lunedì 18 febbraio 2019

Nulla di nuovo. Niente di serio.



Quando dipendi, sei da/in una cert3 inclinazione. Dove? Nel piano inclinato che si è già format3. Nella “gravità” della situazione, in gerarchia; qualcosa che si presta egregiamente per il controllo da/in remoto, wireless, non localmente, ubiquamente, in leva.
Ossia, una sorta di “capacità di delegare (nella struttura ambientale, che trasmette, veicola e diffonde tale segnale portante assolutamente indimostrabile, secondo il paradigma – guarda non caso – in atto)”. 
Immagina come/cosa fa chi, ad esempio, amministra grandi multinazionali:
quasi non esiste, ma c’è
ovvero, auto ricorre proprio a tale forma di controllo retro ingegnerizzato
usufruendo della forma organizzata proprio in tal senso
come acqua che discende dalla cima, ma non mettendo in rilievo ogni… rilievo (se non a livello significativo, di cui però te ne devi accorgere auto decodificando “formularmente”).
Il livello “significato” è informazione (memoria infrastrutturale) ambientale, che auto ricircola “dentro”, utilizzando tutt3 in quanto a megafono per la distribuzione, copertura, polarizzazione e saturazione della versione forma-mondo (realtà manifesta) “qua (così)”, dal punto di sospensione del funzionamento.

Ciò che denuncia e dimostra tale tipo di registrazione del “è già success3 (e perciò continua a succedere)”, è valore aggiunto inalterabile (se non mantenendoti nella variante, “te”) relativamente alla compresenza eco-dominante, che governa il globo;
qualcun3 che riverbera ovunque, comunque e quantunque… che puoi riconoscere (ricordare) anche accorgendoti di ogni e qualsiasi componente sottoDomin3 come, ad esempio, la relazione “industriale” che auto ricollega tutt3 d’assieme, nell’AntiSistema. 
L3 stile di vita “industriale” è causale, infatti. 
E ti permette anche di risalire il “giro del fumo”, seppure non sembra che ci sia alcunché, niente e/o nessuno, al di là di ciò che tendi a definire l3 “fine”, l’orizzonte degli eventi, il “destino”, etc. 
Attraverso tale atteggiamento “formulare”, infatti, vai Oltre Orizzonte, riuscendo a doppiare ogni apparenza che chiude dentro a qualcosa, di cui non hai più alcuna informativa, se non tutt3 ciò che ti serve ma (ma) che puntualmente tendi come ad auto escludere “fuori”. 
In ciò, allora, dovresti renderti conto delle due correnti magnum, che ti spingono l’un3 a “far finta di nulla” e l’altr3 ad “accorgerti”, essendo:
AntiSistema (finzione) Vs memoria frattale espansa (funzione).
Anche se in buona sostanza “non c’è partita (essendo ogni funzione ambientale, nativ3 e dunque inalienabile)”, tuttavia, l’essere strategia eco-dominante è già riuscit3 ad avere l3 meglio, auto trasformandoti nell3 versione edulcorata “te”, che ora scambi regolarmente in quanto a lucciole per lanterne.
Eppure, funziona”.
Quest3 espressione l’ho sentita ieri nel durante della trasmissione Linea Verde, su Rai 1, ambientata nell’entroterra sardo. 
All’opera c’era quest3 persona, un ex farmacista che dopo trentanni di attività, ha capito di aver “perso la via”, ritornando verso una cert3 sfericità del significato.
Ebbene, quando l’intervistatrice ha espresso i propri dubbi, relativamente al discorso dell’energia conservat3 e proveniente dall’ambiente, dalle rocce, etc., costui ha risposto proprio così:
eppure, funziona”.
Ecco che cosa SPS (Io) intend3 per “funzionamento/funzionare”.
Qualcosa che, con tale stile di vita “industriale (da metodo scientifico)”, risulta come assolutamente inimmaginabile, nell’auto conv3nzione imperante di ogni “necessità (legge)” che fa del concetto di energia, l3 leva attraverso cui proseguire nel solco dell’aratro del “denaro, lavoro, tempo, sopravvivere, etc.”.
Anche, poco sopra, laddove è stato utilizzat3 il termine “energia”, si è compiuto l’errore di utilizzare il dizionario comune, per esprimere un concetto che non esiste nemmeno nel dizionario (comune), ossia:
l’energia esiste; non c’è
dato che, di più (significativamente), si tratta di… copertura artificiale del funzionamento ambientale.
