mercoledì 31 marzo 2010

In "alto" i nostri Colon: è cosa buona e giusta.






Dovremmo interessarci tutti quanti dei nostri Colon, anzi dovremmo mettere le foto dei nostri Colon sulle carte d’identità. La sua immagine che è possibile ammirare sui libri di testo è, ormai, una vera e propria rarità se confrontata con ciò che si è disegnato dentro di noi a causa delle cattive abitudini alimentari.

“Mangiare in modo migliore, e cioè smettendo di alimentarsi con tutti quei cibi innaturali inscatolati o dei fast food, eliminando la carne, lo zucchero bianco, i latticini, darà risultati di gran lunga maggiori se si ripulisce il colon con delle irrigazioni coloniche”.
Fonte: http://www.medicinenon.it/colon.htm

Se guardiamo le foto "vere" di ciò che esce dai nostri Colon ci spaventiamo. I Coroner affermano di trovare, nelle loro autopsie, svariati chili di "roba" nera e dura come il cuoio. Che cosa mai sarà?
Come scrivevo ieri, dovremmo iniziare da noi, dentro di noi, il cambiamento” del mondo; dimentichiamo i problemi sociali enormi come le guerre, la fame nel mondo, la politica corrotta, etc.; iniziamo da noi invece e cerchiamo di comprendere che siamo mantenuti in uno stato di perenne drogaggio della e nella “gabbia” biofisica. Ormai le informazioni “parallele” scorrono tra di noi. Le “cose” si sanno e, dunque, l’unico eventuale problema è “crederci” a tal punto da cambiare abitudini. Rinunciare a quanto scritto poco sopra è un problema, perché quei prodotti vengono in continuazione proposti dalle tv commerciali, dai supermercati, dal giudizio della gente, etc.

Alla fine ogni decisione spetta solo a noi. Ad ognuno di noi. Sono molte le campane che suonano a festa, pensando di ingollarsi una barretta di cioccolato al giorno; una sola, cosa potrà mai fare di male? E via così. Poi, solitamente, quando si va in ferie e si ha un po’ di tempo per “pensare” a se stessi, si prendono storiche decisioni personali, del tipo: “Basta! Quando torno a casa cambio Vita”. Ed effettivamente quando si torna si è carichi di nuova energia. Ma cosa succede? Innanzitutto ci mandano le fatture da pagare della luce, gas, telefono, acqua, rifiuti, etc. Sembra che i pagamenti si radunino tutti insieme perché sentono la nostra mancanza. Allora, di fronte a tutte queste spese, le nostre nuove intenzioni iniziano già a vacillare. Poi c’è l’assicurazione ed il bollo della macchina e chissà cos’altro. 
Dunque si inizia a ridimensionare la “rivoluzione” nascente. 
Poi si torna al lavoro, nel solito tran tran quotidiano e, zaaaac; il dado è tratto. I ricordi e le intenzioni di quindici giorni prima scivolano via come su di un piano inclinato che porta via tutto. Questo frattale descrive molto bene quello che succede anche nei nostri Colon, che vengono intasati da tutti i fallimenti delle nostre buone intenzioni e, in questo caso, il piano inclinato è il sistema digerente che scarica verso il Colon i rifiuti della digestione. Ora sappiamo, dagli articoli scritti in questo blog, che con la sola forza di volontà non andiamo da nessuna parte, perché nel nostro inconscio, che comanda, c’è “scritto” che ci stiamo nutrendo nella maniera migliore. Perché c’è scritto così? 
Perché tutti ce lo dicono in continuazione: medici, pubblicità, pubblico giudizio, abitudini, etc.

Mi sembra di scrivere ovvietà ormai. Mi sembra tanto semplice la ricetta da attuarsi per “cambiare” che rimango sempre sbalordito quando vedo, invece, che certe abitudini sono dure a lasciarci. La tv commerciale pomeridiana, quella per i bimbi, è devastante. Ci sono spot che alla velocità della luce, bombardano le menti, ipnotizzando i nostri figli con risultati immediati. Mi chiedo: “Ma coloro che lavorano in tv, i tecnici, gli addetti al marketing, alle campagne pubblicitarie, etc. e coloro che lavorano nelle aziende che producono certi prodotti, non hanno figli? Non si chiedono cosa stanno proponendo alla società?”. 
Purtroppo forse se lo chiedono ma hanno necessità di lavorare. Alla fine la schiavitù imperante e strisciante è propria di questo sistema monetario. Siamo stati derubati del nostro saper fare, dipendiamo da tutto ormai. Abbiamo perso però anche la nostra capacità di comprendere quando ci viene propinato un qualcosa di potenzialmente nocivo. E questo è abbastanza grave e può essere solo spiegato tramite un’azione continua di drogaggio dei nostri centri sottili tramite perversione del funzionamento del corpo organico, in quanto il “linguaggio” tra corpo fisico e corpi sottili è biunivoco, viaggia in entrambe le direzioni. Il segnale che da fuori inseriamo dentro, tramite il cibo, è capace di raggiungere i corpi sottili, che la scienza ancora non ammette di “vedere”, o perlomeno di ammorbare, oltre al Colon, anche il sistema ghiandolare che, appunto, è preposto alla comunicazione con i corpi sottili, Chakra, etc.

