domenica 28 febbraio 2010

Se le vincite del Superenalotto fossero delle illusioni?





Partiamo dalla notizia, datata dicembre 2009, che ora in stazione potremo intrattenerci, attendendo il treno, con le nuove ed allettanti sale da gioco nate da un accordo commerciale tra le Ferrovie e Lottomatica. Con l’inaugurazione della sala giochi nella stazione ferroviaria di Savona, si è dato ufficialmente il via a questa nuova modalità di intrattenimento. Spero non sia questa la "soluzione finale", trovata dai vertici delle Ferrovie, per ovviare ai ritardi cronici inerente la circolazione ferroviaria. 
 
La cosa certa è che, in questo modo, alle persone si offre la possibilità di svuotare del tutto il portafoglio, attendendo quel treno tanto sospirato. 
 
L’inaugurazione della nuova sala giochi ha visto intervenire  il Ministro Scajola, il quale ha espresso il seguente punto di vista:

"Non mi piace. Non ritengo che il gioco sia educativo. Un mio caro amico per il gioco d'azzardo ci è morto", al che non si è fatta attendere troppo la risposta di Mauro Moretti, amministratore delegato di Trenitalia; infatti rispondendo al ministro ha minimizzato: "E' un esercizio commerciale".
Mi chiedo; perché il Ministro Scajola ha partecipato se non d’accordo con detta iniziativa? Forse perché non poteva fare altrimenti? E quella sua espressione non è un modo “sottile” di sfuggire alle eventuali critiche dell’opinione pubblica?

Mentre la voce di Moretti risuona “per quella che è”, ossia veritiera, quella del Ministro distorce una dimensione personale piuttosto ambigua.
La scommessa vincente è, infatti, quella delle ferrovie e di Lottomatica che hanno dalla loro parte, la non indifferente fortuna che hanno speso gli italiani solo nel 2009 in giochi&scomesse varie.  
 
Una media di 2,5 Euro al giorno a testa, circa 75 Euro al mese, 900 Euro all’anno. 
 
Oltre 50 miliardi di Euro raccolti nel corso del 2009 nel campo della fortuna e dei giochi in Italia che, nella classifica mondiale, per quanto riguarda la spesa per persona nel settore del gioco e delle scommesse, si piazza al quinto posto.
Sino a qua i fatti sanciti dalla raccolta statistica e dagli incassi; poi si va sulla fantascienza pura quando si asserisce che:
Naturalmente, si gioca per vincere e molti ci riescono: sempre in media, degli 883 Euro investiti, ne sono tornati sotto forma di vincita 609.
L'uscita netta ammonta quindi a 274 euro in dieci mesi (quasi un euro al giorno).

E poi questo altro dato “indicativo”:
Nella divisione fondamentale fra giochi basati sulla fortuna e giochi in cui prevale l'abilità, la scelta degli italiani è chiara, puntando per l'84% sulla ricerca della fortuna e per il 16% sull’abilità dei pronostici.
Allora, dopo questo lungo preambolo, veniamo al dunque.

Ecco l’Antisistema in azione ancora una volta:
  • coinvolge le istituzioni, ossia le persone che ricoprono quelle cariche, nonostante il loro diverso “principio”
  • influisce sulle decisioni degli organi aziendali, perseguendo le solite logiche iper commerciali a tutto campo, senza remore di alcun tipo
  • sfrutta dei cronici difetti delle infrastrutture in maniera tale da perseguire ancora più efficacemente i propri “intenti”
  • evita il più a lungo possibile le risoluzioni di tipici problemi massivi, come il ritardo e l’ammodernamento delle carrozze ferroviarie, deviando l’attenzione della clientela verso strumenti di “ipnosi”, chiaramente funzionanti, come il gioco d’azzardo legalizzato
  • crea, in tal modo, nuovi “adepti” o tossicodipendenti dell’azzardo alla fortuna, pescandoli da un bacino completamente estraneo, proprio come una stazione ferroviaria che “richiama” ogni tipo di cittadino.
  • A livello energetico non risolve, ovviamente, nulla anzi ingarbuglia ancora di più le “acque”
Con 2,5 Euro al giorno di ogni italiano io avrei la ricetta per mettere in funzione un “motore” di ben altro calibro, chiamato Re-distribuzione etica del reddito!

