Yoda
La concezione delle ‘cose’, dal punto di vista umano, è una questione di prospettiva. Il vedere da un ‘punto diverso' la trama della Creazione, arricchisce lo scenario stesso al quale si ‘accede’. È come aggiungere un ingrediente segreto, un tocco magico alla ricetta dell’Universo. Per questo motivo si dice che l’umanità è in grado di co-creare la realtà manifesta di cui essa stessa è viva parte.
Gli Human Bit sparsi in Terra contribuiscono a verificare l’equazione del Creatore e contemporaneamente innalzano il proprio grado di evoluzione e di iniziazione. Nel reame del Tempo sequenziale tridimensionale, il percorso appare lungo e ricolmo di difficoltà. La discesa vibrazionale, dovuta all’immersione nella densità energetica, comporta il ‘rischio calcolato’ della dimenticanza. Dimenticare per poi ricordare, smarrirsi per poi ritrovarsi. In questo orizzonte ciclico è racchiusa l’analogia con quelle qualità che occorre sviluppare, coltivare, autoeducare al fine di onorare l’impegno preso responsabilmente, prima della nostra ‘partenza da casa’: conoscere se stessi.
Agire in conseguenza del 'sentire' in modo equilibrato e illuminato, secondo ciò che abbiamo imparato e non ricordato: con viva responsabilità e qualità dell’intenzione. Oltre ad ogni interferenza, giudizio, separazione, illusione, credo, abitudine o sensienza. In quella luce che non manca mai, appellata Amore Incondizionato… Luce di ‘Casa’ o Luce ‘Centrale’…
La struttura dell’universo è segmentata in sette superuniversi ciascuno dei quali ruota intorno ad un universo centrale. L’universo centrale è la dimora materiale della Sorgente Primaria. Poche persone comprendono che, al fine di governare l’universo materiale, il Creatore Primario deve abitare la materialità ed operare nell’universo materiale. L’universo centrale è la sua dimora materiale ed è eterno. E’ circondato da corpi di gravità oscura che lo rendono essenzialmente invisibile anche a quelle galassie che si trovano nelle più immediate vicinanze della sua periferia che, per inciso, ospitano la Razza Centrale.
L’universo centrale è immobile ed eterno, mentre i sette superuniversi sono creazioni di tempo e ruotano intorno all’universo centrale in senso anti-orario. Intorno a questi sette super-universi c’è lo spazio 'esterno' o periferico, che consiste di elementi fondamentali non-fisici di materia non-barionica o anti-materia, che ruota intorno ai sette superuniversi in senso orario. Questo immenso spazio esterno è la camera di espansione in cui si espandono i superuniversi. L’universo conosciuto che i nostri astronomi osservano sono per lo più un piccolo frammento del nostro superuniverso e lo spazio di espansione agli estremi limiti della sua periferia.
Ai margini dell’universo centrale risiede la Razza Centrale, che contiene la matrice originale del DNA umano della creazione. Ad ogni modo, è una razza talmente antica da apparire a noi come Dei, quando invece essi rappresentano i nostri futuri sé. Tempo e spazio sono le sole variabili di distinzione. La Razza Centrale è conosciuta alla nostra razza più antica come gli dei creatori che hanno sviluppato la matrice originaria della specie umana e poi, operando unitamente con i Veicoli dell’Anima, hanno seminato le galassie man mano che gli universi si espandevano. Ciascuno dei sette superuniversi ha un distinto proposito e una sua specifica relazione con l’universo centrale tramite la Razza Centrale in base al modo in cui la Razza Centrale ha sperimentato il DNA per ottenere incarnazioni fisiche compatibili come veicoli dell’anima.
Estratto da: Passaggi Segreti (Camera 3) - Wingmakers
L’umanità non è lasciata da sola nel compiere questo ‘viaggio’ come, del resto l’umanità non è la sola a compiere questo ‘viaggio’. Le entità che si occupano della nostra ‘assistenza’ fuoriescono direttamente dall’emissione Creativa ad opera della manifestazione centrale. Il Creatore è anch’esso in evoluzione, per cui ognuno di noi è in evoluzione e per questo motivo ‘tutto’ concorda a permettere l’evoluzione stessa. Cosa si intende per ‘evoluzione’?
