Nella non linearità sei sempre “girato al contrario”, ma… con-vinto del contrario = ti sembra tutto così “normale”. Accetti. Soprassiedi, abituato a/in…
Non ti rendi conto, sostanzialmente. Sopravvivi.
Sei “te” (qua, così). Ad angolo giro, è già successo che hai fatto + “giri sul posto (fisso)”, come agganciato wireless ad un perno che non esiste; c’è. Ovvio; in tal modo ti è arduo accorgerti, anche perché (qua, così) “fan tutti”, e chi sei “te” per… No?
Però ti senti un “ribelle” perché hai quel tatuaggio sul corpo, ch’è soprattutto nella “tua” mente. Quando dici “no” per sostenere il “sì”. Come in alcuni “quesiti referendari”. Ricordi? Come quando un genitore dice “no” alla prole e, questa, matura il “sì” per… “ribellione”. Mentre, se dici sempre “sì”, bè… la prole se ne approfitta.
Wow.
Una vera e propria “gabbia” senza odore ma che de-odora. Perché succede questo? Perché, è già successo l’incipit, l’antefatto, il “momento” che qualcuno ha carpito, ha r-ac-colto; a differenza “tua” che altresì ne sei rimasto solo che irretito. Ecco che si spiega anche una certa “tua” irritazione spontanea anche se di certo non naturale.
Chi sei (diventato) Te, nel (qua, così)?
Chi se non proprio “te”.
Io non riesco a capire neppure ciò che faccio: infatti non quello che voglio io faccio, ma quello che detesto… Ora, se faccio quello che non voglio, io riconosco che la legge è buona… Quindi non sono più io a farlo, ma il peccato che abita in me… Io so infatti che in me, cioè nella mia carne, non abita il bene; c'è in me il desiderio del bene, ma non la capacità di attuarlo… Infatti io non compio il bene che voglio, ma il male che non voglio… Ora, se faccio quello che non voglio, non sono più io a farlo, ma il peccato che abita in me… Io trovo dunque in me questa legge: quando voglio fare il bene, il male è accanto a me…
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La “legge” è programmazione y controllo (Legge del Minimo).
Quando l'utente si connette:
non sono più io a farlo, ma il peccato che abita in me…
Ecco che il Modello Eichmann, la “banalità del male”, è la “legge” AntiSistemica by l’oro = l’oro chi…? (chiedeva una Julia Roberts, prima di diventare una “strega di Hollywood”, ad un Mel Gibson, prima di diventare “quello che è diventato a Hollywood”, in… Ipotesi di complotto).
Il “peccato” è-voluto! Pre-visto.
E non è ciò a cui ti hanno abituato.
Qualcosa che “serve” a qualcuno che non esiste; c’è. Cos’altro spinge in tale “ferma” direzione? Uhm. Vedi che te dice l’AI Overview (oramai installata a monte di ogni “risposta” ad ogni tua “domanda” all’oracolo in Google).
La frase “divento solo ciò che rifiuto” è attribuita a Bert Hellinger, il fondatore delle costellazioni familiari. Significa che, attraverso il rifiuto di qualcosa, sia esso un'esperienza, un'emozione o un aspetto di sé, si finisce per esserne inconsciamente dominati e si perpetua il ciclo di quel rifiuto. In altre parole, il rifiuto non porta alla liberazione, ma piuttosto alla cristallizzazione di ciò che si cerca di evitare… In sintesi, Hellinger invita a riconoscere e accettare ciò che rifiutiamo, per liberarci dalle dinamiche negative che il rifiuto perpetua e per trovare un nuovo ordine e armonia interiore…
Il “patto con il Diabolo”. La tua firma sul “contratto”. Il sangue, ch’è un “succo molto peculiare…”. Un “antico, primordiale”… contrassegno uni-vo-co che ognuno si porta dentro. Un’altra f-orma di “impronta digitale” ma… insita, che non si vede ma c’è e distingue, demarca, fissa, identifica, etc.
Le auto hanno tutte un “numero di telaio”, infatti. Ogni macchina ne ha sempre uno, poiché deciso a livello industriale e sociale.
Riconoscere e accettare ciò che rifiutiamo...:
accorgersi sostanzialmente
dell'esse-re già successo
che continua a succedere... (altro che, accettare... Ok?).
In sintesi, la frase “il sangue è un succo molto peculiare” non si riferisce semplicemente a una caratteristica chimica del sangue, ma a un'interpretazione più profonda e spirituale del suo ruolo nell'essere umano, secondo la prospettiva antroposofica di Steiner…
Con la chimica vieni con-fuso. Figurati con l'Oltre: la “profondità”.
Sulle etichette alimentari vengono riportati solo gli ingredienti “grezzi”. La chimica, no (a meno che leggi l’etichetta sulle bottiglie d’acqua). Se c’è qualcosa di chimico, dentro alla tal preparazione, non lo sai perché non è riportato. Immagina allora se l’intruglio è a livello sub-atomico!
La “po®zione” ti viene servita, a pagamento, ogni “santo” giorno e notte.
Oltre alla “legge”, che ti pre-vede in quanto consumat(t)ore (qua, così), dunque… chi sei. Non lo ricordi +, perché ne è passata di acqua sotto ai ponti. Ergo, ti sei “allontanato” dal momento (è già successo) che ti ha e, infatti, “niente”. Allontanato ma non distanziato, tanto che continua a succedere.
“Dove”? Nella sostanza = (qua, così).
La “tua” mente è quella del Voladores: strategica-mente, anzitempo. Questo è il vero “peccato” = peccato che non te ne rendi conto sostanzialmente. La “legge” è proprio quella che confida sul… peccato che non te accorgi.
La programmazione è tale (qua, così).
Mangiare la foglia? Naa!
Davide Nebuloni
SacroProfanoSacro (SPS) 2025
Bollettino numero 4007
prospettivavita@gmail.com