Se, infatti, dovessi chiedere anche solo 1 Euro al giorno per soddisfare questo intento, collezionerei delle grandi e sonanti pernacchie.
Per poi osservare come questo “1 Euro” venga sperperato nei più disparati ambiti e modi, in virtù di un potere di acquisto oramai vicino al ridicolo. Quelle che erano le 2000 vecchie Lire in carta, oggi sono divenute pochi grammi di metallo senza distinzione di valore, letteralmente gettate via in 1000 ed 1 modi diversi.

E vengo al punto centrale del presente articolo; ossia le vincite. È per me vera e propria fantascienza quel dato che ho riportato poc’anzi. Sicuramente è una mia libera interpretazione, però non mi risuona per niente veritiera, nel senso che è troppo generosa nei confronti dei giocatori. Certamente ci saranno una moltitudine di vincite realizzate e non incassate per vari motivi, però il mio grande dubbio che vela solo una certezza è questo:

In Italia vige l’anonimato per coloro che vincono, ossia non si è menzionati ufficialmente e pubblicamente sulla “Gazzetta Ufficiale”. Certo si pagano le tasse sulla vincita, però il controllo si limita alla riscossione che, penso, sia “anonima”. Insomma è come se lo Stato si accontentasse di essere certo di intascare la tassa del 6% sulle vincite e stop. Ma perché? Perché in altri “paesi” invece le persone vincenti vanno a finire in televisione o sul giornale? Perché?

Il pensare comune “tradisce” questa linea: “Se fossi io a vincere vorrei che non lo sapesse nessuno. Pago le tasse e basta. Altrimenti mi ritroverei pieno zeppo di “amici”, parenti, amici degli amici che mi chiedono denaro, e poi la mia sicurezza sarebbe messa in pericolo”.

Quindi siamo tutti d’accordo con questo anonimato? In una Italia che fa la coda per apparire in televisione, una persona che ne acquisisce a pieno il “diritto”, declina una simile opportunità? I rotocalchi televisivi ed i giornali farebbero a gara per averci a “casa” loro. Ed il vincitore potrebbe ancora di più aumentare l’empatia dovuta al momento magico ed “arrotondare” con qualche copertina, qualche intervista, un libro, etc. Per quanto riguarda la sicurezza personale, non penso sia un problema, in quanto di ricchi ce ne sono a bizzeffe in giro; perché dovrebbero rapire proprio il nuovo milionario? Agendo con gli opportuni “accorgimenti” la situazione sarebbe sempre sotto controllo. I pericoli derivano semmai dalla poca abitudine a “maneggiare” tanto denaro, e un simile pericolo è strisciante sia nell’anonimato che nel pubblicizzare la propria vincita.

Ecco però la situazione che si viene a creare a livello di “controllo”. Se l’anonimato impera a ragion di legge, le vincite possono anche essere immaginarie, ossia possono anche non esistere e, pertanto, non assegnare quella parte delle giocate relative al montepremi. Pensiamo ai cento e passa milioni di Euro che recentemente erano in palio con il Superenalotto. Chi può dire che sono o non sono stati assegnati? 
 
Chi controlla in un regime, ancora una volta, immaginario?
 
Questo meccanismo mi ricorda tanto il sistema delle Banche e le loro magiche potenzialità di moltiplicare il denaro ricevuto in custodia, in termini di possibilità di erogazioni di prestiti.
È ancora lo stesso principio badate. Vere e proprie illusioni “garantite” dalla legge.

Su 50 miliardi di Euro di raccolta, a ben vedere, almeno metà dovrebbe tornare ai giocatori; in realtà quanti saranno fisicamente incassati? Secondo me solo le piccole vincite esigibili subito in tabaccheria e poche altre eccezioni...
Oltre a certe somme, entriamo nel mondo delle apparenze, dei miraggi pubblici, nei vuoti di memoria della massa…

In questo buco nero che inghiotte denaro senza fine di continuazione, è impresa ardua invertire il senso del flusso…

“Meditate gente, mediate”… 
 

sabato 27 febbraio 2010

Il fiore della Vita è una bussola che indica la "via".






“Il primo codice parla dell’Anima dell’Universo e della tua stessa Anima. Devi scoprire il tuo desiderio più intimo e la ragione della tua esistenza. Altrimenti ti perderai e rimarrai prigioniera di domande quali: Chi sono? Cosa è la Vita? Cos’è la Morte? Chi è Dio?...”
Fonte: “Life Codes” di Patty Harpenau

Il sincrodestino parla attraverso tutto quanto è possibile “animare” e veicolare verso il diretto interessato che ha “smosso” una risposta evocando una domanda. Le domande sorgono spontanee, affiorano alla “superficie” della mente dal fondo della coscienza; mosse dallo spirito di “curiosità” verso la Vita. Lo stesso spirito che contraddistingue tutti i bimbi che, ad occhioni aperti, osservano per la prima volta un “fenomeno” sconosciuto o solo dimenticato.

