venerdì 8 agosto 2025

Rifiuti ergo confermi.


Nella non linearità sei sempre “girato al contrario”, ma… con-vinto del contrario = ti sembra tutto così “normale”. Accetti. Soprassiedi, abituato a/in… 

Non ti rendi conto, sostanzialmente. Sopravvivi

Sei “te” (qua, così). Ad angolo giro, è già successo che hai fatto + “giri sul posto (fisso)”, come agganciato wireless ad un perno che non esiste; c’è. Ovvio; in tal modo ti è arduo accorgerti, anche perché (qua, così) “fan tutti”, e chi sei “te” per… No?

Però ti senti un “ribelle” perché hai quel tatuaggio sul corpo, ch’è soprattutto nella “tua” mente. Quando dici “no” per sostenere il “sì”. Come in alcuni “quesiti referendari”. Ricordi? Come quando un genitore dice “no” alla prole e, questa, matura il “sì” per… “ribellione”. Mentre, se dici sempre “sì”, … la prole se ne approfitta. 

Wow

Una vera e propria “gabbia” senza odore ma che de-odora. Perché succede questo? Perché, è già successo l’incipit, l’antefatto, il “momento” che qualcuno ha carpito, ha r-ac-colto; a differenza “tua” che altresì ne sei rimasto solo che irretito. Ecco che si spiega anche una certa “tua” irritazione spontanea anche se di certo non naturale. 

Chi sei (diventato) Te, nel (qua, così)?
Chi se non proprio “te”.

Io non riesco a capire neppure ciò che faccio: infatti non quello che voglio io faccio, ma quello che detesto…  Ora, se faccio quello che non voglio, io riconosco che la legge è buona… Quindi non sono più io a farlo, ma il peccato che abita in me… Io so infatti che in me, cioè nella mia carne, non abita il bene; c'è in me il desiderio del bene, ma non la capacità di attuarlo… Infatti io non compio il bene che voglio, ma il male che non voglio… Ora, se faccio quello che non voglio, non sono più io a farlo, ma il peccato che abita in me… Io trovo dunque in me questa legge: quando voglio fare il bene, il male è accanto a me…
Link

La “legge” è programmazione y controllo (Legge del Minimo). 

Quando l'utente si connette:

non sono più io a farlo, ma il peccato che abita in me…

Ecco che il Modello Eichmann, la “banalità del male”, è la “legge” AntiSistemica by l’oro = l’oro chi…? (chiedeva una Julia Roberts, prima di diventare una “strega di Hollywood”, ad un Mel Gibson, prima di diventare “quello che è diventato a Hollywood”, in… Ipotesi di complotto). 

Il “peccato” è-voluto! Pre-visto.
E non è ciò a cui ti hanno abituato.

Qualcosa che “serve” a qualcuno che non esiste; c’è. Cos’altro spinge in tale “ferma” direzione? Uhm. Vedi che te dice l’AI Overview (oramai installata a monte di ogni “risposta” ad ogni tua “domanda” all’oracolo in Google).

La frase “divento solo ciò che rifiuto” è attribuita a Bert Hellinger, il fondatore delle costellazioni familiari. Significa che, attraverso il rifiuto di qualcosa, sia esso un'esperienza, un'emozione o un aspetto di sé, si finisce per esserne inconsciamente dominati e si perpetua il ciclo di quel rifiuto. In altre parole, il rifiuto non porta alla liberazione, ma piuttosto alla cristallizzazione di ciò che si cerca di evitare… In sintesi, Hellinger invita a riconoscere e accettare ciò che rifiutiamo, per liberarci dalle dinamiche negative che il rifiuto perpetua e per trovare un nuovo ordine e armonia interiore…

Il “patto con il Diabolo”. La tua firma sul “contratto”. Il sangue, ch’è un “succo molto peculiare…”. Un “antico, primordiale”… contrassegno uni-vo-co che ognuno si porta dentro. Un’altra f-orma di “impronta digitale” ma… insita, che non si vede ma c’è e distingue, demarca, fissa, identifica, etc.

