mercoledì 28 novembre 2018

Quanto fa 2 + 2? Dipende da te/“te”.



Ti ho osservato. E sembra che tu abbia osservato me. Fin dal principio…
Mi son dato un nuovo impulso: diffondere la verità.
E qual è questa verità?
Che non esiste un solo mondo. Ma tanti. E che noi viviamo nel mondo sbagliato. Questo li aiuterà a trovare la porta…”.
Westworld
Devo alzarmi in piedi.
Occhi selvaggi sotto i riflettori.
Che incubo. Perché!
Non mi volto e corro”.
The Show Must Go On (Pink Floyd)
C’è un luogo comune “qua (così)” che confonde, causalmente
come una caratteristica, come una malattia virale o come una profonda ignoranza che rivela l’intenzione “a monte”, ch’è strategia poiché proviene da una compresenza immanifest3, ovvero, votat3 intelligentemente ad approfittarsi della situazione venutasi a creare ad immagine e somiglianza.
Vedil3 un po’ come credi di... ma (ma) si tratta di un impero globale senza alcuna necessità di esporre i propri vessilli sulle torri più alte, al vento pubblic3.
L’immanifestazione, del resto, ha senso quando “è” totale, laddove ottiene il massimo dell’efficacia, ovvero, il fatto di non esistere; esserci.
  
A livello di ragione fondamentale (eco-dominante) le “tracce” deviano ed interferiscono, con chi si mette in testa e “sente” che c’è qualcosa che non va. 

I vessilli AntiSistemici ci sono, dunque, ma (ma) sembrano normalità.
Quindi, tutt3 porta a… lasciar perdere, poiché, “cosa” troppo grande per giungere in porto (quando nel mezzo credi esserci un ingombro eccezionale, come è l’immagine “Dio”, di fatto ti viene da dimenticare/digerire tutt3, ivi ricompres3 ogni ingiustizia sostanziale che continua a sgorgare come… dal “nulla”). 
Quindi, se nonostante tutt3 ciò intendi comunque “andare avanti”, ti sia di portante menzione che necessiti dell’atteggiamento più idoneo, a tal pro.
Infatti, a livello “formulare” puoi agganciare la sfericità frattale espansa (memoria ambientale infrastrutturale) di modo che tu possa avvalerti di un vero e proprio “kit”, di una strumentazione sempre valid3 al fine di… riuscire nel tu3 intento, che è dimostrare l’esistenza di un altr3 versione del mondo, sempre, “qua” ma (ma) non “così”. 
Qualcosa che, tuttavia, non deve farti pensare e condurre a considerare l’esistenza di mondi paralleli, bensì, qualcosa che “è” nello scenario “qua” ma (ma) sviluppat3 in maniera differente rispetto alla versione “industriale (così)”.
Ok?
Ciò ti permette di uscire da un cul-de-sac da fantascienza ed abbracciare la ruvida asperità che ti ricorda che, in barba ad ogni considerazione possibile ed immaginabile (AntiSistema), esiste ed è praticabile l’auto osservazione in termini di potenziale contemporaneo. Ovvero:
la contemporaneità non è relativ3 all’esistenza di mondi paralleli che esistono all’unisono, ma separat3 come da “porte” invisibili o compartimenti stagni (ciò, infatti, aprirebbe anche tale variante all’imprinting industriale che “qua, così” è re3 di aver plasmato la forma mondo in funzione del proprio esclusiv3 interesse, auto proveniente in termini di ispirazione, dall’immagine e somiglianza eco-dominante che non esiste; c’è, in quanto ad influsso che, come inquinante, continua ad insistere nell’aria nonostante chi l’ha emanat3 si sia già estint3, o meglio, non esista; c’è ancora).
Il cambiamento climatico vale 26.000 miliardi di dollari
Pierpaolo Molinengo Trend Online 27 novembre 2018 Link 
Tale è l’interesse che trasforma tutt3 in ulteriore interesse o “continua a succedere”.
La contemporaneità è dunque riferit3 al potenziale singolare, da cui deriva il potenziale della Massa, che d’assieme esalta la somma che fa il totale (per dirl3 alla Totò). 
La contemporaneità del potenziale singolare (che fa la “somma”) è considerat3 utopia (come dovrebbe essere) nell’AntiSistema, dall’AntiSistema (che è dunque auto referente avendo tutt3 da guadagnare). 
Cioè, ogni singolarità è dotat3 “di serie” del potenziale contemporaneo… di modo che la realtà manifesta ad immagine e somiglianza possa essere sempre contemporaneamente sviluppat3 in tal senso che, guarda non caso, il potenziale democrazia + comunismo, d’assieme, riflette (quando tu sei tu e non “tu”… quando scambi il significato sferico per il significato di parte, AntiSistemico). 



