Quante “parole” ci vogliono per rendere bene tale “idea”? Tante. Poche. Una. Nessuna…
Nel silenzio. Urlando a squarciagola.Sentendo come uno stillicidio interno, a livello viscerale, appena coperto dalla “speranza”; da quel sottile “credo” che ammonisce “non può essere davvero così. Non può essere…”.
Qualche immagine della famiglia, degli amici, dei cari. E, poi, la paura per una serie di funerali.
Non tanto per se stessi, quanto per chi nonostante tutto ha preferito restare vicino alla “sottile linea rossa”.
La mafia esiste ancora e la legge non è ancora in grado di sconfiggerla…
L’ultima intervista a Giovanni Falcone: “In Italia per essere credibili bisogna essere ammazzati…”…
Gaglione Danilo 20 Maggio 2020 Link
“Spesso capita che se la realtà non è quale la si desidera o quale la si pensa… è la realtà che è sbagliata o lo siamo noi…”.
Giovanni Falcone
Link
“Qualcosa non va. O il mondo è troppo strano o lo sono io…”.
Eravamo io e la mia ombra - Davide Nebuloni
Grasso ricorda Dalla Chiesa: mafia si batte unendo forze migliori…
“Anche gli uomini migliori, quelli capaci di cose straordinarie, non possono però fare tutto da soli:
Dalla Chiesa ne era consapevole e chiedeva a gran voce gli strumenti necessari per affrontare Cosa nostra. Nonostante le difficili condizioni, il Generale non si rassegnò.
Dopo appena 100 giorni lo uccise un commando mafioso con 30 colpi di ak-47, il 3 settembre 1982…
Ricordare Carlo Alberto Dalla Chiesa a 35 anni dalla sua morte… serve, soprattutto, a rafforzare la consapevolezza che la lotta alla criminalità organizzata può avere successo solo se si uniscono e collaborano le migliori forze di tutto il Paese…”.
Pietro Grasso
Rea Askanews 3 settembre 2017 Link
Lo “Stato” ricorda, celebra, officia, commemora, eleva statue, onora, etc. ma… dopo che ciò che doveva succedere “è già successo”.
Prima, invece:
rende le “condizioni difficili”.
Ergo, questi uomini che continuano a morire, sono più che martiri, martirizzati. Ricordi?
Queste “vittime della criminalità” lavoravano per lo Stato, nello Stato, con lo Stato.E le condizioni difficili erano già interne allo Stato.
Non si tratta di “Mafia” o quant’altro; si tratta di “Stato”, che si presta a mascherare tutto mischiando ogni volta le carte in tavola.Il committente è unico. L’esecutore sembra altro.
C’è questa “amarezza”, che prende ogni volta nel profondo.
C’è la certezza in cuor proprio, di essere all’Inferno, laddove è piuttosto “complesso” riuscire a vincere una partita che non è mai stata in gioco.
Hai presente quando una corsa è truccata?Che cos’altro potrà mai succedere, in quanto a risultato finale. Ecco. È un dramma dipinto di normalità, nel momento in cui è un loop, un teatro in cui va in onda solo lo spettacolo programmato.
Una “norma”, però, che fa soffrire, regolarmente:
un “a norma di legge” che “non ammette l’ignoranza”
salvo, nel durante, ignorare tutto quello che più fa comodo.
Chi è la “Mafia”?Sono tanti clan che d’assieme ognuno si fa gli intrallazzi propri e insieme costituiscono solo una definizione enciclopedica?
Qualcosa, dunque? Come se fosse industria?Oppure proprio qualcuno.
Il chi, rimane regolarmente nell’ombra, perché riattua la strategia eco-dominante “non esiste; c’è”.In qualcosa, semmai, dove “è già successo” che… e allora continua a succedere caleidoscopicamente, ovvero, causalmente.
Insomma, un motivo fondante deve pur esserci.
No?Non visto che tale “regola” vige e vale per tutto il mondo.