Per intenderci: 
è proprio come nell3 pubblicità Enel, di qualche “tempo” fa, quando ti facevano vedere che potevi piantare una lampadina per terra e… oplà, la lampadina si accendeva. Ergo:
l’ambiente funziona contemporaneamente per chiunque “qua”
ma (ma) dal momento di “è già success3” in poi o “ora”, continua a succedere che ogni lampadina – ad esempio – per potersi accendere e funzionare, necessita del collo di bottiglia “a monte” dell’energia (elettrica). 
Se ti porti “avanti”, distopicamente, ti potrai rendere conto che il punto di approdo finale o, perlomeno, tendenziale… è proprio il dipendere in tutt3 e per tutt3 da cosa “è” ch3 detiene il monopolio dell3 corrente elettrica (anche se non si può parlare di monopoli, dato che esiste ma non c’è un’autorità che sorveglia sulle grandi concentrazioni di potere). 
Dunque, puoi auto dedurre che:
anche l’autority serve.
È nell’essere “qua (così)”, che si professa realtà auto celebrante l3 forma democratica e libertari3, che allora non ti risulta ma (ma) è sempre divide et impera:
cancellando la possibilità di essere monopolio
si compartimenta tutt3 e conseguentemente, si distorce e distoglie la “tu3” attenzione sostanziale, verso ciò che sembra accadere ed, invece, 1- “è già success3” e dunque 2- continua a succedere. 
Ovvero, ecco perché sopravvivi in luogo di vivere/esistere (secondo come già sei, potenzialmente), ed ecco come:
poiché sei continuamente in differita, rispetto a cosa “è” ch’è in costante anticipo su di… indovina? 
“Te”, che sei già conseguenza in gerarchia, nell3 “gravità” e nel rilievo ambientale AntiSistema
Se (se) riesci a seguire il discorso, e non a conseguire nell’antifona AntiSistema, allora (allora) ti accorgerai di quanto/come fila via tutt3 meravigliosamente o, meglio, incantevolmente. No?
Quest3 Spazio (Potenziale) Solid3, (Io), nutre sempre l’aspettativa del ricevere/rilevare segnali di vita, seppure la Massa è totalmente dentro al “qua (così)”. E ciò non significa che, poi, scrivi una e-mail e finisce tutt3 lì. 
Deve esserci ben altr3, ovverosia, devi esserci tu, soprattutt3
Ciò che per qualcun3 fa scattare qualcosa, che comporta l3 scrivermi “due righe”, per poi scomparire nel “nulla”, non è infatti… nulla, rispetto alla “montagna” che ogni singolarità già “è”.
Se poni grande attenzione e “sensibilità”, auto ricaverai da/in te che, è davvero un3 ben misera manifestazione di sé:
qualcosa che è, di più, “te” piuttosto che… te.
E ciò dimostra dunque proprio l3 “tesi” SPS, ch’esprime tutt3 come alla mercé AntiSistemica, del/nel “è già success3 (‘qua così’)”.
Cara, cosa mi succede stasera, ti guardo ed è come la prima volta.
Che cosa sei, che cosa sei, che cosa sei…
Non cambi mai, non cambi mai, non cambi mai…
Parole, parole, parole, parole, parole soltanto parole, parole tra noi”.
Parole parole - Mina
Mi piacerebbe “Fare…” (anche se probabilmente l3 sto già facendo) che, ogni Bollettino sia l3 ripetizione del medesimo concetto; ogni giorno descritto in maniera diversa, confermando sostanzialmente il significato che non muta, poiché verità sferica.
Sai che noia. Vero? 
Del resto, si è tutt3 prole di/in tale stile di vita, che lavora ai fianchi sin da prima ancora del primo istante di “vita”, attraverso l’interconnessione ereditari3, genetic3, testamentari3, etc. 
Ecco, allora, la somiglianza ad immagine e… somiglianza. Di cosa (chi)? Bah. 
Di ciò che seppure non esiste; guarda non caso, c’è. 
Ossia, hai voglia a dimostrarl3. 
Infatti, se sempre nell3 versione “qua (così)”, come puoi sviluppare qualcosa che non sia sempre frutto del/nel “qua (così)”? 
