lunedì 15 novembre 2010

Il richiamo di "Casa".




Al suono della colonna sonora di Alice In Wonderland del sempre “fertile” Danny Elfman, vengo trasportato, trascinato, per un mondo molto simile alla “caduta” nella Tana di Bianconiglio; evanescenze amiche e brividi, tiepido calore e divertita partecipazione, senso di familiarità e condivisione. Le voci e la musica avvolgono ed inebriano come il migliore dei connubi. Poesia celeste ammanta, affascina, “assale”. Che meraviglia! Sorgono come isole nel bel mezzo dell’Oceano due nitidi pensieri, due risposte?

Il primo; pensiamo al Cantante che ricerca il “Pubblico live”, a quel senso di “divinità” che prova dinnanzi a migliaia di fan che lo acclamano e lo “nutrono di energia”, al Calciatore che viene glorificato dall’azione di un gol decisivo, all’Attore che giunge in un luogo dove è atteso da code di persone “devote” che lo acclamano, ai trascorsi Gladiatori che raggiunsero la fama degli Imperatori, etc. 

Cosa ha condotto questi uomini e donne a vivere Vite tanto “centrali e globali”? Le loro indiscusse capacità? Il loro talento innato? Certo, in parte. Ma la costante è e sempre sarà l’ascendente sulla Massa. È la massa che è in grado di innalzare un Individuo. In che modo? 

Tramite la propria “devozione”, la propria trasmissione d’energia, il proprio interessamento, focus, osservazione. 

Ogni ambito della Società Globale è teso a ricercare il consenso della Massa. Senza la Massa non si giunge al cosiddetto “successo”. Senza la Massa non ci sarebbero gli Eroi, i Miti, le Leggende. Senza qualcuno in grado di “apprezzare”, di evidenziare, non ci sarebbe nemmeno il Ricordo, la Memoria stessa

La Massa è utile anzi necessaria perchè rappresenta la manifestazione del "tutto" e del "nulla"...

Ecco! Questo è il primo pensiero… L’attenzione della Massa è l’ingrediente primo per realizzare un Sogno. Per questo in Matrix l’esordio della trama  è “Neo, Matrix Has You!”: Matrix ti ha

Tu sei in Matrix e l’alimenti tramite la tua “devozione”. 

Questo ultimo termine riconduce allora alle Religioni, a quell’antico modo di ingabbiare l’attenzione altrui ed, infine, al ruolo della Preghiera: una vera e propria tecnologia energetica emanata da ogni Individuo partecipante alla sinfonia della Vita intessuta da questa versione del “Sogno”

La Preghiera è un canale che veicola energia, attenzione, osservazione. La veicolazione della Preghiera è uno degli scopi dell’Antisistema. La Cabala afferma che siamo fatti di Desiderio puro: noi nasciamo per desiderare in continuazione qualcosa. E ciò rappresenta una dato di fatto indissolubile, da “agganciare” per le energie di Controllo ai fini della loro sopravvivenza. 

Altro che “denaro”. c’è in gioco ben altro che il “semplice” denaro. Il denaro è la rappresentazione pubblica dei nostri mali, il nostro specchio deformato ma reale. Non facciamoci sviare dal denaro, perché ciò che hanno sempre ricercato le Organizzazioni che hanno decretato le nascite e le trasformazioni degli Imperi, è sempre e solo stata la partecipazione, il coinvolgimento, l’attrazione, della Massa. Perché?

Perché la Massa, una volta “innescata” produce energia di “focus” ed attira la concretizzazione, la fisicità, la densificazione, dell’energia del paradigma assorbito, imposto dall’Energia di Controllo

Le Preghiere, in un simile stadio, alimentano il Controllo, lo elevano, aumentano la sua Forza. Gli “Dei” hanno sempre ricercato il consenso umano in primo luogo. In che modo? O meglio: a cosa sono giunti nel loro "ragionamento" basato sui “fatti”, sulle altre esperienze legate alle altre “Matrici” del passato? 

Che attraverso la Paura e tutte le sue “sfumature” è più “facile”! Ma la Paura è un blocco che consente, alla fine, di andare avanti. Ecco l'utilità della funzione del "Mostro".

Il secondo pensiero; il Mondo deve apparire in un certo modo per non destare stupore e mantenere uno Status quo raggiunto nel Tempo. Cosa significa? Che la percezione della Vita, legata all’osservazione distaccata dal proprio sé, “immemore”, deve essere “condotta per mano” al fine di non risvegliare antiche memorie. Cioè? 

Che il Mondo deve risultare una miscellanea di normalità unita a timore per il futuro, rispecchiato in ogni minimo frangente dell’intessuto esperienziale quotidiano

Il fatto basilare è ricondurre la nostra  Attenzione su un ordito comune e conosciuto, su una continuità della Storia manipolata che funga da Illusione, su una trama giornaliera usuale nella quale smarrirsi, perdere il senso delle Cose. In che senso? Che la Vita condotta globalmente deve apparire come assolutamente plausibile agli occhi della Mente logica e quadrata, che ogni ambito sia spiegabile con il ragionamento, che i tanti  limiti fisici reggano il confronto con ciò che sentiamo di poter fare nelle nostre profondità. Che ci si adagi lentamente riponendo le “ali” al peso della Gravità, della Gravitazione planetaria. Che ci si senta utili solo confacendosi agli scopi imposti. Che ci si pieghi a ciò che dice la Scienza come anticamente all’Oracolo. Che non ci si chieda nulla oltre alla normale ed usufruibile condotta quotidiana di Vita, che ci si "spenga" giorno dopo giorno.

Un Mondo “spiegabile” come il nostro non desta preoccupazione, se non tutta quella gamma di preoccupazioni legate all’introduzione e sviluppo della famiglia delle emozioni legate alla Paura: obiettivo primario del Controllo

Oggi posso prendere la macchina ed in giornata percorrere centinaia di chilometri, potendo contare su tutta la “presenza” di ciò che abbiamo conquistato attraverso lo sviluppo della tecnologia, della civiltà, della modernità, della superiorità dell’uomo su ogni altro aspetto dell’esistenza. Ma è davvero così? Non è questo un fuoco fatuo? Una illusione di “potere”? Un sottile sviamento? Una furba deviazione della nostra attenzione? 

Chi farebbe seriamente cambio con il Mondo di “una volta”?  

Attenzione!  Con il Mondo che crediamo esistesse una volta! Con il Mondo che ci hanno fatto credere esistesse una volta. Chi farebbe cambio? Pazzi? Sognatori? Illusi? Falliti? Chi?

Noi tutti alimentiamo un Sogno altrui mediante la nostra partecipazione primaria, le nostre Preghiere, la nostra Attenzione. I frattali ce lo indicano chiaramente! La sete di “gloria” di ogni Vip lo dimostra. Ogni ambito sociale lo evidenzia. Ed il bello è che è vero, ma estrapolato dalla valenza spirituale conferisce ad un simile intento ben altra valenza. E nella confusione totale, nella Selva di Dante, lo smarrimento è assicurato.

Ogni aspetto è sotto Controllo dell’Antisistema che teme di perdere il proprio ruolo centrale nella nostra “corsa” verso l’evoluzione ed il risveglio. Ma anche l’Antisistema ha un limite: quello dimensionale

Coloro che torneranno a “Casa”, lasceranno questa dimensione in cui il ruolo dell’Antisistema è un vivo ruolo, un perché ben preciso ed assoluto: prenderci per mano al fine di non cadere per sempre nelle nostre Paure! In che modo? 

Evidenziandole! 

Spingendoci verso una sottile e utile auto educazione, non forzando i tempi, avendo fiducia nel proprio ruolo "conduttore, proprio come un campo Morfogenetico.

Questa è la visione più alta! La Prospettiva dal punto di vista Celeste. Cosa altro? Il Creatore ha messo alla prova tutti i suoi figli e, dunque, se stesso. 

Cosa racchiudono di tanto minaccioso le sue “Cantine”?
È solo tenendo le porte aperte che potrà osservare cosa si nasconde dentro.
Questo è il ruolo della Creazione. Scoprire se stesso mediante l’esternazione di se stesso.
Tutto il resto è un “dettaglio”; un dettaglio molto importante ma non conclusivo, qualsiasi sia la situazione sviluppata al momento…

Il “Richiamo verso Casa” sarà irresistibile!   

