domenica 12 novembre 2023

Non c’è più niente da fare.


Molto curioso il testo della “canzone”, se opportunamente ripreso in tal modo:
so già che fra noi niente mai cambierà
basta solo che ti ricordi che anche se
non c'è più niente da fare
ma è stato bello sognare
la vita ci ha regalato
dei lunghi giorni felici
qualcosa che il tempo non cambierà mai
”.
Bobby Solo
Non c’è che dire; trattasi di un sontuoso Comma 22. Un loop dal quale è im-possibile (potenziale) uscire. Dunque:

al fine di non cambiare mai niente (tra noi e complessivamente)
occorre ricordare (basta solo ricordare)
anche se… (ritornello)
il “sogno” è stato bello (la vita ha regalato dei giorni felici: è gli altri?)
alfine la conclusione epico-patetica
tutto questo è fisso, qualcosa che il tempo non cambierà mai.

Infatti, Bobby è (era) “solo”. E da quel viso scendeva sempre una lacrima. 

Sob.

Non c’è più niente da fare. Il tempo è scaduto: è già successo, qualcosa che il “tempo” non cambierà mai. Dalle molte estremità o teste o lingue, il discorso non si discosta mai da qualcosa che sembra persino bello, anche se… Quale è, allora, la metafora, il significato che c’è sempre anche quando non esiste? È un rebus? Un mistero? Un segreto? Ognuno vi ritrova di tutto, come affacciandosi in una pozza d’acqua piovana lungo la strada trafficata. Al solito, è se stessi che si vede, però. Solo un poco più “ritoccati”; a volte il trucco (riflesso) rende più poetici, mitici, grandi. Altre volte quei contorni fanno rabbrividire, perché non ci si riconosce affatto. Un sapore alla Proust molto simile ad una giornata spazzata dal vento intermittente. Oppure il mare visto da riva che cangia come se non ci fosse domani, rimanendo sempre… mare. Tanto rumore per nulla. Un can can ch’è come prendere la metro o essere sul tram, mentre i binari sfrigolano trasportando continuamente carichi paganti. Oppure come can che abbaia non morde. Ecco; il presidente iraniano Ebrahim Raisi chiede ai governi islamici di dichiarare l’esercito israeliano un’organizzazione terroristica. Dopo l’altro leone da scrivania, Erdogan. E Nasrallah. Come la farsa della commissione covid. E… Bentornato Picchiatello! Pardon: Mattarello. Le forze sono davvero due. Ma in quel modo derivato dalla “creazione” = “Dio” Vs il creato. Ovvero, come trasmetto un morbo contagiando tutto. 

Qualcosa che riverbera veramente osservando Israele. Una psicosi collettiva che passa da una economia globale psicopatica (un famoso studio è giunto alla conclusione che il profilo tipico delle multinazionali è proprio quello dello psicopatico, ch’è “immune alla sensibilità”, guardando solamente al proprio interesse, non importa come deve essere difeso e non conquistato ma consolidato nei secoli dei secoli). Ecco che un altro studio, ricordo, a proposito dell’effetto particolare dell’utilizzo continuato nel tempo di Tachipirina: l’insensibilità verso un po’ tutto, compreso il prossimo. Non è strano che il Protocollo Covid fosse Tachipirina e vigile attesa. Ovvio che non si tratta solo della Tachipirina, essendo tutto il medicame chimico a lasciare di stucco sia le persone che il personale: forze dell’abitudine e dell’azione indiretta in corpo. Un altro studio ancora ha decretato che il cervello è usato sì al cento per cento, ma… “male” = in un modo particolare. Come se in una casa si facesse spazio per un’attività particolare, buttando via tutto l’arredamento che non serve. Il ricordo va ad esempio al Dna spazzatura o alla materia oscura e ad Stanlio ed Olio allorquando, nel rimettere assieme il motore della macchina, rimanevano con un pezzo in mano e non sapendo che farsene lo buttavano oltre le proprie spalle, guardando in “macchina” tra il serio ed il faceto, più stupiti che perplessi. Qualcosa che fa ridere ma, a quando pare, non riflettere. “La verità è ciò che gli fa comodo in un determinato momento…”, afferma Biglino, leggendo un testo di uno studioso francese, a proposito dello psicopatico. Vero. Infatti, la verità è una, di volta in volta, blocco dopo blocco o reset by reset. Salvo che la verità originale parte dall’inizio, anche “Dio” non volendo. Un inizio che non si ricorda più, invero. Dunque, passa in rassegna la verità post origine, ch’è quella che discende dalla “caduta” in poi: nell’attuale regno AntiSistemico di “Dio” che la Famiglia Adams ha perfettamente incarnato ribaltando tutto di valore, orientamento, riferimento. 

L’inganno è diventato il “Verbo”.

Il rito sopra al Grande Albero tagliato alla base.

