mercoledì 7 febbraio 2024

IA:AI.


Perché, in “inglese”, l’acronimo per… “intelligenza artificiale”, è rovesciato rispetto allo “italiano”? O, il contrario. IA:AI. Sembra proprio qualcosa allo specchio. Ma, come se fosse una dipendenza. Un… riflesso. Ma, nella sostanza, che cos’è un “riflesso”? Se ti metti allo specchio, che succede? Vieni riflesso. Sì, ma… “che fine fa la tua immagine, rispetto a te”? Anzi, che fine fai proprio tu? Quel “clone” che cosa dimostra? Che ti evidenzia? Cosa rappresenta? Perché accade? Chi è? Dove sta la verità? Il riflesso è (in) una “legge”? Tutto qua? Qualcosa di “naturale”? Davvero? È così, semplice

Artificial Intelligence: Intelligenza Artificiale… Uhm!

Sei allo specchio, oppure… sei in uno “specchio”? Sei in qualcosa di assolutamente girato al contrario, ad angolo giro, perfettamente, sostanzialmente, indirettamente, etc. rispetto a… Te (annota la “T”, ch’è maiuscola). Il mondo intiero è in tal status, quo: qua, nell’AntiSistema. Meglio: nella “tua” realtà manifesta by compresenza eco-dominante che, per la verità, non esiste (per “te”) quantunque c’è (è Te che se ne può sempre accorgere, “sentendo”). 

Questa è la versione attuale della realtà univoca, mondiale: l’AntiSistema. Tale è la “immagine” caricata in macchina. Hai presente il Pc che hai in casa? 

Ecco: è “uguale”. 

L’iso ch’è montato nella macchina diventa il funzionamento della stessa. Ma, tale versione delle “cose”, è… relativa = appartiene a… Ok? Ma, unitamente, rappresenta anche tale proprietà de-privata (wireless, remota, ubiqua, in leva, etc.). Qualcosa che si è diffuso, come una epidemia, macchina dopo macchina. Dopo che le macchine sono entrate a far p-arte della “tua” casa-famiglia-abitudine. Dopo la fase “utility”, la possessione. Il trojan. Ancora lo stesso dei presunti “greci”. Dopo che non ne puoi più fare a meno, perché altrimenti “vuoi ritornare nelle caverne?”. 

Nella “caverna” ci sei proprio ora; non ne sei mai ri-uscito. Come in una trappola talmente perfetta che, “non lo sei affatto”. Per la serie, “non ci posso credere”. Certo, perché “non ci devi proprio credere”. La prigione è senza sbarre, quando diventa… tutto quello che puoi guadagnarti, a scapito della tua vita (l’esserci). Così, le galline felici scorrazzano ovunque, auto detenendo le chiavi della “propria” auto prigionia, in qualcosa di così grande da essere scambiato per… “libertà”. Eppure, ti dicono e allora “sai” che, una volta c’era la schiavitù. Mentre ora c’è “solo” il… lavoro, perché devi guadagnarti il pane quotidiano: nessuno infatti te lo regalerà, in questa versione delle cose; in tale Internet delle Cose (“te”). 

Ti devi dar da fare, or dunque. Fare e sbrigare...

Non impigrire orsù: devi andare a lavorare. La “Repubblica” è af-fondata proprio su tale marcescenza. Anche il relativo “giornale”. Lavorare per… sopravvivere: è questo iltuo diritto”. Hai il diritto-dovere di lavorare, perché tutto e tutti se lo aspettano da “te”. Lo devi fare, ma guardati bene ch’è un “diritto”. La “Costituzione” ti obbliga, pardon: ti garantisce questo “diritto”. 

Salvo, se non ti s(ch)ieri. 