Le auto hanno tutte un “numero di telaio”, infatti. Ogni macchina ne ha sempre uno, poiché deciso a livello industriale e sociale.

Riconoscere e accettare ciò che rifiutiamo...:
accorgersi sostanzialmente
dell'esse-re già successo
che continua a succedere... (altro che, accettare... Ok?).

In sintesi, la frase “il sangue è un succo molto peculiare” non si riferisce semplicemente a una caratteristica chimica del sangue, ma a un'interpretazione più profonda e spirituale del suo ruolo nell'essere umano, secondo la prospettiva antroposofica di Steiner…

Con la chimica vieni con-fuso. Figurati con l'Oltre: la profondità.

Sulle etichette alimentari vengono riportati solo gli ingredienti “grezzi”. La chimica, no (a meno che leggi l’etichetta sulle bottiglie d’acqua). Se c’è qualcosa di chimico, dentro alla tal preparazione, non lo sai perché non è riportato. Immagina allora se l’intruglio è a livello sub-atomico! 

La “po®zione” ti viene servita, a pagamento, ogni “santo” giorno e notte.


Oltre alla “legge”, che ti pre-vede in quanto consumat(t)ore (qua, così), dunque… chi sei. Non lo ricordi +, perché ne è passata di acqua sotto ai ponti. Ergo, ti sei “allontanato” dal momento (è già successo) che ti ha e, infatti, “niente”. Allontanato ma non distanziato, tanto che continua a succedere. 

Dove”? Nella sostanza = (qua, così). 

La “tua” mente è quella del Voladores: strategica-mente, anzitempo. Questo è il vero “peccato” = peccato che non te ne rendi conto sostanzialmente. La “legge” è proprio quella che confida sul… peccato che non te accorgi

La programmazione è tale (qua, così).
Mangiare la foglia? Naa!


 
 

Davide Nebuloni
SacroProfanoSacro (SPS) 2025
Bollettino numero 4007
prospettivavita@gmail.com


giovedì 7 agosto 2025

Quello che non fermi, si ripete.


Cos’è

, di certo non è un “indovinello”. Per la precisione, trattasi di… sostanza. Ciò che ha fatto la stessa “fine” dell’etere, non esistendo anche se c’è. Ciò che è testimoniato da polvere, cenere o “atomi”, ad esempio. Con l’in-visibile “riconosciuto dalla scienza” che sostanzia, però, l’insistenza di ciò (chi/cosa) che non appare poiché rivelato. 

“Dna (l'oro)” docet. 

Per certe cose, dai per scontato che - anche se non le vedi - esistono (ci sono). Per altre, in-vece, no. Uhm. Non è che dove “studi” ti mettono in testa “cose”? Non è che anche se non “studi”, ti mettono (qua, così) in testa “cose”. 

Già. Inception. 

Una “possessione” annunciata tra le righe e mai creduta sino in fondo (da “te”, l’AntiSistemico per antonomasia), nonostante ogni non solo “film”. Hai “tutto intorno e dentro” una marea di… indizi, però… “senza il corpo del reato”, bah. No

Solo “pistole fumanti”. Ma, nessun “movente”. 

Il crimine perfetto: quello che non esiste; c’è. Perché morire è ritenuto naturale o “ovvio”? Nella Bibbia, gli adamiti vivevano molto più a lungo (diciamo che inizialmente erano eterni). Per la “scienza” de noantri, invece, pro-vieni da epoche remote “primitive”, ove morivi dopo pochi anni di mera sopravvivenza. Dunque, mentre il “libro sacro” narra di una “parabola discendente”, la “scienza (di certo, non sacra)” ti spiattella in faccia quanto “è bella, buona e saggia” = quante ne sa (descrivendo, però, una parabola ascendente). 