Salute: Sentire Voci Che Non Esistono. In Lombardia Fino a 270mila Casi.
''A circa 270 mila persone in Lombardia potrebbe esser capitato di sentire voci che non provengono dall'esterno''. Non e' un allarme quello lanciato dal dottor Giuseppe Tissi, responsabile del Centro psico-sociale dell'Ospedale Sacco e tra i promotori dell'Incontro ''Sentire le voci, far sentire la propria'', oggi e domani al Teatro del Buratto a Milano; e' piuttosto un invito, rivolto a tutti coloro che temono di essere considerati ''matti'', a uscire allo scoperto: ''Gli studi raccolti dal professor Marius Romme, docente presso l'Universita' di Maastricht, condotti su 15mila persone - spiega il dottor Tissi - hanno evidenziato che una percentuale compresa tra il 2 e il 4 per cento dell'intera popolazione e' coinvolta da questo fenomeno. In particolare, questa percentuale e' composta per due terzi da persone senza alcuna patologia psichiatrica. Trasferendo i risultati di questi studi alla popolazione lombarda, si ottiene un numero stimabile intorno alle 270mila unita'. 

Persone normali che hanno provato almeno una volta nella loro vita cosa vuol dire "sentire le voci". 

L'esperienza clinica degli psichiatri rimane all'oscuro di questa parte di uditori che sono in numero maggiore di quelli cui le voci provocano sofferenza''. Chi ha provato l'esperienza dell'allucinazione uditiva a volte dunque lo nasconde anche alle persone piu' vicine. ''Ma e' un atteggiamento errato - mette in guardia il dottor Tissi -. In questi casi, la paura di trasformare il proprio status in 'paziente' puo' condurre a una vita interiormente isolata. L'obiettivo di questi due giorni di lavori e' anche far cadere un tabu': si possono 'sentire le voci' e avere una vita del tutto soddisfacente. In alcuni casi cercare di eliminare le allucinazioni puo' addirittura risultare dannoso''. Le allucinazioni infatti non sono sempre negative e tantomeno spaventose: spesso si tratta di invasioni gradevoli con cui e' possibile stabilire una sorta di relazione che produce effetti positivi: ''Alcune persone vivono le voci come una compagnia e si sentono sole se le perdono. E' decisivo non sentirsi sovrastati dalle proprie allucinazioni. Quando si riesce a non avvertirle piu' come un problema si smette di venirne condizionati''. Spesso - nel 70% dei casi - la causa e' di origine traumatica, un evento particolarmente stressante a livello emotivo: una violenza sessuale, un'aggressione, una catastrofe naturale, un lutto. ''E' molto importante, e quasi mai semplice, individuare questo trauma. Rimane sepolto nella memoria della persona ed e' apparentemente inaccessibile: di fronte a domande superficiali non emerge, lasciando all'esaminatore l'impressione errata che le voci non abbiano relazione con gli eventi di vita. L'impatto delle nostre esperienze sulla psiche e' assolutamente soggettivo''. Quando le voci sono sgradevoli, perche' minacciose, o svalutanti, o danno ordini, diventano un problema. Piu' che mai in questi casi e' importante un lavoro di ricerca del trauma che le ha originate, lavoro che spesso l'auditore fa piu' volentieri in un gruppo di auto e mutuo aiuto con persone che condividono questo problema con un professionista.
Fonte: Yahoo
  
 

venerdì 12 novembre 2010

L'Indaco Sgarbi.





Perché Vittorio Sgarbi è così "irascibile"? È da quando la televisione ce lo ha fatto conoscere che il suo nome si è indissolubilmente legato all’etichetta di “rissoso”. Un intelligente rissoso. Tanta materia grigia capace di dissolversi immediatamente non appena alle prese con uno scatto di nervi. È una parte quella che recita? Mi sembra anche lecito domandarselo a questo punto, visto anche il panorama televisivo attuale a cui Sgarbi sembra tanto legato, partecipando molto spesso in virtù di opinionista a svariati programmi tematici. 

Il suo molteplice ruolo, come politico, critico d’arte, uomo televisivo, scrittore, etc. lo porta a vivere una Vita a velocità folle, come abbiamo visto ieri per il “caso” Wesley Sneijder. Ma c’è qualcosa di più?

Come può questo uomo fare parte dell’infrastruttura pubblica a diretto contatto con la gente, a titolo anche di “campione” a cui guardare ed ispirarsi, essendo un uomo “popolare” con incarichi anche di prestigio caratterizzati, da sempre, da una certa etichetta comportamentale, da una certa morale ed etica, e poi cadere, o recitare, puntualmente in una scadente teatralità da bassifondi diseducativi? La violenza verbale che è in grado di generare è perlomeno sospetta di una qualche patologia comportamentale a cui, tuttavia, nessuno sembra in grado di opporsi o di fare qualcosa che non vada al di là del semplice risentimento in "diretta" televisiva.

Come può un uomo così incostante apparire con regolarità di fronte agli schermi pubblici e ricoprire incarichi che necessitano di tutt’altre “fattezze” interiori?

Come al solito non è il caso di giudicare! Sgarbi è uno specchio della società: nulla di più!
Egli racchiude e focalizza in sé la summa, portata alla massima evidenza, di una miscellanea legata al paradigma in vigore entro la massa. La sua “stella” è quella della visibilità estrema al fine di generare un moto interno/esterno alla massa stessa

“Mi vedete?” – sembra affermare – “Sono come voi mi volete!”. “Vi va bene così? Siete una massa di zotici ignoranti senza occhi né speranza di cambiare!”. Me lo immagino che ci urla in faccia queste parole, e molto altro ancora per la verità.

Sgarbi è un prodotto di questa società, proprio come i Calciatori, le Veline, il Grande Fratello, etc.
Perché prendersela allora se, un prodotto, recita alla perfezione la propria parte? Non è con il solo risentimento silente nelle proprie abitazioni che la “trama” potrà cambiare. 

La luce dei riflettori dovrebbe sempre essere puntata sui bimbi, sulla loro crescita in equilibrio. Ma come può essere in equilibrio una dinamica se coloro che si assumono la responsabilità di impartirla non sono in grado essi stessi di raggiungere e manifestare un simile “equilibrio”? 

I bimbi; la ricchezza maggiore del genere umano, la “speranza” per avere ancora un futuro.

Vediamo allora, a tal proposito, un paio di notizie che questa società ha partorito solo nella giornata di ieri:

Kinder verboten, bimbi fuori.
I bambini diventano rari in Germania, come i Panda e i Koala. Il tasso di natalità è il più basso tra i paesi industrializzati, appena meglio di quello dell'Italia, che è il fanalino di coda: 1,3 contro 1,2.
Nonostante che in terra tedesca gli assegni familiari siano generosi (con tre figli si arriva a 400 euro al mese, più gli sgravi fiscali), avere un erede è rischioso per le donne: la carriera ne risente, e in caso di fallimento dell'unione, con un figlio a carico è difficile trovare un lavoro. Le mamme single finiscono per sopravvivere grazie all'Hartz IV, l'assegno sociale. Nel 2009 sono nati 651 mila bambini, 30 mila in meno rispetto all'anno precedente, e la metà in confronto all'anno record, il 1964.
Ne consegue che le rare madri felici si considerino qualcosa di speciale, in coppia con il pupo. Cambiano i pannolini al ristorante, e guai a protestare. Lasciano urlare il figlioletto in nome della libera espressione individuale, ovunque, per strada, al ristorante, nei luoghi pubblici. Ma, per la verità, non li viziano come le mamme italiane: e il piccolo, frustrato, urla ancora di più.
E comincia la reazione. Già alcuni ristoranti e caffè sono diventati off limits: vietati ai genitori con prole. Mentre i cani sono generalmente ammessi: quelli tedeschi sono di solito educatissimi, non abbaiano e non si agitano, al contrario dei bambini. E ora anche gli alberghi osano farsi pubblicità annunciando "Kinderfrei Zone", area senza bambini. Chi va in vacanza ha il diritto di riposare in pace, si giustificano i gestori. Perché infliggere la presenza di un bambino in un hotel di lusso? Si trova a disagio anche il piccolo. La discriminazione non è grave, si aggiunge, ci sono tanti alberghi e pensioni accoglienti per le famiglie con prole, e i bambini possono incontrare altri coetanei e giocare come vogliono. Perché non rispettare anche le esigenze degli adulti? La catena Sandals riserva i suoi hotel a partire dai 18 anni. Anche gli adolescenti sono rumorosi. La spagnola Iberostar è più misurata: desidera ospiti a partire dai 14 anni. In Austria l'albergo Cortisen annuncia “Kinder verboten” (vietati i bambini), ed è sempre esaurito.
Non basta. Alcune compagnie aeree stanno progettando di creare voli senza bambini. Un sondaggio del sito internet Flugscanner rivela che, su 2 mila interrogati, il 54% dei viaggiatori con prole desidera una zona riservata alle famiglie, e il 17% dei clienti è infastidito dai piccoli.
Si vuole verificare se è conveniente garantire ai passeggeri un volo tranquillo, senza urla e strepiti. Mi ricordo di un viaggio da Francoforte a Roma, solo con mio figlio di cinque mesi: decise di piangere dal decollo all'arrivo, nonostante l'intervento di hostess incantevoli e passeggere materne. Nessuno protestò, ma il mio erede avrà reso a tutti quel volo indimenticabile. Che c'è di male se si potrà viaggiare con la sicurezza di non avere per vicino un padre imbranato come me?
Fonte: Yahoo

