mercoledì 17 febbraio 2016

Tu e “Tu” (2)

    
 
Se ci sei “tu, uno stagno e un sasso” e 1) tu tiri il 2) sasso, nello 3) stagno, succede che dal punto d’incontro tra sasso e stagno (superficie e massa acquea), prende “vita” un fulcro di attività che, in breve, si espande in ogni direzione, dando luogo – sulla superficie apparente – ad una serie di cerchi concentrici, in espansione, dovuti al fatto che il sasso scende, in profondità, liberando/smuovendo “energia” - facendo da centro - oltre all'oscillazione dell'acqua, dovuta allo scontro tra superfici).
Ergo, andando a fondo, il sasso genera una sorta di “ipocentro (vortice)”, che per le leggi in vigore – frutto della conseguenza – creano una serie di “onde di ritorno in/alla superficie”, che – a loro volta – alimentano nuova attività centrale, dalla quale si diparte un nuovo anello della figura concentrica complessiva, che ha attività temporale direttamente proporzionale alla quantità di energia posseduta e rilasciata dai corpi, post impatto.
  

Qualcosa che ha a che fare con le masse in gioco, con l’altezza dalla quale è piombato il sasso, con la sua velocità di crociera, etc.
Cadendo sulla terraferma, il meccanismo è lo stesso, però il risultato è funzione di un diverso tipo di impatto ed assorbimento, da parte del suolo. 
  
Ora, le onde concentriche si espandono, in teoria, in ogni direzione ma, usualmente, alla società umana interessano, soprattutto, quelle che 1) riesce a vedere (nello/sullo specchio d’acqua), 2) riesce a rilevare (strumentazione) e 3) quelle che la vanno ad interessare direttamente (effetti materiali, distruttivi, dannosi e/o positivi).
  

Nel fare questo, l’umano – mediamente - tralascia quelle onde che si espandono verso il cielo e lo Spazio, e quelle che proseguono in profondità, perché rientranti in un ambito meno diretto e meno visibile, rispetto alla manifestazione fisica che colpisce i sensi e l’orientamento sociale d’insieme.
Quindi, tu – abitudinariamente – tendi ad ignorare una buona parte di quello che accade, ergo ogni azione che porti a termine è sempre parziale, anche perché ti muovi in un ambito che la scienza deviata ha ristretto, rispetto alla sua più vasta portata “naturale”. 
   

martedì 16 febbraio 2016

Tu e “Tu” (1)


Sistema - AntiSistema.
Ci sono cose a portata di mano che tuttavia ci sfuggono. E quando ce ne accorgiamo sorge spontanea la domanda:
perché ci ho messo tanto a capire?
Perché evidentemente, prima, non era il momento giusto.
E la stessa “logica” vale per qualunque scoperta, grande o piccina che sia
Link
Perché ci ho messo tanto a capire? Perchè non sei tu, a decidere.
 
Chi decide, anche per te, quando è “il momento giusto”?
Chi ha deciso di “aprire le tratte commerciali per il continente pre colombiano”? Chi/cosa agisce, non osservato “qua, così”, in maniera totale e dominante, deviando – ad hoc – il corso originale della tua orbita/destino?
  • ci sono cose a portata di mano che tuttavia ci sfuggono (come il Dominio)
  • e quando ce ne accorgiamo sorge spontanea la domanda: perché ci ho messo tanto a capire? (perché il Dominio non lo intende)
  • perché evidentemente, prima, non era il momento giusto (quando ti accorgerai, evidentemente, del Dominio, dunque? Quando sarà il momento se, questo momento... non è permesso dal Dominio?) 
  • e la stessa “logica” vale per qualunque scoperta, grande o piccina che sia (certamente, è così, perché il Dominio domina indisturbato, limitandosi ad ispirare e ad “agire per delegazione frattale espansa”, ossia, anche per mezzo di ciò che – da qualche giorno – la scienza ufficiale afferma di avere “scoperto/intercettato/rilevato strumentalmente”: le onde gravitazionali, che sono una parte misurabile dell'effettiva legge, strumento, memoria, frattale espansa).
      

lunedì 15 febbraio 2016

Apparire.



