martedì 5 febbraio 2019

Ricordando il “nuovo” paradigma.



Eravate… un lavoro.
Cosa… intendi per ‘lavoro’?...
Il lavoro eri tu
Ha detto che fu un lavoro:
vuol dire che qualcuno lo pagò…”.
Upgrade
Che cosa s’intende per “lavoro?
Im-piegat3 a… fare, qualcosa. 
Per quale motivo? Poiché “necessitant3” di…denaro/“tempo” per auto sopravvivere. 
Dove? 
(Nel) “qua (così)”, dove “serve” tutt3 ciò. 
"La definizione di follia è insistere nel fare la stessa cosa... aspettandosi risultati differenti...".
Albert Einstein
Una lucid3 follia.
Dunque... lavorare è man-tenere un cert3 tipo di atteggiamento che, se te ne rendi conto, rimanda a domani ciò che potresti sempre “Fare” oggi.
Nel senso che posticipi continuamente il vivere, l’essere (il potenziale contemporaneo “formulare”) per il sopravvivere, che sembra regola aurea solamente perché – nella società gerarchic3 – non esiste; c’è… chi se ne approfitta regolarmente
Ovvero, si tratta di strategia e di compresenza immanifest3 (dimenticat3). Si tratta di versione “così”, della forma-mondo “qua”, e non (non) di destino, fato, futuro, etc.” per come intendi, al solito, tali forme di inquadramento del cammino singolar-massivo.
Perché “devi” lavorare? 
Perché, al di là di tale ragione fondamentale, il “dovere” ti richiama continuamente e, causalmente, è nei pilatri che sorreggono idealmente l’essere (in) società:
credo religioso (predica, Messa, Sacre Scritture)
credo sociale (Costituzione, Stato, famiglia)
credo ereditario (esempio pregresso, status quo, paradigma, giudizio altrui, etc.)
credo politico (campagne elettorali, programma, manifesto, etc.).
Ovvero, credo “industriale”, poiché l’esempio più calzante che hai sempre a disposizione è proprio relativ3 allo stampo “industria”:
non a caso vai sempre a finire in una fabbrica, in un ufficio, etc. e anche quando lavori all’aperto (come galline felici) sei sempre in una macchina, in un campo, in un3 cert3 situazione che è sempre (sempre) “lavoro (impiego)”.
Sei, insomma, dentro alla situazione “industriale” che, in quanto a sottoDomin3, ti ha poiché sei... sia “qua (così)” che nel “qua (così)”, ovvero, nell’AntiSistema l’AntiSistema.
Dunque, quando sei in qualcosa, diventi qualcosa = ne assumi i “connotati”, in termini di ad immagine e somiglianza, poiché, ciò che è emers3 in sede informatic3 – come ad esempio il programma e la programmazione – è assolutamente “parlante” rispetto a ciò che (ti) “è già success3” e continua a succedere (perché tutt3 ciò è sia programmazione che programma). 
Ma, l’aspetto che ti è sfuggit3 nel “tempo”, avendo dimenticato - per l'abitudine a sopravvivere - è proprio la relazione che esiste tra realtà manifest3 “qua (così)” e… ragione fondamentale “a monte”. Ossia:
qualcosa Vs qualcun3
qualcosa che indica… significativamente… qualcun3.
Qualcosa che si auto verifica puntualmente, quando esiste e c’è, strategia (che riporta, a livello frattale espanso, verso chi ne trae il più ampio beneficio).
Qualcosa che richiede, però, un certo tipo di “apertura” o, meglio, di atteggiamento “formulare”, al fine di accorgerti attraverso, praticamente, tutt3. 
Il segnale “Sherlock Holmes”, infatti, narra proprio di tale facoltà che, quando sei “formulare”, allora non è e rimane il talento dei poch3, bensì, ritorna ad essere potenziale contemporaneo = per chiunque, contemporaneamente (il “nuov3” paradigma). 
L’essere... dal lavoro “formulare”, corrisponde all’auto realizzarsi tutt3, a prescindere da… tutt3 ciò che ti ottunde l3 mente, in termini di ingombro AntiSistemico, o eredità, conv3nzione, luogo comune, etc. 


Qualcosa da/in cui accon-discendi, dal momento in cui “è già success3”.
Laddove, “lavorare” non corrisponde più al dipendere da ogni “necessità”, che è strategia altrui, bensì, se proprio intendi ancora agganciarti a tale termine, allora (allora) inizia a prendere atto che “lavorare ‘formularmente’” significa:
auto realizzarti contemporaneamente rispetto a chiunque altr3, “qua”.