L’errore di parallasse c’è ed esiste, e, nonostante tutt3... non te ne avvedi; con il risultato di gonfiare il credo eco-dominante che auto impera come… qualcun3 che è diventat3qualcosa e, dunque, sembra solo una moda, tendenza, stile di vita, “natura”, mancanza di alternativa sostanziale percorribile senza lasciarci le penne, la pelle, la mente, la salute, etc.
Contemporaneamente, quindi, si riferisce al potenziale ed in quanto tale non esistono mondi paralleli da raggiungere bensì esiste il potenziale di mutare nella destinazione d’uso il “qua”, che è l’unic3 scenario auto esistente nonché luogo comune dove sviluppare il potenziale contemporaneo (in quanto sede originale di giustizia sferica o equilibrio tra le parti che si credono… parti di/in qualcosa di assolutamente inarrivabile che, nella sostanza, ha abbandonat3 tutt3 al “proprio” destino, senza rendersi conto che tale principio non ha mai abbandonato nessun3, dal momento in cui quando non è un’immagine significativa “è” compresenza sede dell’interesse proprio, che sviscera immancabilmente ovunque nel “qua, così” in quanto a riflesso condizionat3 eco-dominante).
Cina, leader di Alibaba Jack Ma è membro del Partito comunista.
Jack Ma, fondatore del gigante cinese Alibaba e uomo più ricco della Cina, è un membro del Partito Comunista Cinese (Pcc), secondo quanto riportato dalla stampa ufficiale.
La sua appartenenza al Pcc, che conta 89 milioni di membri, è trapelata dal Quotidiano del Popolo, organo del partito al potere, in un articolo che elogia i principali attori dello sviluppo cinese.
Jack Ma, in passato, aveva sempre dichiarato la sua estraneità alla politica. Secondo il Quotidiano del Popolo, invece, farebbe parte di un gruppo di ricchissimi esponenti del Pcc assieme al miliardario Xu Jiayin, fondatore del gruppo Evergrande.
Nel suo articolo pubblicato ieri, il quotidiano spiega che Jack Ma ha svolto un ruolo importante a favore della nuova "Via della seta", un enorme programma di investimenti cinesi, in particolare in Asia ed Europa, lanciato nel 2013 dal presidente Xi Jinping.
Jack Ma è anche considerato uno dei "costruttori eccezionali del socialismo con caratteristiche cinesi nella provincia di Zhejiang", dove ha sede Alibaba.
Coa Askanews 27 novembre 2018 Link 
L’uomo più ricco della Cina “è” comunista/socialista? 
E che c’azzecca? 
Eppure, tant’è
Devi (devi) digerire e farti andare bene, anche tale verità.
Ma, tanto… chi se ne frega. Vero?
Costui è tanto distante da “te”, che puoi persino permetterti di ignorarl3. Ed ecco come “è già success3” e continua a… succedere:
credendo a/che/di… tendi alfine ad “ignorare”
ovvero
a dimenticare e a far orecchie da mercante…
Non c’è peggior sord3, di chi non vuol “sentire”. Ok?
Proprio nell'era del wireless, continui a credere che cosa/chi è distante da te, sia anche inoffensiv3? Semmai, tale è soltanto la strategia:
occhio non vede... mente s'allenta.
Ciò significa che l’informazione frattale espansa ti raggiunge sempre (c’è ed esiste) ma… “tu” non ci senti, non ascolti, poiché, sempre (sempre) alle prese con altr3, che sembra (sembra) avere costantemente la meglio su di (in) “te”, proprio perché nel durante ti sei auto trasformat3 in “te”, in quanto ad assieme organic3 “modificat3” (nel) “qua (così)”.
L’antenna è, dunque, l’atteggiamento
E quell3 “formulare” ti permette di captare, ricevere, ascoltare, demodulare, decodificare, comprendere, ricordare, etc. la memoria originale dell’esperienza relativ3 al pre/durante e post “è già success3”.
Ti permette di accorgerti e di renderti conto del pregresso, che ha due differenti stadi contemporaneamente:
ciò che sei nel/dal pre momento (avvento) di “è già success3”
ciò che sei “ora”, dopo/durante il momento (conquista, invasione, possessione, amministrazione, controllo, etc.) di “è già success3”…
Ovvero:
sempre (sempre) potenziale contemporaneo.
“Sei” sempre, infatti, nonostante non “ti” sembra affatto.
“Sei” potenziale contemporaneo, poiché, ognun3 lo “è” per default. Il “problema” è, semmai, essere dal potenziale contemporaneo e, non, essere anche potenziale contemporaneo. Ok? 
L’essere “anche”, significa che non è detto che… ti svilupperai in tal senso sferic3.
L’essere “dal”, significa che continuerai ad essere “seme” per la continuità potenziale contemporane3.

La vita fantasma del migrante che non può stare in Italia e non può tornare indietro
Mtt Yahoo Notizie 27 novembre 2018 Link 
Davvero, credi che… chi è migrante sia inferiore, rispetto a “te”? 