Perché, in SPS, viene utilizzato il termine “AntiSistema”?
Perché, dalla prospettiva di SPS, è semplice accorgersi che “il reale manifesto” è come ribaltato, rispetto a quel tipo di realtà “sostenibile, in termini di equilibrio morale”.
Infatti, “qua, così, i… valori, si sono trasformati in avere, lasciando lo spessore dell’essenza al di là della soglia della manifestazione/attenzione”,
Ergo, come puoi ancora aderire alla indicazione, relativamente al Mondo emerso, di Sistema? Lo puoi fare solo senon ne comprendi la sostanza, ma – solo – ti limiti ad aderirvi per abitudine ed assenza di alternativa.
SPS, utilizza la propria lente frattale espansa, che inverte l'esistente in quanto “manifestazione reale”, ottenendo – appunto – l’esatta “misura (peso, valenza, significato)” di ciò che scambi per l’unico tipo di possibilità applicabile alla solida realtà di ogni giorno.
“Qua, così”… è tutto al contrario, dal punto di vista della “moralità”, dove per morale s’intende “giustizia, onestà... in ogni tipo di rapporto tra esseri manifesti”.
A livello frattale espanso, tutto ciò è regola, per cuiil grado di ingiustizia, viene rappresentato (emerge) ovunque.
Ma, bada bene, non sei mai in presenza di una mancanza di equilibrio, perché – questo – esiste sempre “lato, prospettiva dominante”.
Ossia, l’AntiSistema è un perfetto modello d’insieme “reale manifesto”, in stato di equilibrio dominante…
Lo squilibrio riguarda te, la Massa, semmai. Ma questo è insignificante, rispetto al Dominio, che si fonda e si regge proprio su una simile asimmetria, perfettamente simmetrica.
   

venerdì 12 febbraio 2016

Il labirintico status quo (7)


 
Attorno a quale “Sole”, ruoti?

Quale è, il tuo centro? E, all’opposto: 
  • quale è, il “tuo” centro?
C’è una parola “magica”, che indica chiaramente la possibilità di predeterminare le “cose”, in maniera sottile e, questo termine lessicale è:
indirettamente.
Se, ciò, “non ti dice niente”, allora cambia la prospettiva – attraverso la quale ti auto indottrini “qua, così” – ad esempio, utilizzando i sinonimi:
  • implicitamente, sotto sotto, tacitamente, velatamente…
  • di riflesso, di rimbalzo, di traverso, in modo indiretto, obliquamente.
Link
Implicitamente = non dichiaratamente
Sotto sotto = tra le righe
Tacitamente = occultamente
Velatamente = oscuramente
Di riflesso = ai fianchi
Di rimbalzo = opportunamente calcolato
Di traverso = non chiaramente
In modo indiretto = aggirando
Obliquamente = ambiguamente.
Quanti, di questi termini, hanno in sé… il riferimento alla “mente”?
Moltissimi. Un caso? No.
La mente è un dispositivo ricetrasmittente, usato “qua, così”… dalla Massa, per ricevere segnale portante AntiSistemico e per trasmettere, ad una potenza inferiore, lo stesso segnale ricevuto… tutto attorno a sé, coprendo giurisdizionalmente la zona in cui, ogni singolo individuo, vive:
come un ripetitore di segnale.
Se, ora, le Autorità – ad esempio – ti dicessero tutto, ma proprio tutto, relativamente allo “stato di salute” del “tuo” Paese… allora, si comporterebbero in maniera “diretta (lineare, onesta, giusta), senza nulla da nascondere.
Tuttavia, non succede mai, perché le Autorità (sempre, ad esempio) trovano molto più sensato “lato loro”, dirti tutto... ma in maniera indiretta (e, qua sopra, hai un elenco di sinonimi, che ti rendono – così – perfettamente in grado di comprendere, da te, che cosa esattamente significhi un simile termine).
Direttamente, "vedi e filtri".
Indirettamente, non vedi e “passa di tutto”:
  • ordini di verità diversi
  • ti dicono tutto
  • ma… non te ne fai mai nulla.
   

giovedì 11 febbraio 2016

Il labirintico status quo (6)


