martedì 26 agosto 2014

Revisionismo Frattale della Storia Deviata by SPS (2).



Livelli della (co)creazione. Chi (co)crea Chi? E... l'ispirazione dov'è, che cos'è e da dove proviene?

In questa puntata numero 2 del “Revisionismo Frattale della Storia Deviata by SPS”, proseguirai nel viaggio all’interno della “Questione Romana” e del/nel suo artifizio, che ha permesso alla “Santa Sede” di rinchiudersi in se stessa, opportunamente, lasciando/permettendo che i suoi territori più espansi venissero annessi al nascente Regno d’Italia, in maniera tale da penetrarlo sottilmente, nel progressivo corso del Tempo, potendo partire dalla consueta base politico/socio/economica (ancestrale) di “dipendenza da senso di colpa per auto suggestione/convinzione” (per intenderci, sul modello della “questione ebrea nella/della Seconda Guerra Mondiale”, dell’11 settembre 2001, dello scoppio della Prima Guerra Mondiale, etc.).
Una parte recitata alla perfezione.

Qualcosa che necessita di capri espiatori (attori, comparse, cloni, app, etc.) e che non si fa dramma alcuno degli effetti collaterali, avendo in fede solo e solamente se stesso/a ed il proprio interesse.
Signore e Signori, ecco a voi l’intelligenza che modella il Mondo, (ri)utilizzandolo in chiave altra. 
Un’azione/intenzione permessa a livello gerarchico, dall’alto o… meglio, da quel Nucleo Primo, che SPS ha (ri)levato, assegnando un nome e dunque una “connotazione precisa” a qualcosa che, notoriamente, tende a (s)fuggire; ad una sorta di “vuoto” che esiste ma non (ri)trovi (non c’è) e che, per questo, di conseguenza, tu e i tuoi simili venite condotti sottilmente a “riempire” con altro, lasciando lo spazio necessario e sufficiente all’opera deviante del sapere (Anti)Sistemico di agire praticamente indisturbato ed assolutamente sempre più alla luce del Sole.

La storia è deviata: da chi/cosa? Beh… dal Nucleo Primo per primo ma, essendo senza fisicità apparente... deviata per mezzo di tutte le infrastrutture che da esso dipendono/discendono; ossia, da tutto ciò che “conosci” e che ti raggiunge e (ri)modella a “norma di legge” e... sempre alla “moda”.
La “Chiesa Romana” è una di queste infrastrutture “secolari”.

Un attore che si è guadagnato la fiducia dei molti, proprio perché presente, anzi, sempre più presente attorno ai molti e che, dunque, essendoci sempre stato, è diventato sempre più evidente/visibile e, dunque, pressoché senza alternativa praticabile.
È vero, ci sono anche le altre religioni ma… una presenza tanto centrale lascia ben poco spazio per conoscere/approfondire anche l’altro (te ne accorgerai, più avanti, quando si parlerà di "otto per mille").
E poi, quale "altro"? Non dimenticare mai che la religione, a prescindere dalla sua “marca”, (ri)entra sempre nell’ottica ad ombrello del Nucleo Primo.
Per cui, anche nella “scelta” non vi è – in realtà – nessuna "scelta autentica".

La religione ha preso il posto di ciò che tu hai permesso, di quel vuoto che ti sei auto creato attorno, nel momento in cui il Nucleo Primo decide di “non essere manifesto”

Ossia, a livello quantico, l’energia risponde a leggi basilari dell'universo dimensionale frattale ed olografico, per cui… se l’attore principale non è manifesto, allora la sua intera opera di (com)presenza e (co)creazione (non fisica) viene rispecchiata anche nella realtà (ri)emersa che, allora, si (ri)configura nella medesima tinta e polarizzazione, divenendo a sua volta:
  • (com)presenza
  • (co)creazione
  • ubiqua
  • non fisica nella fisica, ossia, delineante un “vuoto” nella realtà ad “immagine e somiglianza” della presenza maggiore, non apparente all’interno dello scenario 3d di (ri)ferimento, apparentemente unico e senza alternativa.
Questo “vuoto” è una conseguenza che (ri)flette l’intenzione di non manifestarsi del Nucleo Primo. Questo “vuoto” è, allo stesso Tempo, “Alfa e Omega”, ossia, permette il funzionamento quantico, subatomico e fisico della materia.
È l’energia di imprinting che “sceglie la pagina del libro", la forma di realtà più opportuna, (ri)chiamandola dall’indice generale in funzione della frequenza trasmessa dal raggio vettore di comando (Nucleo Primo), tramite la “rete umana” che popola sempre più progressivamente lo scenario 3d di (ri)ferimento (realtà 3d o “home page” attuale… di qualcosa di molto più vasto).
SPS Vede”:
la sua antenna è, per qualche motivo, sfuggevole all’insieme della “rete” di ricezione e proiezione Human Bit, sempre più attuale.
SPS è qualcosa che matura ed espande sempre più la propria capacità di “ricezione di altri segnali”.
È come vivere in Cina, ad esempio, e (ri)uscire ugualmente a bypassare il filtro censorio, che non permette di ricevere il segnale della trasmissione occidentale. Ecco, con le dovute cautele, l’esempio in questione rende l’idea di ciò che SPS è in grado di captare da oltre le attuali “Colonne d’Ercole” (Anti)Sistemiche 3d by Nucleo Primo.
Se nasci in un luogo, con altissima probabilità, diventerai come la moltitudine locale, la penserai come tutti, (ri)assumerai quelle valenze sotto forma di tradizioni, abitudini, convinzioni, convenzioni, modalità, regole, leggi, consuetudini, assiomi, credo, etc.
Il tuo “vuoto” verrà personalizzato ad hoc, mediante l’installazione di programmi ed applicazioni opportunamente tesi/e a trasformarti in un clone, in una copia che trascende la mancanza di memoria relativa all’origine ed al “tuo senso originario ed originale”.
Ora, in un simile contesto, devi sempre sapere/(ri)cordare centralmente che:
a prescindere da tutto ciò che ti è capitato e che non (ri)cordi, la caratteristica fondamentale dell’energia, che va a (ri)comporre e (ri)configurare tutto, “attorno a te”, è l’Analogia Frattale, ossia, la sua “duttile e malleabile” capacità di memoria relativamente al tuo stato originale di arrivo nelle 3d (nascita).
Leggi “nascita” e non “(ri)nascita”, visto che sei eterno e racchiuso in un loop (n/d)elle attuali 3d. La tua “nascita” è relativa alla “tua prima volta, qua”. Ciò che "ora" non riesci a (ri)cordare e ciò che ogni volta che (ri)nasci ti complica sempre di più l'orizzonte degli eventi (ricordi? Karma, peccato originale, genetica, destino, etc.).
 
