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sabato 4 settembre 2010

Un Anello per domarli, una Bussola per trovarli.





Lasciamo parlare intuito, linguaggio sincronico, vuoto, intenzione:

La trilogia Queste oscure materie (His Dark Materials) è stata scritta da Philip Pullman ed è composta da tre volumi: La bussola d'oro, La lama sottile, Il cannocchiale d'ambra. Sono tre romanzi del genere fantasy che costituiscono un'unica vicenda narrativa. La trilogia trae il suo titolo da un verso del Paradiso Perduto di John Milton. Il brano posto all'inizio de La bussola d'oro recita infatti:
 
“In quel selvaggio abisso,
Grembo della Natura e, forse, tomba,
Che non è mare o sponda, aria né fuoco
Ma lor cause pregnanti in sé commiste
Confusamente, in una lotta eterna,
Se il Fattore Possente non costringe
Queste oscure materie a farsi mondi,
Nell'abisso selvaggio, cauto, Satana
Sostava all'orlo dell'inferno, e vide,
E ponderò il viaggio...”
 
Fonte: Wikipedia

“Ci sono molti Universi e molti mondi, paralleli l’uno all’altro. Mondi come il vostro, in cui l’Anima delle persone vive all’interno dei loro corpi. E mondi come il mio, in cui essa ci cammina accanto, come animale spirito che chiamiamo… Daimon

Tanti mondi, ma a collegarli tutti è la Polvere… Nel mio mondo gli accademici inventarono un Aletiometro, una Bussola d’Oro che mostrava tutto ciò che era nascosto. Ma il potere regnante (Il Magisterium), temendo qualsiasi verità oltre alla propria, distrusse questi strumenti e proibì ogni accenno alla Polvere… 

Gli accademici ancora rifiutano di consegnare l’ultimo Aletiometro e ora hanno concesso ad Asriel tutti i fondi necessari. Se riuscirà a provare l’esistenza di tutti questi altri mondi verranno contraddetti secoli di insegnamenti. Ci saranno sempre liberi pensatori ed… eretici! 
 
A meno che noi non affrontiamo il problema alla radice.
 
Per questo il lavoro della signora Colter è così importante. Quali progressi ha fatto? 
I dottori a Bolvangar sono sul punto di perfezionare l’inoculazione contro gli effetti della… Polvere.
Sono sollevato nel sentirlo. Se possiamo proteggere i nostri figli dalla corrotta influenza della Polvere prima che i loro Daimon si stabilizzino, allora alleveremo una generazione in pace con se stessa. Una che non metterà nuovamente in discussione la nostra autorità. Lo dobbiamo ai giovani!...

Non temere cara! È soltanto un taglietto. Vuoi diventare grande? È così che diventi grande!

Parlando del progetto originario che vedeva La Bussola d'oro come primo film di una trilogia, e quindi dei possibili sequel, Craig afferma, con sincero dispiacere:
Credo proprio che sia stato accantonato. E' un peccato che il suo aspetto anti-religioso lo abbia danneggiato negli Stati Uniti. Basterebbe trascorrere cinque minuti con Philip Pullman per capire che non ha nessun problema con le religioni, ma solo con quelle organizzate.  
 
La trilogia è composta dai libri:
  • La bussola d'oro (Northern lights, 1995)
  • La lama sottile (The Subtle Knife, 1997)
  • Il cannocchiale d'ambra (The Amber Spyglass, 2000)
Successivamente, Pullman ha pubblicato i due racconti:
  1. La Oxford di Lyra (Lyra's Oxford, 2003)
  2. C'era una volta al Nord (Once Upon a Time in the North, 2008)
Per il 2010 è previsto un ulteriore volume, intitolato The Book of Dust ("Il Libro della Polvere").
Fonte: Wikipedia

Il film ha suscitato, come già il libro, vivaci reazioni negli ambienti cattolici, stante l'evidente ed incontestata allusione alla chiesa cattolica rappresentata dal Magisterium e dal relativo culto dell'Autorità, pure meno esplicita nella versione cinematografica.”
Fonte: Wikipedia

“Il nome Asriel potrebbe derivare dall'ebraico Azrael, l'angelo della morte, che, nella tradizione ebraica e musulmana separa l'anima dal corpo quando si è in punto di morte; il nome Azrael, sebbene erroneamente, è stato associato a Satana e alla Demonologia. In alternativa, Asriel potrebbe essere l'anagramma di Israel, il nome conferito a Giacobbe nella Bibbia (letteralmente: "Colui che ha combattuto con Dio"). Entrambe le interpretazioni riflettono la battaglia contro l'Autorità sostenuta da Lord Asriel nel corso dell'intera trilogia”.
Fonte: Wikipedia

Cosa ci leggo?
  • Polvere = capacità nativa ed unica di connessione tra tutte le cose
  • Magisterium = Antisistema o meglio, porzione di Antisistema; coloro che tengono nascosto
  • Inoculazione = divisione, separazione del corpo dall’Anima; modifica del punto d’osservazione percepito, taglio, isolamento dalla condizione divina ed eterna. Come risolvere il “problema alla radice allevando generazioni in pace con se stesse”
  • Aspetto anti-religioso = evidenziazione del potere oscurante delle religioni
  • Asriel = colui che ha combattuto con Dio

È solo fantasia? E perché allora viene bloccato il progetto cinematografico? Hanno permesso che venisse proiettato “Il Codice Da Vinci” e tanti altri film. Perché questo no? Anche se penso che sia solo una questione di tempo.

