lunedì 16 ottobre 2017

Il valore lineare preserva l’universalità.


L’energia della tua mente è quello che vogliono…”.
La Torre Nera
Quindi che cosa è che vogliono (chi… lo vuole)?”:
la tua “attenzione”.
Quella “frequenza”, nella quale puoi sopravvivere in luogo di… vivere (esistere attraverso il tuo lignaggio sovrano potenziale); qualcosa che equivale ad una “deviazione”, respirata come se “nulla fosse già success3”. 
Come qualcun3 di “già” dimenticat3.
“Mort3 e sepolt3”? Per nulla affatto. Al contrario:
mai stat3, “qua, così”, tanto… viv3.
Non è per questo che perdiamo: perché tutti hanno smesso di credere?
Finché le tenebre sono tra noi…”.
La Torre nera
Le “tenebre” sono il… “male”, che è “che cosa (chi) ‘qua così’”?
Il “lieto” fine (di ogni film, romanzo, fiaba, etc.) salva ogni volta il “qua, così”:
te ne rendi conto?

venerdì 13 ottobre 2017

Anche saltando di palo in frasca, c’è e rimane sempre “il” senso.



Tutta l’umanità (almeno al 99 per cento) è da considerare come “una” sottodominante
L’uno per cento (la parte di rimanenza che non è il binomio dominante/Dominio) è come fagocitat3 all’interno di questo “assieme”, che non riesce a ricordare di andare a costituire, data l’ampia caratteristica di “diversità, usi e costumi, tradizioni, lingue diverse, etc.”. 
Infatti, la comunanza sostanziale (il sottile trait d’union che esiste e collega tutt3) è riferit3 – significativamente e funzionalmente – all’utilizzo globale (seppure riconosciuto diversamente) di stesse 1) forme di pagamento (economia), 2) forme di culto (religione), 3) forme di “Dio” (divinità) e 4) forme di “credo” (gerarchia)… 
L’intera umanità è in una condizione di “sotto (alla) dominanza”. 
Ergo, “è... ‘qua così’”:
una sola sottodominante
che esiste in quanto riunione di singolarità
che, dunque, vanno a costituirla
anche se
non esiste, ma c’è
L’umanità stessa rientra in una simile “panoramica”:
avendo la medesima base infrastrutturale frattale espansa
così come
la materia
costituita (emergente nella realtà manifesta) da particelle
talmente piccole da essere infinitesimali
ossia che
sembrano non esserci, ma esistono

giovedì 12 ottobre 2017

Se il tempo non è quello a cui pensi…



Hai riportato indietro delle cose.
La terapia ha funzionato, allora.
Cose che sarebbero dovute restare sepolte nel passato…
La mente dimentica cose per una ragione”.
Rememory
Tutt3 si trasforma”. 
E... il “tempo” sembra essere il protagonista di una simile funzione.
Ma (ma) può essere la ragione fondamentale della trasformazione, una catena di montaggio calcolata solo per il movimento che esegue il “nastro trasportatore”?
È lo spostamento, il motivo per il quale avviene un certo tipo di funzionamento
Oppure, è più logico che il “nastro (tempo)” sia solo una parte del tutt3? 
Se avviene lo spostamento, può anche avvenire la “lavorazione (trasformazione)”, così che ogni “ingranaggio (sezione del programma)” possa trovare quelle condizioni utili al movimentarsi (qualcosa che i vari sensori rimangono in attesa di… rilevare). 
Il “tempo”, dunque, è solo – tanto per cambiare – il vertice emerso dell’iceberg (al contrario della ragione fondamentale, dominante, che è il vertice nascosto dell’edificio pseudo piramidale dello stesso “iceberg”). 
Quindi hai a che fare, “qua, così”, con qualcosa che complessivamente (non) risulta rovesciat3, al contrario. 
Qualcosa che funziona, dunque, in un simile modo


mercoledì 11 ottobre 2017

Intelligenza: di quale “tipo”?



