venerdì 8 luglio 2011

Il 'Topolino' venduto.



Comprando occasionalmente il Topolino di questa settimana, il numero 2902, in seconda di copertina ho potuto 'rabbrividire' nel leggere una pubblicità veicolata con tutta la forza del settimanale, rivolto per antonomasia al pubblico più giovane. Eccola:

gli Ham Cotto Raspini sono tutti senza glutine e sono prodotti nel pieno rispetto dei principi previsti da The Walt Disney Company per la corretta alimentazione dei bambini

Ero rimasto al fatto che la ‘Compagnia Disney’ s’occupasse del Mondo dei Fumetti e non dell’alimentazione del proprio pubblico di giovani talenti.

Chi rappresenta la The Walt Disney Company?

Certamente i propri interessi, solo mascherati da questo ‘buonismo’ strisciante e perpetuante le politiche dell’Antisistema. Il motto inerente la società pubblicizzata nella fattispecie è: benvenuti in famiglia.

Certo; ma di quale famiglia stiamo parlando? Molto probabilmente il benvenuto è rivolto a coloro che entrano a far parte della propria clientela: la grande famiglia dei consumatori – il gregge che necessita di un ‘buon Pastore’ per essere amministrato.

Sulle confezioni degli Ham Cotti c’è l’amichevole figura del Topo più famoso al Mondo: Topolino. Cosa vogliamo di più? Del resto, in un modello sociale in cui occorre rivolgersi al Gabibbo per avere una minima speranza di far sentire la propria voce, Topolino può, allo stesso modo, prestarsi per 'garantire' che ciò che si sta per mangiare corrisponde ad un corretto mix d’energia salubre. Che altro?

La pubblicità non guarda in faccia a niente e a nessuno, tantomeno alla tutela dell’equilibrio energetico dei bimbi. Laddove non esista traccia di spiritualità e di consapevolezza sottile, come è possibile ritenere un dato alimento o ‘un modo di fare’, in linea con la nostra viva e vera presenza nonché senso di appartenenza ad una qualcosa di talmente vasto da ritenerlo non-esistente?

Quella pubblicità è un modello di business e uno degli svariati modi per introdurre in noi le ‘interferenze’ che contribuiscono, sempre maggiormente, allo stacco dalla nostra componente animica… televisione compresa. Umanità dove sei? Nel senso: dov’è la componente umana in una pubblicità come questa? Nella quale non si tiene minimamente in considerazione che quello che si mangia è un essere vivente.

Un piatto sfizioso, equilibrato e ricco di gusto, ideale per ogni occasione di consumo familiare

Del resto in un Mondo in cui, se si domanda ‘In quali alimenti si trovano i cereali?’, il 79% risponde ‘nei prodotti che lo dichiarano in etichetta’, cosa vogliamo pretendere?

Abbiamo quello che meritiamo.

Davide Nebuloni / SacroProfanoSacro 2011

giovedì 7 luglio 2011

Creati per essere uccisi?

  

La clonazione animale consiste nel creare una copia di un animale sostituendo il materiale genetico di una cellula uovo non fecondata con il materiale di una cellula del corpo prelevata dall’animale che si vuole clonare.

Cosa ricorda questo modo di procreare? Un po’ quel copia e incolla che in ambito informatico è tanto facile da realizzare. Gli esseri viventi si moltiplicano nelle maniere più disparate e la creazione è ‘il modo’ per procedere seguendo la traccia sottilmente evidenziata dai campi morfogenetici, che alimentano d’ispirazione il Mondo tridimensionale intero.

Si esprimono dubbi sul fatto che la clonazione animale per scopi alimentari sia eticamente giustificata.

Siamo alle prese perlomeno con i ‘dubbi’, ossia ‘freni naturali’ che permettono la riflessione sul ‘cosa stiamo facendo?’. Creare un essere vivente per essere mangiato è quello che fa normalmente la Natura?

Coloro che lo pensano dovrebbero pensare ad una entità in grado di mangiare loro stessi, perché ne siano certi, quella creatura esiste davvero e ciò che stiamo facendo riflette proprio ‘coloro che ci sfruttano energeticamente’.

Allo stesso modo ciò che esiste in Natura riflette anche l’operato dell’umanità… zecche, pulci, scarafaggi, pipistrelli e parassiti in generale compresi.

Davide Nebuloni / SacroProfanoSacro 2011

mercoledì 6 luglio 2011

Segnati alla 'Fonte'.

Ciò che giunge ‘di noi’ per tramite degli altri, ossia attraverso il loro riflesso, ha diversi livelli di profondità e ‘ci riguarda sempre’. Allo stesso tempo, ognuno degli ‘altri’ ha solo da trarre preziosa informazione sia dal loro comportamento che dal nostro; ulteriore ed immancabile, riflesso. E via così, dando luogo ad una catena quantica ed intelligente di ‘scolastica umanità’.

Del domani non c’è certezza’… ok, ma è davvero tutto qua? Naa. Ognuno di noi si ‘fermi’ dove meglio crede: siamo liberi in questo? Se avessimo tutto il nostro tempo davvero a disposizione, potremmo forse dire di sì, ma dal momento in cui non è così… allora non siamo liberi di poter decidere nella nostra massima libertà.

Il libero arbitrio viene meno proprio all’origine, quando accettiamo di seguire l’evoluzione del Creatore, a sua immagine e somiglianza…

Questo ‘cerchio massimo’ descrive la massima espansione del raggio in cui ci possiamo muovere, che corrisponde al ‘diametro evolvente’ del ciclo creativo. Lì ‘dentro’ siamo liberi di ‘fare ed essere’, ma allo stesso tempo non possiamo esimerci, nel tempo, di evolvere secondo ‘programmazione’.

Davide Nebuloni / SacroProfanoSacro 2011
Prospettivavita@gmail.com