Permettete una osservazione; prima di decidere se inoltrarvi nella lettura del presente articolo, introdotti in questa dimensione seguendo il titolo di testa, prendetevi qualche secondo di riflessione. Avete addosso l’energia del mondo esterno, il mondo dello stress, della velocità, di uno spuntino veloce…
Lasciate scorrere via queste disarmoniche vibrazioni inspirando ed espirando tranquillamente per qualche secondo. Concedetevi un po’ di coccole. Resistete alla tentazione di fare “zapping” veloce anche tra i link…
Osservatevi e calmate la mente. Chiudete un attimo gli occhi…
Visualizzatevi in un “luogo” rilassante, dove vi sentite completamente a vostro agio… lontani dal “rumore” e dal tempo, dove brividi di tepore vi percorrono la spina dorsale e vi accarezzano i capelli… Ecco… Ora il cuore è più leggero…
Se deciderete di percorrere l’articolo, fatelo per favore con tutto il Vostro essere; ciò non comporta ne sforzo ne fatica. Lasciatevi andare al sentire del Vostro osservatore, percepitevi in lui e confidate che “nulla è per caso”. Grazie…
L’acqua ricopre il 71% della superficie terrestre. Non a caso il pianeta Terra è anche chiamato il pianeta blu. Per gli indiani d’America l’acqua rappresenta il sangue dei loro antenati. L’acqua è pertanto ritenuta sacra. Se l’organizzazione della materia è su base frattale, dobbiamo aspettarci che, così come nell’uomo il sangue costituisce il fluido legato alla vita, allo stesso modo esista anche il “sangue” della Terra, in quanto essere vivente. Il sangue della Terra è appunto l’acqua, da qua si capisce il vero significato della metafora raccontata dal Capo Seattle. Ogni aspetto legato alla tradizione ed alla cultura dell’uomo, fosse anche la più antica e misteriosa, riporta sempre uno spaccato della “verità”. Cercare di inquadrare le leggende o il mito con la mentalità dell’uomo odierno, lascia sempre il tempo che trova, ossia porta alla considerazione finale che gli “antichi” fossero dei sempliciotti propensi alla fantasia tipica dei bambini o dei poveri d’intelletto. Il tutto viene lasciato a “macerare” nell’ambito del dubbio e della mistificazione. A chi interessa, dopotutto, comprendere sino in fondo il messaggio che i nostri antenati ci hanno voluto tramandare? A chi interessa tutto ciò in un mondo incuriosito dalle vicende del Grande Fratello? Per fortuna che siamo in tanti su questo meraviglioso pianeta. E questa è sia la nostra forza che il nostro fardello; come al solito la “medaglia” ha sempre due facce contrapposte. Nella nostra numerosità, oltre a gravare sempre più sul sistema naturale, possiamo però evitare di essere ingabbiati totalmente nel piano di annichilimento dello spirito. Nella diversità c’è la nostra salvezza. Per questo motivo possiamo osservare l'estremo tentativo di spersonalizzazione dell'uomo messo in atto dall'Antisistema. Siamo tutti diversi eppure campionabili. Ma c’è sempre qualcuno che “sfugge” ad ogni tentativo di targetizzazione: le cosiddette minoranze. Porzioni di esseri umani “diversi” come risposta naturale della magnificenza della vita. Ho trovato in uno splendido articolo di Enzo Braschi questo concetto, espresso nella natura dei cosiddetti “contrari”:
In ogni tribù nativo-americana, da sempre, troviamo la figura dei "Contrari", altrimenti chiamati "Sacri Pagliacci", vale a dire gli "uomini-doppi", quelle personalità in grado di esprimere la dualità del cosmo attraverso comportamenti apparentemente contrari alla regola. E' sempre Alce Nero a fornirci la chiave filosofica per comprendere quale sia la vera identità dei "Contrari" laddove afferma: "Avete osservato che la verità appare in questo mondo con due facce. Una è triste di dolore, e l'altra ride; ma è la stessa faccia, rida o pianga. Quando la gente è già disperata, forse la faccia ridente è meglio per loro; e quando si sentono troppo bene e troppo sicuri di essere protetti, forse è meglio allora che vedano la faccia piangente."
