giovedì 10 gennaio 2019

Ricevere.



Nessuno è al di sopra del Network…
Considerati un veicolo”.
Venom
Net Work = Rete (d3/per) lavoro. 
Il Network è “naturale”? 
Forse, consideri ciò come l’intreccio delle radici che, sotto terra, formano – appunto – una sorta di “rete”? 
Dunque, l’industria – secondo te/“te” – è, allora, “naturale”, nonostante l’inquinamento.
No? 
Se non hai più alcun freno, di conseguenza, il processo analogico comporterà l’espansione digitale virale, ad immagine e somiglianza, del “cosa (chi)” ha (nel) “qua (così)” la preponderanza, in termini di co-incisività (grande concentrazione di massa, punto di sospensione) in/di ciò che consideri sempre la “tu3” realtà manifesta. 
Ricevo, in tal senso, commenti che indicano l’attuale fase SPS, come… “compless3”.
Ognun3 (si) riflette in ciò che esprime e, poi, (non) si realizza. Sì. In quanto anche la non realizzazione è pur sempre realizzazione.
Ad esempio:
la realizzazione della non realizzazione “è”… accorgersi che comunque esiste e c’è sempre “informazione, comunicazione, trasmissione, elaborazione, etc.”.
In ogni “caso”, succede sempre qualcosa, anche quando per te/“te” non è success3 nulla, in base a ciò che ti aspettavi e non è andat3 proprio “così (qua)”. 
Ecco, dunque, dove ti “fermi”, nel senso che... rinunci ad approfondire “formularmente” il discorso. La non realizzazione “è” sempre realizzazione, modus, funzionamento, “continua a succedere (quando ‘è già success3’)”…
E l’essere “compless3” è sempre (in) una questione singolare, rifless3 da/in un ambito di Massa (luogo comune), che ha raggiunto una stasi di/in qualsiasi livello (potenzialmente). 
Dunque, si tratta di una percezione frutto del condizionamento di fondo, sociale, ambientale, industriale, fiscale, scientifico, religioso, politico, lobbistico o, per meglio dire, “naturale”… nel momento in cui scambi tutt3 per ciò che ricordi del “è già success3”, ossia?
Briciole, in luogo dell’interezza. 
E (ma) dove cadono, solitamente, le briciole?
Ai lati del tavolo, sotto alla tavola, nel luogo dove si “sbatte la tovaglia”, etc. Ergo? 
Ecco che è il significato a sfuggirti, al solito. La “figura” non è solo allegoric3, bensì, è significante e significatività. 
Ti indica e ti dice qualcosa
come un cartello stradale, come un'insegna luminos3, come un veicolo fermo della Polizia sul ciglio della strada che immediatamente interpreti auto decodificandone la portata ma, ancora, non il significato sostanziale. Sì. 
Ti “manca” il rapporto di conversione rispetto a... quale “target”? 
Se (se) per te/“te” ciò che esiste e che, dunque, puoi ambire a/di “Fare…”, è tutt3 nell’auto delimitazione tecnologica-religiosa-spirituale-legislativa-finanziaria-scientifica-lavorativa e/o tempo libero…
(allora) in conseguenza di ciò, sopravvivrai in luogo di “essere (funzionare come dovrebbe essere = utopia)”. 
Quindi, raschierai il fondo della differenza di potenziale (contemporaneo), dimenticandoti letteralmente e figurativamente (sostanzialmente) di “cosa/come” potresti “Fare…”, seppure ancora (nel) “qua (così)” e comunque sempre (sempre) “qua”, dove puoi/devi “Fare…”.
Ecco, ancora, l3 “complessità”. Vero? 
Non si capisce. Non capisco ciò che scrivi. Quindi, stai descrivendo una “storia” che non mi convince
Tant’è che, in assenza – non del minimo impegno, bensì – del massimo impegno, non c’è causa né etica/morale che tenga. Tant’è, che va “così (qua)” il mondo inter3
Con “te” all’ombra di te e di cosa “è” chi si rivela dietro, oltre, al di là… Che, stanne pur cert3, esiste e c’è, in termini sostanziali e coincidenti con la “tu3” vita, poiché riavvolt3 (nel) “qua (così)” o nell’opera giurisdizionale della compresenza eco-dominante che, seppure fantasma è… “fantasmagoric3 (ovvero = ‘è già success3’ e continua a…)”. 