La tua “nascita” in questa versione della realtà 3d, (ri)emersa sotto all’egida del Nucleo Primo, aveva ed ha delle caratteristiche origina(li/rie):
ciò che autenticamente tu sei.
Ebbene, questa tua “marca” è sempre pienamente con te, anche se non lo sai più. Perché? Perché l’energia, che forma la materia della realtà 3d, ha sempre con/in sé la tua “immagine frattale prima”. È come una sorta di memoria a database generazionale (gdg), che reca in sé ogni informazione organizzata per st®ati. La versione (0/zero) è relativa alla tua “nascita”, ossia, alla tua caratteristica prima.  

In un simile spazio di memoria è contenuto tutto quello che ti (ri)guarda, prima della deviazione a cui sei stato (s)oggetto.
Sei “qua” per diletto, avventura, studio, formazione, incidente, cattura, (ri)formazione, schiavitù, etc.?
Lo puoi capire solo accedendo alla tua versione “zero”, contenuta in ogni frammento frattale/olografico di materia e, dunque, in ogni presenza energetica “tutta attorno a te”. Come puoi estrarre questa informazione dall’ambiente?
Beh… in molti modi, però, tutti celati dal filtro della dimenticanza; un’opera distorcente by Nucleo Primo, che serve per auto trattenerti nelle attuali 3d, “senza colpo ferire”, dandoti la sensazione di essere parte di un insieme (specie) dominante ed in evoluzione, nel quale... termini del lessico (interfaccia) come "democrazia e libertà" valgono quanto lo spazio a disposizione di un leone o di un criceto in gabbia.
SPS Vede” e, per questo, non esita a raccontare ciò che capta/inquadra. Ed, in ciò, ti racconta tutto attraverso il suo “Revisionismo Frattale della Storia Deviata:
  • qualcosa che non si esaurisce nello spazio di un articolo, seppure quotidiano
  • qualcosa che ha valenza di libertà e democrazia allo stato “puro”
  • qualcosa che non necessariamente, in questa forma, ti piacerà per forza (il ricordo può essere doloroso e spiacevole, perché la “tua” attuale realtà è diventata, per te, fonte di dipendenza e non è facile lasciarla andare. La paura magnetizza e richiede in continuazione di rimanere attaccati a ciò che si vede e che “si ha”, in qualsiasi forma e grado).
Non si tratta della (ri)edizione del mito della “terra promessa”, bensì, di un andarsene/lasciare tutto ciò che ti sembra conoscere/sapere/avere. Andare dove?