Dove, “4 gatti” decidono per tutti: sei in “democrazia” del resto. La gerarchia fattasi più furba, rispetto al penultimo giro di giostra, laddove l’esperimento è riuscito e, non, il contrario. Il II conflitto mondiale è stato, infatti, vinto dal “Signore”. Imporre non linearmente, funziona meglio rispetto a “comandare” attraverso l’uso della forza degli eserciti. Molto meglio è, infatti, se l’esercito è costituito dal’laggente “Smith”. Dall’essere a massa. Matrix IV. Ok? Lo vedi benissimo. Il “film” più brutto della serie, ti di-mostra esattamente come stanno le “cose” = “te” qua così nell’AntiSistema o, se preferisci, allo “Inferno”. 

In tale versione dell’immagine montata in macchina. 

La tecnologia viene dopo, rispetto al “tempo delle caverne”? Vedi che trattasi sempre di “percezione”: la “modernità” è continua perché “così ti sembra sempre di essere”. Dato che c’è sempre un… prima ed un dopo, chi viene “dopo” è sempre con-vinto di essere più “moderno” rispetto a chi è venuto “prima”, mentre è sempre l’ora. Sì, di far ché? 

Nel “Medioevo” era uguale; peccato che nel Medioevo ci sei sempre, “ora”. E sai molto bene, tra l’altro, che… anche in quel presunto “tempo” era sempre lo stesso in termini di gerarchia e dunque di “moda” = “modernità”. 

Chi deteneva il potere di decretare la moda, faceva la moda. Gerarchia. Non importa se ora ti vesti diversamente, essendo sempre lo stesso, sostanziale… “modo”. La cosa è (diventata) “fluida”, senza sesso: moda, modo, mode, modi. 

Mood. 

Qualcosa che si ripete nel “tempo”, nell’abitudine ad auto considerarti sempre tale, ma mai in tale “ferma” situazione, che sfugge come fondale dato per scontato o per “natura”. Del resto il “green” è l’artifizio totale che è. Dopo secoli di inquinamento, lor signori hanno deciso per “lottare contro l’inquinamento”. Sempre loro. Solo loro. Son loro. Chi altri, altrimenti? Tu? Per favore. Tu non esisti ma ci sei, essendo potenziale. Mentre “tu” esisti ma non ci sei, essendo la versione peggiore di Te: quella prescelta dallo status quo o eco-dominante attraverso ogni sottodomino, per mezzo della gerarchia. Di tale ordinamento.

Messina (Intesa Sanpaolo): “2023 anno migliore di sempre, prevediamo più di €8 mld di utile netto nel 2024…”…

Lo sai quanti sono “8 miliardi di euro di utile netto, in un solo anno”? Mettilo in Lire, tanto per dire. Però, se sei un millennial, bè… non ne potrai saggiare la portanza. Perché sei venuto dopo. Anche se sei più... moderno. Non hai presente cosa significava andare a far la spesa con la Lira. Sì, la gente si lamentava ugualmente, ma… si sa, è lo sport più in voga ovunque. In proporzione, è peggiorato il rapporto di s-convenienza. E, in proporzione, quando mai te ne rendi conto, sostanzialmente? Mai. Anzi, tendi sempre a dimenticare, perché è più semplificato. Un taglio netto e “via”: zac! Chi te lo fa fare di sprecare così tanta “energia”. Lascia stare. Pensa ad ora, anzi… al “futuro”. Sei o non sei proprio “tu” ad auto detenere il timone della “tua” barca. Laddove:

“tu” e “tua” sono segni grafici che non compaiono quando parli o pensi. 

Ci sei? È solo quando “scrivi” che ti auto de-scrivi ricorrendo anche al codice sostanziale de-scritto, grafico, non solo simbolico. Qualcosa che puoi replicare, è vero, anche per mezzo della “gestualità” e del timbro della voce. Vero. Anche se la cosa portante è che funzioni. Che abbia effetto. Che lasci il segno. Che colpisca nel mezzo. 

Cosa decidi qua, così, usual-mente? Niente. Oppure, “tutto”. È uguale.
Allora:

niente è “tutto”
e
tutto è “niente”.

