venerdì 6 ottobre 2017

La storia autentica della deviazione è scritta tra le righe del deviato.



Il nostro mondo è scomparso, ormai. Spazzato via dalle guerre…
Prima di lui c’erano le tribù. Dopo di lui, tutto poteva essere. D’un tratto si percepì che il mondo poteva stare sotto al governo di un Re, e diventare migliore per tutti…
Un grande impero ma non fatto di terre e oro. Di più, un luogo della mente. La grande civiltà ellenica, aperta al mondo…”.
Alexander
I “due tempi” della citazione, forse, sfuggono ma (ma)… questo è il “presente”:
il nostro mondo è scomparso, ormai. Spazzato via dalle guerre…
Mentre, questo è il “passato”:
prima di lui c’erano le tribù. Dopo di lui, tutto poteva essere
Infatti, “dopo di lui…” fu (“è”) ancora il presente, animato dalle singolarità che si sono manifestate “dopo”. 
Un luogo comune ove il “giogo contabile” consta nella sostanziale forma, che il “passato” permette di generare e trasportare (filtrare) nell’eterno “presente”.
In maniera tale che quel “dopo di lui…” sia (“è”) sempre, sempre, la stessa “cosa”, ma (ma) migliorat3 (evolut3) dalla prospettiva di chi architetta e regge il giogo.
Fai attenzione:
d’un tratto si percepì che il mondo poteva stare sotto al governo di un Re (Alessandro il Grande a questo servì: per dare questa impressione, per forgiare questa idea, questo ideale, questa convinzione, il “credo”)
e diventare migliore per tutti (questo ambito serve per incoraggiare la Massa, ad auto aderire a tale rinnovamento del “credo”).
Sebbene, dal presente, si afferma che:
il nostro mondo è scomparso, ormai. Spazzato via dalle guerre…
Tuttavia:
d’un tratto si percepì che il mondo poteva stare sotto al governo di un Re

È nel presente che lo si percepisce, che è il passato (la vita) di Alessandro, nonché il “suo” futuro. 
Ma (ma) lui è morto, già al tempo della narrazione “presente”: è già di... sasso (marmo).




È, allora, a ciò che rimane – in quanto sostanziale – che devi porre grande e profonda accortezza, compresenza.
Come il fare una spremuta, ricavandola da ciò che è (stata) una intera esistenza:
il “succo”. 
Il significato. Ciò che ha permesso di… 
Ovvio, è qualcosa che travalica e trascende le vite stesse di qualsiasi singolarità umana e della intera Massa umana, che si “rinnova” di generazione in generazione, perdendo – ogni volta – la “memoria”, che non è la tradizione, gli usi e costumi, la storia, etc.
Memoria che “è”, e rimane, il fedele report del “è già success3”, senza fronzoli, parzialità o incompletezza di alcun tipo o “cavillo”.
Il nostro mondo è scomparso, ormai. Spazzato via dalle guerre…”. 




Eppure, “lo spettacolo deve continuare (continua)”.
In quale maniera? 
Secondo “copione”, alias, paradigma, status quo, “qua, così”, AntiSistema, sotto (alla) dominante, etc. 
Le guerre spazzano via interi mondi precedenti; tutte le versioni venute prima dell’ultima, di quella “moderna (compresente)”.
Ma (ma)… per “nuovi” esseri umani che continuano a morire e a manifestarsi, è sempre "presente ed è sempre modernità", anche all’interno della “propria” esistenza “qua, così”. 
Quindi, “cosa (chi)” spazza via la guerra? 
Tutto ciò che “dopo essere servito a‘ora’, tende a non servire più…”.



Per comprendere a pieno questa “massima (codificata, senza l’opportuna chiave d’interpretazione universale)”, occorre che ti ponga in uno stato di “osservazione indipendente dalla prospettiva”, avente un unico punto di riferimento assoluto (che non sei tu, ma… lo diventi, poi):
il valore universale della giustizia (ad angolo giro).
Chiediti: 
quando c’è sempre giustizia
Cosa (chi) è... giustizia?”. 
Bada bene che non stai facendo filosofia. Anzi, proprio al/il contrario: 
stai facendo il focus sulla pratica del perché sei “qua” in vita, esistendo “così” in balia di ogni “dubbio”. 
