“Per decenni la Federazione ci ha insegnato che era un eroe. Il tempo ci giudica tutti…”.
Star Trek Beyond
I nomi “delle vie”, quelli dei “santi del calendario”, dei monumenti, delle infrastrutture, degli istituti, delle leggi, delle scoperte scientifiche, etc. … sono dei “titoli” applicati alla ricorsività del tempo, invischiata dal/nel calendario d’uso comune.
Persone che hanno “onorato la propria vita, al servizio di…”, una volta decedute hanno la “soddisfazione” di coincidere con qualcosa di più o meno fisico, che verrà intitolato “alla memoria di…”.
Ogni “angolo sociale” è, in questa maniera, “sponsorizzato” dalla tal figura (memoria).
Una tecnica sottile per sancire, sempre maggiormente, la prospettiva in auge, riconosciuta nel termine status quo, a cui SPS (Io) aggiungo: “qua, così”.
Perché è necessario questo tipo di ulteriore “etichetta”?
Perché… 1) lo status quo è qualcosa di generico che, tuttavia, viene polarizzato/usato “una volta per tutte le stagioni”, 2) diventando qualcosa di specifico (“qua, così”), dipinto per qualcosa di generico e di, dunque, sempre valido.
Definire il tempo sociale massivo come status quo, senza definire ed aggiungere una denotazione specifica (poiché la dominante è “la… specifica”: ragione fondamentale della causa/effetto), rende come ufficiale qualcosa di assolutamente generico che, quindi, corrisponde ad elevare a potenza qualcosa che non è tanto… "potente", sino al momento in cui non viene “investit3” di una simile espansione massiva della relativa (assoluta) prospettiva.
- status quo = forma generica di definizione, applicabile alla Massa
- qua, così = forma specifica di definizione, applicata alla Massa.
Nello status quo, ti ci perdi dentro senza accorgertene. Nel “qua, così”, ti ci perdi dentro accorgendotene.
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Per questo motivo, il “qua, così” è auto indicante un senso, una via, una direzione, la consapevolezza, etc. mentre lo status quo è auto indicante un loop, un vortice, una configurazione auto avvolgente, la dispersione “lato tuo/umanità, centrale”, etc.
SPS (Io) non so a chi/cosa mi sto rivolgendo “qua, così”.
Ciò che rimane di te, dal momento di “è già successo”, è paragonabile alle rovine fisiche, di una antica civiltà. C’è ancora qualcosa ma, “sopra (dentro)”… è stato riedificato molto d’altro.
E tu sei diventat3, “tu”.
Lo stesso, ovvio, vale anche per SPS (Me), ma per qualche motivo SPS (Io) sono intento a fare, quotidianamente, qualcosa di diametralmente opposto a quello che “’qua, così’, fan tutt3”, mentre “tu” continui ad adeguarti convenzionalmente agli “usi e costumi (stile di vita)” che trai per osmosi (alimentazione) dall'ambiente.
Certo. Vengono alla memoria dei termini tipo “armata Brancaleone”, oppure “lotta coi mulini a vento”, oppure “paranoia” o “nerd/sfigato”. No?
Eppure, tant'è.
“Il tempo ci giudica tutti…”? Quale “tempo”?
Quello convenzionale, che “segna il passo, ‘qua così’”? Certo.
In 400 anni gregoriani ci sono esattamente 365 · 303 + 366 · 97 = 146097 giorni.
Poiché 146097 è divisibile per 7, anche i giorni della settimana si ripetono uguali dopo 400 anni.
Questo vuol dire che i calendari sono esattamente uguali:
il calendario del 2000 è uguale a quello del 1600 e sarà uguale a quello del 2400, del 2800...
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Il calendario del 2000 è uguale a quello del 1600 e sarà uguale a quello del 2400, del 2800 (questa è una vera e propria "minaccia").
Quello che ti sembra come una sorta di “garanzia (sulla quale base, continuare ‘qua così’ a sopravvivere, progettando la ‘tua’ vita)” è, in realtà e nella sostanza, la gabbia senza sbarre e senza fisica che ti auto mantiene all'interno di una infrastruttura cerebrale, prima ancora che… materiale.