L’attitudine scientifica ha comportato il fissare “leggi”, che spieghino il perché di ogni “comportamento naturale, ambientale, sociale, individuale, etc.”, eppure, per questioni di tale ordine (come la Mafia) l’atteggiamento muta d’intensità.Perché non applicare lo stesso metodo anche alla “legge” mafiosa? Perché c’è una simile caratteristica?
Che cosa significa?
Chi significa, non linearmente?Ci fu, in un periodo particolare della storia, persone che indagavano su ogni questione applicando la deduzione, la logica e persino la ragionevolezza, convinte che si potesse dimostrare se non “calcolare” l’esito di ogni questione sociale o della verità.
Tra gli svariati interessi di Leibniz c'è anche quello per lo studio del linguaggio sul quale ritiene possa fondarsi una nuova scienza:
l' “Ars combinatoria”... una simbolizzazione del pensiero con cui operare calcoli logico-matematici.
Aristotele aveva già intravisto questa possibilità negli “Analitici”, la sua opera di logica formale, dove i concetti semplici venivano simboleggiati con le lettere dell'alfabeto greco.
Lo stesso progetto era stato perseguito da Raimondo Lullo (1235-1315) con la sua “Ars Magna”... e da Charles de Bovelles (1475-1566) con la sua Ars oppositorum:
tecnica sintetica per scoprire la verità.
Servendosi di simboli linguistici e anche di schemi e figure si potevano realizzare delle combinazioni logiche che portavano a verità universali.
L'arte lulliana fu dimenticata nel Medioevo e venne invece riscoperta nel Rinascimento dove era utilizzata nell'alchimia e nell'astrologia.
Giordano Bruno ad esempio, era considerato un esperto di questa tecnica. Ancora nel '600 l'“ars magna” trova cultori come Pierre Gassendi ma furono soprattutto Thomas Hobbes e i suoi seguaci che tentarono di svilupparla ed applicarla ad ogni campo del sapere.
Il concetto di Hobbes di un sapere come calcolo influenzò in modo rilevante la dottrina di Leibniz.
Egli ha infatti notato come sia possibile ridurre i concetti complessi ad un piccolo numero di concetti primitivi, ciascuno connotato da un segno.
Dopo aver stabilito una classificazione di concetti primitivi, egli pensa che si possa arrivare a stabilire una sorta di scrittura universale simbolica e con questa risolvere i problemi logici così come si risolvono i problemi algebrici.
“Una volta fatto ciò, quando sorgeranno delle controversie, non ci sarà maggior bisogno di discussione tra due filosofi di quanto ce ne sia tra due calcolatori. Sarà sufficiente, infatti, che essi prendano la penna in mano, si siedano a tavolino, e si dicano reciprocamente (chiamato, se loro piace, un amico): 'Calcoliamo'…”...
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anche tu sei lo Stato, ma lo Stato non è te (è fatto anche da te, ma non è mai solo te, ergo, è ben altro).
È su questo inganno o prestidigitazione o giogo delle tre carte, etc. che si basa tale forma di auto incanto.È questa, allora, la “democrazia” ed ogni “diritto” che credi di avere e che difendi a denti stretti o a spada tratta.
Dunque, è per tale propensione che lo Stato rende difficile, a chi vi lavora “dentro”, la vita.Obbligando a lavorare, e dunque a sopravvivere, mentre tutto cambia senza sostanzialmente cambiare niente.
Tale abbaglio è difeso da chiunque, nell’Anti-Sistema.Perché, dopo essere “già successo” non ha ancora incontrato un diverso e duraturo punto di sospensione (una forma di atteggiamento sostanziale, capace e resistente nella misura in cui deve riuscire a non farsi soffocare da chi continua a succedere a se stesso, a scapito dell’essere che si auto ritrova “a Massa” come per volere divino o naturale e, cioè, apparentemente senza alcuna alternativa praticabile).
Il giogo è talmente reso “complesso (completo)” che nell’Anti-Sistema ti dicono tutto ed il contrario, di modo che sia il “dubbio” ad erodere persino la speranza.
