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mercoledì 31 agosto 2011

La dimostrazione pratica che la free energy esiste, anzi no: dipende dalla prospettiva (2).




 
Una volta dimostrato che l’energia libera esiste ed è sfruttabile, vado a dimostrare che, in realtà, ‘non esiste’. Perché? 

Perché tutto dipende dal nostro livello di consapevolezza, dal nostro punto prospettico, dall’espansione di coscienza che ci contraddistingue. In Natura tutto è livellato, tutto è a 'strati'; dal grande si va al piccolo, dal macro al micro e viceversa.

Questo è il frattale che dimostra che il ‘tutto’ è strutturato in questo modo, solo che non lo ‘vediamo’ perché la mente non lo permette, ossia la nostra vibrazione non è  più accordata, per ora, al tornare a ‘vedere’. È tuttavia certo che l’aria esista, anche se non la vediamo, oppure che esistono i batteri e i virus o l’elettricità.

L’energia libera in sé e per sé ‘non esiste’. Hanno ragione i Fisici...

Non c'è magia. Non c'è miracolo. È, invece, il diretto effetto di cause più grandi del percepito attuale. Apriamo gli ‘occhi’, usciamo dal 'Medioevo' che ci ha confuso ed avvolti su noi stessi. Un esempio evidente? Il Sole.

L’effetto del Sole è il calore. Infatti l’umanità ha iniziato a sfruttare i raggi solari. Il limite è della tecnologia che pubblicamente si ammette di avere a disposizione, della tecnologia che si impiega. Ma, in realtà, i raggi solari costituiscono una fonte di energia libera da cui trarre il moto perpetuo. 

L’energia libera è un effetto di un ‘moto’ più grande.

Un altro esempio? I magneti. Se il genere umano non mette a frutto questa energia è perché:
  • non lo ‘vuole’ fare.
  • non gli è permesso di farlo.
Potrebbe anche essere che le due cause siano assolutamente interlacciate:
  • il genere umano non mette a frutto questa energia perché non gli è permesso e, dunque, non vuole in quanto sotto incantesimo.
Il limite derivante dalla tecnologia è un ‘mito’ o un riflesso. Perché sappiamo che già nella seconda metà del 1800 John Worrel Keely aveva inventato macchine che funzionavano con il ‘nulla’, poi venne Tesla e molti altri. 

Tutti uomini che si sono dovuti mettere da parte di fronte al potere affiorante nelle 3d nelle vesti degli interessi economici e militari.

Il genere umano ha già a disposizione la tecnologia necessaria per sfruttare l’effetto chiamato ‘energia libera’, derivante da cause/moti che sfuggono alla percezione sensoriale e all’espansione della consapevolezza. Osserviamo così tale effetto:

nella dimensione di un insetto, soggiornare in prossimità di un tubo contenente l’acqua calda, installato da tecnici di una fabbrica, significa avere a disposizione l’effetto calore, o energia libera, da sfruttare per superare l’inverno. Dal loro punto di vista, quell’effetto è miracoloso ed ‘eterno’. Se potessero sviluppare una tecnologia opportuna avrebbero l’occasione di sfruttare quel calore per svariate altre funzioni, oltre a quella della sopravvivenza più elementare.

Da questa linea di espansione di coscienza derivano intere considerazioni che ‘rischiano’ di spazzare via l’attuale paradigma a cui tutto il genere umano è sottoposto. Ad esempio:

il progetto ‘Chani’, descritto in Nexus numero 86, ci insegna che, persone autorizzate dall’alto, nei forum scrivono cose vere, ma mascherate nelle discussioni, per testare le reazioni della gente ed in un certo senso, per preparare la gente a ‘qualcosa’ che dovrà prima o poi avvenire.

Quindi, per analogia frattale, significa che anche nei film fanno la stessa cosa, perché i film hanno la stessa grande e variegata potenziale platea umana come corrispettivo target, quindi ad esempio la struttura centrale di ‘Source Code’ è vera:

qui il gioco e il pensiero muovono attorno ad una molteplicità di dimensioni (non ultima quella del finale, tutt'altro che posticcio) e il tempo è la variabile chiave, l'unica, tant'è vero che lo spazio è individuato in un non-luogo, il treno, più che altro una direttrice, un vettore
 
L'azione, il thrilling, la velocità del film di Duncan Jones non nascono, dunque, solo dagli espedienti narrativi tipici del genere nella sua declinazione hollywoodiana (la bomba, il conto alla rovescia) ma sono fatti di tempo e movimento: sono fatti della materia di cui è fatto il cinema.
Da MyMovies 
 
Perché dico che ‘è vera’? 

Perché è il fulcro della trama, la traccia portante e, dunque, l’esperimento sociale è certamente basato su questa verità. Verità ampiamente camuffata e spacciata per pura fantascienza.