Se hai l’accortezza di spostarti indietro di una manciata di decenni, anche la condizione italica era tale. Dunque
Chi è migrante è costrett3 a lasciare il luogo nativ3
Perché? Perché, si tratta di una condizione ambientale - globale - “industriale”, ovvero, di una necessità altrui per arruolare manodopera a basso costo dove “serve” maggiormente e dove, ovvio, manca. 
Per chi controlla la fabbrica “mondo”, infatti, la numerosità umana è come un flusso (asset) da controllare e veicolare, di modo che il processo industriale garantisca sempre il tenore di funzionamento progettuale (non si tratta, forse, di una “creazione”, tale mondo?).
C’è sempre (sempre) una cert3 “industriosità”, infatti, che si preoccupa di ogni questione, anche quando non sei più in fabbrica o in qualsiasi altr3 luogo di lavoro, poiché, “qua (così)” è il luogo di lavoro per chi è parte che decide e per chi è parte che “serve”.


Sud, Profumo: cruciale approccio corso tra industria e istituzioni.
Per diminuire il divario tra Nord e Sud del paese "è cruciale adottare un approccio coeso tra industria e istituzioni, anche attraverso finanziamenti mirati e iniziative dedicate, a supporto dello sviluppo del tessuto industriale e sociale...".
Lo scrive l'ad di Leonardo, Alessandro Profumo, nella postfazione allo studio dello Svimez dal titolo "Il problema del rinascimento dell'industria manifatturiera. La sfida del Mezzogiorno", presentata nel corso di un convegno a Napoli sul tema del trasferimento tecnologico.
E proprio sul tema del trasferimento tecnologico, per Profumo l'iniziativa lanciata da Invitalia e dalla fondazione Ricerca e imprenditorialità da lui guidata, di creare un Centro per l'innovazione tecnologica a Napoli è un esempio virtuoso perché "risponde alle esigenze proprie dell'ecosistema e dell'innovazione nazionale e in particolare del Mezzogiorno".
"Il compito di una grande impresa è quello di sviluppare un 'brodo di cultura' che permetta di accelerare la crescita. Ciò significa avere la sensibilità e la capacità di essere attori per lo sviluppo del territorio…".
Sen Askanews 27 novembre 2018 Link 
Sviluppare un "brodo di cultura" che permetta di...
Come fai, ancora, a digerire tutt3 ciò? 
Sai, è una questione di assumere ogni informazione attraverso di sé, che deve essere la proiezione coerente con l’atteggiamento “formulare”, a fungere da chiave per l’auto decodifica ambientale di tutt3 ciò che “va in onda”. 
È garantit3, infatti, che fa la differenza. 
Non a caso devi passare una gran parte dei primi anni di vita, a scuola, dove t’insegnano la “storia” e, dunque, dove ricevi la continuazione dell’imprinting (ciò che devi sapere). 
Quindi, dovresti proprio triangolare come se… il “tempo” non esistesse affatto, dato che ciò che continua a succedere è come una eterna ripetizione del “è già success3” che, guarda non caso, è proprio il “tempo” a farti digerire come se tu non potessi “Fare…” alcunché, in termini sostanziali… tanto vale dedicarti, allora, ad un hobby. Vero? 





Farti credere che… non ci puoi “Fare…” niente (sostanzialmente) significa fartene, alfine, fregare.
Il che alimenta il menefreghismo d’assieme, che passa per farsi sempre gli affari propri, ossia, lavorare per guadagnare non importa dove/come, etc.
Sei, insomma, in un circolo vizioso, in un “destino” a forma di vite senza fine, dove l’apparenza (credo) del “tempo”, divide et separa… tutt3 ciò che continua a succedere come se fosse sempre divers3 rispetto al “prima”
L’introduzione del “tempo” significa = dimostrazione dell’esistenza del controllo da “a monte”. 
Sì, perché, tutt3 è “parlante”, ossia, significato.
Una dimostrazione sempre auto esistente poiché auto conclusiv3, riportandosi sempre nella versione già dimostrat3, ovvero, risolutiva e non enigmatica che, semmai, l3 diventa dal momento in cui l’ambiente AntiSistemico ti trasforma in “te”, che di/in conseguenza auto decodifichi l’ambiente per ciò che (non) ti deve sembrare, ad immagine e somiglianza dell’intenzione di chi “è” eco-dominante + sottoDomin3 “qua (così)”.
"Sono un 50 enne sfortunato in amore, ormai la fidanzata la cerco con la scadenza:
come le mozzarelle".
Leonardo Pieraccioni
HuffPost Italia 27 novembre 2018 Link 
Certo: 
la forma mondo industriale ha res3 tutt3 a… scadenza, proprio come qualsiasi prodotto che artificialmente, dopo un po’, inizia a perdere le caratteristiche native o “di fabbrica(zione)”. 