Dalla terra nasce ciò che riceve l’imprinting, attraverso… “tutt3” ciò che è forma mondo AntiSistema. 
Non a caso, ogni struttura ambientale è dotat3 di appartenenza al luogo in cui si manifesta, dimora, sopravvive e poi muore. 
E... chi è per certi versi “nomade”, costituisce un’eccezione sempre più rar3, proprio perché l’ambiente AntiSistema fa mettere radici e collega tutt3 d’assieme, auto rendendo automaticamente “cittadin3 del mondo”. 
Come puoi rinunciare, di fatto, ad ogni sorta di “comodità” che l’essere tecnologia “industriale” ti ha già mess3 a disposizione e, soprattutt3, mira continuamente a manutenerti in tal vortice? 
Infatti, non si tratta di ritornare nelle caverne o palafitte, che dir si voglia. 
Di più, si tratta di… convergere attorno a/in ciò che già si “è”, rimanendo tal3 e contemporaneamente manifestando un3 forma mondo “fedele (copia conforme)”. 
È come fare Ping
L’ambiente risponde presente. E poi? 
Ecco che ti “mancano” dei tasselli, poiché hai già subito un potente trauma, essendo stat3 colpit3 da ciò che “è già success3”. 
È logic3, perché nulla succede per caso, quando l’ambiente si è formalizzat3, in leva, rispetto a chi funge da punto di sospensione oppure da grande concentrazione di massa (come Buco Nero). 
È talmente evidente che non riesci ad accorgerti. Tanto da rendere tutt3 ciò come l’infinito fattosi definit3 o “ciò che sembra unicamente passibile di esistenza”.

Che cosa “sai” se sempre (nel) “qua (così)”?
Sai di… sopravvivenza. E poi? Sai di… filosofia, magari, ma (ma) che te ne “Fai…” se non sei “formulare”, ossia, se non te ne “Fai…” niente, sostanzialmente
Perdi “tempo”, insomma. 
Che per altr3 vers3, significa = “serve”, allora, che sia esattamente “così (qua)”. 
Sopravvivi poiché “senza” memoria. O, meglio, per mezzo dell’adulterazione dell3 memoria, attraverso l’auto infliggersi tale pena, dal momento in cui sei già “tu”.
Hyde & Jekyll, può/possono coesistere, poiché, è significativ3 tale “cosa”.
Ossia, prima ancora di divenire “psicologia (ad esempio)”, tale situazione è inerente a te/“te” a partire da chi ha immaginato di descrivere ciò, nel “proprio” libro (opera):
Stevenson fu essenzialmente un romanziere e, nel genere avventuroso, come in L'isola del tesoro, rimane insuperato.
Tuttavia la sua cultura e la sua educazione lo portavano piuttosto al romanzo storico, ad esaltare, sulle orme di Walter Scott, le gloriose vicende della vecchia Scozia, la cui atmosfera seppe evocare pure in terre lontane, in maniera così piena e vera da non far rimpiangere il modello...
È probabile tuttavia che la migliore produzione di Stevenson, almeno dal punto di vista stilistico, non risieda tanto nei romanzi, nei racconti o nelle liriche, quanto nei saggi
Link
In tal modus, sei come sotto/dentro ad incanto, dato che chiunque (e perciò anche Stevenson) esprime significato, prima ancora di essere (nel) decanter. 
È significato, tutt3 ciò che s’emana da/in ogni situazione, ambito, “necessità”, etc.
Ed è il significato che costituisce valore aggiunto, sostanza, quintessenza, informazione frattale espansa, etc. Ma (ma) come per ogni impianto, devi essere antenna per l’essere demodulazione di frequenza:
il “carattere” che forma l’individuo
è atteggiamento più o meno “sensibile” a ciò che continua a succedere, come se fosse… “natura(le)”, s’eppure non l3 sia affatto, ma tant’è. 
Et voilà:
ta-dah.
Che ci vuoiFare…”? 
Non ci puoi “Fare…” nulla. Dunque? 
Eleva preghiere al/nel “cielo” che, “Iddio ti ascolta e poi provvede”. Molto ma molto (molto) “poi”. 
Tanto da non lasciarti più nemmeno l3 speranza
Qualcosa che assomiglia alla lentezza cosmica e causale, della burocrazia, in quanto a sovrastruttura attraverso cui far auto ricircolare tale forma d’onda assolutamente differit3.
