mercoledì 22 dicembre 2010

Dal Bit al QuBit all'unità d'informazione umana.





Gran parte delle persone forse sapranno che cosa è un Bit, ma oggigiorno è utile conoscere ed integrare, in termini di consapevolezza, l’espansione del Bit in un qualcosa di  molto più “completo”, ossia un QuBit.

Qubit, contrazione di quantum bit, è il termine coniato da Benjamin Schumacher per indicare il bit quantistico ovvero l'unità di informazione quantistica. Per definire il qubit è indispensabile introdurre innanzi tutto un concetto nuovo ovvero il quanto di informazione. Con quanto di informazione si intende la più piccola porzione in cui una qualsiasi informazione codificata può essere scomposta ed è quindi l'unità di misura dell'informazione codificata.

Così come il bit è il quanto di informazione della computazione classica, la computazione quantistica si basa su un concetto analogo: il quantum bit.

Al pari del bit, il qubit è un oggetto matematico con determinate specifiche proprietà. Il vantaggio nel trattare i qubit come entità astratte risiede nella libertà di costruire una teoria generale della computazione quantistica che non dipende dagli specifici sistemi utilizzati per la sua realizzazione…
Per comprendere la computazione quantistica e, in particolare, il concetto di qubit non è necessario studiare la meccanica quantistica”.
Da Wikipedia

Che cosa c’è di tanto meraviglioso nel mondo dei Quanti? Quasi tutto, oserei dire. È un mondo dove il comportamento delle componenti dipende anche dall’Osservatore, innanzitutto. Un mondo che definire “magico” non è un eresia, così come  è magico accendere la luce elettrica di casa o usare il telecomando della Tv

È il mondo che, se compreso con consapevolezza, può autorizzare a “leggere” il mondo 3D “denso”, ossia la nostra realtà individuale e collettiva, in maniera diametralmente diversa.

Ciò in cui non crediamo più, secondo “logica” convenzionale inerente al concetto di “gregge”, torna prepotentemente in auge capendo il mondo invisibile della quantistica.

Un mondo nel quale succede anche questo:
  • Paradossalmente ci sono un numero infinito di combinazioni lineari della base ortonormale così da permettere, almeno in linea di principio, la rappresentazione in un unico qubit di tutto lo scibile umano.
  • La capacità di un qubit di essere in uno stato di sovrapposizione che non possiamo nemmeno misurare va contro il nostro buon senso: il bit classico è come una moneta che, una volta lanciata, cadrà a terra mostrando inesorabilmente una delle due facce mentre il qubit può essere immaginato come una moneta che, una volta lanciata, cadrà a terra continuando a ruotare su sé stessa senza arrestarsi fino a che qualcuno non la schiacci con una mano bloccandone la rotazione e obbligandola finalmente a mostrare una delle sue facce.

Notiamo come, nello scenario 3D, per spiegare un concetto quantistico occorra ricorrere ad una terminologia perlomeno “equivoca”, appunto come nei due passi sopraesposti:
  • paradossalmente
  • contro il nostro buon senso
Cosa significa ciò? Che occorre mutare il nostro modo di pensare e di osservare gli eventi. Queste nozioni appena riportate sono ufficialmente riconosciute dalla scienza: esse costituiscono una verità comune

Non si sta narrando di leggende o favole, ma di realtà scientifiche appurate.

Questa verità, che scorre sotto la linea di confine del visibile, determina a catena tutta una serie di conseguenze molto evidenti. Una serie di fatti “reali”, figli di nessuno, secondo il consueto modo di vivere. 

Le leggi fisiche vengono chiamate in causa da quelle quantistiche, le quali rimangono inquadrate in un piano non percepibile ma direttamente responsabile degli eventi.

Le leggi fisiche “vivono” come di luce riflessa, come dei capri espiatori della Creazione.

Quando la mente si abitua alle leggi fisiche, il corpo diventa la mente e, dunque, si condensa nelle leggi fisiche…

Da tutto ciò è facile comprendere che la “caduta” è determinata dalla minore vibrazione della nostra energia che sboccia letteralmente nel “mondo nuovo” della densità 3D. È facile comprendere anche il disegno che sottintende la “caduta”: eseguire una esplorazione volontaria del “nuovo mondo”, dello scenario 3D.

"Perdersi" per infine ritrovarsi. Che avventura meravigliosa…

“Tuttavia la natura continua dello stato del qubit (che permette l'esistenza degli stati di sovrapposizione) non è l'unica caratteristica distintiva del qubit rispetto al cugino classico.
Nel pieno rispetto delle leggi della meccanica quantistica, una combinazione di più qubit è soggetta ad una caratteristica chiamata entanglement.
Il termine inglese letteralmente significa ingarbugliamento, intreccio.
Ma una buona interpretazione potrebbe essere legatura infatti, in condizione di entanglement, due qubit perdono la loro natura individuale per assumerne una unica di coppia. In tale condizione lo stato di un qubit influenza lo stato dell'altro e viceversa”.
Da Wikipedia

Si intuisce la Natura unitaria del Tutto, nelle caratteristiche stesse dell’unità di base dell’informazione Quantistica. 

Il QuBit è un frattale dell’Unità per eccezione: quella del Creatore.

Questa interattività deve comunque fare pensare, perché ciò che “facciamo” nello scenario 3D confluisce direttamente nel Creatore, il quale “dipende”, in questo modo, dalle nostre esistenze

La Religione è un fattore sequenziale, monodimensionale, a sé stante, un frattale “povero” e smunto, che autorizza a prendere in considerazione il suo livello maggiore, ossia la presenza di una “intelligenza” infinita che riempie ogni singola particella di “informazione” sia sopra che sotto al livello della percettibilità attraverso lo stato dei sensi umani attuali.

“L'unico modo sinora individuato per fornire una efficace rappresentazione geometrica di un qubit, consiste nella cosiddetta Sfera di Bloch 

Dunque un qubit può essere rappresentato come punto sulla superficie di una sfera di raggio unitario”.Da Wikipedia


Ecco a cosa "assomigliamo", in quanto unità di informazione unitarie della Creazione:
  • ognuno di noi è un frattale del QuBit
  • ognuno di noi è dislocato sulla sfera terrestre
  • ognuno di noi è intento a fare esperienza
  • ognuno di noi è capace inconsciamente di comunicare con la Sorgente
Il genere umano, si può dire, che sia formato da miliardi di unità di informazione Bit e QuBit. Ogni persona è una unità ricetrasmittente, capace di sondare e riferire alla “base” l’esito delle proprie analisi vicissitudinali in Terra.

Troppo sminuente? Non penso. Visto che il ruolo centrale dell’essere umano non viene minimante intaccato da questa visione d’insieme.

La tradizione spirituale tramandata si innesta magnificamente in questa visione massiva: cosa sarà mai, allora, il Karma se non un programma senziente in grado di mantenere una linea di continuità nel corso dell’esplorazione umana nello scenario 3D?

La vision alla Matrix o alla Wingmakers, di “spiritualità tecnologica” ha un senso molto ben radicato nella “verità”.

E non è mai finita, a voler approfondire, infatti:  

Il Qutrit è l'unità di informazione quantistica, l'equivalente del trit. Un Qutrit può assumere la sovrapposizione dei 3 stati del Trit 0, 1 e 2. Si realizzano praticamente tramite la correlazione di due fotoni”
Da Wikipedia

Cosa sarà mai il Trit, allora?

Trit:
[per analogia con bit] - Una cifra di 3 bit; la quantità di informazioni trasportata da una scelta fra uno di tre risultati ugualmente probabili. Trits si trovano, ad esempio, nel contesto di una flag che potrebbe realmente assumere uno di tre valori - quali sì, no, o sconosciuto. I trits a volte sono chiamati scherzosamente bits a 3 stati. Un trit può essere riferito per gioco a come un bit e mezzo, anche se è matematicamente equivalente a 1.5849625 bit.
Da http://jhanc.altervista.org/jargon/T/trit.html

Cosa è una Flag?