È ferm3 interesse, infatti, che tutt3 scada poiché ciò permette nuov3 compravendita o sostituzione del prodotto, ovvero, garanzia di entrate per chi è industria, e sostenibilità (status quo) per chi “è” amministrazione e controllo.
Imprese, Saccomanni: per crescita interventi banche-governo.
"Per aiutare le imprese a fare il salto di qualità devono intervenire governo, banche e imprese stesse...".
Lo ha detto Fabrizio Saccomanni, presidente di Unicredit, durante un convegno al Politecnico di Milano sulla Corporate governance.
"I governi devono incentivare la crescita economica e per questo devono dare questo segnale:
le dimensioni delle imprese devono crescere...", anche aiutate da "incentivi per rafforzare il capitale...", ha aggiunto Saccomanni.
"Le banche devono diventare banche di investimento e aiutare le imprese ad andare verso il mercato dei capitali e ridurre l'indebitamento...".
L'ex ministro dell'Economia, ricorda che negli anni "le imprese hanno scelto loro di finanziarsi indebitandosi con tante banche, piuttosto che andare sul mercato dei capitali:
devono migliorare la loro struttura finanziaria...", ha concluso il presidente di Unicredit.
Mch Askanews 26 novembre 2018 Link 
Non c’è che dire:
sei davvero in “buone” mani.
Il destino è soltanto “tu3”, nell’AntiSistema
Laddove puoi scegliere tra decisioni precotte e non decidere da/in te, poiché, sei già sede di deviazione ambientale che ti ha auto demodulat3 in dominanza, ovvero, costruendo tale immagine di/in “te”.
Non a caso, quando intendi gustarti del buon the, l3 compri della migliore “marca”, salvo poi inquinarl3 con dello zucchero, che l3 trasforma in “the”.
Se te sei mutat3 in “te”, allora, anche il the è divenut3 (nel) “qua (così)”… “the”.


La Melaradi Brescia racconta la memoria industriale del Paese.
Chiusi lì dentro, mentre il buio è l’unica cosa che imperversa insieme ai suoni agghiaccianti degli aerei che passano nel cielo, sembra davvero di vivere le emozioni di chi, durante la guerra, era costretto a rifugiarsi sottoterra per salvarsi ancora una volta dal pericolo della morte.
È quello che accade nel bunker antiaereo dello stabilimento Leonardo Sistemi di Difesa di Brescia, recentemente restaurato, che restituisce al visitatore l’impatto emotivo forte della guerra…
Un percorso museale inaugurato nel dicembre del 2013 e visitabile su appuntamento, con l’intento da parte dell’Associazione Museo della Melara, di valorizzare e promuovere la storia della Società e dell’Industria della Difesa italiana, per recuperare la memoria storica del nostro vissuto e dell'importanza che la Breda meccanica Bresciana ha avuto nella produzione di armi leggere.
La sua capacità e il genio, tutto italiano, di rispondere alle specifiche esigenze che la nazione, il mercato richiedevano in quel momento storico…
I Musei Leonardo sono i testimoni d’eccezione della memoria tecnologica industriale del nostro paese, ed esprimono la piena consapevolezza che la cultura industriale della nostra epoca si formi anche all'interno delle imprese.
"Far conoscere la storia industriale di questa società è credo estremamente importante…
La Breda meccanica Bresciana ora confluita nella Leonardo Sistemi di Difesa è stata fondata nel lontano 1924 come la sesta sezione della città italiana Ernesto Breda.
È nata con lo scopo di creare un comparto specializzato esclusivamente nello studio, la progettazione la costruzione di armi leggere…".
Il ruolo della Associazione Museo... è quello di promuovere attività di studio, di ricerca, di formazione e divulgazione nelle aree tematiche della storia della difesa, della storia sociale e dell'archeologia industriale.
Il percorso museale è composto, oltre che dalla visita al bunker, anche da una mostra permanente, che raccoglie 200 immagini in bianco e nero e racconta la storia dell’azienda attraverso suggestive visioni industriali, e da un archivio storico suddiviso nelle due sezioni di La Spezia di Brescia, che conserva documenti, disegni tecnici, fotografie, manualistica tecnica, libri e modelli.
"I documenti parlano, i documenti raccontano, attraverso un archivio noi possiamo conoscere storie che rimangono per molti anni dimenticate
Attraverso le fotografie abbiamo una lettura della storia diversa.
Quindi vari documenti, sia tecnici che fotografici che brochure, tutta la letteratura 'grigia' insomma, viene analizzata da un punto di vista archivistico in maniera complementare…".
Un modo di studiare le fonti “incrociato” che aiuta a raccontare la storia di una società altrimenti dimenticata.
"Una delle tante fotografie a cui sono legato è quella che rappresenta l'asilo nido che c'era all'interno dell'azienda…
Consideriamo che durante il periodo della guerra qui c'erano cinquemila persone e la maggior parte dei lavoratori era composto da donne, perché gli uomini erano al fronte…".