Verificare una equazione ideale.
Un errore concettuale comune può essere il considerare l'evoluzione un processo di 'miglioramento' delle specie o di semplice aumento della complessità degli organismi o ancora più semplicemente nella capacità di 'uscire vincente' dal processo di selezione naturale. Ciò che in realtà mutazione e selezione producono è adattamento all'habitat e quindi, in tal senso, può comportare anche 'perdita' di caratteri e di funzionalità e una semplificazione. L'insieme delle condizioni ambientali e delle relazioni con le altre specie sussistenti ad un dato momento costituisce l'habitat ed esso è, al contempo, una fonte di selezione e il terreno in cui si esplicano gli adattamenti in essere.
Da Wikipedia
Verificare una equazione ideale.
Questa ‘verifica’ può avvenire solo nella densità della materia, ma a ‘ritroso’ corregge e sviluppa nuovi modelli sempre da sperimentare. È più facile comprendere questo fenomeno osservando quello che, ad immagine e somiglianza, sta effettuando l’umanità in ambito tecnologico, oppure nell’ambito più generico della progettazione e sperimentazione. Si intuisce, si pensa, si progetta, si crea, si esperimenta. Ma tutto questo ‘fluire’ non avrebbe senso senza un - perché? Ossia, cosa c’è da 'affrontare'? Perché progettiamo quel qualcosa?
Senza questa ‘resistenza’ non avremmo avuto quel ‘valore aggiunto’ da estrarre dal nostro processo superiore. Pensiamoci bene. Ora, alla luce di questa evidenza, come possiamo inquadrare ogni 'avversità'?
La separazione era necessaria. Il nostro ‘Avversario’ anche.
Se le ‘cose’ potessero avverarsi all’istante, faremmo a meno di… soffrire? Penso di sì. O forse, no? Nella biodiversità e numericità umana, mai dire mai. Siamo mutevoli e capaci di tutto. Esistono infinite gradazioni della percezione esistenziale riconvertite nella massima popolare che afferma ‘della palla che è rotonda’. Tutto può accadere. Tutto può colorare questo Scenario 3d.
Per questo abbiamo compreso l’esistenza dei ‘cicli’. In questa maniera si sono resi palesi. Non bastava osservare le fasi lunari o l’alternanza del giorno con la notte o il nostro umore. No, dovevamo saggiare con mano la ruvida presenza dei cicli. Come? Subendoli.
Ad esempio, il ciclo economico è sempre percepito da tutti e quasi sempre vissuto con consapevolezza limitata nella sua apparente drammaticità legata alle fasi di ‘debolezza’. Non si tiene conto che ‘non c’è crescita vera senza un vero consolidamento’. Il grafico del Dow Jones cresce da 100 anni, ossia è sempre cresciuto: è possibile una cosa di questo tipo? È sostenibile? Diminuendo la scala temporale, possiamo osservare che questa crescita continua a livello secolare, è stata inframmezzata da crisi violente e quasi sistemiche, poi ‘superate’. Vivere in quegli ‘attimi’ avrebbe comportato anche prendere in considerazione atti estremi.
La condizione di chi è padrone.
Padrone di chi? Ovviamente di se stesso.
Perdonate la lunghezza della prossima citazione, ma è opportuna al fine di rendersi conto del fatto che esistono Mondi di cui non abbiamo sentore, ma che sono molto più 'vicini' a noi dell’anello che portiamo al dito:
Poi, dopo l’evoluzione dell’antica Luna durante la quale ad opera degli spiriti del movimento è stato posto il germe del corpo astrale, è toccato agli spiriti della forma di dare sulla nostra terra all’uomo l’io, affinché distinguendosi dal proprio ambiente, l’uomo potesse in certo modo diventare un essere autonomo. Ma se anche, grazie agli spiriti della forma, l’uomo fosse diventato un essere autonomo nei confronti del mondo esterno, nei confronti di quanto lo circonda sulla terra, mai ad opera degli spiriti della forma egli sarebbe diventato un essere autonomo nei confronti di quegli spiriti stessi; egli sarebbe rimasto dipendente da loro, sarebbe stato guidato e diretto totalmente da loro. E che ciò non sia avvenuto, è dovuto all’azione, in certo senso perfino benefica, delle entità luciferiche che nell’epoca lemurica si sono contrapposte agli spiriti della forma.