Complessità
Quale tipo di complessità “è” ciò che (non) risulta dall’azione “a monte”, ch’è strategia e funzionalità?
Ecco:
renditi conto di ciò, a/in tal livello.
Ce l3 puoi “Fare…”, nonostante tutt3…
Scrivo desumendo, attraverso la ricezione sensibile d3ll’ambiente, che funziona.
Ovvero:
cosa/chi descrive chi/cosa a chi/cosa?
E come/perché?
La vita è dolore. Rassegniamoci…”.
Venom
Cert3... La situazione “realtà manifesta” è in una risoluzione (come ogni decisione che, ad esempio, passa per/attraverso l’Onu). 
Quindi, tutt3 ciò che risulta qualcosa, standoci dentro senza averne memoria, è fumo negli occhi rispetto a quell3 stess3 “tutt3”, preso atto osservando da fuori attraverso attività funzionale (essere).
Se un mercato è un mercato, al suo interno si svolgeranno tutt3 “mercatini”. No? 
Ma, dal Oltre Orizzonte del mercato (che è un progetto), il mercato l3 vedi chiaramente per ciò che è e rappresenta o, appunto, una infrastruttura, dentro cui va in onda “tutt3 al mercato” e che all’esterno è “solamente” come una tensostruttura che avvolge tutt3, dando la possibilità e l’idea di “essere al mercato”, con il mercato assunt3 in quanto ad effetto “naturale” della domanda/offerta (luogo per gli scambi). 
Peccato che, diversamente, al mercato per “funzionare” serve il luogo fisso “denaro”, ossia, tale “necessità” fattasi uomo/donna/bambin3. 
Denaro che, all’inizio, venne propost3 come l’ultim3 ritrovat3 per convertire in “valore” la diversità che ognun3 portava, da scambiare con ciò che 1- serviva ad un3 e/ma 2- era “sacrificabile” dall’altr3. 
Quanto “vale”, allora, il tu3 animale, se l3 scambi con il mio grano?
L’accordo era “tutt3”, nonché la parte più ardua (da cui il mercanteggiare), conclus3 da una stretta di mano (la propri3 parola).
Poi, con il denaro di mezzo, tale “utility” – come “modern3” App – venne fornit3 con il pretesto di calmierare le differenze di prodotto, introducendo la leva che in seguito avrebbe preso il sopravvento, auto de-generando in... “speculazione”.
Il denaro, “ora”, corrisponde proprio a tale strategia.
Non ti serve più per il baratto e non ti chiedi più, ad esempio, quanto vale il tuo prodotto da scambiare con il mio. No. 
Esiste solamente il denaro, che ha prezzat3 tutt3, dallo scaffale del mercato, trasformat3 in esposizione di prodotti dal “valore” già espost3. 
Ovvero, devi acquistare e non barattare
Devi avere denaro per comprare (e anche per vendere, dato che tutt3 ha un prezzo; anche il mettere in vendita il “tu3” prodotto). 
Devi possedere denaro, ossia, il “prossimo (pollo da spennare)”. 
È “così (qua)”. Nonostante non te ne rendi conto e non pensi di poterci fare niente
Tiri in ballo, dunque, ambiti dal significato divers3 per, ancora una volta, calmierare la situazione che altrimenti potrebbe anche sfuggire di mano.
Quando alludi alla “natura” e ne prezzi il “valore”, che cosa fai e a cosa/chi ti auto esponi, come l’otturatore di una macchina fotografica?
Fai e diventi (“sei”) AntiSistema, ed è proprio ad ess3 che, non già accedi, bensì, confermi la “tu3” compresenza, alimentando tutt3 attraverso tale “decisione”, che è di più geometria – adesione, tangenza, insieme, appartenenza, luogo comune, dominio, etc.
Almeno, per ciò, vorrei inaugurare/implementare una linea di andamento 1- ad immagine e somiglianza Vs 2- significato “formulare”. 