“Babbo Natale non esiste”: i piccoli francesi insorgono contro uno spot.
Bambini francesi sotto choc per colpa della pubblicità di una banca: a causare crisi di pianto fra i piccoli è stata la frase "Babbo Natale non esiste" inserita dagli autori dello spot della banca Credit Mutuel per ironizzare sul tema, noto anche da in Italia, dei ‘bamboccioni'.
Il figlio a cui il padre della pubblicità si rivolge per annunciare la triste notizia è infatti abbastanza cresciuto: non si può dire lo stesso del pubblico che in quel momento, prima del cartone animato Ratatouille su TF1, stava guardando la tv. Ovviamente è scattata la protesta dei genitori francesi, che si sono probabilmente trovati a dover consolare i figli cercando di convincerli che l'uomo dello spot diceva bugie: lettere indignate sono arrivate a giornali, radio, tv e naturalmente alla sede del Credit Mutuel, e molte famiglie hanno deciso di chiudere i loro conti corrente.

Lo spot gaffe minaccia insomma di creare seri problemi all'istituto francese, che ha ammesso l'errata collocazione dello spot nella fascia oraria. Il quotidiano Le Parisienne annuncia che la frase incriminata verrà tagliata dallo spot, che per il momento sta andando in onda solo in edizione ridotta.
Speriamo che i genitori francesi siano riusciti a convincere i loro bambini, soprattutto i più piccoli, che l'uomo della tv è un bugiardo e che per questo Babbo Natale non gli porterà regali quest'anno. Nel nome del sacrosanto diritto dei bambini di credere nelle favole.
Fonte: Yahoo

Abbiamo dunque bambini non graditi e bambini che vengono “svegliati” sempre prima da questa società che li vuole subito “operativi”. Fuori dal “Mondo delle Favole” e dentro al “Mondo della Competizione” sempre prima! Intanto una nascita diventa sinonimo di problematicità. Un bebè un rischio per la continuazione della “carriera”. Un bimbo grandicello una seccatura enorme ai fini della “mobilità” sociale.

Allora è meglio tapparsi le orecchie e fermarsi un momento. Una “sosta” è da sempre la massima “medicina” a nostra disposizione, soprattutto in un mondo che non si ferma mai, nemmeno quando sogna la notte, perché i sogni contengono ancora lo stress del giorno prima e anticipatamente quello del giorno dopo. Da qua la grande mancanza di sonno ristoratore e le insonnie notturne, anche senza la presenza di un pargoletto frignante.

In ambito di evoluzione e crescita Spirituale si afferma dell’arrivo e dell’esistenza di nuove “tipologie” di bambini, “attrezzati” per vivere in un mondo in ribollimento non casuale. Bambini a più alta “vibrazione” e capacità di scivolare fuori dalle maglie dell’Antisistema! Nuove energie di scuotimento sociale? Può darsi! E secondo me Sgarbi è proprio un precursore, un pioniere, di queste ondate di “aria fresca”. Leggiamo qualcosa a tal merito:

I Bambini Indaco - Chi sono.
I riferimenti ai Bambini Indaco, fatti in varie occasioni dal Gruppo, hanno suscitato molta curiosità ed interesse. Ci è stato chiesto: "Chi sono? Perché vengono  chiamati così? Come possiamo capire se nostro figlio è un Bambino Indaco?"

Procediamo per gradi. La definizione "Indaco" è stata usata per la prima volta da Nancy Ann Tappe,  che nel 1982 scrisse un libro sull'argomento (Capire la vostra vita attraverso il Colore).  Nancy, scrittrice, sensitiva e terapeuta, è in grado di vedere quelli che lei chiama "i colori della vita"  ed ha un metodo personalissimo per "leggere" questi colori. Alla fine degli anni settanta, Nancy incominciò a notare una trasformazione nei colori vitali, con alcuni colori, come il fucsia o il rosso cremisi,  che tendevano ad affievolirsi o a scomparire. Tuttavia la sua ricerca iniziò soltanto negli anni ottanta, quando  alcuni genitori,  preoccupati per il comportamento anomalo, "fuori dagli schemi" dei loro bambini, si rivolsero a lei per esseri aiutati.  Con sorpresa Nancy si accorse che il colore vitale di tutti questi bambini  tendeva all'azzurro violaceo. Di qui la definizione "Bambini Indaco".
Chi sono dunque i Bambini Indaco?  Ecco come li descrivono Lee Carroll e Jan Tober nel loro libro "The Indigo Children".

"...Un Bambino Indaco è una  creatura che possiede attributi psicologici insoliti e particolari e che ha un modello comportamentale diverso da quelli a cui siamo abituati.  Di conseguenza, molto spesso i genitori di questi bambini si trovano spiazzati ed impreparati nel difficile compito di educare i loro figli. Ignorare questi nuovi modelli significa creare squilibrio e frustrazione nella mente di questi preziosi bambini. Ci sono diversi tipi di bambini Indaco, ma per ora ci limiteremo a darvi un elenco delle loro principali caratteristiche con i più comuni modelli comportamentali.
 - Vengono al mondo con un senso di regalità (e spesso agiscono con regalità)
 - Pensano di "meritarsi di essere qui" e sono sorpresi quando gli altri non condividono questo loro punto di vista.  
- Non hanno problemi di autostima. Spesso essi dicono ai loro genitori "chi sono". - Hanno difficoltà ad accettare  l'autorità (soprattutto quando è imposta ed immotivata).  
- Si rifiutano di fare alcune cose. Per esempio non amano aspettare in coda.  
- Si sentono frustrati dai metodi  tradizionali che non richiedano l'impiego della loro creatività. 
- Spesso, sia a casa sia a scuola, trovano la soluzione più logica per fare le cose, il chè può farli apparire anticonformisti e ribelli. 
- Sembrano asociali a meno che non si trovino con i loro. simili.  Se non ci sono bambini con la loro stessa consapevolezza, si sentono incompresi e  tendono a chiudersi in se stessi. L'ambiente scolastico  è spesso estremamente difficile per loro
-  Non rispondono a discipline basate sul senso di colpa. 
- Non si sentono in imbarazzo a parlare delle loro necessità..... ".

E' importante rendersi conto che questi  bambini possiedono un' estrema sensibilità, sono molto intuitivi e sono in grado di sentire che cosa c'è nella nostra mente e nel nostro cuore. Vengono sul Pianeta Terra per aiutare l'umanità a progredire verso il bene supremo, per farci capire che non esistono diversità o differenze e che tutti noi facciamo parte del grande IO SONO. Per far ciò, richiedono da tutti noi comprensione e tolleranza, amore incondizionato, apertura, integrità morale e sincerità

La sfida che i genitori devono affrontare è imparare a considerarli bambini "normali" e a trattarli come tali. E' importante saper riconoscere il loro valore, apprezzare le loro doti, imparare a valorizzarle, ma nello stesso tempo permettere loro di vivere la loro infanzia come qualunque altro bambino. Discriminarli o trattarli come "diversi" può rendere la vita complicata sia per loro sia per i genitori o per gli insegnanti e può avere gravi conseguenze sullo sviluppo armonioso della loro personalità.

All'inizio degli anni ottanta, quando i primi  Indaco incominciarono ad arrivare,  nessuno sospettava che si trattasse di una  nuova generazione di bambini. Essi sembravano avere attributi psicologi ed atteggiamenti  molto  diversi da quelli a cui eravamo abituati. Spesso erano bambini iperattivi, disattenti, ribelli ad ogni forma di disciplina imposta,  e  si pensava che le difficoltà che si incontravano nell'educarli  fossero da imputarsi  alla società, alla mutata struttura familiare, allo sviluppo tecnologico, alla violenza esaltata nei programmi televisivi, all'aumentato benessere, ecc... 

