lunedì 19 febbraio 2018

“C’era una s-volta…” e c’è ancora.



Anderson non parlare. Abbassi il quoziente intellettivo di tutto il quartiere…”.
Sherlock
La compresenza, anche di una sola persona sufficientemente “dotata (disposta a...)”, all’interno di una certa “capacità (giurisdizione, campo magnetico, personalità, effetti collaterali, etc.)”, provoca… conseguenz3
La, di l3i, intenzione va oltre a qualsiasi forma sociale; andando ad incidere nella fattispecie in termini di “sogno”:
desiderio, futuro, orbita, destino, etc.
Se tu avessi l’accortezza di ricordare quali “cose”, la prole in tenera età è in grado di scatenare (ottenere) a livello di realtà manifesta “qua” – anche se “così” – (e quali “cose”, te stess3, hai già ottenuto allorquando avevi la medesima età), ti renderesti conto della forza attrattiva “magnetica” che possiede il “carattere (atteggiamento)” della singolarità (a prescindere, però, dall’età… che rientra nel piano della convenzione respirat3 d’assieme con l’aria, che è… inquinata, infatti e guarda non caso).
Qualsiasi “motore” va solo messo in moto (ispirato).
Dopo di ché continuerà a funzionare (girare) “favorito” dal fatto che... per altr3 sembrerà basilare (fondamentale) il doverlo alimentare, poiché ne varrà della “propria” vita, alias, della propria sopravvivenza. 

È ovvio che la Massa non assumerà il “motore” in quanto tale, ma (ma) registrerà che rientra nella “logica delle cose l’adempiere a tale funzione”, laddove non apparirà mai (mai) la ragione fondamentale “a monte” del dispositivo motorio (status quo, strategia, Dominio). 
Ti dicono che il moto perpetuo non esiste, tuttavia, il “qua (così)” continua a funzionare.
Dunque, assumendo che sia verità (il moto perpetuo non esiste), di conseguenza “come, la realtà manifesta, funziona”?
Bruciando vita, ossia:
consumando tutt3,
dunque
favorendo la ricrescita
che servirà, nel durante
come fonte di alimentazione “rinnovabile”.
Non penserai che ciò che fa l’essere umano agli animali, alle cose, alle risorse naturali, etc. finisca “lì”.
No. Tale “destino” è comune e rientra nel loop AntiSistemico che ri-vela il Dominio.
Accorgiti indirettamente, a partire dalle tracce (frattali espanse) – situazion3 - che lascia dietro e tutt’attorno a sé, ogni e qualsiasi “fonte d'emissione”, per cui… anche il Dominio:
"sappiamo che frutti rossi, melograni e bacche contengono antiossidanti, ma spesso, nel tragitto che li porta alla nostra tavola perdono le loro proprietà benefiche”.
Valerio Sanguigni 
Fai attenzione e ricorri al metodo indiretto:
nel tragitto che li porta alla nostra tavola perdono le loro proprietà benefiche (ossia, ogni nutrimento a cui attingi, facendo la spesa, è deprivato delle proprietà originali. Qualcosa che succede anche lungo il percorso e non solo, sempre più radicalmente).
Non solo “frutti rossi, melograni e bacche…”. È ovvio.
In democrazia nessun fatto di vita si sottrae alla politica”.
Mahatma Gandhi
Quindi, il fenotipo esteso frattale espanso della politica è la democrazia, che serve per “trasportare e caratterizzare” la forma sociale ivi rientrante in solido. 
C’è democrazia, al fine di poter esserci “politica” meglio accettata supinamente.
Alias?
Che cosa significa “fare politica”?


Esercitarsi nell’amministrazione della forma sociale, ovvero dell3 singolarità, attraverso il filtro della gestione dell3 città, dello Stato, etc. 
Espandendo la questione, l’ambiente in toto “qua (così)” è il fenotipo esteso frattale espanso di una grande concentrazione di massa (personalità) che domina incontrastata, poiché… non più pres3 in considerazione (dimenticat3). 
Così come in termini matematici esiste il potenziale di controllare e/o annullare tutt3 ciò che è contenuto “fra parentesi”, se (se) al di là (fuori, prima) esiste una “variabile (costante)”, in grado di anteporsi (operare, interferire) a qualsiasi tipo di “risultato (dibattito)” che avviene all’interno:
così (allo stesso modo) è anche e soprattutto la sopravvivenza sociale
a tanto valgono, dunque, le “tue” decisioni e le “tue” scelte se (se) “qua (così)”.