Merita però una attenta linea di osservazione. E comunque esprime ancora una volta quella verità nascosta alla luce del Sole che si appella Antisistema.

Ma cosa emerge ancora da questa veloce disamina?

“Israel, il nome conferito a Giacobbe nella Bibbia (letteralmente: "Colui che ha combattuto con Dio")”.

Il termine “combattuto” cosa centra in un discorso prettamente religioso? Può essere un errore di traduzione? Nulla è per caso. Il nesso più forte che sento è verso le traduzioni delle tavolette Sumere ad opera di Sitchin, nelle quali si narra degli Anunnaki, dei “Giganti”, i Nefilim, coloro che “scesero dal cielo”, entità extraterrestri che ci fecero a loro “immagine e somiglianza”. Questi “Dei” erano sempre in guerra tra di loro. Probabilmente Giacobbe era della stirpe dei “Lulu”, dei lavoratori alle miniere d’oro creati geneticamente proprio per farlo, e probabilmente si era schierato dalla parte di “Dio” allorché scoppiò una grande guerra tra “divinità”, e sempre probabilmente vinse con il suo  “Dio”.

Tutto ciò mette in evidenza l’interferenza aliena nei “piani” biologici ed evolutivi di ciò che doveva succedere sulla Terra.

“Con il sudore del tuo volto mangerai il pane; finché tornerai alla terra, perché da essa sei stato tratto: polvere tu sei e in polvere tornerai” (Genesi 3, 19)

Dio plasmò l’uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l’uomo divenne un essere vivente” (Gen 2, 7)

Verità e corruzione vivono insieme come nel simbolo del Tao. I "secoli di insegnamento" hanno solo confuso la matassa della verità. Siamo stati "divisi" e fatti precipitare nell'incomprensione, il cui frattale è l'utilizzo del linguaggio! 

Ma come dice Lord Asriel: "Il Magisterium ha i giorni contati".

 

giovedì 19 agosto 2010

Ka mut e Mer Ka Ba.





La faccio “breve” :) Vorrei scrivere del Kamut, ma senza riportare i soliti agganci “accademici” al cosa sia, cosa contenga, da dove arrivi, le polemiche attuali e compagnia bella; tutte informazioni che si possono tranquillamente trovare su internet, interrogando un motore di ricerca. 

No, mi interessa introdurre il Kamut per arrivare ad altro

Lo faccio perché sono portato a farlo da “qualcosa” e lo faccio utilizzando tutta la mia imperfezione e ignoranza. L’importante non è fornire informazioni accettate dagli studiosi, in quanto non esiste la possibilità di accertare le fonti, i significati, etc. L’importante è esprimere ciò che si evidenzia personalmente dal cuore, dalla “voglia” di esprimere una propria verità, che brillerà in risonanza con i vostri campi energetici in eventuale risonanza.  

Il termine Ka-mut è un marchio registrato. Un “sigillo” moderno a tutela della qualità di questa varietà di grano Khorasan che, si dice, derivi da una manciata di chicchi ritrovati in una tomba egizia. Il Ka-mut, dunque, sembra possedere la purezza e la “ricchezza” nutrizionale e spirituale di una varietà, sconosciuta, di grano dell’antichità. L’azienda americana che lo produce ha eretto una vera e propria “barriera” tra sé ed il mondo, una sorta di rete protettiva oppure un’opera ben studiata di marketing globale? Il Ka-mut viene coltivato secondo il metodo dell’agricoltura biologica. Il marchio, dice l’azienda, è una garanzia di elevata qualità.

Perché ci hanno tenuto così tanto a “proteggerlo”? Occorre decidere da che parte “schierarsi” al fine di non nutrirci invece di dubbi.

Dunque, viviamo in un “reame” a stretto monopolio dell’Antisistema; un “ecosistema” completamente controllato e drogato ad hoc per mantenerci sotto “incantesimo”. Perché quella protezione dunque? Business puro? Come, per intenderci, la ricetta segreta della Coca Cola, annidata nell’ampia categoria autorizzata degli “aromi naturali”?