Come può essere possibile, senza entrare in “conflitto” con l’essere prossimo
“Ora” non ti sembra proprio attuabile, perché sei preda di tale influsso che, essendo già realizzat3, ti fa credere che sia, dunque, anche tutt3 ciò che è possibile.
Ergo:
da tale “panorama”, renditi conto che tutt3 è pregno e risente d3 tale paradigma
di modo che tu sia “tu” e di/in conseguenza… “tu” non sia tu.
Ecco il punto di deviazione (standard), che ti rende auto convint3 di, ogni volta, “decidere (scegliere tra…)”… in luogo di essere e continuare ad essere (in) te stess3, ovvero, “formularmente”, laddove esiste e c’è potenziale contemporaneo = per chiunque, contemporaneamente
Pensando ed immaginando in maniera AntiSistemica, ad esempio, lavori dando luogo (“vita”, funzione), analogamente, a tecnologia “monca”, distratt3, deviat3, etc. seppure perfettamente funzionante.
Dunque, quando spedisci un “modernissimo” satellite in orbita (attorno a…), che cosa potrà mai “vedere (riprendere, registrare, immortalare)” se... non ogni immagine che già da terra t’immagini come da livello “teoric3”. 
Non a caso, infatti, anche in ambito informatico, esistono programmi di “ritocco” professionale, in grado di confonderti relativamente a ciò che vedi o, meglio, ti si para d’innanzi.
E poi ti dicono che esistono l3 fake news. 
Ma certo, poiché, proseguendo di tale passo, l’ambiente – che è anche memoria frattale espansa – riflette, replicando il segnale portante AntiSistema che incorpora, trasmette ed auto diffonde sia segnale di clock eco-dominante, che informazione frattale espansa, relativamente al “è già success3”. 
Immagina:
nell’essere storia (deviata), c’è la registrazione di ogni evento “già success3”. No? 
Dunque, che cosa significa, se non che… chi ha già vinto ti sta “ora” raccontando l3 propri3 versione delle cose, ovviamente, omettendo ogni “particolare” che potrebbe fare la differenza, sostanzialmente
Ecco che, quindi, tale onda di forma… devia tutt3, ivi ricompres3 anche ogni racconto, storia, fatto, etc. 
Ma, in tutt3 ciò esiste e c’è anche l’essere banco di memoria ambientale che, nonostante tutt3, continua a rimanere fedele al proprio essere o, di più, a funzionare, essendo come punta dell’iceberg del funzionamento (ambientale). 
Del resto, sei (nel) “qua (così)” dove, a prescindere se esistono armi laser o clave, è l’intento eco-dominante che trionfa continuamente, essendo “già success3”.
Quando entri in un museo, che cosa vedi? Non assisti, forse, a… una sorta di “parata” del pensiero stra-ordinari3, dello status quo che ricelebra continuamente se stess3, ovvero, attraverso ciò che continua a succedere, ciò che “è già success3”:
nella presunzione del (cosa) Big Bang, l’essere continuazione di chi “è” Big Bang (“è già success3”).
Dunque, “come ti metto sempre più in sicurezza l’essere AntiSistema?”.
Trasformando la Rete di spie, in Rete che ti spia, ovvero, camuffando l’evidenza in qualcosa da assolutamente “dimostrare”.
Sì, ma dove, come, quando, perché? 
In tribunale, di fronte all’essere “legge (che è uguale per tutt3, così come nella gerarchia… l’essere in gerarchia)”. 
Dunque, l3 forma tecnologica è qualcosa che di fatto non sfugge all’essenza che governa in leva, globalmente che, anzi, l’ha “ispirat3” ovvero permess3, in quanto… strategia singolare. 
Qualcosa “tutt3 da dimostrare”, però, nel modus AntiSistema che (ti) sembra l’unic3 auto esistente e praticabile, poiché “sei” (nel) “qua (così)”, che ti chiude non solamente l3 prospettiva, ma, inesorabilmente ogni dettaglio... che ti permette potenzialmente di “Fare…” qualcosa.
E, in tutt3 ciò, l’attività “lavoro” ti rende sempre più mansuet3 dal punto di sospensione “formulare”, che progressivamente sparisce dal tu3 “radar”, sintanto che apparentemente non sembra esistere più, nonostante c’è sempre.
