Il “punto di vista” è di parte, quando non è
universale.
Questo Bollettino è una aberrazione. Parte in una
maniera e termina in un’altra. Ha, comunque, una valenza in termini di valore
significativo. “Tu”, ovviamente, sei liber3 di pensare come meglio “credi”…
Mentre (mentre) Io, sono libero di tranquillamente… vomitare. E non centra
niente ciò che è success3 in Catalogna. Leggi e nota bene come, nel durante,
cambi la “stagione”.
Scontri, feriti e crisi politica: cosa è successo nel
giorno del referendum catalano.
Milioni di catalani riescono a votare nonostante i
tentativi delle forze di polizia di impedire la consultazione. Quasi mille
feriti. Rajoy: "Un'offesa alla democrazia". Puigdemont apre il
cammino a una dichiarazione unilaterale di indipendenza…
Corsi e ricorsi storici. La storia (deviata) che si
ripete, come nella/la ciclicità stagionale non solo delle “crisi”. Il “segno”
che 1) qualcosa (qualcun3) ha un interesse sufficientemente influente, 2) tanto
da riuscire a caratterizzare la realtà manifesta “qua, così” 3) con la propria
profonda, coerente, lungimirante, etc. “attenzione”, 3) tanto da “non lasciare
nulla al caso”. Un solo punto di vista centrale e portante, autorizzato –
dunque – ad anteporre, attraverso il “credo”, i propri vessilli insospettabili,
costituiti dal lessico “positivo”, come “democrazia, legge, legalità, etc.”… in
maniera tale che se (se) “tu la pensi/vedi diversamente”, di conseguenza sei
“fuori legge”. Senza la legge sarebbe un/il Far West? Sarebbe l’anarchia
totale? Sarebbe la legge della giungla? La legge del più forte? Sì? Bè,
accorgiti che è già così.