Riesci a credere che tutto ciò dipenda da un’unica “risposta (universale)”
Bè, lo dovresti iniziare a… ricordare, che “è, così”. 
Quando si fisserà in te il significato (valore assoluto) di “giustizia”, allora (allora)… il “qua, così” sarà come un libro aperto, descritto in un linguaggio, appunto, universale; da te pienamente comprensibile
In mancanza di ciò, sei nel… ed hai il… “qua, così”, con ogni sorta di dubbio travestito, trasformato da/in verità di parte, deviata.
Non solo nel passato, l’umanità ha sempre (sempre) creduto nella “divinità” (la conseguenza del vivere nel dubbio e del sopravvivere sotto – alla – dominante e, dunque, in una condizione sottodominante):
Tutta la gloria che danno, alla fine te la portano via. Sono loro. Loro ci rendono schiavi”.
Alexander
La condizione divina è il simbolo del “tuo” smarrimento.
Qualcosa che si manifesta non appena “dimentichi”, autorizzando di conseguenza la generazione dell’Olimpo, del Pantheon, etc.
Sono giunto alla conclusione che tutti gli uomini sono guidati dalla paura della morte… ed è la causa di tutte le nostre sventure…”.
Alexander
Paura e morte:
uno stretto connubio che, comunque, descrive una gerarchia...
la paura
della morte
causa di tutte le nostre sventure…
Cosa (chi) viene “prima”
La “causa” non è la ragione fondamentale
La morte, che anticipa (genera, permette) la paura, è una causa “naturale”? No. 
Ess3 fa parte di un (del) processo, del funzionare, del funzionamento. Così come “ti manifesti”, poi, inesorabilmente… “scompari (ti auto trasformi)? 
Sì, ma (ma)… senti anche che “non è finita lì”. 
Qualcosa che... “condisci” secondo infinite gradazioni del dubbio, anche se questo “sentire” ha tutto il fondamento che merita, ossia, è in qualche modo una anticipazione del potenziale, anche se tu sei il/un prodotto, così come il commercio “qua, così” misura ed evidenzia tutt3. 
Ricorda profondamente
qualsiasi “cosa” sia la vita, la vita “è”
Lo vedrai quando gli organismi sintetici inizieranno ad auto determinarsi da sé, grazie al codice scritto da hacker, che per ogni possibile motivo "altro"daranno luogo al fenomeno del “sé”


Quando... le “macchine” inizieranno ad auto replicarsi, auto descrivendosi interiormente, ti renderai conto – anche e soprattutto – di “cosa (chi)” sei, dunque, anche tu… oltre a tutta questa messa in scena.
Tu sei una entità che passa da corpo in corpo (non importa quale sia il corpo). Questo "passare" è, però, una conseguenza...
Ma (ma) non solo nel senso “canonico” dell’espressione. 
Di più:
da ciclo produttivo in ciclo riproduttivo.
Attraversano la “storia” e tutta la “propria” deviazione, essendo tu la continuità del “deviat3”. 
L’anima… ripensala come quel “qualcosa” che è rimasto, e che si auto tramanda (sopravvive) sempre da epoca in epoca, utilizzando ogni volta il corpo differente che il “presente” permette di… ri-produrre. 
Il corpo sintetico di un cyborg? Va bene. L’organismo umano attuale? Va bene. L’entità antropomorfa futura? Va bene. 
Basta che… funzioni. 
In “natura” esistono molti riflessi di questa circostanza.
Il che significa che la tua vicenda risale ad epoche ormai scomparse, dimenticate, estinte, etc. anche se tu esisti ancora. Anche se sei, ora, qualcosa dentro a qualcosa d’altr3. Anima dentro ad un corpo. Ok? Che cosa "è già success3"? Perchè continui a... sfuggire, da corpo in corpo, da scena in scena?



ll biglietto del treno? In un chip sottopelle. In Svezia la vita da cyborg è già iniziata.
La tecnologia è la stessa che viene utilizzata per il funzionamento ella carte di credito…
Il futuro è oggi.
Si potrebbero scomodare le più intrigate trame di film di fantascienza, da Minority Report a Star Wars, per spiegare in che maniera gli svedesi possono pagare il biglietto del treno.
Sono già tremila le persone dotate di microchip su cui viene caricato il titolo di viaggio.
La tecnologia è la stessa che viene utilizzata per il funzionamento delle carte di credito (Nfc, Near Field Communication) e ha cambiato lo status da passeggero a cyborg.