Una volta che ti sei “auto” convint3, il resto accade da “sé”, di conseguenza, per inerzia… emergendo e manifestandosi, però, “ad immagine e somiglianza” della compresenza non manifesta dominante.
Perché abbiamo bisogno di un nuovo calendario…
"Lunedì 24 gennaio dichiarato il giorno peggiore dell'anno… Psicologi inglesi hanno calcolato qual è il giorno più deprimente".
Il calcolo è stato fatto dal Dott. Cliff Arnall, psicologo dell'Università di Cardiff (Galles), specializzato in "disturbi stagionali", e ha stimolato la mia curiosità.
L'articolo dice che il Dott. Arnall ha creato una formula che prende in considerazione diverse emozioni per determinare il punto più basso raggiunto dalla gente. Il modello è:
L'equazione si compone di sei fattori identificabili:
W (weather) è il tempo meteorologico
D (debt) sono i debiti
d è il salario mensile
T (time) è il tempo trascorso da Natale
Q (quit) è il tempo trascorso dall'ultimo tentativo fallito di lasciare il lavoro
M (motivation) sono i bassi livelli di motivazione
NA (need action) è il bisogno di fare qualcosa.
Quest'esempio di psicologia accademica, particolarmente divertente, dimostra perfettamente come un calendario sia lo strumento di macro programmazione della cultura o società che lo usa.
Questa ricerca non ha alcun significato se non seguite il calendario gregoriano - in cui, di conseguenza, vivete in una società in cui siete consumatori, programmati dal calendario ad avere l'esperienza culminante di spesa nell'ultimo mese del calendario annuale.
A questo non-plus-ultra del consumo fa seguito il programma "anno nuovo" del calendario, in cui gli eccessi delle festività vengono redenti da qualche tipo di risoluzione - che, secondo la ricerca del Dott. Arnall - dura non più della prima settimana dell'anno nuovo.
La formula ideata dal Dott. Arnall poggia sul lemma della filosofia che sottende il calendario gregoriano, "il tempo è denaro".
D'altra parte, la stessa parola “calendario” deriva dal termine latino “calenda”, che significa “libro contabile”.
Questo è il tipo di ricerca che chiamiamo "pensare dentro la scatola". È condizionato da dogmi indiscussi, originati dalla mancanza di consapevolezza circa l'assoluta limitazione di tali investigazioni alla scatola sconosciuta in cui essi operano.
La scatola, in questo caso, è il calendario gregoriano in quanto programma mentale che si ripete su base annuale. Togli lo strumento di programmazione gregoriano, e cosa rimane?
Il re è nudo.
Il Dott. Arnall ha condotto la sua ricerca in Gran Bretagna, e così le sue conclusioni sono valide per quella nazione o probabilmente per la maggior parte del mondo dei consumatori occidentali, governato dal calendario gregoriano.
Ma, per comprendere quanto siano relative queste conclusioni, e quanto arbitrari siano i condizionamenti comportamentali del calendario gregoriano, provate a pensare se viveste in una società che non segue questo calendario…
Stando alle conclusioni del Dott. Arnall, il calendario gregoriano programma i vostri debiti, la vostra depressione ed il vostro fallimento spirituale. E non potete farci niente…
Naturalmente, un nuovo calendario significherebbe anche una nuova società, ed un nuovo modo di fare le cose.
Precisamente per questa ragione, il mondo non ha un nuovo calendario - a dispetto degli appelli al buon senso e dei nobili tentativi dell'ultimo secolo e mezzo.
Il problema è che dobbiamo sempre aspettare il Vaticano, il Presidente o il Parlamento o l'Onu per approvare il nuovo calendario. Con il complessificarsi della società, le probabilità che le cose vadano in questo modo sono scarsissime - il che ha reso di gran lunga peggiore la programmazione del vecchio calendario.
Non possiamo aspettare ancora.
Il vecchio tempo ci sta letteralmente ammazzando. Aspettare che la decisione venga dall'alto - non succederà.