Nella nostra famiglia ci si nutre di Ka-mut da qualche anno, dunque, possiamo “parlare” per diretta osservazione degli effetti su noi stessi. Cosa dire? Che stiamo molto bene. Il prodotto è anche più buono dei suoi diretti “antagonisti” e ciò non guasta affatto. Il processo di depurazione dei nostri corpi è evidente, ma quanto l’utilizzo anche del Ka-mut ha contribuito a migliorare la nostra salute e benessere psicofisico? Penso, anzi “sento” di dover ringraziare i principi attivi e passivi di questo prodotto. Per cui decido di credere anche all’azienda produttrice. Alcune note di fondo, un po’ più stonate” sono queste:
  • in ottica di “decrescita” il suo utilizzo non è il massimo, in quanto viene coltivato solo in alcuni Stati degli USA e del Canada, per cui viene del tutto importato e percorre molti chilometri prima di raggiungere le aziende italiane che si occupano di lavorare i chicchi
  • sulle confezioni di prodotto finito viene impresso il consueto codice a barre che permette di gestire le movimentazioni della merce in maniera automatica. Tale codice a barre, come avremo modo di vedere prossimamente in un articolo apposito, è tossico! Per cui ecco, forse, una prima traccia di Antisistema nel processo, oltre al processo di lavorazione dei chicchi, di trasporto, di stoccaggio, etc.
La parola Ka-mut deriva da termini antichi e per almeno un millennio anche dimenticati. Infatti è “solo” nel 1822 che Champollion torna a decifrare l’antica lingua dei geroglifici, insabbiata nell’indifferenza, insieme alla propria cultura e civiltà. A questo sito  è meraviglioso leggere la breve Vita di questo uomo predestinato. Grazie a lui il mondo ha recuperato una parte di sé dimenticata. A sua volta la lingua egizia fa ricorso all’utilizzo di termini molto più antichi, che permettono di risalire all’epoca dei Sumeri,  di cui Sitchin ci ha narrato Vita, Morte e miracoli. Cosa significano, presumibilmente, questi due termini uniti insieme?

Ka
Principio di vita e di potenza il ka è la forza vitale mantenuta tramite il nutrimento, supporto della vita fisica e spirituale.

È  in grado di conservare i ricordi e i sentimenti della vita terrena. Cresce con l'uomo (oppure con il dio) e non lo abbandona mai… Il Ka conduce nella vita terrena un'esistenza indipendente, è impalpabile e può superare ogni ostacolo del mondo sensibile.
Il termine Ka, indicava la forza vitale di ciascun individuo. Con caratteristiche individuali molto marcate, costituisce il temperamento e l'insieme delle qualità degli esseri viventi.
I più recenti studi condotti considerano non adeguata la traduzione come spirito o doppio. Il concetto di Ka può essere messo in relazione con il genius latino ed il daimon greco. Esso si trasmette di padre in figlio e quindi appartiene, usando termini moderni, al patrimonio genetico ereditario di un uomo… Le linee diagonali delle piramidi sono allineate con i punti cardinali perché così si pensava che il "Ka" del defunto potesse andare dovunque.
È in grado di conservare i ricordi e i sentimenti della vita terrena. Numerosi sono i nomi egizi composti da Ka, spesso in riferimento al dio Ra, ad esempio Neferkara (Bellissimo è il Ka di Ra), Userkara (Potente è il Ka di Ra), Maatkara (Giusto è il Ka di Ra). Secondo Giacomo Borioni e Friedrich Junge il "Ka" è la personalità dell'individuo, l'anima personale.

Mut
Il valore fonetico mwt, che vuol dire anche "madre", Mut era ritenuta la grande, potente e divina madre di tutti gli esseri viventi, grande maga, signora del cielo e l'occhio di Ra.

È per me “utile” considerare la “grande madre”, dal punto di vista umano, come la Madre Terra.

Dunque: Il nome deriva da Ka’ moet che, nella lingua egizia antica, significava "anima della terra".

Fonte: Wikipedia

Anima della Terra, ma non solo, per analogia frattale, anche Anima di ognuno di noi. Da ciò mi permetto di considerare questo principio attivo contenuto in questa variante di grano, come un vero e proprio influsso di Vita fisica e spirituale nel corpo che lo ingerisce e che lo “accoglie”. Ricordo infatti che, soprattutto nei tempi passati, si era soliti “ringraziare” prima di mettersi a mangiare; ciò testimonia come anche una certa predisposizione d’animo al ricevimento di un nutrimento tanto importante, fosse necessaria per “meritarsi” un qualcosa di molto speciale contenuto insieme al cibo

Non sottovalutiamo questa componente di “preparazione” al ricevimento. 

Essa non descrive il meccanismo della preghiera a "qualcuno" o "qualcosa" di non ben precisato che, come abbiamo visto in un paio di articoli, non è adatta per mantenere a sé le proprie energie, in quanto le si delega alla “divinità” chiamata in causa. Bensì, questo atto di compassione soprattutto verso di sé come unità inserita in un tutto che non ci “dimentica” mai, descrive proprio il principio del ricordo del sé, di chi si è; descrive il principio eterno del rinnovamento e della memoria, del senso dello stare in Terra, di un aggancio multidimensionale a cui non possiamo venire meno.