Flag:
[molto diffuso] Una variabile o quantità che può assumere uno dei due valori; un bit, in particolare uno usato per indicare una delle due conseguenze o viene usato per controllare quale delle due cose viene fatta. “Questo flag controlla se pulire lo schermo o meno prima di visualizzare il messaggio.” “Il programma di stato delle parole contiene svariati bit di flag.” Usato sugli umani analogamente a bit.
 
Detto questo, passiamo alla notizia:

Realizzata la prima macchina quantistica.
Secondo la rivista Science è la scoperta scientifica dell'anno: stiamo parlando della macchina quantistica, il primo dispositivo al mondo realizzato dall'uomo che non si comporta secondo le leggi della fisica tradizionale, ma secondo quelle che regolano il comportamento di molecole, atomi e particelle subatomiche.
Secondo questa disciplina un corpo molto piccolo può assorbire energia solo in quantità discrete, non può mai essere completamente immobile e può essere in due posti contemporaneamente. Queste teorie sono state più volte verificate su particelle di luce, fasci di elettroni e anche atomi di elio allo stato liquido, ma nessuno le aveva mai sperimentate su un dispositivo meccanico abbastanza grande da essere visibile a occhio nudo.
Lo hanno fatto Andrew Cleland e John Martinis, fisici dell’ Università della California Santa Barbara che hanno modificato una piccola lastra di alluminio delle dimensioni di un capello ottenendo un materiale piezoelettrico, capace cioè di cambiare forma diventando più spesso o più sottile quando viene esposto a stimoli elettrici. Hanno poi collegato il tutto con un semiconduttore chiamato quibit di fase, un dispositivo che può avere due livelli possibili di energia quantistica, uno basso e uno alto.
Grazie a un apparato a microonde i fisici sono riusciti a trasferire dei quanti di energia dal qubit alla lastra di alluminio e viceversa: hanno raffreddato l'apparato a temperature vicine allo zero assoluto portandolo al più basso livello di energia possibile, poi hanno eccitato elettricamente il qubit e hanno trasferito un singolo quanto di energia all'oscillatore. La lastra di alluminio ha iniziato così a muoversi con vibrazioni che i fisici hanno chiamato "vibrazioni quantiche".
La cosa più singolare è che data la natura quantistica del dispositivo, nello stesso istante lo si può vedere fermo e in movimento a seconda del sistema di misurazione che di prende in considerazione.
Questa ricerca, che apparentemente sembra al confine tra la scienza e la filosofia, apre la strada a una nuova generazione di esperimenti finalizzati a testare le teorie quantistiche nel mondo sensibile. Perché un quanto può essere in due posti contemporaneamente mentre un’automobile o un cavallo non possono?
Per trovare una risposta a questa domanda gli scienziati stanno lavorando alla costruzione di due laser (il Laser Interferometer Gravitational-Wave Observatory, di Livingston, Louisiana, e Hanford, Washington) che dovrebbero riuscire a raffreddare corpi molto grandi fino al loro stato di energia minimo, così da permettere esperimenti quantistici su oggetti molto grandi.
Da Yahoo

La macchina esiste ufficialmente adesso e chissà la “ricerca non ufficiale” dove già si sarà spinta. Il genere umano “gregge” dovrà presto prendere in considerazione questo mondo dal quale si sviscera la realtà. Un mondo “agganciato” usualmente per co creare, ma “mal compreso”, anzi: dimenticato.

Termino inserendo 3 news rilevanti. Le cito perché sono “quantisticamente” collegate. Esse descrivono:
  • il futuro che torna al passato (ricordo che Sitchin nel “Libro perduto del Dio Enki” dichiarava che gli Annunaki avevano già una base intermedia sul pianeta Marte. Nel corso della notizia è chiaramente riportato che sul pianeta rosso c'è acqua in abbondanza)
  • il presente che sfocia da un passato da trasmutare (nel libro delle “Profezie di Papa Giovanni XXIII” ci sono delle oscure allusioni al potere dei Kennedy)
  • il futuro annunciato nel presente in qualità di “alternativa” (come avevo ben supposto, Assange ha fatto quello che doveva fare, ossia creare l’alternativa. Ora può vivere di “rendita” senza per questo essere giudicato da nessuno)
Nasa, missione senza ritorno su Marte: una colonia per salvare l'uomo in caso di catastrofi.
HUNDRED YEAR STARSHIP - Un progetto spaziale di sola andata verso l’universo. Si chiama 'Hundred Year Starship', l’astronave dei cento anni ed è stato messo a punto con la Darpa, la Defense Advanced Reasarch Projects Agency. Simon Pete Worden, direttore del centro di ricerche Ames della Nasa spiega che lo scopo del programma è orientato a rendere ospitali altri mondi. 

La particolarità del progetto è una: creare una colonia permanente su Marte: chi prenderà parte alla spedizione non farà più ritorno a casa. 

I 'coloni', una volta giunti sul pianeta rosso, lo dovranno rendere abitale, creando risorse d’acqua e di cibo e quindi renderlo una sorta di base spaziale da dove in futuro partire per colonizzare altri pianeti e mondi lontani.
ANDATA SENZA RITORNO - Pura fantascienza? Mica tanto, perché alla Nasa si dicono convinti di spedire i coloni su Marte già nel 2030, tanto che hanno cominciato a reclutare psicologi che testino i candidati, gente che deve essere ben consapevole in che condizioni andrà a vivere e soprattutto che non rivedranno più parenti e pianeta Terra. Il fatto è che gli scienziati spaziali hanno realizzato che la maggior parte dei costi delle missioni spaziali è quella relativa al ritorno a casa: facendo un viaggio di sola andata si risparmierà un bel po’. Dirk Schulze e Paul Davies due scienziati esperti sull’argomento missioni spaziali, hanno spiegato in un articolo uscito in questi giorni sul - Journal of Cosmology - che i motivi dietro il successo di una tale spedizione sono essenzialmente due: "La maggior parte delle spese - scrivono - sono quelle del ritorno sani e salvi da una missione spaziale e l’atterraggio della navicella". Lasciare poi le persone su Marte, aggiungono "consente di realizzare una colonizzazione a lungo termine ben differente dai un viaggio andata e ritorno".
VITA SU MARTE? - È possibile vivere su Marte? Simon Worden risponde così: "Non ho la più pallida idea se si possa vivere su Marte". Worden ha una visione radicale del futuro: "Credo che invece che cercare di replicare il modus vivendi del nostro pianeta, dobbiamo inventarcene uno del tutto nuovo. La biologia sintetica offre delle strada, ad esempio. Dobbiamo pensare a modificare la vita, compreso il genoma umano, in modo che possa adattarsi a Marte". Secondo alcuni studi effettuati, il costo di mandare su Marte andata e quindi ritorno 20 astronauti equivale a quello di mandare quattro solo andata. Ma si troveranno quattro persone convinte di passare il resto della loro vita su Marte? Secondo gli studiosi sì. L’importante è ritrovare lo spirito che animò Cristoforo Colombo e i grandi esploratori e scopritori dei continenti, secoli fa.
MARTE RIFUGIO DALLE CATASTROFI TERRESTRI - Per Schulze e Davies, colonizzare Marte ha molti punti di interesse per gli uomini. Avere una base permanente e abitabile sul pianeta, sarebbe un autentico rifugio per la razza umana in caso di catastrofi tali che obbligassero ad abbandonare il nostro pianeta madre

Marte poi offre condizioni di vita accettabili perché è simile alla Terra: possiede una forza di gravità moderata, atmosfera, acqua abbondante e carbon diossido insieme a un vasto gruppi di minerali. Dopo Venere, è il pianeta più vicino alla Terra e un viaggio verso di lui dura circa sei mesi. Dove vivranno i primi colonizzatori? Secondo Schulze e Davies, inizialmente ci sarà bisogno di caverne o comunque posti riparati
Da Yahoo

Finita l'era dei Kennedy negli Usa
Per la prima volta dal 1947 nessun membro della famiglia Kennedy siederà nel parlamento americano. All'inizio del 2011, con il nuovo insediamento, lascerà il suo scranno Patrick J.Kennedy, 43 anni, che tornerà a Rhode Island, nella sua fattoria appena ristrutturata. Proprio 63 anni fa il giovane John Fitzgerald Kennedy, proveniente dal Massachusetts, futuro presidente degli Stati Uniti, divenne parlamentare.
Quando il padre di Patrick, il senatore Edward M. Kennedy, morì più di un anno fa, rimase soltanto il figlio a svolgere attività politica ad alto livello. 