Rinverdire la memoria del nostro paese, questo è forse il merito più grande dei Musei di Leonardo.
"Dal 2011 ad oggi è stato visitato da circa 7 mila persone… varie associazioni, scuole, cittadini comuni. Un episodio che mi ha toccato particolarmente nel corso degli anni? Non ho dubbi:
è stato quando uno dei visitatori ha riconosciuto all’interno di queste fotografie i propri genitori…".
Adnkronos 27 novembre 2018 Link 
Che tenerezza...
Un modo di studiare le fonti “incrociato” che aiuta a raccontare la storia di una società altrimenti dimenticata… (appunto: è il solito “sentire” sempre ed assolutamente, però, ignorat3, nonostante tutt3 faccia pensare 3l contrario).
“Ora”… verrai condott3 “per mano” a “Fare… due + due = ?”. 
Quanto fa “a casa tu3” 2 + 2 se non e solamente, 4? 
Ebbene, l’esperienza work in progress SPS ti farà ricordare di quanta differenza sgorghi dalla modalità attraverso cui conduci… la “somma” di ogni elemento; accorgendoti logicamente (proprio come facendo 2 + 2) che nello scenario manca e, dunque, deve esserci… chi non esiste; c’è, al fine di rendere matematic3 ogni risultato, che in tal modo è assolutamente indipendente (poiché verità sferica) dall’errore di parallasse (“credo”, AntiSistema). Quindi:
assumi le prossime informazioni attraverso l’atteggiamento di chi intende accorgersi, lasciandoti andare relativamente ad ogni collo di bottiglia che ti fa vedere ogni informazione in maniera… di/in parte.
Sentiti al di là di ogni schieramento, di modo che possa emergere soltanto verità sferica, sostanza, significato, etc.
Ok? 
Sembra facile ma (ma) l3 “è”, quando “Fai…” un po’ di pratica, che non significa divenire paranoic3 bensì… “formulare”, avendo a cuore te e contemporaneamente l’umanità (triangolazione sferica della verità originale).
Parti da “qua”: 
da espressioni riportat3, che senti dirti ogni giorno e che, nella sostanza, ti entrano dentro sembrando, poi, essere parte di “te”.
Evita di continuare a convolare a nozze con l'AntiSistema.

Illuminismo e rivoluzione industriale all’origine delle democrazie.
Cyber Security, Carrai: nel mondo 4.0 gli stati non esistono più
Gli stati nazionali "nel mondo 4.0 non esistono più" perché "il Dark web travalica gli stati nazionali: non c'è più il confine...".
Lo ha affermato Marco Carrai, presidente della società di Cyber Security Cysg, intervenendo all'84 esima assemblea di Anagina.
"È da rivedere… l'impianto delle democrazie così come è nato dall'Illuminismo e dalla rivoluzione industriale
La rivoluzione tecnologica… porterà naturalmente a un nuovo assetto socio-economico…".
Glv/Sar Askanews 26 novembre 2018 Link
La democrazia, dunque, “è”:
l'impianto… nato dall'Illuminismo e dalla rivoluzione industriale…
Ma (ma), nel Bollettino 2157 “La storia autentica della deviazione è scritta tra le righe del deviato” è già stat3 ricordat3 che:
l’illuminismo è stat3 una strategia di chi era ancora “casa regnante”
ma, nella sostanza, era già una strategia di chi era “ascesa borghese”
e
la rivoluzione industriale è già di per sé… realtà industriale.
Ergo:
l’impianto “democrazia” è una lente attraverso cui farti vedere tutt3 in maniera altr3, rispetto a ciò che “è già success3” e continua a succedere (significativamente).
Da questo punto, in poi, il Bollettino “parlerà” solamente la lingua riportat3 nel corpo della lunga citazione
A te spetta il compito (un vero e proprio “piacere”) di:
renderti conto
attraverso l’auto decodifica singolare
senza alcun paraocchi
di che cosa (chi) “è già success3” e dunque continua a succedere
così come la massima recita che “l3 spettacolo deve continuare”.
Qualcosa che dipende da come te (Massa) traduci significativamente ciò che ti raggiunge (e-leggi) anche se nella versione edulcorat3, di/in parte, “qua (così)”.
“Fai… da te, insomma”.
Accorgiti e riconosci che… nel “destino” a vite senza fine, tutt3 si auto ripete in base alla “dima”. 
E che il “tempo” è un comodo velo per… rivelare ed, alfine, farti digerire tutt3 come se fosse un nulla che sostanzialmente lascia sempre il “tempo che ritrova”.
Cambia la moda ma (ma) non la tendenza, quindi.