A questo interesse, a questa brama per le impressioni terrestri egli è pervenuto ad opera degli spiriti luciferici. Sono essi che lo hanno impigliato nella sfera terrestre pervadendo il suo elemento più interno, il corpo astrale. E come mai è accaduto che allora l’uomo non abbia del tutto abbandonato gli spiriti della forma o in genere i regni spirituali a lui superiori? Come mai è accaduto che l’uomo non sia totalmente caduto preda dei suoi interessi egoistici e delle sue brame? Ciò è accaduto perché gli spiriti che fanno progredire l’uomo hanno preso contro tutto ciò le loro misure; hanno cioè compenetrato l’entità umana di qualcosa che altrimenti in questa entità umana non ci sarebbe stato; l’hanno compenetrata di malattia, di dolori, di sofferenze.
Questo è stato il necessario contrappeso alle azioni degli spiriti luciferici.
Questa fu, nell’epoca lemurica, l’azione contrapposta degli spiriti luciferici e degli spiriti della forma. Se gli spiriti luciferici non fossero intervenuti, l’uomo non sarebbe certo disceso così presto nella sfera terrestre. La sua passionalità, le sue brame per il mondo sensibile, hanno anche fatto sì che i suoi occhi si siano aperti prima del previsto e che egli abbia potuto vedere anticipatamente tutto l’ambito dell’esistenza sensibile…
Influssi Luciferici, Arimanici, Asurici - Rudolf Steiner
Trovo meravigliosa questa testimonianza che ci ha lasciato Steiner, più di 100 anni fa, quando il Dow Jones batteva le prime contrattazioni. Tutto ciò dimostra come questo piano degli eventi, l’Antisistema, sia esattamente ribaltato rispetto al pieno ideale a cui tutti aspiriamo nostalgicamente.
Del grande scrittore si sa che aveva un alto concetto di sé nonostante la condizione materiale e sociale relativamente modesta. Nel corso della sua vita fu sempre fedele ad alcuni ideali, come l'amore per la patria, la libertà, la bellezza femminile, l’amicizia,le virtù, la poesia,l'arte e l'eroismo. Questi valori in cui Foscolo credeva, erano ritenuti dagli illuministi idee vane ed irreali, pure 'illusioni', dando a questa parola il valore non di inganno ma di vera esigenza dello spirito…
Foscolo aderì con convinzione alle teorie illuministiche di stampo materialistico e meccanicistico. Tali teorie, da una parte, contenevano elementi rasserenanti in quanto allontanavano le superstizioni, ma dall'altra determinarono in lui l'angoscia davanti al 'nulla eterno', all'oblio che avvolge l'uomo dopo la morte. Foscolo, infatti, si può definire ateo e razionalista, ma non areligioso. In lui il pessimismo e l'ansia di eternità si agitano dando un tono drammatico alla sua poesia e alla sua prosa.
Volendo recuperare alcuni valori spirituali non in contrasto totale con la ragione, egli non cerca di riavvicinarsi alla fede, come farà Manzoni, ma dà vita alla propria, personale 'religione delle illusioni', ossia i valori insopprimibili nell'uomo: la patria (l'Italia), l'amore, la poesia, la libertà, la bellezza, l'arte, il piacere della vita e le nobili imprese che rendono degni di essere ricordati, tramite il sepolcro, che da legame di affetto, simbolo di civiltà, esempio per i compatrioti, diventa suscitatore di poesia eternatrice.
