giovedì 24 gennaio 2019

Nel teatro dell’assurdo, dove tutto calza come un… incanto.



Dopo il famoso monologo dell’androide Roy Batty, in Blade Runner… “Io ne ho viste cose che voi umani non potreste immaginarvi… navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione…”, ora ecco il:
navi in fiamme al largo della Crimea
Coa Askanews 22 gennaio 2019 Link
Dunque, che cosa (chi) da uman3 “non potresti immaginare”? 
Qualcosa che “è” qualcun3, ad esempio. 
Ma, anche, qualcun3 che “è” qualcosa, tipo… l3 “verità (sferica)”. 
Non puoi o non vuoi, immaginare? Di più:
non è previst3, poiché, sei (nel) “qua (così)”.
Ricordi? Sei contemporaneamente:
in qualcosa
e
in un altrui particolare “atteggiamento”, che è disposizione in campo o dis-organizzazione, dal momento in cui tendi a credere persino al caos/caso, che non c’è; esiste (per te/“te”). 
Ecco la parola “magic3”:
contemporaneamente.
Potresti mai (mai) immaginare… di essere, simultaneamente, (in) più “stati”?
Ovvero, sia te che “te”. O, meglio:
te, che sei versione originale, pre momento di “è già success3” o avvento di chi “è” compresenza eco-dominante (e sede del progetto AntiSistema)
e
“te”, che sei versione artificiale, frutto del progetto AntiSistema.
Perché contemporaneamente, gli stati coesistono
Ti dice niente il motto “l’abito non fa il monaco” ma (ma) “l’apparenza inganna”? 
È dunque strategia. Tu, servi per farti aprire le porte, ossia, per apparire come dovrebbe essere (qualcosa di rassicurante, per chi ti vede e tende ad aver a che fare con te), mentre “tu” servi in quanto vettore AntiSistemic3, al fine di manutenere la Rete che ti ha
In quanto ganglio della Rete, nella Rete. Ok? 
Perché il potere bancario, ad esempio, continua come vite senza fine, nonostantetutt3?
Perché continui ad avere ed a dare fiducia a qualcosa che è cert3 e sicur3, tende a sfruttarti, così come da sempre “qua (così)”, nei secoli dei secoli, amen? 
Perché... non si tratta di fiducia che continuamente accordi, ma (ma) di più si tratta di mancanza di alternativa sostanziale praticabile, senza incorrere in “problemi”. 
Ecco, dunque, che al di là della ridda di pensieri che tendi ad attirare ed accumulare ogni dì e notte, puoi auto desumere l’esistenza dell’impero globale senza alcuna necessità di vessilli esposti al vento (ed all’attenzione della Massa):
qualcosa che, contemporaneamente, non esiste; c’è
qualcosa che ammanta la Terra inter3
qualcun3 che governa senza nemmeno che te ne rendi conto
qualcun3 che ha fatto di te, il progetto “te”…
Potresti mai immaginarl3
Sì, ormai; perché ci ha pensato per te/“te” quest3 Spazio (Potenziale) Solid3 o Io (Me). No? 
Ora l3 puoi immaginare, poiché, lo sai che l’immaginazione si può spingere sino a… “lì”. Sì. 
L3 puoi Fare…” perché SPS ne ha delineat3 la trama, la consistenza, il motivo, il perché, la ragione, il vertice, la densità, la compresenza, etc. 
O, l’essere strategia, che continua a mantenere a fuoco il nesso causale, che prevede sfruttamento completo, totale, assolut3… auto coincidente con la forma mondo (versione) della realtà manifesta (nel) “qua (così)”. 
Quando immagini ciò, ti puoi (anche) rendere conto
Ti accorgi che, allora, tutt3 ciò che ti viene dat3 in pasto, in quanto a storia, cultura, “Dio”, legge, etc. è una parte di comodo, come il copione che prima di salire sul palco del teatro, coloro che son teatranti devono imparare a memoria. 
Ebbene, nell’AntiSistema non impari nulla a memoria, ma (ma) la strategia è talmente evolut3 da lasciarti apparentemente liber3 di… interpretare qualsiasi parte che credi calzarti a pennello. 
Peccato che, differentemente, non immagini che nulla è lasciat3 al caso, quando il teatro coincide con “tutt3” che per te/“te” significa… l’interezz3 planetaria. 
E... anche quando l3 scenario si espanderà, giungendo sino alla Luna, a Marte, a tutt3 il Sistema Solare ed oltre… ciò che il genere umano sotto ad incanto AntiSistemico, esporterà ovunque, sarà esclusivamente o, meglio, sostanzialmente, sempre il modello AntiSistema che, come organismo d’assieme virale, comporterà l3 stess3 “sorte” già toccata anche alla Terra, essendo “già success3”.