Ora, invece, pare che nessun altro della famiglia abbia intenzione di dedicarsi a tale carriera

Un brusco risveglio per molti cittadini. Come osserva Darrell M. West, studioso al Brookings Institution, la famiglia Kennedy un tempo aveva la presidenza e due seggi al senato, mentre ora l'unica presenza è quella di Bobby Shriver, che ha terminato da poco il suo mandato di sindaco a Santa Monica, California, e siede ancora nel consiglio municipale. Una caduta per certi versi drammatica
In una recente intervista Patrick Kennedy appariva combattuto tra due desideri: da un lato, ritirarsi a vita privata; dall'altro continuare, da privato cittadino, a riempire quelle che egli chiamava le enormi scarpe di suo padre e degli zii. Egli spiegava che l'eredità familiare non riguardava unicamente il servizio di governo, ma la consapevolezza di restituire l'America agli americani.

Di fatto, fu la politica a fare della dinastia Kennedy una sorta di famiglia reale, nelle cui mani era concentrato un potere che durò generazioni

Non solo: le vicende della famiglia fecero discutere e commossero tante persone. Dall'assassinio di Jonh Kennedy nel 1963 a quello successivo del fratello Robert; dall'incidente automobilistico del 1969 capitato a Edward, che uccise la sua assistente Mary Jo Kopechne, allo schianto aereo di undici anni fa che costò la vita a John F. Kennedy Jr. Secondo Ross K. Baker, professore di scienze politiche all'università Rutgers, non è questione di sopravvivenza della repubblica ma, per le persone la cui memoria si spinge fino agli esordi della saga familiare, i Kennedy rappresentavano una linea di continuità importante, specialmente negli ultimi tempi, quando la lotta politica si è fatta più dura e le contrapposizioni più forti.
Da Yahoo

WikiLeaks, Assange pubblicherà le sue memorie.
Il quotidiano, uno di quelli a cui WikiLeaks ha fornito alcuni dei documenti segreti diffusi recentemente, dice che Assange avrebbe venduto le memorie a Canongate in Gran Bretagna e negli Stati Uniti a Knopf di Random House, di cui è proprietaria Bertelsmann AG.
Assange è un esperto informatico che ha fatto infuriare gli Stati Uniti diffondendo dispacci diplomatici sul proprio sito web e in collaborazione con media di tutto il mondo.
Il 39enne australiano è stato scarcerato su cauzione e si trova ai domiciliari nella campagna inglese, ed è impegnato a battersi contro l'estradizione in Svezia, dove è accusato di reati sessuali.
Da Yahoo

Davide Nebuloni / SacroProfanoSacro 2010
 
 

martedì 21 dicembre 2010

Tecnica per "desiderare" ed uscire dal "muro".





Conosci il vecchio adagio: "attento a quel che desideri”? - Tristan / Stardust

Stardust è un film del 2007 diretto da Matthew Vaughn, tratto dal romanzo omonimo di Neil Gaiman.
Il film racconta le gesta di Tristan che si avventura alla ricerca di una stella cadente da donare all'amata Victoria attraverso il regno magico di Stormhold, popolato da unicorni, streghe e pirati e separato dal mondo ordinario semplicemente da un muro”.
Da Wikipedia

“Un filosofo una volta si chiese: "Siamo umani perché osserviamo le stelle o le osserviamo perché siamo umani?" Quesito sterile. Le stelle poi osservano noi? Questa si che è una domanda! Ma sto correndo troppo; la nostra storia ha avuto inizio qui, 150 anni fa, presso l'accademia reale delle scienze di Londra, Inghilterra, all'arrivo di una lettera contenente un interrogativo davvero singolare. Lo aveva formulato un giovane campagnolo e lo scienziato che lo aveva letto pensò che si trattasse di una burla, doverosamente però aveva risposto spiegando con garbo che la domanda era insensata. Aveva poi spedito il tutto al giovane, che abitava in un villaggio di nome Wall, così chiamato, aveva precisato il ragazzo, per via del muro che lo costeggiava, un muro che secondo le leggende locali nascondeva un segreto straordinario” – Voce narrante".
Da Wikiquote

Dopo la serie degli ultimi tre articoli, inerenti allo scenario 3D, al senso dello starci sopra, alla consapevolezza di essere a scuola, ecco una intuizione, molto profonda a mio sentire, relativa a come fare per mutare polarità o ordine dei pensieri o modello del mondo reale che ci siamo costruiti a livello inconscio

Ciò che ci serve è osservare le “cose” in un’altra maniera. Da sopra o da sotto, fate voi, ma l’importante è spostarsi dal consueto piano di percezione degli eventi. Perché?

“Tale è la forza dell'abitudine che ci si abitua perfino a vivere” -  Bufalino Gesualdo

Ecco cosa ho percepito negli ultimi giorni. Ciò che mi ha portato ad un simile “disegno” è stata la mia volontà immaginifica di provare a cambiare l’ordine con il quale percepisco il mondo reale; per fare questo ho chiesto una modalità diversa di visualizzare il mio mondo interconnesso con il vostro e miscelato con il tutto.

Lo scrivo per punti, così è più semplice da seguire.

Il processo mentale circoscrive un muro attorno a noi (infatti come si chiama il villaggio degli umani descritto in Stardust? Wall)
I Veda, e molti altri, hanno “investigato” attorno al vuoto che esiste tra un pensiero e l’altro, determinando che, proprio in quegli “spazi” vuoti, c’è la possibilità di passare ad un livello diverso  della mente e, dunque,  anche di trascenderla.

Il “muro” cresce con noi e ci caratterizza, come una serie di incredibili circostanze tutte insieme, ma non per caso, lo hanno determinato
In Stardust come appare il “muro”? Come un cerchio che racchiude l’intero villaggio. Come un destino che circoscrive ogni singola molecola d’aria. Infatti il film si apre con Tristan che lavora a bottega, piegato dalla necessità pratica della Vita e della consuetudine.
Il “muro” appare anche in un  altro modo, però. Come? 

Con una bella breccia custodita. 

Colui che fa da guardiano è un uomo molto anziano. Chi mai sarà se non il nostro inconscio o l’Antisistema? Questo vecchio è molto agile, forte e determinato nonstante l’età, segno che l’apparenza inganna sempre colui che si lascia trasportare dalla sola volontà, pur nel fiore degli anni. E questa apparenza è in grado di bastonare realmente colui che non intende uscire dal “muro” senza l’apporto dell’immaginazione, dell’inconscio stesso. L’inconscio è il nostro grande mago e custode, colui che ci protegge dalla percezione della paura

Colui che protegge, col tempo e la dimenticanza, anche con le randellate, ammonendo a “non fare nulla per il nostro bene”.

Abituandoci alla consuetudine, il fisico diventa la mente. La realtà diventa l’abitudine.

Pensiamo per un attimo ai film cosiddetti di “fantasia”. Esistono sempre degli oggetti magici o degli esseri viventi perlomeno “strani” e quasi insignificanti che, a discapito dell’apparenza, hanno dei poteri e dei significati altissimi. Un esempio è il Maestro Yoda di Star Wars o la Spada di Re Artù, il Rospo che diventa Re, il Leone Aslan delle Cronache di Narnia, etc. 

Esistono oggetti che contengono le chiavi dimensionali per raggiungere altri mondi, come descritto abilmente in "Mymzi il segreto dell’Universo" o come la “polvere” descritta nella “Bussola d’oro”. 

Nei film vediamo sempre più spesso varchi, aperture, tunnel, unioni di mondi diversi invisibili l’un l’altro: cosa significa?
Non crediamo che siano solo favole per bambini. Cosa hanno visto Tolkien, Lewis, Dante, J. K. Rowling, H.P. Lovecraft, George Lucas, etc.? Hanno visto mondi paralleli a questo e li hanno descritti. Hanno visitato altre dimensioni. 