Forte! Vero




E, “te”, che ne pensi. Niente = ti adegui; del resto, “mica è un problema tuo”. Nevvero? Sei “te” che devi badare alla sopravvivenza (alle “commissioni”) AntiSistemica. Non hai “tempo” per tali rebus senza senso, poiché “troppo lontani per fartene qualcosa”. Ecco che, allora, improvvisamente, viene alla mente il famigerato “troppo grandi per fallire”, riferito alle banche durante la “pandemia” dei mutui subprime e compagnia risonante. La cui onda lunga è servita alla “Uè!” per drenare sovranità ai “membri” = gli ex Stati o, meglio, le ex Nazioni. Tutto è connesso, perché tutto è uno (la Verità):

è già successo
continua a succedere.

Così come la relativa strategia è assoluta (totale) al fine di poter funzionare a meraviglia:

l’oro
x “te” (qua, così)
non esistono anche se ci sono.

Ma come diamine ti sei potuto “ac-conciare” in tal modo. Non ti vergogni. Pieno di “te” = pieno di l’oro, anche quando pieno di oro, senza mai essere uno di l’oro, al limite, indirettamente… uno dei l’oro

Un “Bravo”. Un Kapò. 

Uno che, ancora oggi, in qualsiasi p-arte del mondo AntiSistemico, non appena si f-orma una situazione “in-dipendentista (che dipende da…)”, … colma i gangli della Rete che ti ha ma “niente”; riempiti da chi se ne approfitta o meglio sopravvive, fungendo da aguzzino per il resto dellaggente, che deve rimanere (qua, così), come con-dannati allo “Inferno”, coi demoni che fungono da ingranaggi affinché tutto funzioni, nonostante tutto già funziona I-Ambientalmente (legge, strumento, memoria). 

In qualcosa dove gli individui (“te”) vengono mossi come pedine sulla scacchiera; mentre chi s-muove il giogo, ovvio, non esiste; c’è. Altrimenti, il Banco salterebbe subito. 

Oppure, dovrebbe essere ripristinata la schiavitù diretta, al fine di “tener buona” la massa. Anche se nella fase iniziale, verrebbe scatenato il “Kraken” = il Re-Seth. Per, poi, s-terminare (controllare) la rimanenza mediante il “classico dei classici”, ossia, la vivida presenza dell’invasore o possessore della “Terra”. 

Un “periodo” da cui, sembra, che “te” pro-venga. No

Qualcosa di superato, a sentire gli “esperti”. Qualcosa da celebrare in termini di “lo vedi quanto sei fortunato, adesso”. Il Modello Utility. Nel Modello Totale (qua, così). Nel Modello rivelazione l’oro. Nel Modello “te” al posto di Te (xxx, xxx).  

Boom!

Quando le masse vengono spostate, come “Fanno…”, l’oro? Da quale p-arte spira lo e-vento? Bon. Il “fluido multicolor” seguirà tale indicazione, anche senza rendersene conto. Del resto, il “lavoro” è un consolidato miraggio che attira come miele, gli “orsi”. Se ti sei manifestato in un luogo ove “non c’è lavoro (!)”, bè… andrai – come tra vasi comunicanti – dove c®edi ce ne sia. Vero? Questa è la (l'oro) “forza di gravità” che aleggia ovunque sulla Terra di Mezzo AntiSistemica. Per non parlare di “religione” o, d+, di “denaro” a cui hai attaccato un po’ tutto quanto: dal “benessere” alla “serenità”. 

Bah! Pensa che preghi anche per ottenere denaro...

In-tanto, mediante i pistoni dell’unico moto-re (denaro y lavoro) si “muove” tutto quanto, sul posto; alimentando ciò che ha di-sognato proprio ciò, avendolo come scopo. Se x l’oro sopravvivere coincide con tale scopo, uhm“te” sopravvivi per tale motivo che, se non esiste ma c’è, “niente” = ti attaccano al “tram” e tiri (come manodopera).