Negli Stati Uniti questo ha portato  i genitori a richiedere l'aiuto di psicoterapeuti, che sempre più spesso "tenevano tranquilli" questi bambini con psicofarmaci. Questa tendenza allarmante è andata aumentando nel tempo, in maniera esponenziale,  e sta prendendo piede anche in Europa (è di poche settimane fa un trafiletto apparso su un settimanale a tiratura nazionale che parlava  della facilità con cui  bambini particolarmente irrequieti vengono trattati con psicofarmaci). Non si conoscono le conseguenze a lungo termine di questo abuso di "droghe legalizzate" ma la violenza tra i giovani è un fenomeno preoccupante, per cui viene spontaneo chiedersi se  esista una correlazione.

Le principali sfide che i Bambini Indaco dovranno affrontare sono soprattutto legate alle loro relazioni con gli altri.  Essi hanno bisogno di molta attenzione e considerazione e soffrono se la loro visione della vita, basata essenzialmente sull'amore,  viene fraintesa o, peggio ancora, ridicolizzata. Alcuni di loro possono pertanto avere problemi a relazionarsi con bambini "normali" o con adulti ancorati alle vecchie metodologie. Può così accadere  che questi bambini, provvisti di una grande immaginazione, di grandi facoltà intellettive, di una forte mentalità tecnologica e di elevate doti morali, ma iperattivi ed incapaci di usare il pensiero lineare a cui siamo abituati, vengano etichettati come affetti da "disordine da deficit di attenzione" e vengano di conseguenza trattati con psicofarmaci per aiutarli a rientrare nella "normalità". Tutto questo  può avere un forte impatto sulla loro personalità, diminuire la fiducia nelle loro capacità e portarli a scollegarsi  dalla loro parte divina.
A questo punto della nostra evoluzione, dobbiamo comprendere l'importanza del ruolo che questi  preziosi bambini, arrivati tra noi con un bagaglio di grande consapevolezza, si sono assunti. Se sapremo riconoscere il loro valore, capirli ed apprezzare  le loro doti intellettuali e morali,  se non instilleremo in loro il senso di colpa e la paura, da cui sono totalmente esenti,  se li aiuteremo a  seguire la loro passione, essi saranno i nostri migliori maestri,  ci insegneranno a guardarci dentro ed a scoprire quelle verità interiori che per troppo tempo non abbiamo saputo o voluto riconoscere.  Apriamo dunque il nostro cuore ed il nostro Spirito ed accettiamo i preziosi doni che queste creature meravigliose, con amore infinito, ci offrono.
Bibliografia: Lee Carroll e Jan Tober "The Indigo Children" - Ed. Hay House Inc.
Fonte: www.lightworker.it 

Un “indaco” è molto sensibile e corre il rischio anche di “perdersi” tra le maglie di un mondo impazzito come questo. La responsabilità di ogni genitore è quella di riconoscere e tutelare le “caratteristiche” dei propri figli, comprendere che il nuovo venuto è un’Opera d’Arte senza paragoni da tutelare e valorizzare.

Per questo motivo Sgarbi ha sentito l’irresistibile richiamo del “Mondo dell’Arte” ed ha ricoperto cariche di sovrintendenza alle "Belle Arti". 

È una missione inconscia la sua, mascherata da quello che la società gli ha appiccicato addosso per “farsi bella”. Guardate bene la foto in apertura di articolo.
 
Nulla è per caso! Tutto è opportuno.

  

giovedì 11 novembre 2010

Wesley Sneijder e la "sua" Anemia.






Anemia. Questo il responso degli esami a cui si è sottoposto l'olandese Wesley Sneijder dopo lo svenimento avvenuto durante l'intervallo del match che l'Inter ha pareggiato in casa contro il Brescia nella scorsa giornata. "Tremavo già prima dell'intervallo, negli ultimi cinque minuti prima di rientrare nello spogliatoio mi sentivo male" - ha affermato il fantasista nerazzurro. Niente di allarmante per il giocatore ma per Benitez si tratta di un altro stop importante. Le prestazioni in effetti non erano all'altezza di quelle della scorsa stagione ma non si riusciva a capire cosa gli fosse capitato. Poco sprint, velocità di esecuzione e cattiveria agonistica. Presto spiegato.
Gli accertamenti hanno evidenziato un calo di emoglobina nel sangue che comporta stanchezza e altre complicazioni. "Ho subito fatto una visita cardiologica con controllo della pressione - ha continuato l'olandese - poi sono volato in Olanda per avere un secondo parere. La conclusione è che sono affetto da anemia e che il mio corpo al momento è affaticato". L'ex Real Madrid avrebbe bisogno di riposare ma il calendario non lo permette: "Dopo una stagione durissima ho avuto due giorni di vacanza, poi sono andato subito al Mondiale. Da lì, ho avuto appena un paio di settimane di relax prima di ricominciare a lavorare con l'Inter. Avrei bisogno di riposo, come Rooney, ma ora proprio non posso abbandonare i miei compagni, abbiamo troppi infortunati a centrocampo".
Fonte: Yahoo

Per la serie “che stress”, ecco un caso lampante del prodotto principe di un modo di vivere “senza soste”. La società moderna comporta grandi corse quotidiane. Gli impegni si sprecano e sembra impossibile concedersi una pausa rilassante, sì, perché anche l’eventuale “pausa”, solitamente si trasmuta in un “angolo virtuale”, finto, in cui sorseggiare in piedi una bevanda altrettanto illusoria e pigiare ancora di più sul pedale dell’acceleratore dei pensieri. “Dunque adesso cosa devo fare? Dove devo andare? Caspita ma sono già le 14.30!”

Una delle evidenze maggiori è osservabile proprio nei Calciatori, ossia in quella categoria “celeste” di ragazzoni a cui tutto sembra dovuto. Nella fattispecie, il caso Sneijder è molto indicativo in quanto questo individuo, pur miliardario e apparentemente “senza problemi di sopravvivenza”, si trova costretto a vivere di aerei e corse fuori e dentro al campo a non finire. Insomma Sneijder è estremamente stressato dal lavoro che compie egregiamente, tra l’altro.

Il luogo comune visto dalla comunità esterna al mondo del Calcio giocato, ossia che questi uomini siano dei privilegiati senza problemi, salta completamente di fronte ad una dimensione più vicina e coesa con quella di un diretto interessato. 

Gli “Dei” del Calcio possono soffrire anch’essi degli stessi problemi che attanagliano la massa? Certo! E questa vicenda è la diretta dimostrazione, è un frattale che “anche i ricchi piangono”, che anche gli Dei possono “cadere”.
Mal comune mezzo gaudio? Ma no! Non voglio godere di certe cose, intendo solo mettere in risalto che “la palla è rotonda”. 

Le dinamiche evolutive spirituali sono sempre all’opera ed il loro campo di azione è infinito. Le Leggi Celesti di Karma e Libero arbitrio, di Legge d’Ottava e Legge d’Attrazione, per rimanere alle più “note”, si manifestano in ogni modalità dell’esperienza umana. 

È l’uomo stesso che non se ne accorge! Per l’uomo "medio", la massa, che vede solo dal proprio striminzito punto di vista, è quasi impossibile comprendere lo stato ed il valore dell’esperienza altrui. Come accorgersi di quella stretta sinergia che esiste tra ogni individualità incarnata con ogni manifestazione dell’energia animica?

L’Anemia di Sneijder lo costringerà a fermarsi, proprio come una malattia ferma un individuo qualsiasi. Proprio come un tumore giunge quando si fa finta di non ascoltare le grida di lamento del proprio corpo, quando il Cervello biologico si “arrabbia” e ordina la manifestazione di un “grosso problema” a cui “non si può dire di no”. 

La cosa che incide maggiormente sulla sensibilità umana di coloro che “comprendono”, è che i sintomi di una malattia parlano molto chiaro, ma le pressioni sociali, mediatiche, professionali, etc. non permettono di “ascoltare”

I medici a cui si è rivolto Sneijder analizzano il suo status generale dal punto di vista "consueto", ossia dal punto di vista del paradigma in auge: sua maestà la competizione a fini danarosi. Nulla di più! 