Questo nutrimento riscoperto dalle sue “ceneri” che, paradossalmente, sono uscite da un simbolo di Morte, come una tomba, che ha saputo custodire il “messaggio contenuto in essa per gli uomini di un tempo che sarebbe giunto più tardi”, secondo il mio personale sentire è tra quanto di più “vicino” agli antichi ci possa essere. Il grano, per questa ampia area di mondo, ha sempre significato poter sopravvivere alle “angherie” di un paesaggio torturato dalla violenza dell’uomo, condotto per mano dalle divinità del tempo allo scontro continuo. Infatti nelle cronache riportate alla luce da Sitchin, traducendo le tavole in argilla Sumere, in merito al Diluvio Universale si riporta l’origine “divina”, ossia geneticamente modificata e selezionata, delle specie più diverse di grano, cereali, etc.:

Il diluvio fu un’esperienza traumatica per il genere umano, ma non tutti gli uomini e gli animali morirono; i Nefilim, ridiscesi sulla Terra, capirono che per sopravvivere avevano bisogno che l’uomo sopravvivesse e cosi lo aiutarono insegnandogli l’arte dell’agricoltura e dell’allevamento. Molti scienziati studiando l’origini dell’agricoltura sono giunti alla conclusione che la sua “scoperta” da parte dell’umanità, avvenuta circa 12.000 anni fa, è da mettere in relazione con la mitezza climatica che seguì la fine dell’ultima era glaciale, ignorando le informazioni che derivavano da testi biblici e sumeri che ne indicavano l’inizio con la fine del Diluvio. "Noè fu il primo contadino, e piantò una vigna". Egli divenne dunque il primo agricoltore dell’era post-diluviana, il primo ad impegnarsi volontariamente in quella complessa attività. Gli studiosi moderni, tuttavia, hanno appurato che la pratica agricola comparve si per la prima volta nell’area medio-orientale, ma non, come ci si aspetterebbe, nelle fertili pianure e vallate della regione, bensì tra le montagne che orlavano a semicerchio le pianure. Perché questi primi agricoltori si concentrarono nelle zone montuose, certamente meno agevoli? L’unica spiegazione plausibile è che, al tempo in cui nacque l’agricoltura, le terre basse non erano abitabili perché risentivano ancora dei postumi del Diluvio; difatti la Genesi dice: molte generazioni dopo il Diluvio, genti provenienti “da est” - cioè le regioni montuose a oriente della Mesopotamia - "trovarono una piana nella terra di Shin’ar [Sumer] e vi si insediarono".
Gli studiosi hanno ormai accertato che l’agricoltura nacque con l’addomesticamento di un cereale selvatico dal quale si ricavarono frumento e orzo; tuttavia non riescono a spiegarsi come mai già i primi cereali (per esempio quelli trovati nella grotta di Shanidar) fossero già uniformi e altamente specializzati.
La natura richiede migliaia di generazioni di selezione genetica perché una specie possa acquisire un livello minimo di sofisticazione; in questo caso, invece, non c’è alcuna traccia di un processo graduale e prolungato. Si tratta di una sorta di “miracolo” di genetica botanica, spiegabile solo se accantoniamo il concetto di selezione naturale e pensiamo invece a una manipolazione artificiale. La spelta, un tipo di frumento a grano duro, rappresenta un mistero ancora più grande. Essa è infatti il prodotto di “una strana mescolanza di geni botanici”, non deriva dallo sviluppo di un’antica fonte genetica, né da una mutazione di essa: è proprio il risultato di un miscuglio di geni provenienti da diverse piante. Un discorso analogo vale anche per gli animali: come è possibile che l’uomo, in poche migliaia di anni, sia riuscito a modificare cosi profondamente gli animali attraverso l’addomesticamento? Gli studiosi moderni non sanno risolvere questi enigmi, né, più in generale, sanno spiegare come mai il semicerchio montuoso dell’antico Medio Oriente divenne una fonte di varietà sempre nuove di cereali, piante, alberi, frutti, ortaggi e animali domestici. I Sumeri, come al solito, avevano una risposta: i semi erano un dono mandato sulla Terra da Anu.
 
Fonte: “Il Pianeta degli Dei” - Z. Sitchin


Il “dono degli Dei” garantiva loro eterna gratitudine da parte del genere umano che si rifondava dalle proprie ceneri. Gratitudine espressa attraverso l’atto della preghiera, tramite il quale, essi tornavano a ricevere energia “fine” o sottile, direttamente processata dalle individualità e dalle masse umane. Dal chicco selezionato all’energia selezionata. Un perfetto ciclo che sino a quando ha retto, ha garantito lo sviluppo di una età dell’oro per l’umanità. Ciclo interrotto dalla “corrosione”, dalla lenta “combustione” interna a cui le divinità erano soggette stazionando sulla Terra, al proprio campo gravitazionale, alle condizioni energetiche ivi presenti, etc.