Credere in alcuni “saldi principi”, a livello d’identità nazionale, è diventato... difendere a spada tratta da qualsiasi “dibattito altr3”, in merito.
Mettere in dubbio la Costituzione, ad esempio, è… da un lato, atteggiarsi a personalità brillanti che hanno “mangiato la foglia” e, dall’altro, continuare a recitare per almeno due motivi:
impotenza (paura)
attività lavorativa (sopravvivenza, adeguamento, apparenza).
È come fumare canne, per sentirsi migliori, trasgressiv3, senza paura, etc.” ma (ma), nella sostanza, è continuare a rifugiarsi nella propria cantina mentale, facendo finta che “fuori” non sia così brutt3... come sembra ogni volta che “ci rimetti il naso”. 
Ancora, è come tatuarsi, portare jeans spaccati, l’anello al naso, credersi rivoluzionari, atteggiarsi come “divers3”, etc.
Fai grande attenzione:
nell’AntiSistema nulla è lasciato al “caso”. Ed, ogni scelta - anche estrema - è già stata valutata prima.
Non esiste né destra né sinistra né centro, “qua (così)”:
la legge è uguali per tutt3”.
Riporta a galla, in te, il significato che “è” in tutt3 ciò che continua a succedere, nella recita del giogo delle parti, che è quel motore di de-composizione (da cui la ciclicità “naturale”) che brucia tutt3 sostanzialmente alla stessa maniera
Pensa a cosa rappresenta una stufa che brucia legname di ogni tipo:
lì dentro ci può finire, continuando a funzionare, anche una intera foresta
come in un Buco Nero “illuminato” dalle fiamme eterne.
In una “bocca” di qualche decina di centimetri quadrati, può trasformarsi l’intero reame vegetale planetario, se (se) non fai nulla per terminare una tale azione (fame, piano, funzione). Ok?
Quindi, non è la “grandezza fisica” che fa la differenza.
Bensì, è la sua capacità di funzionare coerentemente, nella lungimiranza di – meglio – non apparire nemmeno (immanifestazione, ispirazione, in-dipendenza, delegazione, wireless, etc.).
Tale “stufa” corrisponde alla “intenzione insaziabile (sopravvivenza ad ogni costo)” di un centro portante distribuito non localmente (ubiquità):
al di là della “trappola per orsi”… di “Dio”
significa che esiste fisicamente un simile Buco Nero (Dominio)
e che non è un essere “gigante” ma (ma) è “gigante”, semmai, la sua conseguenza “qua” che, infatti, è già diventat3 “così”.
Per ricordare... analogamente pensa all’immagine di un megafono ed alla forma piramidale con, nel vertice (distaccato), il Dominio… che utilizza come cassa di risonanza ogni livello che via via “discende” da ess3, sino a raggiungere il livello massivo, che va mantenuto attentamente e perfettamente sotto al controllo preventivo (retro ingegneria, guadagno, Costituzione, etc.).

Sino a quando il fare “politica” sarà come svolgere un’attività lavorativa (che lavoro fanno i tuoi genitori? Papà è imprenditore. Mamma fa la politica…), di conseguenza l’attività politica rientrerà nel medesimo piano della gerarchia
Ossia, del controllo “a monte”; essendo, dunque, anche chi “è” in politica... soggett3 alla “necessità” denaro/lavoro. 
E, pertanto, rischiando di essere “parte della nave e parte dell’equipaggio”:
nella terra di mezzo che rende tutt3 schiavi della “ragione del debito”.
In preda alle forze lobbiste. Tra due fuochi. 
Accettando, alfine, soprattutto ciò che tenta se (se) continuamente, registrando che può arrivare sino a “lì (te)” poiché regolarmente già introdott3, tollerat3 ed addirittura “regolat3”, ossia, accettat3 e nemmeno tra le righe (ossia, previst3).
Il termine politica viene utilizzato in riferimento all'attività ed alle modalità di governo, od anche, nel lessico politico, alla cosiddetta attività di opposizione.