E riconosci anche che il momento attuale è una transizione apparente “già success3” un’infinità di altr3 volte, dove le parti recitano a memoria il “proprio” copione, sullo sfondo della Massa che assiste sempre più impotentemente, proprio come “una volta” le popolazioni native s’accontentavano di qualche luccichio, iniziando a demandare il proprio “futuro” a chi dimostrava di saperne tant3 da non risultare nemmeno spiegabile il perchè e, dunque, il grado di verità del raccontat3 e di chi racconta(va)…
Buona esperienza.
La cultura del progresso.
L'entusiasmo culturale. Il positivismo.
La scienza e la tecnica furono i grandi protagonisti della seconda rivoluzione industriale:
sembrava che ormai si potessero risolvere tutti i problemi dell'uomo.
Questo entusiasmo culturale per il metodo scientifico applicato alla soluzione dei problemi concreti venne chiamato positivismo:
la scienza e la tecnica erano infatti considerate un sapere “positivo”, cioè utile all'uomo
L'evoluzionismo.
Nell'ambito del positivismo, la teoria che più fece scalpore fu l'evoluzionismo dell'inglese Charles Darwin (1809-1882).
Darwin pubblicò nel 1859 L'origine della specie, frutto delle osservazioni da lui compiute durante un lungo viaggio che lo portò in America Latina, a Tahiti, in Nuova Zelanda e in Australia.
Secondo Darwin le specie viventi (vegetali e animali) sono il frutto di un processo di evoluzione:
nascono e si modificano nel tempo, oppure si estinguono.
La causa di questa evoluzione è la lotta per la sopravvivenza. Tutti gli esseri viventi infatti devono combattere per la conquista del cibo, dell'acqua e dello spazio.
La lotta per la sopravvivenza provoca quindi una selezione naturale:
infatti, gli individui che hanno le caratteristiche migliori per sopravvivere si affermano, gli altri muoiono
Per spiegare il meccanismo dell'evoluzione, Darwin ricorre a numerosi esempi.
Uno tra i più noti è quello delle giraffe. Questi animali hanno il collo lungo non perché il collo si è allungato nel tentativo di nutrirsi delle foglie più alte degli alberi; ma perché tra le giraffe nacquero alcuni individui particolari (cioè con il collo lungo) che, in un momento in cui le foglie basse scarseggiavano (probabilmente perché era cambiato il clima) riuscirono a nutrirsi delle foglie più alte degli alberi.
Questi individui con il collo lungo poterono cosi vivere più a lungo e riprodursi. E con il tempo furono gli unici a sopravvivere; invece quelli che avevano il collo corto, non trovando foglie sufficienti per nutrirsi, scomparvero.
Cosi le specie si evolvono, e con il tempo possono diventare anche molto diverse da com'erano all'inizio.
In sintesi, secondo Darwin, tutte le forme di vita sono il risultato di graduali mutazioni delle specie, da forme primitive a forme più complesse. Ciò vale anche per l'uomo.
L'uomo discende dalle scimmie?
Con la teoria darwiniana veniva a cadere la concezione tradizionale cristiana secondo la quale l'uomo era un essere creato da Dio in modo diretto e del tutto differente dagli altri animali.
Per questo alcuni critici di Darwin sostennero che per l'evoluzionismo l'uomo discendeva dalle scimmie:
ma si trattava di un'interpretazione distorta.
Infatti Darwin non pensò mai che gli uomini potessero discendere dalle scimmie viventi, anche quelle antropomorfe, che sembrano cioè più simili a noi, come il gorilla, lo scimpanzé o l'orango.
Darwin disse una cosa ben diversa:
affermò che gli uomini e le scimmie viventi avevano gli antenati comuni.
In altri termini, noi e le scimmie viventi non abbiamo gli stessi “genitori”; abbiamo piuttosto in comune i nonni che vissero milioni di anni fa.
Non siamo “fratelli”, ma “cugini”.
In sintesi, per Darwin anche l'uomo, come tutti gli esseri viventi, ha una storia, non è sempre stato uguale a com'è oggi. E le sue origini s'incrociano con quelle di tutti gli altri animali.
La polemica sull'evoluzionismo.
Darwin e la Bibbia.
L'opera di Darwin scatenò la reazione di numerosi credenti (cattolici e protestanti) che la ritennero una bestemmia.
Secondo la Bibbia, infatti, l'uomo era stato creato direttamente da Dio e non era il risultato di una lenta evoluzione.
Nel 1860 il vescovo anglicano di Oxford rivolse a Darwin questo ironico interrogativo:
“È veramente credibile che le rape abbiamo la tendenza a diventare degli uomini?”.
Ma non tutto il mondo cristiano si schierò contro Darwin. Per molti Darwin rappresentava in biologia quello che era stato Galileo in astronomia. E quindi valeva lo stesso ragionamento:
la Bibbia non era un libro di scienze ma di fede, conteneva il messaggio della salvezza, non la descrizione scientifica della natura.
II darwinismo sociale.
Il pensiero di Darwin spinse molti pensatori ad applicare l'evoluzionismo ai fenomeni sociali, dando luogo a una teoria passata alla storia come darwinismo sociale.