C’è come l’impressione di “dover scalare una montagna (altissima ed imponente)”. Nel “fare” cosa? Nel trovare il modo di mettere ordine tra i pensieri, le idee, l’intenzione e… tutto quello che si “sente” dentro, in profondità, laddove non ci sono più pensieri, idee, intenzione, etc. bensì… “immagini”:
il “sentire di/che…” è, infatti, qualcosa che esula da ogni tipo di classificazione. 
Anzi, che la tradizionale forma di classificazione “qua, così”, imprigiona, non appena recinta - attraverso la propria “legge” - il “significato” che (deve avere) “ha”, persino, il tal “stato d’animo”
Per questo motivo, non c’è più universalmente un accordo significativo relativamente al termine “intelligenza”. La scienza (deviata), ovviamente, ha già detto la propria ma (ma) anche tale “comunità” è auto suddivisa, allorquando va a definire la “parola” intelligenza. 
Un atto “dovuto” che, per il semplice motivo di sussistere, rende l’oggetto di studio (attenzione, classificazione, riduzione, etc.) alla mercé dell’osservazione (di/in parte), che ha la pretesa di inquadrare la situazione, andando a conferirle il proprio “colore”
Non appena si “ordina” uno stato di fatto, secondo una certa inclinazione, lo stesso stato di fatto si trasforma di/in conseguenza:
quando, all’opposto, questo non succede?

martedì 10 ottobre 2017

Chi ha già deciso anche per “te”?



A Sparta, la prole diveniva guerriera. Ad Atene, diveniva “filosofa”? No.
Questi luoghi comuni, se assoluti, avrebbero prodotto delle Città-Stato non sostenibili dalla prospettiva della sopravvivenza d’assieme, che è qualcosa di molto più coes3 e variegat3, rispetto alla tipicità attribuita storicamente.
Diciamo che, una certa nomea, è - di più - riferibile alla caratteristica inconfondibile di un certo contesto
Da questa panoramica, allora, Sparta era guerriera ed Atene era “filosofa”
Entrando nel merito, è ovvio che le due situazioni fossero contraddistinte da ogni sorta di mansione e struttura civile, dato che “è qualcosa che tende a ripetersi (ossia, qualcosa che nella gerarchia, si ripresenta puntuale ogni volta, in ogni contesto e in qualsiasi uso e costume)”.
L'organizzazione "per mansioni (gerarchia)" risulta necessaria per la sopravvivenza comune...
Sparta, così come Atene, “generava” fabbri, così come stallieri, dottori, “politici ed avvocati”, soldati, eroi, insegnanti e nullafacenti, etc
Era “per forza di cose”, così, perché si trattava di Città-Stato (complete di ogni tipo di necessità infrastrutturale).
Qualcosa che, ad esempio, nel “piccolo” riguarda anche una tribù, dispersa nel bel mezzo della foresta amazzonica o nel deserto più assolato.
È l’organizzazione delle singolarità, che – ad “ondate” – si manifestano in un dato luogo, andando ad “associarsi” alla situazione da “prendere o lasciare (ossia, prendere)”. 

lunedì 9 ottobre 2017

La somiglianza è un filo conduttore.



Il ricordo è la massima definizione delle nostre vite. Perché la nostra vita non è altro che un insieme di ricordi. Ricordi di eventi, esperienze, emozioni, stampati sul nostro sistema nervoso. Tutti che portano a questo istante preciso, rendendo ciascuno la persona che siamo oggi. Senza di essi, il presente sarebbe privo di contesto”.
Rememory
Pensare consiste nell’accorgersi delle somiglianze. Faccio spesso esperienza di questo:
mi accorgo di somiglianze tra eventi, tra un evento attuale e uno passato, o tra cose che stanno succedendo nello stesso tempo. Io inseguo queste relazioni
Oggi, noi ci sentiamo liberi e trasferiamo i nostri dati personali volontariamente…
Questo sistema è estremamente efficiente. Non ci sono proteste contro tutto ciò, perché stiamo vivendo un sistema che sfrutta la libertà”.
Byung-Chul Han
senza di essi, il presente sarebbe privo di contesto...
pensare consiste nell’accorgersi delle somiglianze...
non ci sono proteste contro tutto ciò, perché stiamo vivendo un sistema che sfrutta la libertà…:
che cosa (chi) ricordi “qua, così”?
di che cosa (chi) non ti accorgi, pur pensando per “somiglianz3”?

venerdì 6 ottobre 2017

La storia autentica della deviazione è scritta tra le righe del deviato.