La fantascienza è spesso servita per costruire importanti metafore sui problemi della vita e su quelli della società. Basti pensare a titoli come L'invasione degli Ultracorpi (Invasion of the Body Snatchers, 1956 che Don Siegel trasse dall’omonimo romanzo di Jack Finney, del 1955) o il super citato Blade Runner, diretto nel 1982 da Ridley Scott sullo spunto del romanzo Il cacciatore di androidi (Do Androids Dream of Electric Sheep?, 1968) di Philip K. Dick

È ora la volta di Duncan Jones, un giovane regista inglese figlio d’arte, è il rampollo del cantante David Bowie, a prendere in mano una bella sceneggiatura di Ben Ripley per realizzare Source Code…
Link 

Proseguendo su questa via, cioè accettando che la verità sincronica sgorghi e fluisca, facendo surf sull’analogia frattale possiamo andare a dimostrare, senza ombra alcuna di dubbio, ogni verità sepolta dall’intento parassita di controllo umano. Roba forte, vero?
 
Ciò equivale a capire e sostenere, poi, quel moto di ‘limpidezza cristallina’ che deriva direttamente dalle fucine dell’Universo: si scrive legge e si legge Amore.

Davide Nebuloni / SacroProfanoSacro 2011
Prospettivavita@gmail.com

martedì 30 agosto 2011

La dimostrazione pratica che la free energy esiste, anzi no: dipende dalla prospettiva (1).




Per parlare di ‘energia libera’ occorre parlare di ‘moto perpetuo’. Ecco cosa riporta l’enciclopedia ‘istituzionale’ Wikipedia:

Con moto perpetuo si intende un regime di funzionamento di una macchina in cui viene creata energia in contraddizione con i principi della termodinamica. Secondo la definizione di Max Planck:

'È impossibile ottenere il moto perpetuo per via meccanica, termica, chimica, o qualsiasi altro metodo, ossia è impossibile costruire un motore che lavori continuamente e produca dal nulla lavoro o energia cinetica'.
Max Planck, Trattato sulla termodinamica, Dover (NY), 1945

Originariamente, si considerava 'moto perpetuo' un moto che si mantenesse costante nel tempo senza intervento esterno, in quanto prima della formulazione newtoniana delle leggi della dinamica si riteneva che un corpo per muoversi avesse sempre bisogno di apporto di energia; tuttavia oggi questa definizione non è considerata rigorosa in quanto sono stati trovati esempi di moto indefinito, ad esempio il moto degli elettroni a livello atomico ed il moto dei corpi celesti.
 
Classificazione.
Vi sono due generi di moto perpetuo, che si dicono rispettivamente di prima e di seconda specie, a seconda che la loro realizzazione violi il primo o solamente il secondo principio della termodinamica.
 
Prima specie.
Appartiene a questa categoria una macchina che produca in uscita una quantità di energia maggiore di quella che consuma. Una volta avviata la macchina funzionerebbe indefinitamente autoalimentandosi, in evidente violazione del principio di conservazione dell'energia (primo principio della termodinamica).  Molte delle proposte per queste macchine utilizzano magneti come fonti di energia dal nulla ed impiegano sistemi ad attrito nullo. Se molti di questi sistemi possono marciare anche per lungo tempo prima di fermarsi, da essi non è fisicamente possibile estrarre energia gratuita.
 
Seconda specie.
Dispositivi di questo tipo dovrebbero essere in grado di convertire interamente il calore estratto da una sola sorgente a temperatura costante in lavoro. Ciò è in violazione del secondo principio della termodinamica: un esempio di macchina a moto perpetuo di seconda specie sarebbe una nave capace di avanzare sottraendo calore all'acqua del mare e trasformando quel calore in energia cinetica, senza cederne una parte ad una sorgente più fredda dell'acqua di mare. Il primo principio della termodinamica sarebbe rispettato da tale macchina termica a rendimento unitario. Oggi si considera comunemente il secondo principio come una conseguenza della meccanica statistica, e la sua validità è ritenuta un fatto meramente probabilistico.

Di conseguenza sono possibili violazioni del secondo principio, sia pure con probabilità piccolissima; quella che resta esclusa è la possibilità di provocare tali violazioni in modo riproducibile e quindi utilizzabile
Da Wikipedia

Estraiamo queste due considerazioni dal più ampio discorso:
  1. oggi… sono stati trovati esempi di moto indefinito, ad esempio il moto degli elettroni a livello atomico ed il moto dei corpi celesti.
  2. di conseguenza sono possibili violazioni del secondo principio, sia pure con probabilità piccolissima; quella che resta esclusa è la possibilità di provocare tali violazioni in modo riproducibile e quindi utilizzabile.
Mi chiedo se queste espressioni creino un paradosso:
  1. ci sono ‘eccezioni’ al fatto che non esiste moto perpetuo.
  2. è escluso che le ‘violazioni’ siano riproducibili e quindi utilizzabili.
Le eccezioni sono state riscontrate a livello macro e micro rispetto alla dimensione umana. Non sono riproducibili? Beh, a quel livello è tutto abbastanza inarrivabile, però i loro effetti sono certamente utilizzabili. 