Cerchiamo di rilassarci un attimo; chiudiamo gli occhi e percepiamo la composizione di un frutto, una mela biologica per esempio: è costituita da polpa e fibra, dolce, fresca, deliziosa al palato. Se la percepiamo nel suo percorso verso lo stomaco possiamo sentire come un senso proprio di freschezza, come se mentre “scendesse” pulisse il tratto percorso. Immaginiamo ora un boccone di formaggio. Cosa percepiamo? Sicuramente non la stessa freschezza, ma piuttosto un senso di lento trascinamento, come una lumaca senza guscio che si trascina giù a fatica pur in favore di forza di gravità. Già da questo sentire dovrebbe essere chiara l’enorme differenza globale fra un frutto naturale biologico ed un prodotto artificiale dell’uomo. Si perché il formaggio è un prodotto ottenuto tramite processo di lavorazione, ossia non esiste nello stato semplice in Natura. Stesso discorso per la carne, che dovremmo visualizzare come proveniente da un cadavere che viene smembrato; altro che delizia succulenta. Stesso discorso per i dolci; gli irresistibili dolcetti che fanno tanti scherzetti.

Dopo decenni di mala alimentazione, un quarantenne ad esempio, non dovrebbe pensare che un mese di nuova alimentazione sia sufficiente per risanarsi. La nuova alimentazione deve essere per sempre! Ma in questo caso ciò che è scritto nell’inconscio si ribella al nuovo input che, a livello di sola volontà, viene messo presto a tacere. Non a caso comunque al ritorno delle vacanze, in tv, ci propongono le più svariate forme di collezionismo inutile che esistano. Sanno benissimo come funzioniamo a livello di massa. 
Ma è meglio iniziare una collezione di tappi di sughero oppure una nuova modalità di Vita? 

 

martedì 30 marzo 2010

L'arte del dare del tu a Sorella Death.





Si legge oggi in “rete” la notizia che narra “dell'attore Dennis Hopper, provato dalla sua malattia incurabile, sulla Walk of Fame con parenti e amici”; quando ad ammalarsi è qualche persona “famosa” l’opinione pubblica si sofferma, un attimo di più del consueto, perché? Perché la notizia è particolare. Vedere personaggi così famosi che vivono la loro fase umana calante, li mette sullo stesso piano di ogni altro essere vivente. Ed ogni altro umano vivente comprende che davanti alla morte siamo tutti uguali. Tralascio le cattiverie che si possono giungere persino a pensare, perché mi interesso di altre dimensioni dell’essenza e non di “rumore di fondo”.

