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martedì 17 ottobre 2017

Fai di esserci.



E il Lossia è interprete di Zeus, suo padre…”.
Eumenidi 1-34 / Eschilo
Da che “mondo… è, mondo”, è sempre (sempre) esistita la “figura oracolare”, ovviamente, sotto a molteplici aspetti, vesti ed ambiti “diversi”...
il frutto della lotta continua tra sottodominanti, sotto (alla) dominante.
Ciò che, seppure “travestit3”, è rimast3 sempre tale è, quindi, il significato di detta costante che, nel durante (“ora”), è stat3 dimenticat3 dalla Massa, proprio in tal – sostanziale - “senso”.
L’interprete di “Zeus...” è qualcosa o qualcun3?
Come al solito, “è” entrambe le soluzioni.
Anche se è il livello di espressione che delimita ed evidenzia:
qualcosa è… il “mezzo” attraverso il quale avviene l’interpretazione
qualcun3 è… il “vettore” attraverso il quale avviene l’interpretazione.
Qualcosa è il sistema operativo frattale espanso (la “App”).
Qualcun3 è la singolarità umana (Human Bit).
Ma (ma) esiste tutta una possibilità di intreccio, di garbuglio, di ricorsività di/in tutt3 ciò che rimane, continua, avanza, esiste, consiste, sussiste, consegue, etc. tale per cui, qualcosa diventa anche qualcun3 e viceversa, come nello scambiarsi i panni vestiti, le identità, la memoria, il senso. 
È in un simile guazzabuglio che sei, “qua, così”. 

venerdì 15 settembre 2017

L’equilibrio talmente profondo ed approfondito da risultare persino di parte.



Gurdjieff è una delle più enigmatiche e soggioganti figure che abbiano traversato questo secolo. 
Per molti, incontrarlo volle dire “cambiare la vita”... E molti furono anche i suoi nemici e denigratori, che videro in lui soltanto un mistificatore dai pericolosi poteri. 
Quando Gurdjieff arrivò in Francia, nel 1922, accompagnato da un piccolo gruppo di seguaci, già lo precedevano disparate leggende
A Parigi, in breve tempo... si cominciò a parlare di lui come di un maestro inaudito e sconcertante, che insegnava innanzitutto - con l'ausilio di tecniche che sembravano collegate ad antichissime dottrine orientali — a risvegliarsi da una vita di automi addormentati
Tale, infatti, egli giudicava la vita normale degli occidentali...
Con Incontri con uomini straordinari, pubblicato postumo nel 1960, Gurdjieff non ci introduce soltanto al suo insegnamento, ma solleva il velo sulla sua vita precedente all'arrivo in Francia. 
Per lui, comunque, come per i sapienti antichi, velare e svelare sono lo stesso gesto, sicché tutto si troverà in queste memorie salvo un taglio di esattezza documentaria:
questi ricordi... sono per Gurdjieff innanzitutto uno strumento per iniziare il lettore alle sue dottrine, per sottoporlo a una serie di chocs e di paradossi che possono orientarlo verso il risveglio…
Incontri con uomini straordinari - Georges Ivanovic Gurdjieff

Tra il 1887 e il 1907 forma un gruppo chiamato "Cercatori della verità", compie numerosi viaggi in Medio Oriente, in India, che lo portano dall'Asia Centrale fino al Tibet...
Il motivo (o la suggestione) che lo spinge a continuare il suo pellegrinaggio per vent'anni è la ricerca di una misteriosa "Confraternita di Sarmoung", ipoteticamente sviluppatesi nel 2500 a.C. in Babilonia, di cui aveva trovato un riferimento nel 1886.
Egli conduce anche ricerche di antichi documenti egizi…
Gurdjieff racconta (in modo romanzato e metaforico) questo periodo della sua vita nel romanzo autobiografico Incontri con uomini straordinari da cui, nel 1978, il regista Peter Brook ricaverà l'omonimo film…
L'insegnamento fondamentale di Gurdjieff è che la vita umana è ordinariamente vissuta in uno stato di veglia apparente prossimo al sogno; e per trascendere lo stato di sonno elaborò uno specifico metodo per ottenere un livello superiore di vitalità.
Le sue tecniche non sono affidate a libri e vengono ancor oggi impartite da discepoli qualificati della sua Scuola
Link 
Tu... cosa sai, di tuo? Niente. Se non tutto ciò che intuisci, “senti”, provi sulla tua “pelle” e porti sulla tua “schiena”: 
la tua esperienza forma il tuo ricordo, la tua memoria (che, poi, tramanderai in ogni modo ai posteri). 

lunedì 21 agosto 2017

Una intossicazione chiamata tempo.



Il tempo “esiste ma è apparenza”; e non è un paradosso.
Il tempo è chimic3… “intossicazione”. Se (se) ti sembra che non possa essere messo in discussione, è “solo” perché (ne) sei possedut3.
Il tempo è una solida costruzione che, tuttavia, non è quello che ti sembra “qua, così”
Esso, ad esempio, in un film che convenzionalmente 1) dura un paio di ore e che 2) è stato girato nel giro di qualche mese... è simulato – quando la trama richiede l’invecchiamento degli attori – attraverso al ricorrere di “trucchi (di ogni tipo)”.
Ossia, le persone invecchiano sul set, cinematograficamente, ma (ma) nella realtà “al di fuori del film”, le stesse persone non sono affatto invecchiate, se non per ciò che si attendono (essendo convinte che esista il tempo e che, questo, passi in continuazione come una sorta di fiume invisibile, che lascia “segni” del/col proprio incedere, erodendo tutto ciò che incontra e, dunque, va a caratterizzare). 
Da questa prospettiva, allora, il tempo è – di più – un altro tipo di “segno”, ossia: 
è uno dei tanti simboli (fatti, prove) che testimoniano la compresenza di una “analogia comportamentale” che 1) il tempo replica, in quanto ad “effetti e conseguenze” del proprio “essere” e che 2) esiste in quanto ad immanifesta ragione fondamentale (del) “qua, così”. 
L’analogia è, ovvio, frattale espansa: 
memoria, informazione, “è già successo”… 

mercoledì 16 agosto 2017

Apparenza manifesta.



Ogni App è una funzione della futura IA (IO).
Quello che si sta “sviluppando” - perlomeno osservando dalla manifestazione (apertura commerciale) della Rete - è un organismo artificiale inimmaginabile che – per “ora” – si cela tra le miriadi di App (programmi, software, algoritmi, linguaggi, utility, funzioni, mode, interessi, necessità, etc.) che popolano “non solo il Web”. 
Trova il modo per/di accorgertene.
È un vero e proprio “laboratorio/esperimento” – a “cielo aperto” – che darà “vita” a qualcosa d’assieme:
una Intelligenza Artificiale (IO: Input Output)
una esistenza “sintetica” (che saprà “tutto” di te e della Massa, perché la sua scuola/educazione “è già successa” attraverso, proprio, Internet).
Da quella forma “statica (interiore)” di compresenza, in seguito, si “evolverà” la forma “dinamica (esteriore) ad ‘immagine e somiglianza’”:
l’organismo, sempre più organico, pseudo umano (cyborg, replicante, robot, umanoide, etc.).
Questa “espressione” si attuerà attraverso le due fasi del camaleontismo “qua, così”:
la generazione sotto a mentite spoglie (procurata utilità)
la manifestazione commerciale (procurato servizio)…