Il moto dei corpi celesti determina, ad esempio, nella fattispecie che la Luna eserciti un'attrazione sulle masse marine alimentando il moto delle maree, le quali sono dunque utilizzabili per generare energia:

l'energia mareomotrice è l'energia ricavata dagli spostamenti d'acqua causati dalle maree. Rappresenta una fonte di energia alternativa e rinnovabile.
 
Descrizione.
La marea, il ritmico innalzamento e abbassamento del livello del mare provocato dall'azione gravitazionale della luna e del sole, di solito ha un'ampiezza (dislivello tra l’alta marea e la bassa marea) inferiore al metro, ma in alcune zone, per la particolare configurazione del sito, il dislivello può raggiungere valori elevati, interessanti lo sfruttamento e la produzione di energia, ad oggi prevalentemente elettrica. In alcune zone del pianeta, per esempio, si registrano maree anche con 20 m di ampiezza verticale.
 
Già nell’antichità si cercò di sfruttare questo tipo di energia, mediante la costruzione di 'mulini a marea'. L’acqua veniva raccolta, durante il flusso, in un piccolo bacino, che veniva in seguito chiuso con una paratia. Al momento del deflusso l’acqua veniva convogliata attraverso un canale verso una ruota che muoveva una macina.
Da Wikipedia

Dunque? Il moto perpetuo esiste e questa ne è la prova tangibile

Passiamo ora ad un livello diverso della dimostrazione, perché non è mica finita qua. Voglio andare ulteriormente a dimostrare che la ‘nomenclatura’ scientifica Antisistemica è nelle mani del ‘controllo’ e che attraverso sistemi di condizionamento di massa ha ripetutamente celato e mentito sulle scoperte precedentemente avvenute ad opera di popolazioni del passato e di ‘coraggiosi’ che hanno fatto decisamente una brutta fine.

Abbiamo ancora due strade, almeno, da perseguire:
  1. il sentiero esoterico/spirituale.
  2. il sentiero scientifico conclamato.
Il punto numero 1 è quello espresso da Ermete Trismegisto, ossia, in estrema sintesi che:

ciò che è in basso è come ciò che è in alto e ciò che è in alto è come ciò che è in basso per fare i miracoli della cosa una…
Da Wikipedia

Tornando a ciò che ho citato in precedenza e miscelandolo con questa verità, abbiamo che: 

ciò che è in basso (ad esempio ciò che riguarda ‘noi’ o ‘l’umanità’) è come ciò che è in alto (‘il moto dei corpi celesti’, ossia il moto perpetuo il cui effetto è utilizzabile dall’umanità), quindi è 'previsto' da vere e proprie leggi Universali che al nostro ‘livello’ possa esistere il moto perpetuo

Però questo ‘sentiero’ si basa su una asserzione ‘non riconosciuta’ dalla scienza Antisistemica, per cui ‘non vale’. Allora? Allora seguiamo il secondo ‘sentiero’, ossia quello scientifico conclamato. Per andare al sodo, intendo la scienza che studia i frattali in Natura.

Un frattale è un oggetto geometrico che si ripete nella sua struttura allo stesso modo su scale diverse, ovvero che non cambia aspetto anche se visto con una lente d'ingrandimento… 

Frattali e natura.
La natura produce molti esempi di forme molto simili ai frattali. Ad esempio in un albero (soprattutto nell'abete) ogni ramo è approssimativamente simile all'intero albero e ogni rametto è a sua volta simile al proprio ramo, e così via; è anche possibile notare fenomeni di auto-similarità nella forma di una costa: con immagini riprese da satellite man mano sempre più grandi si può notare che la struttura generale di golfi più o meno dentellati mostra molte componenti che, se non identiche all'originale, gli assomigliano comunque molto.

Secondo Mandelbrot, le relazioni fra frattali e natura sono più profonde di quanto si creda.
'Si ritiene che in qualche modo i frattali abbiano delle corrispondenze con la struttura della mente umana, è per questo che la gente li trova così familiari. Questa familiarità è ancora un mistero e più si approfondisce l'argomento più il mistero aumenta'.
Benoit Mandelbrot

La costruzione dei frattali, invece, non si basa su di un'equazione, ma su un algoritmo. Ciò significa che si è in presenza di un metodo, non necessariamente numerico…  Alla base dell’auto-similarità sta una particolare trasformazione geometrica chiamata omotetia che permette di ingrandire o ridurre una figura lasciandone inalterata la forma

Un frattale è un ente geometrico che mantiene la stessa forma se ingrandito con una omotetia opportuna, detta omotetia interna.
 