Il principio non è poi così diverso da quello che fa funzionare un pacemaker, solo che qui la tecnologia non serve per salvare la vita ma per un viaggio in treno.
La compagnia di Stato svedese “Sj” ha deciso di caricare il biglietto del treno ai clienti iscritti al programma fedeltà, su un microchip della grandezza di un chicco di riso, impiantato nella mano tra il pollice e l’indice.
La strada verso il futuro è segnata.
Dopo gli orologi connessi che monitorano le calorie bruciate e la qualità del sonno, arriva il microchip per viaggiare, pagare un caffè alla macchinetta in ufficio o timbrare il cartellino.
C’è chi ha sollevato più di un dubbio sulla privacy.
Se la paura è quella di essere tracciati, allora sono più preoccupanti smartphone e carte di credito”, commenta un portavoce della compagnia ferroviaria scandinava.
“Impiantare qualcosa di elettronico nel corpo è stato un passo importante anche per me – spiega Patrick Mesterton, capo di Epicenter, la start up produttrice del microchip - ma poi diventa naturale e molto comodo”.
Altre aziende hanno seguito l’esempio, in Svezia, Belgio e negli Stati Uniti.
L’idea dell’uomo cyborg fa immaginare a Elon Musk (Tesla, Space X e Neuralink) un futuro prossimo in cui i nostri cervelli saranno collegati a internet:
le persone non capiscono che già adesso sono dei cyborg. Se ti dimentichi il cellulare a casa, ti senti come se ti mancasse un braccio”.
Con il microchip impiantato sottopelle, esattamente come avviene per gli animali, lo smartphone non servirà neanche più.
Link 
Fai auto dimostrazione di te, per “assurdo”. 
Oppure, credi che può ricorrere ad un simile espediente, solo la scienza deviata?
Credi nella tua “religione”: 
perché la tua storia è la tua esistenza, non sapendo nemmeno se esiste la “specie”
Il concetto di specie, infatti, è troppo imbevuto dell’attuale ciclo AntiSistemico “qua, così”. Qualcosa che come (in) un ricircolo, tende ad… andare a caratterizzare tutt3, compresa l’immaginazione, sempre troppo ordinaria “qua, così”, anche quando… “illuminata”.
Il premio Nobel per la Letteratura 2017 va a Kazuo Ishiguro, scrittore giapponese naturalizzato britannico. Lo ha annunciato l'Accademia Svedese…
La sua ultima opera, del 2015, è “Il gigante sepolto”.
Secondo l'Accademia, lo scrittore "nei suoi romanzi di grande forza emotiva ha scoperto l'abisso sotto il nostro illusorio senso di connessione con il mondo"…
Link 
Che cosa significa:
il gigante sepolto
nei suoi romanzi di grande forza emotiva ha scoperto l'abisso sotto il nostro illusorio senso di connessione con il mondo
Quale “abisso”? 
Quale “significato sostanziale, universale”? Chi? Se non la condizione sotto (alla) dominante. Il motivo, la ragione fondamentale, per cui continui a fuggire di corpo in corpo, sempre (sempre) "qua, così".
“Domande” che nemmeno ti poni, da una simile riformulazione della memoria.
Yellen: Fed lavora per adeguare regole a dimensione banche
"La Fed sta lavorando sodo per fare in modo che la sua regolamentazione e la sua supervisione siano fatte su misura per la dimensione, la complessità e il ruolo delle varie istituzioni nel sistema finanziario…", ha spiegato la prima donna alla guida della Fed…
Link 
"Per le community bank, che hanno evitato le pratiche di business rischiose che hanno contribuito alla crisi finanziaria, ci siamo concentrati nel fare in modo che i tanto necessari miglioramenti alla regolamentazione e alla supervisione sin dalla crisi siano appropriati e non siano un peso inutile".
Queste parole servono a Yellen per ricordare la sua apertura a modificare (in misura limitata e mirata) l'impianto regolatorio che Trump vuole smantellare.
Link 
Una “nuova” restaurazione
Il “tutto (che) si (auto) trasforma (secondo programma)”…
In questo Spazio (Potenziale) Solido, è stata ricordata la valenza della universalità del “valore (assoluto)”.
Una eresia, vero?