Il nostro mondo è scomparso, ormai. Spazzato via dalle guerre…
Prima di lui c’erano le tribù. Dopo di lui, tutto poteva essere. D’un tratto si percepì che il mondo poteva stare sotto al governo di un Re, e diventare migliore per tutti…
Un grande impero ma non fatto di terre e oro. Di più, un luogo della mente. La grande civiltà ellenica, aperta al mondo…”.
Alexander
I “due tempi” della citazione, forse, sfuggono ma (ma)… questo è il “presente”:
il nostro mondo è scomparso, ormai. Spazzato via dalle guerre…
Mentre, questo è il “passato”:
prima di lui c’erano le tribù. Dopo di lui, tutto poteva essere
Infatti, “dopo di lui…” fu (“è”) ancora il presente, animato dalle singolarità che si sono manifestate “dopo”. 
Un luogo comune ove il “giogo contabile” consta nella sostanziale forma, che il “passato” permette di generare e trasportare (filtrare) nell’eterno “presente”.
In maniera tale che quel “dopo di lui…” sia (“è”) sempre, sempre, la stessa “cosa”, ma (ma) migliorat3 (evolut3) dalla prospettiva di chi architetta e regge il giogo.
Fai attenzione:
d’un tratto si percepì che il mondo poteva stare sotto al governo di un Re (Alessandro il Grande a questo servì: per dare questa impressione, per forgiare questa idea, questo ideale, questa convinzione, il “credo”)
e diventare migliore per tutti (questo ambito serve per incoraggiare la Massa, ad auto aderire a tale rinnovamento del “credo”).
Sebbene, dal presente, si afferma che:
il nostro mondo è scomparso, ormai. Spazzato via dalle guerre…
Tuttavia:
d’un tratto si percepì che il mondo poteva stare sotto al governo di un Re

giovedì 5 ottobre 2017

L’essenziale.



Cosa (chi) è… essenziale?
Puoi scambiare un effetto, una conseguenza, etc. con la sua causa, ragione fondamentale? A quanto pare, “qua, così”… sì.
Omettendo dal contesto il “chi”, a favore del “come”:
il racconto storico è deviato proprio dal “chi”
a favore del “come”
dove il “come” è la necessità stessa di auto dotarsi di una storia ufficiale (del deviato ma non della deviazione)”.
La responsabilità di/per tutto ciò che “è già successo” – e continua a succedere sulle onde gravitazionali del grande evento centrale e portante – non sembra essere di nessun3, ossia, è una responsabilità generica e, dunque, attribuibile d’assieme all’umanità, al genere umano “dominante ‘qua così’”. 
È, ancora una volta, il “trucco contabile” dello Stato:
che sei anche tu
mentre
ess3 non è te (al limite, è “te”).
Da “lì”, la necessità di avere (ed essere parte) di uno Stato, che è la materializzazione della forma geometrica piramidale, che è – a sua volta – una concezione mentale ideale (la “gerarchia” che diventa luogo comune, persino, traendone ispirazione ambientale: una montagna ricorda proprio una piramide). 

mercoledì 4 ottobre 2017

Qualcosa che funziona ti permette di accorgerti anche del “modo”.



Ogni giorno ti arriva una moltitudine di posta elettronica che finisce automaticamente nello spazio dedicato all3 “Spam”. 
Tra quest3 ci sono esemplari che narrano di fantomatiche cifre in denaro, che aspettano solo che ti muovi, facendo qualcosa. 
Ti è mai balenato nella testa che, nel grande numero di fake, ci possa essere anche una comunicazione “positiva e mirata”
Hai mai provato a rispondere ad una di queste “lenze (inviti)”? Hai mai abboccato?
Così… per puro spirito di “avventura”. 
Esisteranno delle vere e proprie leggende, relativamente a questo fenomeno. Eppure… No? Non ti stuzzica l’appetito?
Quando mai ti sei fermat3 di fronte al "proibizionismo"?
Oppure hai solo il coraggio di provare l’ebrezza della scommessa (una volta assolutamente illegale ed ora, magicamente riabilitata) “legale (poiché legalizzata)”. 
Del resto, allo Stato (chi è, lo Stato) fa molto comodo. Così come, ormai, nel calcolo del Pil è conteggiata anche la “procedura, componente illegale”. 
Certo: 
perché non contare anche questa attività
È, in ogni caso, un “fare”… che smuove tonnellate di denaro (se ancora avesse un peso fisico). È segno di iniziativa “imprenditoriale”...

martedì 3 ottobre 2017

La giurisdizione dell’universalità avvolge la Terra.