L’uomo Sneijder è un motore da sfruttare sino a quando avrà “birra” in corpo per competere ai massimi livelli; poi si potrà ritirare per il resto della Vita, ricco e con molto tempo per riposarsi. Infatti, dopo i 30 anni mediamente questi giocatori a questo livello iniziano a pensare alla “pensione”.
Da quella età sino alla vecchiaia c’è un grande lasso di tempo da dedicare a se stessi, e questa è una grande fortuna a prima vista. Però dalla tenera età a 30/35 anni conoscono davvero una Vita di impegno e dedizione. Pur nella fase di massimo vigore fisico e molto spesso nella fase molto delicata della maggiore età, questi ragazzi diventano uomini su un campo da gioco, sotto le luci e i riflettori del grande pubblico, tra fischi, urla, imprecazioni, gioia, violenza, esuberanza, invidie, rabbia, irriconoscenza, etc.

È questa una faccia della medaglia del Calciatore a cui non si pensa mai. Un ragazzino che inizia a giocare per divertimento in tenera età e che poi si trova nelle maglie di una macchina tritatutto, capace di trasformare la materia in oro, ma non in maniera definitiva!
La massa giudica questa categoria di persone come privilegiate, fortunate, e per questo le invidia e prova persino rabbia, quasi odio pensando alla differenza di stipendio che esiste tra le due polarità. Per cui al Calciatore non è permesso “dire niente” che offenda lo status quo, ossia quella differenza di stipendio. Il come viene guadagnato il denaro fa la differenza, agli occhi della massa. 

Eppure è la massa stessa che alimenta questo vero e proprio fenomeno sportivo-mediatico. Senza la Massa che “osserva” il Calcio non esisterebbe. La dimostrazione arriva da altri Paesi in cui il gioco del Calcio è del tutto irrilevante e dunque i Calciatori vengono ridimensionati in tutto e per tutto, rispecchiando proprio lo “stato” dei concittadini.

È come al solito tutto rispecchiato in quello che ci circonda il nostro Essere.

Nulla è per caso e tutto è opportuno! Ricordate?

Le varie modalità di pagamento che alimentano il mondo del Calcio sono tutte protese a “catturare” persone della massa, perché è da lì che giunge il “potere”. Spegnete le tv e i decoder, non andate allo Stadio, evitate di comprate merchandising e giornali sportivi: cosa vi aspettate che succeda nel breve volgere di qualche mese?
 
Che senso ha prendersela coi Calciatori? Se questi decidono di fare sciopero per i loro diritti, perché occorre demonizzarli? Cosa farebbe ognuno di noi al loro posto?
 
Questo discorso vale per ogni categoria lavorativa umana, Politici compresi!
La società, procedendo a grandi falcate, sbanda paurosamente ed è responsabilità delle proprie “componenti” comprendere e risolvere le dinamiche troppo "esuberanti", perché alla fine quello che conta è la società stessa, rispecchiata in ogni sua “estremità” senziente.

Trasmutiamo questo loop in un vortice virtuoso. 
 
 

mercoledì 10 novembre 2010

Tra magia e alchimia: il rating USA.





Cosa è il “rating” assegnato ad un intero paese?
 
“Il rating è un metodo utilizzato per classificare sia i titoli obbligazionari che le imprese in base alla loro rischiosità. In questo caso, essi si definiscono rating di merito creditizio da non confondersi ai rating etici che invece misurano la qualità della governance… O in generale della sostenibilità sociale ed ambientale di un'emittente.
Viene espresso attraverso un voto in lettere in base al quale il mercato stabilisce un premio per il rischio da richiedere all'azienda per accettare quel determinato investimento. Scendendo nel rating aumenta il premio per il rischio richiesto e quindi l'emittente deve pagare uno spread maggiore rispetto al tasso risk-free.
I rating sono periodicamente pubblicati da agenzie specializzate, principalmente Standard & Poor's, Moody's e Fitch Ratings
Un declassamento del rating di aziende o soggetti pubblici particolarmente indebitati, ha la conseguenza a breve termine di provocare un rialzo degli interessi applicati ai prestiti in corso, e quindi un aumento degli oneri finanziari. Il debitore potrebbe cedere beni immobili e mobili di sua proprietà a prezzi di realizzo, per evitare un peggioramento del rating…”.
Fonte: Wikipedia

Come non ricordare il “cinema” successo per il caso Argentina o Grecia, solo per rimanere in un recente passato? Questo “voto” dovrebbe rispecchiare lo stato di salute o di affidabilità di una nazione intera. È dunque molto importante per come “funziona” questo mondo globalizzato all’insegna di una economia basata sul debito sconsiderato. Se il rating degli USA dovesse scendere, ossia peggiorare, per quel paese si aprirebbero delle voragini "esistenziali" senza precedenti. 

Per questo motivo il massimo “voto” ottenibile, ossia una tripla A, è ottenuto solo ed esclusivamente da “soggetti” particolarmente virtuosi, la cui economia è riconosciuta universalmente come assolutamente stabile e lontana da rischi sistemici

In questi paesi è possibile investire con maggiore garanzia di non perdere i propri soldi, perché il debito pubblico non corre il rischio di non essere onorato e il paese stesso è lontano da un rischio di default.

Vediamo allora chi c’è in “prima posizione”? Tra gli altri troviamo gli USA. Ma come? Mhm… 

Ciò che si scontra nelle immagini dell’opinione pubblica sono due diverse prospettive:
  • la prima legata alla conoscenza degli USA per quello che hanno fatto, in ogni campo, negli ultimi secoli e soprattutto nel XX secolo, ossia una imposizione totale del marchio “Made in USA” in tutto il mondo
  • la seconda legata all’ultima crisi economica internazionale che, per chi l’ha seguita, ha compromesso la visione dell’Impero Americano, avendo corso il serio rischio di un crack sistemico come diretta conseguenza del fallimento mascherato del sistema bancario
La seconda immagine rispecchia la realtà a noi più vicina e, dunque, lo stato attuale del colosso d’oltreoceano, la cui moneta imperiale, il Dollaro, ha infatti conosciuto una debacle storica nei confronti dell’Euro. La caduta del Dollaro però fa anche comodo alle finanze malmesse degli USA, per cui evito di focalizzare questo aspetto legato alla presunta forza di una moneta su un’altra.
L’immagine degli USA che ho davanti a me è, quindi, di un paese alle corde ma che detiene ancora la predominanza globale legata agli armamenti ed alla potenza militare d’avanguardia. Non mi riferisco al numero di carri armati o al numero di soldati a disposizione, ma alla profondità dell’innovazione degli armamenti militari direttamente accessibili. Questo aspetto deve mettere seriamente in guardia il movimento d’Ascensione planetario, e non solo, perché una belva ferita è molto più pericolosa di una belva “sana”. 

Di questa nazione non ci si può fidare, perché sembra che persino le crisi siano strutturate ed organizzate a priori per un certo proprio “comodo”. C’è una “intelligenza” molto profonda che muove queste dinamiche tanto complesse. E non riesco ancora a discernere il ruolo dei vari “big” dislocati sul territorio come la Cina ad esempio.

Ho come l’impressione che ad un certo livello i “grandi Stati, o meglio le loro elite, coordinino tutto quanto e che, dunque, ogni altro aspetto dato in pasto alla massa, attraverso i media, sia solo il solito brodino tiepido per alimentare un tessuto sociale suddiviso in infinite fazioni

La crisi internazionale del 2008/2009 si è fermata? Oppure, come dice Tremonti, gli Stati hanno solo “comprato tempo”? Io credo al “nostro” Ministro dell’Economia, che tra una intervista e l’altra si lascia sempre andare ad interessanti “fuori onda” molto profondi se si sta ben attenti ad intercettarli.
Dunque? Dobbiamo attenderci la ripresa della crisi?  

Secondo me “assolutamente sì”! 

Perché? Perché altrimenti saremmo stati tutti su “Scherzi a parte”. Che senso avrebbe avuto la prima “onda” se non si è, nel frattempo, cambiato nulla nel “modo di fare affari e di gestire il denaro della massa?”. Con un occhio alle trimestrali delle banche, che come Zombie continuano a fare quello che hanno sempre fatto, si evince come stiano avendo i soliti grandi guadagni. Non facciamoci ingannare da un -1%, perché ciò che hanno guadagnato in precedenza è stato mostruoso. 

Inoltre, adesso gli Stati si sono indebitati oltremodo per salvare proprio le Banche, e dietro agli Stati chi c’è? La massa; dunque il denaro della massa, dunque le pensioni della massa, dunque la sostenibilità di questo paradigma sociale, dunque di questo “incantesimo”, e  dell’Antisistema.