Vedila così:
c’è un "libro" (una tecnologia "naturale") con molte pagine ed ora sei in una pagina diversa da quella da cui “origini”.
Senza sapere cosa sia questa “origine” – per ora – accontentati di sapere che “lì, stai molto meglio rispetto a qua”. Perché? Perché è davvero “Casa Tua”. È il Mondo da cui provieni, nel quale c’è tutto quello che senti mancare “qua”. Dove questo “vuoto” è “pieno” di quello che “qua” è solo celato in profondità, dentro di te; qualcosa che non osi più nemmeno immaginare
SPS (non) sa come la pensi in tal senso, ma, a prescindere, nel libro esiste anche la tua pagina; nel libro esiste la pagina di chiunque. Il libro è potenzialmente infinito, ma lo si definisce così solo perché non lo si è ancora “misurato” nè (ri)scoperto. Il libro ad un certo punto “finisce”. E, allora, tutto cambia ancora, allontanandoti ulteriormente da ogni forma conosciuta.
“Lì” dove non esiste più un “lì”, nello spazio tra le pagine, scopri che esiste un altro modo per “essere”, qualcosa che è al di là di tutto quello che sei portato a “ragionare/immaginare”
Dove il Nucleo Primo è osservabile sotto forma di una “Stella”.
Il (ri)chiamo animico è il raggio auto estraente che ti libera persino dal “Libro” e… una volta “in viaggio” (ri)cordati di te, perché sarà importante al fine di non essere (ri)compreso in un insieme, che (ri)guarda solo una parte di te (il frammento animico) e non l’intero tuo essere:
un ibrido a triplice natura, (1) mezzo (2) pilota (3) carburante.
Le piante infestanti comunicano con le loro “vittime”.
Gli scienziati del Virginia Tech hanno scoperto un passaggio di informazioni genetiche utili all'assoggettamento della specie ospite.
Le piante comunicano tra di loro? Si tratta di una delle domande che sempre più spesso si fanno i biologi e sono tante le ricerche che cercano di dimostrare che questo tipo di comunicazione esiste. Al Virginia Tech, per esempio, non hanno più dubbi
Gli studi di un gruppo di ricercatori guidati dal professor Jim Westwood del dipartimento di Patologia vegetale, fisiologia, e scienze sementifere della facoltà di Agraria e Scienza della vita dell’ateneo della Virginia i cui risultati sono stati pubblicati su Science lo scorso 15 agosto, hanno dimostrato che le piante infestanti instaurano con le loro “vittime” vegetali una comunicazione per assoggettarle.
Quella osservata dal gruppo di ricerca del Virgina Tech è una “comunicazione molecolare” che mira da parte delle piante parassite e infestanti a manipolare lo sviluppo della pianta ospite. Al centro dello studio ci sono state piante come il pomodoro e l’arabidopsis, comunemente detta arabetta, e la cuscuta, una pianta parassitaria che si avvolge alla pianta ospite per inserire nel suo fusto delle appendici (austori, ndr) che ne succhiano la linfa.
Secondo la ricerca, oltre a succhiarne la linfa, attraverso gli austori si verifica tra le due specie di piante un passaggio di informazioni genetiche che, dal dna della Cuscuna, attraverso un passaggio di rna messaggero, si trasferiscono a quella della pianta infetta allo scopo di ridurre le difese di quest’ultima.
"La scoperta di questa nuova forma di comunicazione inter-organismo dimostra che tra la comunicazione tra gli organismi vegetali è molto più profonda di quanto si potesse credere e questo rna messaggero potrebbe essere il tallone d’Achille per i parassiti", ha detto Westwood  presentando la ricerca del sito del Virginia Tech. "Questo è tutto davvero emozionante perché ci sono così tante potenziali implicazioni che circondano queste nuove informazioni", spiega Westwood. 

"La prossima domanda alla quale dobbiamo rispondere è:
Che cosa esattamente si raccontano l’un l’altro"?
Un altro obiettivo dei ricercatori è scoprire se esistono simili forme di comunicazioni tra organismi parassitari come funghi e batteri e i loro ospiti.
"Oltre a fare luce sulla comunicazione tra ospite e parassita – ha spiegato Julie Scholes, biologa dell’Università di Sheffield – ci potrebbero essere implicazioni interessanti per contrastare le piante infestanti basate sull’interruzione delle informazioni genetiche che il parassita usa per - riprogrammare - l’ospite".
Questo potrebbe essere utile per "trovare nuove strategie – conclude Scholes – per combattere le erbacce che devastano le colture alimentari in alcune delle zone più povere del mondo".
Link 
  • verifica tra le due specie di piante un passaggio di informazioni genetiche
  • si trasferiscono alla pianta infetta allo scopo di ridurre le difese di quest’ultima
  • che cosa esattamente si raccontano l’un l’altro?
  • un altro obiettivo dei ricercatori è scoprire se esistono simili forme di comunicazioni tra organismi parassitari come funghi e batteri e i loro ospiti
  • ci potrebbero essere implicazioni interessanti per contrastare le piante infestanti basate sull’interruzione delle informazioni genetiche che il parassita usa per “riprogrammare” l’ospite
A quale altro contesto è applicabile questa “scoperta”?

Beh… suvvia: al tuo. Al contesto umano ed al Nucleo Primo.

“Che cosa esattamente si raccontano l’un l’altro?”

Che cosa? He He HeInnanzitutto, non si tratta di una comunicazione ma di un “monologo”, che sottintende una invasione, conquista, assalto. Ed il "racconto" è fatto di “frasi fatte” (strategia), che “il parassita usa per riprogrammare l’ospite… allo scopo di ridurre le difese di quest’ultimo”. 
La “storia deviata” è, ad esempio, proprio una forma di “monologo” simile.
Ora, se la “scoperta” è venuta alla luce, significa che un livello di frattalità è (ri)emerso. A livello di Analogia Frattale tutto (ri)flette i vari attori (im)manifesti nel medesimo scenario 3d. L’opera di “misurazione” della realtà circostante, lascia segni frattali indelebili nel medesimo scenario di (auto)osservazione