Come avranno fatto? Ognuno certamente in maniere diverse così come la biodiversità ci contraddistingue. Ma, allo stesso tempo, avranno tutti quanti trasceso il piano della mente. Sono “usciti” dal canonico punto di osservazione.

Mi rendo conto che questo articolo verrebbe molto lungo se non controllo la mia modalità di scrittura e di “download”, per cui vado al sodo

Non devo mica convincere nessuno, no?

Ancora una cosa, però. Nel mondo tecnologico è stato introdotto e creato il concetto di interfaccia d’utente. Cosa è? 

È semplicemente una modalità “amica” per dialogare con le macchine, come ad esempio un personal computer. 

I sistemi operativi evoluti come Linux, Windows, Mac Os, etc. sono delle interfacce molto conosciute ormai. Tramite di esse, pigiando un tasto o trascinando il mouse, si riescono a fare cose “magiche” che, senza quell’interfaccia uomo-macchina, non sarebbe poi stato tanto semplice eseguire. Infatti chi ha lavorato in quel mondo negli anni 70, ad esempio, può testimoniare che per fare la minima operazione occorreva veramente conoscere oscuri linguaggi molto vicini al “modo di pensare” delle intelligenze al silicio. Il Dos era già una sorta di interfaccia, ma ancora molto primitiva. 

Il linguaggio “capito” dalle macchine è, appunto, il linguaggio macchina, ossia una serie di 1 e 0 codificati in maniera “logica”

Ancora oggi funzionano così, però le interfacce garantiscono quella facilità d’uso che noi tutti abbiamo imparato così bene ad apprezzare. Le nuove tecnologie stanno avvicinando il concetto di sfera magica all’uomo moderno. Con i nuovi iPad,iPhone, etc. vedere una serie di foto è come sfogliare un vero e proprio album “reale”. E che dire delle nuove "console per videogiochi", basate sul movimento del corpo?

Ecco: queste interfacce esistono anche nel mondo “reale”. Cioè? 

Che cosa mai sarà l’armadio descritto nelle Cronache di Narnia? 

Quell’oggetto che permette a Lucy e ai suoi fratelli di entrare in Narnia è una interfaccia, una porta tra mondi, un varco, una breccia, un collegamento come sul desktop della nostra capacità visiva. I nostri stessi sensi sono una interfaccia che permette di interagire con il mondo esterno. Ok?

La tecnica è questa. Un momento: tecnica per fare cosa? La tecnica per immaginare ciò che vogliamo e desiderare ciò che vogliamo, al di fuori del Controllo. Eccola:
  • Ad occhi chiusi, visualizziamo un muro attorno a noi (Quel muro è la rappresentazione fisica, l’interfaccia che rende visibile il nostro circolo di pensieri e di abitudini che non è semplice oltrepassare. Abbiamo due dimensioni adiacenti, collegate dal “muro”. Dall’altra parte c’è la quinta dimensione, dove ogni nostro desiderio si avvera immediatamente per magia. Al di qua c’è la terza dimensione, lo scenario 3D, dove non è affatto semplice manifestare i nostri desideri. Che fare allora? Utilizziamo il potere della musica e mettiamo una bella sonorità tipica da colonna sonora di film fantasy. Un esempio? Il prologo di Stardust di Ilan Eshkeri - Prologue/Through the wall)
  • Ad occhi chiusi, visualizziamo un muro con una breccia attorno a noi (Quella breccia è il punto da attraversare per raggiungere l’altra dimensione e corrisponde al vuoto che esiste tra un pensiero e l’altro. Dobbiamo attraversare la breccia per desiderare, immaginare, visualizzare i nostri desideri, al di là del guardiano della breccia. Il guardiano è tutto quello che vi trattiene, compreso lo scetticismo che adesso sentite! Al di là è molto più semplice. Questo meccanismo corrisponde alla riprogrammazione dell’inconscio che si esegue nella tecnica della PNL)
  • Ad occhi chiusi, varchiamo la soglia e trasferiamo la nostra consapevolezza al di là (Da quel punto, che immagineremo come vogliamo, eseguiamo la nostra visualizzazione. In quel mondo è più facile. In quel mondo pieghiamo la nostra realtà tridimensionale).
  • Accettiamo di rinvigorire la nostra facoltà di pensare ancora come fanciulli: desideriamo il meglio.È nostro diritto.
  • Poi, torniamo indietro sereni e tranquilli. Giorno dopo giorno la realtà 3D muterà.

Ricordiamo sempre che:

“Il sentimento più forte e più antico dell'animo umano è la paura, e la paura più grande è quella dell'ignoto - H.P. Lovecraft

Ma che il nostro CuoRe è in grado di illuminare con il suo AmoRe ogni singola via che abbiamo percorso, oltre l’ignoto.

Perché, è sempre più evidente, che “oltre l’ignoto” ci siamo già andati da tempo e non è più sensato avere paura nell’Inferno. Noi siamo una parte del Creatore che porta la luce per ogni dove…

Davide Nebuloni /SacroProfanoSacro 2010
 
 

lunedì 20 dicembre 2010

Gettare "zavorra" per andare in profondità.





Nei precedenti due articoli si è parlato di scenario 3D, come  di un terreno disponibile ad ospitare le esperienze di Vita delle individualità  incarnate animiche. Su tale base, le “magie co creative” degli umani si mostrano, a prima vista, in tutta la propria dissonanza con coloro che le hanno create: noi stessi. 
 
Perché?
 
Perché abbiamo perduto il filo di connessione tra la vera causa e il principio di reazione della manifestazione del “reale”. Ossia, ognuno di noi continua a co creare la realtà, però non è più consapevole di questo fenomeno regolato da vere e proprie leggi celesti. Questa dimenticanza è frutto delle energie che dominano in questo scenario 3D:
  • la gravità planetaria
  • il magnetismo
  • il tempo

Oltre all’azione di energie “spirituali”:
  • il Karma
  • il libero arbitrio
  • la legge d’ottava.

Su tutte queste forme di potenti plasmatori della densità, vige il Piano Divino e, a cascata, l’intenzione di dover/voler esplorare le proprie profondità, sulla infinita spinta del Creatore che desidera conoscere ciò che si nasconde nelle proprie “cantine”.
 
La causa principale della “caduta” del genere umano è insita in questa spinta primordiale, in questa caratteristica innata del senso della Creazione:

conoscere se stessi

Ora, l’intera progenie del Creatore, frammentato in infinite scintille “intelligenti”, procede anche solo per inerzia, come potrebbe essere a prima vista la spinta che fa ancora girare i pianeti sul loro asse, nel proprio cammino esplorativo ed esperienziale – anche senza memoria del perché. Come le sonde Voyager, uscite dal Sistema Solare, ed ancora attive nel funzionare automaticamente, secondo funzioni programmate decenni or sono.
 
Pensiamoci bene: per conoscere quello che si nasconde dentro di noi, anche come sola Natura dell’omnicomprensiva intelligenza che regola la Creazione, cosa dovremmo fare?
Dovremmo portare alla luce o evidenziare la nostra intera gamma di “possibilità”. Quindi di cosa si dovrebbe necessitare?

Proprio di un supporto, di un terreno, di uno scenario capace di sostenere il peso della co creazione, quindi di una dimensione la cui vibrazione è molto lenta, in maniera tale da dare alla luce una realtà solida delle proprie “aspettative”. Per vivere in una simile dimensione occorre anche raggiungerla. Per cui, all’origine, le Anime hanno iniziato a sviluppare delle estremità atte a supportare l’immersione nelle profondità del rallentamento frequenziale della propria capacità di “brillare”.

Da qua è iniziata la “caduta”, che altro non è se un progressivo rallentamento delle funzioni di base animiche, ma non nel senso che è l’Anima a cadere d’intensità, bensì che è l’Anima che inserisce una parte di sé in un sonno-esoscheletro, come in un batiscafo, che scende in profondità verso il diverso tipo di “suolo” che si cela in un lontano luogo attrezzato appositamente al fine di manifestare luce e buio del sé: appunto questo scenario 3D.