Si ringrazia la regione Puglia per averci fornito i milanesi
Teo Teocoli e Giorgio Porcaro, interpreti dei meridionali protagonisti del film, erano realmente emigrati a Milano dalle rispettive città del Sud Italia in cui erano nati, Taranto e Benevento… Benché il film sia un tributo a Milano, stando al titolo e alla colonna sonora con la canzone “Milano”, svariate scene sono state girate a Roma. In una puntata del programma Stracult di alcuni anni fa emerse che il film uscì di fatto incompiuto, mancando di un vero e proprio finale: fu lo stesso Teocoli ad affermarlo e il tutto è dovuto ad una mancanza di fondi, tanto che la produzione decise di chiudere anzitempo le riprese, soprassedendo alla realizzazione delle altre scene previste ed utilizzando quanto girato…

Dunque:

attori che recitano la parte di…, essendolo
trama che celebra una città, “girando” in un’altra
un “film” in-compiuto, per “mancanza di fondi”.

Risultato:

la produzione decise di chiudere anzitempo le riprese, soprassedendo alla realizzazione delle altre scene previste ed utilizzando quanto girato

La “mancanza” di qualcosa, nel re-ame(n) ove vige la Legge del Minimo, ammonta ad una strategia che fa del controllo il timone della “potenza”.

Qualcuno che si rivela, in tale “salsa (sostanza)”, diventa “Dio”, non tanto perché lo è, quanto perché gli “assomiglia”, essendo “Dio” uno specchio riflesso e, di certo, non Dio. Perché Dio non esiste? Perché, Te sei “te” (qua, così). Mentre, l’oro sono “Dio”, avendone preso il posto (fisso). 

Dunque, Dio è sì tanto debole? Sì, dato che (ti) è già successo. 

Un piccolo “errore” può essere convertito in leva da chi è sufficientemente in Sé, da… “Farsene…” qualcosa. Ovvio, è, or dunque… che persino Dio non è… quel Dio! Ok

Figurati “Dio”, cos’è.

La qualità del “prodotto” come cambia se sopravvivi in “tempo di pace”, perlomeno in occidente? Tuttavia, per non farsi mancare niente, in tale “dispensa (la Terra in versione AntiSistema)” il… prodotto (“te”) è conservato in ogni area e sottoposto alla diversa “atmosfera modificata e controllata (d)all’origine”. 

I gusti sono gusti, del resto. 

Le pietanze devono tener conto di ogni “tendenza”, quando vengono servite a tavola. Per cui, se non fermi tutto questo, si ripeterà potenzialmente all’in-de-finito. Ecco perché, ogni volta, tendi sempre come a… “morire” ma, poi, sei sempre (qua, così) a parlare di “karma, incarnazione, destino, etc. etc. etc.”.



 
 

Davide Nebuloni
SacroProfanoSacro (SPS) 2025
Bollettino numero 4006
prospettivavita@gmail.com


mercoledì 6 agosto 2025

Il limite è il colmo.


“C'è una sedia da sempre nella fila davanti
riservata per noi commedianti
perché mai la fortuna ch'è distratta e furtiva
ha avvertito la sera che arriva
nella cinta se mai altri buchi da stringere
e allargare un sorriso se è così che si fa
con la luce che scende col sipario che cala
si consuma la corda e la tela
si divide d'un tratto da chi ha solo assistito

chi indicava la luna col dito
e ogni volta lo sciocco che di vite ne ha una
guarda il dito e non guarda la luna…”.
Il dito e la luna - Giorgio Faletti, Angelo Branduardi                            


Il “limite” è (in) una sorta di colmo, di pieno; ad esempio:

quale è il colmo per un killer? Fare un lavoro massacrante…
qual è il colmo per un criminale? Indossare abiti ricercati…

Colmo:

indica “il punto più alto, l'apice”…
si usa soprattutto nell'espressione “è il colmo; è stato superato il limite…”…

Attraverso il/un colmo, vai… Oltre

Il colmo è un pieno. La situazione “paradossale” per antonomasia consiste nell’attraversarlo; in un certo senso, consiste nell’interpretarlo, decodificando(ne) la p-arte (Verità), che risiede in esso. 