Dunque, tanto per iniziare, se (se) proprio intendi ancora nutrirti col/del termine “lavoro”, allora aggancial3 e completal3 con l’accezione “formulare”:
lavoro “formulare”
alias
per chiunque, contemporaneamente.
L’essere coniugazione col/del tu3 essere “Grande Opera”.
Sambucci (Eset): "SaferInternetDay strategico, App ci spiano…"…
Ormai "sullo smartphone ci sono App che ci spiano anche mentre chiacchieriamo al bar con un amico…".
Non ha dubbi l'informatico Luca Sambucci…
L'esperto della multinazionale di Bratislava osserva che il polso del cambiamento, "lo misuriamo ogni momento... è sotto i nostri occhi perchè se oggi chiediamo ad un ragazzo 'sei su internet?' la sua risposta sarà 'No' e invece 'sta su internet' comunque perchè siamo su internet sempre:
la nostra smart Tv ci 'ascolta', il nostro assistente digitale ci ascolta e ancora di più sarà così con l'evoluzione delle auto connesse...". 
"Ormai bisogna fare attenzione a tutto e questo vale per qualunque età:
giovani o persone mature"... avverte Sambucci che ricorda come "tradizionalmente siamo più abituati a proteggerci se siamo seduti al Pc o apriamo le mail per leggerle, ma ormai non basta più...
Ci sono App che ci spiano e la recente scoperta su Face Time dovrebbe averci aperto gli occhi.
C'è una pervasività della tecnologia che non è ancora compresa..." incalza Luca Sambucci che ricorda la notizia della famiglia americana che "si è accorta di essere spiata da un hacker perchè la temperatura della camera del figlio era 'stranamente' molto alta rispetto all'impostazione che avevano dato al sistema di controllo digitale del riscaldamento domestico…
Spiare una famiglia al punto di modificare la temperatura del riscaldamento fa sentire 'potenti'... ma non è l'unico aspetto da cui difendersi…”…
Adnkronos 4 febbraio 2019 Link
Auto manutenerti sotto 3l controllo è divenut3 “tecnologia”
di più, comodità, servizio, funzione, utility, moda, tendenza, stile, arte, esibizionismo, etc. 
E, bada bene, non te ne rendi conto, perché – ad esempio – quando attivi il segnale Gps, perché è utile per/in ciò che stai facendo, contemporaneamente ti fornisce servizio (App-arenza) tuttavia ti mappa (App-ositamente). 
E... se non pensi che ci sia nulla di male, perché allora ti dà tanto fastidio far sapere a qualcun3 dove sei “ora”? Non sono fatti tuoi? 
Non sei, forse, super attent3 alla tu3 privacy?
Suvvia. 
Sei come un controsenso auto sopravvivente, che cammina con gambe “proprie”. Peccato che, altresì, non v’è alcun paradosso, essendo strategia pienamente auto realizzat3 (nel) “qua (così)”. 
Anche l’informatica, dunque, “è” un modo per controllar tutt3.
Sì, ma, chi controlla l’essere Massa?
Non sembra esistere nemmeno tale forma d’ombra, perché, esistono apparentemente le entità Stato, che ti fanno sembrare il controllo globale come una barzelletta, anzi, come complottismo da deridere e “così (qua)” regolarmente ignorare a livello sostanziale, seppure si tratta sempre di segnale portante ambientale, in termini di informazione frattale espansa:
ch3 “è già success3” e…
Divide et impera: 
ricordi?
Dunque, l’essere Planetari3 è come un’immane Rete, un’unic3 entità che ti “spia”, ovvero, che già ti ha
E tutt3 ciò è, allora, come dopo la “fine” della guerra, il “post” terremoto, ciò che succede dopo l3 tsunami, etc. 
Di fatto, dopo un grande evento drammatic3, giunge sempre il ricostruire, anche se dal prima al dopo è cambiat3 sostanzialmente qualcosa, ovvero:
un altro giro di vite
sempre nel verso AntiSistemico.
E “crisi dopo crisi”, ad esempio, è emers3 come dall’oceano (e non dal nulla) l’Ue.
E dopo l3 “liberazione”, sottoDomin3 per sottoDomin3, si è auto diffus3 il “contagio” (replicando ciò che “è già success3” a livello globale).
L3 “cultura” del lavoro è divenut3 stile di vita.
Peccato che, però, sia l3 sopravvivenza ad auto imperare (nel) “qua (così)”, essendo il design (cosa) e la “firma (chi)”... che narrano inesorabilmente dell’essere eco-dominante + ogni sottoDomin3.