Ossia, prendendo parti continuative di libri, articoli, notizie, saggi, etc. e... auto decodificandol3 attraverso atteggiamento “formulare”. Una sorta di dizionario SPS. 
Nell’attesa della tua venuta…”, infatti, qualcun3 dovrà pur “Fare…” qualcosa, significativamente. No?
Ho idea che, nel durante, ti sei fatt3 andare bene tutt3 ciò che proiettavano alla “Tv”, tanto da “ora” non riconoscere più nulla che non sia raccontat3 alla/in Tv.
Solo che, Tv = ambiente. Ergo? Lavaggio della memoria…
Dal canto mio, trovo spontane3 applicare la lente frattale espansa ad ogni questione, dettaglio, s-oggetto/evento(situazione); di modo che, ad esempio, la questione “mercato” venga fuori da sé, spontaneamente
Qualcosa che se vale solo per me, allora (allora) il rischio è che sembri non valere niente. 
Ma (ma), tenendo in considerazione anche ciò, dunque, la realtà manifesta che cosa (chi) “è”? 
È sicuramente manchevole di tale disamina, perlomeno. Vero? 
Ossia, Io dove mi ritrovo ad “essere”, se (se) non in un3 stato di cattività, dal momento in cui scivolo dentro nonostante tutt3 tale “sentire”. 
La Massa, attraverso il proprio “peso (specifico)”, fa infatti, sprofondare la terra sotto ai piedi anche ad ogni mosca bianca che volente o nolente non ha altro posto dove andare che “qua (così)”, se è l’effetto collaterale del movimento di Massa (anche se inconsciamente, funziona ugualmente).
Quando chiesi, anni fa, ad un avvocato se (se) era al corrente di persone che avevano provato ad alzare il velo sulla questione di dover per forza di cose pagare le tasse (usare denaro), dal momento in cui ci si manifesta in vita non secondo la propria volontà… cost3i mi rispose che “capiva” ma che non c’era nulla da fare
La legge l’impone. 
Mi narrò, però, di un collega che era stat3 radiat3 dall’albo, poiché aveva messo in dubbio proprio tale questione. Ecco la “verità”. Lo stato delle “cose”.
Il (nel) “qua (così)”. 
Uno stato di fatto che, se preferisci, chiama e riconosci come meglio credi ma (ma), davvero, riconosci oltre al termine, al nome, al linguaggio, ciò (cosa/chi) significa, più che altr3. 
La “storia” è colm3 di persone che si sono opposte a tale status quo, ma (ma), il loro veto ha comportato solamente il superamento delle medesime persone, che ci hanno almeno provato.
Per una singolarità che obietta, ce n’è una infinità che bussa alla porta, al fine di prenderne il posto. 


Per cui, di che “storia” stiamo narrando? 
Suvvia. Non c’è Governo che tenga. Le decisioni vengono prese “a monte” e sino a quando non si avverano in realtà manifesta, le persone vengono fatte ruotare al fine di sostituire coloro che esitano e, dunque, bloccano il ritmo AntiSistema.
È ancora la caccia alle streghe, che non ha mai smesso di auto avvenire e che non coincide solamente con la parentesi, apert3 e “chius3”, del più famoso processo storico (d'assieme alle crociate ed alla pedofilia) della/alla Chiesa.
Tale “caccia” è una strategia. È (in) una strategia
E serve per eliminare la “diversità” che, di fatto, esiste ancora ma (ma) non c’è più, sostanzialmente
Così come se dovessero staccare la corrente elettrica, decretando l’arresto del funzionamento “a valle”, che ne dipende sempre di più.
Le colture globali ti sembrano dimostrare “bio-diversità”. Probabilmente, dovresti schiarirti i pensieri.
La “vita” è ricchezza. Vero? 
La “natura” è una infinità di specie. C’è abbondanza ovunque, sul/nel pianeta Terra. Ma… contemporaneamente, non esiste; c’è… anche cosa “è” chi se ne approfitta coerentemente, essendo per sé l’ideale
È, dunque, con costoro che hai a che fare (nel) “qua (così)”.