Oggi mi sono imbattuto nel libro sopraccitato, nel solito ipermercato, il solito giorno della settimana, nelle solite modalità, secondo la solita prassi…  
 
Eppure il sincrodestino ha “trovato” il modo di raggiungermi anche disperso nell’abitudine. 
 
Ha saputo precedermi e prepararmi un “messaggio”, una risposta, un segno atto a continuare il cammino intrapreso. C’era una unica copia, come al solito; mi ha attirato tra i tanti libri esposti a decantare le proprie “doti” e mi ha “convinto” ad abbassarmi per prenderla nelle mani. Sfogliandolo, ha iniziato subito a “parlarmi”; la qualità delle immagini e le fattezze di ciò che osservavo mi rapiva e convinceva. Decisi di comprarlo. Non appena mi incamminai lo guardai bene sul retro per vedere il prezzo e, cosa vidi? Che era rovinato. Tornai indietro per cambiare copia, ma mi accorsi che c’era solo quella, messa davanti ad una fila di altri libri tutti identici ma diversi dal “mio”. Lo aprii bene, lasciandolo sfogliare quasi in automatico e mi accorsi che almeno una trentina di pagine erano rotte e piegate all’interno, causando addirittura l’impossibilità di girarle ad una ad una per leggerle. Come un cerchio nel grano. Decisi allora di lasciarlo dove lo avevo trovato. Non lo dovevo comprare. Una volta a casa, facendo una ricerca su internet ho trovato il modo di scaricare le prime 29 pagine offerte a titolo promozionale. In quelle 29 pagine si trovava il messaggio per me; esattamente tra la pagina 27 e la pagina 28. Proprio alla fine dell’assaggio dell’opera.

Ecco il messaggio, che è anche una conferma:

“Devi scoprire il tuo desiderio più intimo e la ragione della tua esistenza”.

Ragazzi e ragazze, signori e signore, fratelli e sorelle, l’Universo ci parla, ci  ascolta, ci vuole bene…

Viviamo dal cuore e… chiediamoci “dove siamo”; chiediamoci se siamo nel flusso della Vita oppure ai margini. Chiediamoci che cosa desideriamo di più in “profondità”! Occorre chiarire la nostra intenzione, il nostro “senso”, il perché siamo qua, con quale missione da compiere…

Ora ho avuto la conferma di quello che avevo già compreso: 
 
Io sono” sulla Terra per completare la mia evoluzione ed allo stesso tempo per  contribuire ad evocare e rendere pubblico il grande inganno, la inimmaginabile illusione che avvolge l’intero pianeta, il sintomo che delinea la causa della nostra amnesia; la paura che ha permesso la nascita dell’Antisistema.

Ecco qual è la mia missione in questa Vita.

Vivo per onorare questo impegno!
 

venerdì 26 febbraio 2010

Il simbolo dell'infinito, le onde del mare e la "corsa" da risolvere.





L’uomo, nel corso della storia, ha dimostrato di poter raggiungere entrambe le estremità della scala dei “valori”, in questo rispecchiando a pieno le ampie volute della propria gamma di “potenzialità”, insite nella proclamazione della legge del libero arbitrio:

“Che si parli di me, nel bene o nel male, purchè se ne parli”Oscar Wilde

Questa frase mi riporta alla mente aloni di “zolfo”, in qualità ed in termini di energica ignoranza, cieca disconoscenza, anche come senso di ingratitudine, verso la bellezza potenziale della Vita. Questo “motto”, oggi, descrive in pratica il punto nel quale si è eclissata l’etica e la morale, agganciata nel limbo magnetico della “fama” sancita dai mass media. Farsi pubblicità ad ogni costo per “diventare qualcuno” è la scorciatoia più facile per “far parlare di sé”. Da quel “pulpito” sarà possibile poi coinvolgere le persone verso il proprio “sogno”.
 
