giovedì 24 dicembre 2020

Un Natale diverso.



Dopo, ad esempio, i “minuti veri” e la “fibra (che te la vendevano già così, seppure andasse ancora a ‘carbonella’)”, ora si registra il fenomeno “auto elettrica”. Ovviamente, si tratta di modelli per la grandissima p-arte ibridi, laddove “è ancora presto” per disporre di un veicolo totalmente elettrico (al di là delle svariate lucciole per lanterne che sull’onda della “moda”, in ogni caso, ti vendono alacremente, con gran gioia). 

I vari “bonus”, tra l’altro, come vengono gestiti dall’industria? Come già avviene per i “saldi”, ossia, se lo sconto è pari all’x per cento, il prezzo verrà alzato a priori dell’x per cento = ? O anche questo è “complottismo”? 

È d’assieme che spicca la tendenza

Non, assumendo a campione. Certo, perché in ogni livello c’è sempre chi si comporta come dovrebbe essere. Ma, nell’Anti-Sistema, per colpa di qualcuno non si fa credito a nessuno. In Rete, infatti, puoi trovare notizie dal tal tenore: Monopattini elettrici, il “bonus mobilità” ha fatto aumentare i prezzi… +66% nel 2020… (perché non si inserisce la fonte? Perché la stessa ha posto il veto, attraverso la dicitura “riproduzione riservata”). Quindi, SPS (Io) riporta il “titolo”, ottenibile attraverso un motore di ricerca. 

Se il prezzo aumenta, il “bonus” a che serve? 

 

A “chi” serve? Ricorda che il “bonus” è altro debito pubblico, che va ripagato nel “tempo”. Dunque, esso genera “interessi composti”, che non si capisce bene a chi vadano o siano garantiti

Allora chiediti il significato.

Mentre “tu” paghi il monopattino “tirando fuori la stessa cifra” + il “bonus” che allora “serve” ad altro. Infatti, serve anche come “pubblicità progresso”, per auto intortare il già essere “a Massa”.

Se devi comprare un’auto, ti ritrovi per una selva oscura… di “offerte”, da cui devi sempre stare in campana. Perché? Perché, appunto, sei in una selva oscura, in cui ti sei alfine smarrito. No? 

Laddove sei carne da cannone e dunque “servi”. 

Anche se hai bisogno di una tariffa telefonica, ricevi in “sorte” lo stesso trattamento, nonostante “tutto” il carico pubblicitario con voce da Richard Gere, Tom Cruise, etc. Se, poi, vuoi capire la bolletta energetica (luce gas), che è già “bolletta intelligente”, stai fresco poiché è come pretendere di comprendere un antico testo sumero.




Non appena una “legge” viene approvata ufficialmente, si apre la corsa alla “interpretazione”. Del resto, una società gerarchica che cosa pretendi che produca? Il primo che arriva ha diritto a… in qualcosa che è sempre a termine, limitato, scarso, etc. Ergo, “tu” sei sempre l’ultimo a sapere che… poiché “beati gli ultimi…” se i primi glielo concederanno. 

In-somma, dipendi sempre. 

Da cosa o chi non lo capisci bene; sei però sempre sicuro che “la fregatura è costantemente dietro all’angolo”. Dunque? Sostanzialmente, perché continua a succedere? Perché “è già successo”. Come? Sostanzialmente. 

Per questo motivo non ne hai memoria. È una strategia. Che ti credevi. Da p-arte di chi? Bah. Sarà quel che sarà, in-tanto… tant’è. Vero? 

Dai… “soffri” di una risonanza eco-dominante, nell’Anti-Sistema. Per ciò continua ad “avvenire”, auto pre-determinando il “tuo”… avvenire. 

Il “futuro”, allora, consta del “continua a succedere”, essenzialmente, tra le righe. Per questo non te ne rendi conto. Il Natale 2020 sarà allora un Natale diverso? No. A livello sostanziale, no. Sei sempre nell’Anti-Sistema. “Di fatto”, puoi credere a tutto, però. 

Ecco la “diversità”, allora.

Perché investire nel settore healthcare senza puntare sui vaccini.

Per Vinay Thapar di AllianceBernstein l’elevata concorrenza renderà poco redditizi i vaccini anti Covid-19: meglio concentrarsi sulla solidità del modello di business.

La corsa al vaccino contro il Covid-19 è partita subito dopo l’isolamento del virus. Finora due candidati hanno tagliato il traguardo - Pfizer/BioNtech (in Europa e Usa) e Moderna (solo negli Usa) – e molti altri stanno superando le varie fasi di sperimentazione. Ma di fronte a questo vero e proprio esercito di candidati vaccini, che ovviamente tutti si augurano siano più efficaci possibile, la domanda che gli investitori devono porsi è: conviene investire nelle società impegnate in questa corsa?...

Financialounge.com 23 dicembre 2020 Link

L’elevata concorrenza renderà poco redditizi i vaccini anti Covid-19… (altro che “eroi”). I vaccinisono un business. Altro che. E, soprattutto, altro che “poco redditizi”.  