Queste divinità che sono ricordate ad ogni latitudine culturale umana, persino nella Bibbia, potevano volare, muoversi a grande velocità, elevarsi verso l’alto. Ma quanto di tecnologico è connesso a queste descrizioni? Io credo che esistessero sia forme meccaniche di velivoli, sia forme spirituali, a seconda dell’entità a cui facciamo riferimento. A tal proposito estendiamo il concetto legato al termine Ka, il quale è inserito nella parola composta MER-KA-BA.
 
Cosa significano e cosa identificano questi tre termini insieme?   

Tutti noi siamo dotati di un corpo fisico, uno mentale e uno emotivo, ciascuno di questi corpi possiede una forma a tetraedro. Sono tre campi energetici identici e sovrapposti uno all'altro, l'unica differenza che c'è tra loro è che, solo quello legato al corpo fisico è fermo, cioè non ruota

La Merkaba è creata dalla controrotazione dei campi di energia (le stelle tetraedro). 

La Stella Tetraedro mentale è di natura elettrica e maschile, e ruota verso sinistra. La Stella Tetraedro emotiva e di natura magnetica e femminile, e ruota verso destra. Il legame che comprende lo spirito, il cuore e il corpo fisico, secondo una ratio geometrica particolare, e una velocità critica crea la Merkaba.

 
Stella Tetraedro.
  
La Stella Tetraedro è formata da due tetraedri che si intersecano in modo da formare une sorta di stella di Davide dall'aspetto tridimensionale. I due tetraedri intersecati rappresentano le due energie, maschile e femminile in perfetto equilibrio. Esiste un tetraedro intorno ad ogni cosa, non solo ai nostri corpi.
La parola Mer-KA-Ba è composta da tre parole. "Mer", indica i campi di controrotazione della luce. "Ka", lo spirito. "Ba", il corpo o la realtà.

Quindi la Merkaba indica un campo di controrotazione della luce che comprende il corpo e lo spirito ed è un veicolo spazio-temporale. E' l'immagine attraverso la quale vengono create tutte le cose, una serie di schemi geometrici che circondano i nostri corpi. L'immagine inizia alla base della colonna vertebrale, piccola quanto le 8 cellule originarie dalla quale i nostri corpi fisici sono creati. Da quel punto si estende per circa 16 metri di diametro. La sua prima forma è una stella tetraedro, poi un cubo, una sfera ed infine una piramide intrecciata.

 
Una volta che saprete come attivare i campi di controrotazione di luce, potrete usare la vostra Merkaba per viaggiare attraverso l'universo

 
Nell’immagine di testa è visualizzata una MerKaBa realizzata!

 
Questa ultima immagine ci porta ad una importante riflessione: "questa è la classica forma a disco volante, infatti la tecnologia dei dischi volanti si basa sullo stesso principio di controrotazione dei campi energetici. Come è anche vero che alcuni avvistamenti UFO non si riferiscona a macchine volanti ma bensì a vere e proprie entità energetiche extradimensionali".
Fonte: http://web.infinito.it/utenti/g/gianluigi27/merkaba/merkaba.htm

Dunque? Ecco il messaggio « intimo » contenuto per noi nel nutrirci attraverso una alimentazione ancora vicina a quella originaria o “pura”; decodifichiamolo meglio:
  • controllo dell’alimentazione, ossia, attenzione a quello che ingeriamo
  • la qualità del cibo è indice di una purificazione che precede un risveglio del nostro lato divino simboleggiato dalla padronanza di sé, del ricordo di sé
  • il ricordo di sé conduce alla riscoperta del veicolo multidimensionale che ci ha condotti in Terra, la MER KA BA.
  • Il veicolo di luce  che, opportunamente "modificato", sarà capace di ricondurci a “casa” dopo avere adempiuto alla missione in Terra
Nell’atto della nutrizione è insito il rispetto e il senso… in attesa di tornare a nutrirci di Luce, una volta che i nostri corpi cristallini di quinta dimensione saranno pronti a riceverla. Ogni “cosa” a suo tempo…  
  
 

venerdì 23 luglio 2010

Le strane analogie "aliene" fra Barks e Sitchin.




Devo molto a Zecharia Sitchin. Nel marzo 2006 il suo libro “Il pianeta degli Dei”, giunse a me in maniera inaspettata, cambiando per sempre la mia Vita. 

Grazie a questa preziosa “chiave di ricerca” mi sono imbattuto in una “versione” che non conoscevo di me stesso; una versione molto spirituale che, una certa modalità di Vita aveva provveduto a velare sotto pesanti coltri di “oblio” o di spossatezza energetica. A quel tempo non molto lontano, pensavo che non ci fosse più nulla da “scoprire” nel mondo e che scienziati, ricercatori, esploratori, etc. avessero già provveduto a compiere il “lavoro” che mi sarebbe tanto piaciuto svolgere.

Mi sbagliavo, allo stesso modo di come, nel Medioevo, ritenevano di avere compreso ogni “cosa”.