Da Wikipedia
La sua ‘Dottrina delle Illusioni’ veicola lo smarrimento, provato da buona parte dell’umanità, ed il tentativo di ‘fare qualcosa’ per colmare quel vuoto che i ‘parassiti’ alimentano dentro di noi come ‘separazione’ da un Mondo perfetto e perduto, di cui si sente certo l’esistenza ma, allo stesso tempo, lo si colloca nelle anse del tempo, perduto per sempre. Nell’Arte della Poesia, Foscolo trova un surrogato di pace, ammantando la sua poetica di quel velo di sottile sofferenza. Foscolo rappresenta la crisi dell’umanità nel trend ultrasecolare della crescita evolutiva: una delle tante tappe forzate che occorrono per sedimentare e consolidare il cammino.
Una vera trasformazione è così ardua perché, come in ogni altro gioco, nel gioco della vita siamo costretti a confrontarci con un nemico che, incessantemente, fa di tutto per influenzare il nostro comportamento e metterci a soqquadro l'esistenza… Quello che davvero cerchiamo in un gioco è il rischio, la sfida... compresa l'eventualità della sconfitta. Ciò che lo rende avvincente è la sua capacità di metterci alla prova.
Il concetto di sconfitta è ciò che dà forma e senso a quello di vittoria.
A prescindere dal nome che gli si voglia dare, gli antichi cabalisti affermavano che l'Avversario era reale. Molto reale. Sebbene non riusciate a vederlo con i vostri occhi, è reale quanto gli invisibili atomi che sono nell'aria ed è altrettanto ubiquo e potente dell'invisibile forza di gravita. Il suo vero nome - come ci hanno rivelato gli antichi saggi cabalisti - è il termine suh-tàhn, con l'accento sulla seconda sillaba, si traduce con ‘Satana’.
Satana non è il demonio rosso, munito di corna e armato di un terribile forcone. Queste superstizioni non hanno fatto altro che celare ancora meglio il suo vero scopo e la sua identità. Quel nome è una parola in codice per indicare il comportamento reattivo - indotto dall'ego - e lui è il più potente di tutti i maghi.
La beffa più grande che il diavolo ha fatto al mondo è fare credere a tutti che lui non esiste.
Il potere della Kabbalah. Una tecnologia per l’Anima - Yehuda Berg
Ricordiamolo sempre: è tutto invertito in questo piano della manifestazione esperienziale. Il detto ‘l’abito non fa il Monaco’ ce lo rammenta con esatta prospettiva. Cosa significa ciò? Che non dobbiamo più fidarci della nostra ombra? Giammai. Significa che dobbiamo osservare con estrema presenza e senza paura, perché siamo protetti dalla nostra origine, pur stanziando nell'ombra del nostro Avversario.
Nella religione dei Jedi il Lato Oscuro è la componente malvagia della Forza, utilizzata dai Sith e dai Jedi Oscuri.
Il Lato Oscuro della Forza è composto dalla rabbia e dall'odio causati dalla sofferenza. Un buono Jedi non dovrebbe mai essere sopraffatto dalla rabbia e quindi dovrebbe rimanere 'puro' da non divenire un praticante del Lato Oscuro. Chi non riesce a sopportare il dolore e si fa trascinare dall'ira, intraprende (anche indirettamente o inconsapevolmente) la strada che porta al Lato Oscuro della forza. Una sete insaziabile di vendetta e di potere sono i bisogni primari di un praticante del Lato Oscuro, ed i Sith sono i maestri che praticano quest'antica arte.
Una definizione ci viene fornita dal maestro Yoda nell'Episodio VI: 'Paura, odio, ansia e vendetta sono tutti sentimenti che portano al Lato Oscuro, Luke.' e nell'Episodio I: 'La paura porta alla rabbia, la rabbia porta all'odio, l'odio porta alla sofferenza. La paura è la via per il Lato Oscuro'.
Il Lato Oscuro può essere studiato a patto di non dare eccessivamente peso ai propri sentimenti e a non farsi trasportare, poiché si verrebbe consumati da esso.