Da questo discorso si comprende meglio perché, questo piano esistenziale è “regolato” dalla morte. Qua, nulla è per sempre. E, data la nostra vera natura eterna, ad averne consapevolezza, dovremmo solo cercare di vivere una Vita ricca di esperienze edificanti. Ma, ad averne consapevolezza, rischieremmo solo di vivere una Vita di eccessi, data la nostra immaturità spirituale. È come se adesso qualcuno capisse di essere immortale: come si comporterebbe da questo momento in poi? È ancora troppo presto per essere liberati dalla ruota delle reincarnazioni, proprio per il fatto di non essere ancora all’altezza della situazione. La frase “da un grande potere derivano grandi responsabilità” è una verità che regola la lunghezza o il diametro del libero arbitrio. Queste persone “famose” che dimostrano a tutti di avere una “data di scadenza” sono come i Faraoni che, prima o poi, lasciavano il proprio regno esattamente come ogni altro loro suddito. 
L’attività regolatrice di sorella Morte è preziosa quanto l’attività innalzante di sorella Vita. 
Ogni aspetto che regola il Creato è una benedizione. Inutile cercare di contrastarlo perché “egli” è sicuramente opportuno. Gli sforzi della scienza per prolungare il più possibile la Vita umana sono solo dei riflessi illusori, perché noi siamo già eterni. Questo “sforzo” è solo uno specchietto per le “allodole”, il quale allontana la massa dalla comprensione di essere già quello che la scienza persegue. Quegli sforzi sono energia gettata al vento, in luogo di un suo utilizzo molto più edificante. È sempre l’Antisistema che incontriamo in queste pieghe melliflue del tessuto spazio temporale. Sempre gli stessi attori, anche impersonali, che regolano i flussi educativi di questa nave scuola terrestre. La grande cospirazione, che David Icke e molti altri mettono in risalto, è solo un detrito rimasto impigliato nelle maglie dell’evoluzione, il quale descrive solo una strada più lunga intrapresa e più difficoltosa che permette di comprendere frattalmente il livello dal quale siamo ripartiti dopo la “caduta”; un livello molto basso che indica probabilmente un buon “punto” di inversione. Diciamo che sotto ad un certo livello non si dovrebbe andare perché saremmo a rischio di estinzione. Proprio come in un grafico azionario, sembra che l’umanità abbia invertito il proprio trend secolare, infatti le divergenze negli “oscillatori” indicano il cambio di direzione pur in presenza di una parvenza illusoria di continuare a “scendere”. Esistono delle strade nel mondo che sembrano essere in salita ed invece si "corre" sempre più velocemente; andate a leggere in questo interessantissimo link cosa si dice a tal proposito.

Siamo immersi in un Universo ricco di meraviglie senza tempo, nel quale l’abbondanza è una caratteristica costante. È solo sulla Terra che vige l’illusione della scarsità totale. Quando scopriremo la nostra vera essenza, allora comprenderemo che il serpente tentatore ed Eva siamo sempre e solo noi. Abbiamo rinunciato solo temporaneamente al Paradiso, trasformandolo nel suo opposto. E ciò corrisponde ad “un altro giro di giostra” per dirla alla Tiziano Terzani.

Tornando al discorso iniziale, i mass media approfittano di questi annunci di personaggi famosi ammalati gravemente, per ricordare al mondo la propria ritenuta natura fallace; se anche uomini di questo “calibro” muoiono di “mali incurabili” allora siamo “fritti”, pensa la “massa”. Invece dovremmo interrogarci sulla totale inconsapevolezza che hanno certi uomini famosi che hanno vissuto, senza vivere, una intera Vita di superficiale bellezza, patinata e lucida come una strada illusoria. Io spero piuttosto che questi personaggi famosi siano dei coraggiosi che annunciano al mondo intero, con fierezza e naturalezza, il compimento della propria ora, secondo Natura. Ciò farebbe loro onore. Come diceva Cavallo Pazzo "oggi è un buon giorno per morire", ma solo se ci siamo preparati per tempo, allontanando la paura.

Un buon libro a tal proposito è "La prossima Vita" di Giorgio Cerquetti.

 

lunedì 29 marzo 2010

Le responsabilità per questo mondo alla rovescia, di chi sono?





Tra la “testa” che guida le aziende ed il “braccio” che esegue i “comandi” ci sono le persone. Le macchine non hanno ancora capacità alla Matrix, per cui sono ancora le persone che uniscono un input ricevuto dal loro “responsabile” all’azione, magari anche programmando una macchina. Gli uomini e le donne di “buona volontà” come si intende descriverli in termini persino religiosi. Già da queste poche righe si presentano i soliti “attori” che calcano le platee della società da secoli. Religione, business, controllo, tecnologia, uomini. Se alziamo lo sguardo ampliando il concetto di azienda, giungiamo ad abbracciare le multinazionali; veri e propri transatlantici dell’organizzazione umana del lavoro. Lavorare per una di esse è motivo di vanto, perché ci si sente internazionali, importanti o alla moda, soprattutto per persone abituate a vivere in piccoli centri, Milano compresa. 
 
In questi casi la “buona volontà” porta ad adempiere alla propria mansione in maniera impeccabile. 
 
Ma sino a che punto possono giungere le persone nell’adempimento degli incarichi assegnati? Il mondo è pieno di comparse umane, di tanti “attori in cerca di personaggio”. Sino a quale punto sono disposte a spingersi al fine di perseguire la propria “tranquillità” o “sicurezza” economica? Pensando al futuro come ad un buco nero, le persone cosa possono riuscire a fare, a sacrificare della propria integrità morale ed etica? Possiamo tranquillamente inorridire di fronte all’evidenza che ogni attimo della storia conosciuta o non conosciuta, sia stato “registrato” da esseri umani. Le più grandi guerre, stragi, soprusi, violenze, abomini, genocidi, etc. sono stati compiuti da esseri umani. Come potrebbe essere altrimenti! No? Dunque; le organizzazioni segrete di ogni tipo sono costituite da esseri umani, i centri di potere, la materia grigia che si annida nell’oscurità, i militari, i pirati, le orde barbariche, i politici corrotti, gli uomini al comando delle grandi aziende, ogni “parte” del copione è ricoperta da esseri umani. 
 