Mi accorsi che la “Terra non era piatta” ed iniziai ad aprire gli occhi. Però paradossalmente questo “lavoro” non mi portò a viaggiare geograficamente, ma bensì ad intraprendere un itinerario di riscoperta del mio essere. Non mi è affine usare il termine “profondità”, in un simile contesto, in quanto esprime un concetto monodirezionale e “piatto”, proprio come la nostra Anima non è dentro di noi ma in ogni ambito: il fuori ed il dentro non trovano riscontro a questo livello del cammino e della comunicazione basata su un linguaggio vibrazionalmente povero di significato e distaccato, distorto nella possibilità di comprendere e comprendersi.

L’opera di Sitchin ha costituito il trampolino per la mia “ricerca”, e adesso torna con la pubblicazione del suo ultimo libro “Quando i giganti abitavano la Terra”, edito da Macro Edizioni. Ecco ciò che si può leggere nella mail di presentazione giunta ieri:

“Fin dal suo primo libro, Il Pianeta degli dei, Zecharia Sitchin afferma che gli Elohim biblici che dissero "Creiamo Adamo a nostra immagine e somiglianza" siano stati gli dei della Sumeria e di Babilonia, gli Anunnaki giunti sulla Terra dal loro pianeta Nibiru. Secondo Sitchin, Adamo fu geneticamente progettato circa 300.000 anni fa, quando i geni degli Anunnaki vennero uniti a quelli di un ominide.
Poi, secondo la Bibbia, vennero celebrati matrimoni misti: sulla Terra abitarono i Giganti, che presero in moglie le discendenti di Adamo, dando alla luce "uomini eroici", figure che l’autore riconduce ai semidei delle tradizioni sumere e babilonesi, tra cui il famoso re mesopotamico Gilgamesh, colui che rivendicò il diritto all’immortalità e Utnapishtim, l’eroe babilonese del Diluvio.
 
Ma allora tutti noi discendiamo da semidei? 
 
In questo avvincente libro, che rappresenta la summa della sua opera, Zecharia Sitchin procede passo dopo passo attraverso l’analisi di un’enorme quantità di antiche scritture e manufatti, accompagnando il lettore alle tombe reali di Ur e alla stupefacente conclusione che le due tombe più straordinarie siano state l’ultima dimora di una coppia di divinità Anunnaki.
Sitchin rivela inoltre una fonte di DNA che potrebbe dimostrare la veridicità dei racconti biblici e sumeri, fornendo la prova fisica definitiva della presenza aliena sulla Terra in passato e un’opportunità scientifica senza precedenti di rintracciare "l’anello mancante" nell’evoluzione del genere umano, svelando i segreti della longevità e perfino il mistero fondamentale della vita e della morte”.
 
Il pensiero scaturente dalla Vita laboriosa e passionale di questo autore, è quantomeno simile ad un bisturi laser, in grado di aprirsi varchi nelle foreste intricate delle nostre menti occupate sempre a “fare altro”.

Ecco cosa mi è successo, qualche giorno fa, nauseato dal gran caldo afoso della mia zona. Sprofondato nel “caldo” divano di casa mia, ho notato un fumetto celebrativo della serie “La grande dinastia dei Paperi”, una collana delle “più belle storie Disney di tutti i tempi” che veniva venduto, qualche anno fa, insieme al Corriere della Sera. Il numero che avevo in casa era il primo, quello relativo all’anno 1950 e l’autore citato, perno dell’intera collana, era il grande Carl Barks, soprannominato “l’uomo dei Paperi”:

“Carl Barks ha raccontato umori, sentimenti e concetti universali a milioni di lettori: un intero mondo immaginato nel chiuso della sua stanza da lavoro, come aveva fatto Emilio Salgari”.
 
Barks inizia a “scrivere” fumetti all’età di 42 anni, proprio come me. :)

Egli crea alcune figure leggendarie del mondo Disney, come:
  • Paperopoli
  • Paperon De’ Paperoni
  • Gastone Paperone
  • Le Giovani Marmotte
  • La Banda Bassotti
  • Archimede Pitagorico ed il suo assistente Edi
  • Rockerduck
  • Amelia
Ma a pagina 11 del primo numero cosa possiamo leggere? Ecco l’esatta citazione che mi ha letteralmente fulminato, mentre stancamente estenuato dall’afa e dalle zanzare, sprofondavo negli inferi del tempo circolare:

“Quando gli si presenta l’occasione, con ironia Barks ridimensiona in modo drastico persino la leggenda del Walhalla, dimora celeste del dio Odino, che per Barks sarebbe un pianeta, la cui orbita spesso si avvicina in modo preoccupante alla Terra, e che risulta popolato da divinità greche, latine e scandinave. Lo smitizzante “Uomo dei Paperi” rivela che queste figure sono in realtà alieni dai discutibili poteri, nemmeno in grado di arrestare la corsa distruttiva del loro pianeta, ma che – all’epoca – furono divinizzati dai terrestri”.
 
