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lunedì 9 maggio 2011

Le apparenze legate anche ai raggi del Sole.




L’intera umanità è ‘aperta’ all’influsso dei raggi solari, ne è ‘colpita’ in ogni maniera possibile ed immaginabile e, ciò, alimenta immagini molto profonde legate alla possibilità della Vita sulla Terra. C’è stato un periodo, nella storia deviata, in cui le ‘elite’ si guardavano bene dal permettere ai raggi solari di abbronzare la loro candida pelle. 

Il fatto, evidente, di mostrare una pelle più bianca possibile era il simbolo del vivere dalla parte dei ‘padroni’. Coloro che avevano una pelle abbronzata recavano in sé il marchio del lavoro, per cui erano chiaramente identificati con la parte dei ‘dipendenti’. Questo luogo comune si è ripetuto più e più volte nel corso del tempo, come un fenomeno del tutto riconducibile ad una moda o tendenza. 

Oggigiorno, il pensiero è cambiato. 

Una pelle abbronzata è invidiabile, proprio per l’esatto motivo: la tintarella rende più attraenti, e non allontana più dal simbolo del ‘padronariato’. Le cose, come al solito, si mischiano e si confondono. I lavoratori, nel frattempo rinchiusi nelle fabbriche, non prendono il Sole per cui rimangono pallidi durante la stagione lavorativa. Coloro che detengono forme di potere, invece, possono permettersi viaggi ed attività anche in periodi dell’anno in cui la massa lavora, per cui il concetto di ‘abbronzatura’ prende proprio un altro ‘colore’. 

Le cose cambiano, i punti prospettici sono semoventi.

 
Che cosa significa questo vero e proprio fenomeno? Secondo il mio sentire applicato all’analogia frattale, che tutto è destinato a cambiare nel tempo, ma secondo quale ‘bussola’? Perché? In che modo? Secondo quali 'spinte'?

Da segnalare una fondamentale concezione: la trasformazione dell’uomo in demonio.

Il concetto agostiniano, ripreso poi da Erasmo da Rotterdam come anche dal pacato e realistico Francesco di Sales (1567-1622), secondo il quale ‘l’uomo diventa ciò che ama’, dal suo significato morale passò, tra i demonologi, ad assumere una valenza fattiva, concretizzata nel famoso ‘patto con il diavolo’ con conseguenze operative fisiche, materiali.
Il demoniaco secondo Federico Borromeo (sulla base del De ecstaticis mulieribus, et illusis)
Attraverso il cambiamento della 'sfera'... 

La Terra è destinata ancora a cambiare polarità. Per vie naturali non siamo mai ‘garantiti’ nei nostri piani a lungo termine. Perché? 

Perché questo scenario 3d è concepito per ‘fare esperienza’. Ora, che tipo di esperienza potremmo mai fare, se l’umanità instaurasse un singolo  ‘impero’ che duri per sempre? Osserviamo la storia. È lì per 'intero' a testimoniarlo. Nulla è per sempre a queste ‘latitudini’. È questa la nostra più grande ‘garanzia’ di imparzialità dell’Universo. Tutto scorre e nulla è per sempre. 

L’umanità diventa quello che più ‘ama’, dove con il termine ‘amare’ s’intende un surrogato del ben più alto costrutto dell’Amore incondizionato, che ad esempio, ogni genitore prova per i propri figli. Come possiamo interpretare il concetto di Amore assoluto da parte del Creatore e, di conseguenza, ritrovarsi a pieno nel concetto dell’Uno? Ossia che tutti noi siamo, alfine, una sola entità con il Creatore? 

Ecco come, a mio modesto sentire:
  • non esiste fine e non esiste inizio 
  • esiste ‘qualcosa’ che costituisce un punto di insieme lungo un tracciato evolutivo senza ‘luogo’, come un potenziale
  • nella ciclicità, che altro non è che l’intento di fare esperienza, questo ‘insieme’ si smembra e si irradia 
  • tralasciando il misticismo e quant’altro, torniamo sulla Terra; è semplice comprendere che una ‘cosa’ che si spacca, come un bicchiere, manifesti tanti singoli pezzetti derivanti dall’intero e che le caratteristiche ‘d’impasto’ dell’intero rimangono inalterate e distribuite nei singoli pezzetti
  • Se uno di questi ingredienti, alziamoci di livello prospettico, è il bene che si prova per sé, ebbene… questo ‘bene’ sarà distribuito in ogni parte frammentata di sé.
Ecco che cos’è l’Amore. Ecco perché siamo una sol ‘cosa’. Ecco cosa significa ‘ama il prossimo tuo come te stesso’. 

La ‘diluizione’ dell’Amore sembra confutare le proprietà olografiche e frattali del ‘tutto’, ma non è così. Ogni ambito di quello che possiamo pensare è ‘da intendersi multidimensionalmente’ e, dunque, la differenza la facciamo noi: da quale punto stiamo ‘osservando’?

Da un punto di vista di ristrettezza o di abbondanza?

Facendo astrazione di noi stessi, riusciremo ad oscillare in maniere diverse e sempre più risonanti con la Sorgente. Per questo motivo è opportuno non permettersi di giudicare, perché è tutto ‘vero e falso’ alle nostre usuali coordinate esistenziali. Non è quella la modalità per unificare, semmai per separare. Domenica sera, una cara amica, tramite una sua osservazione istintiva mi ha permesso di compiere un passo in avanti rispetto alla consapevolezza di essere sulla via risonante. 

Discorrendo velocemente sul fatto che i computer rappresentino il frattale dell’opera di Creazione più alta, e che gli stessi siano intaccati da ‘virus’, asserivo che, allo stesso modo esistono dei 'virus' anche in noi, nel senso di entità vere e proprie che hanno una precisa funzione come, ad esempio, un glubulo rosso o una piastrina. Entità che l’umanità ha descritto da sempre nelle proprie forme di tradizione tramandate in ogni modo. Il fatto di sentirsi in lotta con queste entità è paragonabile al fare la guerra ad un proprio simile, nella realtà tridimensionale. L’obiezione posta è stata che: non è la stessa cosa perché i computer sono stati fatti dall’uomo, ossia che il punto da cui ‘osserva’ l’umanità è ancora imperfetto e non s’identifica con quello ‘supremo’. Vero

Al mio risveglio, la mattina seguente, non appena ho aperto gli occhi ho ricevuto una risposta delicata: questo dimostra che anche il Creatore è ‘imperfetto’. Egli è in evoluzione tanto quanto noi, tanto quanto i ‘cocci’ del bicchiere. Il grado di imperfezione riassuntivo è, nel suo contesto dimensionale, perfetto, ossia opportuno al fine di continuare a procedere, ad evolversi.