Non c’è niente che possiamo fare…
Dopo un po’, questo caos, ci ha anestetizzato… l’anima…
Io sono un soldato. Eseguo ordini”.
5 Days of War
Ero stufo di avere una parte nella sua commedia
Che cos’è che vuoi? 
La libertà…”.
Lucifer
Se "in tutta la storia dell'umanità, le persone hanno sempre lottato per i propri diritti..." che cosa significa
Ci puoi arrivare anche da te...
Lo “stile”, che puoi appurare esistere in questo Spazio (Potenziale) Solido, è rivolto a dimostrare – univocamente, indubitabilmente (al di là di ogni tipo e variante di dubbio) – l’esistenza di una forma di “giustizia (di parte)”.
Un valore locale, seppure globale, poiché non universale. 
La giustizia, in quanto ad “angolo giro” o, appunto, universale, è qualcosa che non dipende dalla prospettiva, dalla parte, dalla parzialità, dal cavillo e, dunque, dall’interesse “privato (da/di te)”. 
Qualsiasi sia la ragione che porta all’amministrazione della giustizia “di parte” (dipendente dalla gerarchia, che non tiene in considerazione la sovranità assoluta di qualsiasi individuo, ritenendol3 sempre al di là - prima - di ogni “trucco ed effetto speciale ‘qua così’”), la “ragione” è sempre la stessa:
giustizia di parte, ergo, compresenza gerarchica immanifesta della ragione fondamentale (dominante), che decide anche per te.
Una forma di compresenza che sopravvive tra le fila, tra le righe, nei dettagli, tra le infiltrazioni di luce ed ombra, etc. sino ad arrivare alla piena luce solare (evidenza), allorquando sono le persone stesse (Massa e immunità di gregge) a “credere” in un simile luogo comune (ideale). 

lunedì 2 ottobre 2017

Hai ragione tu.

Il “punto di vista” è di parte, quando non è universale.
Questo Bollettino è una aberrazione. Parte in una maniera e termina in un’altra. Ha, comunque, una valenza in termini di valore significativo. “Tu”, ovviamente, sei liber3 di pensare come meglio “credi”… Mentre (mentre) Io, sono libero di tranquillamente… vomitare. E non centra niente ciò che è success3 in Catalogna. Leggi e nota bene come, nel durante, cambi la “stagione”.
Scontri, feriti e crisi politica: cosa è successo nel giorno del referendum catalano.
Milioni di catalani riescono a votare nonostante i tentativi delle forze di polizia di impedire la consultazione. Quasi mille feriti. Rajoy: "Un'offesa alla democrazia". Puigdemont apre il cammino a una dichiarazione unilaterale di indipendenza…
Link 
Corsi e ricorsi storici. La storia (deviata) che si ripete, come nella/la ciclicità stagionale non solo delle “crisi”. Il “segno” che 1) qualcosa (qualcun3) ha un interesse sufficientemente influente, 2) tanto da riuscire a caratterizzare la realtà manifesta “qua, così” 3) con la propria profonda, coerente, lungimirante, etc. “attenzione”, 3) tanto da “non lasciare nulla al caso”. Un solo punto di vista centrale e portante, autorizzato – dunque – ad anteporre, attraverso il “credo”, i propri vessilli insospettabili, costituiti dal lessico “positivo”, come “democrazia, legge, legalità, etc.”… in maniera tale che se (se) “tu la pensi/vedi diversamente”, di conseguenza sei “fuori legge”. Senza la legge sarebbe un/il Far West? Sarebbe l’anarchia totale? Sarebbe la legge della giungla? La legge del più forte? Sì? Bè, accorgiti che è già così. 

venerdì 29 settembre 2017

Quando la Cina scoprì l’Europa, ma si ritirò nel proprio oblio.



Hai presente quando nel Deuteronomio, il “Signore” spinge il “popolo eletto” ad andare “là” ma (ma) non “lì”?
Allorquando, “là”costituiva la “terra promessa e, al fine di entrarne in possesso (poiché, aimè, già abitata), doveva – detta genie – invadere e conquistare (alias: uccidere e forsanche sterminare) ciò che si trovava nel tal luogo “target” del “Signore Dio tuo…”.
Allora… Mi permetta di illustrarle il sogno di Nostra Maestà”.
Aspettando il Re
In un ambito caratterizzato da una “potente figura centrale”, e da potentati locali (che amministrano, di fatto, le terre imperiali ed impediscono ogni cambiamento sostanziale), è logico che – non solo se l’impero è in fase di espansione – tale lottizzazione goda di privilegi e preferenze, anche a livello di sottodominanti
Se (se) una “amministrazione” necessita di una “ripulita”, cosa viene normale ordinare (“ispirare”) per parte dell’imperatore o, meglio, della classe dirigente l’impero?
Generare del “nuovo che avanza”, sotto al completo controllo di fondo della situazione, ed istradare tale movimento proprio in quelle “province” più adatte ad essere “riorganizzate”
Ergo:
“là” sì, “lì” no.
Le terre erano tutte già popolate ed amministrate. 
Il “nuovo” non esisteva per nulla affatto
Così come non era “nuovo” nemmeno il continente “pre colombiano”. 

giovedì 28 settembre 2017

Una opinione che fa la differenza: il “credo”.