Può riferirsi a stati, confederazioni ed organizzazioni intergovernative, oppure a entità locali e territoriali più circoscritte, come regioni e comuni:
in questi ultimi casi l'azione di governo è detta più propriamente amministrazione locale…
Dal greco antico politikḗ ("che attiene alla pόlis", la città-stato), con sottinteso téchnē ("arte" o "tecnica"); per estensione:
"arte che attiene alla città-stato”… talvolta parafrasato in "tecnica di governo (della società)".
Dalla stessa radice (πόλις, pόlis, "città-stato") derivano anche il sostantivo polī́tēs (πολίτης, "cittadino") e l'aggettivo polītikós (πολιτικός, "politico")…
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Non ti sembra, forse, che tali “origini” si riferiscano ad organismi d’assieme, che prendono in considerazione l3 singolarità solo in termini secondari?
Cioè, sottintes3 alla compresenza cardinale delle forme organizzate (che si fanno risalire all’attività umana ma che, nella sostanza, poi la mettono all'angolino, tendendo a sfruttare piuttosto che servire all’umanità…).
Città, infrastrutture, Stati, norme, leggi, persone giuridiche, idee, storia, etc.) sembrano altr3 rispetto a ciò che tendi, invece, ad osservare e ricordare.
Le città della Grecia dell'Età classica erano costituite in governi autonomi e rappresentavano l'orizzonte politico delle comunità greche.
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Il racconto è un rapporto scientifico scritto da un popolo alieno nel quale viene analizzato il pianeta Terra.
I soggetti principali della relazione sono città, porti e navi; essi sono considerati le entità viventi del pianeta, in quanto sono le uniche "creature" in grado di muoversi e abbastanza grandi da essere osservabili dalla distanza
Visto di lontano – Vizio di forma – Primo Levi 
Se (se) l’apparenza inganna (prospettiva), non deve però ingannarti il significato che, comunque, rimane inalterat3:
se “di lontano” si scorge solo un certo tipo di “movimento ed apparenza”
significa che la ragione fondamentale “sta” proprio in questi termini, ma (ma) negati
alias
status quo (movimento)
immanifestazione (apparenza).
Sono questi “grandi corpi (concentrazione di massa, a livello significativo ma apparente)” che emergono “di lontano”. 
Anche se tu sei (nel) “qua (così)”… sempre troppo addentro e, dunque, passivat3, all’ombra, nell’angolino (anche quando non lo credi affatto). 
Una città vista dallo Spazio, è come un immane infezione virale o una macchia di muffa, sulla superficie della Terra

E, di te, non c’è la minima traccia, poiché queste grandi “opere” sono la creazione d’assieme, che nemmeno ti sembra essere… dal momento in cui ti preoccupi di comprare “casa tua”, senza immaginare che stai andando a finanziare l’espansione di qualcosa che non immagini da “lì”. 
Allora, è proprio significativamente che ti puoi e devi accorgere di “a cosa presti il fianco”, mentre… sopravvivi “qua (così)”. 
Mentre tutt3 continua a finire nella “stufa”, che è sempre accesa e con l’intenzione di “brillare” per sempre nella notte buia della rinuncia di sé, umana. 
Nel “buio pesto”, basta una fonte di luce qualsiasi, per convincere la gran parte della Massa, andando così ad ispirare e formare ogni forma di “credo” che, nella sostanza, deriva da una sola origine fondamentale (“a monte”) e la significa.
Max Weber, nella conferenza "La politica come professione" (1919), chiedendosi cosa possa significare la politica come professione, fornisce alcune categorie importanti per la definizione del politico.
Il titolo della conferenza, in tedesco, è "Politik als Beruf":
Weber gioca qui (ma anche altrove) col termine Beruf, che significa tanto "professione" quanto "vocazione", cosicché l'opera può intendersi tanto come "la politica come professione" quanto come "la politica come vocazione".
Tre qualità possono dirsi sommamente decisive per l'uomo politico:
passione, senso di responsabilità, lungimiranza.
Passione nel senso di Sachlichkeit:
dedizione appassionata a una "causa" (Sache), al dio o al diavolo che la dirige… Essa non crea l'uomo politico se non mettendolo al servizio di una "causa" e quindi facendo della responsabilità, nei confronti appunto di questa causa, la guida determinante dell'azione.
Donde la necessità della lungimiranza - attitudine psichica decisiva per l'uomo politico - ossia della capacità di lasciare che la realtà operi su di noi con calma e raccoglimento interiore:
come dire, cioè, la distanza tra le cose e gli uomini.