I frattali esprimono la ‘verità’ in scala. La ‘scala’ è una diluizione della verità, ma come ci insegnano i due principi dell’Omeopatia, la similitudine e la dose infinitesimale, la presenza o testimonianza della ‘verità intera’ è sempre viva e presente seppure 'frammentata e distribuita'.

Nell’ambito del Libero Arbitrio è la nostra prospettiva o punto esistenziale, che ci permette o meno di afferrare la giusta ‘quantità’ di verità. Il 'dimensionamento' è totale ma certamente superabile in quanto noi esistiamo su più livelli contemporaneamente. Su quale livello decidiamo di trasferire momentaneamente la nostra consapevolezza? 

Penso che questa 'immagine' contribuisca ad una migliore comprensione di quelle modalità di ‘guarigione’ che sfociano nei cosiddetti miracoli. Stabilire il nostro punto prospettico ad una certa ‘altezza’, contribuisce anche al ‘guarire’ all’istante. Per questo motivo dobbiamo prestare la massima attenzione al fatto che possiamo cambiare e anche molto in fretta, ad esempio, attraverso il Theta Healing

Dobbiamo fare attenzione ad un ambito esistenziale non certamente ben evidente: in questa maniera il Mondo potrebbe cambiare nel giro di pochissimo tempo ed una simile guarigione che senso avrebbe? C’è ancora qualcosa che stona, no? Sembra un modo di by-passare eoni di sviluppo sulla Terra nel più ampio bacino della sofferenza, tramite un semplice schiocco delle dita. 

È questa una dinamica che conduce certamente ad una domanda: sarebbe ‘lecito’?

È questa una domanda che racchiude ancora un programma depotenziante molto profondo: un controllo impresso ad un livello inimmaginabile. Persino di fronte alla luce del Paradiso, a porte completamente aperte, riusciamo a titubare…

Questa è, secondo me, la garanzia del marchio più assoluto della libera evoluzione. Ascoltare tutte le ‘voci’ che parlano da ‘dentro’ di noi e percepire che, se anche una sola non è polarizzata all’intento dell’Ascensione, allora non è ancora giunto il nostro tempo. È questa una disamina, una summa del momentum personale, che avviene ad un livello sovrasensibile e al di fuori dalla portata della logica sviluppata in Terra. È il punto di vista della nostra Anima: la sua osservazione. 

Quindi? Quindi esiste una ‘lucidità’ superiore che esula da quello che possiamo pensare o capire, nella nostra dispersione multidimensionale, ma che con grande evidenza è capace di filtrare ogni interferenza e di ricondurla all’unico fine sostenibile: quello della ‘giusta’ percorrenza di un cammino che diventa opportuno nel momento in cui lo è davvero, nel momento in cui ogni nostra singola ‘cellula’ è orientata interamente al perseguimento della ‘tappa’ successiva. 

Ripeto, è una ‘garanzia’ di autenticità; non un Giudizio Universale ma un filtro autosostenibile che non ha altre necessità se non quelle del ‘Guardiano della via del ritorno a Casa’. Quando ‘tutto’ dentro e fuori di noi parla la stessa ‘lingua’, allora siamo pronti…

‘Non facciamo più parte’ di questa dimensione. 

È tempo di trasferire la nostra prospettiva in maniera consolidata. Nel cammino esistono infinite situazioni rimaste come ‘a metà’, appese o incagliate nelle ‘anse’ dell’energia che scorre. Ogni ambito relativo a queste situazioni inframmezzate comporta un appesantimento della situazione generale che sfocia nel grande bacino di raccolta della tridimensionalità, luogo di 'condennsa' e di autoeducazione, confuso con l’Inferno da molti chiaroveggenti e profeti. Chi furono le streghe e gli stregoni bruciati nel Medioevo? Beh, la risposta pù pertinente, secondo me, è questa: chi è, ad esempio, Vianna Stibal, oggi? O Steiner nel XX secolo? O Givaudan o un terapeuta che guarisce utilizzando canoni non riconosciuti dalla scienza Antisistemica? 

Il frattale è sempre all’opera e costitusce sempre la migliore domanda e/o risposta accessibile.

Occorre svincolarsi dai limiti imposti dalla storia deviata, dal paradigma in corso, perché sono tutti depotenzianti, anche se, intimamente, spingono addirittura nella direzione opposta: incatenare per liberare. Dipende dal punto complessivo raggiunto da una specie, comunità, gruppo, etc., e la modalità evolutiva è la quintaessenza stessa del ‘male da curare’, racchiusa nel motto: a mali estremi, estremi rimedi

Lo vediamo molto bene, ad esempio, nell’inizio dei cicli scolastici nelle varie età dell’educazione: ogni classe è diversa dalle altre. La storia delle singole classi conferisce gradazioni del tutto differenti alla percezione dello status quo, vissuto per l’intero anno scolastico da alunni, famiglie ed insegnanti. La storia è singolare e permette il forgiarsi di quelle esperienze che quelle Anime riunite ‘dovevano vivere’. Non importa che il modello scolastico impartito dall’alto, tenti di normalizzare l’educazione: in realtà gli individui caratterizzano quel modello unico, trasformandolo in una sorta di ‘regolo’ autoeducativo anche se in maniera del tutto inconscia. 

Si utilizza quello che la realtà tridimensionale ha messo a disposizione attraverso la storia di tutti gli altri che sono passati prima: non un modello di perfezione certamente ma, bensì, di opportunità. Un modello che si autoregola nel reame del Tempo, all’insegna del flusso del cambiamento che tutto pervade. La concezione della Vita è diversa per ognuno di noi. A livello di Nazioni, per portare un esempio, leggiamo a quali ‘ansie’ incorrono gli abitanti della Thailandia:

In Thailandia servizio militare estratto a sorte.
In Thailandia il servizio militare è una lotteria, nel vero senso della parola. La realtà di quanto afferma la stampa estera è confermata da Anond Naknava che dall'urna ha estratto lo scorso mese un ticket rosso che ha scelto il suo destino: fino a due anni dentro l'arma.

Ogni mese di aprile, infatti, l'arma tailandese reclama il suo lotto di uomini in buona salute, di età compresa tra 21 e 30 anni, e quest'anno circa 100.000 nuove reclute hanno intrapreso la via militare. La maggior parte dei ragazzi sono volontari, ma per tutto il resto i militari hanno pensato a un'estrazione a sorte per far decidere al destino la scelta di questi ragazzi...

Purtroppo i meno fortunati di questa lotteria, saranno impiegati nell'estremo sud della Thailandia, dove una ribellione separatista musulmana ha provocato oltre 4.500 morti per sette anni e dove i militari sono un obiettivo primario.