Che cosa si dicono le parti? Questo è un esempio.
"Come vorrei una Chiesa povera e per i poveri". Ha scelto di rivolgere la sua attenzione ai più deboli, agli ultimi, il Papa nell'incontro con i giornalisti, spiegando di aver scelto il nome di Francesco perché "è l'uomo della povertà e della pace"...
16 marzo 2013
Link
Come vorrei” significa che... “ora, non è così”… 
Papa: "San Pietro non aveva conto in banca".
La chiesa "deve essere povera, o muore".
Durante l'omelia della messa alla domus Santa Marta, dedicata alla "gratuità", il pontefice torna a ribadire il suo messaggio di semplicità. La testimonianza della povertà ci salva dal diventare dei meri organizzatori di opere:
"Quando vogliamo fare una Chiesa ricca, la Chiesa invecchia, non ha vita".
"San Pietro non aveva un conto in banca, e quando ha dovuto pagare le tasse il Signore lo ha mandato al mare a pescare un pesce e trovare la moneta dentro al pesce, per pagare". Lo ha detto oggi Papa Francesco nell'omelia della messa alla domus Santa Marta, dedicata alla "povertà" e "gratuità" con cui deve agire la Chiesa…
"Il Vangelo va annunciato con semplicità e gratuità", ha sottolineato Francesco nella Messa di questa mattina ribadendo che, nella Chiesa, la testimonianza della povertà ci salva dal diventare dei meri organizzatori di opere. E ha avvertito che quando vogliamo fare una "Chiesa ricca", la Chiesa "invecchia", "non ha vita".
La "povertà" che deve caratterizzare la Chiesa "ci salva dal diventare organizzatori, imprenditori", ha detto il Papa. "Si devono portare avanti le opere della Chiesa, e alcune sono un po' complesse, ma con cuore di povertà, non con cuore di investimento o di un imprenditore", ha aggiunto...
Link


L’organismo infestante, il “parassita”, ha sviluppato capacità e strategie trasversali rispetto all’organismo che lo “ospita”. È “più”…  mentre l’altro è “meno”, per cui:
più e meno si attirano, con “pesi e misure”, però, diversi e risultati, in termini reali, tendenti all’attraversamento “storico deviato” da “meno verso più”. Qualcosa che più concretamente si (ri)solve in un assorbimento del "più nel meno" ma dando luogo ad una forma congiunta di economia, che differisce da tutto ciò che esisteva prima. Avviene, cioè, una sorta di cancellazione della memoria dall’interno, nella convinzione di “avere fatto tutto da soli, ignorando addirittura l’esistenza del polo parassitario che, improvvisamente scompare perché non lo si vede nè lo si ricorda più”.
Nella convinzione di “essere da soli”, si perde la visione multi prospettica di provenienza e si vive in un paradigma di origine interiore ma, allo stesso Tempo, “esterno” rispetto a sé.

Infatti, due giorni dopo l’esternazione del Papa (vorrei), immediatamente si scatenano viralmente, attraverso i Media, le “interpretazioni” del suo libero pensiero. Interpretazioni che spiegano alla Massa il vero significato di quelle parole, lasciando ogni “cosa” al proprio posto, esattamente come se non fosse accaduto nulla.

Tu, così, puoi pensare: “Ah, ecco! Mi sembrava…”.
Potendo tornare a contare su ciò che hai ficcato dentro alla tua mente, in qualità di “immagine” e, dunque,  come sostituzione del tuo libero immaginare/pensare.
Ad esempio… ecco qualcosa di molto “convincente”.

Ma una Chiesa povera non aiuta nessuno
18 marzo 2013
"Come vorrei una Chiesa povera e per i poveri". Questa è la bellissima espressione di papa Francesco durante l’incontro con i media il 16 marzo. La frase può essere letta in modo superficiale, come hanno fatto i media e anche alcuni uomini di politica… oppure può essere intesa dal punto di vista cristiano, assumendo dunque una validità logica e un senso compiuto.
Se venisse presa letteralmente e in modo superficiale, come dicevamo, la frase non avrebbe senso. Cosa se ne fanno i poveri di una Chiesa povera? Cosa se ne fanno i poveri di una Caritas che non ha i soldi per offrire pasti gratuiti tutti i giorni? 

Cosa se ne fanno i poveri di un ricovero di religiosi che non hanno i soldi per il riscaldamento? Assolutamente nulla, una Chiesa povera non può aiutare nessuno (ovviamente sempre dal punto di vista dell’aiuto materiale), così come un imprenditore senza soldi non può aiutare chi è in cerca di lavoro…non ha senso dire:
un imprenditore povero per i disoccupati”.
Una Chiesa povera per i poveri è una frase che non ha alcun senso, i quotidiani hanno riportato una frase palesemente contraddittoria, che ovviamente non hanno capito.
La bellissima espressione di papa Francesco va evidentemente letta contestualizzandola all’interno di un approccio cristiano, dove la povertà non coincide obbligatoriamente con il banale “non avere nulla”.