La cosa giusta da fare è cambiare il calendario noi stessi. È così che sarà. Il modo di combattere l'inguaribile depressione incorporata nel vecchio calendario consiste nell'incominciare a vivere secondo uno standard che sia armonico e che ci renda inguaribilmente felici - perché è armonico…
José Argüelles
Molto bene, ma… secondo quale consapevolezza dovresti “incominciare a vivere secondo uno standard che sia armonico e che ti renda inguaribilmente felice…”?
In poche parole:
- tutto quello che succede ha già in sé, anche questa componente
- poiché conosciuta dalla dominante (bastone e carota)
infatti
- il “divertimento (‘felicità’)” è insito, ricercato e ritrovato “qua, così”, ma è sempre fittizio (serve come "valvola di sfogo", per poi riprendere a sopravvivere).
Cioè, di cosa si tratta, esattamente?
Di quella “armonicità”, di cui s’intende poco sopra? No. L’armonia è nei confronti di qualcosa che tendenzialmente s’ignora (la dominante).
Ed è tutto perfetto, “lato tuo/umanità, dominat3”.
Di conseguenza, prima di proporre qualsiasi “cosa”, occorre sempre (sempre) fissare il paletto... verso chi/cosa regola lo status quo “qua, così”. Pena, il regolare auto disinnesco logico e inconsapevole.
Quando Castaneda “scrive” che “il Volador ti ha dato la sua mente”, intende proprio questo.
Che tu, nel tempo, diventi “tu”, alias, un automa programmato da un principio nel quale non credi (poiché non lo vedi/ricordi), ma a cui obbedisci e tendi inerzialmente a “riconoscere”, auto ingabbiat3 come sei… nel piano inclinato reale manifesto “qua, così”.
"Quando il mercato stenta a mobilitarsi in vista di un interesse comune, il Governo non intende sostituirsi all'iniziativa privata ma può fungere da facilitatore…".
Pier Carlo Padoan
La “facilitazione”, in una infrastruttura ambientale a caratteristica frattale espansa, è una corrente causale che appare e spinge nell'unica direzione permessa, dalla compresenza immanifesta dominante.
È, anche, il modo per accorgersi e “vedere” la dominante, attraverso quello che rigenera continuamente, nella sostanza, “qua, così”.
In questa società, da “sempre (dal momento di ‘è già successo’, in poi)”, coloro che sono riusciti (e riescono) a “scalare le gerarchie”, chi sono?
Chi “appare, ‘qua così’”?
Chi “scala le vette del successo”?
Chi diventa “qualcun3”?
Chi riesce a divenire indimenticabile?
Tu o, meglio, “Tu”. Una regola non scritta, ma inscritta, che rende ogni persona sostanzialmente identica, per “valore aggiunto (dalla prospettiva dominante)”.
Una sola versione per ogni individuo che, seppure, unico ed irripetibile… “è qualcosa di assolutamente prevedibile, poiché previsto e programmato, dalla dominante”.
Ergo:
- chi assurge alle più alte “cariche dello Stato”, ad esempio, è sempre fondamentalmente “la stessa persona (per tipologia di inquadramento interiore ed intimo)”
- chi diventa famos3, è sempre un vettore che “porta costantemente acqua al consueto… mulino”.
Perciò, coloro che verranno ricordati “qua, così”, sono cardini di uno stesso meccanismo, che – alla “loro fine” – li “santifica”, onorandoli della coincidenza con “un pezzo d’infrastruttura”, che così tanto hanno onorato (anche "combattendol3") nel corso della loro carriera/vita.
Una simile concomitanza, quando diventa millenaria (temporale), giunge a “marchiare” tutto quello che sembra esistere, esisteva ed esisterà.
Lastricata la via.. la via diventa solo quella.
Infatti, chi avrebbe la temerarietà di percorrerne un’altra, meno “illuminata” e, dunque, meno “sicura, certa, comoda, piena di ‘aree di servizio a pagamento’”?