L’uso et abuso (qua, così). L’abisso! 

“Come è profondo il mare…”.
Lucio Dalla


Or dunque, sei nell’AntiSistema ove qualcuno non esita affatto nel veicolare continuamente miliardi di individui, ogni volta, verso la “morte” o, meglio, controllandone il colmo o pieno o limite o limitazione (qua, così) ad hoc, tale che non esiste; c’è. 


Il famigerato “nulla (de che)” o in-de-finito, che la “scienza” ha pensato bene di “autorizzare”; il consueto “velo im-pietoso”. L’arazzo delle stelle e degli astri. Il firmamento. Lo “spazio oscuro e pro-fondo”. Il mantello che avvolge la “Terra”, rendendo “te” piccolo, piccolo; tanto piccolo da… non contare niente. 

L’induzione è “tentazione” e, si sa, è ciò che rende “l’uomo ladro”, nel senso che “ci caschi” ogni volta. Quindi, sei sulla Terra a palla, che fluttua nel buio totale = n’do vai! No?

Vedi che funziona perfettamente. Panopticon.

Altro che... “Caverna di Platone”. Questa sì che è una s-coperta. Qualcosa che funziona egregiamente, lato l’oro. Chi? , immagina un “serial killer” e, poi, espandine il senso, la sostanza, la derivazione ad immagine e somiglianza o senso che rivela lo scopo, il perché mai. Immagina questo “Dio” biblico che, uhm… è sempre “incazzato a bestia”. Non solo; ha l’animus come quello delle “multinazionali” = quello, proprio del serial killer.

Ovvio:

è la multinazionale a derivare da “Dio” (anche se c'è una certa continuità, ricorsività, circolarità, etc.), sempre ad immagine e somiglianza o “eco”, riflesso, significato, Verità

Ecco che, di conseguenza, sei “te” (qua, così)... dove va in onda immantinentemente la “carneficina” più grande: quella planetaria. Ci sei

E/ma, gli “esperti” che fanno? 

Indagano sui “serial killer” o capri espiatori o memorie di ciò che succede dall’apice, dallo “alto”: (ti) trovi?

L'oro

La figura del serial killer affascina e, al tempo stesso, inquieta e turba le coscienze della gente comune e ci spinge a porci la fondamentale domanda che ogni essere umano formula quando è costretto a confrontarsi con dei comportamenti all’apparenza inspiegabili e forieri di particolare sconvolgimento emotivo: “perché succedono certe cose e come fanno alcuni individui a commettere certe azioni?...”…
I serial killer - Vincenzo M. Mastronardi, Ruben De Luca

! Sei in una continua carneficina (qua, così). Sul Modello FarWest (legge della giungla). Nella Legge del Minimo (controllo a priori). Con gli “Stati” che autorizzano “professionisti” ad uccidere legalmente. Con gli “agglomerati”, come gli “Usa” e la “Uè!” che applicano “i due pesi e le due misure”, a norma di “legge”. 

Qualcosa che deodora di “lettera di corsa”, di “licenza di uccidere”, di “gioca con moderazione”, di “gioco legale Vs gioco d’azzardo” garantito dallo Stato, etc. etc. etc. Ovviamente, se non godi di una simile “protezione dall’alto (che possono sempre levarti, ad hoc)”, te ne vai in galera. Se rubi due polli dalla riserva privata di…, te ne vai in galera

Se rubi migliaia di miliardi un po’ a tutti, bah: sei rispettato ed occupi posizioni di rilievo (qua, così). Perché? Perché volente o nolente, la Verità fa surf anche attraverso di “te”. Se le cose non le puoi/devi sapere, la Verità non può “Fare…” a meno di funzionare, motivo per cui… ogni comportamento è sempre un riflesso del “superiore” = la Verità che trova sempre il modo di “dimostrare se stessa” e/o ciò che è già successo, ergo:

la Verità stessa

l’oro
e contemporaneamente
“te” Vs Te
alias
l’AntiSistema.