Conviene investire nelle società impegnate in questa corsa? Questa è la “domanda”. E il vaccino russo? E quello cinese? Forse non esistono, ma ci sono. In Russia e Cina, infatti, quale tipo di vaccino ti aspetti che verrà commercializzato

Quello Usa? 

Ognuno fa il “proprio”. Resta il fatto che i “vaccini” rimangono degli affari privatizzati e che l’indotto si crea prima della risoluzione del problema.

Ecco il “virus”, allora. 

Qualcosa di poco redditizio? Immagina oltre sette miliardi di persone che si vaccinano, stagionalmente. Con quanti “player” a dividersi la torta? Pochi. Il rischio vale la pena. 

Di questi abbonamenti a vita, globali... qualsiasi industria farebbe carte false pur di esserne la p-arte “dante servizio”. No? 

Che Natale “diverso” quest’anno. Forse nevicherà

E questa sì che sarebbe una bella novità, in pianura. 

Quanto l’industria ti ha? 

Quanto ti è sprofondata “dentro”? Quanto ti ha lasciato il “segno”?

Trovate microplastiche nella placenta umana: è la prima volta nella storia.

È come avere un bambino cyborg: non composto solamente di cellule umane, ma un misto tra entità biologica e entità inorganiche…”.

Antonio Ragusa

HuffPost Italia Ilaria Betti 23 dicembre 2020 Link

Certo che è così. 

Ma, di più: sostanzialmente. Non è una “curiosità”. Non è “gossip”. Non è qualcosa che inizia e finisce durante la “pausa caffè” o lungo il tragitto “casa lavoro”. Ti riguarda, poichè… sostanziale.


Puoi esserne persino all’oscuro ma, tant’è… che ti continua a succedere lo stesso. Allora ne devi prendere atto. Come? Sostanzialmente = attraverso atteggiamento idoneo o “Fare…”. Qualcosa che ti ricorda di essere “presenza”, soprattutto, invece che solo “mente”.

Energia, Cdp, Eni e Snam: accordo decarbonizzazione del sistema

Askanews Red 23 dicembre 2020 Link

Lo “vedi” cosa (chi) si mette d’accordo e decide anche per te/“te”?

Multinazionali; non bruschette. 

A seguito dell’avallo di Stati, Ue, organismi internazionali pre-dominanti, “famiglie”, etc. etc. etc. Con la “politica” che sigla intenti comuni a seguito di com-pressioni private. Se ti metti d’accordo te e tuoi due amici, ottenete lo stesso risultato? No. 

Eppure sei in “democrazia”. 

Laddove tutti sono “uguali”. Vero? Mentre… le istituzioni e le autorità regolatorie di quasi tutto il mondo spingono verso il bando dei veicoli con motori termici… (dopo oltre un secolo di “carte false” pur di pubblicizzare il “progresso”).


Auto elettriche, il presidente Toyota spara a zero: troppo care e inquinanti, i politici lo sanno?... (ai “politici” interessa quello che “serve”). 

L’unica “responsabilità” che hanno le multinazionali è verso l’azionariato (di maggioranza). Stop. Ogni “effetto collaterale” diverrà, nel “tempo”, ulteriore business per branche sempre più specializzate degli stessi organismi che reciteranno sempre a tema, non importa “come”. 

Sarà sempre latransizione”; non però come speranza, che viene lasciata a “te”, per continuare ad augurarti e credere in “giorni  migliori”.

Mentre il mercato per crescere ha bisogno vitale di rivoluzionari, poi non procede per rivoluzioni. Avanza con regolarità alternante, ma avanza ora piano, ora forte

Le vecchie tecnologie ci abbandonano poco alla volta, anche se hanno dei cicli di vita inesorabili e, ad esempio, nel caso del motore a scoppio, come fu per il vapore alla fine dell’800, giungono a maturazione dopo 100-120 anni dai primi sviluppi e quindi devono essere abbandonate. Oggi l’ora ultima del motore a scoppio è scoccata definitivamente e come i rivoluzionari alla Musk avevano intuito, da qui a poco usciranno dalla nostra vita…

Sergio Noto 23 Dicembre 2020 Link

Ecco il “cambiamento” = il “nuovo” piano industriale per chiunque, nell’Anti-Sistema. 

Ecco ciò in cui “devi” credere. 

Ecco allora ciò che presto toccherai con mano… al portafoglio (che nel durante diverrà digitalizzato, come un Wallet).

Akio Toyoda, attacco frontale all’auto elettrica: “È sopravvalutata, farà collassare l’industria…”.

Il numero uno di Toyota ha espresso il suo pensiero nel corso di una conferenza stampa, spiegando che le auto a batteria non hanno per nulla impatto zero sull'ambiente (come avevano già fatto anche i capi di Rimac e Polestar), che il business dell'industria automobilistica potrebbe uscire con le ossa rotte dalla corsa all'elettrone

Parole di estrema onestà intellettuale: è così che vanno interpretate le ultime dichiarazioni rese da Akio Toyoda, capo supremo della Toyota e presidente della Japan Automobile Manufacturers Association. Nel corso di una conferenza, Toyoda lo ha detto chiaro e tondo: “I veicoli elettrici sono sopravvalutati” e godono di un “eccessivo clamore”, non giustificato né a livello ambientale né a livello economico.