Come "vedi"? Una piramide è davvero... piramidale?
I “termini” di/in una esperienza comune (che riguarda tutti, potenzialmente) come vengono scelti e da chi/cosa… vengono scelti?
In funzione di quale "obiettivo"? Perché?
Obiettivo decentrabile.
La Massa “non ha tempo”, per approfondire le questioni (seppure, queste, la riguardino). Per cui, le Autorità (che sembrano votate dalla Massa e, dunque, “elette”) puntano a scegliere “termini espressivi accomodanti (quando ciò serve a “mettere una pietra sopra”) o termini espressivi eccitanti (quando ciò serve a “scagliare pietre angolari”).
Ossia, il lessico utilizzato (alla moda) è “direzionale”:
invita sottilmente a schierarsi, a favore della decisione governativa, perché 1) nave comune, 2) destino comune, 3) via ed interesse comuni.
In questa maniera, da sempre “qua, così”, i pochi – al comando – hanno potuto utilizzare la forza d’urto della Massa (i tanti), per scopi trasversali rispetto al sentire pubblico comune.
La sopravvivenza propria (Statale), comporta l’inevitabile conquista altrui e la relativa cancellazione del destino di popoli invasi e dominati. Il tutto, al fine di garantirecosa? Che uno Stato possa continuare a sussistere, nella esatta “forma intenzionale dominante, sia l’interno che l’esterno”, ossia che:
  • i pochi possano continuare ad avere la meglio sui tanti
  • tanti, che sono sia i cittadini dello Stato dominante, sia i cittadini oggetto della conquista.
Le categorie nelle quali gli individui rientrano, da una simile prospettiva, sono solo due:
  • dominanti
e
  • dominati…
Una situazione, comunque, parziale… visto che per comprendere meglio ciò che è, principalmentegià accaduto (alla Massa)”, occorre introdurre nella “presa in causa” – anche – la compresenza reale del Dominio, facendo shiftare (slittare) tutto di una “categoria (ottava, ceto, strato, posizione, etc.)” e, così, introducendo quel “terzo stato”, dal quale il Dominio governa in assoluta “quiete”.
  1. Dominio
  2. Dominanti
  3. Dominati.
    

mercoledì 10 febbraio 2016

Il labirintico status quo (5)


Azione torsionale, per la formazione dell'apparente "infinito".
La storia umana, raccontata ufficialmente (ossia, deviandola), è una “vicenda di sangue”.
Ad ogni livello sociale, è sempre stato il sangue a scorrere a fiumi.
Ed, ogni livello, si è replicato nell’altro, senza fine di continuità, ordinatamente ma... senza darlo a vedere.
In maniera tale da (anche quando "vedi"), prendere sempre un abbaglio, eleggendolo a dogma, di caso in caso.
Una replica che si serve della dimenticanza – frutto del sopravvivere “senza memoria” – al fine di esercitare “il proprio interesse (costituito dal concetto unilaterale della “proprietà privata”, derivante da qualcosa “che si sente dentro, e che non riesci più ad interpretare per quello che è: sovranità centrale nativa”).
Qualcosa, dunque, sfrutta qualcosa d’altro, in quanto “qua, così”:
  • qualcosa “ha di più”
e
  • qualcosa “ha di meno”
ma
  • non come te lo potresti anche, tutto sommato, aspettare. No. In una maniera oltremodo “ingiusta”, dove… qualcosa ha tutto e qualcosa non ha nulla.
Questo “qualcosa” è, nella sostanza, “qualcuno” – a Filtro di Semplificazione attivo.
Nella gerarchia (nel livellamento), ogni strato/stato/Stato… riproduce sempre (sempre):
  • un “doppio e sovrapposto (parallelo ombra)… segnale portante (banda di scorrimento)”.
      

martedì 9 febbraio 2016

Il labirintico status quo (4)


Quando, la luce, incontra un "corpo di contrasto", si manifesta... illuminando e caratterizzando.
Sei nato/a nello status quo.
Qualcosa che è sempre attuale, perché viene mantenuto, come tale, per mancanza di alternativa sostanziale e, non, perché… “è possibile solo questo modo, 'qua, così', di concepire il mondo”.
La realtà è, prima di ogni manifestazione, un potenziale, un iceberg... dal quale si distaccano (non casualmente) pezzi, che insieme costituiscono il reale manifesto “qua, così” (perché inteso/scelto dalla grande concentrazione di massa, dominante… che non è l’iceberg, bensì, “il terzo incomodo”: il Dominio, il "calore/colore" che agisce sull'iceberg, affinché perda i pezzi, in sintonia con l'agente dominante).
E “se sei nato/a direttamente nel ‘qua, così’”… che ti resta da fare, se non puoi “essere ciò che già sei, ma che hai dimenticato”? Non ti resta che “piangere”, ossia… conseguire, se non ti accorgi.
Ti sei adattato/a. Hai messo radici. Hai creato una bolla nella bolla, facendotela andare bene, anche se… dentro di te, qualcosa, non riesce mai del tutto ad “accomodarsi”, perché è come se ti manca sempre qualcosa, anche quando ti sembra di avere tutto.
- E Junior?
- Non si ricorda niente. Lui, sai… non l’ha mai conosciuta veramente. Così la cosa non lo tocca molto