Sono persone che hanno il controllo, via via, sempre più gerarchic3;
sino a giungere al vertice, ch’è auto distaccat3 da tutt3 (vuoi perché la dominante, nel durante, s’è estint3 e, quindi, “ora” sei alle prese con onde gravitazionali che ricordano sempre l’eco-dominante + ogni effetto speciale… sottoDomin3).
Dopo aver de-scritt3 in SPS, dimentico regolarmente
Anche se mi rimane sempre più “dentro” il significato, l’assieme… che è una goccia 3el mare o frattalità espansa:
il modo per ricostruire sempre la mappa, anche partendo da un singolo dettaglio.
Ciò mi espone, nell’improvvisazione, al temere di non ricordare niente, qualora dovessi parlare ad una platea. 
Ma non è affatto così. Lo so. Eppure…
Allora, c’è altr3. Si annida dell’altr3, tra le righe.
Nella paura. Tra tutt3. Cioè?
Interferenza, differenza di potenziale, firewall ambientale, etc. Ossia, proprio ciò che non esiste; c’è.
Ciò che ogni “espert3” ritraduce in malattia, stress, limite (da superare), trauma, shock, immaturità, o una qualunque altr3 forma di “pre-giudizio”. 
Nessun3 rileva, invece, che dal significato deve per forza di cose esistere ed esserci compresenza eco-dominante, anche se ognun3 lo sa molto bene (del resto, lo “vedi” come va il giro del fumo nella “tu3” realtà manifesta). No?
Ogni situazione dà sempre luogo all3 stess3 ambito, ovvero, alla condizione patologica e/o, comunque, potenzialmente pericolos3 per lo status quo. 
Del resto, hai sempre molto ben evidente il “caso” del virus, che può anche intaccare un3 sol3 singolarità ed… ops, il dado è tratt3.
È sufficiente che il contagio abbia inizio, al fine di… così come prende fuoco un'inter3 foresta (da una scintilla iniziale).
Quindi, dal punto di sospensione di cosa “è” chi è l’AntiSistema, il timore maggiore (e dunque la prevenzione totale) riguarda il non “lasciare indietro” nessun3/niente, proprio per la viralità del “pericolo” che si corre se sei status quo. 
Ergo:
il virus, il contagio, la viralità (trasmissione)… narrano e rappresentano, a livello di significato, proprio tale questione o forma, verità, compresenza, intenzione, strategia, progetto, etc. 
Di fatto, l’ambiente ha una matrice di giustizia sferica (memoria frattale espansa) ma, agendo in tal modo, l’eco-dominante ti ha, auto disinnescandoti proprio nella funzione di auto orientamento “formulare”… 
Non a caso, infatti, la “Rivoluzione” è sempre servit3, piuttosto che “essere”.
La Massa è un’arma. Per cui, è sempre esistit3 chi l’ha utilizzat3, puntandol3 contro il proprio nemic3/amic3 obiettivo, al fine però di prenderne solamente il posto, in luogo di “cambiare sostanzialmente”. 
Qualcosa che non può avvenire in tal modo, poiché, nessun3 accetterebbe – dopo avere “ereditat3 una tale fortuna” – di condividerl3 sostanzialmente con tutt3. 
Quest3, perché è assolutamente dimenticat3 il potenziale contemporaneo, ossia, proprio ciò che dimostra la Terra, nel momento in cui viene continuamente suddivis3 in fette che, contemporaneamente non si schiacciano mai i piedi. 
Come se la “torta” fosse infinit3. Proprio come potenziale contemporaneo, che non riesci nemmeno a concepire, non visto che sei nella trappola della “logica” AntiSistemica, che avvolge tutt3 andando poi a caratterizzarne la portata ed ogni aspettativa… come se fosse “naturale” o come se non ci fosse alternativa sostanziale, solo perché ogni direttiva (tendenza, impulso, trend, legge, etc.) sospinge esclusivamente – se te ne accorgi – in una sol3 direzione, di fatto.
L’ambito economico è un esempio perfetto, che calza a pennello:
senza denaro, nisba, rien de rien, nada, niente, etc.
