venerdì 7 gennaio 2022

Suicidio assistito.



Via libera del Comitato etico al primo suicidio assistito in Italia. Restano i dubbi su farmaco e modalità da usare:

deciderà il tribunale

24 novembre 2021 Maria Novella De Luca Link

Dunque

già in sé l’espressione “Comitato etico” comporta molti dubbi, come sempre… gerarchici. 

Il popolo è sovrano e dunque decide? Come no. C’è sempre qualcosa o qualcuno che, invece, lo fa al posto “suo”. Come mai? Non è che il popolo viene giudicato non in grado di comprendere e volere e, di conseguenza, si spiega solamente in questo modo (nominando sempre una sorta di “tutore”) il trattamento usuale, qua? 

Il “dubbio” è costante e molto, molto, denso. Trovi

Certo, sono “cose” troppo distanti da “te”, motivo per cui non te ne preoccupi mai, salvo lamentarti sempre a pancia piena = assuefatti in tale oblio o fermo immagine. Hai mai pensato al suicidio? Uhm: a Me, sinceramente, negli ultimi due anni s’è accesa la “spia sul cruscotto”. 

Un lasciarsi andare? Un laissez-faire? Un fallimento?

Bah: credo sia, diversamente, nausea. Voglia di farla finita, si spera, una volta per tutte. 

È un “brutto segnale” da dare? 

Vedi un po’ cosa ti viene in mente. In questo diario online condivido il mio personale pensiero. La pressione mediatico-governativa-sanitaria è talmente grande, costante e coerente… da spingermi al “suicidio assistito”

Sì. Proprio così. Non vorrei, ma...

Quando ti fanno credere di essere “impotente” e di fatto lo auto ricavi giorno dopo giorno, che cos’altro ti resta da… fare? Ergo, il suicidio è assistito in termini di averlo indotto wireless, attraverso questa f-orma di tutto. Non è disperazione. È piuttosto, voglia di farla finita con questa storia, troppo brutta per essere vera, eppure… è vera. No

 

giovedì 6 gennaio 2022

mercoledì 5 gennaio 2022

Le relazioni pericolose.



Quando qualcuno “relaziona” relativamente ad un problema generale, può essere pericoloso per chi gestisce la gerarchia (da cui lo status quo conseguente). 

Allora, l’autentico pericolo consta della “malattia”, oppure della “cura”?

Essendo tutto relativo all’essere punto di sospensione (assoluto), che non è Dio bensì “Dio”, allora va da sé che la differenza la “Fa…” sempre chi decide (non evidentemente per chiunque, qua). La prova

È la gerarchia: il fatto stesso che sei in gerarchia. 

Senza una simile struttura di potere (invito a megafono) non è possibile decidere per tutti, contemporaneamente, mentre l’essere “a Massa” non batte ciglio, poiché la “legge” non lo prevede (e vorrei anche vedere il contrario).

Ecco la “democrazia”, allora.

Ecco il perché. Ed il percome? Bè, affonda nel momento di “è già successo” in poi (compresente). Ergo, “adesso” sei in un ramo parallelo di Te, ovvero “te”; auto mantenuto ben “distante” dalla possibilità di interagire sostanzialmente con la narrazione, essendo questa in costante diretta, mentre “tu” sei coerentemente (con la narrazione di p-arte ad arte) in differita

Ecco la differenza sostanziale di potenziale contemporaneo.