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giovedì 13 agosto 2015

Il tuo segno.



La realtà manifesta è una “(ri)soluzione corrosiva”, che attacca qualsiasi organismo vivente (che utilizza risorse appartenenti al piano di reale riemerso “qua, così”).
È su questo assunto frattale, che SPS (ri)conosce in qualunque “sintomo”… sempre la stessa “causa”:
la (com)presenza non manifesta del Dominio.
L’ago (il telaio) che “inte(re)sse” tutto, di (con)seguenza
Muffe, ruggini, calcare, virus, depositi d’ogni tipo, parassiti, attriti, resistenze, inerzia, gravità, magnetismo, elettricità, agenti atmosferici, leggi, tempo e spazio, legge, credo, (in)conscio, etc.
Un insieme che regola la Vita, nel senso che:
  • la porta a lenta “fine apparente” (fine fisica)
  • certa e sicura, tanto da rendere il processo/programma della morte, come un effetto ben preciso da temere… perché “senza cura”.
Pur di non morire, gli umani venderebbero l’anima al Diavolo. Per evitare la propria "fine", gli animi sono aperti verso quei “patti/compromessi”, che (s)vendono l’integrità dell’essere, alimentando proprio ciò che più temono, ossia, il progresso della loro “fine fisica” (reset).
Il “patto” viene stilato tra un individuo e qualcosa di non ben definito, perché non ben definibile.
Il tutto “condito” da una sostanziale confusione e smarrimento, perché “hai perso la  memoria”…

La paura gioca brutti scherzi. Qualcosa di certo e non casuale, di (pre)visto ma certa(mente)... non da te.
Attra(verso) la “deleg(azione)”, il Dominio ti ®aggiunge e ti ordi(na/sce) all’interno di un complesso, che lascia solo intra(vedere) e mai “vedere”.
E… nel dubbio sei reso/a titubante, “cedendo il passo al ritmo altrui”.
La leva del Punto, che ti “(ri)solleva”, è qualcosa di infrastrutturale, “messo sotto a chiave di protezione” per mezzo del processo logico della dimenticanza.
Qualcosa che auto (av)viene da sé, quando sei sotto(posto/a) ad un mix di sostanze (realtà manifesta), che di fatto ti rendono (di)pendente da “tutto ciò che esiste in natura”.
Quale è la tua “natura”?
  

lunedì 15 dicembre 2014

Il cambiamento è “controllo”, sotto altro aspetto.


Attenzione, attenzione: che cosa abbiamo qua? Bah! Sembra una novità! E di cosa si tratta, se posso?
Si tratta di una modifica al diario on line di SPS, che consta nella consistente riduzione della lunghezza degli articoli ivi (ri)versati. Perché?
Beh, sempre che può interessare… per via di ragioni temporali “tecnico/tattiche”. Ossia? Se l’autore vuole scrivere il suo nuovo romanzo, allora deve avere la possibilità di poterlo fare; ergo, abbisogna di “tempo”.
L’articolo quotidiano di/in SPS (ri)chiede (come ogni buona eggregora comanda) almeno tutta la mattina.
E per la stesura del romanzo rimane ben poco, visto che il pomeriggio pesa quanto le ali di una puntuta zanzara.


Dispiace, sì. Tuttavia è diametralmente opposta, la decisione, a ciò che è avvenuto nella primavera 2014 quando, sulla scorta di un’onda di grave depressione, SPS venne chiuso per circa tre settimane. Ok?
Per quanto te ne freghi”… questo è quanto.
SPS (Io) rimane aperto a collaborazioni con “case editoriali”, che permettano di ottenere il “patentino di giornalista pubblicista”.
Non sia mai ma, casomai sentissi qualcosa a tal riguardo, beh… sai dove trovarmi. Molto obbligato