Ovvero:
l’AntiSistema. 
Quando non ti rendi più conto sostanzialmente diqualcun3
Quando diventa, prima, qualcosa e, poi, quando non esiste più, seppure continua ad esserci.
Quando… tutt3 si allinea, coprendo proprio il significato di tale “essere”. Quando è indubitabile che l3 realtà è proprio “così” come l3 vedi/percepisci, come l3 tocchi e l3 “senti”.
Anche se ciò che tendi ad ignorare fa ampiamente l3 differenza.
Riesci a concepire che non deve succedere l’essere “futuro”, bensì, che “è già success3” e dunque l’essere in compresenza dell’effetto collaterale eco-dominante… corrisponde a quel “passato” mai passato di moda, che è sempre – dunque – “qua (così)”? 
Ergo:
anche quando, ti dicono, dell3 tal innovazione, che ti fa pensare di essere in progresso, evoluzione, cambiamento, miglioramento, etc. sostanzialmente, si tratta di un giro di vite AntiSistemico, che nulla toglie allo status quo, mentre tutt3 leva (toglie) dall’essere “formulare”, poiché… prevenire è meglio che curare. No?
Dunque, sei sempre “al” lavoro, anche quando non ce l’hai (anche se è l’essere lavoro ad averti), perché sei sempre impiegat3 a ricercarl3. 
Ovvero, sei pre-occupat3
Nello stadio che anticipa l’essere (al) lavoro e, contemporaneamente, sempre all’interno della funzione lavoro, che non ti lascia alcuno scampo, non potendoti auto disporre da te in te.
Infatti, anche se non sei d’accordo, puoi decidere sostanzialmente, forse, tu/“tu”? No
Se sei in disaccordo col datore di lavoro, puoi anche andartene ma… dove? A cercar altr3 lavoro, presso col3i che più ti sembra incarnare ciò che ti agita dentro, in termini di… auto realizzazione. 
Alla ricerca di opportunità di crescita. Sigh.
Peccato che, però, non esiste “qua (così)” alcun lavoro che ti permetta realmente ciò. 
Anche quando credi di esserti “realizzat3”, t’illudi che ciò corrisponda col lavorare.
Infatti, a parte tutt3 ciò che ti soddisfa in termini “industriali” e di agio, possibilità economica, famiglia e vizio… che cos’altr3 ti rimane, significativamente? Nulla.
Perché ciò che “hai” l3 puoi anche perdere subito, non appena “qualcosa” ti rende partecipe del fatto di avere… imboccato il viale del tramonto.
Ogni “scandalo” testimonia a tal pro. Anche se non te ne rendi conto…
Di fatto, sei in qualcosa che è “fondat3” sul lavoro
Certo. Sei già stat3 af-fondat3.
È come l’essere tecnologia, che ti ha attraverso ogni “servizio” che, oltre a sembrarti utile, è di più… causalità, nesso logico (potenzialmente biunivoc3), etc. 
Denaro, va di pari passo a “necessità” lavoro, che ti permette di riconsiderare anche il luogo comune “tempo”, che ti mette paura relativamente al “tutt3 scorre” e, dunque, chi dorme non piglia pesci. 
Che ti resta da fare, allora, se non di continuare a correre, perché chi si ferma è perdut3 e chi ha tempo non aspetti tempo. 
Sei lungo una via lastricat3 di slogan pubblicitari, che ti distolgono da ciò che “è” senso, significato. Avendo già dimenticato, poiché – di converso – “è già success3”.
Ecco perché va sempre di moda, in qualunque “campo”, auto definirsi come lavoranti (in) provett3. 
Sudando per il “proprio” pane, nelle proverbiali “camicie”:
quotidianamente.
Laddove, persino l3 preghiere testimoniano dell3 richiesta incessante di “lavoro”, elevando rivendicazioni continue anche verso il “cielo” che, dunque, non può far altr3 che accontentarti, guarda non caso.
Il lavoro, importante argomento di studio sia delle scienze sociali (sociologia, politica, diritto, economia) che delle scienze astratte e naturali (fisica e geografia), è un'attività produttiva tenuta in regola dalla legge, che implica la messa in atto di conoscenze rigorose e metodiche, intellettuali o manuali, per produrre e dispensare beni e servizi in cambio di compenso, monetario o meno.
È un servizio utile che si rende alla società, e prevede la concessione sistematica al pubblico di un bene in cambio di un altro, in forma di compenso non sempre monetario.