Vivere nella Terra 3D è stato ed è difficile, perché con il tempo si perde il senso a cascata della co creazione, si perde la capacità di osservare la direzione della co creazione: non si è più consci che il proprio mondo interiore, i propri pensieri e immaginazione, determinano il mondo esteriore. In questa cancellazione della priorità, il mondo esteriore inizia a riversarsi in quello interiore, come una serie di vasi comunicanti ed ubbidienti alle leggi della fisica, determinando l’appesantirsi della “caduta”. 
 
L’accumulo di esperienza ha generato dei “mostri” all’esterno, che si sono irradicati nella ruota della reincarnazione, che altro non è che un blocco note con scritto sopra “a che punto siamo nell’opera che ci siamo prefissati”.  
 
L’Antisistema è quell’insieme di energie che permettono allo scenario 3D di continuare ad oscillare e, dunque, ad esistere per permetterci di “andare avanti”
 
L’Antisistema può essere ripulito energeticamente dalla nostra azione collettiva illuminata, proprio come si fa con una casa, dandogli aria e pulendola.
Esso è necessario e, in determinate circostanze può apparire come un incantesimo. 
 
Esso è come il nostro inconscio che è il diretto frattale.

Dalla logica spirituale sino alla logica fisica, tutto ha senso, scopo, significato.

L’intera infrastruttura che lega il corpo all’Anima è ancora in essere, cioè qualsiasi cosa ognuno di noi possa pensare di questo mondo 3D non nega l’esistenza ed il senso dell’intero “perché”!

Giunti a questo punto e toccato il fondo, abbiamo potuto esprimere tutto ciò che si nascondeva nelle nostre “cantine”, nel bene e nel male: lo abbiamo ancora tutti quanti negli occhi cosa siamo stati capaci di generare.

Adesso che lo sappiamo esattamente, perché gli abbiamo dato la luce dei riflettori, possiamo iniziare a riemergere, conoscendoci meglio. Questa emersione è un processo individuale, in assenza di un “richiamo” massivo della Sorgente.
Il tessuto della co creazione è solidale con il senso primigenio dell’unità, occorre solo tornare a comprenderlo.  
 
La “caduta” non è stata solo una mancanza, ma è stata una necessità, come il gettare zavorra da una mongolfiera per farla alzare, anche se in questo caso, il gettare zavorra ha equivalso a scendere. 
 
Questa zavorra, gettata al “vento”, si trova ancora oggi nel Dna così detto “spazzatura”.

È tutto pronto se solo lo vogliamo con ardente intensità.
Di tanto in tanto la scienza scopre, alla propria maniera e coi propri tempi, delle parti di verità. Questa verità, per essere accettata al suo più grande livello, ossia quella consapevolezza che ognuno di noi è il responsabile di ciò che lo circonda, necessita di essere introdotta nella società globale tecnologica per piccole dosi:   

Cervello è illusionista, ci inganna su dimensione cose.
Il mondo è pieno di illusioni ottiche e il ''grande illusionista'' è il nostro cervello: gli oggetti non sono uguali per tutti, le loro dimensioni dipendono dalle dimensioni del nostro cervello, da quant'è grande l'area neurale deputata alla vista. Lo dimostra uno studio del Wellcome Trust Centre for Neuroimaging (Londra). Gli esperti hanno misurato le dimensioni della corteccia visiva primaria dei volontari e osservato che, più piccola è tale area, più forti sono le illusioni ottiche.
Fonte: Yahoo

Tutto è illusione, ma non nel senso che non esiste, bensì che esiste in quanto temporaneo volere di un nostro desiderio di manifestarlo: egli esprime una condensazione di noi stessi.

La morale è quella di non immedesimarsi in esso o farsi possedere dal proprio potere mal compreso.
L’illusione 3D, come abbiamo provato vivendo, è molto di più di una mera illusione perché possiede un valore intrinseco molto concentrato: quello di incantare colui che è immemore.
 
Nelle “Cronache di Narna III- il viaggio del veliero” si evidenzia molto bene proprio questo aspetto: il nemico non esiste, non c’è un esercito da combattere.
 
È tutto dentro di noi. Il dentro, le paure che si sviscerano fuori…

Le vibrazioni atomiche e molecolari nel corpo umano producono campi di energia elettromagnetica e acustica che regolano e catalizzano i processi biochimici. Queste vibrazioni biologiche naturali sono regolate dall’ottava di una dimensione più elevata di vibrazione fondamentale che funziona a livello quantico. Il Lyricus fa riferimento a queste vibrazioni di base come alle Strutture d’Informazioni Inderivate (Underivative Information Structures – UIS).
Determinate vibrazioni acustiche e scale musicali fanno sì che l’elica all’interno della molecola del DNA si srotoli, distendendo la spina dorsale del DNA e rendendo le basi esposte più accessibili al loro accoppiamento ed attivazione, in modo particolare quando questo si collega a ciò che gli scienziati definiscono DNA “spazzatura” o quiescente. Le frequenze sonore possono essere tracciate per penetrare nella molecola del DNA, scoprire ed attivare i nucleotidi e – se utile – le corrispondenti cellule nervose.
Estratto da: Wingmakers - La Musica del Lyricus 

Davide Nebuloni / SacroProfanoSacro 2010

 

venerdì 17 dicembre 2010

Il portatore "sano": l'invasione.





Nell’articolo di ieri  ho proposto un modello di consapevolezza, tramite il quale inquadrare il “senso” di questo scenario 3D. Non ci voglio tornare sopra, rimandando l’interessato lettore all’approfondimento consapevole. Riporto però il “testimone”, come se corressimo una staffetta a squadre, che è d’utilizzo per continuare nell’argomento:
  • questo scenario 3D è un supporto di energia densa, progettato appositamente per sostenere la co creazione delle individualità incarnate mentre fanno esperienza nella ruota delle reincarnazioni; esso può oscillare da un minimo ad un massimo e funge da terreno “scolastico” per noi tutti. L’Antisistema è l’Entità incaricata di fare da manutentore e insegnante indiretto o di riflesso del nostro “fare e sentire”.
Scrivevo, sempre ieri, nella risposta ad un intervento dell’amico Eremita.

La domanda, ora, è: una volta capito il senso di questo scenario,  è più facile "venire promossi"?
Sapere che sei a scuola, cambia i risultati dei tuoi esami?”.

Ecco; partiamo da qua.
Prendo spunto ancora dal libro di Deepak Chopra Guarire da dentro”:

“Migliaia di anni fa, gli antichi Rishi, o veggenti, che abitavano in India si chiedevano se la Natura sia in ultima istanza unificata… Furono loro a scrivere i più antichi testi dei Veda, o della verità rivelata, come il Rig Veda… Se chiedete ad un Indiano contemporaneo che cosa sia il Veda, vi indicherà i libri che contengono le parole dei Rishi, ma nel vero Veda quel che è vivo è il contenuto della consapevolezza dei Rishi. Un Rishi ha letto tanto in profondità nella Natura delle cose che persino Dio siede ai suoi piedi per imparare – basta infatti leggere lo Yoga Vasishtha, dove il giovane Rama, un’incarnazione divina, prega il saggio Vasishtha di consigliarlo”.

Primo spunto:

Non meravigliamoci di quello che trascrive Chopra del rapporto Rishi / Dio, perché quel Dio non è il Creatore, ma una o più Entità di cui Sitchin ha narrato “vita morte e miracoli”, ed in quanto Esseri in evoluzione, ancora desiderosi di apprendere ciò che non sapevano; nozioni che un Rishi poteva benissimo avere appreso nel proprio cammino spirituale cognitivo.