Da Wikipedia
Il lato oscuro è la componente malvagia della Forza. È una 'componente': bellissima immagine. Una componente del Tutto… Inquadrata in questo ambito, la malvagità è assoggettabile alla inconsapevole presenza della nostra parte più concreta che ‘subisce’ il corso degli eventi e identifica, in maniera paradossale, una crescita difficilmente percepibile immediatamente, in quanto ammantata del tempo che 'ci contraddistingue'.
Per superare il nostro ‘Avversario’ occorre sviluppare la sua conoscenza e, di conseguenza, quell’autodisciplina consapevole che lo condurrà a ritenere che la sua missione, in noi, è terminata.
È uno sporco lavoro, ma qualcuno lo deve fare!
È molto indicativo che, in generale, dal Mondo Orientale giunga a noi l’evidenza che, questa sfida, sia stata da tempo compresa ed affrontata. Perché? Perché tutte le forme di sensienza sviluppate a quelle latitudini contemplano con gran evidenza la perseveranza della disciplina e della padronanza.
Le dinamiche globali attuali, ossia l’occidentalizzazione dell’oriente, corrispondono ad una immancabile ed ovvia direzione interiore, meno evidente, che orientalizza l’occidente. È un processo di ‘scambio’ esterno/interno, poco riscontrabile nell’opinione pubblica, ma molto evidente all’occhio 'allenato'.
Noi dobbiamo ampliare il nostro approccio per comprendere la formazione che sta avendo luogo davanti ai nostri occhi... di una particolare entità biologica come non ne sono mai esistite sulla Terra – la crescita, al di fuori e al di sopra della biosfera, di un ulteriore strato planetario, un involucro di sostanza pensante a cui, per ragioni di praticità e simmetria, ho dato il nome di Noosfera.
The Future of Man (Il Futuro dell’Uomo) - Pierre Teilhard de Chardin
Il Manifesto per la Noosfera è il risultato di quarant’anni di studio, contemplazione, ricerca e sintesi. La noosfera va probabilmente al di là della capacità di comprensione della scienza convenzionale, ma è un’intuizione profonda e penetrante che ha fatto presa sulle menti di scienziati, filosofi, poeti e artisti fin dal momento in cui questo concetto è emerso per la prima volta, nel 1926.
Il termine “noosfera” si riferisce all’involucro o guaina mentale di pensiero che circonda la Terra, e deriva dal greco nous, ‘mente’. Il presentimento della noosfera si è pienamente risvegliato in me nel 1969, mentre osservavo in televisione l’immagine della Terra vista dallo spazio... All’incirca nello stesso periodo scambiai una fertile corrispondenza con Buckminster Fuller, che per primo mi suggerì l’esistenza di un sistema di archiviazione e recupero dell’informazione, esistente sotto forma di una specie di campo psichico o fascia di pensiero attorno al pianeta.
Esattamente come la biosfera è il campo unificato della vita e dei suoi sistemi di supporto – la regione per la trasformazione dell’energia cosmica sulla Terra, per usare l’espressione di Vernadsky – così la noosfera è il campo unificato della mente, il riflesso psichico della biosfera. E poiché noi, come specie – la somma totale delle cellule portatrici di coscienza della Terra in evoluzione – non ci siamo ancora risvegliati al nostro ruolo di organismo planetario, allo stesso modo neanche la Noosfera è ancora pienamente cosciente. Quando l’umanità diverrà cosciente di se stessa come singolo organismo e si unirà per attivare la Noosfera, allora troveremo la determinazione e la volontà collettiva di ricostruire la biosfera, e deviare l’energia della razza umana da un cammino di distruzione basato su un’astrazione meccanizzata dalla natura ad un nuovo ordine armonico di realtà super-organica basata su uno stato completamente diverso di coscienza, mai esistito finora sulla Terra.
Tale è la premessa fondamentale alla base del Manifesto per la Noosfera.
Manifesto per la Noosfera: Il prossimo stadio nell’Evoluzione della Coscienza Umana - di José Argüelles/Valum Votan - pubblicazione in lingua inglese prevista per Ottobre 2011.
Davide Nebuloni / SacroProfanoSacro 2011
prospettivavita@gmail.com