Questa lotteria è motivo di gioia per i tanti genitori solamente quando il proprio figlio estrae dall'urna un biglietto di colore nero, che indica l'esenzione dal servizio militare. Inoltre, per evitare di ritrovarsi in questa situazione, molti giovani thailandesi o le loro famiglie sono disposti anche a pagare delle mazzette, anche se le autorità assicurano una costante lotta contro la corruzione

Un calciatore, infatti, ha fatto parlare di se scrivendo sulla sua pagina di Facebook di aver pagato circa 700 euro per fuggire dal servizio militare. Poi ha chiesto scusa, assicurando che si trattava di uno scherzo. Ma era realmente uno scherzo?
Da Yahoo 
 
È un Mondo costituito da forme di scelta illusorie.

Possono, svariate milioni di persone sottostare al ‘volere’ di una elite che è il prodotto di forme pensiero trascorse? Regolate da codici di leggi o da libri sacri, dalla sete di potere, dall’avidità di perpetuare un regime o un modello per sempre. No. Non è un punto prospettico sostenibile perché, come scrivo nel mio libro - Prospettiva Vita -, ‘prima o poi un’onda ingloberà tutto…’.

Queste estreme differenze, che hanno dato luogo a 'punti' diversi sul Globo, permettono sempre, se osservate, di maturare un senso diametralmente opposto  o alternativo da quello ‘assorbito’ attraverso i modelli comportamentali inerenti al luogo dove si è nati.

C’è sempre la possibiltà di scelta.

Nel 'mezzo' cosa scorre, tuttavia? Quasi sempre il collante del denaro. Senza denaro, sembra che questo Mondo ragioni sempre alla stessa maniera: non si va da nessuna parte. Ma sarà veramente così? O è possibile trovare zone di realtà dove questo concetto è estremamente diluito? Sarà solo a nostro carico il fatto di scoprirlo. Come? Viaggiando

Ecco il senso del nostro cammino più alto, del nostro ‘viaggiare’: conoscere – soprattutto se stessi attraverso il riflesso che gli ‘altri’ contribuiscono a rendere evidente di noi

Cosa è un dittatore? È l’immagine globale che s’emana dalla media degli abitanti di un Paese. Quella immagine li rappresenta e si rende evidente al solo scopo sottile di renderli partecipi del ‘come essi siano mediamente dentro’. Quando una situazione diventa insostenibile e crolla è perché quella ‘immagine’ non è più rappresentativa della media nazionale. Lo scoppio di una ribellione non è ‘il modo’ più opportuno, perché quasi sempre nasconde una strumentalizzazione dello stesso tipo di potere che s’intende scacciare

La ‘resturazione’ condurrà il Popolo dalla padella alla brace e sarà identificativa di un’immagine non veramente ‘convinta’ dell’intenzione di cambiare realmente. Si passerà da una illusione ad un’altra. Tuttavia gli individui avranno subìto un processo di trasmutazione del loro vecchio livello, perché avranno ‘respirato, seppur per un breve istante, l’inquadratura da un più alto livello della consapevolezza, che seppure breve, effimera e sommersa, avrà condotto i semi eterici del risveglio

Le ribellioni nel Nord Africa e nel Medio Oriente sono organizzate certamente dallo stesso potere Antisistemico che detiene le redini del Globo, ed è globalmente un riverbero di violenza che alimenta le entità parassite, però permette l’apertura delle Coscienze da cui trae ‘riva e deriva’.

Tutto concorre all’evoluzione.

Molti non parlano degli Angeli. Sarebbe invece opportuno ricordarli più spesso come ministri della Provvidenza nel governo del mondo e degli uomini, cercando di vivere, come han fatto i santi da Agostino a Newman in familiarità con essi.  
Papa Giovanni Paolo I

Un Papa viene ricordato per i suoi discorsi di luce, per cui soprattutto quando parla degli Angeli. Ma sono certo che avrà raggiunto una gran ‘conoscenza’ anche dei Demoni. Conoscenza che è opportuna se ricondotta all’unico percorso, che scorre tutt’insieme, dalle Sorgenti sino al Mare. La nostra ‘genetica’ ricomprende ogni caratteristica del ‘terreno’ che ci troviamo a calpestare o a percorrere.

In tutta la mia vita ho sempre avuto una certa idea della Francia: un'idea nutrita ugualmente di sentimento e ragione. La parte di me che è sensibilità affettiva immagina naturalmente la Francia come la principessa delle fiabe, la madonna degli affreschi murali, votata a un destino eccelso e straordinario. D'istinto sento che la Provvidenza l'ha creata per successi compiuti o per sventure esemplari. 
Charles De Gaulle

Davide Nebuloni / SacroProfanoSacro 2011

venerdì 29 aprile 2011

Un punto di appoggio per sollevare il Mondo.





Ci manca un punto di ‘appoggio vero’, ossia ci manca l’alternativa a questa realtà, o meglio, ci manca un 'varco' tra questa realtà e un’altra realtà.

Questo ‘varco’ corrisponde a quello che film e produzione letteraria di un certo genere, definiti come ‘fantasy’, hanno visualizzato come un libro, una porta segreta, un oggetto, un rituale, una parola magica, una chiave, un passaggio, etc. Cosa rappresentano, nella loro intima essenza, tutti questi ‘motivi ornamentali’? Nella trama delle vicende raccontate, quale ruolo occupano? 

Posso dire, senza nessun timore d’alcun genere, che occupano un ruolo centrale e, probabilmente, costituiscono proprio il perno centrale delle ‘storie’, insieme alla lotta tra il bene ed il male ed il lieto ma solo abbozzato finale. Tutti questi sforzi immaginari costituiscono un unico corpus codificato dentro di noi, in profondità, come una ‘voce’ che sussurra continuamente un ritornello o un mantra per i nostri 'centri' conquistati dall’essenza parassita della forma esistenziale  che ci controlla. 

La frase ‘the Matrix has you’ (la Matrice ti ha) espressa in questa maniera ‘strana’, tramite il costrutto parlante ‘Ti Ha’, è esemplificativa del concetto di possesso a cui siamo silenziosamente sottoposti

Il punto di appoggio, a cui mi riferivo pocanzi, è una oscillazione della densità che mantiene questa versione della realtà, o paradigma, condensata nello scenario 3D messo a disposizione dalla regione vibrazionale dell’Antisistema

Una simile oscillazione, se 'osservata', potrebbe costituire un aggancio per introdurre una nuova versione della realtà o per, semplicemente, prendere atto della verità che sentiamo nata in cuor nostro: ossia che esiste un altro modo di vivere, al di fuori di questo Mondo preconfezionato sin dalla nostra nascita. A cosa mi riferisco? Ad un 'miracolo', ad esempio. I miracoli succedono molto più spesso di quello che crediamo, solo che non ce ne accorgiamo o non crediamo nemmeno di fronte all’evidenza. 