Cosa (chi) metti al “centro” di/del tutt3? Ci sono due varianti, senza l’attenzione consapevole verso il valore universale:
metti al centro di tutt3 “qua, così” la dominante ("Dio, Intelligenza")
oppure
metti al centro di tutt3 “qua”, te ("Io").
In ogni “caso”, al centro c’è sempre una parzialità, una relatività, un dubbio travestito da/in… interesse privato.
Se (se), invece, metti al centro di tutt3 il valore universale della “giustizia (ad angolo giro = che dipende solo da sé, alias, non più dall’illusione della prospettiva e dell’interesse di parte)”… che cosa accade?
Quando un simile “Sole” risplende sempre (sempre) per tutt3, che cosa può “sol3” succedere?
È ancora una forzatura? Sei senza speranza…
Se (sino a quando) avrai bisogno di una “Costituzione”, questa deve avere un solo articolo (oppure, il primo articolo deve essere quello che “filtra tutt3 e decreta ogni direzione di scorrimento”):
quello
relativo
all’assolut3...
giustizia universale.

Qualcosa di talmente semplice, che 1) lo capisce chiunque, 2) estingue la complessità della gerarchia “qua, così” perché 3) chiunque l3 può descrivere ed interpretare direttamente da/in sé… universal mente.
A seguire, ora, verrai mess3 a confronto con l’ennesima “pagina di storia (deviata)”, narrata alla prole umana obbligatoriamente
Una “pagina scelta a ‘caso’”:
laddove qualsiasi pagina di storia (deviata) riporta sempre (sempre) sia la storia della deviazione, che la storia del deviat3 (se… ti poni dalla portante centrale universale del valore “giustizia” e cogli tutt3 attraverso l’atteggiamento “formulare”).
Allora (di conseguenza)… “vedrai (ti accorgerai)”.
Il “libro” è:
Multistoria; corso di storia, cittadinanza e costituzione (conforme alle nuove indicazioni nazionali) – Gentile, Ronga, Rossi
La cultura dell'antico regime e l'illuminismo.
Verità.
Cultura dell'antico regime.
É rappresentata innanzitutto dalla tradizione e dalla religione così com'è proposta dalla Chiesa.
Illuminismo.
É solo quella riconosciuta dalla ragione e dalla scienza; respinge la tradizione e i misteri della fede.
Politica.
Cultura dell'antico regime.
Il potere è espressione della volontà divina; è assegnato al re ed è assoluto.
Illuminismo.
II potere deve essere espressione della volontà di tutti; il re non ha un potere assoluto, ma limitato dalle leggi.
Società.
Cultura dell'antico regime.
La società è formata da uomini diversi (clero, nobili e lavoratori) che proprio per questo devono svolgere compiti diversi (pregare, combattere, lavorare); questa diversità giustifica i privilegi del clero e della nobiltà.
Illuminismo.
Tutti gli uomini sono uguali, in quanto tutti sono dotati di ragione; la società è formata da cittadini che hanno gli stessi diritti e sono uguali di fronte alla legge.
Religione.
Cultura dell'antico regime.
II popolo deve seguire la stessa religione del sovrano; non c'è tolleranza verso altre fedi.
Illuminismo.
La tolleranza è necessaria per una pacifica convivenza fra gli uomini che hanno diritto di scegliere la propria fede…
Il “passaggio” all’illuminismo (l’illuminismo) non è quello che tendi a credere.
Di più, è “stato” un ingranaggio necessario, al fine di trovare un rimedio…. a cosa?
Alla trasformazione della sottodominante “Re”, in altra forma equivalente ma (ma) strategicamente più “conveniente”, data la pungente situazione “troppo scoperta” rappresentata dall’essere Re, in una maniera estremamente esposta alla (potenziale) furia massiva.
Difficile a credersi?
No. È solo che logico.
Rifletti. Pensa... se fossi stato tu, il Re, in quel tempo:
che cosa avresti fatto, per preservare una simile “posizione”, quando la “volta” dell’autorizzazione divina fosse venuta meno?
Fai conto di avere tutta la disponibilità economica e l’interesse per operare prima del tempo:
dunque?
Cosa avresti fatto, tu, per sopravvivere sempre (sempre) ricoprendo un simile “favore ambientale”?
Avresti fatto senz’altro “carte false”, come esattamente hanno già fatto i Re, che non hanno inventato nulla di nuovo.
Apri gli occhi, la mente, la… coscienza. È tutto già descritto, anche quando non lo si intende affatto. 