Spacciato come droga collettiva e sintetizzato nella “legge uguale per tutti”. Nella “democrazia”. Nel “denaro-lavoro = diritto universale”, etc. etc. etc. Nel fondare uno Stato collettivo su tale “diritto”, salvo poi doverlo elemosinare perché “manca” come del resto il denaro. Questa insensibilità di fondo è una sensibilità oltremodo stabilizzata per i “valori” inculcati attraverso l’abitudine forzata, scegliendo sempre fra…
E cosa c’è (stato) di assolutamente desensibilizzante se non il siero genico così tanto spacciato, chissà mai perché, in tutto il mondo… come se la terra bruciasse sotto ai piedi, persino oltre alla percentuale teorica della “immunità di gregge”. Ma i pagliacci. Sì, serve anche per depopolare (in vari modi). Però è di più un coltellino svizzero: serve un po’ a tutto, ad eccezione che ad immunizzare contro il “virus”, per loro stessa ammissione. La sensibilità è stata orientata al sostentare ciò che i “grandi” hanno imposto: adesione alla lotta ucraina per “i valori e la libertà” occidentale, e, paro paro per quanto concerne la lotta sionista. 

Come a sostenere che se cadesse la “Ucraina & Israele” la festa sarebbe finita, per l’occidente. E come da conferma a livello di “ideale” tipico diffuso ovunque, l’importante è “non perdere tutto quello ch’è stato acquisito”. Lo stile di vita. Ciò che provoca stress ed ossida, ma… non importa perché c’è di peggio. Tipo? Dover sopportare questa forza d’urto senza essere l’occidente: lo sfruttamento è di chi se lo prende in pieno muso. Mentre gli altri ne godono, accettandolo di buon punto e sgorgando ogni volta la coscienza donando qualche euro a Telethon ed alla “ricerca contro il cancro”. Farsi scivolare addosso questa losca realtà è un’abilità oramai comune, p-arte del dover sopravvivere ad ogni costo, a discapito di tutto quello che deve pagar dazio. Mors tua vita mea, n’somma. Qualcosa di vecchio come il cucù. Come se la ride l’occidente. Anche se gli aspiranti occidentali non sono da meno. Ecco perché “non c’è più niente da fare…”, oltre al potenziale. Per chi suona la campana? Per chi muore. E al solito funge da richiamo per coloro che vogliono partecipare al funerale. Ecco cos’è la verità: quando una persona muore, questa è la verità. Costui è morto. Stop. È vero questo e basta. Anche se dovesse reincarnarsi. Infatti, gli averi passano per asse ereditario e vai a dire agli eredi che tizio è ancora vivo ma non si sa dove nel mondo. Egli è morto e questa è la verità. Mentre la “morale” si ostina a diffondere a pioggia molteplici verità, come le manifestazioni del “Dio” di turno. A meno che si è sostanziali e allora tutta questa fiera del divino significa solo una cosa (verità): non esiste ma c’è “Dio”, ch’è il principio ad imbuto attraverso cui passa il tutto che ne consegue. La verità di blocco è questa ed è sempre una. Mentre a monte c’è di certo la verità di ordine superiore o forse originale. Mentre a valle ci sono verità relative che se prese troppo direttamente diventano la “verità” per quegli adepti che rimangono impigliati, anche se l’individuo è ateo, agnostico, miscredente, infedele, etc. Ossia, il matrimonio lo si fa comunque, anche senza professare alcuna fede, perché sempre di una fede si tratta. Comunque sia. Come metalli nobili o leghe. 

Quanto può diventare alto e datato un albero? Non lo si sa. Oppure, lo si sa da quello che si può appurare tutto attorno, nel mondo intero. Ovvero? Sapere... relativamente a quanto il rullo compressore ha livellato o lisciato. Motivo per cui esistono allora le “montagne”. Così come un’isola è definita tale, anche se è la vetta di un monte, che non è nemmeno tale ma presumibilmente è il resto di un grande albero. Ora, è possibile eseguire questa moltiplicazione biblica:

se Matusalemme (e non solo) è vissuto quasi mille anni
quanto fa rispetto alla durata media della vita attuale?

Vediamo: prendiamo gli 80 anni medi (tra uomo e donna) e si paragonino ai mille.

1000 : 80 = 12,5 volte in più.