La prossima “onda” può avere il potenziale di spazzare via tutto! In che modo? Affossando gli Stati Uniti d’America! E a catena tutti gli altri Stati satellite del potere Americano e dunque di una grande maggioranza degli Stati del Mondo.

Le Agenzie di rating internazionali più accreditate sono 3 e sono tutte Americane. Gli USA hanno ancora il massimo Rating ottenibile anche se sono il paese più indebitato del globo.

Ma, soprattutto, andiamo a vedere che “voto” ha reso pubblico una Agenzia teoricamente esterna al potere d’influenza Americano: 

Agenzia Cina taglia rating Usa ad 'A'.
NEW YORK, 9 nov - Dagong, l'agenzia dei rating cinese, ha ridotto la propria valutazione sugli Stati Uniti da 'AA' ad 'A+' anche in seguito al piano da 600 miliardi di dollari annunciato dalla Fed. L'outlook degli Usa è negativo, osserva Dagong mettendo in evidenza come la politica monetaria della Fed eroderà il valore del dollaro e va contro gli interessi dei creditori.
Fonte: Yahoo

Cosa ne dite? È solo una barzelletta da raccontare al bar mentre si beve un caffè asciuga energie?

Nel frattempo sono rimasto incantato, ieri sera, nel vedere i progressi della tecnologia che sottintende le moderne console di videogiochi a tecnologia senza fili. Accidenti! Ormai si muovono le braccia, le mani, il corpo, e si gioca! Ma tutto ciò non ricorda un po’ i movimenti dei Maghi alla Harry Potter ed alla Goldman Sachs?
 
Cosa trasforma il nostro movimento e dunque la nostra volontà, in azioni virtuali tecnologiche? Questa interfaccia informatica, torna a risvegliare le nostre facoltà "smarrite". Io penso che siano propedeutiche, anche se inconsciamente, alla rieducazione, alla modernizzazione, sotto altro punto di vista della Magia!
Dov’è la differenza tra quello che fa un Mago e quello che facciamo noi, ad esempio, accedendo la luce di casa? Perché accettiamo un fatto e non l’altro?

Punti di vista e abitudini. Siamo proprio una meraviglia.

 

martedì 9 novembre 2010

Divisi ma uniti.





Il mondo nel quale si muove la nostra odierna “coscienza morale” è delimitato da due confini. L’uomo vive tra due mondi dal carattere completamente diverso: un mondo esteriore regolato da leggi naturali e un mondo interiore, sperimentato come realtà soggettiva. Chi nell’estasi spezza confini esteriori, “vede” immagini; chi fa l’esperienza del proprio io attraverso la via mistica interiore “sperimenta” sentimenti.
Fonte: L’uomo alla soglia di Bernard Lievegoed

La nostra società, sempre più “mescolata”, è alle prese con la sua estrema frammentazione. Questa dinamica corrisponde alla fase finale di un “progetto” nel “progetto”. Un sogno attuato con lungimiranza dall’Antisistema nel sogno del Piano Divino, la cui chiave di lettura è il linguaggio sincronico attualizzato dalla comparsa di “opportunità”, di punti di svolta, bivi, decisioni, che mai rappresentano il frutto della casualità, dal momento in cui sin troppe Leggi Celesti regolano ogni ambito del bacino globale della Creazione. 

Al livello dimensionale attuale, nella dualità, ogni “cosa” è vera e falsa allo stesso tempo ed il punto prospettico da cui si “osserva” fa la differenza nel predominio di una verità sull’altra. Le forme pensiero focalizzate nel paradigma in auge, corrispondono al veicolo che determina temporaneamente quale "piatto della bilancia" ha la meglio sull’altro. Gli usi, le abitudini, le consuetudini, fissano negli inconsci le regole imposte dalla forma energetica di Controllo

I moderni mass media determinano l’imprinting della società globalizzata e suddivisa allo stesso tempo.

Ecco allora che lo “Spirito” dell’affermazione di Lievegoed prende maggiore corpo. I due confini a cui allude, quello esteriore e quello interiore, trovano la relativa rappresentazione frattale, ad esempio, proprio nello sviluppo della scienza o delle dinamiche espansive e riduttive del vivere in città. Nel piccolo e nel grande ci si perde senza una bussola interiore in grado di amministrare ogni tipo di esperienza disposta dall’Essere. Questa “bussola” è rappresentata dal livello di conoscenza e di presenza verso se stessi, una sorta di equilibrio o di barra antirollio. Questa barra è un altro frattale che rappresenta il ruolo del “senso di presenza”, della Spiritualità, del “Io Sono”:

La barra antirollio è un semplice organo meccanico che mette in connessione due bracci o portamozzi di due sospensioni del tipo a ruote indipendenti di uno stesso asse, in modo da opporsi al rollio. Questa barra è conformata e fissata in modo da lavorare a torsione, questo perché ha una forma a "C", dove le estremità son fissate alle sospensioni, mentre la parte centrale è collegata al telaio in modo elastico e non vincolante, in modo che la barra possa contrapporsi a una diversa escursione delle due sospensioni.
Con questa conformazione la barra antirollio riesce a trasferire parte della forza dalla sospensione non in compressione a quella in esercizio, il che permette una migliore stabilità, senza andare a compromettere il confort al superamento di una buca o dosso, dato che permette l'uso di sospensioni più morbide.
Fonte: Wikipedia

Abbiamo due ruote indipendenti che fanno parte di uno stesso asse, in cui questa barra si oppone al rollio, alla disarmonia, alla mancanza di equilibrio dovuto alle asperità del territorio da esplorare ma anche di colui che è alla guida. Ogni aspetto "solidificato" dell’energia, ogni oggetto creato dall’uomo, è la contrapposizione fisica di una verità spirituale/eterica. Se noi osservassimo con “occhi” diversi e con pazienza quello che l’uomo ha “inventato”, potremmo comprendere il linguaggio dei frattali. La profondità della comprensione è soggettiva, proprio come gran parte delle esperienze umane in Terra. 

Trasferire convenientemente una parte della “forza” da una parte non soggetta a “lavoro” ad un’altra "in tensione" rappresenta un grande risultato in termini di efficienza energetica e di equilibrio che, a cascata, sarà in grado di riversarsi sull’intero mono esteriore percepito come reale.

Dicevamo che la società moderna è sia globale che individuale e dispersa sempre più finemente entro le stanze delle proprie case e tra le maglie del vivere quotidiano. Le due dinamiche spingono allo stesso tempo in maniera antitetica, perché l’opera del Controllo si oppone al rilascio dell’umanità stessa e perché l’umanità deve esplorare ogni possibilità racchiusa dalla geometrica solidità della terza dimensione. La divisione delle acque del Mar Rosso ad opera di Mosè, rappresenta proprio frattalmente queste doppie dinamiche disarticolanti: un intero popolo che per andare avanti deve chiedere una divisione dell’unità che altrimenti lo “sovrasterebbe” e la manifestazione di un potere potenzialmente alla portata di ognuno, insito nelle proprie capacità e caratteristiche dormienti, un appuntamento con un esame solo rimandato.

Altro frattale, esistente attualmente, che rispecchia la frammentazione e l’unità allo stesso tempo è la “griglia” di computer globale nata per unire ed aumentare la potenza di calcolo a disposizione: 

I Grid computing o sistemi Grid sono un’infrastruttura di calcolo distribuito, utilizzati per l’elaborazione di grandi quantità di dati, mediante l’uso di una vasta quantità di risorse. In particolare, tali sistemi permettono la condivisione coordinata di risorse all’interno di un’organizzazione virtuale.
Il termine “Griglia” è stato coniato intorno alla metà degli anni Novanta. Il vero e specifico problema alla base del concetto di Griglia è la condivisione coordinata di risorse all’interno di una dinamica e multi-istituzionale organizzazione virtuale (Virtual Organization, brevemente indicata con VO). La condivisione non è limitata solo allo scambio dei file, ma si estende all’accesso diretto a computer, a software, in generale a tutto l’hardware necessario alla risoluzione di un problema scientifico, ingegneristico o industriale. Gli individui e le istituzioni, che mettono a disposizione della griglia le loro risorse per la medesima finalità, fanno parte della stessa VO.
Fonte: Wikipedia 

Wow!

Tornando a Lievegoed, comprendo adesso perché io non abbia ancora avuto esperienze OBE; perché la mia “direzione” intrapresa è quella interna, ossia la via mistica della sperimentazione dei sentimenti.