Il caso.
Mandelbrot afferma che la costa è stata modellata nel corso del tempo da molteplici influenze. La situazione si presenta così complicata perché in geomorfologia non si conoscono le leggi che governano queste influenze. Possiamo quindi affermare che il caso occupa un ruolo rilevante e tuttora l’unico strumento capace di fornire una soluzione al problema è la statistica...
Da Wikipedia 
 
I frattali, riconosciuti e classificati dalla scienza, dimostrano per altri versi la legge espressa nella ‘Tavola Smeraldina’, per cui il ‘moto perpetuo’, riconosciuto in ‘alto’, nei moti dei corpi celesti, dovrà avere la sua identica ‘replica’ in ‘basso’, ossia anche nella dimensione umana

Per cui esiste in Natura ed è direttamente sfruttabile dal genere umano. Tutto ciò che non lo ricomprende è comprensibile ed inquadrabile in questa espressione Antisistemica:

la situazione si presenta così complicata perché in geomorfologia non si conoscono le leggi che governano queste influenze. Possiamo quindi affermare che il caso occupa un ruolo rilevante

Il ‘caso’ occupa lo spazio della ‘non conoscenza’, dell’ignoranza o della malafede  di coloro che si ostinano a negare l’evidenza scritta e scolpita dalle leggi Universali in ogni modo tutt’attorno a noi

Il caso è un effetto della mancanza di consapevolezza, è un ombra che tenta di dare una spiegazione approssimata, prima che i tempi autorizzino alla popolarità di una scoperta/evidenza.

Un frattale che dimostra tutto ciò sono i ‘bestiari medievali’, ossia quello che l’umanità, focalizzata nel sapere medico ufficiale, supponeva di sapere a proposito di corpo umano e di salute umana. Un punto prospettico completamente esaurito nella marcia evolutiva contrassegnata nel tempo.

La prospettiva sembra estrema, ma verso la fine della sua carriera Van Gogh non era solo in rivolta contro i colori opachi degli artisti olandesi dell'epoca; egli si stava anche sbarazzando delle regole della prospettiva, che imponevano un approccio preciso e realistico all'opera da un punto di vista prospettico. 

Van Gogh respinse spesso le leggi della prospettiva convenzionale nell'ultima parte della sua carriera, in modo particolare in molti dei suoi dipinti di Arles.

Davide Nebuloni / SacroProfanoSacro 2011
Prospettivavita@gmail.com

venerdì 19 agosto 2011

Sparire da questo piano per 'fede'.




Se accettiamo di ‘lasciarci andare’, le informazioni che attireremo vivendo, saranno armonizzate con un simile stato d’animo. Ovviamente, per ‘lasciarci andare’ intendo ‘avere fiducia o fede’. In che cosa? Nel più alto principio esistente: quello relativo ad una intelligenza primeva, al di sopra di ogni aspetto relativo al senso illusorio dimensionale fine a se stesso. 

La caratteristica di ‘fede’ è, infatti, stata disintegrata dal dogma religioso contabile e globale

La ‘fede’ è, oggi, riconducibile ad un significato che è molto simile all’afferrare un frutto per assaggiarne solo la buccia, ossia il suo strato più superficiale. L’opera Antisistemica è ‘lungimirante’. Il gigantesco teatro delle religioni può essere un immane 'trucco' al fine di stravolgere il significato del termine ‘fede’

Oggi chi non risente dell’influsso inquinante delle religioni, quando si accenna ad un simile termine? È, come dire, stato inflazionato dopo millenni di utilizzo storpiato della sua venatura più adatta a rappresentarlo nelle 3d. Ricordiamo sempre che il ‘significato’ e la ‘verità’ brillano a ‘temperature diverse’ in funzione della vibrazione che caratterizza l’osservatore o la massa osservante.

Il piano duale è la quintessenza di questo concetto.

Scoprire una legge fisica, all’interno di un mezzo sottile come l’etere, non riconosciuto, comporta ‘lo scoprire una mezza verità’, come appunto la conclusione affrettata che la velocità della luce sia insuperabile. È insuperabile a ‘bocce ferme’, ma è questa una condizione non definibile in un contesto ‘vivo’ come quello della struttura Universale.

Diciamo che le conclusioni di uno studio, effettuato da un essere vivente ad un certo livello evolutivo, sono fini/figli di quel livello evolutivo: nient’altro.

In ogni secolo gli esseri umani hanno pensato di aver capito definitivamente l'universo e, in ogni secolo, si è capito che avevano sbagliato. Da ciò segue che l'unica cosa certa che possiamo dire oggi sulle nostre attuali conoscenze è che sono sbagliate.
Isaac Asimov tramite Saggezza&Consapevolezza

Invece che usare il termine ‘sbagliate’, utilizzerei ‘temporanee’, ossia relative al livello di comprensione evolutiva inerente all’entità che intende chiedersi il perché di taluni fenomeni che lo circondano.

Esistono, o sono esistiti, esseri umani innestati in una struttura temporale difforme dal proprio livello conoscitivo; persone più ‘avanti’ rispetto alla massa e persino rispetto al livello scientifico affermato in un dato ‘presente’. Queste individualità non hanno mai avuto Vita facile in un ‘luogo 3d’ in cui si teme il ‘diverso’, perché il reame instaurato sulle note della paura è sempre un ‘luogo chiuso’ e poco ricettivo. 