La matematica non è una opinione…” è il manifesto del dogma scientifico (deviato) “qua, così”; attraverso questo imprimatur, non ti resta che democraticamente arrenderti, poiché, ogni tuo ragionamento altro, “non è permesso”.
Da cosa (chi)? Dal “credo”.
Ma (ma) potenzialmente – rimanendo alla espressione precedente – sono possibili due scenari (accorgendoti che il contesto “gira tutto attorno” alla porta logica del cardine lessicale “non”):
la matematica non è una opinione
la matematica... è una opinione.
La particella della negazione esprime uno stato specifico dell’intero contesto, semplicemente ribaltando il rilievo “positivo”, assunto – in questo “caso” – come anormale
Infatti “qua, così”:
la matematica non è una opinione…
Ora, l’essere umano è dotato di capacità d’ogni tipo, per cui è in possesso anche della facoltà di trascendere ogni ambito, contesto, luogo comune, etc. Che cosa significa:
significa che cosa sei – già – in grado di “fare”, anche e sopra a tutto, “ora”

mercoledì 27 settembre 2017

Sulla evoluzione, la trasformazione, la paura ed il cambiamento.



Se (se) di evoluzione ti “piace” parlare, allora “che sia evoluzione e… cambiamento” anche il tuo nutrimento, ossia, la sostanza della realtà manifesta dei fatti “qua, così”. 
Qualcosa che “attualmente” non coincide minimamente, ma (ma) solo apparentemente, con un simile stato delle cose… 
L’apparenza – fai attenzione – è, allo stesso modo della fisica, anch’essa… fisica. 
Non pensare che tale inclinazione sia paragonabile a qualcosa di impalpabile
L’apparenza, al suo stadio massimo, è assolutamente reale, concreta, solida, materiale, etc.
Quando (se) vai a “sbattere contro a questa apparenza”, ti fai male. Sì, perché… è come scontrarti contro un muro di mattoni. 
Hai presente? Ti fai molto, molto, male. 
Anche se, per la verità, l’entità del danno dipende dalla velocità con la quale procedi. Comunque vada, la “misurazione” con un muro fa sempre (sempre) male
È, allora, “apparente”… che cosa (chi)? 
Di più, il “credo” che ispira ed auto convince singolarità e (oltre alla soglia critica) Massa, ad agire in un predeterminato volere.
È apparente ciò che non intende e non prevede assolutamente... apparire

martedì 26 settembre 2017

Brigante è chi il brigante lo fa…



Posso solamente dire, da semplice studioso del comportamento animale, che il punto di vista rappresentato dal “fenotipo esteso” mi ha fatto vedere gli animali e i loro comportamenti in maniera diversa e penso di comprenderne meglio certi aspetti.
Il fenotipo esteso non costituisce di per sé un'ipotesi dimostrabile, ma cambia così drasticamente il nostro modo di osservare... da condurci ad elaborare ipotesi verificabili che altrimenti non ci saremmo neppur lontanamente immaginati
Il fenotipo esteso – Richard Dawkins
Ma che cosa stiamo dicendo, raccontando questo? Niente…”.
Nomi e cognomi
Dunque, per “dire qualcosa (sostanzialmente)” che cosa manca?
Il “nome cognome” è, di più, la consapevolezza centrale e portante che – anche da sola – fa la differenza (la consapevolezza, espansa alla globalità sociale, dà luogo ad una nuova “specie” umana).
La specie pensa in una certa maniera. 
La "nuova" specie, pensa diversamente (è, quindi, oltre che potenziale, anche immaginabile e, dunque, possibile/percorribile/manifestabile).
Qualcosa che non necessita di essere dimostrat3, sopra a tutto nella modalità che “qua, così” ti viene richiest3 di formulare, avendo “mani e piedi col-legati”. 
Tale forma di dimostrazione non esiste, in quanto che... “lo sai già che è così”.