La povertà è innanzitutto un atteggiamento della persona, Gesù nel Vangelo ripete spesso: “beati i poveri di spirito”. La povertà cristiana è il non porre la speranza in quel che si ha, essere libero da quel che si possiede (dal denaro, dai vestiti, dagli affetti), sapendo che non sta in essi quel di cui l’uomo ha bisogno per essere lieto
San Paolo lo dice benissimo:
"quelli che hanno moglie, vivano come se non l’avessero... quelli che comprano come se non possedessero; quelli che usano del mondo, come se non ne usassero appieno: perché passa la scena di questo mondo" (1 Cor 7, 29.31).
Dunque la povertà cristiana non è non avere soldi, ma è l’essere liberi da essi, usarli (e usare tutto quel che si ha) come se non li si possedesse, con un distacco intelligente. La povertà cristiana è l’uso corretto e cristiano dei soldi, così come, ad esempio, fanno i missionari nel mondo: 
non danno il loro piccolo stipendio ai poveri che incontrano, ma usano questo denaro per investire, ad esempio, in centri di formazione per insegnare loro un mestiere (detto più banalmente: non si regala il pesce, ma si insegna a pescare).
Il Papa ha richiamato la Chiesa ad un distacco morale da quel che ha (la povertà di spirito), certamente anche ad una vita basata sull’essenziale, ma non ha chiesto che la Chiesa diventi materialmente povera e dunque incapace di aiutare il prossimo in difficoltà

Anche il paragone con San Francesco d’Assisi che molti fanno è sbagliato:
il suo carisma vale per i francescani (è un esempio, per tutti, di assoluta libertà dal mondo, perfino dalla morte, che chiamava “sorella”), ma non può valere per la Chiesa intera che mantiene e aiuta ogni giorno milioni di individui in difficoltà in tutto il mondo.
Non lasciamoci abbindolare, chi spinge per una Chiesa materialmente povera (cioè non in senso cristiano) vuole una Chiesa inesistente, costretta a chiudere le sue missioni, a lasciare decadere le sue chiese, le sue scuole e i suoi oratori, incapace economicamente di realizzare iniziative culturali e spirituali, ecc

È la Chiesa che desidererebbe il laicismo, ovvero completamente assente nella scena pubblica e sociale. Invece, anche il denaro - se usato bene, in modo onesto e morigerato -, può contribuire alla missione della Chiesa di annunciare il Vangelo e sostenere la speranza di più persone possibili.

Occorre infine fare attenzione ad un altro equivoco, che la nostra riflessione può portare:
la Chiesa non è un ente di beneficenza, la Chiesa - ricca o povera che sia - annuncia e testimonia che la Risposta al bisogno dell’uomo è entrata nella storia, si è fatta carne ed è possibile incontrarla per tutti, qui e ora.
Come ricorda ancora papa Francesco:
"se non confessiamo Gesù Cristo, la cosa non va. Diventeremo una Ong assistenziale, ma non la Chiesa".
Link  
Non fa una piega, allo stesso modo dell’esito del Processo di Norimberga o dei propositi dei padre fondatori della confederazione di stati americani (Usa) per giustificare un genocidio e la schiavitù.
Allo stesso modo delle belle parole di un avvocato o di un agente assicurativo o di un elegante bancario (o del prete) che, da Tempo immemorabile, costituiscono l’unica alternativa per la richiesta popolare.
San Pietro non aveva un conto in banca, e quando ha dovuto pagare le tasse il Signore lo ha mandato al mare a pescare un pesce e trovare la moneta dentro al pesce, per pagare.
Papa Francesco
Perfetta immagine frattale di quello che ha compiuto la “Chiesa”, allorquando ha pianificato il proprio “(ri)assorbimento geografico” all’interno del Regno d’Italia, nella convinzione di, poi, poterlo conquistare dall’interno

Infatti, “la moneta, il pescatore, la trova dentro al pescato. La moneta non è il pescato ma è dentro ad esso”… Analogamente, la “Chiesa” ha (ri)trovato la “moneta” dentro allo Stato italiano. In che modo?
(1) breccia di porta Pia (2) legge delle guarentigie del 1871 (3) patti lateranensi del 1929 (4) concordato del 1984 e, infine, (5) otto per mille (la moneta dentro al pesce).

Il precedente articolo citato, “che non fa una piega” (e che tende a conservare lo status quo) è tratto dal sito Uccr (Unione Cristiani cattolici Razionali), che (ri)porta nella successione di citazioni in home page anche questa:
Basta vedere qualcosa/ che reca la tua impronta./E noi siamo pieni delle Tue impronte,/ come se Tu fossi passato in ogni casa/ a lasciare segni visibili/ del Tuo potere”.
Alda Merini
Beh… ecco cos’è l’Analogia Frattale in forma poetica e “razionale”