Ma che bel romanzo di fantascienza. Vero? 
Già. Infatti, chi ci crede significativamente (nel) “qua (così)”? Sol3 chi è mosca bianca e nemmeno tutt3 l3 mosche bianche, che comunque riflettono costantemente il divide et impera, nonostante l’essere mosca bianca.
Dunque? Nella sostanza, non sai nulla ma (ma) ne interpreti comunque l3 “tu3” parte:
ecco l’autentic3 “teatro dell’assurdo”
ch3 non esiste; c’è.
Cattaneo: la qualità dell'aria negli ultimi anni è migliorata.
"Oggi i cittadini hanno l'impressione che l'aria che respirano sia molto peggio di quello che era dieci o vent'anni fa. Non è così
E questo miglioramento deve continuare, sta continuando e deve continuare. Con l'impegno di tutti, perché c'è in gioco la salute di tutti
Quindi bisogna continuare su questa strada…".
Raffaele Cattaneo
Lme Askanews 23 gennaio 2019 Link
Se l3 dice l3i, allora… sarà ver3. No
Ma tu, direttamente, che “Fai…”? Che puoi “Fare…”? 
Nell’AntiSistema, che nemmeno metti in dubbio poiché non immagini nemmeno, che mai (mai) farai?
Niente
Ossia, ti lascerai sopravvivere, alfine morendo, ritornando cenere. O, meglio, continuerai a manutenere l’AntiSistema, che ti sfrutta totalmente, senza degnarti di auto rendertene conto, auto decodificando ciò che continua a succedere sulla scorta del “è già success3”. 
Riesci, infatti, ad immaginare qualcosa che “è” un impero globale, se (se)… ogni impero sort3 e già defunt3 sulla Terra è ricordat3 attraverso l’essere storia (deviata)?
Se sumeri, egizi, greci, romani, carolingi, etc. etc. etc. sono già concime per la terra, di conseguenza, che cosa tendi ad immaginare, calcolando ad immagine e somiglianza? 
Che… nessun impero “è per sempre” e che tutt3 scorre, tutt3 cambia, etc. etc. etc. 
Una strategia magnifica, dunque, che non ti lascia alcun dubbio, oltre ad ogni dubbio che “serve”, ad esempio, per auto disinnescarti nello stato di etern3 “credente”, alla ricerca di... 
Ciò di cui hai bisogno, allora, è qualcosa che colmi tale vuoto artificiale? 
A quanto pare, sì, e quindi ti viene dat3 il “credo”:
le varie possibilità di credere, mentre auto defluisci (nel) “qua (così)” in attesa di svernare nell’al-di-là, che è un luogo comune di ricevimento, come un bacino di accoglienza per profugh3, piuttosto che… altr3. 
Qualcosa di simile ad un grande ambiente/magazzino, come ti fanno vedere ad esempio in Westworld. Il luogo dove rimani immobile e “senz’anima”, ossia, nello stato di “off”, spent3, disattivat3, etc. 
Ora, puoi immaginare però di avere/essere un’anima. No? 
Ergo… l’anima è un concetto che ricorda molto da vicin3, il programma o meglio l’algoritmo IA (lo “spirito” attraverso cui il programma è stat3, prima che descritt3, pensat3… avendo come la necessità di “farti ad immagine e somiglianza” di tale necessità altrui”). 
Immagina, allora, la catena che comporta alfine al programma e, poi, al “te”, al “tu3” atteggiamento (nel) “qua (così)”.
Decontestualizzando (lasciando la forma AntiSistema, a favore di una generic3 necessità di/in un3 gerarchia, che è già l’esternalizzazione della medesim3 necessità), deve esserci:
chi è punto di sospensione (“è già success3”)
che delega a chi è in gerarchia, di obbedire
ordinando a chi si preoccupa di amministrare, ad esempio, multinazionali
di produrre IA, in qualcosa che verrà creat3 sotto forma di chi sarà progettista
nel focalizzare tale “necessità”
che giunge talmente da “a monte” da (non) risultare nemmeno immaginabile, etc. etc. etc.
Ora, tale processo è esemplificat3, ovviamente, ma (ma) ti rende singolarità informat3 dei fatti, per cui, non puoi più far finta di niente.
È possibile. Perché no?