Una di queste individualità è il poco noto John Keely. Leggiamo qualche nota su di lui e su come è 'andato a finire' nella sua particolare incarnazione:

Nella seconda metà dell’ottocento vi è da registrare la storia di un certo John Worrel Keely, inventore di una serie di apparecchiature in grado di sollevare in aria gli oggetti e disintegrare la pietra. Keely utilizzava il suono prodotto da strumenti simili a canne d’organo, o da corni di ottone, propagato attraverso un filo metallico composto da oro, argento e platino (come alcuni gong tibetani), o da un semplice filo di seta e sollevava sfere, composte dai tre metalli, al solo suono di una nota…
 
Inventò anche uno strumento che doveva divenire l'elemento principale di un nuovo motore meccanico: l'arcolaio. Centinaia di sfere, tamburi e ruote, che producevano una potenza inaudita che impressionava le persone che assistevano ai suoi esperimenti

Ridusse le dimensioni del suo Liberatore, rendendolo grande quanto un orologio da taschino, ma era il procedimento che complicava la realizzazione fuori del suo laboratorio. Era necessario trovare l'accordo di massa, ossia trovare la giusta intonazione fra le vibrazioni corporee di Keely, di risonanza della stanza, degli apparecchi e quelle emesse da eventuali visitatori. Quindi tutto doveva essere preventivamente sintonizzato.
 
Scoprì anche che le vibrazioni per simpatia erano in grado di disintegrare il quarzo e altri tipi di roccia dura usando la nota giusta. L'accordo di massa sulla prima ottava produce 42.800 vibrazioni al secondo sufficienti allo scopo.
 
Ideò quindi un disintegratore che poteva venire impiegato nell'industria mineraria. Gli imprenditori minerari dell'epoca finanziarono ulteriori ricerche e Keely modificò di nuovo il Liberatore. Rifiutò comunque di rivelare la natura della forza 'eterea' utilizzata e il conflitto che si venne a creare con i suoi finanziatori, lo spinse, in preda all'ira, a distruggere parte di quanto aveva scoperto e creato. Morì povero e dimenticato.
Link

Il ritornello è sempre quello, no? Keely nasce quasi vent’anni prima di Tesla e rappresenta quel filo di continuità che unisce la ricerca e la comprensione evolutiva portata avanti in maniera sottile da una certa categoria di individui, al di fuori di ogni dogma imposto dal modello imperante globalmente. È la Vita che pulsa e che non può essere mantenuta in ‘cattività’ per troppo tempo.

Ed ora una lunga citazione tratta dallo splendido lavoro di David Wilcock, trovabile su Stazione Celeste a questo link.

Dopo aver stabilito che tutti i campi come la forza gravitazionale e quella elettromagnetica sono semplicemente differenti forme di etere/ZPE in movimento, abbiamo una sorgente attiva per la gravità, e una semplice e chiara ragione per la quale essa dovrebbe esistere. Osserviamo che ogni molecola di un intero corpo planetario deve essere sostenuta da un continuo flusso interno di energia eterica

La stessa energia che interviene nella creazione della Terra crea e fluttua dentro di noi. Allora, noi restiamo impigliati nella corrente gigante del fiume di energia che scorre all’interno della Terra, così come le zanzare restano incastrate in una zanzariera mentre l’aria continua a fluire attraverso la retina. I nostri corpi non possono spostarsi attraverso la materia solida, ma ciò è certamente possibile ad una corrente di energia eterica – e questa è una delle molteplici cose che Keely, Tesla, Kozyrev e altri hanno dimostrato. 

Un stella o un pianeta deve continuamente ricavare energia dal suo ambiente per riuscire a mantenersi in vita

Kozyrev ha fatto le stesse osservazioni a proposito del Sole negli anni ’50, concludendo che le stelle agiscono come 'macchine che convertono il flusso del tempo in calore e luce'.
 
Quasi tutti gli scienziati occidentali ritengono che le teorie della relatività di Einstein, la generale e la ristretta, eliminino la necessità di fare riferimento all’etere – e, invece, Einstein sosteneva il rifiuto dell’etere nel 1910, che è l’anno in cui la scienza ufficiale ritiene conclusa la riflessione di Einstein sull’argomento. Tuttavia, nel 1920 Einstein afferma in realtà che 'l’ipotesi dell’esistenza dell’etere non contraddice la teoria della relatività ristretta'. E nel 1924, scrive:
 
... nella fisica teoretica, non andiamo da nessuna parte senza l’etere, cioè un continuum di proprietà fisiche definite, in quanto la teoria generale della relatività (…) esclude un’azione diretta a lungo raggio; e ogni teoria a breve raggio assume la presenza di campi continui, e, conseguentemente, l’esistenza dell’'etere'.
Link

Un stella o un pianeta deve continuamente ricavare energia dal suo ambiente per riuscire a mantenersi in vita, ossia frattalmente ogni ‘entità vivente’ sfrutta l’ambiente che 'emerge' da lei e, che a sua volta, è sfruttata dal livello successivo nella scala evolutiva. Questa ‘scala alimentare’ è un ritornello esistenziale. 

