giovedì 2 novembre 2023

Una posizione da Dio.

Quando... stai da Dio, significa che abiti a casa sua?

Come vede le cose, Dio? Da “Dio” = alla grande, univocamente, indissolubilmente, chiaramente. Ossia, la verità non può essere che una, poiché “è già successo”. La sua prospettiva è tale poiché panoramica. Ovvero, se decide “Dio”, di conseguenza “a valle” si scatena solo ed esclusivamente la sua verità = decisione. È persino qualcosa di fisico: qualcosa che la fisica spiega molto bene attraverso le leggi scoperte ed applicate all’intero sottobosco del “proprio” interesse. Assodato questo, allora il significato cosparso ovunque, essendo l’ovunque nella giurisdizione di “Dio”, è questo: decido D-Io e chi siete voi per opporvi, dato che siete tutti quanti figli miei. È semplice. Molto semplice. Talmente semplice da essere logico. Lo so che “non hai capito niente”. Ed è proprio questo indizio che comprova l’intero scenario, derivante dall’intero capoverso. Tirare giù tutto il ceppo è, ancora una volta, semplice: è più che sufficiente (necessario) accorgersi. Sì, ma in quale modo? In sostanza = nel modo che riunisce la fisica alla metafisica. Cioè, il motivo per cui esistono tante professioni relative al medesimo stampo. Ad esempio ma sostanzialmente:

teologo
filosofo
politico
avvocato
giurista 

giornalista
psicologo
counselor
economista
dj…

eseguono e comprovano tutti quanti il medesimo segnale portante. 

D’assieme conseguono ed evidenziano. Anzi rivelano (nascondono doppiamente) nel reame AntiSistemico, perché la guerra è già finita decretando un vincitore che “ora” fa le veci di Dio, potendo decidere esclusivamente a discapito di tutto il resto ch’è scivolato “oltre”. Del resto, l’Inferno è in terra di certo non a caso. I professionisti (influencer) soprariportati (e, comunque, chiunque altro, anche nelle funzioni sociali di base) sono la personalizzazione, altresì, della “relatività (i doppi standard)” = della capacità (alla Eichmann) di obbedire agli ordini, scambiandoli per… routine, dovere, morale, responsabilità, etc. Persino per “amore”. Ah: santa Arendt, “quante ne sapevi”.
Fare un passo “indietro” permette di mettersi nei panni di Dio, anche quando è “Dio”. Ricordi? Il famoso e famigerato “ad immagine e somiglianza”. Qualcosa che sembra, allora, non finire mai, comportando circonvoluzioni che sembrano rotte preassegnate dalla torre di controllo, alfine di non far mai scontrare (per la sicurezza dell’assieme circolante o in sospensione) mezzi, vettori, direttive che allora sembrano diverse seppure siano “diverse” = controllate all’origine del segnale d’input, quello che riceve chiunque all’interno del medesimo grande ambito di auto riferimento. Ho deciso, quindi, di imitare Dio oppure “Dio”, facendo questo benedetto “passo indietro”, il che comporta un minor coinvolgimento nei “fatti di cronaca quotidiana”. Strage di Gaza ivi auto ricompresa. Tutto quel dolore è ovvio che “serve”, proprio come per oliare le giunture di un meccanismo che lo richiede poiché così è stato ideato e costruito o ricostruito (vedasi la questione del primo, secondo e potenziale terzo tempio de “sti cazzi”: ops).

 