II dispotismo illuminato.
Assolutismo e riforme.
La seconda metà del Settecento fu per gran parte dei Paesi europei un periodo di riforme. Ma non si trattò di una vittoria degli illuministi:
furono gli stessi sovrani, infatti, a guidare le riforme.
Solitamente si facevano consigliare dai più famosi filosofi illuministi ma era solo propaganda, cioè solo un modo per dare lustro alla loro politica.
Nella sostanza, dunque, i sovrani mantennero il loro potere dispotico pur realizzando qualcuna delle riforme consigliate dagli illuministi:
per questo si parla di “dispotismo illuminato”…
I “despoti illuminati”:
i più famosi “despoti illuminati” furono Federico II di Prussia (1712-1786), Caterina II di Russia (1729-1796), l'imperatrice Maria Teresa d'Austria (1717-1780) e suo figlio Giuseppe II (1741-1790)...
tutti ospitarono nella loro corte famosi filosofi illuministi e questi ricambiavano i favori con cui venivano accolti elogiando pubblicamente il sovrano.
In generale, le riforme che caratterizzarono il dispotismo illuminato riguardarono la modernizzazione e la laicizzazione dello Stato.
La modernizzazione dello Stato:
la modernizzazione era volta a garantire una maggiore efficienza dello Stato.
Per esempio si diffuse il catasto, un registro con l'indicazione della proprietà di tutti i terreni e delle loro caratteristiche. II catasto istituito da Maria Teresa d'Austria è ancor oggi ammirato dagli studiosi per la grande precisione.
Vennero anche realizzate riforme nell'amministrazione della giustizia, come fece Federico II di Prussia che abolì la tortura e ridusse fortemente le condanne alla pena di morte.
La laicizzazione dello Stato:
la laicizzazione dello Stato comportò il distacco dello Stato dalla Chiesa.
I despoti illuminati confiscarono molte proprietà appartenenti alla Chiesa, come avvenne nella Russia di Caterina II; oppure istituirono scuole statali (in precedenza solo la Chiesa si occupava dell'istruzione):
Federico II, per esempio, rese obbligatoria l'istruzione elementare fino ai tredici anni per i ragazzi di ogni ceto sociale e apri scuole nei piccoli villaggi per aiutare i figli dei contadini.
La laicizzazione dello Stato fu accompagnata da una violenta polemica contro gli ordini religiosi che colpi soprattutto i Gesuiti, giudicati colpevoli di difendere l'autorità e i privilegi del Papa.
Molti sovrani li espulsero dal loro Paese. Nel 1773 la pressione delle corti europee indusse papa Clemente XIV addirittura a sopprimere l'ordine (che sarebbe stato però ricostituito nel 1814).
Le riforme in Italia, Milano:
anche per l’Italia il Settecento fu un periodo di riforme. In particolare, fu questo il caso della Lombardia, che faceva parte dell’impero d'Austria. Oltre al catasto, Maria Teresa e il figlio Giuseppe II introdussero in Lombardia maggiore libertà religiosa, fondarono numerose scuole statali, abolirono la tortura e limitarono il ricorso alla pena di morte.
Milano divenne una capitale europea della cultura, grazie alla presenza di celebri illuministi:
oltre a Cesare Beccaria, i letterati Pietro e Alessandro Verri, lo scienziato Alessandro Volta e il poeta Giuseppe Parini.
Le riforme in Italia; Napoli e Firenze:
l'altro importante centro italiano della cultura illuministica fu Napoli:
furono proprio gli illuministi meridionali, come gli economisti Ferdinando Galiani e Antonio Genovesi, a denunciare l'arretratezza del Regno di Napoli.
Questo regno con Carlo III di Borbone conobbe un periodo di riforme:
venne introdotto il catasto e riorganizzata la giustizia.
Allo stesso modo, nel Granducato di Toscana, Pietro Leopoldo fece bonificare molti terreni paludosi e parte della Maremma; eliminò alcuni dazi che rendevano difficile il libero commercio e abolì la tortura, e la pena di morte.
Due Stati per motivi diversi senza riforme:
l’Inghilterra e la Francia.
L’Inghilterra.
Nel Seicento l’Inghilterra era stata attraversata da una sanguinosa rivoluzione, che si era però conclusa nel 1689 con la Dichiarazione dei diritti.