Persino quando parliamo di free energy stiamo dimenticando che esiste ‘qualcosa’ che in cambio esige dell’energia di altro tipo da noi. È il caso delle entità parassite che ‘ci hanno’, di cui il virus è l’esemplificazione più nitida espressa in chiave naturale. 

La free energy esiste ma estrae energia da movimenti colossali che esistono e che noi non siamo ancora in grado di ‘osservare e registrare’

È come agganciare un altro tipo di moto naturale sfruttandone le dinamiche superficiali che emergono non appena si entra in risonanza con l’effetto. È come se ci agganciassimo allo spostamento d’aria che si registra in prossimità di una autostrada: l’aria viene smossa dal moto dei veicoli (che non vediamo perché vibrano a differenti frequenze dalla nostra, ossia procedono a velocità troppo elevate). Potremmo sfruttare quella ‘energia libera’ per incanalarla e fare muovere le pale di un mulino, ad esempio.

Ma quell’energia è davvero ‘libera’? No, perché viene procurata ed alimentata dal moto dei veicoli che non possiamo vedere, veicoli che per funzionare hanno necessità di altre fonti energetiche, anche più raffinate ed evolute…

Il termine 'latente' vuol dire 'lasciato in sospeso', e Kozyrev osservò certi effetti che si manifestavano per un certo periodo di tempo dopo aver interrotto la formazione di onde torsionali e/o disturbi agli oggetti misurati. Si ricordi che Kozyrev dimostrò come il semplice scuotimento di un corpo su di una striscia di gomma ne avrebbe incrementato il peso, e che esso sarebbe lentamente tornato alla normale massa a riposo dopo averlo sistemato sulla bilancia a gioghi

Il tempo che il corpo impiega a ritornare al suo peso normale equivale a misurare la 'forza latente' che esso è in grado di sostenere.
 
In questi esperimenti certi oggetti aumentano e diminuiscono di peso più velocemente di altri. Kozyrev concluse che la percentuale alla quale un oggetto aumenta o diminuisce di peso si basa sulla sua densità, o spessore, e non sul suo peso complessivo. Egli mostrò che la perdita di peso si verifica ad indice esponenziale, e che più è elevata la densità del materiale, più velocemente le forze residue scompaiono. Ecco alcuni esempi:
 
• Il piombo, densità 11, perderà le forze latenti in 14 secondi;
• L’alluminio, densità 2.7, in 28 secondi;
• Il legno, densità 0.5, in 70 secondi.
 
L’effetto Aspden.
Un altro esempio di forze latenti presenti in un sistema si trova nel cosiddetto effetto Aspden, scoperto dal dott. Harold Aspden della Cambridge University. Questo esperimento si basa su un giroscopio il cui ingranaggio centrale viene attratto da un potente magnete. Il normale quantitativo di energia richiesta per rotare il giroscopio ad una velocità massima data è di 1.000 joule. Come un bicchiere d’acqua che viene agitato con una spugna, la rotazione del giroscopio fa sì che l’energia eterica contenuta nell’ingranaggio centrale inizi a muoversi a spirale, e questo movimento agitatorio continui nell’oggetto anche dopo aver arrestato il giroscopio.
 
Sorprendentemente, fino a 60 secondi dopo che il giroscopio finisce di ruotare, basta un’energia dieci volte inferiore affinché esso ritorni alla stessa velocità ottenuta la prima volta, ossia solo 100 joule

Questo è un altro effetto riproducibile che è stato semplicemente ignorato dalla corrente principale scientifica, in quanto 'viola le leggi della fisica'… Questo è dovuto al fatto che l’energia extra torsionale/eterica viene attratta dal potente magnete permanente che compone il centro del giroscopio; in Convergence III abbiamo dimostrato in che modo questa proprietà basilare dei magneti rotanti è stata usata per creare molte fonti differenti di 'energia libera'.
 
La nuova visione della relatività in Ginzburg.
I primi concetti chiave che desideriamo esplorare sono da collegarsi all’opera del dott. Vladimir Ginzburg, nato a Mosca e trasferitosi negli USA con la famiglia nel 1974. Dopo la laurea in scienze tecniche nel 1968, egli si trovava certamente nella migliore posizione per conoscere le scoperte di Kozyrev, uno dei maggiori astrofisici russi. Come detto, nell’ex-Unione Sovietica esisteva un forte desiderio del regime di stendere un velo di segretezza su questi argomenti, infatti Ginzburg stesso non menziona Kozyrev nelle sue opere

Nondimeno, Ginzburg scoprì che potevano essere effettuate poche semplici modifiche alle comuni equazioni facenti parte della teoria della relatività senza creare discordanze con le osservazioni note e, per di più, riuscendo a spiegare le anomalie di modificazione del peso della materia che già Kozyrev aveva notato. 
 