La posizione da Dio non è solo quella che coloro che dispongono di una casa con vista mozzafiato, possono auto conferirsi. No. quella è la situazione “ombra”, il riflesso di qualcosa che vive e vegeta molto più in “alto” = sostanzialmente. Non linearmente. L’altrettanto famigerato “non esiste ma c’è” (ovvio: per chi è caduto nella relativa “depressione”, nel continua a succedere). Mentre, per coloro che sono ancora in Sé, codesto “Dio” è perfettamente riscontrabile, nonostante fisicamente rimane una sciocchezza o complottismo (una invenzione della Cia, finito anche nei libri di testo scolastici). Wow. Allora, come vede Dio, l’intero? Come una proprietà privata. Da cui la… proprietà privata che il Wef intende abolire, mantenendo ed espandendo il controllo eradicando il concetto medesimo di… controllo. Il termine “democrazia” infatti te la dice tutta, ora ch’è talmente esposta da risultare solo che nuda come mamma l’ha fatta. Uno strumento. La leva. Il trojan perfetto. Il “dono” da cui guardarsi continuamente. Perché certe decisioni (tutte quelle portanti) vengono prese in privato, nel salotto buono, tra pochi intimi che sono interconnessi dal peso del mai passato di moda? Perché in tale sede si levano ogni maschera, assolutamente protetti da tutto quello che hanno deciso di creare per la società che ne consegue. Hai presente un potere talmente in vantaggio da…? Ecco. È con quello che hai a che fare da mo’. Perlomeno dall’ultimo reset. Cos’è il mondo digitale, infatti, se non qualcosa di molto simile ad un buco nero, in cui far confluire tutto aspirandolo da un’altra parte, salvo poi “staccare la spina (reset)” lasciando coloro, che nel frattempo ne hanno maturato dipendenza totale, in braghe di tela = nella continua corsa alla sopravvivenza, vissuta come “necessità” dal momento in cui riguarda tutti. L’esempio della memoria storica che scomparirebbe dal mondo, qualora fosse tolta la corrente elettrica all’attuale forma tecnologica di riferimento globale, parla assolutamente chiaro. Eppure, non sembra esserci alternativa perché la “moda” spinge sempre verso l’interno del buco nero. E, magia delle magie (verità), se continua a succedere è proprio perché “è già successo”. Ovvio. È solo che ovvio. La verità del sasso lanciato nello stagno è solo una: il sasso lanciato nello stagno. Mentre tutte le onde che si scatenano sono “solo” riflessi che, quando si trasformano in consolidata realtà manifesta (routine), diventano schiaffoni che fanno molto male, comportando anche l’eliminazione fisica (morte). Mentre all’origine c’è sempre il sasso lanciato nello stagno, dalla mano che comporta un braccio se non un intero corpo, dotato di mente che, all’origine, ha deciso per… 

Nella posizione di Dio finalmente il ciclo finisce. Oltre a Dio, c’è altro. Di certo non c’è la decisione che avvolge, come “destino”, tutto il cocuzzaro ma da “Dio” in poi. Mentre “prima” sia di tale decisione, sia di “Dio”, c’è tutto da de-scrivere in qualsiasi modo e maniera (il potenziale della lavagna linda e pinta). Come ci arrivi in tale posizione? Sì, sembra un sacrilegio. Sembra tutto quello che, infatti, tende ad auto bloccarti. Ricorda che il potere in terra si avvale di forme psicologiche che funzionano dagli albori del proprio avvento. Qualcosa che ti lascia credere di fare tutto da te. Qualcosa che ti ritaglia fuori, al di dentro di una situazione della quale proprio non vuoi/puoi farne a meno, auto decretando che sia tutto quanto il possibile. L’incanto più totale che dipende dal grado di auto rassegnazione di chi lo alimenta, proprio come darti tutto quello che ti serve alfine di parassitarlo ed or dunque parassitarti. Come se fosse normale. A regola d’arte, semmai. Dal punto prospettico di “Dio”. Del quale ti fidi, seppure nel mondo ha mille facce e risvolti, se non nomi, appellativi, leggi, aspettative, etc.
Guardati in giro, a livello mondiale. Seppure un mondo sta collassando a favore di un altro (multipolarismo), le “necessità (un binomio pistone del motore)” denaro-lavoro sono assolutamente previste, ancora una volta. Chiediti il perché, sostanziale. I due poteri nascono nel sottobosco di “Dio”. Mentre “Dio” rimane tale e quale. La strategia è totale. Proprio come quel detto popolare, che sembra solo tale, afferma e consolida: divide et impera. Te ne accorgi se non ti poni limiti, confini, c®edo. Se sei sempre tale: Te = nell’AntiSistema, infatti, manco te lo sogni, guarda non caso.
Non c’è alcun tribunale superiore a cui rivolgerti. Ricordi Dreed? Ecco. Attenzione: non si tratta di anarchia, ritorno al Far-West, essere senza legge e senza Dio. No. Si tratta di essere mossi da qualcosa che in sintesi è sempre il proprio Sé, la propria presenza, il proprio essere ed esserci, ma non sopravvivendo = approfittandosi del prossimo. Nell’AntiSistema c’è qualcuno che ha troppo da perdere per mollare la presa. Per questo continua a succedere quello ch’è già successo. Dio ha fatto il mondo a propria immagine e somiglianza. Trovare sempre il modo di giustificarlo, perché “sa quello che fa”, è oltremodo un auto inganno atemporale (incantesimo, maledizione, status quo). Infatti, sa molto bene quello che fa, ma non proprio nella sostanza tramandata a livello di interclasse. Se “Dio” gioca a fare Dio, ma è “Dio”, allora come risolvi il rebus se non accorgendoti dell’essere… rebus. Facile perlomeno arrivare sino a lì. Il resto viene di conseguenza, proprio come funziona la valanga. Non a caso, “Dio” teme la moltitudine, sempre, perché se “cambia idea” sostanzialmente, allora sono volatili per diabetici persino per “Dio”.


Davide Nebuloni
SacroProfanoSacro (SPS) 2023
Bollettino numero 3479
prospettivavita@gmail.com

Nessun commento:

Posta un commento

"Fai..." un po' Te.