Ebbene? È necessario che prosegua nell’evidenziare la pazzesca analogia con l’opera di Sitchin? Tra l’altro che giunge a noi, tramite Barks e tramite lo scanzonato fumetto, molto prima delle “scoperte” di Sitchin.
Walt Disney era molto di più di quel geniale creativo che noi tutti conosciamo; era un profondo conoscitore della storia umana e Barks, come molti altri della sua “corte”, probabilmente, lo era in maniera altrettanto “efficace”. Le loro opere si sono riversate e duplicate a milioni nel mondo, giungendo a colpire la fantasia e l’immaginazione di vaste platee di ragazzini e non solo. 

Cosa circola di subliminale in queste opere dell’ingegno fantasioso dell’uomo? 

Nemmeno in questo ambito esiste il caso; di quale “colore” possiamo disegnare il mondo Disney?

 

mercoledì 20 gennaio 2010

La "Storia" sottosopra di Sitchin.






Oggi ho letto un e-book, liberamente scaricabile al seguente link: I Primi Passi verso la Ricchezza Vera 2
Sono 68 pagine di un’opera più grande, in 5 “capitoli”, di cui questo è il secondo. Ebbene, meraviglia delle meraviglie, mi sono imbattuto nella storia del mondo raccontata, o meglio tradotta, dalle tavolette Sumere ad opera di Zecharia Sitchin, un eminente autore, secondo me, oppure uno “pesudoscienziato” secondo quanto riporta Wikipedia:

"Zecharia Sitchin (Baku, 1922 [1]) è uno pseudoscienziato e scrittore azero. È autore di numerosi libri di divulgazione sulla cosiddetta archeologia misteriosa o pseudoarcheologia, ed è un sostenitore della "teoria dell'antico astronauta" come spiegazione dell'origine dell'uomo. Le controverse teorie di Sitchin, basate sulla sua personale interpretazione dei testi sumeri, sono considerate pseudoscienza dalla comunità scientifico-accademica, ma registrano un buon seguito nell'ambito della letteratura popolare. Egli attribuisce la creazione dell'antica cultura dei Sumeri ad una razza aliena, detta Nefilim (in ebraico) o Annunaki (in sumero), proveniente dal pianeta Nibiru, un ipotetico 12º pianeta del sistema solare dal periodo di rivoluzione di circa 3600 anni presente nella mitologia babilonese. Sitchin afferma anche che in corrispondenza della fascia principale degli asteroidi del sistema solare si sarebbe trovato anticamente un pianeta che i Sumeri chiamavano Tiamat che sarebbe previsto dalla formula di Titius-Bode. Il punto di vista di Sitchin non è comunque supportato da alcuna evidenza scientifica e la teoria non viene considerata attendibile per via dell'assenza di prove a sostegno, sia dal punto di vista linguistico che dal punto di vista scientifico. Le teorie di Sitchin andrebbero secondo alcuni nella categoria del creazionismo non-religioso, ma lo stesso Sitchin riporta nei suoi testi nozioni di Evoluzione teistica (cioè Dio avrebbe creato l'Universo col Big Bang e in futuro giudicherà le creature col Giorno del Giudizio), sebbene egli sostenga che l'uomo sarebbe frutto di esperimenti di ibridazione genetica con specie terrestri condotti da alieni".