La teoria della relatività afferma che un oggetto aumenta gradualmente la sua massa una volta che è stato sottoposto ad accelerazione. Secondo il pensiero scientifico convenzionale, nessun oggetto può superare la velocità della luce, perché appena esso raggiunge tale velocità, secondo le equazioni l’oggetto diventerebbe infinitamente grande. Allora, in termini approssimativi, Ginzberg trovò che era possibile invertire completamente queste equazioni senza violare alcuna regola scientifica.

Questo significa che invece di diventare più grande, un oggetto avrebbe addirittura rilasciato energia verso l’etere nel momento in cui fosse stato spostato, provocando così la perdita graduale di tutte le sue caratteristiche profonde di massa gravitazionale, massa inerziale e polarità elettrica qualora avesse raggiunto la velocità della luce. Ginzberg presenta questi nuovi concetti nei seguenti termini. Le caratteristiche principali di queste nuove equazioni sono: 
 
- Sia la massa gravitazionale che quella inerziale di una particella decrescono quando la sua velocità aumenta.
- La polarità elettrica di una particella decresce allo stesso modo quando la sua velocità aumenta… 
 
Come si vede, la massa (peso) complessiva di un oggetto è rappresentata sia dalla massa gravitazionale che da quella inerziale, le quali sono semplicemente misure del comportamento della gravità e dell’inerzia su di un oggetto. Curiosamente, sia la gravità che l’inerzia manifestano essenzialmente effetti identici sulla materia; ciò è noto come il 'Principio di Equivalenza' di Einstein. Tale principio ci mostra che la gravità e l’inerzia sono due forme della stessa energia di uguale forza, una (la gravità) che si muove verso giù, e l’altra (l’inerzia) che provoca la resistenza al movimento nello spazio. 

Questo è uno dei modi più semplici per capire che deve allora esistere un ‘etere’ o ‘vacuum fisico’, che risiede dietro queste forze, come aveva già notato Kozyrev. Così, dopo aver iniziato ad accelerare un oggetto (che abbiamo già detto essere simile ad una spugna immersa nell’acqua in questo nuovo modello), la pressione aggiunta comprimerà atomi e molecole dell’oggetto causando con sempre maggior evidenza il rilascio del suo etere.
 
Ginzburg poi continua:
 
Potreste non essere preparati ad abbandonare subito le vecchie equazioni relativistiche. Ma quando lo sarete, scoprirete molte cose interessanti: 
 
- Solo quando una particella è a riposo può essere considerata come materia ‘pura’. Appena la particella comincia a muoversi, la sua massa gravitazionale e la polarità elettrica inizieranno a decrescere, in accordo con le nuove equazioni relativistiche, così che una parte della sua materia sarà convertita in un campo. Quando la velocità della particella diventa uguale all’ultima velocità di campo  a spirale 'C', la sua massa gravitazionale e polarità elettrica diverranno uguali allo zero. A quel punto, la materia sarà completamente convertita in un campo ‘puro’
 
'L’ultima velocità di campo a spirale ‘C'' menzionata da Ginzburg è leggermente più alta della normale velocità della luce, a causa del percorso a spirale che egli ritiene ogni energia debba seguire. Questo semplice cambio nelle equazioni della relatività base porta quindi ad una nuova fisica quantica della trasmutazione, contenente il concetto che un oggetto può sparire completamente dalla nostra realtà fisica conosciuta. E questo conduce dritto ad un nuovo interrogativo: 'Sparisce per andare dove?' .
 
Ginzburg asserisce che un oggetto diviene ‘campo puro’ quando la sua velocità si avvicina a quella della luce

In ogni caso, risulta piuttosto evidente che ci sono differenti livelli vibratori dell’etere, e perciò possiamo dedurre che quando un oggetto viene accelerato verso la velocità della luce, sia per mezzo di moto lineare, che per vibrazione interna o per azione energetica correlata, l’energia mancante e la massa vengono semplicemente spostate in un livello vibratorio di etere più elevato

In questo libro ci riferiremo a questi livelli chiamandoli ‘densità’. Ad esempio, facendo pressione su un pallone per mezzo della sua immersione nell’acqua, è possibile spostarlo gradualmente facendolo passare da ‘aria interna’ ad ‘acqua interna’, la quale è peraltro più densa. Rilasciando la pressione, la più elevata pressione dell’acqua provocherà uno scoppiettìo del pallone che si ritrova di nuovo nell’atmosfera.

Si noterà che nulla della forma base del pallone è cambiato. Anche se si tratta di un’analogia piuttosto rudimentale, è senz’altro la migliore per spiegare molte anomalie di cui discuteremo nel libro.
 
Alcuni scienziati come Mishin, Aspden, Tesla e Keely hanno scoperto, indipendentemente gli uni dagli altri, che l’etere è suddiviso in differenti livelli di densità. Apprendiamo da queste scoperte che le qualità della materia e dell’energia saranno differenti secondo la densità, cosa che comporta un cambiamento nelle leggi-base della fisica per ogni livello di densità raggiunto. Parleremo brevemente delle loro scoperte per inserire le loro argomentazioni nel giusto contesto.
 