Il coraggioso
Qualsiasi “perdita” può essere dimenticata, nel tempo e nella diluizione mentale, facendo sempre altro. Avendo sempre “come prima cosa da fare… mille altre cose da fare”.
  

lunedì 8 febbraio 2016

Il labirintico status quo (3)


"Nascere (manifestarsi)"...
Segui il “filo logico”, ovverosia… gli effetti della frattalità espansa, nel momento in cui, consegui o ti accorgi:
la traccia mnemonica frattale espansa, "cambia", in funzione di te.
Se:
  • consegui, (non ti accorgi), le informazioni ci sono sempre ma… non te ne fai nulla
  • ti accorgi, le informazioni vengono “come a galla (ebollizione frattale espansa)”, si evidenziano ai tuoi occhi. Poi, tocca te, la decodifica d’insieme, il “trarne un senso, nella tua più autentica direzione”.
Il labirintico status quo è un “luogo parziale scambiato per totale”, per via monotematica e unilaterale, indiretta e dominante/dominata. Qualcosa che rimanda sempre ad altro (anima, Dio, spirito, al di là, etc.), procrastinando lo scioglimento di ogni dubbio, in un “secondo tempo”... che non avviene mai (loop).
Nel “qua, così”, ci nasci già dentro, per cui:
  • non esiste un ingresso fisico, una porta da aprire e/o chiudere
  • non esiste, per come ti abitui, né l’ingresso, né l’uscita
  • la “prigione perfetta”.
Nel “qua, così”, ci muori dentro, per cui:
  • anche se rinasci
  • non riesci mai a…
In cosa consiste il “filo di Arianna”?
  

venerdì 5 febbraio 2016

Il labirintico status quo (2)


 
Immagina:
un labirinto senza uscita e 1) con un solo ingresso o, addirittura 2) senza ingresso
nel quale “non entri ma ti ritrovi (ci nasci dentro)”, senza memoria alternativa sostanziale, rispetto allo status quo albergante
modello “prendere o lasciare (ossia: prendere)”.
Una dimensione fisica che deriva, come conseguenza, da una dimensione mentale "tecnologica" dominante, non manifesta ma “solo” compresente; una direzione massiva acquisita a mo’ di “comando post ipnotico”.
Qualcosa di respirato, mangiato, bevuto, aspirato, ingoiato, creduto; seducente come la tentazione continua e la relativa dipendenza…
Qualcosa del/nel quale “se non ti accorgi, non cambia mai nulla”. E se te ne accorgi, “è più dura di prima”.
Più “ritorni sensibile” e più “diventi insofferente”, motivo per il quale “ciò che esce dalla porta, rientra dalla finestra”.
Qualcosa che disinneschi attraverso il tuo "campo, più autentico, di presenza centrale, coerente", in te lato tuo (terzo stato).
Qualcosa che “ora, qua, così”, ti sembra assolutamente impossibile, perché “non è alla moda, rinunciare a tutto quello che 'si ha' (rischio), a favore di una vera e propria utopia/pazzia”.


Il rischiare non sembra proprio far parte di te, ormai.
Eppure, il "rischio ti piace" perché lo prendi sempre quando vai a scommettere o quando, ad esempio, metti al mondo dei figli (quali rischi corrono?).
Anche se in questo caso, “a rischiare sono loro”.
  

giovedì 4 febbraio 2016

Il labirintico status quo (1)