Eppure, “fin che c’è vita c’è speranza” e “la speranza è l’ultima a morire”, quindi, “vita e speranza muoiono d’assieme”. Infatti, sopravvivi.
Ti sembra sempre di poter fare tutt3, perché c’è a disposizione quest3 e/o quell3 etc. etc. etc. eppure (ma), ogni volta è invece sempre l3 solit3 cosa:
quest3 non si può fare, perché…
quell3 risulta praticamente impossibile, poiché…
Ti serve denaro, per… fare aprire quell3 “porte” che servono per permetterti anche solo di… provarci, rischiando tutt3 per… cosa (chi)? 
Sappi che, ogni volta, che credi di avere a che fare con qualcosa, si tratta usualmente sempre di… chi (singolarità, prossimo, affini, simili, etc.).
Ergo: dai a “Cesare” quel che è (di)… “Cesare”.
Riconosci tutt3 ciò, piuttosto che auto riconoscerti in tutt3 ciò, anche se è pur sempre un buon inizio se è utile per, poi, affinare il processo “formulare”.
Ogni saggista, espert3, professionista, etc. ha sempre affrontato l3 scibile da una delle infinit3 prospettiv3 e mai (mai) dal punto di sospensione.
Dunque:
senza mai nemmeno sfiorare la ragione fondamentale
che ognun3 ha sempre credut3 di narrare e dunque risolvere.
Il punto… della situazione (nel) “qua (così)” è, purtroppo, tale:
assolutamente isolat3 nella questione che non esiste; c’è.
Inizia a comprendere, per ricordare e renderti conto:
è un processo virtuos3, in leva, “virale”, etc.
SPS narra d3 un punto di sospensione; non da una qualsivoglia prospettiva. Ok?
Da “qui” è possibile (è potenziale contemporaneo) “Fare…” diversa mente, facendo a meno di tutt3, anche senza rinunciare a nulla.
Renditi conto = ad esempio ma causalmente, secondo te/“te” che cosa (chi) “è” il fenomeno dell’eco?
Chi indica, oltre a guidarti attraverso il “cosa indica”? Ecco. Ecco. Ecco…





L’eco che fa? 
Riecheggia per l’ambiente. Ossia? È memoria
Ma è anche polarizzazione, controllo, scannerizzazione, etc. 
Ovvero, esistono i livelli ma (ma) se ti poni dal punto di sospensione “formulare”, allora (allora) tendi come a “fissare” tutt3 da lì e non in balia delle onde che continuano a riecheggiare ovunque, con “te” al di dentro, senza nemmeno registrare né rammentare il fenomeno che ti riavvolge costantemente
L’eco è, sopra a tutt3, memoria = significativamente, “formularmente”, è memoria, informazione, etc. di primo livello.
Dunque, la compresenza “eco” indica 1- che l’ambiente funziona, 2- che esiste la legge fisica che crede di interpretarne la portata e 3- che non esiste; c’è cosa “è” chi viene rilevat3 attraverso tale fenomeno del funzionamento “qua”.
Ecco. Ecco. Ecco… “Eco”:
informazione che auto ridonda, comportando memoria anche d3l livello “è già success3” e…
informazione che ti auto ricorda, anche, la ragione fondamentale (la “storia”) dell’eco, che…
Ti rendi conto, allora, di quanto ogni “processo” sia (nel) “qua (così)” auto delimitat3 ed auto delimitante
Nonostante sia tutt3 potenzialmente contemporane3, non ci vai nemmeno “vicin3”.
Non sfiori ma sei tangenziale, che non è la stess3 cosa, significativamente
Sei sempre (sempre) fuori strada, rispetto alla “via (scelta) formulare”, che è come la luce coerente sempre (sempre) acces3, ad illuminare non solo ogni passo, bensì, l’inter3. 
Riesci ad auto concepire l’assenza di ogni ombra? Ecco. Ecco. Ecco. 
È possibile anche se viene impedit3, poiché, tra ciò che c’è prima del momento di “è già success3” ed il “continua a succedere”, c’è di mezzo un “corpo (eco-dominante)” ch’è ingombrante, ossia, distorce, devia, interferisce, etc. e dunque proietta la propria ombra sulla scena che diviene, alfine e nel durante, ombros3 ed ombrosità come se fosse “natura” e non come dovrebbe essere.