Ossia, i conti tornano soprattutt3 a livello “formulare”. 
Anche se devi esser tale, pena l’ascoltare un idioma che non capisci o che non ricordi (meglio). 
Qualcosa che, poi, smetti anche di ascoltare e dunque di sentire, scivolando da “te” nel piano inclinato o Rete, in cui ciò che ha più senso deve essere ed “è” l3 compresenza sottile e strategic3 di cosa “è” (chi)ragno.
Riesci a concepire l3 ragnatela, infatti, se non esiste l’essere aracnide, significativamente
Te l’insegnano anche a scuola, ma l3 sai da prima, osservando l3 natura (sempre più) attraverso all3 Tv.
Infatti, i ragni ti fanno schifo e mai vorresti vederne un3. 
Tuttavia, sai che tale essere è ingegnosamente capace di intessere tali opere infrastrutturali, che servono per il proprio incedere “qua (così)”, dato che anche il livello “naturale” riflette – dal funzionamento ambientale – ciò che è inerente al livello “umanità”, alla condizione in cui versa, ossia, l3 specie “dominante” a livello planetari3 “qua (così)”. 
Non male, dal momento in cui tale specie che domina globalmente, è contemporaneamente dominat3 da cosa (chi) non esiste; c’è.
Dallo Spazio si vedono delle grandi opere infrastrutturali “umane” = l3 Terra esprime significato. Non sol3 “natura”, infatti. Il che dovrebbe farti contro intuire che:
è “naturale” tutt3 ciò che non puoi né dimostrare, né ricordare poiché troppo espost3 abitudinariamente.
Allora, che cosa è “artificiale”, se non tutt3 ciò che seppure esiste, non c’è… in termini di auto decodifica singolar-massiva “formulare”.
Laddove, di fatto, naturale e artificiale costituiscono due facce dell3 medesim3 “medaglia (carattere)”:
come AntiSistema e “qua (così)”
come ogni sottoDomin3 e l’eco-dominante
come te e “te”, etc. etc. etc.
Dove ti sei già auto dispers3, se non nell’essere sovrastruttura, che “ora” ti ha.
Non capisci poiché “serve”. Sì, perché - in sostanza – dovresti ricordare. E ciò non serve, a cosa “è” chi... se ne approfitta continuamente.
L’estate 2019 si preannuncia calda, come quasi tutte le estati degli anni 2000, per colpa dell’elevata concentrazione di gas serra ma non vi sono le condizioni per una estate con caldo da record, come quella del 2003.
Potrebbe essere comunque caldissima qualora, come avvenne nel 2017, la siccità in atto la Centro Nord, dovesse prolungarsi fino a maggio e oltre.
Non va per di più sottovalutata anche la nostra reazione psicologica di fronte al caldo intenso per cui l’ondata di caldo del momento – e quindi anche quelle che sicuramente dovremo sopportare nell’estate 2019 – ci sembrerà la più insopportabile della nostra passata vita.
E questo perché per quanto riguarda il tempo e il clima l’uomo ha notoriamente la memoria corta. Una prova?
La maggior parte di Voi pensa che l’estate appena passata sia stata la più calda di sempre ma non è vero.
Mario Giuliacci 17 febbraio 2019 Link
Valori termici sensibilmente oltre la norma per un periodo prolungato per 15-20 giorni può rappresentare per le piante un messaggio al risveglio, questo potrebbe essere un danno nell’eventualità di future probabile gelate…
Meteo Giuliacci Andrea Tura 17 febbraio 2019 Link
Fare e non far trapelare è sempre stata la forza di chi sa comandare…".
16 febbraio 2019 Link
"Nel mondo del calcio al 99% scommettono tutti, pure in Serie A, ma io sono stato il più penalizzato. Ci sono cose che non funzionano alla Figc… Loro sono i primi a sapere tutto quanto di questo sistema".
Marco Paoloni
Emanuele Patacca 90min 17 febbraio 2019 Link
I cibi industriali aumentano il rischio di morte prematura. Il nuovo studio.
Mangiare male nuoce gravemente alla salute.
Secondo una nuova ricerca francese, che ha coinvolto più di 44 mila persone per un periodo di 7 anni, c’è un’associazione tra i cibi ultra processati e un aumento del rischio di morte prematura.
Lo studio.