Ogni idea, teoria, ipotesi, immaginazione, etc. è sondata attraverso l’industria cinematografica, letteraria, fantascientifica, politica, religiosa, spirituale, sociale, lavorativa, scolastica, etc. e, poi, regolarmente mandata nel dimenticatoio.Qualcosa che deodora come di… retroingegneria.
Trovi?
Ecco il senso di questa affermazione, in Avengers Endgame:
“Se te lo dico, non accadrà…”.
Doctor Strange
Prevenire, facendo a meno proprio dello Stato, di cui non ti puoi fidare.
Il gruppo con Borsellino e Falcone era arroccato - non si fidava - dentro ad un luogo che pubblicamente doveva garantire il massimo della sicurezza. Eppure...
Quando “anche le pareti hanno orecchie”?
Quando “taci: il nemico ti ascolta”?Quando esistono spie, cimici, persone come dispositivi per le intercettazioni e, dunque, quando c’è “tecnologia” e sopravvivenza (dipendenza in gerarchia, da...).
Proprio ciò di cui hanno dotato la società, facendo passare il tutto come progresso, modernità, evoluzione.Certo:
ma… tale intelligenza a chi appartiene, chi definisce, (di) chi è?Tu sai forse qualcosa relativamente al come funziona la tecnologia? La società è assolutamente “ignorante”, nel senso che lo ignora. Almeno al novanta per cento, come minimo, la società non si spiega nemmeno come funzioni tutto quello che comunque usa.
Come “Non ci resta che piangere” dimostra sostanzialmente.
Figurarsi se tale “conoscenza di servizio” non si applica soprattutto all’espansione del significato:
all’ambiente che funziona.
No?Che altro se non il nulla, tra i due fondo scala.
In mezzo non c’è niente? Sì. Non c’è nulla, ovvero, c’è un vuoto, come dimostra la struttura interna dell’atomo o della materia.Però, ti dicono anche che dopo sette anni ogni individuo è completamente rinnovato a livello cellulare, ma, comunque permane sempre il carico di memoria che lo contraddistingue in precedenza.
Insomma, c’è una certa caratteristica che si condensa a livello altro o oltre e che riesce ad essere memorizzata, nonostante l’apparenza del “cambiamento”.
Questo, infatti, è testimoniato anche dal fatto che, a prescindere da dove vai e sei, nel mondo, i tuoi problemi permangono ugualmente.
L’esempio della “malattia” è lampante:
il malanno te lo porti dietro, a prescindere.
Oppure, sostanzialmente ti anticipa sempre, essendo ovunque a prescindere.Questa “memoria” si fissa al di là di ogni mutazione o, meglio, sopravvive ad ogni cambiamento che dunque è apparenza.
Non rimane che agganciare l’ambiente, allora.
Ovvero, quel “di mezzo” che sembra il nulla, il vuoto, niente, nessuno, etc.
Perché tale certezza?
Perché nello Stato, lo Stato = il “difficile” non è naturale ma “naturale”, dunque, artificiale, di parte… come una proprietà privata o un mercato “libero”, o ancora come la “democrazia” ed il “lavoro” in quanto a “necessità”, denaro docet.
L’ambiente che funziona sposta solamente il “mistero” più in là? No.
Oppure, sì… se continui a “ragionare” Anti-Sistemica-Mente.L’ambiente che funziona è una semplificazione che comunque rende tutto più intelligibile, ricordabile e persino logico.
Non è più “senno di poi”.
Semmai, diventa quel tipo di “anticipo” che può “Fare…” la non differenza di potenziale, capace di stabilizzare il campo sferico all’interno della possibilità di manifestazione della forma reale manifesta (tutto parte da una idea che deve essere sostenuta coerentemente dall’atteggiamento chiave, universale, che tiene conto soprattutto del funzionamento ambientale, delle regole o della “fisiologia” di cui l’ambiente dispone e in cui l’ambiente si auto espande, protrae e si realizza).L’ambiente è ancora “creazione o evoluzione”?