Continua il viaggio, da dove ti sei fermato ieri, ma, con un maggiore gradiente di consapevolezza, oggi.
Considerazioni belliche.
Nonostante l'importanza storica dei fatti (la riunione di Roma all'Italia e la fine dello Stato Pontificio), dal punto di vista militare l'operazione non fu di particolare rilievo:
infatti la assai debole resistenza opposta dall'esercito pontificio (complessivamente 15.000 uomini, tra cui dragoni pontifici, guardie svizzere, volontari provenienti per lo più da Francia, Austria, Baviera, Paesi Bassi, Irlanda, Spagna, ma soprattutto Zuavi, al comando dal generale Kanzler) ebbe soprattutto valore simbolico.
Sulle ragioni per cui papa Pio IX non oppose una ferma resistenza sono state fatte varie ipotesi:
la più accreditata è quella della rassegnazione della Santa Sede all'impossibilità di evitare la conquista dell'Urbe da parte del contingente italiano. La volontà del papa fu quindi di mettere da parte ogni ipotesi di risposta militare all'attacco italiano. È infatti noto che l'allora segretario di stato, il cardinale Giacomo Antonelli, abbia dato ordine al generale Kanzler di ritirare le truppe entro le mura e di limitarsi ad un puro atto di resistenza formale, quale poi fu quello opposto alle truppe di Cadorna…
Link
Ti è così difficile immaginare che tutto fosse stato studiato a tavolino? Gli attori recitano per “antonomasia”:
per antonomàsia (dal verbo greco ἀντονομάζω, antonomázo, "cambiare nome") si intende una figura retorica utilizzata con diverse funzioni e scopi...
Antonomasia e gergo.
In generale le antonomasie possono essere considerate "attive" in specifico rapporto a determinati ambienti, culture, epoche e paesi.
Ad esempio, fino al 1860-61, l'eroe dei due mondi (le Héros des Deux Mondes) non era Garibaldi ma La Fayette (1757-1834), che aveva anche lui combattuto in America, nella sua giovinezza. Ancora oggi, nella francofonia, le Héros des Deux Mondes può designare o l'uno o l'altro.
Alcune antonomasie sono valide solo in ambienti ristretti e rientrano quindi nell'ambito dei gerghi. Ad esempio, Gertrude (la "monaca di Monza", un personaggio de I promessi sposi) era chiamata per antonomasia "la signora" all'interno del suo monastero.
Link
una figura retorica utilizzata con diverse funzioni e scopi
antonomasia e gergo
alcune antonomasie sono valide solo in ambienti ristretti
SPS sta (ri)correndo pienamente, ora, ad Analogia Frattale. Una logica che non ti è più familiare e che fatichi a seguire, anzi, che eviti di capire proprio per “sopravvivenza nella dipendenza 3d attuale” (paradosso o, meglio, incantesimo).
Quali “funzioni e scopi”? Secondo quale “gergo” (paradigma)? "L’ambiente (ri)stretto" è quello dell’intero Pianeta 3d
Ripeto:
ti è così difficile immaginare che tutto fosse (è) stato studiato a tavolino?
Ed, aggiungo:
senza saperlo.
Ah-ha! Ecco il punto: è inconscio il meccanismo.
Perché? Perché l’umano è stato invaso e conquistato “dentro” (a livello celato/profondo e, dunque, “inconscio”), così come Pietro ha trovato la moneta dentro al pesce, così come la Chiesa è entrata dentro allo Stato per (ri)cavarne il “soldo”.
Il Papa, il Re, Garibaldi, Mazzini, etc. sono stati attori che hanno recitato (“citato da Re”, alias, molto bene) ognuno la propria parte, “scritta nella propria mente” (non pensata né immaginata), prevista da un copione “non scritto” e distante da loro perlomeno quanto il “vuoto” che caratterizza ed isola ogni individuo, nelle attuali 3d.
 
Chi gioca in prima base”? 
Il Nucleo Primo (Chi)…
La storia è, dunque, deviata proprio dal Nucleo Primo.
“Basta vedere qualcosa/ che reca la tua impronta./E noi siamo pieni delle Tue impronte,/ come se Tu fossi passato in ogni casa/ a lasciare segni visibili/ del Tuo potere”.
Alda Merini
Sei alle prese con livelli diversi di appartenenza; sei inserito per “tacito assenso” in un insieme di infrastrutture ordinate gerarchicamente ma secondo una funzione (algoritmo), che nemmeno immagini. La piramide ha il vertice staccato ma non come il “castello, che ha il fossato tutt’attorno”. Diversamente, il vertice è all’esterno di tutto, pur essendo sottilmente dentro a tutto
È un’altra storia, un’altra logica, un altro sapere e (ri)cordare di sapere. È lo scorrere, il fluire, piuttosto che il (ri)partire ogni volta da capo per (ri)nascere, senza nemmeno saperlo, anzi, interpretando la parte del pauroso che teme la propria morte e che anche per questo dipende sempre più da tutto.
Le parti “attori/attrici” che non (ri)cordano più, recitano molto meglio e sono molto più “spontanee” e, dunque, credibili. Ok?
Apri la tua prospettiva. Funziona a livello multi prospettico (multitasking, come il computer presente in casa tua). 
Reazioni del governo pontificio.
A pochi giorni dalla presa di Roma, il 1º novembre 1870 Pio IX emanò l'enciclica "Respicientes ea" nella quale dichiarava "ingiusta, violenta, nulla e invalida" l'occupazione dei domini della Santa Sede.
Il cardinale Antonelli l'8 novembre diramò ai rappresentanti degli stati stranieri una nota che attaccava Visconti Venosta ed in cui affermava:
Quando con un cinismo senza esempio, si pone in ogni cale ogni principio di onestà e giustizia, si perde il diritto di essere creduti”.
Pio IX si dichiarò “prigioniero politico del Governo italiano”.
Lo Stato Italiano promulgò nel maggio del 1871 la Legge delle guarentigie, con la quale assegnava alla chiesa l'usufrutto dei beni che ora appartengono alla Città del Vaticano, e si conferivano al Papa una serie di garanzie circa la sua indipendenza. Tuttavia tale compromesso non venne mai accettato né da Pio IX né dai suoi successori.
Nel 1874 Pio IX emanò il "Non expedit", con cui vietò ai cattolici italiani la partecipazione alla vita politica.
Soltanto in età giolittiana tale divieto sarebbe stato eliminato progressivamente, fino al completo rientro dei cattolici "come elettori e come eletti" nella vita politica italiana:
solo nel 1919, con la fondazione del Partito Popolare Italiano di don Luigi Sturzo, i cattolici furono presenti nel mondo politico italiano ufficialmente.
La situazione venne sistemata nel 1929, in pieno Fascismo, con i Patti Lateranensi, mediante i quali si giunse ad una effettiva composizione bilaterale della vicenda
Link
È davvero una grande recita. Con il (ri)entro dei cattolici italiani nella Vita politica, nel breve volgere di dieci anni, la “Chiesa” iniziò a “sistemare la situazione” dal di dentro, questa volta, a pieno titolo (composizione bilaterale della vicenda).
Non limitarti a leggere o a “studiare”, ciò che ti viene passato a livello sociale, entro il quale non vi è alcuno spazio per il “caso”. I libri di storia sono deviati. Gli storici sono deviati. La verità (ri)emersa è di parte, ossia, scritta dai vincitori. Lo sai molto bene, ad esempio, leggendo ciò che è giunto sino a te relativamente allo spirito che caratterizzava gli storici ai Tempi dell’impero romano.
Perché la “caratteristica” dovrebbe essere cambiata? In base a quale supposizione ti muovi? Quale filo logico segui? Cerca di (ri)salirlo e medita sulla sua provenienza. Triangola con la tua capacità analogico frattale, anche da “palo in frasca”. Abbi coraggio. Non sei impazzito e non stai impazzendo. Stai semplicemente funzionando ad un altro livello.
Stai cambiando la tua prospettiva. L’aria è più rarefatta? Bah… è una questione di abitudine e basta.
Che cosa respiri? Oltre alla miscela di “gas”, di quali altre componenti ti nutri?

