Inizio a descrivere così:
a caso.
Ricordo il “caso” Tortora. Allora, non capivo (cioè, “capivo”). Motivo per cui, qualcosa mi faceva pensare che… “giustizia è fatta”. Provavo, credo, invidia. Avevo 15 anni e, soprattutto, ero imbevuto di (mi ero “formato” coi) Tg: gli stessi medesimi di “oggi”. Ero allineato e coperto. Non ancora maggiorenne ma… già vaccinato (figurati; la mentalità è sempre stata quella: una questione di disciplina, dovere e così fan tutti). Dunque: sentivo piacere per quello che stava succedendo a quell’uomo. Ma non me lo spiegavo, poiché mi era assolutamente estraneo, lontano, distante e, proprio per ciò, lo invidiavo per via della vita da privilegiato (alla tv) di cui disponeva. Mi era anche un po’ antipatico, per la verità. Eppure, non mi perdevo una sola puntata di Portobello. Come se mi piacesse soffrire. Certo: la tv in salotto era una e chi comandava non ero di certo io. Però devo ammettere che mi piaceva la trasmissione. Forza dell’abitudine? Un misto, dai. Ci si abitua a tutto ciò che passa (per) il convento. Non mi fu chiaro che fu un “sacrificio”, con tanto di “rito”, bah… che ne so: per tantissimo tempo. Succede sempre così. Le “cose” sfuggono per molti motivi, apparentemente. Eppure, i motivi sono sempre lo stesso motivo: indovina quale? È passata molta acqua dall’ultimo Bollettino. E Google mi ha avvisato che la stragrande maggioranza delle pagine di SPS non è indicizzabile. Ci pensi? È tutta roba loro: la piattaforma Blogger è (di) Google. Eppure, c’è un problema tecnico che devo risolvere io (?). Inoltre, il linguaggio tecnico è incomprensibile per un non addetto ai lavori. “E allora?”, mi sono detto. Inizialmente ho pensato a Wordpress. Poi, però, mi si è chiarito che, “non me ne importa niente se le pagine non sono indicizzate”. Il pubblico non ha mai gradito SPS. E di sicuro la responsabilità non è né mia né di Google. Anzi, non c'è nemmeno responsabilità. Potevo or dunque autorizzare un nuovo attore a dividersi le “colpe”? Ma no. Lascio tutto così. In fondo, SPS è nato qua e chi se ne frega di tutto il resto. E poi, a caval donato… No?
Hey: lo sento. Stai molto sinceramente pensando “e sti cazzi”. Vero. Molto vero, per la verità. Cioè, questo è stato via mesi e mesi (ho abbandonato il campo) e ritorna in questo modo, scrivendo di assolute minchiate. Da gennaio 2023 a oggi (fine ottobre 2023) “quanto fa”? Un parto. Nove mesi. Che cos’è cambiato nel mondo da allora? Si è aggiunto il conflitto Palestina-Israele, ad un livello top. Una sorta, per Me, di richiamo all’attività. Persino se tale prontezza fosse assolutamente disinnescata, acqua fresca, fluido che scorre nei tubi, etc. La canonica scoperta dell’acqua calda. Un diluvio di ignavia scambiata per ben altro. Anzi: una strategia non lineare, finalmente, ora perfettamente misurabile, vedibile, palpabile, sondabile, emersa alla luce solare.
Sono tornato on air, online, in onda. Nel durante ho fatto una sola cosa che non ha portato a nulla, come al solito. Però, vuoi mettere la soddisfazione. L’ennesima decodifica. L’ennesimo indizio che ormai d’assieme forma la prova provata. Di cosa? Sei proprio arrugginito. Ma non importa.
Altra cosa: qual è il mio obiettivo? Cosa voglio? Che intendo fare? Lo descrivo perché la volta scorsa “non era chiaro”. Diventare Presidente della Repubblica? Anche no. Anche se, perché no. Meglio: esserci. Per quello che vale: prendere posizione per quello che sono o “sento”. La melma sociale è sin troppa. E se non serve a nulla, non importa perché la soluzione è non lineare (sostanziale). Occorre esserci. Tutto qua. Ben manifesto, perché Internet è potenzialmente tutto. Interconnette tutto. Anche se è permesso dall’alimentazione elettrica, che se venisse meno, niente. Dicevamo? Dove eravamo rimasti (ancora una volta)? Metti tutto sul cloud: bravo. Il modo migliore per… auto dimenticarti: l’auto fai da te perfetto. O “democraticamente”. Scriverò quotidianamente a sto giro? Non so. Dipende da come mi sentirò di volta in volta. Ci pensi che sto annunciando qualcosa come gridando dalla finestra di casa dal 400 esimo piano? Chi te se fila? Fanculo al solito Volador. Perché scrivo? Non so perché… So solo che devo esserci. È come un richiamo. O Svitol. È utile.
Ecco la prospettiva che incarnerò:
un passo indietro e ops
l’abbraccio diventa planetario (a prescindere dalla forma)
ergo
dalla posizione di “Dio”.
Laddove, or dunque, i due poteri che si combattono ora, diventano uno, derivando dal medesimo Big Bang. Dio vede e provvede, perché il panorama è unico. Da “lì” non scappa nulla. Ecco la posizione sostanziale da cui analizzerò l’intera situazione. Per SPS non è proprio una novità, però questa volta la configurazione sarà perpetua. Basta oscillare a terra.
Come al solito: nello spettacolo che deve continuare. Nel liquame fognario sociale sempre attuale poiché assolutamente di moda. Ne avrò di cose da tramandare ai posteri, mentre il reset avviene “nuovamente”.
Che cosa ho scritto sino ad ora? Niente: mi viene il vomito. Non farci caso. Non era indirizzato a te che, se c’eri… dormivi.
Nego tutto quanto. Non è vero. Mi hanno costretto. Sono prigioniero di Hamas, in uno dei molteplici tunnel che portano ad… Israele e, forse, che collegano ogni capitale del mondo, compresa casa tua. Sì, perché Hamas è (l)a Massah: la massa descritta nel modus che contempla la scienzah: “te” o “io”. Tutto è a massa, da cui… tutti giù per terra, laddove si tratta di massa a terra, di messa e di messa a terra. Sentivi la mancanza di questa perdita di tempo? Ebbene sì: te la meriti proprio tutta. Idiota. Ecco dove eravamo rimasti: mentre ti davo dell’idiota e non ho ancora cambiato idea perché sei sempre lo stesso idiota di prima.
Farai anche tutto da “te”, ma “te” non sei Te.
Davide Nebuloni
SacroProfanoSacro (SPS) 2023
Bollettino numero 3478
prospettivavita@gmail.com
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"Fai..." un po' Te.