Non “vedo” immagini ma “sento” gradazioni dell’Essere. È il verso scelto per adesso.

Ora comprendo anche cosa rappresentava il sogno ricorrente dello scheletro che appariva sulla montagna e che mi buttava puntualmente giù dal dirupo. Che cosa rappresentava? Ecco: 

L’uomo incontra il “piccolo Guardiano della soglia” immergendosi nel proprio inconscio. Si tratta di una reale figura spirituale che noi stessi abbiamo prodotto.  Essa è il compendio degli aspetti negativi del nostro passato, formatosi sia dalle precedenti incarnazioni che da quella presente.  Alla nostra esperienza questa Entità ci appare come un terribile essere spettrale che sbarra il cammino, impedendoci di avanzare con la coscienza nella parte inconscia del nostro essere.
Fonte: L’uomo alla soglia di Bernard Lievegoed

Nulla è per caso e tutto è opportuno. Questo libro, apparso per la prima volta in Vita mia ieri sera e sfogliato a caso, a pagina 122 mi ha donato questa visione lucida del mio “paesaggio” interno. Ringrazio coloro che lo hanno veicolato a me e la mia Essenza che lo ha ricompreso nel proprio "raggio d’azione".

Riporto, non so ancora per quale motivo, due domande ed due risposte:

Avrò successo nel mio intento?
Lascia andare il senso della tua Vita e perdona colui che giunge per te. Sii pieno di speranza.
In che senso?
Ignora il livello che soggiace al pulviscolo e andrai verso il tuo Porto.

 

lunedì 8 novembre 2010

Una diversa visione delle umane cose.






Ecco un “pezzo” di storia frattale dimenticata. Un pezzo della storia dell’umanità lontana e logora. Probabilmente vicina alle “origini”. Dove è scritta? In un antico libro rinvenuto sotto al deserto? In un rotolo smangiato dal tempo e dalla corrosione della dimenticanza? No… Nelle parole di un film. Un film molto recente. Un film dell’industria consumistica americana e, dunque, globale. Mi riferisco a “Scontro fra Titani”. Comprendo l’ilarità che può scatenare questa mia affermazione. Non la giudico e passo oltre.

La verità frattale è contenuta dappertutto e si ripropone in continuazione. Basta essere ricettivi! Per cui non occorre fare costose campagne di scavi in pieno deserto e non bisogna disperare perché la “conoscenza” è stata quasi interamente trafugata, manipolata, nuovamente nascosta. No. Perché la “verità”, ciò che si è compiuto sulla Terra in un bacino molto dilatato di tempo, e non solo negli ultimi 5000 anni, è sempre tra di noi; la verità si riforma nelle nostre strutture sociali, individuali, nei nostri edifici, nelle forme delle città e del territorio, in ciò che scriviamo, pensiamo, diciamo, in ciò che compiamo e non compiamo.

È frattale proprio come le trame, i disegni naturali che si ripetono all’infinito se li si osserva attentamente. Olografica e frattale. Ogni “granello” di Creazione la comprende per intero. Indagando nei frattali possiamo comprendere ciò che è successo e che, oggi, ancora ci “plasma” come un sogno di materia eterica solidificata, come un incantesimo

Riporto solo alcuni dialoghi della pellicola in questione.

“Le storie più antiche del mondo sono scritte nelle stelle. Storie di un era che precede uomini e Dei… Fu Zeus a creare l’uomo e l’uomo alimentava con le sue preghiere l’immortalità degli Dei. Ma con il tempo il popolo dei mortali divenne insoddisfatto, cominciò a dubitare degli Dei e alla fine si sollevò contro di loro”.

Tra l’altro approfitto di questa citazione per rendere omaggio all’illustre Zecharia Sitchin che è scomparso il 9 ottobre 2010. Devo molto a questo uomo e lo ringrazio per quello che ha compiuto nel corso della sua intera Vita. Riporto una breve descrizione di questo uomo, scritta dal fondatore del Gruppo Macro, Giorgio Gustavo Rosso:

“Sitchin è un grande scienziato e ricercatore, che ha avuto il coraggio di sfidare il conformismo degli archeologi con tante prove che mettono in discussione la versione ufficiale. La sua speranza era che venissero esaminati i resti di un ritrovamento e che si potesse confermare che il DNA di questa entità non era di provenienza terrestre, e così aggiungere una prova scientifica inconfutabile e decisiva a tutte le altre che aveva raccolto in appoggio alla sua convinzione che la razza umana, di cui facciamo parte, è l’effetto, il risultato di un incrocio genetico tra abitanti della Terra e di un altro pianeta, Nibiru”.

Andiamo avanti. Abbiamo il padre adottivo di Perseo che solleva le reti da pesca, da cui dipendeva la sopravvivenza della sua intera famiglia, e amaramente si accorge che sono vuote e lacerate dagli scogli. 

A chi devo rivolgere la nostra gratitudine per questa gloriosa munificenza? A Poseidone? A Zeus? Chi devo ringraziare?
Ringrazia gli uomini che li provocano! Afferma premurosamente la propria moglie Barbara.
Hanno distrutto la mia isola, mandato la peste sulla tua. Si prendono tutto quello che vogliono! Siamo solo schiavi.
Gli Dei ci hanno dato la Vita; di questo dovremmo essere grati. Incalza ancora Barbara.
Sono stanco di dover ringraziare per gli avanzi… Sono un pescatore. Perseo è un pescatore. Persino questo ci hanno rubato: ciò che siamo!   Eppure vogliono il nostro Amore.
Un giorno qualcuno si dovrà ribellare. Un giorno qualcuno dovrà dire: Basta!

Accidenti! Ma queste sono parole e concetti importanti. Che ci fanno in un film di produzione tipica dell’Antisistema? Come  è possibile? Perché offrire questa prospettiva al “grande” pubblico? Non sarà pericoloso per l’energia di Controllo? Non sta esagerando nella propria spavalderia?

No. Perché la verità è frattale e non ci si può fare nulla! 

Nemmeno l’Antisistema può opporsi alle leggi celesti. E di questo dobbiamo farci forti. Dobbiamo comprendere che la sacra fiamma della verità non si può spegnere. Può essere coperta o quasi soffocata, ma non spenta. E non mi riferisco alla speranza, la cui esistenza è proprio un frattale della “fiamma” che alimenta l’uomo infinitamente. Di sola speranza non si può vivere, come non si può vivere di sola forza di volontà. Occorre immaginare qualcosa di nuovo. Elevare il personale punto prospettico. Guardare da un’altra prospettiva, proprio come fa fare ai propri allievi il professore John Keating nell’Attimo fuggente

Andiamo avanti. Siamo nell’Olimpo e gli Dei sono riuniti in cerchio, preoccupati per il comportamento degli uomini, sempre più spavaldi e rivoluzionari nei loro confronti. Parla Zeus e poi interviene suo “fratello” Ade, il sovrano degli Inferi.

Io ho creato gli uomini! E loro ricompensano il mio Amore con la sfida?
Tu li hai creati per una sola ragione. Perché le loro preghiere alimentassero la nostra immortalità. Ma il tuo Amore è sin troppo grande. Sono diventati forti e questo mi costringe a riemergere perché ora siamo tutti minacciati. … Lascia che scateni la mia forza. Gli uomini torneranno a pregare. Tu potrai crogiolarti nel loro timore e noi torneremo ad essere potenti.
Tu affermi che è l’Amore ad alimentarci, ma tu dipendi dal loro Amore. Io ho imparato a vivere del loro dolore e della paura.

Caspita! Parole ancora più forti di prima. È più facile ottenere energia dalla paura piuttosto che dall’Amore, perché quest’ultima non sappiamo nemmeno cosa sia, proprio come afferma "tra le righe" Benigni quando “canta” il Paradiso di Dante

La luce dell’Amore di Dio ci può distruggere tanto è potente e tanto noi siamo impreparati a riceverla. 

Ricordo anche un discorso di Roy Martina in questo senso.
Fratelli e sorelle: è questa la verità! Per adesso la verità è questa! Ci rappresenta ancora. Con le nostre preghiere alimentiamo ancora “qualcosa” che necessita di questa vera e propria forma d’energia che possiamo evocare. Noi siamo i loro “figli”, le loro batterie come rappresentato benissimo in Matrix. Non è una questione di denaro. Riguarda una forma di potere ben diversa. E riguarda anche una questione di sopravvivenza a 360 gradi, innestata in un piano evolutivo, educativo, molto ben celato.