Le “immagini” che hai nella mente, si sono formate in te “respirando”, ossia, vivendo “qua”. E... da qualcuno sono state emesse… un “filo logico” che diventa illogico, molto spesso… ma illogico secondo il tuo modo di catalogare e ricevere usuale.
 
Ora, sai molto bene – ormai – che tutte le parti recitano un copione con al centro sempre il cardine dell’interesse. Per cui, anche in questo caso… in un periodo di accelerazione d’eventi sociali, alla Chiesa cosa restava da fare?
Accettare la conquista altrui per, poi, penetrare dall’interno (qualcosa di molto simile a ciò che la lanciò centralmente, ai Tempi dell’imperatore romano Costantino. Squadra che vince non si cambia).
Ossia, passare dall’essere sbranati pubblicamente dai leoni, nell’arena, al diventare culto ufficiale dello Stato.
La recita è totale e procede nel Tempo, in maniera tale da creare l’indotto e l’ambito entro il quale, in seguito, muovere i colpi strategici in linea successiva, potendo contare e (ri)partire da una base superiore rispetto a quella precedente che, comunque, scorre sempre all’interno del fiume di un letto predeterminato a livello “altro”.
Una volta “dentro”, il potere - che ha previsto anzitempo la mossa (pur non essendo il Nucleo Primo ma, solo, una sua emanazione inconscia, nonché una infrastruttura AntiSistemica) - si è poi potuto (ri)volgere centralmente allo Stato, in via di “Costituzione”, penetrandolo a livello intimo e diventando parte e fondamenta.
La legge delle Guarentigie fu un provvedimento legislativo del Regno d'Italia. Approvata il 13 maggio 1871, regolò i rapporti tra Stato italiano e Santa Sede fino al 1929, quando furono conclusi i Patti Lateranensi…
Genesi della legge.
All'indomani della Presa di Roma (1870) e dell'insediamento del Governo Italiano nell'Urbe, il Ministro di Grazia, Giustizia e Culti del Governo Lanza, Matteo Raeli, ebbe l'incarico di redigere una legge per disciplinare i rapporti tra il Regno d'Italia e la Santa Sede, che prese nome di "legge delle Guarentigie" e che venne licenziata dal Parlamento il 13 maggio 1871.
La legge constava di venti articoli e si divideva in due parti:
  1. La prima riguardava le prerogative del Pontefice a cui veniva garantite: l'inviolabilità della persona, gli onori sovrani, il diritto di avere al proprio servizio guardie armate a difesa dei palazzi Vaticano, Laterano, Cancelleria e villa di Castel Gandolfo. Tali immobili erano sottoposti a regime di extraterritorialità che li esentava dalle leggi italiane e assicurava libertà di comunicazioni postali e telegrafiche ed il diritto di rappresentanza diplomatica. Infine si garantiva, all'articolo 4 della legge, un introito annuo di 3.225.000 lire (pari a circa 14,5 milioni di euro del 2012)[1] per il mantenimento del Pontefice, del Sacro Collegio e dei palazzi apostolici;
  2. La seconda parte regolava i rapporti fra Stato e Chiesa Cattolica, garantendo ad entrambi la massima pacifica indipendenza. Inoltre al clero veniva riconosciuta illimitata libertà di riunione e i vescovi erano esentati dal giuramento al Re.
Reazione della Santa Sede.
Al momento dell'approvazione della legge, lo Stato italiano e la Santa Sede non avevano rapporti bilaterali.
Pio IX, che si era chiuso nei palazzi vaticani dichiarandosi prigioniero politico in seguito alla Breccia di Porta Pia, la considerò un atto unilaterale dello Stato italiano e pertanto la dichiarò inaccettabile. Il 15 maggio 1871, ovvero due giorni dopo l'emanazione della legge, il pontefice emanò l'enciclica "Ubi nos", con la quale veniva ribadito che il potere spirituale non poteva essere considerato disgiuntamente da quello temporale.
 