Nel mio libro, di prossima uscita, ‘Prospettiva Vita’, narro di ‘Sentinelle’ che scattano in noi allorquando il Controllo avverte che ‘qualcosa’ in noi sta sfuggendo alla sua totale opera di sottomissione della nostra capacità divina di co-creazione

Succede sempre qualcosa che ci svia dal ‘momentum’ che ci sta colpendo. Magnifici esseri intrappolati da eoni in gabbie invisibili di vortici energetici di assorbimento: ecco cosa siamo divenuti. Insieme all’amico Hacker L.L. ipotizziamo la diffusione di un pensiero altamente ‘contagioso’: un costrutto fatto di energia, come una idea, capace di raggiungere le persone in maniera quantica, che possa radicarsi e agganciare la struttura di controllo dei parassiti e sostituirla attraverso un 'black out' delle comunicazioni distorcenti l’animo umano

Il pianto di Castaneda di fronte alla visione dell’umanità 'incatenata' è un qualcosa che tocca le estreme profondità o altezze della compassione: non piange per esso ma per l’intera umanità. Ciò, mi ricorda il sacrificio di molti individui e di molti Avatar che si sono succeduti nel corso della storia deviata sulla Terra 3D, uno su tutti: Gesù Cristo

Il piccolo Gesù a Eliopoli trova una confraternita di ‘saggi’ che lo aiutano a completarsi, lasciandolo libero di apprendere secondo il proprio modo d’essere.  Sanno che Egli, semplicemente, 'sa', ma che necessita di... tempo e luce, come il seme necessita di acqua e luce nel reame del tempo. In una frase, del caldo abbraccio dell'Amore...

Questo frattale deve sempre ricordarci che, in questa localizzazione dell’energia, abbiamo necessità dell’aiuto degli ‘altri’, perché viviamo un luogo in cui lo ‘scontro’ è in campo aperto, viviamo la frontiera. Non è semplice districarsi qua. È forse più facile dimenticare, depositarsi sul fondo di noi stessi, nell’oblio, nella dimenticanza, nel sonno della coscienza… Perché gli Angeli e gli Arcangeli vengono dipinti, spesso, come dei guerrieri con tanto di corazza, armi e sguardi oltremodo penetranti? Andiamo oltre al 'canale' che li ha ritratti in questo modo. Lasciamoci andare, suvvia… andiamo oltre alle apparenze, oltre a quello che ci hanno inculcato attraverso ogni modalità disponibile… perché? 

Perché 'quaggiù' si deve stare attenti a come ci si muove, a quello che si fa e che si dice. Perché la luce è velata da un ‘qualcosa’ che si frappone tra la sorgente e la destinazione o sua propagazione. Questa ‘resistenza’, se analizzata nel suo nucleo pulsante, è solo un mezzo ‘feroce’ per condurre le ‘cose’ al loro posto. Una medicina pesante per ‘malati’ che non ne vogliono sapere di guarire ma che, inesorabilmente, lo dovranno fare, perché è quella la via e la destinazione: 'guarire' nella luce e nella grazia della luce

Non credo ad ogni termine, anche riportato nelle Sacre Scritture di qualsiasi religione, che allude o affermi che noi siamo servi della luce

Noi non siamo servi di nessuno, nemmeno del Creatore. 

Ogni fonte che si esprime in questa maniera, esprime ancora un vincolo di assorbimento energetico. Ci hanno avvisato, da sempre, che saremmo stati tentati e sottoposti alle divaricazioni della mancanza di luce in noi. Questa ‘divaricazione’ è presente ad ‘altezze’ che nemmeno immaginiamo. Il frattale che lo dimostra viene agganciato dalla caduta di Lucifero:

Lucifero significa letteralmente 'Portatore di luce', in quanto tale denominazione deriva dall'equivalente latino lucifer, composto di lux (luce) e ferre (portare), sul modello del corrispondente greco phosphoros (phos=luce, pherein=portare), e in ambito sia pagano che astrologico esso indica la cosiddetta stella del mattino, cioè il pianeta Venere che, mostrandosi all'aurora, è anche identificato con questo nome.
Da Wikipedia

Colui che ‘porta la luce’ diventa il simbolo del male? Diciamo che questo luogo comune dovrebbe essere spazzato via dall’immaginario collettivo, una volta per tutte. Questo simbolo del 'male' è uno dei meccanismi, creati appositamente dalla luce, per condurre l’umanità alla luce. Come? 

Opponendosi, facendo resistenza in maniera efficace, ossia concretizzando i principi oscuri contenuti negli individui che vivono in Terra proprio per questo motivo. Apparendo, la tenebra conduce insieme alla paura anche l’abitudine alla paura e, quando ‘abituati a sufficienza’, la paura può essere trasmutata nel suo esatto complementare: l’Amore

Conoscete un altro modo per fare emergere l’Amore? 

Intendo modi che esulino dal condizionamento dovuto ad un credo, ad un dogma, ad una fede, impartiti come ordine subliminale dall’alto di un vertice costituito da uomini, che creano solo un surrogato dell'Amore...

Esiste un’ombra… Un’ombra che ‘ci ha’.

Tutto ciò che sappiamo è circoscritta dall’area e dal perimetro di questa ombra. L’ombra è la proiezione di un corpo immateriale; corpo che se fosse materiale sarebbe uguale al… nostro corpo. Che altro? Tutto ruota attorno all’essere umano. Non diamo retta a chi dice che ‘non contiamo’. Non contiamo? Ma noi siamo dappertutto, siamo oltre all’evidenza, siamo il tutto, siamo fatti con il 'tutto'

Come possiamo non contare? Questo è un pensiero di autosvalutazione di natura parassita. Inizio a comprendere che ‘tutto’ sia sotto l’influenza di questa ombra, persino Karma e Libero Arbitrio. Ciò che assunsero come verità gli Antichi, poteva già essere minato dai parassiti? 

Se il concetto di peccato originale è chiaramente un manto di pesantezza gettato sull’umanità al fine di farne abbassare le ‘ali’, e su questo non ho dubbi, allora anche il Karma potrebbe essere un costrutto, una illusione; potrebbe fare parte dell’ombra che tramava già all’epoca della sua osservazione. Ricordiamo: tutto ciò che l’uomo ha ‘partorito’ in questo reame Antisistemico è sotto il 'copyright' dell’ombra: tutto…
 
Ma allora non possiamo fidarci di niente e nessuno? A cosa possiamo agganciarci? Qual è il punto denso in cui possiamo essere certi di rimanere noi stessi? Non esiste ancora, secondo me. 

Perché? Perché è proprio il nostro compito crearlo tramite la conoscenza di noi stessi. Ci siamo riusciti? C’è qualcuno che può dire di essere giunto alla conoscenza di se stesso? Certo. Esistono e sono esistite ‘persone’ che sono state in grado di poter raggiungere questo livello. Ma adesso dove sono? Sono Ascese… Sono tornate per aiutare gli altri? Può darsi. Diciamo che fanno il ‘tifo’ per noi, ma non possono fare molto di più se ognuno di noi non lo capisce, se non intende essere liberato, se crede di essere già libero…
 
Esiste un punto nel reame Antisistemico in cui possiamo essere veramente noi stessi? Un punto in cui le ‘comunicazioni’ sono libere dall’azione distorcente?

