In “Diavoli”, si parla del “Diavolo”.
Ci giocano con questo “nome”. È l’ambiente della “finanza”. Uhm. Diciamo così. La Verità “parla” attraverso anche ciò. Ergo, non è un qualsiasi pretesto scenografico o di “coscienza (da botteghino)”. È la Verità che… Mentre, a chi di dovere fa di certo “piacere”. Perché no. Ci sta. È l’ego. No? Una “celebrazione del potere”, tutto fra virgolette non visto che di “potere” si tratta; di certo, non del potere! Lad-dove, il “potere” non porta nemmeno le ciabatte, al… potere. Qualcosa che è “come guardarsi allo specchio” ma non riconoscersi. Come Bisio, in Asini. Ricordi? Te credo: era la fotografia di un altro (e coi capelli, persino). “Che cosa sono diventato? Già. Sei passato (dal potenziale) Te a “te” (qua, così). Niente da dire, proprio una “bella” trasformazione. Persino, senza esserne conscio. Wow. L’oro sono maestri in questo. Perché fartelo capire? Molto meglio auto operarti attraverso “te” in tale “ambiente ad hoc” = l’AntiSistema che per l’appunto, non esiste; c’è. Vera opera d’arte, opera prima, opera di certo non pia (nonostante tutto ciò che può albergare in tali entità “decisive, come il goal della vittoria”). In “Diavoli” si rivela la Verità. Quale? L’unica. Quella che non esiste; c’è. Quella che narra del “momento” di è già successo. L’incipit. Il “Big Bang”, qualsiasi “cosa sia”, è. Un progetto! Che altro. Altro che “la natura”. La “cre-azione”. Qualcuno. Mediante, qualcosa. Quando devi “lavorare la terra”, che fai? Ti munisci di “pala, piccone e badile”. Ci sei? L’I-Ambiente, ov-vero. Legge, strumento, memoria. La macchina per la terra-in-formazione, potenzialmente (qua, xxx). Anche (xxx, xxx). Non solo qua.
Dai. Basta anche per oggi.
Davide Nebuloni
SacroProfanoSacro (SPS) 2024
Bollettino numero 3838
prospettivavita@gmail.com
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"Fai..." un po' Te.