La "mancanza di distacco" (Distanzlosigkeit), semplicemente come tale, è uno dei peccati mortali di qualsiasi uomo politico e una di quelle qualità che, coltivate nella giovane generazione dei nostri intellettuali, li condannerà all'inettitudine politica.
E il problema è appunto questo:
come possono coabitare in un medesimo animo l'ardente passione e la fredda lungimiranza?
La politica si fa col cervello e non con altre parti del corpo o con altre facoltà dell'animo. E tuttavia la dedizione alla politica, se questa non dev'essere un frivolo gioco intellettuale ma azione schiettamente umana, può nascere ed essere alimentata soltanto dalla passione.
Ma quel fermo controllo del proprio animo che caratterizza il politico appassionato e lo distingue dai dilettanti della politica che semplicemente "si agitano a vuoto", è solo possibile attraverso l'abitudine alla distanza in tutti i sensi della parola.
La "forza" di una "personalità" politica dipende in primissimo luogo dal possesso di doti siffatte.
L'uomo politico deve perciò soverchiare dentro di sé, giorno per giorno e ora per ora, un nemico assai frequente e ben troppo umano:
la vanità comune a tutti, nemica mortale di ogni effettiva dedizione e di ogni "distanza", e, in questo caso, del distacco rispetto a sé medesimi…
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Lungimiranza… come dire, cioè, la distanza tra le cose e gli uomini...:
i soggetti principali della relazione sono città, porti e navi; essi sono considerati le entità viventi del pianeta, in quanto sono le uniche "creature" in grado di muoversi e abbastanza grandi da essere osservabili dalla distanza…
come possono coabitare in un medesimo animo l'ardente passione e la fredda lungimiranza (semplice: coabitano in termini di conscio e di in-conscio, di gerarchia, di segreto, di senso, di potenza e di impotenza)
l'uomo politico deve perciò soverchiare dentro di sé, giorno per giorno e ora per ora, un nemico assai frequente e ben troppo umano: la vanità comune a tutti, nemica mortale di ogni effettiva dedizione e di ogni "distanza", e, in questo caso, del distacco rispetto a sé medesimi (il Dominio è il tuo più acerrimo nemico. Non te stess3, come va di moda affermare. Semmai, se proprio vuoi continuare a cibarti di ciò, allora assumi tale considerazione a livello di differenza di potenziale te/te”).
Tale “vanità”, a livello significativo, è l’atto prospettico che porta “di lontano” ad osservare una intera realtà manifesta, ignorando la compresenza umana (e, dunque, il Dominio) assumendo come entità viventi le infrastrutture… che sono il fenotipo esteso frattale espanso (significato apparente, incisione nella realtà manifesta “qua, così”).
La memoria umana è uno strumento meraviglioso ma fallace”.
Primo Levi
Se (se) ad affermarl3 è proprio un uomo che ha fatto della propria memoria, il cardine della propria attività di “simbolo vivente”, di conseguenza, 1) o Levi è l’eccezione che conferma la regola (la mosca bianca, il motivo d’esperienza diretta) oppure 2) anche Levi risente di tale caratteristica e, quindi, tutt3 ciò significa che… 3) “qua (così)” non è “fallace” la memoria ma, di più, il proprio “senso di orientamento (utilizzo, servizio, funzione, interferenza, etc.)”
Infatti, uno “strumento meraviglioso” non può essere contemporaneamentefallace”, altrimenti stai solamente prendendo in considerazione qualcosa (qualcun3) a livello “artistico” o svuotat3 dentro (apparente).
I sommersi e i salvati è un saggio di Primo Levi.
Scritto nel 1986, ultimo lavoro dell'autore, è un'analisi dell'universo concentrazionario che l'autore compie partendo dalla personale esperienza di prigioniero del campo di sterminio nazista di Auschwitz ed allargando il confronto ad esperienze analoghe della storia recente, tra i cui i gulag sovietici.
