per quello che “ti accade”?
Chi/cosa è questo “nessuno”, questa “purezza?
Destino? Piuttosto, sembra la "tua" rassegnazione.
  

mercoledì 16 marzo 2016

La free energy de’ noantri (5)


Quando la "free energy" è... l'effetto.
Se leggi SPS da tempo sufficiente, ti sarai accorto/a di alcuni aspetti fondamentali della realtà manifesta, nella quale sopravvivi. Ad esempio:
  • la bio/diversità? Non esiste, sostanzialmente
  • la ciclicità? È solo una conseguenza
  • la free energy (il moto perpetuo)? Una diatriba che lascia il tempo che ritrova. Essa esiste e non esiste, allo stesso tempo. Da cosa dipende? Dalla tua prospettiva. Nel senso che “non sei tu a decidere se esiste o meno, ma sei tu a decidere se includerla nella tua vita o meno”. La “tua” decisione dipende, a sua volta, dall’intento dominante. Ergo: esiste la free energy? Sì, se ti è permesso di crederci. Ma, in fin dei conti, che cosa è? È... energia da movimento (quindi, teoricamente, infinita, soprattutto se sei alle prese con enormi grandezze in "scorrimento", che generano effetti collaterali, alias, la free energy).
Che senso ha, per te (a questo “tuo” livello di consapevolezza) se – 1) all’universo serve un innesco, per dare inizio al “movimento”, 2) l’universo “lavora” in perdita energetica e, dunque, 3) l’universo deve rimpinguare la fornitura di energia, visto che costituisce un insieme che disperde/consuma, in luogo di… mantenere/conservare/generare di più, rispetto a quello che “brucia”?
Che senso ha? Se per te, ad esempio, la rotazione della Terra costituisce un fattore sfruttabile per i prossimi 4 miliardi di anni, che senso ha – ora, vivendo tu meno di un secolo – fossilizzarti su tematiche fini a se stesse e sostanzialmente auto immobilizzanti?
Perché riesci (non direttamente, tu) a ricavare energia elettrica dal movimento delle acque (cascate, maree, opere d’ingegneria d’ogni tipo, etc.) e non da quello della Terra?
Tutto è in movimento. Per cui?
    

martedì 15 marzo 2016

La free energy de’ noantri (4)



Come mai non hai un lavoro?”.
Che lavoro fai?”…
Le domande ti inquadrano in maniera esatta, relativamente al “luogo comune” nel quale “sei”. E, “qua, così”, avere un lavoro è… tutto.
Se non “lo hai”, allora “non sei” nessuno. Non sei niente. Anzi, “sei un… senza lavoro, un disoccupato (uno/a che non fa... niente. Un perditempo. Un "buono a nulla")”.
Cioè, il fatto di avere o meno un lavoro, corrisponde ad un serio pregiudizio “collettivo”, sulla tua persona (qualcosa che si espande in ogni direzione e profondità, pretendendo di poterti raffigurare/capire per intero; una sorta di “razzismo” convenzionalmente accettato).
Le famiglie con problemi lavorativi, rientrano nei piani delle “agevolazioni per famiglie disagiate”.
 
Disagio = difficoltà, malessere, etc. Come se fosse una... malattia.

Perché “devi” lavorare? Per quale sottile motivo?
Per guadagnare denaro, nonché, “tempo”. Sì perché, senza denaro non hai nemmeno il tempo per poter sopravvivere, come tutti gli altri. Senza denaro “muori lentamente”, proprio come gli altri.
Ma… lo fai, in modo più “intenso”, andando a misurare la ruvidezza del reale manifesto emerso.
Vai a conoscere quel volto della società, che ti ignora… anche se guardi negli occhi tutte le persone che incontri per strada. Eppure, in oriente – nell’immaginario collettivo occidentale – sono proprio “coloro che rinunciano ad una simile condizione”, che hanno tutto il proprio tempo “liberato”, al fine di riuscire a trovare una via diversa per
  

lunedì 14 marzo 2016

La free energy de' noantri (3)



In “questo mondo, ci devi saper stare ('farti furbo').
In che senso?
In quello che... ti devi adattare per poter sopravvivere? Tutto qua? Si riduce a ciò, l’intero ambito della “tua” esistenza “qua, così”?
È lecito, allora, “semplificare” il tutto, paragonandolo ad una lotta senza fine di continuità e senza nessun “valore”, nemmeno in grado di scalfire la “cortina di ferro” del reale manifesto?
 
Presso gli antichi greci, esisteva il duopolio Atene/Sparta; pressi gli uni, si celebrava l’arte della “mente”. Presso gli altri, quella del “fisico”. Ossia, due espressioni facenti capo ad individui, del tutto identici, ma “diversificati per luogo di nascita (manifestazione)”:
  • era, infatti, “sufficiente” nascere qua o là (ed essere valutati “abili”, direttamente al momento dell’arrivo alla luce del Sole)
  • al fine di divenire “ateniesi o spartani”
  • assumendo, nel tempo auto educativo, la valenza una o altra.
Ma, prestandosi a questo, “dove andava a finire il cosiddetto ‘libero arbitrio’ individuale”? Dove… la relativa sovranità? Secondo quale “intento”, i neonati venivano destinati verso una precisa “direzione”?
Oggi, non è diverso. Se ci pensi bene, non è cambiato niente…
  

venerdì 11 marzo 2016

La free energy de' noantri (2)



La disputa sulla esistenza, o meno, della famosa “energia libera (e gratuita per tutti)” è, in realtà, un altro aspetto della “guerra tra impoveriti dentro (non casualmente)”; infatti, il contesto in questione è stato reso – e fatto decadere nell’arena del giudizio di parte, "esperto" – un aspetto che gli umani possono affermare “se esso esista o meno”, a prescindere “se esso esista o meno”.
Cioè, qualcosa che è “caratteristico/infrastrutturale”, diventa così… “possibile o impossibile, lato conoscenza di parte, esperta, umana”.
Disperdendosi nel mare magnum delle definizioni, del linguaggio, della grammatica e della fonetica, del credo e, non per ultimo, dell’interesse (status quo)… qualcosa che il “sapere” conta come il due di picche, anche perché la testimonianza della storia (seppure deviata) è come un bisturi affilatissimo, che afferma:
ciò che l’umanità conosceva (postulava), in un certo tempo, è sempre stato superato (in molti casi, persino smentito) dalle scoperte successive”. Vero?
Ergo, il ritenere la free energy come impossibile, non consiste in sé… anche un valido motivo, perenne, tale da ritenerla impossibile per sempre.
  
Quindi, qualcosa che è destinato a “cambiare, nel tempo (non l’esistenza della free energy, bensì, il paradigma umano che così la contempla)”, lasciando sempre aperto quello “spazio (Oltre Orizzonte)” che accoglie già sin d’ora (potenziale), quella data “dimensione del reale potenziale (non ancora riflesso nel reale manifesto)”.