Ora, prendiamo l’albero più alto al mondo che dovrebbe essere la sequoia, di circa 100 metri e moltiplichiamo per il coefficiente sopra ricavato:

100 * 12,5 = 1250 metri

Questa stima è certamente per difetto perché le foreste sono state decimate. Soprattutto l’opera della Chiesa, nel passato senza “attivisti”, ha decretato la fine per abbattimento degli alberi più evidenti e capaci di riportare alla memoria visivamente qualcosa di fuori dal comune e da dimenticare. Comunque sia, 1 km di albero è decisamente già un “grande albero”. Soprattutto perché all’altezza corrisponde anche un volume in rami e fogliame e tronco veramente notevoli. E invece no, però. Sono esistiti gli enormi “dinosauri” ma non i grandi alberi. Al limite, questi esemplari sono ammessi nello stesso periodo dei dinosauri ma così come cornice secondaria di quel mondo. In quanto ad attori non protagonisti. Vuoi mettere celebrare il terribile T-Rex, per la gioia dei bambini e delle vendite dei gadget? Paga di più. Un chilometro di albero fa più “paura”, però, a quanto pare. Allora lo ipotizzano in Avatar. Nello spettacolo che deve continuare, anche, a distruggere grandi alberi. Nel rito. E abbattuto quel mondo, infatti, tutti gli abitanti vengono sloggiati, sia sopra che sotto che dentro. Lasciando un corpo da decomporre, come osservato nella vicenda di Thanos (quella testa enorme vagante nello spazio, ed abitata poiché importante “miniera” di preziosi minerali ed altro). Il pallino sfugge. Come la diretta. E l’esserci. I riflessi sono tardivi proprio per questo. Nei 50 hertz ammessi dalla legge passa un po’ di tutto. Tanto. Mentre lo spettro della luce è talmente esteso da risultare alieno rispetto alla capacità attuale umana di vedere e sentire. Gli animali sono messi meglio. Ma sono dominati anch’essi. Come Medusa fa rimanere di sasso, congelando la storia che rimane solo da guardare. I cartoon dei Flintstones, ad esempio, sono solo la trasposizione degli antenati rivisitati in chiave moderna, oppure… è sempre stato così? In sostanza, sì. Così come la società attuale viaggia spedita verso i “Pronipoti”: l’altro cartoon di sponda opposta. È la conformazione di un trenino, allora. Non solo fantasia. La mente emana sempre aspetti in affinità. Mai del tutto isolati, anche quando lo sembrano. Il mondo è piatto, sferico, oppure può assumere qualsiasi forma? Ecco. Per non far mettere d’accordo nessuno, lo scenario è mutevole. Così è come spargere zizzania continua. Far su l’intero contenuto. Allora non importa. Mentre rimane stabile che conoscendo il territorio sai meglio come muoverti, come dimostra da sempre la guerra partigiana. Per questo non lo devi mai auto ricavare. Dark city docet. Potresti addormentarti barbone e svegliarti signore o al contrario. Mentre la città cambia dalla sera alla mattina. E i ricordi sembrano, ma non più tali non appena affondi con la curiosità. Poi, quando se ne decodifica uno, l’amara verità è l’accorgersi del “ricamo” aggiunto come mix, che non è assolutamente “bello, romantico, figo” come si credeva di ricordare. E questo smonta un po’ dentro la propria autostima e fiducia nella propria memoria. L’albero vacilla sempre di più, sino a cadere. Non a caso tutti invecchiano per poi “andare”. Ma i corpi non si restituiscono più alla terra, in solide bare di legno isolante e gabbie di cemento o in urne post crematura. Perché? La fertilità della terra non deve più passare attraverso tale forma di concimazione naturale? Sì, anche una volta bruciavano sulle pire i loro caduti. Ma all’aria aperta. Non nei centri industriali di rito. Lontani da sguardi troppo addolorati e dunque sensibili. Anche quel passaggio è trattato freddamente, come l’atmosfera degli obitori. Con luci artificiali che appiattiscono immantinente, colorando tutto di “senza speranza alcuna”. E di dolore, invece che di viaggio verso qualcosa di migliore. Migliore com’è la promessa storica da marinaio della classe politica, relativamente alla società trovata e da lavorare per il “futuro”. Amen. Una eterna campagna elettorale che finisce sempre allo stesso modo: lasciando sempre più insensibili perché “è sempre così”. Anche il non andare più a votare. Osservare sostanzialmente fa la differenza. 

Bonsai. Sequoia. “Montagna”. 

Se togli l’acqua, la città su un’isola è arroccata sulla cima (o superficie sopra alle acque) esattamente come quei paesini collinari costruiti in vetta per motivi di sicurezza, dato che non deve essere stato affatto facile trasportare tutto sino a là, a meno che ci sia stato il mare e allora…

Se io fossi Dio, qui sarebbe tutto mare”.
Un boss in salotto
Parcheggi, solo parcheggi… e basta”.
Benvenuto Presidente oppure Netanyahu

La gerarchia fa di tutta l’erba un fascio: ecco l’abitudine, non importa di quale tipo, essendo potenzialmente di qualsiasi tipo. In “democrazia (rivelazione)” basta un voto favorevole in più per…; esattamente come nella tirannia (però molto più cruda poiché senza veli e, dunque, più pericolosa per il Re).

  

Davide Nebuloni
SacroProfanoSacro (SPS) 2023
Bollettino numero 3494
prospettivavita@gmail.com


Nessun commento:

Posta un commento

"Fai..." un po' Te.