Il "Contrario" si presenterà allora come colui il quale cammina all'indietro, dice "sì" quando dovrebbe dire "no", rabbrividisce d'estate e gira nudo d'inverno, si lava con la sabbia e si asciuga con l'acqua; oppure come colui che all'interno di una sacra cerimonia sarà l'unico a muoversi fuori tempo, a dare la schiena mentre tutti i suoi compagni offriranno il volto a chi li guarda, a cantare allorché ognuno tacerà, a ridere sguaiatamente nel corso di un evento luttuoso, o a piangere disperatamente nel bel mezzo di una festa. Tutto questo non per mero esibizionismo o per amore della teatralità, bensì perché il comportamento del "Contrario" aveva (e tuttora ha) la funzione di mantenere in equilibrio i due lati opposti della realtà. Ma perché un uomo come tutti gli altri, a un certo punto della sua vita, decideva di diventare un "Contrario", di vivere un'esistenza che andava contro ogni regola, una vita sempre dedita alla rinuncia personale, alla povertà più assoluta, e all'instancabile servizio e cura degli altri? Semplicemente perché quell'uomo era un prescelto, aveva avuto una vera e propria "chiamata" dall'"Alto": aveva cioè ricevuto la visione dei "Poteri" che dimorano a Ovest, quelli che la tradizione Lakota chiama gli Wakinyan, gli "Esseri del Tuono".
Il potere dei "Contrari" derivava da quel temibile elemento -il tuono-, sul quale il "Contrario" era tuttavia in grado di esercitare il suo controllo. E questo perché gli Indiani d'America sanno che il Grande Spirito è il primo a voler mantenere il Tutto in equilibrio, ragion per cui a tanto sacrificio da parte dell'uomo che diventava un "Contrario" veniva offerto in cambio un poco del Potere degli "Esseri del Tuono". I "Contrari", pertanto, erano medicine men capaci di guarire molte malattie attraverso il Potere degli Spiriti dell'Ovest, nonché individui in grado d'influire sul tempo atmosferico creando la pioggia o interrompendola a seconda delle necessità.
Gli Heyoka
I Lakota chiamavano i "Contrari" Heyoka, una mirabile intuizione, visto che la parola heyoka è il "contrario" di okahey, che vuol dire "tutto va bene". E questo non perché i "Contrari" esprimessero il lato negativo dell'esistenza ma semmai l'altra faccia della medaglia, allo stesso modo degli "Esseri del Tuono" che avevano la proprietà di creare la vita così come di distruggerla.
Fonte: http://www.segnidalcielo.it/potere_dei_contrari.htmlno
Essere un “contrario” è sempre stato il mio personale stato esistenziale; ma me ne accorgo solo adesso, dopo avere letto questo articolo. Ora riesco a farmene una ragione, ora riesco a rafforzare i miei passi, a credere ancora maggiormente nella nostra natura divina e ispirata. Ora comprendo perché “vedo ogni cosa ribaltata a 180 gradi”. Perché la vista esteriore che mi difetta è compensata dalla vista interiore che è acuta. Siamo sempre nell’ambito del duale, non c’è nulla da fare sino a quando rimaniamo in questa prospettiva. Chiamiamo queste persone con nomi “diversi” ma il risultato non cambia. Queste persone ci sono sempre state e sempre ci saranno, perché rappresentano la linfa, il sangue, la spina dorsale dell’apparato sensibile dell’umanità nella sua forma globale dell’Uno. Sono i martiri e i santi, gli uomini di scienza che sono stati bruciati, le donne che venivano tacciate di stregoneria, gli ambigui, i clochard, i pazzi, gli omosessuali, tutti coloro che hanno preso decisioni “fuori da ogni schema”, etc. Sono tutti quei coraggiosi che si sono opposti ad un "regime", i partigiani o terroristi che dir si voglia. E non può essere una classificazione fatta da coloro che detengono il potere a dirigere il destino degli uomini, perché il destino cambia ad ogni istante come una serpe. Infatti sono rimasto letteralmente di sasso quando, una mattina molto presto, sono sceso dal treno che mi portava a Milano e, infreddolito e trasognante, mi sono accorto di una scritta molto grossa su un muro di una casa che recitava così: non esiste più il futuro di una volta.
Meravigliosa concezione del tempo e dello sfuggire dal tempo, sinonimo di libertà senza pari. Inutile dire che quella frase è divenuta per me un vessillo da sventolare con orgoglio per il resto della vita. Quella frase era un messaggio dall’Universo non per chi aveva occhi per leggere ma per chi aveva risonanza per comprendere. Infatti dopo qualche giorno scomparve! In quel luogo di cammino dei pendolari, dei “robot” programmati o delle “formichine” ubbidienti, il Creatore dava prova di esserci e di assoldare volonterosi o “contrari”.
Ed ecco riaffacciarsi ancora una volta sulla scena i "Contrari", gli Heyokas, e la loro visione di una realtà indissolubilmente legata agli Wakinyan, gli "Esseri del Tuono". Sì, perché gli Heyokas, oggi, non sono una qualcosa che riguarda i soli Indiani d'America. Non è più in gioco il colore della pelle o la connotazione geografica o quella culturale: gli Heyokas, oggi, sono anche tutti quelli che credono nel contrario di ciò che apparentemente è la nostra realtà, quelli che lottano perchè assieme a un vecchio mondo che sta per scomparire scompaia per sempre anche un vecchio modo di intendere la vita.