Prima di tutto, il dott. A.M. Miskin di S. Pietroburgo, Russia, ha condotto misurazioni molto approfondite per lunghi periodi di tempo nel suo laboratorio, ed ha dimostrato che l’etere esiste simultaneamente in diversi stati, e che lo stato che si rileverà dipende dal tipo di turbolenza disturbante che si crea

Queste scoperte sono state fatte con misurazioni prese per mezzo di sistemi elettromeccanici auto-oscillanti, simili ad alcuni schizzi di Kozyrev, con in più un celato ‘componente nascosto’, più adatto a rilevare onde di torsione da sistemi biologici che da sistemi inorganici. Con questo tipo di misurazioni, Mishin ha potuto rilevare quanto segue:
 
- La ‘temperatura’ dell’etere, ossia la quantità di disturbo vibratorio contenuto in esso;
- La direzione e la polarizzazione dell’etere;
- I movimenti fluenti, o ‘flussi’ dell’etere.
 
Mishin ha numerato le differenti densità dell’etere come segue:
 
- Ether-1 che funziona come un corpo solido;
- Ether-2 che funziona come un denso liquido superfluido;
- Ether-3 che funziona come un corpo gassoso, connesso con il moto molecolare;
- Ether-4 che è lo stato osservabile a livello di energia del plasma stellare;
- Ether-5 che corrisponde ai processi galattici.
 
Come possiamo vedere, ogni livello di etere scoperto da Mishin possiede un differente livello di densità rispetto agli altri, più chiaramente visibile nei primi tre, che sono ovviamente in ordine decrescente di densità. Dobbiamo ricordare che Mishin non è l’unico scienziato ad avere scoperto le diverse densità dell’etere

Fin dagli anni ’50, il dott. Harold Aspden ha documentato scoperte simili, e in questo caso queste scoperte sono state confermate da equazioni estensive. Per di più, tutte le argomentazioni principali del lavoro di Aspden hanno successivamente superato processi di revisione accademica e sono quindi stati pubblicati in prestigiose riviste scientifiche; di questo materiale daremo conto negli ultimi capitoli. Ancora, il fisico del XIX secolo John Keely aveva già classificato sette differenti densità di etere, probabilmente per mezzo di una scoperta simile a quella del dott. Mishin.
 
Tutte queste ricerche ci permettono di introdurre il concetto che questi differenti livelli di densità di energia eterica corrispondono a differenti ‘dimensioni’ o piani di esistenza.

Molti insegnamenti di antiche scuole misteriche sembrano accordarsi sul fatto che esista un Ottava di sette maggiori densità che corrisponde ai sette colori dell’arcobaleno e alle sette note della scala diatonica; di ciò si è parlato nei nostri volumi precedenti. 

Una soluzione ai bizzarri problemi matematici delle ‘dimensioni superiori’ così splendida ed elegante è esattamente ciò che aspettiamo di incontrare in un Cosmo Divino. Le più pure e armoniche vibrazioni della luce visibile e del suono udibile sono entrambe convenientemente organizzate in un sistema di Ottave, e appare chiaro che le vibrazioni dell’etere non possano essere diverse.
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Ho lasciato intenzionalmente tutto questo materiale citato in maniera continua, perché apre davvero gli occhi. L’etere è diviso in ‘frazioni’ come ogni altro aspetto della creazione. In Italia Zamperini ha creato il suo Cleanergy anche e proprio su questo principio di differenze eteriche. 

Lo studio inerente è un qualcosa che sfugge perché i limiti della scienza attuale mediamente diffusa operano un filtro oscurante sulla massa, che si aspetta la classica ‘pappa pronta’.

Tutte queste ricerche ci permettono di introdurre il concetto che questi differenti livelli di densità di energia eterica corrispondono a differenti ‘dimensioni’ o piani di esistenza.

È sempre più chiara l’impronta Antisistemica di veicolazione e controllo delle ‘informazioni’, al fine di poter sopravvivere all’evidente cambiamento che intercorrerebbe se l’umanità fosse lasciata libera di… ‘andare avanti’. È solo una questione di tempo e di… frequenza vibrazionale. 

Ricordiamo, a tal proposito, il significato del meccanismo che conduce le cellule a riprodursi: andare avanti. Un ‘movimento’ inarrestabile, dunque.

L’ascensione è la chiave per ‘rinascere’ liberi dal 'peso' di un ‘Mondo’ non più in linea con il proprio livello esistenziale

Questa è una chiave per comprendere come la ‘fede’ sia un valore aggiunto da riconquistare, molto simile a quel ‘Conosci Te Stesso’ che dovrebbe permetterci di vivere secondo Natura. 

Fede in noi stessi, che frattalmente significa fede nella propria ‘origine’ che riconduce all’Uno ed alla via per il ritorno a ‘casa’.

Oltre ad ogni sbarramento, oltre le stelle e via…

Davide Nebuloni / SacroProfanoSacro 2011
Prospettivavita@gmail.com