   
“Qua, così”, ogni forma di “idea, dogma, pensiero” è sempre orfana della “sua” ispirazione. Perché la ragione fondamentale della “forma” non è manifesta, seppure è compresente, ubiqua, predisposta ed intenzionata a…
Quindi, la conseguenza è un reale manifesto “senza testa (ogni esempio, si spreca)”.
Un labirintico modo di procedere, che il “metodo scientifico” ordina in maniera tale, da “conferire direzione logica” auto rafforzantesi, via via, per mezzo della “tua” adesione, per mancanza di alternativa sostanziale manifesta.
Il reale potenziale passa, dunque, in secondo piano… andando progressivamente a scemare, ordinatamente dimenticato; agganciato, com’è, al passo generazionale in continua “aspersione AntiSistemica by Dominio” (la ragione fondamentale della forma).
L'aspersione è un atto tipico di cerimoniali religiosi, probabilmente fin dalla preistoria, mediante il quale un ministro di culto addetto al sacrificio asperge la vittima prescelta (o eventualmente sé stesso) con acqua lustrale (ovvero acqua benedetta o santificata).
Nella religione romana antica, come in quella moderna, l'aspersione avviene tramite un rametto di alloro o olivo, detto appunto aspergillum, immerso nell'acqua lustrale e spruzzato su ciò che deve essere asperso (di solito è la purificazione da compiersi prima di un sacrificio agli dèi inferi).
Per la religione cristiana, l'aspersione ricorda il battesimo e la Pasqua. Il significato rituale sta nella purificazione ottenuta attraverso la purezza dell'acqua
Link
  • probabilmente fin dalla preistoria (da “sempre, qua, così”)
  • mediante il quale un ministro di culto addetto al sacrificio asperge la vittima prescelta (“ministro di culto, sacrificio, vittima prescelta”)
  • nella religione romana antica, come in quella moderna (da “sempre, qua, così”)
  • di solito è la purificazione da compiersi prima di un sacrificio agli dèi inferi (“un sacrificio agli dèi inferi”)
  • il significato rituale sta nella purificazione ottenuta attraverso la purezza dell'acqua (“attraverso la purezza dell’acqua”. L’acqua è “benedetta”. Certo, ma… “prima ancora l’acqua è inquinata”. A livello frattale espanso, l’inquinamento è uno stato esistente e, molto spesso, al di sotto del livello della “tua” osservazione, capacità, diretta. Se “attraverso l’acqua” acquisisci un certo “stato preparatorio”, allora pensa anche al di fuori del cerimoniale, che cosa ti accade ogni volta che bevi o ti esponi all’acqua inquinata e non... "benedetta". Che cosa “assorbi”?). 
          

mercoledì 3 febbraio 2016

La grande telenovela.

 
 
Novela (dal portoghese) = romanzo (il termine romanzo, inteso sia come genere letterario sia come aggettivo attribuito alle lingue neolatine, i cosiddetti volgari, trae le sue origini dal francese antico e in particolare dall'aggettivo romanz, derivazione dell'avverbio latino volgare romanice ed assimilabile all'espressione "alla romana". Dopo la caduta dell'Impero, tutti i cittadini di origine romana parlavano il "romanice" e il suo adattamento "romanz" diventò così un termine per indicare senza distinzione il volgareLink).
Volgare = Proprio del volgo, cioè lo strato sociale culturalmente ed economicamente più svantaggiato; non scientifico; rozzo; lingua che deriva dal latino e vi si contrappone...

Dal latino: vulgus popolo, plebe, massa.
Questa parola nasce in tempi remoti per discriminare alta e bassa società. Il (vulgus) era la massa povera e illetterata, che portava con sé tutta una serie di connotati ulteriori, come i modi rozzi, lo scarso discernimento, l'assenza di attività e gusto intellettuale, la lingua scarna e storpia…
La Massa “vale”, tuttavia.
Tanto che, lo puoi capire osservando il meccanismo delle telenovelas, ad esempio.
In Brasile non c’è la televisione pubblica ed il mercato, enorme, è suddiviso tra almeno 4 reti con segnale presente in tutto il paese:
Globo, Record, Band, Sbt.
La rete Globo è leader indiscussa dell’audience.
   

martedì 2 febbraio 2016

Centri di potenziale (passato prossimo).



La "legge (in ogni sua forma)" è una forma di "passato (sempre) prossimo".