Chiunque abbia già scelto questa strada non in linea con un potere che lo vuole cieco, sordo e muto, porta in sé le stimmate del "Guerriero" capace di trasmutare il ferro in oro puro. Il ruolo di questo "Guerriero" è infatti quello di credere nell'opposto -nel contrario- di quanto il potere voglia fargli credere, e di risvegliare in quanti più possibile tale nuova presa di coscienza. Soltanto così il "suono" che è in tutti noi diverrà davvero il "tuono" capace di riconnetterci agli "Esseri del Tuono", come è giusto che sia, come essi si attendono che noi facciamo una volta per tutte.
E' difficile essere un Heyoka nella nostra società.
E' difficile perchè ci è stato insegnato a muoverci nel caos, a rassegnarci alla violenza, a vivere fianco a fianco con la paura, uno strumento creato ad arte per controllare ogni nostra emozione. Paura che genera rancore, rancore che genera odio, odio che frantuma l'infinita ragnatela di "parentele" che lega ognuno di noi a ogni altra cosa. Paura che sempre più ci separa dal vero senso della Creazione, che è Amore e volontà di amare non in vista di una ricompensa in questa o in un'altra vita, ma perché gratificazione senza fine, risposta a ogni richiesta della nostra anima.
A questo punto del nostro cammino ci siamo allontanati così tanto da noi stessi, che ci sembra impossibile riuscire a tornare indietro. Ai nostri piedi scorgiamo un baratro dal quale tentiamo a fatica di emergere, alzando lo sguardo vediamo un'impervia salita che sembra non aver mai fine. Ci sentiamo orfani, abbandonati, disperatamente soli e perduti.
Sono invece convinto che tutto sia a portata di mano, e che ognuno di noi possa diventare il "Maestro" di se stesso, possa brillare di una sua luce sfolgorante, possa vibrare di un suono che sia pura armonia. A condizione però che impari ad amarsi e a riconoscere l'amore nel perenne fluire della vita. Se quel giorno verrà, finalmente voleremo. Con questi nostri corpi. Senza ali, eppure come aquile che levigate si staccano da terra. Quel giorno con questi nostri corpi saliremo fin lassù, fino a dove hanno dimora gli astri, i cui nomi siamo noi. Alla fine del sentiero del cielo non dovremo bussare a nessuna porta, perché la porta del cielo è sempre aperta: basterà avere il coraggio di varcarne la soglia e scoprire di essere noi il cielo, lui la nostra anima. E non avremo più limiti. Mai più. E' perché si possa vedere quel giorno che si deve pregare e lottare con tutte le nostre forze.
Mitakuye oyasin (Siamo tutti correlati, siamo tutti uno).
Fonte: http://www.segnidalcielo.it/potere_dei_contrari.html
Quando Colombo scoprì le Americhe nel 1492 la società occidentale si aprì verso l’ignoto, o meglio, verso un mondo che, pochi già conoscevano. Questo fatto doveva succedere; come dovevano succedere molte “cose” spiacevoli per condurre l’umanità al punto di scegliere con coscienza il proprio destino, verso la comprensione dell’unità del tutto. Le mappe ritrovate, nelle quali veniva “ritratto” il mondo dettagliato come solo si è potuto conoscere negli ultimi anni, tramite l’avvento degli aeroplani e dei satelliti, chiarisce molto bene questo concetto. L’uomo è sempre stato guidato nelle proprie scelte agendo proprio su quelle sue componenti contrarie, che mai si sarebbero fatte ingabbiare dallo schema ipnotizzante messo in atto dall’Antisistema e, dunque, dall’uomo stesso. Cane che si morde la coda, mi verrebbe da pensare. Gli eroi ci sono sempre stati, i temerari ed i coraggiosi che hanno fatto della propria vita un tavolo inclinato dedicato all’avventura del vivere la vita. Questa è la spinta evolutiva in corso. Il naturale slancio che deriva dalla sottile funzione della dualità.
Per finire voglio evidenziare due immagini molto particolari:
Fonte: http://www.teresademonte.com/LeMappeDiPiriReis_DrTeresaDeMonte.pdf
Questa mappa ricorda qualcosa che è "scomparso" e che era rappresentato, nel mondo antico, con questo simbolo:
Il famoso Sigillo di Atlantide presente anche in molte colonie Fenice, in realtà sarebbe la pianta della mitica capitale del Continente d'Atlantide, Poseidonia o Città del Ponte, come concordemente descritta nei molti documenti in un intervallarsi di tre canali e tre anelli di terraferma ed un'uscita-porto che portava in mare aperto.