Ogni “cima”, emerge socialmente e viene fissata alla Massa. Ogni cardine “serve”.
L’attenzione dell’adulto è come un riflettore:
si concentra su un punto lasciando tutto il resto nell'ombra…
Mentre l’attenzione del bambino è come una lanterna che illumina tutto.
Possiamo addirittura dire che i neonati e i bambini piccoli sono pessimi a focalizzarsi su una singola cosa, ma sono molto bravi a recuperare informazioni da tante fonti diverse in una volta sola…
Per non sprecare questa capacità di attenzione, Maria Montessori osserva:
“ciò che [il bambino] apprende deve essere interessante, deve affascinarlo: bisogna offrirgli cose grandiose... per cominciare, offriamogli il Mondo” .
Dall'Infanzia all'Adolescenza, cap. V pag. 45
Anzi, diamo alla sua immaginazione l’universo intero, perché è qui che si svolge la vita del bambino, ed è proprio l’universo che può fornire risposte alle sue domande più profonde.
E così propone una grande cornice concettuale, uno schema unificante:
il Piano Cosmico.
Questo non è una disciplina o un insieme di nozioni, ma rappresenta il filo teorico e operativo che attraversa e coordina i vari materiali in una struttura unitaria. Non è un nuovo approccio alle materie scolastiche, è un piano di sviluppo per ogni fase di crescita, è quel modo di rapportarsi del bambino verso l’universo e l’umanità che gli permetterà di sviluppare, di fatto, le sue potenzialità…
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L’attenzione dell’adulto è come un riflettore: si concentra su un punto lasciando tutto il resto nell'ombra… Mentre l’attenzione del bambino è come una lanterna che illumina tutto...
Possiamo addirittura dire che i neonati e i bambini piccoli sono pessimi a focalizzarsi su una singola cosa, ma sono molto bravi a recuperare informazioni da tante fonti diverse in una volta sola (“sono molto bravi a recuperare informazioni da tante fonti diverse in una volta sola…” = memoria frattale espansa e relativa (assoluta) decodifica “lato tuo/umanità, centrale”).
Confronta, a livello frattale espanso (lente) dalla tua prospettiva (ottica) “come sopra”.
- questo non è una disciplina o un insieme di nozioni, ma rappresenta il filo teorico e operativo che attraversa e coordina i vari materiali in una struttura unitaria. Non è un nuovo approccio alle materie scolastiche, è un piano di sviluppo per ogni fase di crescita, è quel modo di rapportarsi del bambino verso l’universo e l’umanità che gli permetterà di sviluppare, di fatto, le sue potenzialità
- quest'esempio di psicologia accademica, particolarmente divertente, dimostra perfettamente come un calendario sia lo strumento di macro programmazione della cultura o società che lo usa. Questa ricerca non ha alcun significato se non seguite il calendario gregoriano - in cui, di conseguenza, vivete in una società in cui siete consumatori, programmati dal calendario ad avere l'esperienza culminante di spesa nell'ultimo mese del calendario annuale… Questo è il tipo di ricerca che chiamiamo "pensare dentro la scatola". È condizionato da dogmi indiscussi, originati dalla mancanza di consapevolezza circa l'assoluta limitazione di tali investigazioni alla scatola sconosciuta in cui essi operano. La scatola, in questo caso, è il calendario gregoriano in quanto programma mentale che si ripete su base annuale. Togli lo strumento di programmazione gregoriano, e cosa rimane? Il re è nudo…
Persone autorevoli e ricordate, come ad esempio la Montessori, sono servite (servono) ad un certo scopo (pur nella nobiltà d’animo e d’intenti, che spingono certamente a svolgere al meglio il proprio “lavoro”).
A quale “scopo”?
A fissare delle cime, delle altre cime, sino a ingarbugliarti ed auto posizionarti all'interno di un “modello chiuso di pensiero (sogno dominante)”.
Persone come la Montessori “servono sempre”, nella loro molteplice valenza conscia, inconscia, inconsapevole, etc. di vettori per la trasmissione e la propagazione del segnale portante AntiSistemico, modulato in dominanza “qua, così”.