Non esiste, in quanto densificazione della teoria della massima libertà. Esiste in termini di ibridizzazione di questa verità. Questo punto è una localizzazione nella densità che corrisponde ad un canale energetico della Madre Terra, in un grado già sufficientemente evoluto a sua volta. Un punto sacro in cui la Terra invia e riceve la comunicazione superiore con gli altri astri in evoluzione, con il Sole, con gli esseri elementali, con il Creatore, con noi tutti… 

Questo punto corrisponde ad un varco nelle maglie della distorsione.

Come raggiungerlo? Dove si trova?

Scrivevo all’inizio dell’articolo che questo punto ‘ci manca’. Ecco allora dove si trova. Si trova nella nostra mancanza. Se non vivessimo questa mancanza non cercheremmo nemmeno questo punto, non sapremmo che esso esiste. Dov’è? È dappertutto

È dentro e fuori di noi. 

È un sasso, un luogo, un lago, un albero, il nostro cuore, un uomo, una bimba, un neonato, una collana, un sogno, una parola, una idea, una musica, un disegno, una bambola, una poesia, un piatto, una ricetta, un abito, un sorriso, uno sguardo, un mezzo, una azione, un desiderio, una casa, un animale, un profumo, etc. Questo varco è ogni cosa che per noi sia sufficientemente autorevole per esserlo. Dunque? È ogni cosa che noi autorizziamo a ricoprire quella ‘parte’. Allora? 

È ogni cosa che nasce da noi. Quel varco siamo noi, nella nostra interezza, nella nostra funzione di ponte, di albero di comunicazione multidimensionale. È la nostra pazzia e la nostra saggezza. È una carezza, un abbraccio, una stretta di mano, una lacrima, un gesto qualsiasi interpretato nella maniera corretta…

Dunque, non cerchiamo un punto nella densità se quel punto non esiste dentro di noi. Se non crediamo alla nostra  ‘potenza’ allora non crediamo a nulla. Allora i parassiti hanno Vita facile e hanno vinto ancora una volta. Nella fonte dell’autosvilimento esiste la forza che ci viene estratta, come per Sansone il taglio dei capelli aveva significato la perdita della propria forza. La nostra ‘forza’ esiste sempre, immagazzinata ed usata per altri scopi, ma la grande ed infinita portata della ‘forza’ scorre sempre libera nel Creato ed è sempre a nostra disposizione

Noi sappiamo come fare, i parassiti no

Noi siamo i supereroi dei film, dei cartoni animati, della fiction… chi altri se no? Ciò che s’emana dalle anse della fantasia e della creatività è sempre il riflesso della nostra vera immagine: quella di esseri immortali e portatori di luce.

La luce bianca è la sommatoria di ogni altra tonalità. 

Questo ‘totale’ dimostra tutta la sua saggezza, divenendo invisibile all’occhio umano. Il potere racchiuso in un raggio di luce è senza eguali, inglobando egli stesso il ‘tutto’. Il suo calore conduce alla Vita, scalda i cuori, prende per mano il seme che è interrato e lo guida alla luce del Sole. Nel processo della nascita di un vegetale è racchiusa tutta la magia e l’importanza del venire alla luce, un frattale estremamente significativo dell’Ascensione oltre ad ogni asperità che possiamo incontrare lungo il tragitto che conduce alla luce.

L’illusione è solida come la realtà a questo livello.

Ecco un altro filone 'frattalico' da seguire; scrivevo il martedì 9 marzo 2010, nell’articolo ‘La Luna è molto di più di quello che sembra; l'origine della Vita umana’  che:

C’è un’altra foto (presa da uno dei filmati; nei filmati si capisce meglio cosa intendo) che riproduce quello che sembra proprio un 'corpo' enorme riflesso dalla struttura del suolo lunare, anzi ce ne sono più d’uno. Da queste immagini mi sembra quasi che Luna possa essere un manufatto, una astronave camuffata da 'pianeta'; che possa essere la Luna Nibiru? In fondo gli Anunnaki e la Luna (Sin) hanno molte relazioni… 
 
Ora, David Icke sta uscendo nelle librerie con la sua ultima ‘fatica’ letteraria. In cosa consiste? Leggiamo da Macrolibrarsi:

La sua rivelazione più incredibile e controversa è che le mente umana collettiva e la Terra siano manipolate dalla Luna che non è un satellite naturale bensì una struttura artificiale, una enorme astronave spaziale dal cui interno agisce il gruppo di extraterrestri che controllano da migliaia di anni l'umanità.
 
Icke descrive ciò che ha definito 'Moon Matrix', ovvero la falsa realtà trasmessa dalla Luna che viene decodificata dalla nostra mente, in maniera simile a quanto avveniva nella trilogia cinematografica Matrix.
 
Viviamo tempi straordinari. Da un lato vediamo come si vada instaurando uno stato globale orwelliano, un regime fascista di controllo globale con a capo coloro che servono la 'Moon Matrix'; dall'altro invece vediamo come sia in atto una fantastica trasformazione energetica, 'Le vibrazioni della Verità', un fenomeno che Icke ha predetto nel 1990. Le vibrazioni della verità stanno risvegliando un gran numero di persone nel ricordo di cosa sono realmente: infinita, eterna coscienza.
 
Ecco l’indice del libro: 
 
Cap. 1 - Io non sono David Icke
Cap. 2 - Non sarò “un altro mattone nel muro”
Cap. 3 - Cosa sta succedendo al nostro Dave?
Cap. 4 - “Devi solo seguire gli indizi”
Cap. 5 - “Vuoi accomodarti nel mio salotto?” chiese il ragno alla mosca
Cap. 6 - Uomini Ragno
Cap. 7 - Il Mainframe di Zion
Cap. 8 - Vendere il “film”
Cap. 9 - Vendere il “film” (2)
Cap. 10 - Cos'hai detto che sono?
Cap. 11 - Il Culto del Serpente
Cap. 12 - Verità codificata
Cap. 13 - Ma allora, dove sono?
Cap. 14 - Astronave Luna
Cap. 15 - La Voce
Cap. 16 - Il “gioco” di realtà virtuale
Cap. 17 - Internet Cosmico
Cap. 18 - Decodificare la realtà
Cap. 19 - La Matrice Lunare
Cap. 20 - Piano di gioco (1): Distruggere la salute
Cap. 21 - Piano di gioco (2): La Decimazione
Cap. 22 - Piano di gioco (3): Guerra al corpo e alla mente
Cap. 23 - Piano di gioco (4): Diverse maschere – stesso volto
Cap. 24 - Piano di gioco (5): Mondo globale
Cap. 25 - Piano di gioco (6): Assalto alla libertà
Cap. 26 - Piano di gioco (7): Sequestrare i bambini
Cap. 27 - Piano di gioco (8): Gli Idioti Vantaggiosi
Cap. 28 - Rompere l'incantesimo
Cap. 29 - La Ribellione
 
Oramai l’umanità ha agganciato il sentore che qualcosa si oppone al suo cammino. E questo qualcosa non è un uomo o una donna ma una entità parassita, ‘esterna’. 