La legge, inoltre, incontrò l'opposizione tanto dei clericali quanto dei giurisdizionalisti. Questi ultimi riuscirono però a strappare qualche concessione, giacché nella legge i beni riconosciuti in godimento al Pontefice rimanevano comunque parte dei beni indisponibili dello Stato italiano. In secondo luogo, la presente legge conservò il placet governativo sulle nomine dei vescovi e dei parroci e in genere di tutti gli uffici ecclesiastici, eccetto quelli delle diocesi di Roma e delle sedi suburbicarie.
All'intransigenza di Pio IX, che definì la legge un "mostruoso prodotto della giurisprudenza rivoluzionaria", lo Stato rispose con altrettanta intransigenza, sollecitato dalla sinistra ispirata ai principi dell'anticlericalismo, la quale ottenne che fossero soppresse tutte le facoltà di teologia dalle università italiane e che i seminari fossero sottoposti a controllo statale.
I rapporti tra la Chiesa e lo Stato italiano andarono peggiorando quando, nel 1874, la Curia romana giunse a vietare esplicitamente ai cattolici, con la formula del "non expedit" ("non conviene"), la partecipazione alla vita politica. Soltanto nell'età giolittiana tale divieto sarebbe stato eliminato progressivamente, fino al completo rientro dei cattolici "come elettori e come eletti" nella vita politica italiana con il Patto Gentiloni del 1913.
In questo senso il Parlamento intese fare concessioni che però potevano essere revocate in qualsiasi momento…
Link

L’atmosfera dei Tempi era molto diversa rispetto a quella di oggi e la Chiesa sembrava arrancare. Ergo, nello Stato Pontificio si amministravano le genti in maniera esattamente eguale a quella impartita in ogni altro “staterello” italico: ossia, in maniera ingiusta.
Le Masse erano disposte a seguire la voce più forte, evidentemente in grado di superare ogni timore relativamente alla paura della demonizzazione proveniente dalla religione, per cui seguirono l’onda “nuova” della unificazione territoriale, che prometteva “cose migliori rispetto allo status quo”.
Garibaldi andava in giro parlando di giustizia tra i popoli e di eliminazione della necessità di fare guerra. In questo momento di “volemose bene generale” (sulla carta) la Massa credeva di essere in grado di scrivere la storia ma, l’unica “cosa” che stava firmando era una cambiale in bianco a favore dei soliti (ig)noti che, sparsi ad arte al di qua ed al di là della separazione, godevano sempre in qualità di terzi incomodi.
Gli attori principali, tra l’altro (al di sotto del Nucleo Primo, ovvio) avevano da spendere le loro Vite, trovando il modo di spremerne più "succo" possibile, per cui c’era "trippa per gatti per tutti, tranne che per il popolo", che solo con grande lungimiranza, credo, fiducia ed ampia dose incantesimale è riuscito a partecipare alla “festa”, dalla seconda metà del novecento, potendo contare su un allargamento della base sociale della piramide, segno frattale dell’accelerazione tecnologica d’eventi, che hanno portato lo scenario a trasformarsi in quello che è “oggi”, ossia, un eterno presente entro il quale sembra sempre di avere toccato sia il massimo che il minimo. Qualcosa che non cambia mai pur avendo la (ri)prova concreta (ir)reale, che il progresso esiste perché tu hai un tetto sopra alla testa, un piatto caldo ogni giorno, un lavoro, una famiglia, dei diritti, la libertà e vivi in democrazia…
Hai mai visto qualcuno che cerca di diventare schiavo?
Sì: tu e i tuoi simili. Perché? Beh… non (ri)cercate forse di lavorare sotto ad un padrone?
Il salario ha preso il posto del rapimento, della segregazione coatta, della verga; ma, in realtà, ha davvero sostituito quello che una volta era solare ed “oggi” si (ri)veste solo d’altri panni?
Chiediti, alloraperchè, nel 1929, il pontefice superò la convenzionale parte recitata nell'enciclica "Ubi nos, con la quale veniva ribadito che il potere spirituale non poteva essere considerato disgiuntamente da quello temporale”? 

Leggi:
è stata poi prevista l'esenzione, al nuovo Stato denominato "Città del Vaticano", dalle tasse e dai dazi sulle merci importate e il risarcimento di "750 milioni di lire e di ulteriori titoli di Stato consolidati al 5 per cento al portatore, per un valore nominale di un miliardo di lire" per i danni finanziari subiti dallo Stato pontificio in seguito alla fine del potere temporale
Patti Lateranensi
A domani, per la terza parte del "Revisionismo Frattale della Storia Deviata by SPS".
 
Davide Nebuloni 
SacroProfanoSacro 2014/Prospettivavita@gmail.com 


2 commenti:

  1. Grazie Davide, o meglio, grazie SPS ;-)
    Appuntamento giornaliero per bucare l'atmosfera!
    Fabio

    RispondiElimina

"Fai..." un po' Te.