Parole pesanti come un macigno, che arrivano dal capo di uno dei principali costruttori del Pianeta, da anni impegnato nella decarbonizzazione attraverso la tecnologia ibrida, di cui è stato inventore ed è principale fautore. Ed è bene precisare che non ci sono conflitti di interessi in ballo: Toyota, infatti, ha già in gamma veicoli 100% elettrici e prevede una massiccia offensiva di modelli a elettroni, composta da 10 modelli che in Europa arriveranno da qui al 2025. Peraltro, l’azienda è fra i pochissimi fabbricanti di auto al mondo a investire pure nell’elettrico alimentato a idrogeno.

Contro chi punta il dito Akio Toyoda, quindi? Contro chi sostiene ciecamente la causa dell’auto elettrica alimentata a batteria senza valutarne il reale impatto ambientale, ben lontano dall’essere zero…

In particolar modo, il problema risiede nelle emissioni di anidride carbonica generate dalla produzione di elettricità – sia quella che alimenta i veicoli sia quella necessaria per fabbricare le loro batterie, le stesse che hanno un grosso impatto sull’ecosistema – e nei costi sociali della transizione energetica, che oltretutto non sono ricompensati da benefici climatici.

Il presidente della Toyota, poi, ha sottolineato come l’attuale rete elettrica giapponese non sarebbe in grado di sostenere un parco circolante completamente composto da auto a batteria e che l’adeguamento dell’infrastruttura costerebbe allo Stato investimenti fino a circa 300 miliardi di euro. “Quando i politici dicono ‘liberiamoci di tutte le auto che usano la benzina’, capiscono cosa significa?”.

È bene ricordare, comunque, che in Giappone la produzione di elettricità è ancora fortemente legata al carbone e al gas naturale. Ma i combustibili fossili sono anche alla base dell’approvvigionamento energetico in Usa ed Europa (nel Vecchio Continente la quota di energia derivante dal termoelettrico ammonta a circa il 45% del totale, mentre un 12% deriva dal nucleare, che non è considerata una fonte rinnovabile).

In altri termini, se la generazione di elettricità non è carbon neutral, non possono esserlo nemmeno le auto elettriche. Anzi, “più veicoli elettrici produciamo, più salgono le emissioni di anidride carbonica”, sostiene Toyoda: e ciò è legato soprattutto alle batterie che, in fase di produzione, fanno quasi raddoppiare le emissioni totali di CO2 di un’auto elettrica rispetto a quelle generate per la fabbricazione di un’auto termica o ibrida.

Da qui, la necessità di rendere green la produzione di elettricità e adeguare le infrastrutture prima di costringere il pubblico a comprare auto a emissioni zero. La troppa foga nella transizione rischia, infatti, di “far collassare l’attuale modello di business dell’industria automobilistica”, determinando la perdita di milioni di posti di lavoro e di rendere la mobilità un lusso per pochi. Concetti su cui riflettere profondamente.

17 Dicembre 2020 Link

Se la generazione di elettricità non è “carbon neutral”, non possono esserlo nemmeno le auto elettriche = l’illusione è servita in tavola, quotidianamente. Ma… mentre il mercato per crescere ha bisogno vitale di rivoluzionari, poi non procede per rivoluzioni. Avanza con regolarità alternante, ma avanza ora piano, ora forte = ecco(ti) la generazione 1.0, 1.1, 1.1.1, 1.2, 1.2.2, X.X.X. 

Il ritornello è alquanto chiaro, eppure continua ad imperversare nonostante il “cambio di coscienza” in atto da… “sempre”. 

In ogni epoca, il “politico” di turno ha sempre gridato “lavoriamo per un futuro migliore, di cui noi tutti abbiamo diritto…”. Lo slogan anche dell’industria, che ha sempre colto la palla al balzo, dopo averla lanciata in precedenza. 

Ricordi? Prima crei la “necessità”. 

Poi, intervieni come il più utile dei condottieri o dei salvatori. Funziona sempre così, qualcosa che è globale, anzitempo. Mentre i “più” credono al contrario. 

Ciò che teme l’essere “a Massa” è la sua più grande paura, che ricava dall’osservazione superficiale del passato. È “lì” che vigila. In-somma, daje a ride. È, allora, come avere a che fare con un infante “troppo cresciuto” o, meglio, pompato ad arte con ogni prodotto “certificato” che l’industria non smette mai di pubblicizzare: va da sé che, poi, sarai “tu” ad andare a comprare, oppure, a rimanere a casa a comprare


Non c’è che dire: anche questo “nuovo” Natale sarà “diverso”. A parole vale tutto, anche se ciò che passa è e rimane ben altro, sostanzialmente. Dunque, quali auguri valgono tutto ciò

Un non Buon Natale anche a “te”.

“Fai...”, che è meglio.

 

Davide Nebuloni
SacroProfanoSacro (SPS) 2020
Bollettino numero 10-316
prospettivavita@gmail.com

Riproduzione libera”.