È da questo ‘punto’ che dobbiamo agire tramite la ‘leva’ per sollevare il Mondo. Ricordate? 

Datemi un punto di appoggio e solleverò il Mondo. Archimede. 

Ecco il vero significato della frase. Il punto di appoggio è una prospettiva nuova, diversa, un’alternativa a questo paradigma, a questo scenario, a questa gabbia

Prepariamoci all’onda d’urto che giungerà in maniera multidimensionale.

La moltitudine di persone chiederanno sempre di più. Ed io credo che ne abbiano il diritto. Ma quella mole di informazioni farà letteralmente tremare la Terra. 
Robert Dean.

Ecco una seria di analogie frattali che mi hanno colpito:
  • Mer Ka Ba – occhio di Ra – forma di disco volante
  • Rumore che ne copre un altro – ombra della Piramide – un altro Mondo
  • Radice che lasciata scoperta mette i rami e le foglie
  • Foglia di fico come una mano – esatte proporzioni
  • Vivere secondo passione
  • Legge d’ottava/d’attrazione – potenziale superfluo Zeland – semitono mancante Gurdjiieff
Quante cose. Ogni 'cosa' un capitolo... Avrei necessità dell’intera giornata per sviscerare tutto quanto. Mi sento come coloro che vivono/vissero la propria Vita secondo ciò che sentono/sentivano veramente come spinta interna. Non ascoltare questa spinta conduce alla separazione, alla pazzia o alla rassegnazione e, quindi, all’assorbimento della propria energia vitale

Ciò che giunge deve essere rilasciato e condiviso, altrimenti diventa una bomba che necessita comunque di uno sfogo. Da questo punto di vista, la distanza tra il bene ed il male è una inezia, una sottile differenza nella vibrazione che i parassiti sanno cogliere molto bene

Destabilizzare una persona è molto facile per loro se la persona non ha consapevolezza del chi egli sia e del fatto che esista questo controllo. Ci pensate? È come avere la facoltà dell’invisibilità ed agire di conseguenza solo per i propri scopi personali. Se questi scopi personali sono relativi alla propria sopravvivenza, allora tutto diventa lecito al fine di utilizzare gli altri, che non vedono, a proprio vantaggio. È quasi comprensibile, no? 

È come sbarcare in un nuovo Mondo con armi 'tonanti' e avere la meglio sulla popolazione locale che ci viene incontro e ci accoglie con collane di fiori, no?
 
Apriamo gli occhi! La sentite questa energia? Aprite gli occhi!

Basta con questa miseria avvilente, con questo accontentarsi delle briciole. Noi siamo molto di più

Noi abbiamo creato tutto questo: noi. Noi siamo come i supereroi dei film, lo ripeto. Vediamoci e sentiamoci così, per diamine. Tutto ruota attorno a questo fulcro, alla nostra consapevole identificazione con il principio divino. Non succede nessun miracolo nel sentirsi così? Pazienza e lungimiranza. Il nostro avversario può alterare persino il corso del tempo, perché abitiamo un’ansa del tempo deviato. Ma non per sempre. Con perseveranza e sagacia dobbiamo tenere duro e seguire la voce interiore che non smette mai di ispirarci, oltre alla scatola emozionale

Facciamo un po’ di silenzio. Troviamo il ‘punto’… e con fiducia attendiamo... Un cuore alla volta.

È solo una questione di tempo…

* I piedi nella foto di apertura di articolo, sono di Claudio72, che ringrazio :)

Davide Nebuloni / SacroProfanoSacro 2011
prospettivavita@gmail.com

lunedì 12 ottobre 2009

Prospettiva vita (1).



Esiste uno scoglio sul mare appena fuori Dune. Il posto più adatto per chi vuole restare solo con i propri pensieri. Lo scoglio è una protuberanza rocciosa assomigliante, vagamente, ad un polso con il pugno chiuso sporgente sul “mare” della città dall’altura soprastante. Il mare è tutto quello che lo sguardo, o il cuore, possono vedere al di sotto. Niente acqua ne pesci ma onde cerebrali. Terra, cemento, macchine, carne ed attività cerebrale. Un formicaio tremendamente organizzato … disorganizzato … difficile dirlo a prima vista. Da li sopra ogni cosa appare più comprensibile. Inutile dire che è il posto migliore per suicidarsi. Inutile dire che bisogna prima trovarlo. Spesso, la notte, una proiezione di Romne se ne sta lì, avvolta su se stessa, rimuginando. Il corpo, probabilmente lontano, non può raggiungere quel luogo, quella vetta così rarefatta. Lasciato solo, langue presso ogni dove. Il suo potere è molto semplice. Si limita a volerlo e, da qualche tempo, il pensiero corre proprio lì. Certo che l’esistenza riserba sorprese a non finire! Ti ritrovi per anni a pascolare nello stesso campo, sorvegliato in tutte le maniere possibili e non immaginabili. Poi, un giorno, senti di poter evadere così facilmente, tanto da non smettere più di darti dello stupido per non esserci riuscito prima. E’ un percorso interiore fatto di energia, pazienza, speranza ed incontri. Incontri molto speciali…
In galera aveva perso tutto, persino l’affetto quasi morboso della sua tartarughina mangia lattuga.
Quel posto sapeva divorarti nel modo peggiore, dal di dentro, svuotandoti dalle consapevolezze della nostra razza. Come l’effetto postumo di una grossa sbornia. Per poi, molto progressivamente ed in modo del tutto scriteriato, tornare a credere in te, stringendo amicizie e coltivando quel campo arido, in ‘odore’ di desertificazione perpetua. Subire un tale processo non è esperienza augurabile a nessuno. Si è scossi alle fondamenta, annullati. E con le spalle al muro, non si può evitare di guardarsi in fondo in fondo. Laggiù dove scorre il torrente o la palude degli istinti. Dove i segreti giacciono dimenticati, nelle vicinanze dei ricordi dell’infanzia. In quel laboratorio alchemico si forgia la personalità, le deviazioni, le paure e quant’altro, … i lunghi camini s’elevano per le strutture dell’uomo sino ad emergere all’aria aperta: certi giorni possiamo persino sentirne le esalazioni.  Un uomo che si specchia nella propria anima ha due direzioni ben tracciate, a seconda che ne riesca a sostenere il peso: la via dell’accettazione o del compromesso, e il sentiero della riflessione. Romne aveva scelto la seconda. La domanda ch’era solito porsi lo metteva in tremenda difficoltà, “…sei sempre sulla stramaledetta torre, devi scegliere chi gettare nel vuoto. La donna gravida o il tuo migliore amico?….Dannazione, per anni il mio migliore amico è stato un cane”. Si rendeva conto di avere molti problemi e, paradossalmente, questa autodiagnosi lo faceva stare leggermente meglio. Riusciva ad accettare con maggiore peso specifico la situazione. In alcuni giorni, l’ambiente delle patrie galere poteva apparire persino gradevole, circondati come si era da mura oramai amiche. Il suo reato? “…Imputato si alzi ! Questa corte riunita, la giudica colpevole di essere venuto alla luce. Per questo crimine le sarà commisurata la pena di anni dieci da scontarsi nel penitenziario statale del Limbo, nel quale avrà modo di rendersi conto di cosa voglia dire …rispettare le regole”.
 