D+: sempre mediante la Verità, utilizzata non linearmente, l’oro agiscono presso “te”, che ti trasformi in servomeccanismo al fine di auto manutenere l’AntiSistema medesimo, alias lo scopo insito in tal “castello di carta”.

L’introduzione di una nuova definizione, di un nuovo modello di classificazione e di nuove tipologie di omicidio seriale tengono conto proprio della constatazione che non esiste soltanto il “predatore sessuale”, ma tante altre categorie di serial killer, meno visibili, che agiscono nell’ombra, eppure altrettanto pericolosi
I serial killer - Vincenzo M. Mastronardi, Ruben De Luca

Wow; Mastronardi “ci prende”, ma… solamente perché anch’egli è “surfato” dalla Verità:

tante altre categorie di serial killer, meno visibili, che agiscono nell’ombra, eppure altrettanto pericolosi…

Alias, l’oro (ed ogni sottodomino, sino ad arrivare al “serial killer” di livello “popolare”).

Nel 2010 prevedo di pubblicare L’omicidio seriale in Europa, il primo studio sistematico dell’omicidio seriale sul territorio europeo

Certo: la “Uè!” è un serial killer perfettamente rivelato (qua, così).

E, in futuro, prevedo di pubblicare due nuovi titoli che ritengo estremamente interessanti e sempre dedicati ad aspetti peculiari dell’omicidio seriale:
1. Come riconoscere se tuo figlio è un potenziale serial killer. Guida pratica alla prevenzione dei comportamenti violenti per genitori, insegnanti e operatori sociali.
2. Il mondo interno del serial killer e le sue strategie di comunicazione...

Il mondo interno del serial killer e le sue strategie di comunicazione... = la Verità

Il “figlio” è sempre una sorta di “ripetitore seriale”. Cioè, attraverso al “figlio” si deve decodificare il riflesso sociale o I-Ambientale AntiSistemico. Se non punti sempre verso lo “alto”, rimani auto dis-perso nel (qua, così), senza nemmeno immaginarlo, anche se ti “con-tiene”; dando la “colpa” a tutto poiché tutto ha sempre un senso unico di scorrimento:

quello della Verità
all’opera incessantemente (funziona in tal modo)
che trova ogni via per “dimostrare che sei nell’AntiSistema, l’oro”.

L’esse-re già successo che continua a succede-re è la sede di ogni “serial killer”.


Vediti un po’ questa “storia”; indi, non solo rabbrividisci ma espandine la portata, sino ad arrivare sino al “cielo”, anzi… Oltre. Come “odore” che sale e sale e sale, sino a quando qualcuno lo riceve e ne fa auto deduzione. No?

Alle 8 di mattina del 16 marzo 1968, 105 soldati americani entrano nel villaggio vietnamita di Son My… e, prima di mezzogiorno, il tenente William L. Calley, che comanda la Compagnia C incaricata dell’azione, e i suoi uomini hanno massacrato circa 500 civili disarmati, divertendosi a stuprare e sodomizzare le donne, sventrandole con il coltello. I civili, uomini, donne e bambini, sono squartati con le baionette e scotennati e, sui cadaveri, sono praticate delle incisioni a mo’ di “firma” sul torace (le parole “C Company” o l’asso di spade); i soldati americani uccidono anche gli animali e appiccano il fuoco a tutto il villaggio. Le vittime non facevano alcun tipo di resistenza, non sparavano contro e si limitavano a implorare pietà. Dopo il massacro di My Lai, i soldati della Compagnia C bruciarono gli altri villaggi lungo la strada fino ad arrivare al mare, uccidendo tutte le persone che trovavano, come dei veri e propri Mass Serial Killer, e, arrivati alla spiaggia, si spogliarono e si gettarono allegramente fra le onde…
Alla fine di marzo 1971, il tenente Calley, che era stato accusato di omicidio plurimo in violazione dell’articolo 118 del Codice militare, viene dichiarato colpevole di omicidio premeditato, dopo l’escussione di oltre cento testimoni, e condannato alla perdita degli emolumenti, alla destituzione dall’esercito e all’ergastolo con lavori forzati. Le dichiarazioni rilasciate dallo stesso Calley evidenziano la sua personalità distorta e la profonda convinzione fanatica di essere depositario di una “missione” affidatagli direttamente da Dio, quella di sterminare tutti i vietnamiti. Il delirio verbalizzato da Calley è quello tipico di un serial killer “missionario”.
La nostra missione a My Lai non era perversa; si trattava semplicemente di “andare a distruggere”. Ricordate gli amaleciti nella Bibbia? Dio disse a Saul: “va dunque e colpisci Amalek e vota allo sterminio quanto gli appartiene, non lasciarti prendere da compassione per lui, ma uccidi uomini e donne, bambini e lattanti, buoi e pecore, cammelli e asini…”. Ma il popolo volle risparmiare qualcosa per farne bottino e Dio li punì. In Vietnam, le cose stavano nello stesso modo
I serial killer - Vincenzo M. Mastronardi, Ruben De Luca

