martedì 26 novembre 2013

La pressione del "nulla".


 


Un uomo non è un pigro, se è assorto nei propri pensieri; esistono un lavoro visibile ed uno invisibile.
Victor Hugo
  • ciò "che si vede" è una consuetudine (programma); nulla di più
  • ciò "che si vede" emerge da quello che "non si vede" (possibilità); un vero e proprio atto di fede.
L’autentica “fede” è relativa al credere ciecamente in solo quello che si vede (paradigma), anche se… in conseguenza di altri fattori contingenti, si è mediamente propensi a credere che esista, anche, un principio superiore, che in un qualche modo “illogico” governa tutto.
Lo stazionamento in un luogo qualsiasi, veicola alla sua identificazione con la realtà 3d unica emersa (abitudine). 
Vivere in questa maniera, equivale al progressivo abbandono (smagnetizzazione della memoria) di tutte quelle caratteristiche “nomadi/creative” che, “prima”, permettevano di osservare il piano dell’esistenza in maniera altra (né migliore, né peggiore).
Nelle due estremità di una simile scala di possibilità, la consapevolezza risulta sempre ridotta, contratta, circostanziata dall’ambiente che contiene (confine geografico, geopolitico, scientifico, religioso, etc.).
Vivere nella sedentarietà comporta una lenta trasformazione della sfera individuale (peso) che, nella modalità “nomade” avviene in maniera più fluida e meno relativa all’assorbimento di forme energetiche, relative al territorio occupato (radiazione/ispirazione, attaccamento).

Prendiamo in esame la situazione preponderante a livello globale 3d: la società sedentaria.
  1. il “consumo” diventa il motore di spinta dell’intera filiera organizzativa
  2. il denaro diventa il carburante che permette di consumare
  3. le città consumano i consumatori.
 

lunedì 25 novembre 2013

Quale scelta sotto a questo cielo?


La "nascita di un simbolo" è lontana dal simbolo stesso. Eppure il simbolo emana sempre la stessa vibrazione dell'evento generatore che, nel Tempo, può anche essere trasceso ma mai completamente dimenticato. Un atto di violenza è sempre tale, anche se "provocato". Ma questa provocazione, il simbolo non la riporta/ricorda...
È una bella prigione , il mondo.
Amleto – William Shakespeare
Sostenere una simile prospettiva non è essere negativi, dal momento in cui, allo stesso Tempo – SPS – sostiene anche l’esatto opposto (positivo?):
Il mondo non è che una scuola di ricerca.
Michel de Montaigne
Per cui, dipende da me, te, noi… il “che cosè il Mondo”? 
Sì e no, ancora allo stesso Tempo. Non se ne esce, scegliendo di percorrere questa via. Che cosa manca, al fine di procedere oltre allo “sbarramento” del loop?

Odio la scuola. Mi fa impazzire. Appena imparo una cosa, vanno avanti con qualcos'altro.
Sally Brown
Il “Tempo” sembra regolare questo meccanismo di “ricerca/prigionia”
  
Ciò che si assume come per default (come i valori inseriti dalla “casa produttrice” nel "registro di sistema" dei computer) è una “assunzione d’impegno”, sancita indirettamente con "il potere che utilizza lo scorrere del Tempo - in maniera contemporanea - propria e funzionale" (verso molteplici scopi, anche superiori e, a loro volta, interpretati indirettamente/senza saperlo).
 

venerdì 22 novembre 2013

Io sono ciò che rende possibile la percezione.


Non importa "chi è"...
Se la persona “non sa”, allora... dipende
È, insomma, il paradosso del colloquio del primo posto di lavoro, quando viene richiesta esperienza ma, evidentemente, in maniera atemporale (fuori dal Tempo).

Questa “dipendenza” è ormai pressoché totale, nelle attuali 3d.

L’informazione è multi livellare e multi livellata, per cui una “verità” è tale ad un livello ma può essere negata ad un altro livello. Il vero ed il falso, dunque, coesistono e la persona è il centro di elaborazione del “sunto”.

L’individuo effettua un’operazione di vera e propria “sintesi”, come un elaboratore elettronico che, guarda caso, nasce proprio dal “modo di essere” umano, in voga nell’attuale paradigma.
Il Gran Verdetto è verace, ma le tue idee sono false, perché tutte le idee lo sono.
Nisargadatta Maharaji

L'errore non diventa verità solo perché si propaga e si moltiplica. E la verità non diventa errore solo perché nessuno la vede.
Gandhi
Questo gioco al rimpiattino tra le polarità, è qualcosa che trova un senso solo attraverso la propria rappresentazione/funzione o… essenza. Se ciò che è “vasto” diventa “dettaglio”, avrà ancora al suo “interno” (rappresentazione) il medesimo significato
La differenza la fa l’osservatore, mediante la propria ricezione/demodulazione; egli fisserà uno stato dei molti, in funzione di “come è in un dato momento” (livello di Presenza) e non del “vasto che si è fatto dettaglio”. 
Dettaglio” che può essere interpretato come si vuole (riflesso). “Dettaglio” che mantiene in sé il potenziale del “vasto”, ossia, di ciò che rimane “inascoltato sino al Tempo dell’osservatore”.

Se osservi l’uno, perdi l’altro e viceversa.