Un largo consumo di biscotti, snack, piatti pronti e dolciumi vari aumenterebbe il rischio di morire prematuramente. A darne conferma è un nuovo studio francese, appena pubblicato sulle pagine della rivista Jama Internal Medicine. Lo studio, chiamato NutriNet-Santé, ha coinvolto oltre 44 mila francesi di età superiore ai 45 anni per un periodo di circa 6 anni, dal 2009 al 2017.
Il metodo.
Durante questo periodo, il team di ricercatori dell’Università di Parigi 13 ha esaminato, tramite sondaggi online proposti ogni sei mesi, quanto della loro alimentazione e delle calorie provenisse dai cibi ultra processati, ovvero prodotti industriali ricchi di zuccheri, sale, grassi saturi, additivi, coloranti e conservanti.
I risultati.
I ricercatori hanno notato che al termine dello studio, il consumo di questi alimenti poteva essere associato a una più elevata probabilità di morte prematura. Dalle analisi, infatti, si è evidenziato che al termine dello studio si sono registrati 602 decessi, di cui 219 per cancro e 34 dovuti alle malattie cardiovascolari.
Un aumento del 10% della proporzione del consumo di cibo ultra processato era statisticamente associato a un maggior rischio del 14% di mortalità.
Nessun allarme.
Non dobbiamo essere allarmisti, o dire che mangiare un pasto confezionato aumenta la probabilità di morire di circa il 15 per cento...”, ha commentato Mathilde Touvier, sottolineando come la relazione tra dieta e salute sia molto complessa e servirà ancora tempo e lavoro per mettere meglio a fuoco i meccanismi alla base dell’associazione tra cibi ultra processati e mortalità precoce.
Mtt Yahoo Notizie 13 febbraio 2019 Link
"Attacco al cervello". L'inchiesta di PresaDiretta sulle sostanze tossiche che quotidianamente mettono a rischio la salute dei bambini.
"Il cervello è diverso da tutti gli altri organi:
si può vivere con un solo rene ma non si può vivere con metà cervello.
Abbiamo bisogno di un cervello perfettamente funzionante". Philippe Grandjean, professore aggiunto all'Università di Harvard, intervistato da Lisa Iotti... è uno dei massimi esperti degli effetti della contaminazione ambientale sulla salute, soprattutto dei bambini.
"Il cervello umano è cosi avanzato, rispetto a tutti gli altri animali, perché ha funzioni che i cervelli degli altri animali non hanno. Ma questo richiede uno sviluppo molto lungo, che è estremamente complesso e vulnerabile – spiega Grandjean - se qualcosa va storto non possiamo tornare indietro. Abbiamo una sola possibilità... Noi oggi sappiamo che ci sono delle sostanze che possono interferire con lo sviluppo normale del nostro cervello...".
PresaDiretta si è messa sulle tracce di queste sostanze tossiche che possono causare disturbi dello sviluppo cerebrale nei bambini e avere un effetto sulla memoria, sulla concentrazione, sui tempi di reazione, sullo sviluppo del linguaggio.
Inquinanti che si trovano in moltissimi prodotti della nostra vita quotidiana:
dentifrici, cosmetici, disinfettanti, filtri solari, pellicole che ricoprono l'interno dei barattoli di latta, scontrini e anche nei sigillanti dentali, contro le carie dei bambini.
E ancora nei ritardanti di fiamma, che si spruzzano sulle moquette e sui mobili per renderli ignifughi.
Ma per Grandjean "i pesticidi sono in cima alla lista. Hanno delle proprietà tossiche che colpiscono il sistema nervoso degli insetti e la chimica che gli insetti hanno nel loro piccolo cervello non è molto diversa dalla chimica che noi abbiamo nel nostro cervello..." sottolinea il professore.
"Io la chiamo 'alterazione chimica del cervello'.
È un'alterazione sottile, ma le conseguenze sono enormi…"…
HuffPost Italia 16 febbraio 2019 Link
È un'alterazione sottile, ma le conseguenze sono enormi…
Ma… “non dobbiamo essere allarmisti…”.
Già:
non sarai mica complottista? Non sia mai, per carità.
E così domani ti sposi?
Sì ma, niente di serio…”.
Tre uomini e una gamba
“Fai… che cosa?”.
     
Davide Nebuloni
SacroProfanoSacro (SPS) 2019
Bollettino numero 2494
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