Il Dominio "ieri, prepara, l'oggi". In italiano (qualsiasi "cosa" sia) è... sbagliato. Vero? Il tempo del verbo, non è corretto. SPS, tuttavia, è certo che "si capisce ugualmente", di cosa si tratta...
Il passato prossimo come forma dell'attualità.
Questa forma verbale può indicare un'azione da considerarsi compiuta nel presente...
Anche se l'azione è situata nel passato, l'effetto (compiutezza) è attuale, si riferisce al momento dell'enunciazione.
Dunque, non si può parlare di un vero e proprio riferimento temporale al passato, ma piuttosto di aspetto compiuto.
L'attualità della forma del passato prossimo traspare negli esempi soprattutto dalla presenza di un'indicazione temporale abbastanza precisa (adesso; in questo momento). Si noti peraltro che negli enunciati proposti non sarebbe possibile usare il passato remoto...
Link
Sono esistite almeno cinque Ere glaciali nella storia della Terra
Link
Così come un’era glaciale, passata, è già successa, “è già successoche
È lecito, dunque, poter immaginare (non senza una logica basata sui fatti, frattale espansa) qualcosa d’insieme, relativo a “ieri”, anche a partire dai centri potenziali che esistono “oggi”, come – ad esempio – il “deposito dei semi” alle isole Svalbard.
In caso di cataclisma planetario, improvviso o progressivo, coloro che detengono la “proprietà privata”, di una simile “banca”, di fatto, che cosa vengono a detenere, oltre al patrimonio investito nella banca?
Non è, forse, intuibile che, a quel punto, è il “destino umano” ad essere nelle mani di una proprietà unica, privata e non del tutto emersa alla luce del sole, se non altro per quanto riguarda le “intenzioni in toto”.
E se una simile “fonte di memoria”, vivesse di luce riflessa e, a quel punto, potesse esprimere quelle che erano le progettualità iniziali (qualcosa che va al di là di una semplice, utile e provvidenziale, raccolta di sementi mondiali), ossia:
  • un investimento a lunghissimo termine
  • un progetto
  • un “esserci sempre e comunque”, anche a fronte di ogni tipo di asperità, sull’onda lunga del motto: ogni crisi è una opportunità.
   

lunedì 1 febbraio 2016

Tutti frutti (3)


Trasmissione del "segnale".
Struttura radicata, rete ben formata.
Struttura radicata, rete ben informata…
Tutti “frutti”, nulla sfugge. Tutto, “qua, così” è gregge.
Ora, se fai perno sull’anima (il senso sottile della compresenza) dei dettagli, se ti accorgi della “leva” – in ogni caso – di conseguenza:
  • le informazioni non mancheranno mai
perché
  • di fatto, non mancano mai.
Perché la “rete” necessita di informazioni (segnale di clock), per rimanere esattamente “così, com’è”:
  • ordinata
  • gerarchica
  • strategica
  • dominante
  • inaccessibile all’apparenza
  • non apparente (solo fisica)
  • predeterminante.
La “legge” amministra ciò che richiede di essere amministrato. È un loop che non riesci mai a sciogliere. “È nato prima l’uovo o la gallina”?
Quale “dettaglio” consideri tanto importante, da essere al centro d’influenza della sostanza? Cosa sottovaluti sempre? Dove osservi? Cosa osservi? Perché osservi?
In cosa consta la “tua” deviazione?
Diavolo sta nei dettagli”.
   

venerdì 29 gennaio 2016

Tutti frutti (2)



Wop-bop-a-loom-a-boom-bam-boom tutti frutti
au rutti tutti frutti au rutti tutti frutti
au rutti tutti frutti au rutti tutti frutti
au rutti wop-bop-a-loom-bop-a-boom-bam-boom…”.
È chiaro che non ha senso. No? Ma, il grande successo è dovuto alla sonorità, alla musicalità, all'orecchiabilità, al ritmo, al costume, alla moda, allo spettacolo, all'apparenza, etc. Ossia, "cosa ti piace"?
Ad ogni evidenza, quello che "non capisci ma, risuona accattivante (ti rapisce, ti porta via, ti ha)".
Il misterioso titolo "tutti frutti".
Alzi la mano chi non si è mai domandato il significato del titolo di questa canzone… Tutti frutti non è italiano, è un'espressione americana presa dall'italiano che vuole significare "gelato alla frutta". Siamo negli anni '50, e quando ci si voleva provare con una ragazza la si invitava a mangiare un gelato. Un po’ come oggi si beve uno spritz e qualche anno fa un caffè...
Era quindi abbastanza evidente che l'autore (Little Richard) intendesse invitare la splendida ragazza della canzone a prendere un gelato alla frutta.
In parte è vero, ma la storia della canzone è tutta un'altra!
In realtà le cose andarono così: 
Little Richard aveva scritto musica e testi, ma, secondo Blumps Blackwell le parole della canzone erano troppo volgari. In quel tempo stavano frequentando una cantautrice di colore, Dorothy La Bostrie, che a parere del secondo, scriveva musiche banali, ma ottimi versi. Chiesero a lei di buttare giù il testo, che fu preparato in pochi minuti.
A detta della Dorothy ad ispirarla fu proprio il gusto del gelato a cui stava pensando in maniera ossessiva.
Nessuno aveva ancora capito la portata del brano che stavano per incidere, che di fatto venne registrato in 15 minuti.
Per praticità vennero eliminati 3 paragrafi, motivo per il quale il titolo tutti frutti sembra così criptico.
Ripeto che la registrazione venne fatta alla buona in 15 minuti, per cui nessuno dette peso al fatto che in questo modo avrebbe perso il suo significato.
Aggiungo poi, a titolo del tutto personale, che in America non si è mai dato molto peso ai testi delle canzoni rock. Questo compito spetterà, qualche anno più tardi, agli inglesi…
Link 
  • per praticità vennero eliminati 3 paragrafi, motivo per il quale il titolo tutti frutti sembra così criptico
  • nessuno dette peso al fatto che in questo modo avrebbe perso il suo significato...
    