Nel passo relativo a quello che un Indiano sa in relazione al Veda, c’è già una prima risposta abbozzata “tra le righe”, alla domanda che ci siamo posti in precedenza. Tale “responso” afferma che non è sufficiente sapere di essere a scuola per migliorare il proprio curriculum scolastico. Non basta avere i libri e sapere anche di doverli usare, per condurre ad un buon corso di studi. Ciò che manca è sempre un ingrediente basilare, rappresentato dal coinvolgimento e dalla caratteristica vibratoria dell’Essere. Proprio come a scuola, molti allievi non riescono a giungere sino al naturale corso degli studi, pur sapendo di “essere in un luogo di studio” e pur sapendo che “altri”, i loro genitori, stanno facendo sacrifici per mantenerli in quel luogo. 

La responsabilità ed il coinvolgimento non possono essere rigettati interamente sul “corpo insegnanti” o sulla fatiscenza delle infrastrutture, perché quel “punto raggiunto” è la diretta summa vibratoria di tutti coloro che hanno “lavorato” su quel piano.

I Rishi erano capaci quanto noi di dividere la Natura in Tempo, Spazio, Materia ed Energia ma essi rifiutavano questo tipo d’approccio che asserva il nostro modo di pensare e di vedere il mondo. Essi scelsero invece di risolvere nel modo più pratico. Decisero di traversare il Vuoto ed entrare nella zona contrassegnata dal punto interrogativo, dove il pensiero non può andare. Effettuarono semplicemente una deviazione della loro consapevolezza, con conseguenze profonde – era come mettere sottosopra il mondo oggettivo. Per farlo, i Rishi dovevano analizzare la Natura in un modo inaspettato… Invece di considerare il Tempo, lo  Spazio, l’Energia e la Materia ‘esterne’, i Rishi notarono che la realtà inizia ‘interiormente’ con la nostra consapevolezza conscia. In qualunque momento, pensarono, la persona deve essere in uno degli stati di consapevolezza soggettiva – veglia, sonno o sogno

Quel che percepisce in questi stati costituisce la sua realtà”.

Esistono dunque diversi tipi di consapevolezza. Quella di sapere “che si è a scuola” giunge solo sino ad un certo punto, ma non va oltre se la caratteristica vibratoria complessiva dell’individuo non lo permette. Occorre allora iniziare ad osservare il mondo da un’altra quota, prospettiva, punto. Posso considerare il livello raggiunto da questa società globale proprio come un grande ribaltamento dello stato “paradisiaco” dell’Essere. Un girare a 180 gradi, però necessario, al solo fine di permettere di raggiungere un altro tipo di consapevolezza molto più profonda, perché ottenuto dopo una grande sofferenza: ed il mondo ha sofferto davvero così tanto sino ad oggi! 

Ci sono svariate strade per arrivare a… 

Abbiamo preso una delle più complesse. Probabilmente perché il livello base dell’apprendimento lo richiedeva.  I programmi che supportano lo scenario 3D sono mutevoli nel tempo e sono interattivi. Noi possiamo insegnare anche agli insegnanti, dare loro i voti, come fa Kiyosaki  nelle sue scuole.  

Dunque:
  • sappiamo di essere a scuola
  • ma non basta ai fini di dare un “buon esame”
  • necessitiamo di un'altra consapevolezza più profonda
  • necessitiamo di un nuovo modo di “osservare” e di pensare la realtà
I Rishi approfondirono il problema e individuarono tra questi stati uno spazio che fa da pivot quando si passa da una realtà all’altra. Poco prima di addormentarsi, per esempio, la mente lascia gradualmente lo stato di veglia, ritraendo i sensi, chiudendo fuori il mondo esterno, ma al punto di confine col sonno vero e proprio si apre un piccolo spazio, identico a quello che appare tra un pensiero e l’altro: è come una piccola finestra in una zona che è oltre il sonno e la veglia. Questa percezione aprì la possibilità di lasciarsi dietro i soliti confini dei cinque sensi per tuffarsi in quello spazio vuoto… 

Il loro approccio venne denominato Yoga, che in Sanscrito significa ‘unione’…

I Rishi, non essendo dei teorici, dichiaravano che il campo unificato esisteva nel mondo reale, si tratterebbe quindi di una esperienza e non soltanto di una costruzione mentale. Dal punto di vista dei Rishi, il campo unificato poteva essere solo un altro stato di coscienza”.

Un altro stato di coscienza. 

Ecco il punto. Quello stato “nuovo” dell’osservare è il conduttore della consapevolezza profonda di cui si necessita per essere “promossi” anche all’istante. Ecco il perché siamo qua, in una scuola mascherata, in un luogo divenuto “inospitale”, dove non ci sentiamo mai perfettamente a nostro agio senza rincorrere le sicurezze della concretezza, senza l’avere

Spaccati in due, comprendiamo principalmente di dover sopravvivere

Il programma di studio parte dagli albori della Vita, da quando non si aveva che  il cielo come tetto e una folgore intimoriva come un Dio da temere e adorare indistintamente.
Abbiamo fatto tanta strada e confuso parecchio le nostre “idee”. 

Le energie che si oppongono al nostro corso di studi, non sono una maledizione o un castigo divino. Sono una parte del senso dello studio

Sono la nostra parte negativa finalmente visibile.

Sono il tradimento ed il traditore, che fa parte del programma di studio. L’ostacolo che serve per rafforzare o semmai rimandare a “settembre” o, ancora,  respingere.

È del tutto verosimile che noi siamo immersi e circondati dal trascendente, ma non siamo sintonizzati su di esso. In questa ottica il Veda è come l’intera gamma di bande radio. Ma col tempo il suo significato venne distorto, mentre la gente perdeva contatto con la pura consapevolezza. La consapevolezza vedica scomparve e all’India restarono i libri vedici. I libri dichiaravano che Veda è supremo e universale, ma appare evidente, dallo stato in cui si trova l’India oggi, che del potere effettivo del Veda è rimasta solo la forma

È come sapere dell’esistenza del computer cosmico, possedere i manuali d’istruzione, ma dimenticare di inserire la spina”.

Il focus è finalmente giunto in questo passo: dobbiamo inserire la “spina”.

Cosa significa? Cambiare il modo di pensare la realtà.

Ecco perché l’Impero Britannico, un potere occidentale, ha invaso e “colonizzato” l’India.

Non per interessi economici, che sono sempre secondari in un certo contesto dell’amministrazione del potere, ma per il mantenimento stesso dell’esecuzione del potere. Mi riferisco all’Antisistema, a quell’energia che vincola il nostro cammino, che ci fa passare attraverso certe direzioni, se noi stessi dimostriamo di saper solo perderci nell’amministrazione del nostro “senso” o "potere"

Quel potere occidentale ha penetrato la consapevolezza vedica, che si stava spargendo in vaste zone, svuotandola del suo vero significato tramite le illusioni che  in occidente già imperavano. È stata solo una questione di tempo e la società Indiana si è ritrovata nelle stesse condizioni di apprendimento della società occidentale, ma nella globalizzazione questo fenomeno ha portato a miscelare i due emisferi e sta provvedendo alla loro necessaria unificazione

Quel potere invasivo si sta rivelando come un portatore "sano"...

È una questione di tempo in cui Gandhi si è inserito, dando la parvenza di una raggiunta liberazione dell’India, ma in realtà non potendo nulla contro il “germe” occidentale, lasciato a lavorare indisturbato

Basta vedere oggi l’India come si è trasformata.

Mutando frequenza di osservazione, invece, otteniamo una visione di indeformabile direzione verso la “promozione”, nel rispetto del senso di questo scenario 3D che può solo oscillare, portando a maturazione il proprio “carico” alla ricerca paradossale di se stesso.

Riassumendo:
  • siamo in uno scenario 3D che equivale ad un "terreno" di esercitazione teorico-pratica
  • la consapevolezza del solo saperlo non fa globalmente la differenza in merito alla funzione dello scenario
  • lo sviluppo di un nuovo modo di “osservare” se stessi, come inseriti in un contesto “mutevole” e legato alla propria vibrazione, fa la differenza e conduce inevitabilmente alla “promozione”, all'Ascensione, alla porta di uscita dallo scenario verso un nuovo livello dell’Evoluzione e della Creazione.
  

giovedì 16 dicembre 2010

Senza la "panca" la capra dove va?