Questa Dichiarazione limitava fortemente il potere del re, che cessava cosi di essere un despota. In effetti, la maggior parte delle riforme del dispotismo illuminato non interessarono l’Inghilterra del Settecento che le aveva già attuate nel Seicento.
La Francia.
Chi invece avrebbe dovuto attuare le riforme, e non lo fece, fu la Francia. Infatti, il ministro Turgot, che aveva tentato di introdurre in Francia alcune riforme, incontrò l'opposizione dei nobili, per nulla disposti a perdere i loro privilegi, e nel 1776 venne licenziato da Luigi XVI.
Cosi, proprio nel Paese in cui l’Illuminismo aveva conosciuto il suo maggior successo culturale, crollava per il momento ogni speranza di rinnovamento.
L’essenziale.
Quali riforme chiedevano gli illuministi?
Per l’Illuminismo gli uomini non dovevano più essere trattati come sudditi, cioè come soggetti che devono solo obbedire, ma dovevano essere riconosciuti cittadini.
Gli illuministi volevano una politica di riforme, non certo la rivoluzione, che rinnovasse l'organizzazione politica e sociale.
Gli intellettuali avevano un compito:
educare gli uomini (in particolare i borghesi) all'esercizio della ragione e liberarli dall'ignoranza.
Quale importanza ebbe Voltaire?
Voltaire fu il modello dell'intellettuale impegnato.
Si batté contro le ingiustizie dell'antico regime.
Teorizzava il rispetto delle libertà individuali, uno Stato tollerante e un cittadino sottoposto solo alla legge.
II suo modello era il sistema dell’Inghilterra.
Che propose Montesquieu?
Montesquieu elaborò uno dei principi giuridici moderni:
la separazione dei poteri.
II potere legislativo (quello di fare le leggi), l'esecutivo (di governare applicando le leggi) e il giudiziario (di punire i delitti) devono appartenere a organi separati.
Quale fu la riflessione di Rousseau?
Secondo Rousseau, originalmente l'uomo viveva in uno stato di natura in cui non c'erano diseguaglianze.
Lo Stato fu organizzato in seguito alla nascita della proprietà privata, per proteggere i potenti.
Rousseau propose la formazione di un nuovo Stato repubblicano, fondato sulla sovranità popolare e sulla democrazia diretta.
Vi fu una diffusione delle idee illuministe in Italia?
In Italia le idee illuministe si diffusero soprattutto a Milano. II più celebre illuminista italiano fu Cesare Beccaria che, nel trattato “Dei delitti e delle pene”, si pronunciò contro la pena di morte e la tortura.
Un altro importante centro italiano della cultura illuministica fu Napoli.
Come risposero i sovrani europei alle richieste degli illuministi?
Molti sovrani assoluti misero in opera una serie di riforme:
per questo vennero definiti despoti illuminati.
In Russia, Prussia e Austria, le riforme che caratterizzarono il dispotismo illuminato riguardarono la modernizzazione e la laicizzazione dello Stato, diffondendo l'istruzione e la tolleranza religiosa.
Chi furono i despoti illuminati più importanti?
Federico II di Prussia, Caterina II di Russia, l'imperatrice Maria Teresa d'Austria e suo figlio Giuseppe II:
tutti ospitarono a corte i più famosi filosofi illuministi
L’essenziale frattale espanso “formulare” è, però, questo:
non si trattò di una vittoria degli illuministi
furono gli stessi sovrani, infatti, a guidare le riforme
solitamente si facevano consigliare dai più famosi filosofi illuministi ma era solo propaganda, cioè solo un modo per dare lustro alla loro politica (la “loro politica” è… la messa in sicurezza della propria continuatività, continuando a mantenere quello stesso “status” sostanziale “reale”. Chiediti che fine abbiano, oggi, fatto queste casate, queste famiglie, questi lignaggi. La stessa "fine" delle... divinità antiche. E, sopra a tutto, le loro ricchezze, le loro terre, i loro possedimenti ed il loro potere. Ess3 vivono, ancora, tra gli umani… passati dall’essere ordinati ed essere ordinari)
nella sostanza, dunque, i sovrani mantennero il loro potere dispotico pur realizzando qualcuna delle riforme consigliate dagli illuministi (pensa: quando si formarono gli Stati “moderni”, perché queste famiglie avrebbero dovuto accettare, perdendo di fatto tutto il loro potere e gli averi/diritti storici e tradizionali? Avrebbero accettato solo… accettando di rimanere sostanzialmente ancora portanti, anche se dall’interno di un diverso “mezzo”, di/in uno Stato... caratterizzato da una apparente, altra, forma di giustizia, di parte)