Da ciò si evince che l’uomo è l’artefice del proprio destino, perché è solo l’uomo che ha il potere di “fare” ad un certo livello. Mantenendo fuori da questo discorso le “interferenze” aliene che, comunque, agiscono ancora e sempre sull’umanità, è l’umanità stessa che deve commutare la propria polarità esistenziale. Gli uomini delle SS di Hitler uccidevano a sangue freddo degli innocenti, come se si trattasse di eliminare un pelo superfluo. Uomini che uccidevano altri uomini. Attori che interpretavano una parte a loro assegnata da un serie di variabili ponderate. Cosa sarebbe successo se quegli uomini delle SS si fossero rifiutati di eseguire gli ordini? Sarebbero stati uccisi a loro volta, ma da chi? Da altri uomini pronti a farlo. Perché? 
 
Per paura e lucida follia. 
 
E probabilmente anche per una programmazione ricevuta in tanti anni di addestramento folle. Quello che mi preme evidenziare è che si tratta sempre di uomini. Uomini che sono stati bambini. Bambini che sono cresciuti in ambienti, dove i loro genitori hanno permesso che certe cose accadessero. La popolazione tedesca che visse a cavallo delle due guerre mondiali, permise ad altri uomini di indottrinarli come docili automi. Perché la storia deve sempre incolpare qualcuno, lasciando fuori da ogni responsabilità la popolazione? La innocente popolazione che subisce da millenni un potere sempre più imperante. Quella popolazione che oggi vive nella massima illusione possibile, convinta di essere libera
 
L’umanità è responsabile quanto Hitler, ad esempio, dello scempio di un teatro da sempre addobbato con fondali da guerra. 
 
Siamo tutti responsabili di ciò che è accaduto e che accade. L’Antisistema ci ha persino convinti che le “colpe” sono sempre di pochi individui, capri espiatori, o di società segrete che possono fare tutto quello che vogliono. Col piffero! Senza la nostra “autorizzazione” nulla potrebbero. Noi, tutti insieme, esprimiamo un potere senza eguali. Noi siamo i veri responsabili di un mondo maciullato dalle nostre paure. Paure che hanno creato i mostri esterni che possiamo vedere ed incolpare. Come al solito si punta al sintomo. Come al solito il cane si morde la coda.
 
Chi si sente responsabile per lo scempio umano? E chi si sente responsabile cosa fa concretamente?
 
Le “piccole cose” hanno valenza esponenziale: perché non partiamo da quelle piccole cose? Come ad esempio modificando le nostre abitudini alimentari. Troppo poco? Sicuri? Pensiamo a questi nomi: Coca Cola, Nestlè, Mc Donald’s, solo per fare i primi 3 che mi vengono in mente. Aziende globali che contribuiscono a “drogare” miliardi di individui che accettano di interpretare la parte dei dediti al sapore, al gusto, al profumo di invitanti prodotti immondizia
 
Ormai lo sappiamo tutti. 
 
Eppure non ce la facciamo ad eliminarli dalle nostre tavole. Partiamo da qua! E non dal pretendere di fermare le guerre o la fame nel terzo mondo. Partiamo dalle piccole grandi cose. Le aziende sono fatte di uomini e donne, sono fatte da noi. Perché maledire l’amministratore delegato della Coca Cola, quando egli è uno e i dipendenti che lo assecondano sono decine di migliaia? Non si fa nulla perché quelle persone perderebbero il posto di lavoro? Ma andiamo! 
 
Ogni scusa è buona per non rinunciare ad una barretta di cioccolato, un hamburger, una bibita gassata. 
 
Non nascondiamoci dietro all’evidenza. Siamo tutti noi che facciamo “tendenza”. In un mondo di astemi non si venderebbe vino. In un mondo di drogati la droga sarebbe non drogarsi. Ricordiamoci che siamo stati riprogrammati ad una funzione di inversione delle “cose”. È tutto alla rovescia. Capendo questo sappiamo quale è la nostra originale “tendenza”: quella di vivere nella “Luce”.
Siamo qua, appunto, per capirlo…