“…. è passato molto tempo, anni o eòni che siano. Ho visto il mio corpo crescere ed al contempo lo spirito sfiorire. Gli echi dell’infanzia balenare sempre più fugacemente oltre le siepi della realtà, come un sole che s’eclissa e parte per un viaggio senza fine. Ora colgo la schiuma che s’alza dall’oceano in burrasca e, nel mio naufragio perpetuo, spero e temo nel medesimo istante….”

I bagliori artificiali provenienti dalla città si aggiornavano nelle basse nuvole dando luogo ad uno strano meccanismo di riverbero sui tetti delle abitazioni, nei metalli delle grondaie e lungo le trasudate vie. Simile alla lucente città di Re Artù, Dune si preparava all’alba. I grossi parchi cittadini apparivano neri e minacciosi e i suoni generati quantomeno equivoci. Il laghetto artificiale conferiva contrasto e profondità. Quello specchio perfetto era appena increspato dagli umori di Eolo. Della tonda luna non ne restava che un pallido ricordo. Un grosso zzzzzz aleggiava sopra ogni cosa. Di questa pigra notte estiva Romne era il viaggiatore, il viandante etereo, lo spettatore privilegiato invitato ad assurgere al ruolo d’interprete.
 
“….i ricordi affollano le mie strette vie dell’inconscio colmando ogni spazio, ogni pertugio disponibile e, pressando sulle pareti, testimonianti i confini dell’uomo, mi rendono pronto. Magma fuso pervade i canali uditivi e lo stomaco. Mi riprendo gli spazi allargando le braccia a più non posso, i palmi aperti, le dita ben separate…..”

Ritmo. Gocce grosse. La consistente voce degli elementi prese il sopravvento annichilendo il corso dei pensieri. Quelle erano le stesse folgori che mettevano in fuga i primordiali esseri antropomorfi e che diedero inizio al movimento delle religioni. Ignoranza che libera mostri. Paura che genera prigionia. Gabbie di parole e funzioni sacre. Uomini contro uomini.
 
“….brividi mi percorrono la schiena. Mi ritrovo a specchiarmi in una goccia d’acqua chiedendomi chi sieda alla regia di una tale perfezione. Il direttore, a quanto pare,  si è svegliato di cattivo umore. Lingue di vento diffondono umori di campi di grano mietuto e terra assetata. Lo scroscio costante mi soffoca le volontà, ipnotizzando soavemente. Come un tronco d’albero con le foglie offerte al cielo, ascolto e … spero e …. temo.”

Romne non era nuovo ad esperienze “particolari”. Egli vivacchiava in una sorta di isola misteriosa, interamente da scoprire, un pezzetto alla volta. Così s’immaginava il pianeta Terra, un incantevole agglomerato di rocce e minerali, disperso nell’oceano dell’infinito. Similmente ad un naufrago, s’addentrava giorno per giorno nella conoscenza dell’entroterra e ciò presupponeva altissime dosi di coraggio e di audacia nonché un grado di rischio sopportabile elefantiaco. Le droghe s’imbatterono in lui inevitabilmente, secondo i canoni di avvicinamento classico. La sigaretta per confrontarsi con i grandi, l’haschisc per sfuggire da se stesso, gli acidi per allontanarsi sempre più dalla costa battuta. Sino ad avventurarsi in profondità. Nel cuore dell’isola, nelle voragini dell’anima. - E’ una strada delle tante -. All’età di trentasette anni quello che gli rimaneva da vivere se l’immaginava come l’incontro con una bella donna dagli occhiali scuri ed accento straniero.  Il capire se, infine, ci fosse stata costituiva il sale stesso del respirare, l’obiettivo ultimo. Ammettere che il naufragio avesse costituito solo il mezzo, il vettore per avvicinarsi alla conoscenza, alla semplice perfezione riscontrabile nell’intelaiatura di una foglia, nel ripetersi delle gocce, nello sbocciare di un fiore, nello sgorgare delle acque, nel disegno maniacale di una corteccia d’albero, nel sapore di un acino di uva. Sinora un qualcosa lo aveva preservato dalle regole canoniche del trascorrere del tempo, tanto che non una sola piccola ruga, nemmeno d’espressione, poteva vantarsi di soggiornare su quel viso d’altri tempi. L’integrità totale della maschera facciale strideva con le parole che sapeva generare. Costrutti elicoidali mai comuni, capaci di portarlo ben oltre l’età anagrafica. Una simile discrepanza rappresentava una falla del sistema. Un qualcosa sul quale iniziare a far presa per poi poter affondare gli artigli.

martedì 29 settembre 2009

Prospettiva vita.








“ …Il   malvagio Signore cavalca in forze stasera 
e il tempo ci dirà tutto… 
….Il dolore della guerra non può superare  il dolore 
di ciò che verrà dopo.”
The battle of evermore
LED ZEPPELIN ( IV )


“…C’è un sentimento che provo quando guardo verso
OVEST  e la mia  anima  chiede di  partire.  Nei miei  
pensieri non ho mai visto spirali d i fumo  attraverso  
gli alberi. E le voci di quelli che stanno a guardare.” 
Star way to  heaven 
LED ZEPPELIN ( IV )

“… Piacere di conoscervi tutti …..” 
Simpaty for the Devil 
THE ROLLING STONES

@ ECHI TRA  NOI

 “ Dobbiamo o trovare una strada, o costruircene una….”  ANNIBALE.

Nelle tenebre.