Tale “corpo” non esiste; c’è, ed “è” annunciat3/espost3 dal significato che la memoria infrastrutturale ambientale frattale espansa, enuncia, auto codificandone la portata a qualunque livello del reale manifesto “qua (così)”. 
La codifica avviene poiché esiste proprio tale ingombro, che impedisce lo scorrimento dirett3. 
Dunque, agendo su/in/di te, di modo che divenga “te”, l’eco-dominante si fa sottoDomin3, seppure ogni sottoDomin3 non è l’eco-dominante, che non esiste; c’è. Ok?
È ciò che succede anche a livello, guarda non caso, di Stato, Massa, Singolarità = Stato, Popolo, Singolarità (ancora SPS). 
Nella tri-unità d’eventi, che cela-svela-rivela, così com’è neutr3, neutrale, neutralizzante.
Infatti, tu sei anche (l3) Stato:
tu sei stat3… divers3.
Ossia, sei ancora tale in un altro “stato”, ovvero, attraverso atteggiamento “formulare”.
Lo Stato “è” delle cose e si auto riferisce al “qua (così)”, allo status quo che è sempre “modernità” o contemporaneità, immediatezza, singolarità auto addomesticat3 d’assieme senza colpo ferire, a livello in-conscio, di riprogrammazione, etc.
Lo “stato formulare” è ben altr3, essendo come ribaltare ogni “orizzonte” che nell’AntiSistema è sempre la negazione del Sistema = come dovrebbe essere.
Dunque, non è per “caso” che la società “moderna” è sempre in un intreccio che rende “compless3” il… ricordare ciò/chi “è già success3”, essendo ovviamente strategia al fine di preservare il controllo ch’è già a livello planetario (Rete, con le mosche bianche, dentro).
E… ogni parola, testo, comunicazione, informazione, prova, etc. è sempre (sempre) capovolgibile, quando si tratta di “lavoro”, ovvero, di interpretare tutt3 poiché alla mercé di un’auto imposizione dal vago, ma pungolante, sapore d’eco-dominante. 
Un “buon” avvocat3, allora, potrà per lavoro e per lavorare, “difendere” qualsiasi tipo di verità, trasformando la scena nella scena ideale a tal pro, ricorrendo ad ogni misura al fine di convincere qualsiasi giuria, apparato di amministrazione della legge, etc.
Potrei scrivere un “pezzo” che replica il modo di “lavorare” dell’avvocatura, ma (ma)… per “ora” non ne ho voglia. 
Sai, a volte (spesso) è più forte la nausea, per cui, è arduo dribblarl3 costantemente.
Ecco, allora, l’interferenza.
Ecco l’eco, che informa sullo stato delle cose (nel) “qua (così)”, ovvero, che si è dentro a qualcosa che non è, però, tutt3.
Sembra tutt3 ma non l3 è affatto, perché lascia costantemente fuori il potenziale contemporaneo, che non riesci infatti nemmeno ad immaginare.
Sei in una prospettiva che è ogni prospettiva (nel) “qua (così), ch’è punto di sospensione a raggiera globale (sfera), auto derivante dal cosa “è” chi… se ne continuamente approfitta.
Eccoti la pantomima del concetto di “energia = anche, denaro”.
Ecco(ti) nella parte pre assegnata, al fine di giocare la “tu3” mossa, in una partita ch’è già terminat3 al/nel momento in cui “è già success3” e, dunque, ciò che continua a succedere non è più tale avvenimento cardine ma (ma) la partita che credi esistere, anche se non c’è… essendo strategia ed indicazione di chi non esiste; c’è.
Come al solito, non riesco a mantenere l’ordine che avrei voluto condividere. Poco importa. Sarà per la prossima volta. Ecco. Ecco. Ecco l’eco, che auto rimbomba e che trasla e trasporta tutt3, attraverso particelle di linguaggio che permettono lo scorrimento sul posto, come tapis roulant. 