Chi è, quindi, il vero responsabile? “Dio”. 

Lo “alto nei cieli”. L’Oltre a “te” (qua, così). La sede, il “vaso”… di ogni “tua libera scelta”. Mastronardi non se ne accorge perché troppo imp®egnato a/nel… “lavorare”. Quindi, ciò che traspare è la Verità. Non Mastronardi. Ok? Ma, per “trasparire” sostanzialmente, sei “te” l’ago della bussola. Ergo, o inizi a mangiare la foglia, oppure “niente”. 

Ça va sans dire. 

Infatti, Mastronardi è (stato):

Designato dal Ministro della Salute nel Comitato Tecnico Sanitario (dicembre 2021).
Esperto del Consiglio Superiore di Sanità (Ministero della Salute) “per le dipendenze patologiche e ludopatia” (2020).
Esperto del Consiglio Superiore di Sanità (Ministero della Salute) in tema di “Comunicare in Sanità Pubblica” (2020)…
Link

Cioè, Mastronardi “lavora”. Non sostanzia. 

Egli è stato uno di quelli che ti hanno mantenuto in cattività, indirettamente, qualche anno fa. E della “ludopatia” ne vogliamo parlare? Da quando lo “Stato” ha autorizzato il “gioco legale”, No? Cosa c’è, “ora”, da studiare in quanto a “dipendenza patologica” se non si rimuove la causa o meglio la ragione fondamentale “a monte” = il rapporto in leva “denaro y lavoro”, da cui il potere di chi lo ha “creato” ad arte proprio x “te” (qua, così).

Vincenzo Maria Mastronardi.
È psichiatra, psicoterapeuta e criminologo clinico, già direttore della cattedra di Psicopatologia forense presso La Sapienza Università di Roma. È direttore dell’Istituto Internazionale di Scienze Criminologiche e Psicopatologico-forensi. Docente di Psicologia del Crimine (Università degli Studi internazionali di Roma - Unint), dirige due master di Criminalistica e di Criminologia, il primo alla Unint e l’altro alla Università Humanitas - San Raffaele. Ha fondato altri quattro master di Criminologia sia in Italia che in Sud America. Tra le sue 270 pubblicazioni e 33 libri ricordiamo Le strategie della comunicazione umana, Filmtherapy, Dizionario Italiano del crimine e, per la Newton Compton, Madri che uccidono (con Matteo Villanova), Sette Sataniche, I serial killer (con Ruben De Luca) e I killer di massa (con Monica Calderaro)…
Link

Apposto

Lo vedi il “dito”? Il colmo (pieno, limite), che cosa (ti) indica? Forse, “La Bodeguita del Medio”. 

Forse, no. Ci sei? Te conviene proprio…



 
 

Davide Nebuloni
SacroProfanoSacro (SPS) 2025
Bollettino numero 4005
prospettivavita@gmail.com