giovedì 28 gennaio 2016

Tutti frutti (1)


 
"Womp-bomp-a-loom-op-a-womp-bam-boom!"...
Che cosa ti rimane da fare se, costantemente – solo e sempre – “qua, così”?
Ti puoi accorgere della “gabbia”, anche mantenendo l’osservazione al livello economico del tuo “budget familiare”:
  • se hai una capacità di risparmio (anche limitata)
  • come puoi investire il tuo denaro, “oggi… per farlo fruttare… domani”?
Tesoro: colloca Bot a sei mesi per 6,5 miliardi al rendimento di -0,08%.
Il Tesoro italiano ha collocato oggi Bot a sei mesi per complessivi 6,5 miliardi di euro ad un rendimento medio negativo dello -0,08% che si confronta con il -0,038% della precedente asta.
Le richieste si sono attestate a 10,75 miliardi di euro per un rapporto bid-to-cover pari a 1,65, in rialzo rispetto a quello dell'asta di fine dicembre che era stata pari a 1,32.
Link
Fai attenzione:
  • il Tesoro italiano ha collocato oggi Bot a sei mesi per complessivi 6,5 miliardi di euro
  • ad un rendimento medio negativo dello -0,08% che si confronta con il -0,038% della precedente asta
  • le richieste si sono attestate a 10,75 miliardi di euro
Sì. Capisci bene. Se tu “cedi temporalmente” cento euro al Tesoro, lo stesso – al termine del contratto (un anno) – ti restituisce di meno.
Un gran bel investimento, non c’è che dire.
Ma “per chi/che cosa”?
E il fatto interessante (e diabolico) è che “l’asta pubblica non è andata deserta (come una certa logica ti autorizza a credere). No, non è una barzelletta. È la “tua” realtà manifesta “qua, così”.
A fronte di un collocamento di 6,5… le richieste sono state pari a 10,75:
  • chi/cosa ha accettato di investire (comprare) a queste condizioni?
  • tu?
  • le famiglie di “risparmiatori/consumatori” italiane?
 

mercoledì 27 gennaio 2016

Attori "paganti col proprio destino".


 
Ci sono alcuni “snodi principali” derivanti dalla prospettiva by SPS. Dati di fatto, sostanza, forma per la materia. Ad esempio:
  • ciò che più temi, è già successo
  • tutte le parti emerse, recitano inconsciamente
  • la ragione dello status quo attuale, è dominante.
Questi cardini si sono manifestati, solo quando SPS si è “fermato ad osservare, attraverso una lente (altra) frattale espansa”, partendo dalla constatazione centrale, propria e sovrana (distaccata da ogni interesse), e portando ed “ebollizione” ciò che progressivamente “ha preso significati, pesi, misure, valutazioni, principi, valenze, etc. diverse”.
  • il Dominio impera, non manifesto
e, dunque
  • non più ricordato… prospera “qua, così”.
Eppure, anche senza la tua memoria, esiste sempre la memoria frattale espansa, ossia, quella funzione nativa/neutrale applicata al reale manifesto, in maniera tale da non farti mai mancare del tutto, ciò che “è”
Perché “manca” la memoria?
Perché dovrebbe mancare?
E, allora, “che cosa ricordi, veramente”?