“Ora” è, ad esempio, (anche) per sempre.
“Domani” è sempre.. domani, se “oggi” è sempre… oggi (ora).
Ma “domani è un altro giorno…”. Vero? Anche se “del doman non v’è certezza…”. Infatti, sfugge continuamente il nesso, che è significato ovvero sostanza e dunque compresenza eco-dominante + sottoDomin3 (qualsiasi componente “industriale”).
Ecco l’eco che riecheggia, riecheggiando. Ti accorgi dell’eco, del riecheggio o del riecheggiare?
Il denaro è uno scambio di energia. Per questo è importante che entrambe le parti escano da ogni transazione con la sensazione che lo scambio, valore per valore, sia stato giusto ed equo…”.
Insegno Yoga. La relazione con gli allievi. Il potere delle parole. Le riflessioni etiche – Donna Farhi
Infatti, ciò che avviene (e) ti rimane addosso è, appunto, la “sensazione” di… in luogo della certezza di aver ricordato ciò che significa tale “sensazione”.
Alcune tradizioni spirituali ritengono che chiedere denaro, in cambio di quelli che sono in essenza insegnamenti che non hanno prezzo, sia antietico in qualsiasi situazione.
Queste tradizioni esistono, però, solitamente, all’interno di culture che offrono, a coloro che vivono una vita spirituale il sostegno finanziario necessario per vivere modestamente, ma comunque comodamente.
Anche nel caso in cui questi insegnanti possano non farsi pagare per insegnare meditazione o offrire itinerari di iniziazione, potrebbero tranquillamente ricevere denaro e sostegno dalla comunità laica...”.
Insegno Yoga. La relazione con gli allievi. Il potere delle parole. Le riflessioni etiche – Donna Farhi
Certamente
(nel) “qua (così)” è… così, poiché, “è già success3”.
Prendere spunto da ciò, significa non accorgersi di chi non esiste; c’è… seppure ci si professa “spirituali”, ovvero dovendo avere una certa dimestichezza proprio con la dimensione non esiste; c’è. No?
Nella nostra cultura occidentale manca spesso il riconoscimento del valore dell’insegnamento spirituale da parte della società, pertanto se non chiedessero compensi in cambio del loro lavoro, gli insegnanti disporrebbero di pochi mezzi di sostentamento”.
Insegno Yoga. La relazione con gli allievi. Il potere delle parole. Le riflessioni etiche – Donna Farhi
Dunque, è “normale” tale situazione? 
È il potenziale contemporaneo che viene totalmente negat3, dimenticat3, esclus3, rifiutat3. Laddove, l’atteggiamento “formulare” non fa la differenza di potenziale contemporaneo.
Anche la pratica della donazione (Dana) può lasciare molti occidentali confusi, così che alcuni finirebbero per lasciare per un discorso di due ore meno denaro di quello che pagherebbero per un caffè e una pasta al bar…
La persona che esce da un discorso o lezione di Dharma senza donare nulla potrebbe non rendersi conto che questa omissione potrebbe rendere difficile per l’insegnante pagare l’affitto, per non parlare del proseguire i propri studi...”.
Insegno Yoga. La relazione con gli allievi. Il potere delle parole. Le riflessioni etiche – Donna Farhi
Perché “si paga l’affitto”?
Perché, se esistono case e sistemazioni per tutt3, contemporaneamente?
Ciò ti dovrebbe “Far…” insospettire, proprio relativamente alla forma mondo sociale, ossia, dovresti auto realizzare che è “così (qua)”, nella versione delle cose dove “è già success3” in tal senso. Ma non deve per forza di cose essere solamente “così (qua)”.
Nelle comunità in cui vi è un forte legame fra le persone, la gente comprende che gli artisti e gli insegnanti spirituali sono beni per la comunità, che vanno supportati e che non facendolo si rischia di perdere questi beni.
L’unico modo in cui chi ha talento, sia un violoncellista o un poeta, un ginnasta o uno scrittore, possa studiare e fare pratica a tempo pieno è disporre dei mezzi finanziari per sostenersi”.