Si parla “spesso” dell’Uno. Metto il termine “spesso”, tra virgolette, perché scrivendolo mi accorgo che il suo utilizzo dipende dalla visione prospettica che ognuno di noi ha delle “cose”, dove per “cose” occorre intendere non il mondo esterno, ma il mondo interno proiettato all’esterno: miliardi di persone e dunque miliardi di mondi. Wow.

La Quantistica “spiegata” in quattro parole

La Quantistica quotidiana delle nostre realtà “unificate”. Al nostro esterno esiste un mondo unificato, o meglio, allo stato attuale interlacciato. Per ottenere ciò, però, occorre uno “scenario madre”, un livello che sia in grado di supportare la co creazione. Un qualcosa che sia stato progettato appositamente per sostenere le nostre esperienze percettive e, dunque, creanti la realtà. 

In questo ambito delle 3D, il costrutto energetico di base è come la pasta per la pizza impastata e pronta ad accogliere le “personalizzazioni”. Avremo delle Margherite, delle 4 Stagioni, delle Napoli, etc. 

Ma la “base” è sempre quella: farina, acqua, lievito, sale.  

Ecco. Lo scenario che ci accoglie ha una destinazione d’uso simile a quella di questo “impasto”, ossia quella di contenere e fare da supporto.
Le 3D sono simili anche al luogo che decidiamo, ad esempio, di raggiungere per fare le vacanze. Se vogliamo andare in Cina, ci informeremo su come è il clima e come sono le usanze, cosa c’è da vedere, etc. Le caratteristiche di quel luogo riconducono sempre alle stesse dell’impasto precedente. 

Per cui, quando l’Anima scende in Terra, incarnandosi, sa cosa l’aspetta e sa anche il perché è in quel luogo. È tutto chiaro a quel livello. Poi, le cose iniziano a cambiare non appena nasce in un corpo umano nelle 3D. Ciò che cambia è dovuto all’inserimento di una parte della sua energia consapevole, in un mezzo “finito” inconsapevole. 

Rientra tutto nel piano educativo delle 3D.

Come degli attori che recitano senza saperlo, queste proiezioni energetiche iniziano a “vivere” in un altro modo, respirando una miscela di sostanze chimiche naturali presenti nell’aria. Il collegamento con l’Anima si interrompe, proprio come il bambino lascia la madre, il primo giorno di scuola ed in seguito ogni giorno, per frequentare la scuola.
Ciò che succede è frutto delle condizioni a terra, è una conseguenza dell’impasto dello scenario. 

Questo scenario è atto, per le sue caratteristiche vibratorie, a sostenere la co creazione di ogni proiezione animica incarnata. 

È come un gioco interattivo ultra avanzato. Proprio come dice Morpheus: “una neuro-simulazione interattiva che noi chiamiamo Matrix”.
È come atterrare, dunque, in Cina, o meglio a Disneyland, dove i “proprietari” hanno preparato una città ad hoc per sostenere quello che faranno i “maghetti”, intenti ad imparare l’utilizzo dei loro poteri. La “città” preparata è nel reame dell’Antisistema ed, esso, ha il compito di gestire le infrastrutture dell’intera realizzazione di base

Questa "realizzazione" funziona, per come è stata progettata, da una certa frequenza ad un’altra: questi due punti cardine, o polarità, sono gli estremi massimi raggiungibili, al di la dei quali il “tutto”, la “città”, il “teatro”, scompare. Scompare perché la vibrazione dei contenuti gestiti, le esperienze create da ognuno di noi, avranno generato un insieme di realtà collimanti e rispondenti alla perfezione a ciò che “deve essere”, a ciò che deve rispettare alla lettera, a ciò che è previsto per poter superare l’esame “teorico-pratico”. 

Queste polarità descrivono, in questo modo, dei cicli. I cicli sono una conseguenza del “fare” delle individualità incarnate. Nella loro estrema numerosità, allo stato di relativa vibrazione, ossia di mancanza di senso di unione, lo scenario oscilla tra i picchi e non si stabilizza mai. Le proiezioni animiche incarnate sono sempre, complessivamente, a diversi livelli, proprio come in una scuola che prevede un iter che si dipana nel tempo, per andare dalla prima alla quinta classe. Mediamente, dunque, la vibrazione complessiva sarà sempre a livelli vicini alla metà dell’escursione della “scala”

Il risultato sarà quello di oscillare. 

Le esperienze individuali che raggiungono il livello di ascensione, concludono il loro “ciclo di studio ed esperienza in Terra 3D”. Così come le esperienze di gruppo che raggiungono lo stesso livello, come alcune leggende ci tramandano. 

I due poli raggiungibili esprimono le “colonne di Ercole” dello scenario. Ma ogni individualità incarnata può oltrepassarle in funzione del proprio fare esperienza. Al di sotto c’è l’involuzione oltre ogni aspettativa con relativa distruzione dello scenario. Al di sopra c’è l’evoluzione attesa con innesto nella fase di Ascensione, la quale altro non è che “il ritorno a casa”, verso il ricongiungimento con la propria madre animica.

Che cosa è, allora, l’Uno?

Cito da “Guarirsi da dentro”, di Deepak Chopra:

“Dopo aver dimostrato che la Natura non era divisa in compartimenti stagni come aveva creduto la scienza, la relatività aprì la porta a una possibilità ancor più sorprendente. Einstein suggerì che esisteva una zona nascosta come background di tutte le trasformazioni di spazio-tempo e di massa-energia. Ciò implica in Natura un livello di fusione totale: in altre parole esiste una regione di spazio-tempo-materia-energia”.

Questo è, ben intesi, “solo” il frattale che dimostra l’esistenza dell’Uno, ossia quella antica e presente unione d’energia creativa che racchiude il “tutto” ed il “nulla”. Anche un buco nero è una sorta di frattale o il nucleo infinitesimale dal quale la scienza fa risalire il Big Bang, una bella favoletta per semplificare e “dare un inizio” sul quale potersi applicare.

Tornerò ancora sullo splendido lavoro di Chopra. Ieri, in treno, l’ho riscoperto molto piacevolmente. 

 

mercoledì 15 dicembre 2010

Al lupo. Al lupo...




Ricordate la favola di Esopo “Al Lupo, al Lupo”?

In un villaggio viveva un piccolo pastore che di notte doveva fare la guardia alle pecore. Si divertiva a fare uno scherzo: mentre le altre persone erano a dormire egli cominciava a gridare: "Al lupo, al lupo!". Così tutti si svegliavano e accorrevano per aiutarlo. Ma dopo il pastore burlone rivelava che era stato tutto uno scherzo. Questo scherzo continuò per parecchi giorni, finché una notte il lupo arrivò veramente. Il pastore cominciò a gridare: "Al lupo, al lupo!". Ma nessuno venne ad aiutarlo perché tutti pensarono che fosse il solito scherzo. Così il lupo si mangiò tutte le pecore e il pastore.
Fonte: Wikipedia 

Eccola, in trasposizione moderna ed in taglio “economico”:

Un club segreto di banchieri governa il mondo.
Nove banchieri delle più importanti istituzioni finanziarie di Wall Street si riuniscono il terzo mercoledì di ogni mese nel distretto finanziario di Manhattan per assicurarsi il controllo di uno dei più redditizi e controversi mercati della finanza: quello dei derivati. Le rilevazioni del New York Times stanno scuotendo il mondo della finanza.
Formalmente questo gruppo è nato per salvaguardare l'integrità del mercato, ma nella pratica è elevato il rischio che i mercati vengano orientati per soddisfare gli interessi di questi colossi. Il giornale statunitense ne svela anche i nomi:
  1. Thomas J. Benison di JPMorgan Chase
  2. James J. Hill di Morgan Stanley
  3. Athanassios Diplas di Deutsche Bank
  4. Paul Hamill di Ubs
  5. Paul Mitrokostas di Barclays
  6. Andy Hubbard di Credit Suisse
  7. Oliver Frankel di Goldman Sachs
  8. Ali Balali di Bank of America
  9. Biswarup Chatterjee di Citigroup
Ovvero per la maggior parte tutte banche americane.
A cosa servono i derivati.
Sono una sorta di assicurazione su un'operazione finanziaria. Nati per ridurre o eliminare il rischio associato ad alcune variabili, ad esempio i tassi d'interesse o i cambi tra le valute, sono diventati prodotti finanziari altamente speculativi e molto complessi. I derivati hanno comunque innumerevoli usi, una parte dei quali sono virtuosi. Basti pensare ai fondi pensione che li utilizzano per ridurre il rischio di perdite sui loro investimenti nel caso che le tendenze di mercato abbiano improvvisi rovesci. O alle compagnie aeree e navali che comprano derivati per attutire il colpo di un rincaro del petrolio. Con questi strumenti l'industria agroalimentare si protegge da aumenti nel costo dei raccolti.
Una task force per combattere il rischio di frodi.
Una questione, quella dei derivati, non indifferente neppure alla Casa Bianca che, attraverso l'amministrazione Obama, ha cercato invano di sottoporre tale mercato a rigidi controlli nella recente riforma finanziaria varata dal Congresso. Riforma oggi sotto tiro da parte della nuova maggioranza repubblicana al Congresso, vittoriosa alle elezioni di novembre e beneficiata dai generosi finanziamenti di Wall Street.
Dunque i derivati vengono scambiati privatamente sfuggendo a ogni supervisione e spesso registrati nei bilanci in maniera così ambigua da suggerire sospetti di illeciti. Proprio per stanare il rischio di frodi capaci di mettere a rischio la stabilità delle maggiori banche e i risparmi di milioni di cittadini, il ministero della Giustizia di Washington ha creato una task force investigativa.
Come in tutte le inchieste, decisivo è il ruolo di un pentito, in questo caso i dirigenti della Bank New York Mellon, le cui rivelazioni hanno permesso di portare alla luce il segreto. Ma i nove capi di banca respingono ogni accusa affermando che il sistema creato consente di ridurre i rischi esistenti in questo mercato e sostenendo che fino a questo momento la loro cooperazione si è rivelata un successo.
Più controlli per salvaguardare l'interesse dei cittadini.
L'inchiesta, solamente all'inizio, minaccia di mettere a soqquadro Wall Street. Gary Gensler, presidente della Commodity futures trading commission, incaricata di regolare gli scambi della maggioranza dei derivati, suggerisce la necessità di una maggiore supervisione sull'operato delle banche per poter scongiurare il rischio di intese non pubbliche destinate ad aumentare i costi per tutti i cittadini americani. Infatti, il peso di pratiche finanziarie poco limpide lo pagano in primis gli americani e poi anche gli europei, visto che Wall Street è il centro della finanza globale. I banchieri in questione hanno infatti bloccato l'ingresso di altre banche nel mercato dei derivati e stanno cercando di ostacolare gli sforzi per rendere trasparenti i prezzi e le commissioni. Nessuno può sapere cosa decidono ogni mercoledì i nove membri del club dei derivati. Per questo nessuno dei protagonisti dell'economia reale, tra cui gli ignari cittadini, è veramente tutelato dalle manipolazioni su questi strumenti.
Fonte: Yahoo 

La mia personale chiave di lettura è che “ci” stiano preparando, a livello massivo, a “qualcosa”. La morale di “Al Lupo, al Lupo” è di controllare gli “schiamazzi”, ciò che si dice, anche a scopo burlesco, in quanto, altrimenti, gli interessati e cioè la “massa”, nel vero momento della necessità “non crederà a quello che sentirà”.  Ma c’è dell’altro. Ossia che quel continuo “ciarlare” è in grado di preparare coloro che “ascoltano”, la globalità, ad un dato tipo di argomento, anche piuttosto “fuori dal contesto”.

Gridare ogni giorno “Agli Alieni, agli Alieni” a cosa potrà mai portare? A non crederci e a creare ilarità? Forse, nella massa, ma non in tutta la massa. Serve a risvegliare. Serve a produrre nuove sinapsi nelle menti, anche scettiche. È semplice da capire. A questo scopo serve ogni forma e tipo di comunicazione possibile, anche e soprattutto le più moderne ed efficaci, come l’industria cinematografica. Prima di “Incontri ravvicinati del terzo tipo” avevamo una certa  idea degli Alieni, considerati “verdi, piccoli e cattivi”. Da dopo quel film, le possibilità inserite nelle menti delle persone sono state diverse. 

Ai tempi di John Wayne, il tema dei Cowboy e degli Indiani era il solito: buoni contro cattivi. Oggi non si racconta più quella trama per nostalgici “visi pallidi”. Con film come “Balla coi Lupi”, si è cambiato il modo di osservare quella “vicenda”, quel vero e proprio genocidio sul quale si fondano gli Stati Uniti d’America

Ogni ambito muta sotto questa spinta de' “Al Lupo, al Lupo”.

Ora, il fatto che un giorno sì e un giorno no, ci dicano che il mondo è controllato da X uomini, che determinano i destini di tutti, sembra proprio da inquadrare in questa ottica. La gente ride di notizie come queste, perchè si abitua a sentirle, e di certo è anche questo uno degli scopi, come ci racconta la storia della rana bollita. Ma non tutta la gente

In questa azione si muove sia l’Antisistema che il Piano Divino. È difficile scorgere le spinte dell’uno piuttosto che quelle dell’altro? Non sempre. È sufficiente capire che, in realtà, entrambe spingono nella stessa direzione, lasciando all’uomo la responsabilità di “comprendere e decidere”. È il Libero Arbitrio. 

In questo “scenario”, tanto mal compreso, è tutto girato al contrario. Osservare il mondo stando a “testa in giù”, permette di vederlo nel suo esatto contrasto. I “pazzi” sono davvero tali? I saggi sono davvero tali? L’eroe è un eroe e il vile è un vile? Dipende da quale punto di vista lo osserviamo…

È il tipico discorso che esiste tra le denominazioni attribuite a “partigiani” e “terroristi”: non è solo una questione di prospettiva? Di “appartenenza”? Queste fazioni, mutano, nell’immaginario di chi ne legge le gesta. 

I partigiani sono buoni e cattivi allo stesso tempo, ma non “dipende da loro”, così come l'uccidere è sempre sbagliato.

Dipende dal come li si “colora”. Da come i libri di storia li ritraggono. Da come un certo “potere” intende che se ne parli.

A cosa ci stanno, dunque, preparando? 

Ad aumentare la nostra capacità “critica” sugli accadimenti e sulla Vita in toto, sull’esistenza e sul senso dello stare qua . Parlare di Alieni conduce l’uomo ad includerli nel proprio “campionario”, in ogni senso. Insomma, basta che se ne parli, no? È questo molto comprensibile, ad esempio, in termini di pubblicità e di vendita di un prodotto o di un personaggio pubblico.

Il vecchio e il nuovo: altri due concetti diametrali che dipendono dal “punto di vista” autorizzato, come ad esempio nella ciclicità della Moda. Quest’anno cosa va di moda? E l’anno prossimo?

È vero che questo gruppo di persone ci amministra? Nì? L’importante è far rientrare in se stessi anche questa possibilità. Perché? Per un giorno decidere in perfetta autonomia…
 
Film come “Avatar” o “Guerre stellari” o "ET", ci danno uno spaccato di società, già alle prese con gli “altri”, con coloro che ufficialmente non esistono. Ma ciò che non esiste ancora per noi, non significa che non esista nell'Universo o per l'Universo che contempla.
 
Lasciamo pure gridare i Media “Al lupo, al Lupo”, ma apriamo le nostre essenze al discernimento innato che ci contraddistingue: avremo orecchie per sentire quello che dobbiamo sentire?
 
Chi ci controlla, allo stesso tempo ci “prepara”. 

Lascereste mai dei bimbi attraversare la strada principale da soli? La segretezza della Massoneria, ad esempio, è proprio da intendersi in tal senso. Mi vengono in mente storie "confuse" come quelle di Tesla, un eroe sconosciuto, o quella raccontata nel film "Sphere", nel quale la conclusione è che "il mondo non è ancora pronto per gestire un certo potere - la verità".