Wikipedia rappresenta un ottimo riferimento sino a quando ci si limita allo “scibile” ufficialmente riconosciuto dall’Antisistema; oltre a questo limite, l’enciclopedia libera si dimostra non più tale. Non è difficile  prendere in “castagna” i contenuti offerti da questo prezioso servizio gratuito, quando lo si mette alla prova con autori e testi ritenuti perlomeno sconvenienti dalla “normale” struttura del pensiero dominante. A parte questo discorso, torniamo a bomba a ciò che stavamo analizzando, ossia l’opera di Sitchin. Ebbene nel marzo 2006 m’imbattei in un suo libro, proprio mentre mi imbevevo di input commerciali tra gli scaffali più diversi di un supermercato, che doveva cambiarmi la Vita. Quel libro era “Il pianeta degli Dei” nella sua versione tascabile ed economica e scontata. Copertina nera, formato piccolo, anonimo, in una sola copia gettata tra gli altri libri. Una sola copia che attirò la mia attenzione. Lo presi e lo iniziai a sfogliare. Mi accorsi subito che mi trasmetteva qualcosa in profondità. Penso che il sincrodestino mi stesse parlando attraverso quel libro. Lo comprai e non fui più lo stesso Davide di prima della lettura. Il cambiamento fu epocale e tanto importante da ritenermi oggi nell’anno 4 d.s.(dopo Sitchin). Quello fu solo l'inizio di un processo che è ben lungi dall'esaurirsi. In pratica non voglio parlare di quello che c’è scritto nel libro, perché chi fosse interessato lo può semplicemente scaricare (e-book 2) offerto dal blog http://www.ricchezzavera.com/blog/. (che ringrazio ed al quale porgo i miei complimenti). Sono 68 pagine che narrano, in maniera semplice e sciolta, il riassunto dell’opera di Sitchin; tutto ciò che nelle sacre scritture suona di incoerente, trova un filo logico nella traduzione delle tavolette Sumere, giunte a noi in grande quantità. Il discorso che non ci sono prove è semplicemente ridicolo.
È davvero pazzesco quello che c’è scritto. Conferisce una “ragione” a tutto. Mi sono letto il prezioso lavoro messo a disposizione per refreshare le mie nozioni di storia della “creazione”, e per avere nuovo carburante al fine di continuare a credere in quello che “sento”. L’entusiasmo nell’avere conferma che altre persone sono rimaste colpite dall’opera di Sitchin in maniera così totale, quasi mi commuove. Dal marzo 2006, tutte le “infrastrutture” dell’Antisistema sono per me progressivamente cadute. A partire dai filtri di tutte le religioni, dei sistemi di credenze, di educazione scolastica, di storia, di scienza, di alimentazione, di energia, di conquiste spaziali, etc. Quando dico tutto, intendo dire proprio tutto! Il mondo è alla rovescia. Qualcuno potrà obiettare, “Ma chi te lo dice che è così?”. Giusto. È facoltà di ognuno di noi credere a quello che si vuole, dunque per me è così. Guardando il mondo con la propria coerenza e la propria sensibilità spirituale, ognuno “sente” quello che i sensi riescono a filtrare. I sensi sono progettati per adeguarci alle condizioni a terra. Guardando il mondo con la propria coerenza e la propria sensibilità spirituale ma dal cuore, ognuno “sente” ciò che il cuore puro gli fa giungere della grande “idea” del Creatore. È come se invece di annusare l’aria attraverso un vetro, andassimo direttamente all’aperto. Pertanto ritengo che è da stolti ritenersi l’unica forma di Vita nell’Universo. Quale spreco di spazio, risorse, energia sarebbe. Così come non è possibile concepire la nostra esistenza senza un fine superiore. L’origine della Vita sulla terra è di origine stellare ed il frattale che lo dimostra è il fatto che, sull’intero globo terracqueo, le razze umane si stiano miscelando. Se succede così sulla Terra perché questa dinamica non dovrebbe rispecchiare un normale “moto” di mescolamento anche a livello extraterrestre? Ciò a cui non riusciamo a dare un senso “esatto”, logico, comprensibile” tramite la conoscenza trasmessa dalla storia e dalle scienze ufficiali, trova subito grandi “soddisfazioni” se si prende in cognizione la possibilità di Vita aliena. Per quanto tempo ancora ci dobbiamo “bere” le versioni più ridicole sulle modalità costruttive e sullo scopo delle Piramidi disposte in tutto il mondo in maniera intelligente, sensata e lungimirante? Siamo pronti a riconoscere la nostra ignoranza dimostrata nel passato, ad esempio per quanto riguarda le verità transitorie del medioevo, ma non siamo disposti a mettere in discussione l’attuale livello di verità in auge. Ma perché? Perché in realtà non siamo liberi, non siamo padroni di noi stessi. Siamo occlusi, oscurati da qualche “corpo”, da qualche massa oscura che ci leva la visione del “panorama”. Non solo vediamo attraverso un vetro, ma quel vetro è anche oscurato. Osserviamo la storia più coerente ed impariamo dall’analisi dei frattali, ossia dagli esempi che ci stanno tutti attorno; il piccolo che descrive il grande. Se è successa una “cosa” a questo livello, succede anche al livello superiore, perché i livelli sono interlacciati, sono appunto frattali; si descrivono l’uno nell’altro secondo le forze di creazione che “spirano” nella stessa maniera e con la stessa coerenza in tutto il creato (come è sopra così è sotto) ad ogni livello, dimensione, grandezza o che dir si voglia. Apriamo gli occhi. Il “tempo”, l’energia, lo permette finalmente. Siamo invogliati a farlo, siamo incoraggiati dalla spinta evolutiva ch’è giunta ad un punto cardine, una sorta di collo di bottiglia dove la spinta aumenta considerevolmente, come far passare un fiume in un tubo. Usciamo dalla “tuta” in carne ed ossa del nostro veicolo umano. Comprendiamo che noi non siamo il corpo. Esistiamo a prescindere dalla materia che ci compone, che ci si è “attaccata” addosso grazie al magnetismo del nostro volere, dei nostri pensieri, della nostra immaginazione, della nostra origine. Forse il motivo più grande che ci induce a non credere che ci sia un controllo totale risiede proprio nel fatto che non vediamo altro all'infuori di noi. Questa grande trovata dell'Antisistema è stata, oserei dire, geniale. Per questo motivo non possono, anzi non devono esistere altri popoli nell'Universo. Per mantenere salda la "presa".