E, bada bene, che “non è che SPS (Io) ho ragione e tutti gli altri, no”.
È allo stesso tempo che accade.
Tutt3 hanno ragione (contemporaneamente).
Ognuno al proprio livello giurisdizionale e potenziale. Ma, se “qua, così”, 1) la giurisdizione si auto limita, 2) il potenziale rimane inespresso, poiché 3) la dominante “insegna (docet)”.
Impara (ricorda) ad utilizzare la prospettiva frattale espansa:
- a quel punto
- il “allo stesso tempo”
- è un momento panoramico perfettamente decodificabile “lato tuo/umanità, centrale”…
“I neonati e i bambini piccoli sono pessimi a focalizzarsi su una singola cosa, ma sono molto bravi a recuperare informazioni da tante fonti diverse in una volta sola…”.
Ok?
La cosiddetta “sincronicità”, funziona analogamente.
La memoria frattale espansa non è l’unico vettore in corso d’opera. Il sistema operativo frattale espanso è una tri-unità e risponde a numerosi “input”, allo stesso tempo. Ergo:
- allo stesso tempo, sei come inondat3 da più tipi d’informazione, che occorre saper riconoscere al fine di decodificare opportunamente.
Ecco. Siamo nel 1945 e la seconda guerra mondiale, con la sua scia di distruzioni e problemi, si avvia lentamente al termine.
Il direttore dell’Office of Scientific Research and Development del governo americano, Vannevar Bush, che aveva coordinato gli sforzi bellici di ben 6000 scienziati, cominciò a guardare al dopo, a chiedersi che cosa si potesse fare per risolvere questi terribili problemi che, sia detto per inciso, anche lui aveva contribuito a creare…
“C’è una montagna crescente di ricerche” scrive nell'articolo “ma vi è una crescente consapevolezza che oggi ci stiamo impantanando man mano che la specializzazione si estende”…
Bush sa che la mente umana non lavora come lo schedario di una biblioteca ma opera per associazione, muovendosi da un elemento all'altro, creando, spesso in maniera inconscia, intricati collegamenti fra idee e concetti.
E così, a supporto di queste attività mentali, immagina un aiuto tecnologico, il Memex appunto.
Un apparato che, nonostante la realizzazione pratica che oggi fa sorridere, tutta leve, motori e microfilm, rende concreti i meccanismi associativi del cervello mettendo a profitto le tracce che lasciamo quando siamo all'inseguimento di un’idea.
Arriva addirittura a immaginare che “appariranno forme del tutto nuove di enciclopedia… pronte per essere inserite nel Memex e lì amplificate”.
Nella visione di Bush il Memex sarebbe diventato in definitiva un amplificatore del pensiero umano tramite la raccolta e l’utilizzo delle connessioni e degli agganci tra idee e concetti…
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Confronta e ritrova “conforto”:
- Bush sa che la mente umana non lavora come lo schedario di una biblioteca ma opera per associazione, muovendosi da un elemento all'altro, creando, spesso in maniera inconscia, intricati collegamenti fra idee e concetti
- i neonati e i bambini piccoli sono pessimi a focalizzarsi su una singola cosa, ma sono molto bravi a recuperare informazioni da tante fonti diverse in una volta sola.
Dunque:
- la mente umana… opera per associazione, muovendosi da un elemento all'altro, creando, spesso in maniera inconscia, intricati collegamenti fra idee e concetti
- i neonati e i bambini piccoli… sono molto bravi a recuperare informazioni da tante fonti diverse in una volta sola…
Ecco come funziona, anche, la sincronicità (che è una risposta d’assieme, del sistema operativo frattale espanso).
Quindi, per “far apparire un animale in piazza Navona” – ad esempio – come puoi (devi) agire/essere?
Inizia a ricordarlo ed a ricordarti, anche, in una simile “veste”.
Nella visione di Bush il Memex sarebbe diventato in definitiva un amplificatore del pensiero umano tramite la raccolta e l’utilizzo delle connessioni e degli agganci tra idee e concetti (quello che è diventato, ora, Internet, la “Rete”, i motori di ricerca, ogni servizio proposto, etc.).