Nel mondo moderno l'attività lavorativa viene esplicata con l'esercizio di un mestiere o di una professione e ha come scopo la soddisfazione dei bisogni individuali e collettivi
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è un servizio utile che si rende alla società, e prevede la concessione sistematica al pubblico di un bene in cambio di un altro, in forma di compenso non sempre monetario… (servizio = App-artenenza)
nel mondo moderno l'attività lavorativa viene esplicata con l'esercizio di un mestiere o di una professione e ha come scopo la soddisfazione dei bisogni individuali e collettivi… (e se l3 scopo fosse, invece, la soddisfazione – o auto perpetuazione inconscia – del bisogno singolare, laddove si tratta di compresenza eco-dominante?).
Immagina:
in un mondo di schiavitù
sarebbe tutt3 molto più evidente, cosa (chi) sostanzialmente continua a succedere, e dunque pericolos3 per l’essere status quo “qua (così)”.
Invece, dopo continue lotte per ottenere il “diritto al/del lavoro”, ora puoi pensare a senso unico, non rendendoti conto che lavoro = “modern3” schiavitù.
Di più, puoi anche renderti conto che non è il “denaro”, allora, che interessa all’essere eco-dominante, ma, che anche attraverso tale forma di possessione… si riattua l’eternità AntiSistema, che è potere all3 stato pur3 e non solo forma materiale di avere che, semmai, è “solamente” il mezzo vettore che continuare ad averti, mediante auto deviazione standard. 
Infatti, ogni “padron3” lo è nell’ambito giurisdizionale che compete, mentre contemporaneamente è proprio come “te” che “qua (così)”… dipendi, servi, funzioni in tal modus.
Il termine lavoro deriva dal latino labor con il significato di fatica.
Sono noti i detti della letteratura classica durar fatica e operar faticando.
Altro termine di parlate italiane per "lavoro" è travaglio, che deriva dal latino tripalium (strumento di tortura)…
Ancora oggi in alcuni dialetti regionali si usano i termini faticare, andare a faticare (per dire lavorare, andare a lavorare)…
Link
Lavoro = fatica, strumento di tortura…
Lavorare significa occupare il tempo nel fare qualcosa di produttivo, traendone un vantaggio generalmente economico.
Infatti con il termine occupato si definisce lo status del lavoratore e, con il suo opposto, disoccupato, si definisce lo status di chi non ha un lavoro come un soggetto in cerca di una prima occupazione.
Il lavoratore dipendente ha generalmente una controparte, con la quale instaura un rapporto di lavoro regolamentato tipicamente da un contratto di lavoro…
Il lavoro è quella forza, unita alla consapevolezza di sé, che permette di realizzare la propria natura potenziale, portando a termine compiti etici che possano fornire un beneficio spirituale e morale a se stessi, all'ambiente sociale e naturale…
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Lavorare = occupare il tempo nel fare qualcosa di produttivo… (ma, col tempo che esiste ma non c’è, allora, che cosa stai sempre esattamente/significativamente… facendo, se non pre-occuparti costantemente per il livello di servizio di cosa “è” chi non esiste; c’è).
Il lavoro è quella forza, unita alla consapevolezza di sé, che permette di realizzare la propria natura potenziale = il potenziale contemporaneo “è”, e puoi sempre (sempre) agganciarl3, attraverso atteggiamento “formulare”. Altro che.
Lav-“Ora”-Re = l’ex(ssere) “Re (auto sovranità di/in sé)”, “Ora (qua)”… nell’essere particella inconsci3 (assistit3 da/in remoto), che funge da fermo immagine “così”.
Non accorgendoti più del livello (sovra) struttura, da cui si diffonde il “copione” e ciò che “è” chi… ne ispira ogni fattezza, in termini di servizio o schiavitù “di fatto”.
SPS docet, dunque? No. 
Essendo persino… logic3. È “solo” che... non l’auto ammetti nemmeno a te stess3, poiché, nemmeno dentro di te puoi essere cert3 di essere solo ed esclusivamente… te.
“Fai… di significare, ciò che vorresti vedere avvenire nel mondo, che non corrisponde a chi prega meglio, bensì, a chi è punto di sospensione.
E, guarda non caso, l’essere ‘formulare’ comporta l3 creazione del sostanziale punto di svolta. Qualcosa (qualcun3) che non rientra, come al solito, nell’auto deviazione standard o status quo ‘qua così’”.
    
Davide Nebuloni
SacroProfanoSacro (SPS) 2019
Bollettino numero 2485
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