Secondo questa teoria, la selezione naturale andava applicata anche alla società umana, dove esistono individui che sono destinati a dominare i più deboli.
Le disuguaglianze tra gli uomini andavano quindi considerate un fatto naturale. Non solo. La selezione naturale andava applicata anche tra i popoli:
quelli più forti avevano tutto il diritto di dominare i più deboli.
Una teoria razzista.
Il darwinismo sociale era molto lontano dal pensiero di Darwin, ma per la mentalità dell'epoca sembrava frutto di una visione scientifica:
in realtà si trattava di una teoria razzista per la quale esistevano nell'umanità razze superiori e razze inferiori.
Inoltre questa teoria giustificava il colonialismo:
secondo il darwinismo sociale, infatti, gli Europei avevano tutto il diritto di educare i popoli considerati inferiori, imponendo il proprio dominio e sfruttando le risorse naturali e la manodopera dell'Asia o dell'Africa.
Il darwinismo sociale venne utilizzato anche come giustificazione della guerra.
La guerra consentiva infatti di eliminare gli elementi più deboli della società e di costruire a livello internazionale una gerarchia di Stati e razze con a capo quelli più forti.
Spirito d'iniziativa e intervento statale.
Il ruolo degli imprenditori.
La fiducia nel progresso si espresse in economia nello spirito d'iniziativa:
la capacità cioè di “fiutare un buon affare” e di investire in questa iniziativa quanto si possiede (lavoro e capitali).
In altri termini, gli imprenditori presero a comportarsi negli affari al contrario di quanto suggeriva un vecchio proverbio:
per loro era infatti meglio “una gallina domani che un uovo oggi”.
Per questo occorreva avere totale fiducia nelle proprie capacità e un'ottimistica visione del futuro…
Il ruolo dello Stato.
Tuttavia man mano che la rivoluzione industriale avanzava, sempre più si faceva sentire la necessità dell'intervento dello Stato, innanzitutto per rimuovere tutti gli ostacoli che impedivano il libero commercio:
per esempio, le norme medievali che imponevano di pagare una tassa quando si attraversavano certi ponti o si entrava in una qualsiasi città.
In Inghilterra nel corso dell'Ottocento vennero abolite numerose leggi che non permettevano la completa libertà di movimento dei lavoratori e del denaro. Molti erano infatti i privilegi che soprattutto le grandi compagnie di navigazione avevano ereditato dal passato.
La costruzione delle infrastrutture.
Inoltre lo Stato intervenne per sostenere l'iniziativa privata, per esempio agevolandola con leggi particolari, almeno fino a che non fosse in grado di reggere la concorrenza delle industrie dei Paesi più avanti.
Allo stesso modo lo Stato dovette intervenire massicciamente nella costruzione delle infrastrutture:
strade, ponti, porti ecc.
Infatti quelle del passato erano insufficienti per il nuovo flusso commerciale e andavano rimodernate.
L'importanza dell'istruzione.
Infine l'azione dello Stato divenne particolarmente efficace nell'ambito dell'istruzione.
La creazione di scuole a tutti i livelli venne considerata dai Paesi più attenti un investimento fondamentale.
Lo sviluppo industriale richiedeva infatti persone preparate, che sapessero unire all'abilità tecnica la scienza, tipica degli uomini di cultura.
La ricerca dei capitali.
Il potere delle banche.
A un imprenditore però non bastava lo spirito d'iniziativa, era necessario che disponesse anche di capitali.
Inizialmente, durante la prima rivoluzione industriale in Inghilterra, non erano stati necessari grandi capitali per costruire le fabbriche:
i macchinari erano pochi e la concorrenza limitata.
Per questo un privato cittadino era in grado di avviare un'attività imprenditoriale anche con un piccolo capitale.
Spesso erano piccoli borghesi, artigiani o commercianti, che si autofinanziavano e si lanciavano in una nuova avventura lavorativa.
Con la seconda rivoluzione industriale, invece, il ricorso ai capitali fu sempre più necessario:
si pensi alle enormi somme di denaro indispensabili allo sviluppo delle ferrovie o alla necessità delle industrie di rinnovarsi rapidamente sotto l'incalzare della concorrenza.
A chi chiedere tutti questi denari?
Alle banche, certamente, che con la rivoluzione industriale accrebbero molto la loro forza economica e il potere che potevano esercitare sugli imprenditori.
La vita delle industrie infatti prese a dipendere sempre di più dai finanziamenti delle banche.
Le società per azioni.
Tuttavia il denaro prestato dalle banche non bastava. Per questo motivo vennero create le cosiddette società per azioni, che permisero alle aziende di aprirsi al contributo di più persone.
In altri termini, il valore di un'azienda venne diviso in tante quote, chiamate azioni, che potevano liberamente essere vendute o acquistate da chiunque, in qualsiasi numero.