Fonte: www.esonet.it
Per diretta connessione mi viene in mente lo splendido libro di David Wilcock “The divine cosmos” che, nel capitolo 5, recita così:
Christopher Otto Hilgendberg è stato il primo, nel 1933, a mostrare che se restringiamo la Terra al 55-60% della sua attuale dimensione, allora tutti i continenti si incastrano insieme a formare un puzzle. Basandoci sui modelli matematici di Maxlow la Terra si starebbe espandendo in grandezza alla velocità di approssimativamente 21 millimetri all’anno (E, aggiungo io, ricordo che il numero 22 rappresenta la manifestazione fisica del cambiamento).
5.5 - ESPANSIONE GEOMETRICA RADIALE DEI CONTINENTI
Se l’attività della Terra condivide un legame comune con le attività a livello quantico, allora durante il processo di espansione ci dovremmo aspettare di vedere coinvolta la geometria dei Solidi Platonici, proprio come la vediamo nella formazione di un microcluster o di un quasi-cristallo. Abbiamo già visto come le osservazioni del dr. Teodorani sulle formazioni di plasma in Norvegia adottino configurazioni geometriche spontanee, e questo suggerisce che anche il plasma nel centro della Terra debba possedere le stesse proprietà. Inoltre, grazie al lavoro investigativo del dr. Pasichnyk, sappiamo che W.R. Corliss, A.M. Dziewonski e J.H. Woodhouse hanno confermato che il centro della Terra mostra una “simmetria esagonale”, cioè che è nella forma di un solido geometrico tridimensionale che, se osservato da determinate angolazioni, ha sei lati. Nel video della sua conferenza del 1996, Gregg Braden indica che questo dato simmetrico suggerisce che il centro della Terra è a forma di dodecaedro perfetto, uno dei cinque principali solidi Platonici, con 12 facce pentagonali. Sicché, il fenomeno geometrico dei “microcluster” si conferma valido anche a scale di grandezza molto più grandi di quelle del regno dei quanti. (Anche l’icosaedro possiede una simmetria esagonale molto ripetitiva).
Non dimentichiamo che la geometria è il semplice sottoprodotto della vibrazione/pulsazione in un materiale fluido; gli studi del dr. Hans Jenny hanno rivelato che quando il livello di vibrazione/pulsazione viene incrementato, le forme geometriche che si osservano all’interno del fluido diventano più complesse. Così, se la velocità della vibrazione/pulsazione nel centro luminoso della Terra sta continuamente incrementando, allora ci si dovrebbe aspettare di vedere all’opera forme geometriche sempre più complesse.
- Tenendo questo a mente, nel 1993, Vogel e altri esordirono con le seguenti conclusioni riguardanti le Ipotesi di Espansione Terrestre, basate sulla loro vasta esperienza nel fare modelli della superficie terrestre. Se si riduce il raggio della Terra al 55/60% della sua attuale dimensione, allora: I confini esterni dei continenti possono essere composti insieme per formare un’unica crosta chiusa;
- La posizione dei vari continenti rimangono generalmente costanti rispettivamente l’uno all’altro, e la loro separazione è causata da una “espansione radiale della Terra”;
- La causa dei movimenti dei continenti deriva da un sempre più veloce incremento di raggio nel tempo, in accordo con l’espansione dei fondali marini…
La concordanza di questi tre fenomeni non può essere casuale, [ma è dovuta a] processi operanti dall’interno della Terra, e il risultato è l’espansione del pianeta. La chiave di lettura di quanto abbiamo bisogno di vedere qui sta nel punto 2, dove Vogel stabilisce che la separazione dei continenti avviene secondo un movimento “radiale” o a spirale. Quando studiamo la struttura gerarchica dei Solidi Platonici singolarmente “annidati” l’uno all’interno dell’altro, osserviamo che c’è sempre un movimento a spirale quando una forma meno complessa si espande in una di complessità superiore.
Fonte: http://www.stazioneceleste.it/articoli/wilcock/wilcock_TDC_05.htm
Anche la Terra, in quanto essere vivente, respira; dunque ecco spiegato il moto espansivo della sua “forma”. Perché no? Perché comprendere questo aspetto significa espandere la coscienza ad un livello troppo pericoloso per l’attuale stato delle “cose”. L’Antisistema vigila su ogni aspetto e nulla sfugge al suo preventivo controllo. Ma noi, che siamo i suoi creatori, possiamo eluderlo tagliando le sue fonti di alimentazione energetica basate sulla paura e sulla separazione tramite la conoscenza e la consapevolezza.
Nulla è per caso e la verità ci sommerge, ci accorgeremo di lei quando saremo “affogati”…