Ancora una volta, il “Signore” non esiste; c’è. Così come lor signori, per la verità. Strategia. Non ti dice proprio nulla? Sei stato “terminato”. Sei diventato… “terminale”. Un terminale. Hai presente? La banalità del male, messa a punto, a puntino, ad hoc. Proprio per… loro. Chi? Non si dice. Non si contano le carte. Neanche a mente! Ti è proibito, perché “non si fa, e basta!”. È la regola della casa. Del casinò. Del Banco che non perde mai perché “matematicamente” sempre con le spalle al coperto. Mentre, “tu” sei come dire sempre “ubriacato da tutto questo” e… “niente”.

Svizzera, è ubriaco nel salotto della sua abitazione e la polizia gli ritira la patente. L'inflessibile gendarmeria elvetica ha tolto la licenza di guida a un uomo visibilmente alterato durante una festa in casa

Pensa; se la “morale” diventa questa, bah… nessuno fra non molto potrà più guidare. Compresa la… polizia, però. Ecco il mondo senza auto a guida umana, così agognato per la lotta... all’inquinamento. Peccato che, però, il passo successivo sarai proprio “tu”: 

che inquinih
come da dimostrazione tecnico-scientificah.

Qualcosa che possono sempre far passare, tanto… sei “te” e allora non fai mai niente, ad eccezione di tutto quello che “devi fare”. Ossia, obbedire. Pensando, al contrario, di essere sto gran figo. “Hey!”. Ma chi ti credi di essere? Fonzie! 


Ricordi Happy Days? “Hey!”. L’essere perfetto. Anzi, “perfetto”. L’icona che perlomeno avrebbe mandato a fare in culo tutto questo, “dal 2020 in poi”. Anche se l’attore è ancora “vivo” e, allora, è meglio non approfondire oltremodo. 

Dunque, in SPS è d’uopo toccare ogni volta i temi scottanti della cronaca? No. Ripetere aiuta, ma dipende da cosa ripeti e da come lo fai. A pappagallo non va bene. SPS riscrive tutto. In altro modo. Nella sostanza. Facendo a meno di cadere in trappola. Ad esempio, il “complottismo” è sempre dietro l’angolo. Ma… se eviti di riportare ogni volta il termine, che succede

Non esiste più. Ecco. 

Ricacciare al mittente ogni strategia è… fare qualcosa. Sostanza. Non utilizzare certi percorsi “logici” precostituiti è… tutto. Crearne di nuovi è… esserci. Creare, appunto. Perché, è sempre im-possibile = potenziale. 

Puoi volare, allora? Perché no? 

I “supereroi” non lo fanno? E allora! Se “non lo sai che non puoi volare”, bè… allora puoi anche volare

“Non sapere” a volte è meglio. Capisciammè! Ok?

AI:IA. Ahia! Levati di mezzo. Basta essere riflesso.

Lucifero secondo le stime in base ai dati fornitici dallo stesso poeta… doveva essere alto 1243 metri…
Il Diavolo nel cristianesimo è la personificazione del male e l'autore del peccato, che si è ribellato a Dio nel tentativo di diventare uguale a Dio stesso

Allo specchio, è “Dio” ad essere diventato uguale a Te: 

ecco perché ora sei “te”, e sei qua così… nello “AntiSistema”. 

Sei alla rovescia. Il mondo allora è alla rovescia. Nella sostanza, non è il cucchiaino a piegarsi, ma sei Tu, diventato “tu”. Il riflesso sostanziale è tale. Mentre la riflessione manutiene tutto questo esse-Re già successo in voga. Ovvio: a scapito di Te. Del potenziale. Una sorta di scacco matto, insomma. 

La “partita è finita (per ora)”: 

chi ha vinto, ha vinto e allora scurdammoce o’ passato. No?

E allora uhe' oh', lievete 'a'nnanze…”.

Primavera - Tullio De Piscopo

  

Davide Nebuloni
SacroProfanoSacro (SPS) 2024
Bollettino numero 3610
prospettivavita@gmail.com


2 commenti:

"Fai..." un po' Te.