Il luogo di questa contrattazione, il mercato delle azioni, venne chiamato Borsa, nome che già da alcuni secoli indicava il posto adibito agli affari commerciali.
La principale Borsa dell'epoca della rivoluzione industriale fu quella di Londra, ancor oggi tra le più importanti piazze finanziarie del mondo. Poi si impose la Borsa di New York, a Wall Street.
I pericoli della libertà economica.
Monopoli e oligopoli.
La diffusione e lo sviluppo dell'industrializzazione non furono privi di rischi anche gravi, per la libertà dei cittadini e dei commerci:
primo fra tutti l'affermarsi di pericolose concentrazioni industriali, chiamate anche con il termine inglese trust.
La sparizione della concorrenza e il dominio di una sola industria sul mercato avrebbero consentito a quest'ultima di imporre sulla merce prodotta il prezzo a lei più conveniente.
Questo gravissimo rischio era molto reale in presenza del monopolio, cioè il dominio del mercato di un certo prodotto da parte di una sola industria.
Ma ci può essere anche il rischio dell'oligopolio:
è questo il caso che si verifica quando le industrie che dominano il mercato si accordano per stabilire il prezzo di un prodotto.
La reazione degli Stati.
Lo scopo dei monopoli e degli oligopoli era stabilire il prezzo più elevato possibile dei prodotti, a tutto danno dei consumatori.
Con la seconda rivoluzione industriale questa prospettiva divenne un pericolo sempre più presente. La risposta al problema venne dai governi dei Paesi più industrializzati, come l'Inghilterra, gli Stati Uniti, la Francia e la Germania.
Tra l'Ottocento e il Novecento vennero emanate rigide norme per impedire la costituzione dei monopoli o degli oligopoli:
le cosiddette leggi antitrust, cioè anti-concentrazioni.
L'essenziale.
Che cosa è il positivismo?
La scienza e la tecnica furono i grandi protagonisti della seconda rivoluzione industriale:
sembrava che ormai si potessero risolvere tutti i problemi dell'uomo.
Questo entusiasmo culturale per il metodo scientifico applicato alla soluzione dei problemi concreti venne chiamato positivismo.
Che cosa sosteneva la dottrina evoluzionista di Darwin?
L'inglese Charles Darwin pubblicò nel 1859 L'origine delle specie, in cui sosteneva che le specie viventi sono il frutto di un processo di evoluzione, cioè nascono e si modificano nel tempo. La causa di questa evoluzione è la lotta per la sopravvivenza, che comporta una selezione naturale.
In che modo l'evoluzionismo modificava la concezione dell'uomo?
Secondo la teoria darwiniana l'uomo non era un essere creato da Dio in modo diretto e del tutto differente dagli altri animali:
l'uomo ha infatti degli antenati in comune con le scimmie viventi e non è sempre stato uguale a come è oggi.
Quali interpretazioni vennero date del darwinismo in ambito sociale?
Molti pensatori applicarono l'evoluzionismo ai fenomeni sociali, secondo la teoria detta darwinismo sociale:
essa giustificava le disuguaglianze tra gli uomini e anche il diritto dei popoli più forti di dominare i più deboli.
Come si espresse in economia la fiducia nel progresso?
L'entusiasmo per il progresso si espresse in economia nello spirito d'iniziativa, che consiste nella capacità di “fiutare un buon affare” e di investire in questa iniziativa quanto si possiede (lavoro e capitali).
Quale ruolo ebbero le banche?
Nella prima fase della rivoluzione non furono necessari grandi capitali. In seguito, invece, si resero indispensabili altre forme di finanziamento. Perciò le banche accrebbero il loro potere sugli imprenditori. Inoltre, vennero create le società per azioni, che permisero alle aziende di aprirsi al contributo di più persone.
Quale ruolo ebbe lo Stato?
Il ruolo dello Stato nello sviluppo industriale fu fondamentale:
favori il libero commercio, agevolò l'iniziativa privata, intervenne nella costruzione di infrastrutture e investi nell'istruzione.
Tale sviluppo, però, non fu privo di rischi, quali l'affermarsi di pericolose concentrazioni industriali (i monopoli e gli oligopoli ostacolati con leggi antitrust)…
Multistoria. Edizione Blu – Gentile, Ronga, Rossi
Come le altre canzoni nell'album The Wall, "The Show Must Go On" narra una parte della storia di Pink, il protagonista.
Nel brano lo "show" è una metafora che indica la vita di Pink, che deve andare avanti anche se isolata dalla società.
Tuttavia, lo stress che questa scelta comporta causa l'allucinazione che comincia in In the Flesh.
La canzone può essere anche interpretata letteralmente, vale a dire che, anche se Pink si oppone o se ha problemi di salute, viene costretto dai suoi produttori ad esibirsi
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Davide Nebuloni
SacroProfanoSacro (SPS) 2018
Bollettino numero 2439
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