Maria Montessori afferma che il lavoro è la vocazione dell’uomo e questo l’aveva scoperto osservando i bambini.
Nel lavoro, invece di trovare la stanchezza, essi trovano riposo e gioia. Il bambino lavora alla costruzione dell’uomo e l’uomo deve aiutare la costruzione del bambino.
Maria Montessori afferma che il bambino e l’uomo sono due esseri diversi:
il bambino non è ancora l’uomo, l’uomo non è più il bambino, ma l’uno è il costruttore dell’altro.
Sono due esseri diversi che hanno funzioni diverse, ma entrambe cosmiche…
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- il lavoro è la vocazione dell’uomo (una “sentenza/schiavitù” molto pericolosa, per te, “qua, così”. Infatti, la Montessori la ricordi ancora, mentre di te non si ricorderà nessuno… secondo una motivazione che tende costantemente a sfuggirti)
- e questo l’aveva scoperto osservando i bambini (i “bambini” non lavorano mai)
- il bambino lavora alla costruzione dell’uomo e l’uomo deve aiutare la costruzione del bambino (questo è il consueto loop, nel quale si applicano definizioni che tendono a trasformarsi in zavorre, che schiacciano tutto, compreso il futuro. “L’uomo deve aiutare la costruzione del bambino…” = l’educazione lo trasforma in qualcosa che “non è, ma diventa”)
- sono due esseri diversi che hanno funzioni diverse (per la ragione sopra evidenziata, diventano "due esseri diversi").
È impari, infatti, il confronto adulto/bambin3, dato che il primo è un “programma”, mentre il secondo è – ancora – una “matrice (dima)”.
Nel processo produttivo chi/cosa viene sempre prima? Il potenziale, oppure, la realtà manifesta?
“Padre nostro, che sei nei cieli…”.
Sino a quando continueranno a rivolgersi a te, essere umano, indistintamente facendo sempre riferimento... come se tutti fossero “maschi” (uomo, padre, etc.), di conseguenza, il “popolo eletto” sarà una sezione di genere, piuttosto che di specie.
E, anche quando le donne inizieranno a salire nei ranghi, lo faranno “ad immagine e somiglianza” dell’uomo.
Qualcosa che è già successo.
Tutto questo, per parafrasare lo status quo “qua, così”, anche rifacendosi alla versione divina (simbolico/romanzata) della realtà manifesta.
La dominante è “tutto quello che eviti accuratamente, di prendere in considerazione”.
Perché?
Perché continui a “riciclare”?
Le risposte collimano, anche se “non sei d’accordo”, poiché logica “lato tuo/umanità, centrale”.
Una multinazionale come, ad esempio, Coca Cola… che ogni giorno ammorba l’organismo umano e quello ambientale, “di cosa viene chiamata a rispondere ‘qua così’”?
A nulla, praticamente.
Ma, anche solo rimanendo all'inquinamento da “impatto ambientale indiretto (al di là della componente industriale, di fabbricazione e trasporto)”, che cosa sono 1,8 miliardi - tra bottiglie e lattine – che, ogni giorno, vengono “consumate” sul pianeta?
Quale “responsabilità” ha questo impero, nell'impero?
Immagina, poi, in cosa si trasforma questa sua responsabilità “inevasa”, diventando, “i ‘tuoi’ problemi sociali”.
Qualcosa che contribuisce ad “alzare il Pil” e, dunque, che viene tollerat3 dalla legge, perché “aiuta (sponsorizza) lo status quo a rimanere sempre ‘qua così’”.
La ragione fondamentale, in questa "cecità", non arrivi mai nemmeno a sfiorarla con la fantasia… poiché è la sua strategia, nonché il suo vantaggio su di te.
Fai…
N.B. In questo Bollettino è stato usato, a titolo sperimentale, un diverso font dal consueto. Mi scuso per eventuali imprecisioni, indesiderate. Grazie.
Davide Nebuloni
Bollettino numero 1914
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