No, è quando… non è previst3 che tu possa immaginare in un cert3 modo (atteggiamento “formulare”). Ma, allora, si tratta di programmazione inconscia del conscio. Ergo:
tu sei (già)… “tu”.
Infatti, i conti ritornano poiché “è già success3”. 


E non si tratta di alcun3 fantasia, bensì, è l’assurdità del teatro AntiSistema che comporta tutt3 “a valle”, ricoprendone ogni asperità mediante un vello di fisiche apparenze, attraverso cui ci puoi persino giocare, come se fosse neve che puoi plasmare, dando forme diverse che tuttavia non cambiano nulla del fatto che si tratti sempre dineve
L’essenza di ciò, del “qua (così)”, l’anima, lo spirito, il senso, il significato, etc. “è” l’essere compresenza immanifest3 (poiché dimenticat3) eco-dominante:
come un fantasma che continua ad aleggiare ovunque
come radioattività che resiste oltre alla data di deflagrazione dell’ordigno originale o “è già success3”
come eco e/o memoria ambientale, che conduce dal punto di sospensione sino al momento in cui... è a/in tale livello, che deve cambiare sostanzialmente, qualcosa…
Una questione di atteggiamento, che consiste nel continuare insistentemente a recitare la parte che si rivela e che nell’ambiente che funziona, l’ambiente stess3 contribuisce a rendere globale ed auto avvolgente, di modo che l’essere Massa non riesca nemmeno ad immaginarne il motivo fondamentale, sempre troppo “a monte” per essere svelat3 (come la cima più alt3, perennemente ricopert3 da nubi che non ne offuscano di certo la sostanza, ma che sicuramente celano la visibilità da “a valle”, che dunque sembra diventare come un’opinione, leggenda, piuttosto che…).
Questo è il periodo d’oro delle fake news.
Notizie inventate ad arte, o manipolate, sono nel picco della loro diffusione grazie al modo nel quale è pensato internet, con gli algoritmi attuali che premiano la quantità anziché la qualità delle informazioni che vengono pubblicate.
Basti pensare all’algoritmo dei social media, con gli argomenti che si cercano attraverso gli hashtag:
nei risultati non c’è modo per l’utente, salvo che per esperienza, di riconoscere cosa è vero e cosa è falso
Mtt Yahoo Notizie 23 gennaio 2019 Link
Grazie... all'essere tecnologia, dunque? Anche; dal momento in cui nell'AntiSistema funziona in tal modo.
Infatti, si parla di picco, di/in un trend, dunque. 
Ti rendi conto del valore aggiunto, che l’informazione – anche quando ordinari3 – auto veicola sempre e comunque? Ad esempio:
questo è il periodo d’oro delle fake news (fatto e denuncia)
notizie inventate ad arte, o manipolate (fatto, denuncia e strategia)
sono nel picco della loro diffusione (sono virali)
grazie al modo nel quale è pensato internet (fatto, denuncia, strategia e modalità di esecuzione e, tra le righe, puoi scorgere anche l3 “soluzione”)
con gli algoritmi attuali che premiano la quantità anziché la qualità delle informazioni che vengono pubblicate (boom)
basti pensare all’algoritmo dei social media, con gli argomenti che si cercano attraverso gli hashtag: nei risultati non c’è modo per l’utente, salvo che per esperienza, di riconoscere cosa è vero e cosa è falso (ecco, dunque, l’atteggiamento che dovresti avere e che, invece, hai/erediti nel “qua, così”).
Quando sei in te, ricordi sempre dal nucleo d’esperienza originale. Ma (ma) quando sei in te? Già. Come te ne rendi conto?
Come immagini tutt3 ciò? 
Se eviti qualsiasi approccio “formulare”, di conseguenza, avrai solamente l3 sensazione di… ricordare e dunque decidere in funzione dell’esperienza singolare, ch’è valore aggiunto per chiunque, quando tale informazione “è” potenziale contemporaneo. 
Ossia, quando l’interesse è singolare e va nella direzione globale, non auto comportando alcun effetto collaterale dall3 “natura” gerarchica. Ok?
Ciò che è nella mente di chi ti scrive (Io) è un “disegno” molto più vast3, rispetto a ciò che ogni singol3 Bollettino raffigura e contiene.
Lo so e ne soffro, perché sino ad ora non sono riuscito a portar fuori il contesto complet3, ovvero, l’essere “mappa mentale”:
qualcosa che si dovrebbe “indossare”, piuttosto che comprendere
qualcosa che “ricordi”, piuttosto che capire o studiare o ricercare
qualcosa che calza sempre a pennello, senza alcun3 sforzo.