Insegno Yoga. La relazione con gli allievi. Il potere delle parole. Le riflessioni etiche – Donna Farhi
L’unico modo... è disporre dei mezzi finanziari per sostenersi? Se per te/“te” va bene in tal modus, allora (allora) tant’è: 
comanda padron3, risponde il Genio (frattale espanso).
Condurre i propri affari in modo chiaro ed equo è una delle pratiche spirituali più elevate, poiché significa lavorare attivamente attraverso i precetti guida di una vita retta.
Fare affari in modo che permette a tutti di prosperare e che è alimentato e ricompensato, è uno dei modi più alti di mettere alla prova la nostra spiritualità.
L’argomentazione mossa da chi sostiene che chiedere un equo scambio a fronte di un servizio offerto non sia spirituale è spesso una proiezione dell’accusante, che non è disposto a essere giusto ed equo nei propri affari ed è alla ricerca di una giustificazione per la sua stessa avidità”.
Insegno Yoga. La relazione con gli allievi. Il potere delle parole. Le riflessioni etiche – Donna Farhi
Quanta carne al fuoco dell’incomprensione “formulare”. Si cerca, generalmente, di adattarsi al ritornello. In ogni ambito è, quindi, sempre lo stess3 ambito.
Ergo:
denaro docet.
E “necessità” auto incalza.
Nella sostanza, anche chi si professa “spirituale” si adegua alla musica ambientale, che ispira proprio e guarda non caso ad imitarne ogni passo, come pifferai3 magic3.
Forse la questione ci risulterebbe più chiara se guardassimo a quanto ammonta lo scambio di denaro in altri ambiti della nostra vita.
Quanti di noi si recherebbero al negozio di alimentari e direbbero alla cassiera di avere dimenticato il portafogli, aspettandosi di portare comunque a casa la spesa?...”.
Insegno Yoga. La relazione con gli allievi. Il potere delle parole. Le riflessioni etiche – Donna Farhi
Appunto:
la questione ci risulterebbe più chiara se guardassimo a quanto ammonta lo scambio di denaro in altri ambiti della nostra vita... (ecco l’esempio che riguarda la prassi, ritenendol3 unicità e dunque “destino”).
Del resto, ricorda, “è già success3” e l’ambiente è totalmente polarizzat3 in tal senso. E quale se no.
Ritengo che quando permettiamo alle persone di prendere qualcosa che non è stato loro liberamente offerto, stiamo essenzialmente creando le basi del rubare”.
Insegno Yoga. La relazione con gli allievi. Il potere delle parole. Le riflessioni etiche – Donna Farhi
Non si creano le “basi”, se esiste già la “base (eco-dominante)”. Si tratta della conferma del segnale portante AntiSistema. Che come al solito scambi per… “lanterne”.
È probabile che molti di questi allievi finiscano per non presentarsi, spesso dopo che abbiamo rifiutato altri potenziali iscritti per mancanza di posti. Questo significa che abbiamo perduto un’entrata che ci era necessaria e che la persona che ha tradito la nostra fiducia in pratica ha privato un altro allievo di quel posto”.
Insegno Yoga. La relazione con gli allievi. Il potere delle parole. Le riflessioni etiche – Donna Farhi
questo significa che abbiamo perduto un’entrata… (si ragiona come aziende “spirituali”)
che ci era necessaria… (di fatti, dipendi dalla “necessità” denaro, lavoro, energia, etc.)
e che la persona che ha tradito la nostra fiducia in pratica ha privato un altro allievo di quel posto… (ecco la catena di montaggio, che esclude il potenziale contemporaneo).
Ecco(ti) alfine, nel durante, “qua (così)”.
È un bell’auto ritratto. Non c’è che dire. 
Complimenti e… “Fai… che ti accorgi. Eh? Suvvia. Non trovi tutt3 ciò alquanto noios3? Dai. Sarà molto più ‘appagante’ auto riscoprirsi potenzialmente tutt3 auto realizzat3. Perché, no”.
SPS riceve anche per te.
  
Davide Nebuloni
SacroProfanoSacro (SPS) 2019
Bollettino numero 2467
Riproduzione libera” (a condizione che si citi la fonte e che il testo rimanga inalterato).