Questo è l’Antisistema. 

La forma d’onda, il velo costruito sul mondo, l’incantesimo, il sogno altrui, il paradigma, l’eggregora, la consuetudine e l’abitudine in uso nel mondo intero è un qualcosa che richiede di soffrire per alimentare un qualcosa d’altro: un principio potente che si nutre di noi e che è nato da noi

Noi che siamo suoi figli. Come è possibile? È possibilissimo se ci pensate bene. Uscire dal “rompicapo” equivale a comprendere che ci siamo auto rinchiusi in circoli viziosi, in loop senza fine e senza uscita. Un esempio? È nato prima l’uovo o la gallina? Ma chi se ne frega! Questa domanda è una trappola da cui non se ne esce con la logica. Per comprendere le fattezze della trappola energetica, dobbiamo elevare il nostro punto prospettico. Vedere da un’altra altezza o almeno angolazione. Solo in quel modo ci accorgeremo che sono nati contemporaneamente, l’uovo e la gallina, e la domanda ha il solo scopo di incatenare coloro che se lo sono chiesto almeno una volta in Vita propria: tutti. Tutti! perché questa domanda è frattale anch’essa: è dappertutto sotto varie forme e “salse”. È come dire che “la palla è rotonda”…

Se cercate “preghiera” all’interno di questo Blog, troverete altri articoli sviluppati proprio evidenziando questa potente modalità di invio di energia. 

Attenzione a chi eleviamo le nostre preghiere, fossero santi o divinità, umani o oggetti.

Cerchiamo di rimanere nel nostro “centro”: in quella frequenza c’è tutto quello che ci serve per proseguire nel cammino.

Sintonizziamoci sulla radio del nostro CuoRe.
 
 

venerdì 5 novembre 2010

Invasori silenziosi.




Un intero paese in vendita.
Se un appartamento non vi basta e una villa vi sembra piccola potete provare ad acquistare un intero paese.
Fonte: Yahoo

Torniamo al potere del denaro. Con tanto denaro si potrebbe acquistare un paese e fondare una comunità, renderla indipendente energeticamente e provvedere al proprio mantenimento staccandosi dallo Stato. Sì, è possibile farlo, a patto che:
  • il nucleo di persone sia in risonanza e motivato
  • il nucleo di persone accetti di non usare denaro all’interno della comunità
  • il nucleo di persone si fidi di una propria amministrazione che deve scendere a patti con “l’esterno” della comunità per quello che temporaneamente può ancora mancare e che necessita di un pagamento
  • il nucleo di persone non permetta la creazione di figure estranee alla Vita collettiva della comunità stessa, tipo “l’amministratore”
Ciò che mi sovviene è la comunità tipica e “sana” della Roma dei primi tempi, dove ognuno aveva un ruolo ed un compito ben preciso, ma faceva capo comunque alla Vita comunitaria che, per i tempi, equivaleva a lavorare nei campi per il pubblico sostentamento. 

Tempi e luoghi in cui coloro che desideravano “emergere”, compiendo il bene di tutti, lo facevano rimanendo sempre in prima fila e lavorando sempre più degli altri e non il contrario

Le consuetudini, i valori e gli esempi pubblici erano ben diversi da quelli di oggi. La centralità religiosa era ancora opportunamente un miraggio. Non intendo mitizzare un epoca così lontana di cui probabilmente non sappiamo esattamente come si viveva in realtà, tuttavia mi sembra, a naso, che quell’epoca fosse perlomeno regolata da valori personali molto preziosi che nel tempo sono andati perduti, smarriti

Non è semplice vivere insieme. 

Nel passato la gente si univa di fronte ad un invasore che metteva chiaramente in pericolo l’esistenza di tutti. Poi le cose tornavano come prima. Cosa significa questo fatto? Che le comunità tendevano a sopravvivere, che erano regolate da questo istinto primordiale preservante. Oggi come siamo? 

La sopravvivenza si è spostata in altro ambito: in ambito economico. 

Oggi le famiglie temono l’insicurezza finanziaria e dunque il loro futuro. Futuro che è dipinto sempre più a tinte più fosche: ma di chi? Dagli Stati stessi, i quali avvertono che gli attuali tenori di Vita non saranno più possibili nel futuro. Le pensioni saranno sempre più limate verso il basso. Dunque? In un paese come il nostro, ma non solo il nostro, in cui gli anziani sono sempre di più, in cui i pensionati sono sempre di più, cosa succederà? 

La sopravvivenza è messa in serio rischio. L’invasore non esiste più! L’invasore ha già invaso tempo fa ed è qua tra di noi, in maniera invisibile, fantomatica, paradossale, subdola. È una serpe intelligente che ci conosce molto bene. Non ha più necessità di un esercito e di armi. È entrato dentro di noi. Siamo noi stessi. 

E noi come possiamo difenderci da un fantasma tanto concreto? 

Non possiamo più nemmeno unirci per far fronte al pericolo comune. Perché? Perché non lo avvertiamo, i nostri sensi sono stati sopiti dall’uso di droghe autorizzate come lo zucchero. La nostra divinità è stata addormentata tramite nenie ipnotizzanti ed ammaliatrici.
Noi ci siamo lasciati andare sulle onde di false promesse. Di un progresso che è illusorio, falso, oscurante, lontano dai suoi valori più edificanti. 

E la responsabilità è solo nostra!
 
In questo momento è andata via la corrente a casa mia. Bah…
Degli allarmi suonano, dei cani abbaiano. C’è tuttavia un silenzio nuovo e diverso dal solito.
Un silenzio dettato dalla mancanza di inquinamento elettromagnetico.

Comunque si parla sempre di invasori silenziosi

Va bene, prendo questo fatto come un motivo per concludere un articolo alternativo a ciò che possiamo leggere sui quotidiani e sentire alla televisione. 

Il nemico è una illusione. 

 

giovedì 4 novembre 2010

Nel cuore centrale della prospettiva.




“Invece di sistemare il problema centrale, troppo spesso cerchiamo di sistemare le cose che non c’entrano niente”Le radici familiari della malattia – di G.Athias

Questa semplice e breve considerazione ci conduce ad una prospettiva critica di quello che solitamente facciamo per cercare di venire a capo delle nostre problematiche quotidiane. Il più delle volte ruotiamo attorno al vero nocciolo del problema. Il più delle volte facciamo finta di non vederlo per qualche strana motivazione inconscia. Il più delle volte il problema è sfuggevole, proprio come quando si parla di questioni legate al Karma o ad altri legami spirituali. 

Le chiavi della comprensione a volte sono sfuggevoli. Per esempio, se ho commesso qualche atto molto negativo in una Vita precedente, questo fatto verrà rispecchiato nella Vita attuale in diversi modi. Questo fatto continuerà a colpirmi sino a quando non comprenderò cosa fare per trasmutare quell’increscioso evento così tanto lontano e oramai celato persino alla memoria. Evento che continua a vivere memorizzato a livello cellulare o a livello di corpo mentale. Che fare?

A volte penso che questa forma di “giustizia” celeste sia… ingiusta.

Se in questa Vita mi sto comportando in maniera esemplare, per quanto tempo dovrò ancora scontare ciò che ho fatto in un lontano passato? Cosa deve succedere perché io possa pulire la mia “lavagna” energetica? Devo per forza rendermi conto di quello che ho fatto, leggerlo tra le righe al fine di eliminare l’errore compiuto? Oppure posso trasmutare quell’evento anche solo vivendo con rettitudine e senso di responsabilità?

Ossia quale è e dove sta il “problema centrale”?

È tempo di andare direttamente al centro delle “cose”! Allo stesso modo sono stanco di arrancare nel buio dell’incomprensione, ipotizzando in luogo della mancanza di “verità”. In ambito spirituale ognuno di noi è solo sulla propria via, perché ognuno di noi ha una storia diversa da ogni altro. Possiamo aiutarci ma le vere decisioni le dobbiamo prendere solo noi. Ne va del nostro “senso” dello stare incarnati…

Ci sono guide spirituali e compagni di viaggio che possono dare una mano, ma anche tanta confusione, ignoranza e paura. Siamo in una dimensione difficile da comprendere perché nel reame del tempo ci si ammala di oblio, ci si lascia andare cullati da una nenia che ci convince di essere delle nullità.

Preferite sentire dolci parole in luogo di questa intima confessione? Ci sono altri blog che fanno questo!

Qua si intende stare nel cuore centrale della prospettiva...