La narrazione descrive con lucidità e distacco - nonostante l'averne vissuto l'esperienza diretta - i meccanismi che portano alla creazione di "zone grigie" di potere tra oppressori e oppressi, la corruzione economica e morale delle persone che vivono nei sistemi concentrazionari, gli scopi e gli utilizzi politici e sociali di tali sistemi, la replicazione di analoghe dinamiche comportamentali nelle realtà quotidiane odierne
Link 
i meccanismi che portano alla creazione di "zone grigie" di potere tra oppressori e oppressi, la corruzione economica e morale delle persone che vivono nei sistemi concentrazionari, gli scopi e gli utilizzi politici e sociali di tali sistemi, la replicazione di analoghe dinamiche comportamentali nelle realtà quotidiane odierne
insomma, la narrazione della forma sociale, ambientale, umana, della realtà manifesta “qua (così)”, che si suole credere “migliore” rispetto a…prima di/che…
La creazione di "zone grigie" di potere tra oppressori e oppressi…:
dunque, se (se) non si tratta né di oppressi né di oppressori
allora (allora)
di “chi” si tratta?
Qualche altra “categoria” puoi andare a r-ac-cogliere?
Parti dalla significatività della terminologia ricorrente e convenzionale (default) al maschile:
che cosa significa = chi si rivela (cela) continuamente “qua (così)”?
Quale “genere” non sembra invece ciò che incarna (“è”)?
Quello femminile, laddove, la “zona grigia” è, di più – anche – il genere di mezzo, ossia:
ciò che completa “le due parti della mela, separate da… ‘Zeus’…”
la loro riunione.
L’unione di qualcun3 che non si è mai (mai) divis3, diversamente da tutt3 il resto uman3 “qua (così)”:
e, guarda non caso, la scelta (il sentire) di utilizzare la forma asessuata “3”, al posto delle rispettive vocalizzazione di genere, caratterizzanti il lessico usuale AntiSistemico, incarna a pieno proprio questa “intuizione”.
Il Dominio “è” unione di genere:
non ha polarità, se (se) non quella che l3 spinge a continuare a… dominare (alias, a reggere le sorti del proprio impero planetario e... AntiSistemico per l3 singolarità originali).
È garantito e sicuro… Provoca dipendenza. gioca con moderazione…”.
Pubblicità Casinò di Campione 2018
Gioca responsabilmente…”, ti dicono. 
Ma (ma), il gioco “provoca dipendenza”, anche se “è garantite e sicuro”… che cosa?
Che… “provoca dipendenza”. No?
E quando sei dipendente, come puoi riuscire ancora a “giocare con moderazione?
Per cui, perché lo Stato ha autorizzato il gioco d’azzardo?
Perché, chi decide la legge non sei tu, così come non è la politica, bensì, la “vanità, la passione e la lungimiranza” che tutelano il giogo “qua (così)”.
C’era una s-volta…”:
dov’è che il genere umano (l3 singolarità) l’ha presa/persa?
Quand’è che “è già success3”?
Proprio da quel momento, in poi (seguito).
Un giorno, forse, ti accorgerai della sostanziale differenza che significa non subire alcuna prospettiva (interesse, deprivazione, parte, etc.). 
Ti accorgerai della portata che “ha”, la quintessenza che s’emana da questo Spazio (Potenziale) Solido…
L’analogia frattale espansa, infatti, corrisponde – qualora adottata ufficialmente – a quella autentica” rivoluzione” che deriva dall’assumere come fondamento il valore assoluto della giustizia universale ad angolo giro.
Nella primavera 1971 Levi spiegò in un’intervista alla Rai l’intenzione ironica del titolo “Vizio di forma”, con il quale voleva alludere a un grave “errore di sostanza”:
“una grossa smagliatura che ha avuto luogo nella storia della nostra
civiltà:
il fallimento…”, forse non irreversibile, “della tecnica in quanto fattore di progresso.
E proseguiva sottolineando l’importanza del modello fantascientifico – concepire invenzioni visionarie basate su un vasto sapere tecnico – scientifico – come particolarmente adatto ad affrontare problemi sociologici attuali…
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La prospettiva, qualunque sia, comporta errore di parallasse e significa “interferenza”, quindi, apparenza e dunque compresenza immanifesta della necessaria ragione fondamentale (Dominio).
Il “vizio di forma… il… grave errore di sostanza”, è ciò che rende nullo ogni contratto attuato “qua (così)”:
“fai… di farti valere. È, assolutamente, tuo diritto e tua responsabilità”.
        
Davide Nebuloni
SacroProfanoSacro (SPS) 2018
Bollettino numero 2247

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