Puoi forse ricordare i Maya, ad esempio, studiandoli per mezzo della mente occidentale?
No, se sei Anti-Sistema o “di fatto”.
Sì, se sei sostanziale.È l’atteggiamento sferico, non lineare, sostanziale… che auto comporta l’allineamento al campo ambientale sferico, non lineare, sostanziale.
Non credi?Diversamente, si auto realizza uno sfasamento seriale che dà il via ad una manifestazione reale manifesta ad hoc, ma diversamente rispetto al come dovrebbe essere (che devia in utopia).
Il “tempo” diventa una concezione del tempo = si prende a ruotare attorno a… maturando la convinzione che… e, dunque, stazionandoci “dentro” si permette a tale abitudine o convenzione di lavorare ai fianchi come la goccia d’acqua che nel lungo periodo può forare anche il più duro acciaio.
Lo Stato rende tutto “difficile”, perché a sua volta “serve” allo stato delle cose che, nell’Anti-Sistema, allora si tratta sempre di Anti-Sistema.Lo Stato è una “creatura” di comodo che permette un certo scorrere delle “cose”, secondo un preciso ed unico piano insospettabile (poiché troppo grande per essere vero).
È il pianeta intero ad essere Anti-Sistema.Ma… se per chi sorregge il giogo, ciò equivale al proprio tornaconto personale, allora farà di tutto per auto convincerti a riconoscere tutto questo come “Sistema”, di modo che chi si oppone sentitamente, sia sempre “negativo”.
Un po’ come la pratica a senso unico di chi chiama “terrorista” il “partigiano”. Vero?Una strategia, insomma.
Come l’intervallare, l’alternare notizie drammatiche (che dovrebbero far “pensare seriamente”) col gossip; con immagini accattivanti (che allontanano immantinente ogni “dubbio”).
Ecco l’insegnamento che nell’Anti-Sistema, l’Anti-Sistema infonde, attraverso a tutto.
Anche per mezzo di ogni “celebrazione” a memoria (e monito) del tal tipo di atteggiamento che “non paga”, per cui… uomo avvisato mezzo salvato.
Non sarai mica fesso a comportarti come Falcone. Vero?
Vedi un po’ che fine ha fatto e, poi, fatti due conti.
Tieni famiglia. Ragiona.
Stai a casa, tranquillo, con loro… dato che lo puoi ancora provare.
La “pubblicità” più espansa che insista è proprio quella sostanziale:
nella fattispecie, qualcosa che ti mantiene nel campo sferico della paura.
Se dai “fastidio”, è un attimo essere eliminato.
E lo sai, perché gli innumerevoli esempi che la storia ti ricorda, sono un monito alquanto pesante da sopportare non tenendone conto.
Ergo?
È proprio un bel quadretto naif o “naturale”.
Non c’è che dire.
Sì. Come? “Facendo…” il sostanziale.
È pericoloso? Sì.Perché sei nell’Anti-Sistema, dove nonostante il carico di “amici” che credi di avere su Facebook, sei essenzialmente da solo, sopratutto quando conta.
Figurati quando diventi magistrato, giudice, agente, commissario, capitano, generale, etc. esponendoti personalmente a qualcuno di assolutamente rivelato.Che sa tutto di te, mentre tu tenti di risalire la corrente, remando in solitudine e ben sapendo che la comunità intera continua ad ignorare tutto questo, seppure il “problema” è comune.
Chi te lo fa fare? Già.Continua a celebrare, davanti ad una tazzina fumante di caffè, chi è morto ammazzato, ed ora celebrato da quei poteri che senza ombra di dubbio hanno concorso proprio per giungere o mantenere tale “Stato” delle cose.
Basta anche uno “sceneggiato” per rendere sostanzialmente l’idea. Eppure, ci vogliono le “prove”, minchia!
evita persino di commuoverti, perché non ti basteranno tutte le lacrime che puoi generare, andando ‘avanti’ così”.