Le persone sono viste come un insieme da “conquistare” ed ognuno di quell’insieme ha velleità simili, almeno in potenziale. Ciò descrive una massa reattiva come quella del Sole che, in superficie, sfoga tutta la propria estrema vitalità, sottostante, tramite continua reazione. Si dice che i pianeti influenzino le masse umane, e questo appena descritto potrebbe essere un buon riflesso o frattale dei più grandi moti esistenziali.
L’uomo e la creatività sono un connubio innato; immaginiamo dunque il  paradosso di “Achille e la Tartaruga”:

Il più famoso dei Paradossi di Zenone. È stato proposto nel quinto secolo avanti Cristo da Zenone di Elea, che intendeva difendere le tesi del suo maestro Parmenide, che sosteneva che il movimento non è altro che illusione.
La corsa della tartaruga.
Una delle descrizioni più famose del paradosso è quella dello scrittore argentino Jorge Luis Borges:
Achille, simbolo di rapidità, deve raggiungere la tartaruga, simbolo di lentezza. Achille corre dieci volte più svelto della tartaruga e le concede dieci metri di vantaggio. Achille corre quei dieci metri e la tartaruga percorre un metro; Achille percorre quel metro, la tartaruga percorre un decimetro; Achille percorre quel decimetro, la tartaruga percorre un centimetro; Achille percorre quel centimetro, la tartaruga percorre un millimetro; Achille percorre quel millimetro, la tartaruga percorre un decimo di millimetro, e così via all’infinito; di modo che Achille può correre per sempre senza raggiungerla”.
Fonte: Wikipedia

È dal quinto secolo avanti Cristo che una certa categoria di uomini cercano di risolvere questa “corsa” tra i due corpi lanciati a velocità diverse. Diciamo che Achille ad un certo punto si può gettare sulla tartaruga; questa sarà sempre un “apostrofo” più avanti, ma nulla potrà sulla possibilità di “balzare” che ha il corpo che insegue. Questo balzo è da intendersi come “evoluzione”, il superare determinate ferme convinzioni o punti di stanca del fiume esistenziale. Proprio quello che stiamo vivendo in questi anni. Un balzo quantico evolutivo; il “gatto sotto al tappeto” non ha bisogno nemmeno di mostrarsi alla “tartaruga”, perché non è sul quel piano che si snocciola l’essenza della “corsa”.

Il moto della “corsa” descrive una traiettoria con centro nell’uomo, vero e proprio perno e motore del senso ultimo relativo all’esplorazione delle dimensioni del Creatore. Dove per “uomo” intendo ogni specie, a diversi gradi evolutivi, disseminata nel Cosmo.

Questa immagine mi porta all’evidenza il concetto di infinito:

“L'infinito (dal latino finitus, cioè "limitato" con prefisso negativo in-, e solitamente denotato dal simbolo  , talvolta detto lemniscata) in filosofia è la qualità di ciò che non ha limiti o che non può avere una conclusione perché appunto infinito, senza-fine. Nella concezione cristiana il concetto coniato nell'ambito del pensiero greco trova la sua coincidenza con Dio stesso quale essere infinito.
Nascita del simbolo.
Il simbolo matematico di infinito venne utilizzato per la prima volta in epoca moderna da John Wallis nel 1655. Probabilmente egli lo scelse come trasformazione con legatura della lettera M, che nel sistema di numerazione romano indicava un numero "grandissimo" ed equivalente a 1000: M -> m ->  . In alternativa «Wallis potrebbe avere anche pensato che il doppio occhiello di quel simbolo potesse rimandare immediatamente all'infinito, perché tale doppio occhiello può essere percorso senza fine». D'altronde a volte M era formata da C e I, seguiti da una C specchiata, simile alla M della scrittura onciale (CIƆ). Una terza ipotesi suggerisce «il simbolo dell'otto rovesciato formatosi per deformazione delle prime due lettere del latino aequalis "uguale" (e infatti adoperato in un primo tempo per indicare l’uguaglianza).»
Fonte: Wikipedia

L’infinito, visto da una posizione ritenuta “definita” come quella umana, ha un senso e trova una definizione, proprio ritenendo se stessi poco più di una bolla nata dal gioco del caos, destinata a scoppiare inesorabilmente e, per questo, del tutto aleatoria. Secondo me, invece, l’infinito è solo un concetto che esprime una grandezza che sfugge; tutto qua. Per questo mi permetto, a volte, di raggiungere e superare con le “immagini” quella dimensione che, ritengo, essere solo il frutto di una “corsa” stanca e ormai senza senso, delle speculazioni del pensiero umano. 
Anche per quanto riguarda il simbolo utilizzato per rappresentare l’infinito, si può andare oltre:

“In matematica, la lemniscata di Bernoulli è una curva algebrica a forma di otto coricato. Il grafico di questa funzione produce una curva simile al simbolo dell'infinito, che a sua volta è chiamato lemniscata. La lemniscata fu descritta per la prima volta nel 1694 da Jakob Bernoulli, come modificazione dell'ellisse, che è il luogo dei punti per i quali la somma delle distanze da due punti fissi detti fuochi è costante. Una lemniscata, viceversa, è il luogo dei punti per i quali il prodotto di queste distanze è costante. Bernoulli la chiamò lemniscus, che è l'equivalente latino di fiocco pendente. La lemniscata era in effetti già stata trattata da Giovanni Cassini nel suo studio del 1680 sull'ovale di Cassini, di cui la lemniscata costituisce un caso particolare”.
Fonte: Wikipedia

Secondo me il simbolo dell’otto rovesciato, ben si presta a rappresentare anche il concetto di infinito, ma non intende solo quello che siamo abituati a pensare. Quel simbolo, opportunamente ridisegnato, descrive un’onda; un’onda molto simile a quella del mare, per intenderci. Un’onda costituita dai due principi contrapposti della dualità, intesa come senso di rotazione dell’energia costituente. L’immagine che ho messo come “copertina” di questo articolo disegna proprio un’onda marina, ed è il simbolo della casa editrice “Editrice antroposofica” che pubblica le opere di Rudolf Steiner. Notate come l'immagine sia composta da due forze contrapposte che vorticano, appunto, in senso contrario.

Questa onda descrive la spinta che si innesta nella dualità e descrive proprio il senso della nostra esistenza: fare esperienza nella dimensione del Creatore, ossia permettere al Creatore di conoscersi.

Questo simbolo, opportunamente “stiracchiato”, diventa un otto rovesciato, ma non necessariamente in quella “direzione”; ossia è il simbolo dell’otto rovesciato, che descrive due aree di energia che ruotano in senso opposto, che da’ luogo all’onda che possiamo rimirare, in molte forme, nel mondo percepito. Queste onde sono dei frattali del moto espresso a livello sottile dal “confronto” di energie contrapposte. In realtà il simbolo dell’otto rovesciato, in originale, non si chiudeva graficamente. Descriveva due “ghirigori” che troviamo ancora oggi, ad esempio, nelle forme decorative in uso sulle inferriate, nei tappeti, sui tessuti, nelle finiture tra pareti e soffitti, nelle decorazioni grafiche, etc. Anticamente era scolpito sui capitelli dei templi, nelle vesti, nelle effigi in generale, nei vasi in coccio, nelle lamine di rame e bronzo lavorate, etc. questo otto rovesciato ed aperto descrive il moto delle due energie che contraddistinguono l’intero creato. Una energia a spirale destrorsa ed una a spirale sinistrorsa, unite da un punto centrale che corrisponde alla Vita, alla creazione. Questa contrapposizione corrisponde alle affermazioni di Ighina, ad esempio, che affermava che “è tutto alla rovescia”.
E corrispondono alla mia visione dell’Antisistema come un fenomeno illusorio che esprime netta contrapposizione con il “Sistema” al quale si oppone per causa di forza naturale. 
Questa affermazione è confermata anche dalla scoperta, non ufficialmente riconosciuta, dell’esistenza di due complessi campi di forze (di natura elettrica e di struttura cubica), d’origine cosmica e tellurica, che avvolgono come una rete invisibile l’intera superficie terrestre, attraversando ogni luogo ed abitazione, denominate reti Hartmann e Curry dai nomi dei loro scopritori. Ciò equivale a confermare quello che sosteneva Ighina, quando parlava di ritmo Terra-Sole e di moto a spirale rovesciata dell’energia. Infatti le due reti, appena descritte, hanno direzione opposta; dal centro della Terra verso il Cosmo e viceversa. Aggiungiamo il simbolo del Tao ed il concetto di bene e male presente in tutte le religioni. 
Anche il lavoro di David Wilcock parla di due diversi tipi di "etere" che girano in senso opposto; mi riservo di fare un articolo a tema su questo grande e coraggioso uomo di Scienza.

La “verità” è sparsa ad arte in tutte le dimensioni ed in tutte le forme.

A livello di metafora, di mito, di leggenda, giunge sino a noi, confusi dal “rumore” di fondo provocato dalle energie in rotazione contrapposta, generatrici del “dubbio” o smarrimento gravitazionale che pervade le forme viventi sulla Terra. Un “nodo” tutto da sciogliere.