tutti ospitarono nella loro corte famosi filosofi illuministi e questi ricambiavano i favori con cui venivano accolti elogiando pubblicamente il sovrano
s’introdusse il catasto (ossia, nuove tasse)
venne, in parte, abolita la pena di morte e la tortura (esistono ancora oggi, anche se all’ombra del credo di Massa)
nel Seicento l’Inghilterra era stata attraversata da una sanguinosa rivoluzione, che si era però conclusa nel 1689 con la Dichiarazione dei diritti. Questa Dichiarazione limitava fortemente il potere del re, che cessava cosi di essere un despota (non nella sostanza. Osserva al/il presente)
chi invece avrebbe dovuto attuare le riforme, e non lo fece, fu la Francia (serviva un capro espiatorio. Per cui, un Paese portante doveva servire da fulcro per l’innesco della creazione dello Stato moderno. Tant’è che, da lì a poco, detta “ottusità” diede il via alla Rivoluzione e a Napoleone… in quanto personaggio più adatto per, poi, ritornare nei ranghi, grazie alla sua “provinciale” appartenenza, ed alla naturale avversità della classe “portante” parigina)
per l’Illuminismo gli uomini non dovevano più essere trattati come sudditi, cioè come soggetti che devono solo obbedire, ma dovevano essere riconosciuti cittadini (dalla padella nella brace… dell’apparenza “non solo fiscale”)
gli illuministi volevano una politica di riforme, non certo la rivoluzione, che rinnovasse l'organizzazione politica e sociale (in Francia, infatti, l’illuminismo non diede luogo a nessuna rivoluzione, essendo la Francia riluttante all’apportare riforme: con la conseguenza proprio della Rivoluzione. Un eccesso sin troppo eccessivo fu, quindi, il comportamento della “nobiltà”: qualcosa che servì, come del resto, ogni epoca successiva sostanzialmente incarna sempre, allorquando vai a ricordare il tal personaggio e la “sua” tal decisione politica, militare, sociale, religiosa, scientifica, morale, etc.)
gli intellettuali avevano un compito: educare gli uomini (in particolare i borghesi) all'esercizio della ragione e liberarli dall'ignoranza (il “compito” era, ed “è”, quello di spingere la Massa verso una direzione che non è mai, esattamente, quella che sembra. C’è “dietro di te” l’intero decorso storico deviato, che lo testimonia. Un "piano" più... grande e, per questo, non più visibile/visto)
lo Stato fu organizzato in seguito alla nascita della proprietà privata, per proteggere i potenti (è possibile essere più chiari e sintetici o… essenziali? No)
Rousseau propose la formazione di un nuovo Stato repubblicano, fondato sulla sovranità popolare e sulla democrazia diretta (Rousseau si accorse di/che… e, poi, che cosa fece? Cedette al “romanticismo”. All’utopia, se sempre “qua, così”. Ancora una volta, la trasformazione era servita a “tavola”, nell’entusiasmo generale… come vedere la “simpatica” Peppa Pig che fa la pubblicità alla “carne di maiale”)
molti sovrani assoluti misero in opera una serie di riforme: per questo vennero definiti despoti illuminati (una questione di sfavillante utilizzo del lessico: un incanto).
Ogni (ogni) pagina storica è deviata.
Ogni (ogni) notizia lo conferma e lo dimostra.
Qualcosa che è lapalissiano, però, solo attraverso un atteggiamento “formulare”:
la negazione, dunque, del potenziale “valore universale”?
Solo un’altra prospettiva?
No. Un simile “atteggiamento” non corrisponde ad una sola “posizione (gradazione)”:
il valore universale è tale da esserci sempre da/in ogni prospettiva.
Allo stesso modo del come hanno già fatto i Re (sottodominanti)…
Il centro portante è, allora, una cabina di regia “solare”:
dal quale dipende, poi, tutt3.
Un collo di bottiglia, ancora la gerarchia?
Sì. Ma (ma)… diversa mente “qua”.
“Fai… di ricordare sempre (sempre) cosa significa…”.
Fa(i) la differenza, il “credo”.
     
Davide Nebuloni
SacroProfanoSacro (SPS) 2017
Bollettino numero 2157

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