lunedì 23 novembre 2009

Tassello dopo tassello, un cuore alla volta.






Nell’articolo di ieri si è scritto che l’Antisistema è “assetato” del sangue umano, nel senso che cerca in tutti i modi di conquistarlo al fine di conquistare l’uomo; o meglio, mantenere l’uomo in uno stato di conquista. Ecco il perché di questo tam tam mediatico, di questa grancassa, di questa “intimidazione” sottile a convincere la massa alla vaccinazione contro l’influenza A. Ricordo che questa volta, e per la prima volta che sappia io, si parla di vaccinazione planetaria.  L'insicurezza del vaccino nasconde ben altra evidenza! Perché? Lasciamo da parte tutti i soliti motivi legati al business e concentriamoci su un dato di fatto incontrovertibile: la nostra evoluzione. La scienza odierna non nega che l’evoluzione sia sempre all’opera, non lo può fare per il semplice motivo che la storia del genere umano lo dimostra senza ombra di dubbio. Persino utilizzando “mezzi” tanto controllati dall’attuale stato delle “cose”, come la Scienza e la Storia ufficiale, non è possibile sostenere che non ci sia stata evoluzione nell’arco temporale del cammino dell’uomo. Pertanto è un dato assodato l’esistenza di una spinta evolutiva “naturale” insita nelle proprietà perlomeno dell’essere umano, ossia:
  • l’uomo si è evoluto
  • l’uomo si evolve
  • l’uomo si evolverà
Chiediamoci però, quale tipo di evoluzione ci aspetta nel prossimo futuro? In che cosa ci trasformeremo? A cosa assomiglieremo sempre di più? Secondo la teoria dei campi morfogenetici, esiste una sorta di “sistema guida” o di raggio traente che guida un “corpo” verso una conformazione predeterminata:

Sheldrake postula che la determinazione di una struttura dipende da un campo esterno di influenza associato al processo di formazione della struttura stessa. Questo cosiddetto campo morfogenetico porta con sé il “programma”, per così dire, del processo di formazione.
Fonte: www.scienzaeconoscenza.it

Diciamo quindi che l’uomo è in evoluzione e cammina seguendo un richiamo superiore che lo guida a “divenire”. Mettiamoci ora nei panni di una gerarchia che si è formata grazie alle pieghe dello spazio/tempo ed in seguito alle difficoltà incontrate sul cammino dal genere umano. Tale forma di controllo tenderà a mantenere lo status quo perché da tale stato egli trae enorme beneficio e non ha nessun interesse a volere ed incoraggiare il cambiamento. Osserviamo la Storia ufficiale e noteremo come ogni impero, ogni forma di potere grande o piccola abbia sempre ragionato in questi termini e, solo una guerra o una insurrezione hanno potuto generare la loro caduta. Ma, ogni volta, la successiva forma di aggregazione di soldi, politica e religione ha sempre dato nascita alla prosecuzione del medesimo modello di controllo e sfruttamento delle masse. Utilizzando le masse, il potere è sempre sopravissuto a se stesso, perché il paradigma planetario è "divenuto" in questa maniera. L’Antisistema è penetrato all’interno dell’uomo e nella sua capacità di evolvere. A cosa tenderebbe l’uomo lasciato libero di evolvere seguendo il raggio traente della creazione? A colui che lo ha generato (non si dice che l’uomo è stato fatto ad immagine e somiglianza di Dio?), pertanto la spinta naturale evolutiva porta a raggiungere la trasformazione dell’uomo, celebrando lo spirito nella carne, e la diretta trasmutazione del buio in luce. L’uomo, libero di evolvere, diverrebbe un uomo spirituale. A cosa si oppone dunque l’Antisistema? Al richiamo del Creatore, ma lo fa solo per ignoranza, come ogni creatura che ignora il vero significato della vita. Sappiamo comunque che l’Antisistema trova un senso negli attuali limiti della consapevolezza del proprio artefice: l’uomo stesso. L’uomo di fronte all’ostacolo trova la forza e la volontà per andare avanti…
La natura educativa del gioco della vita è quanto di più rassicurante possa esistere, perché fa chiaramente percepire l’opera d’amore che si colloca alla sua origine. Perché l’Antisistema ci ha permesso progressivamente di evolvere (lo vediamo osservando, ad esempio, la modernizzazione)? Perché non può ostacolare questa spinta naturale che chiama senza fine di continuità. Allora cosa ha dovuto fare per cercare di sopravvivere? Conoscendoci molto bene, come parte di noi, è entrato dentro all’uomo, nella sua fisicità ed emozionalità, legandosi alle paure ancestrali della separazione da tutto. L’Antisistema, uscito dall’uomo quando è stato creato dall’uomo stesso, torna dentro all’uomo, conoscendo bene tutte le vie ed i modi per farlo. Nel fare questo torna a chiudere il cerchio della nascita e della morte. Cosa fa Neo, in Matrix, alla fine della saga? Si lascia fagocitare dall’agente Smith per trasmutarlo da dentro. È una compenetrazione di corpi. L’Antisistema ci ha conquistato il sangue ma non la "linfa" vitale legata all’evoluzione dell’uomo spirituale e, questa "linfa", alla fine sarà capace di inglobare l'Antisistema  tornando ad essere Uno con il tutto. Vedremo prossimamente  come Steiner descrive i meccanismi che rendono il nostro sangue tanto importante, ma inquadrando il discorso in un’ottica sempre orientata alla luce ed alla perfezione del piano divino, alla consapevolezza di "essere".


La consapevolezza, o “presenza mentale” (in inglese “mindfulness”, in francese “pleine conscience”), è l’energia che ci aiuta a riconoscere e accogliere “ciò che è”, ovvero ciò che esiste o avviene in noi e intorno a noi nel momento presente. Praticarla genera calma interiore, migliora la capacità di discernimento e consente di agire al meglio (piuttosto che reagire), nelle varie situazioni.
Riunendo corpo e mente attraverso la consapevolezza ci diamo la possibilità di rallentare il ritmo a volte frenetico della nostra vita, di riposare e di poter dunque entrare in contatto profondo con le meraviglie della vita che sono sempre disponibili in noi e intorno a noi nel momento presente: il canto degli uccelli, la luce della luna, la freschezza di un fiore, gli occhi di un bambino, i nostri stessi occhi e orecchi che ci permettono di vedere e sentire tutto questo.
Sviluppiamo anche la capacità di vedere i semi della sofferenza che giacciono nel profondo della nostra coscienza – rabbia, gelosia, avidità, illusione… – e della coscienza collettiva – fame, malattia, ingiustizia, oppressione… – primo passo per poterli comprendere e trasformare.
La pratica della consapevolezza ci conduce fuori dal circolo chiuso di emozioni e pensieri costantemente rivolti al passato (rimpianti, rimorsi, rancori…) o al futuro (sogni a occhi aperti, ansie, paure…) nei quali viviamo costantemente immersi senza neanche rendercene conto, e ci aiuta a radicarci nel presente, nel qui e ora, l’unico momento in cui la vita è realmente a nostra disposizione.
Fonte: www.centrovitaconsapevole.org

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