Passi lenti, ma decisi, lungo la via. Ad ovest le illuminate lagnanze di un temporale. Ritmi indiani che scandiscono il passo dell’uomo. Il cuore batte con estrema regolarità. Tre cose nota il suo sguardo: non è tardi, l’orologio della chiesa segna le cinque, perfettamente lucido; il pub era chiuso; la stanza dei fili.
Il proprio passato?
 ‘ …Perché fai questo, chiamiamolo – lavoro. Le stagioni si alternano regolarmente le une alle altre; i confini dell’immaginario, del sacro e dell’improvvisazione, anche ‘.
‘ Bhe, cos’è questa lagna IO, non eravamo d’accordo di metterci l’anima in pace? Lo fai e basta. In fondo ti diverte ‘.
Il gigantesco mantello nero volteggiava nell’aria creando un proprio seguito d’ombre e grottesche creature. Il vento lo plasmava di continuo, ma nulla di più poteva. Suonavano i Jethro Tull, la colonna sonora di questa notte di lavoro. Note cariche, pezzi di metallo roteanti in grado di abbordare i pensieri. Note corsare, libere di spaziare e generare dimensioni. Avanzava regolare lungo la via. Avanzava col passo di chi sa dove andare, nonostante le apparenze e i possibili dubbi della mente. L’istinto si era trasformato in un qualcosa di più vicino all’enorme capacità olfattiva di un Tirannosauro di – sentire - la preda. Darwin come se lo sarebbe potuto spiegare, se non con una fragorosa risata liberatoria.
E’ notte, ancora una volta. Dal catrame umido s’alzano vapori estivi che come un guanto, avvolgono perfettamente, inebriando. E odori tra i più strani, o meno antichi, quanto mai singolare simbiosi tra il naturale e l’artificiale. Dalle locandine pubblicitarie affisse ai muri, miriadi d’occhi e situazioni assistono al passaggio delle tenebre, immobili ed atrocemente congelati nella propria fissità. Sottili giochi di penombre riempiono quel silenzio così imperante. Brusii lontani di motori ricordano il canto delle sirene d’Ulisse. L’immaginazione è libera di scatenare allucinazioni, prendendo a pretesto le paure e le angosce e i - mostri all’angolo della strada - attendono famelici. I giganti addormentati celano nel folto fogliame squarci di luna e stelle ed intere galassie. Altri, di cemento, hanno occhi e bocca sbarrati; celano tremendi segreti. Sono i custodi, la memoria materiale di tutto ciò che avviene al loro interno. Ora tacciono.
‘ Se il tempo avesse una coscienza, crederei che ora si stia divertendo ‘ pensò l’ombra, seguendolo nelle forme di vento, alle prese con un giornale, lasciato sotto una panchina, sfogliandolo in un senso e poi nell’altro, brandendone pezzetti e logorandone i contorni. Spingendolo e calpestandolo con forza mutevole. ‘ Che cucciolone, quel gran bastardo! ‘
‘ Ahh, la tua è solo invidia. Voglio affermare che se possedessi quel genere di potere te ne infischieresti di tutto, no?! Anche del lavoro e faresti la stessa identica cosa, ti divertiresti …se avessi un’anima tua, voglio di…’
“ FOTTITI IO! ” - proruppe con rabbia, mostrando nel buio denti candidi come neve. Alzò lo sguardo verso la luna, emergendo il viso dall’ombra del cappello e mostrando le proprie orbite vuote.
La sua figura, nel buio, era solo immaginazione. Fantasia. Si poteva intravedere, ma il tempo di un respiro, di un battito di ciglia e PUFF… non si era più sicuri di niente. Pura leggenda mai passata di moda. Non che sia questo un motivo di rammarico, giacchè incontrarlo avrebbe significato cambiare per sempre, oppure, chissà, illudersi di tornare a credere in qualche cosa. Eppure la sola presenza bastava a dare un valore alle cose. Ad aprire gli occhi, magari, per poi richiuderli per sempre subito dopo.
La pozza notturna era, ora, continuamente rischiarata da bagliori, ancora lontani. Come durante la Grande Guerra, ricordò, immaginando gli scoppi dei bombardamenti. Più vicini ad un’esplosione d’ira divina che a piccoli ordigni costruiti dall’uomo. Quante membra avranno tremato al suono assordante di una bomba in caduta libera, temendo l’arrivo della Grande Sorella, temendo il fragore del boato, temendo che ogni respiro potesse essere l’ultimo, temendo per la propria prole addormentata o nascosta tra le braccia racchiuse, tremando …. ‘ cosa pensano le anime durante il proprio viaggio di ritorno ? ‘ Un brivido lo colse improvviso, quasi inspiegabilmente. Da quanto non aveva più assaporato una tale sensazione ? Difficile dirlo, difficile pensarlo.
 Ed intanto avanzava. Avanzava regolare come una nave rompighiaccio. I neri stivali marciavano sull’asfalto bagnato e granuloso, ricordando gli ordinati martelli nazisti di ‘ The Wall ‘. La luna artificiale della torre campanaria s’elevava oltre le case, simile ad un occhio indagatore, talmente superbo ed inconsapevole di essere alla vista di ognuno. Le cinque e dieci. Notte fonda e, comunque, ancora presto per abbandonare gli affari, del resto mai andati così a rilento. Una pesante goccia s’infranse in uno specchio d’acqua generando il caos assoluto. Contemplando il veloce ritorno alla normalità, egli si vide materializzare, per un breve istante, prima di attraversarlo con il proprio peso. E la brezza, la brezza erosiva e delicata portatrice di deja vu e suoni impenetrabili e odori così come profumi di terra e di mare e di uomini e, ancora, d’energie bruciate e da bruciare. La brezza calda umida, sapiente massaggiatrice ed adulatrice, persino, divertita. Le vetrine, in quel tratto di via, molto numerose, si susseguivano lanciando moniti ben precisi. La loro capacità di riflettere chi gli si presentasse davanti era un’arma veramente astuta, capace di distogliere le volontà, confondere le decisioni già prese, intrappolare la mente tramite sottili giochi di prestigio. Ora, il riverbero dei fulmini, appariva affine al tessere, instancabile, di Penelope o ad una ragnatela eretta nell’arazzo vaporoso del cielo. Oltre a quell’immagine veniva quella di IO, ora impavida, ora dubbiosa. Il viso, seminascosto, era un mare spazzato dal vento. Un’introiezione di sembianze. Come se avesse rinchiuso le apparenze d’ogni uomo. A ben guardare era se stesso, che un ipotetico transitante avrebbe visto fissandolo con senso delle cose.  L’immagine riflessa, sempre più grande, all’inverosimile, girò l’angolo abbandonando la via.
Ad un tratto provenì dalle vicinanze un rumore soffocato, come solo una preda poteva provocare.
Sogghignò, scintillando di luce propria e correndo via con il vento, sparì nel buio. Ora i passi avevano lasciato il posto ad una sensazione. La mai certa sensazione di un battito come di ali a solcare quegli spenti edifici ……. Incominciò presto a piovere, sottilmente.