Mi dispiace. Però… insisto
L3 trovo il modo per portarti tale versione della realtà mondo, in quanto a sovrastruttura potenziale, espans3 al livello della contemporaneità. 
Del resto, oltre sette miliardi di persone “in vita (che sopravvivono)” sulla/in Terra, non respirano – forse – contemporaneamente
E allora, di conseguenza, che cosa significa = se non che è possibile, ovvero, è potenziale contemporane3 l’auto realizzazione singolar-massiva d’assieme, senza che nessun3 “legge” si metta di mezzo ad intralciarne la portata, il passo, il respiro, l’auto realizzazione, etc.
Ci sono “solamente” dei problemi d’innesco. 
Qualcosa che auto proviene da “a monte”, da… oltre l’essere “curva”, dietro a cui non riesci mai ad accedere poiché l’ultim3 curva è sempre quell3 che ti blocca, poiché “lì” ti fermi… continuando ad essere AntiSistema. 
È come un motore, che auto de-compone tutt3. 
Sino a che punto (di sospensione) accedi a/in te/“te”? Ecco allora anche l’auto dipenderne. In qualcosa dove “credi” e non “ricordi”.
Ergo:
in qualcosa dove ti ci ritrovi come auto proiettat3 dentro
dove ti manifesti, piuttosto che nascere
dove ciò che c’è ti sembra tutt3 ciò che esiste, anche se non rilevi chi non esiste; c’è, che assume dunque la forma significante “Dio”, laddove ci puoi solamente credere e, alfine, morir dentro… come concime, cenere, compost, etc. che rende sempre più fertile ciò che chiami “terra” o qualcosa di costituit3 da cosa/chi è già mort3 (nel) “qua (così)”. 
Sei nell3 quintessenza dell’incanto, ovverosia, nell’incanto in quanto “dima” del termine (linguaggio) “incanto” che se proferito attraverso parola, non sembra ma… si auto disperde nei significati, che avvolgono come sciame sismico... l’essere significato sferico, “formulare”, memoria ambientale, funzionamento, frattalità espansa, dotazione infrastrutturale, etc.
Quanto cianciare. Vero? 
Con te/“te” che ti ci auto disperdi dentro, decidendo che è tropp3 compless3 o tropp3 semplice per… essere ver3. 
Da “lì”, infatti, non ti smuovi, rimanendo potenzialmente compost.
Prima o poi (meglio prima, però) comporrò un Bollettino esauriente al livello “formulare” e, da “lì” in poi… sarà viralmente un’altra versione della forma mondo “qua”. 
È sufficiente focalizzarne... “un3”: 
tant’è.
Trattasi di alchimia, ovvero, di composizione in equilibrio sensibile, che si sappia adeguare ad ogni vastità singolare, che da fortezza si può aprire al suono, al rintocco, al ritmo, etc. di cosa “è” ch3… ti parla sentitamente.
Nel durante, attraverso SPS, come in una stampante 3d, “ora” esiste e c’è anche il biglietto da visita, l’attività pubblic3, l’essere quotidianamente compresente potenzialmente interessando tutt3, contemporaneamente.
Andando a scindere te da “te”, come nel processo d’ingegneria invers3 che è sempre (sempre) possibile, quando non dai luogo ad alcun3 differenza di potenziale.
Suvvia. Non sarà e non è la fine del mondo. 
È più che il promettere l’Eden, poiché, non si tratta di lasciare il “qua”, bensì, si tratta di evolvere “qua (Oltre Orizzonte)” che, di/in conseguenza, ad immagine e somiglianza, “obbedisce”, poiché funziona e deve continuare a funzionare…
“Fai… di ricordare”.
Tu ne hai viste cose… anche se, “è già success3” che hai dimenticato. 
Per ciò, non immagini nemmeno
Nel teatro dell’assurdo, la denominazione sminuisce il senso fondamentale che... di assurdo non ha proprio nulla, essendo… strategia e, dunque, compresenza di chi non esiste; c’è.
Kamiq deriva dalla lingua inuktitut, ovvero quella parlata dalla popolazione inuit che vive nel nord del Canada e in Groenlandia, e indica qualcosa che calza come un guanto in qualsiasi situazione...
Adriano Tosi Motor1 24 gennaio 2019 Link
Sei nell’AntiSistema, dove:
sembra che
tutt3, ogni volta, “calza come un guanto in qualsiasi situazione…”.
Il ver3 incanto, che nelle fiabe ti narrano fantasticamente, come se fosse… irrealtà.
     
Davide Nebuloni
SacroProfanoSacro (SPS) 2019
Bollettino numero 2477
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